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LA PRIMA GENERAZIONE DI COMPOSITORI PER CHITARRA MODERNA

La linea del tempo che espongo parla dello sviluppo e della diffusione delle
composizioni per chitarra dalla fine del XVIII secolo, agli anni trenta del XIX, dove in
questo periodo si passa dalla chitarra barocca con le doppie corde chiamate cori a
quella a sei tuttora usata, periodo dove dal punto di vista compositivo si passa
lentamente, dal periodo classico a quello romantico.
Il contesto storico che abbraccia la mia linea del tempo, è un periodo piuttosto
turbolento, dove nel 1789 in Francia avviene la famosa rivoluzione francese, e tutto
quello che Napoleone Bonaparte nel bene e nel male provoca, e dal 1814 si apre il
Congresso di Vienna, dove si cerca di operare una efficace opera di restaurazione
per ridare pieni poteri a tutti i sovrani detronizzati da Napoleone.

La storia della musica di questo periodo, mette in evidenza i compositori più famosi
ed influenti, come Ludwig van Beethoven (1770-1827 )ritenuto trai più grandi
compositori di sempre, rappresentante del classicismo viennese e grande esponente
del primo periodo del romanticismo, e Gioacchino Rossini (1792-1868), il più grande
operista italiano della prima metà del XIX secolo, ma nel repertorio cosiddetto
“caratteristico”, con quello della chitarra, si scopre un mondo di compositori, dove la
distanza dal suo pubblico è abbreviata perché il compositore è anche il virtuoso-
esecutore e non di rado l’editore delle sue opere, in questo periodo vivono
numerosi musicisti che apportano alla chitarra un grande repertorio, come Matteo
Carcassi, Dioniso Aguado , Francesco Molino, Luigi Legnani e io analizzo i principali.
Nella prima data che troviamo, il 1770,nasce a Napoli Ferdinando Carulli, dove dopo
aver appreso i primi rudimenti della musica inizia a suonare il Violoncello, il quale
poi lo abbandona per dedicarsi allo studio della chitarra, dove, in quel periodo in
Italia,( repubblica Partenopea)i primi liutai iniziano a costruire chitarre a sei corde, e
sono proprio liutai napoletani, quindi il Carulli inizia i suoi studi sulla chitarra a sei
corde da autodidatta, senza un maestro in grado di insegnarli la tecnica di
strumento e senza musiche di repertorio, quindi trovandosi in una situazione di
totale isolamento, anche considerando l’epoca, il Carulli, inizia a risolvere da solo
tutti i problemi tecnici dello strumento, e a scrivere studi e composizioni con i quali
superare tali problemi.
Nel 1778 nasce a Barcellona Fernando Sor, come considerato il capo scuola del
chitarrismo spagnolo, a dodici anni viene mandato a studiare Armonia al monastero
di Monserrat, dove inizia a comporre i suoi primi brani per chitarra .
Nel 1813 si trasferisce a Parigi per non fare più ritorno nel suo paese natale, dove
cerca di imporsi come compositore di musica da opera, ma non ottiene il successo
sperato, cerca fortuna a Londra e in Russia ma poi torna definitivamente a Parigi nel
1826,Sor nelle sue composizione fa un uso maggiore del contrappunto rispetto al
Giuliani e quindi nelle sue composizioni mette in evidenza tutte le capacità
armoniche della chitarra.

Nel 1781 nasce in paese della Puglia Mauro Giuliani, considerato il caposcuola del
chitarrismo italiano, inizia a studiare il violoncello, ma ben presto come il Carulli
passa alla chitarra, si forma come musicista virtuoso e ottiene notevoli risultati e
riconoscimenti, infatti gli viene riconosciuto il titolo di virtuoso da camera da Maria
Luisa D’Austria, della famiglia degli Asburgo Lorena e futura moglie di Napoleone
Bonaparte.
Nel 1806 con la famiglia si sposta a Vienna, in questa 'capitale' del mondo musicale
europeo Giuliani si mise ben presto in luce come straordinario virtuoso di uno
strumento fino ad allora ritenuto marginale, folcloristico oppure riservato al privato
svago musicale dilettantistico, quindi il Giuliani oltre a creare la sua fortuna di
musicista, contribuisce concretamente, a dare alla chitarra tutta la dignità di uno
strumento non più marginale.
A Vienna i chitarristi contemporanei gli attribuirono il merito di aver perfezionato la
scrittura per chitarra, che fino ad allora era rimasta notata in forma primitiva, senza
curare troppo il valore dei suoni, dove invece nelle sue composizioni le linee del
canto e del basso sono sempre in evidenza.
Nel 1782 a Genova nasce Niccolò Paganini, considerato uno dei musicisti più virtuosi
di sempre, ha saputo sfruttare a pieno le sue doti di musicista, comprendendo l’
importanza dell’ auto promozione, si vestiva di nero, e in virtù del suo sovrumano
talento virtuosistico, nacque il mito che Paganini aveva fatto un patto con il diavolo.
Inizia il suo approccio alla musica grazie al padre che gli impartisce le prime lezioni
sulla chitarra, strumento al quale rimarrà particolarmente legato, anche dal punto di
vista della composizione, nella sua carriera per chitarra compone, 22 pezzi 2 sonate,
43 Ghiribizzi che sono semplici schizzi musicali, 15 quartetti per archi e chitarra e
tante altre composizioni dove figura anche la chitarra.
Afflitto dalla sifilide e dalla sindrome di Marfran che attacca i tessuti, questa
sindrome rese le sue giunture delle dita più mobili, e Paganini ne fece la sua fortuna
studiando in gioventù fino a dodici ore al giorno, sviluppando una tecnica fino ad
allora mai vista, viaggiò in tutta Europa facendo molti concerti, a Vienna durante una
sua tournee, un uomo cieco, chiese in quanti stessero suonando e quando li dissero
che era una solo, questo affermò che era opera del diavolo!!

Nel 1803 Niccolò Paganini compone la grande sonata per chitarra con
accompagnamento di violino, la sonata è una composizione strumentale in più
movimenti, e stupisce nel quadro piuttosto ricco delle sue composizioni per chitarra,
il fatto che l’ opera più elaborata per chitarra sola, non sia frutto della maturità ma
della giovinezza, quando l’autore aveva 21 anni, chitarra sola, perché nonostante
questa sonata sia stata composta anche per l’ accompagnamento del violino,
strumento solitamente protagonista, in questa sonata è la chitarra protagonista e il
violino ha un importanza marginale, così solitamente viene omesso.
La scrittura per chitarra di Paganini tende a esaltare l’ aspetto melodico, e il
sostegno armonico è ridotto ai limiti essenziali, facendo di Paganini un compositore
per chitarra originale.
Questa sonata è in La maggiore , suddivisa in tre tempi, allegro , romanza e
andantino e il primo tempo in quattro quarti, segue lo schema della forma sonata
bitematica e tripartita, e quindi l’ esposizione del primo tema è nella tonalità di
impianto, e dopo un ponte modulante si arriva al secondo tema nella tonalità della
dominante, dove dopo scale doppie, scale su terzine, tecnicamente difficili l’
esposizione termina con il segno del ritornello, nello sviluppo c’ è una modulazione a
un tono lontano, con variazioni e nella ripresa si arriva al secondo tema nella
tonalità di impianto. Nel secondo tempo in sei ottavi in La minore la linea melodica è
solo nella corda più acuta della chitarra, il terzo tempo in due mezzi, in La maggiore
è una serie di variazioni basate su un temino e conclude in La maggiore.
Nel 1808 Mauro Giuliani compone il suo primo concerto per chitarra ed orchestra
opera 30, è uno dei primi in assoluto di cui ne abbiamo notizia, questo concerto è in
La maggiore con organico di chitarra e archi e fiati , e diviso in tre movimenti,
allegro maestoso, andante siciliano , polonaise. Il primo movimento inizia con una
lunga introduzione di archi che conducono i due temi, poi entra la chitarra che
sviluppa le sue parti solistiche sui due temi. Il secondo movimento è guidato da una
melodia sentimentale, che risente dell’ influenza operistica di Rossini. Il terzo
movimento conclude il concerto con brillantezza e energia. La prima esecuzione di
questo concerto a Vienna riscosse un grande successo, di pubblico e critica grazie
anche al grande virtuosismo chitarristico del musicista italiano.
Nel 1809 Fernando Carulli pubblica il primo metodo per chitarra, opera 27, dal
momento che le variazioni organologiche e la nuova accordatura a 6 corde,
facevano della chitarra ottocentesca uno strumento nuovo, rispetto alla vecchia
chitarra barocca, il Carulli intuisce la necessità di pubblicare il suo metodo, dove,
propone regole come imbracciare lo strumento, accordatura, esercizi su scale
monodiche e doppie per terze seste ottave decime, studi nelle tonalità più usate, e
sui suoni armonici, fornendo così un primo valido e sicuro metodo di studio, per tutti
gli allievi chitarristi, memore dei problemi che aveva incontrato in gioventù quando,
iniziando a suonare la nuova chitarra a 6 corde da auto didatta, iniziò a risolvere da
solo tutti i problemi tecnici.
Nel 1814 si apre a Vienna il famoso congresso, e dal momento che questo evento di
portata colossale aveva fatto arrivare nella capitale austro- ungarica molte
personalità eminenti, artisti di vario genere, l’anno dopo i musicisti viennesi
sfruttarono questa occasione per lanciare una stagione concertistica da camera,
dove Mauro Giuliani vi si inserisce esibendosi sia a solo che in trio con un violinista e
un pianista ,esibendo il suo straordinario virtuosismo chitarristico.
Nel 1819 rientrato in Italia Mauro Giuliani si ferma per un periodo a Roma dove
conosce Gioacchino Rossini e nel 1820 compone la sua prima Rossiniana Op.119,
dove sembra che il chitarrista italiano trovi nella musica di Rossini una particolare
esaltazione del suo virtuosismo.
le Rossiniane sono 6 composizioni per chitarra dove il Giuliani propone alcuni temi
dalle opere di Rossini, e appartengono al genere musicale molto in voga all’ epoca,
che si basava sulla trascrizione su strumento di motivi tratti da opere teatrali, dal
nome Pot-Pourri .
Nella sua prima Rossiniana Mauro Giuliani presenta temi tratti dalle opere Otello,
L’Italiana a Algeri ,Armida, questa Rossiniana è suddivisa in cinque parti , e il Giuliani
fa uso delle arie di queste tre opere appena esposte, come nella prima di
introduzione Assisa a un piè d’un salice dell’ Otello o gran piacer ben mio dell
L‘italiana a Algeri, usando tempi ternari e binari, tonalità maggiori e minori,
e dando la possibilità al chitarrista che si accinge a eseguire questa Rossiniana l’
opportunità di usare la vasta gamma timbrica che a questo strumento appartiene,
facendo in modo di arricchire ancora il repertorio chitarristico, questa volta inserito
in un contesto lirico-operistico.
Nel 1825 Fernando Sor compone la Grande sonata in Do maggiore Op.22, piuttosto
fedele ai canoni classici compositivi, in quattro movimenti, allegro adagio minuetto e
rondò, nel primo movimento si intuisce la forma –sonata, e sono presenti elementi
tematici per il minuetto e il rondò, il lungo adagio è intenso e poetico.

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