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G. F. Händel
Raffaele Di Mauro
• Tra le caratteristiche abbiamo una pienezza del suono corale: ottenuta con 4
voci strettamente unite (bassi e tenori in registro acuto, soprani e contralti
in registro medio). Il coro assume quindi un «carattere monumentale» in
cui l’enfasi è più un’espressione collettiva che individuale (com’è invece
nell’aria d’opera)
• Alcune parti del Messiah sono riprese da un duetto precedente italiano:
imprestiti (propri) e «plagi» (di altri autori), dovuti spesso ad un’iniziale
inerzia del compositore nell’avviare nuove opere, sono abbastanza
frequenti in Handel, ma rientrano pienamente in una pratica che era ancora
comunemente accettata nell’epoca barocca, lo sarà molto meno
successivamente.
Organico
•Nel Messiah Händel impiega quattro solisti (soprano, alto, tenore, basso) e un coro a
quattro voci. Ma è documentato che distribuiva la parte solistica quasi sempre su
cinque cantanti e divideva spesso le arie del soprano. Nelle rappresentazioni a Dublino
vennero impiegati persino otto cantanti fra cui Christina Maria Avoglio (Soprano) e
Susanna Maria Cibber (Alto), le quali presero parte anche alle successive
rappresentazioni di Londra.
•Gli strumenti previsti nel manoscritto olografo di Händel (1741) sono: violino I/II,
viola, violoncello, basso continuo, tromba I/II e timpani. Non sono presenti altri
strumenti a fiato, forse perché Händel non sapeva durante la composizione quali
strumenti sarebbero stati a disposizione a Dublino. Ma è certo che almeno nelle
rappresentazioni successive di Londra c'erano oboi, fagotti e corni. Da una fattura del
1754 risulta che per l’esecuzione per l'ospedale Foundling erano stati impiegati 14
violini, 6 viole, 3 violoncelli, 2 contrabbassi, 4 oboi, 4 fagotti, 2 corni, 2 trombe e 2
timpani. Il coro era di 20 elementi, con i fanciulli della Chapel Royal per il Soprano e le
voci di Tenore contraltino per l'Alto. Inoltre i solisti cantavano anche i brani del coro.
Fonti superstiti
•Diverse versioni dello stesso Handel e arrangiamenti successivi (tra cui quello
di Mozart) per cui è difficle stabilire quale sia la versione definitiva. Anche
nelle registrazioni vengono prese come riferimento versioni diverse.
Testo verbale
• La maggior parte del testo viene dai libri dei profeti e dai salmi dell'Antico
Testamento. In questo modo Jennens fa sì che il Cristo del Nuovo
Testamento sia identificato dalla profezia del Messia dell'Antico
Testamento.
Significato culturale
• Comprensione «culturale» di un’opera →
tenendo sempre presente il legame tra autore «empirico» (artista) e autore
«modello» (contesto culturale collettivo)