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Messiah

G. F. Händel

Raffaele Di Mauro

Lezione Storia della Musica


Contesto storico-musicale
- Siamo in piena epoca del tardo barocco: Handel nato ad Halle, in Sassonia,
dove viene nominato organista della cattedrale ma abbandona la carriera di
Cantor per recarsi prima ad Amburgo (1703-1706) poi in Italia (1706-1710)
dove frequentò i maggiori mecenati e musicisti di Roma, Firenze, Napoli e
Venezia (Corelli, D. Scarlatti e Agostino Steffani che ebbe su di lui grande
influenza) poi nel 1710-1711 si recò per la prima volta a Londra dove poi
tornò abbastanza stabilmente dal 1712 visto che nel 1714 il suo protettore
fu proclamato re Giorgio I d’Inghilterra.
- Era di moda a Londra l’opera italiana mentre fu istituita da circa 60 ricchi e
nobili la Royal Academy of Music (dal 1720 al 1728) con lo scopo di
presentare delle opere al pubblico londinese che però, ben presto, inizio a
stancarsi dell’opera italiana (di cui, per problemi di lingua, capiva ben poco)
che cominciò ad essere sbeffeggiata (grande successo popolare ebbe la
Beggar’s Opera nel 1728). Nel 1732 l’impresario Aaron Hill scrisse ad
Handel invitando a liberare gli inglesi dalla «schiavitù italiana» e a
dimostrare che l’inglese fosse abbastanza duttile per l’opera. In questo
contesto maturò l’idea di Handel di proporre l’oratorio in lingua inglese
venendo così incontro a quelle che erano le volontà e i gusti della classe
media inglese dell’epoca.
Genere di appartenenza
- Genere dell’oratorio barocco sul modello italiano: opera su soggetto sacro
sviluppatosi nella Roma controriformistica nella prima metà del XVII sec,
presentata in forma di «concerto» senza le «scene», più che di musica liturgica
si tratta di un genere a metà strada tra concerto e teatro. Segna l’incontro tra
forme musico-drammatiche della tradizione cristiana (lauda drammatica e
mottetto dialogico) con i nuovi stili della monodia accompagnata e del dramma
per musica. Tra i principali autori di «oratori in latino» vi fu G. Carissimi che
influì sulla sua diffusione in Germania e Francia
- Il genere prevede un narratore o historicus, personaggi, dialoghi, spesso un
coro in funzione di personaggio collettivo e spesso aveva anche altre
denominazioni: historia, dialogo sacro, accademia spirituale, dramma sacro e,
limitatamente agli oratori per la settimana santa, azione sacra, sepolcro o
passione.
- In Inghilterra fu introdotto proprio da Handel nel 1732 con l’Esther (seguiti da
altri 25), con tratti stilistici e drammaturgici autonomi seppur commisti con
elementi derivati dalla tragédie francese e dalla tradizione inglese degli
anthems (composizioni corali su testi sacri in uso presso la chiesa anglicana a
partire dalla riforma protestante che fiorirono prima con Byrd e Gibbons, poi
nel XVII sec con Blow e Purcell fino ad Handel che ne compose ben 11).
Modelli formali adottati
• stile→ linguaggio musicale degli affetti, simbolismo musicale descrittivo
ed emotivo, Handel si presenta come il primo esempio di compositore
«cosmopolita» con influenze italiane, tedesche, francesi ed inglesi. Egli da
un lato da un grande contributo al patrimonio musicale del tardo barocco e
dall’altro anticipa molti elementi del nuovo stile del secondo 700.
• Forma → alterna brani in tessitura fugata a solidi blocchi armonici, spesso
contrappone una parte melodica con note sostenute a un’altra con ritmo
veloce.

• Tra le caratteristiche abbiamo una pienezza del suono corale: ottenuta con 4
voci strettamente unite (bassi e tenori in registro acuto, soprani e contralti
in registro medio). Il coro assume quindi un «carattere monumentale» in
cui l’enfasi è più un’espressione collettiva che individuale (com’è invece
nell’aria d’opera)
• Alcune parti del Messiah sono riprese da un duetto precedente italiano:
imprestiti (propri) e «plagi» (di altri autori), dovuti spesso ad un’iniziale
inerzia del compositore nell’avviare nuove opere, sono abbastanza
frequenti in Handel, ma rientrano pienamente in una pratica che era ancora
comunemente accettata nell’epoca barocca, lo sarà molto meno
successivamente.
Organico
•Nel Messiah Händel impiega quattro solisti (soprano, alto, tenore, basso) e un coro a
quattro voci. Ma è documentato che distribuiva la parte solistica quasi sempre su
cinque cantanti e divideva spesso le arie del soprano. Nelle rappresentazioni a Dublino
vennero impiegati persino otto cantanti fra cui Christina Maria Avoglio (Soprano) e
Susanna Maria Cibber (Alto), le quali presero parte anche alle successive
rappresentazioni di Londra.

•Gli strumenti previsti nel manoscritto olografo di Händel (1741) sono: violino I/II,
viola, violoncello, basso continuo, tromba I/II e timpani. Non sono presenti altri
strumenti a fiato, forse perché Händel non sapeva durante la composizione quali
strumenti sarebbero stati a disposizione a Dublino. Ma è certo che almeno nelle
rappresentazioni successive di Londra c'erano oboi, fagotti e corni. Da una fattura del
1754 risulta che per l’esecuzione per l'ospedale Foundling erano stati impiegati 14
violini, 6 viole, 3 violoncelli, 2 contrabbassi, 4 oboi, 4 fagotti, 2 corni, 2 trombe e 2
timpani. Il coro era di 20 elementi, con i fanciulli della Chapel Royal per il Soprano e le
voci di Tenore contraltino per l'Alto. Inoltre i solisti cantavano anche i brani del coro.
Fonti superstiti

•Holograph manuscript, 1741


State and University Library Carl von Ossietzky, Hamburg (D-Hs): M B/1722.

•Diverse versioni dello stesso Handel e arrangiamenti successivi (tra cui quello
di Mozart) per cui è difficle stabilire quale sia la versione definitiva. Anche
nelle registrazioni vengono prese come riferimento versioni diverse.
Testo verbale

• Il Messiah è, oltre a Israele in Egitto, l'unico oratorio di Händel il cui testo


in inglese consiste esclusivamente in versi biblici. La scelta dei versi è di
Charles Jennens il quale si faceva ispirare dal Book of Common Prayer of
the Church of England.

• La maggior parte del testo viene dai libri dei profeti e dai salmi dell'Antico
Testamento. In questo modo Jennens fa sì che il Cristo del Nuovo
Testamento sia identificato dalla profezia del Messia dell'Antico
Testamento.
Significato culturale
• Comprensione «culturale» di un’opera →
tenendo sempre presente il legame tra autore «empirico» (artista) e autore
«modello» (contesto culturale collettivo)

Il significato culturale di un’opera può essere descritto attraverso tre categorie


descrittive (modello di Baroni):

• Valori e legittimazioni → il moralismo inglese non aveva mai accettato


l’introduzione dell’opera italiana che non capiva e che era spesso soggetto
di satira, gli oratori in inglese rispecchiano quindi i «valori» della classe
media dell’epoca

• Funzioni → funzioni prevalentemente estetiche, poco «rituali»

• Gruppi sociali → Handel si fa portavoce musicale della nazione inglese


(anche in cerimonie ufficiali) e in particolare della nuova classe media,
anticipando i mutamenti sociali che ci saranno a partire dal secondo
Storia della fortuna
- La prima esecuzione il 13 aprile del 1742 (successo) diretta da Matthew Dubourg con
Susannah Maria Arne ed i Cori della Cattedrale di San Patrizio e della Cattedrale di
Cristo (preceduta da una première con un pubblico più ridotto il 9 aprile) fu annunciata
come concerto di beneficenza per diverse organizzazioni caritative:
« Per il sollievo dei Prigionieri nelle varie carceri, e per il sostegno dell'ospedale di
Mercer in Stephen's Street e della Charitable Infirmary sul Inns Quay, il Lunedi 12 aprile
[recte 13 aprile], verrà eseguita nella Musick Hall in Fishamble Street, il nuovo Grand
Oratorio di Mr. Handel, intitolato il MESSIAH, al quale i Signori dei Cori di entrambe le
cattedrali aiuteranno, con alcuni Concerti all'Organo, di Mr. Handell. »
- Il Messiah e gli altri oratori inglesi di Handel incontrarono fin da subito il successo
presso un «pubblico popolare». Mila ha parlato per Handel di una «estensione
democratica della cerchia di ascoltatori» e di una «qualità comunicativa facile e
grandiosa» che fa di lui «una specie di Prokofiev del 700».
- Händel metteva il Messiah nei programmi dei concerti sempre nel periodo della
Quaresima o di Pasqua, seguendo il testo che si basa specialmente nella III parte sui
concetti di risurrezione e redenzione. Ancora ai tempi di Händel era d'uso a Dublino
eseguire nelle sale da concerto l'oratorio nel periodo dell'Avvento. Questa tradizione si
estese presto specialmente nei paesi anglosassoni. In seguito l'oratorio qualche volta
venne suddiviso: nei concerti natalizi spesso si rappresentava solo la I parte e l'Hallelujah,
mentre a pasqua si suonavano le parti che riguardano la Risurrezione. L'aria del Soprano I
Know that my Redeemer Liveth è tuttora spesso cantata nelle messe da morto.
GRAZIE!

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