Leonardo era mancino. Scriveva i suoi appunti al contrario (da destra verso
sinistra), in modo da poter risultare comprensibili solo se riflessi in uno specchio.
All’età di venticinque anni l’ascesa di Leonardo rischia di fermarsi per sempre. Nel
1476 viene infatti denunciato per sodomia, accusa gravissima all’epoca. La
denuncia viene ritirata ma l’avvenimento lascia una macchia sulla carriera
dell’artista.
Quattro anni dopo Leonardo viene escluso dal gruppo di artisti che nel 1480
Lorenzo de’ Medici invia al papa Sisto IV per affrescare la Cappella Sistina.
Deluso, decide di lasciare Firenze e smette di dipingere (per fortuna ritornerà sui
suoi passi, altrimenti non avremmo mai avuto capolavori come la “Gioconda”).
Leonardo era affascinato dal funzionamento del corpo umano, tanto da giungere a
sezionare cadaveri per i suoi studi anatomici. Tale pratica, all’epoca considerata
al limite della blasfemia, ha permesso a Leonardo di disegnare il corpo umano con
un realismo sconosciuto ai suoi contemporanei.
Secondo alcune fonti, pare che Leonardo fosse vegetariano per amore degli
animali. Alcuni sostengono che al mercato comprasse gli uccelli in gabbia al solo
scopo di liberarli. Ha detto: “I nostri corpi sono sempre più le tombe degli animali”.
A proposito della Gioconda, sfatiamo un mito: i francesi non hanno mai rubato
quell’opera, la porto con sé lo stesso Leonardo quando lasciò l’Italia per andare a
Parigi. Fu invece un italiano a rubare il dipinto nel 1911. Si chiamava Vincenzo
Perugia e commise il crimine per “patriottismo artistico”, come spiegò in tribunale.
Un’ultima curiosità, che di dice molto dell’umorismo tagliente del grande Leonardo;
si racconta che, mentre dipingeva l’Ultima Cena, al priore che gli metteva fretta
perché completasse l’opera, Leonardo rispose: “Ho difficoltà a trovare un modello
per il volto di Giuda, se si presta lei potrei terminare l’opera più rapidamente”. Il
priore rifiutò e si adeguò ai tempi dell’artista.
Maria Bertolini 1b