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J.S.Bach Ciaccona
- suona solo il violino, Bach riesce a cavare la natura melodica e riesce a tirar fuori anche le visioni
contrappuntistiche, infatti segue più di una linea (superiore, inferiore e intermedie)
- natura della Ciaccona (danza di lontana origine spagnola). Tra Ciaccona e Passacaglia non c’è una
gran differenza (variazioni su un basso tutte e due) qui nella Ciaccona il tema circola anche nelle
altre linee intermedie e talvolta anche nella linea superiore.
Bach sfruttando la tecnica delle coppie doppie, adotta questa scrittura accordale.
Il principio concertante rimanda al sostantivo concerto. Nei brani alcune volte oltre agli strumenti
che puntano all’individualità ce ne sono alcuni che puntano all’uniformità. Lo stile concertante
investe la musica strumentale dell’epoca Barocca (Vivaldi, Bach, Haendel età tra 1685-1750) e
abbraccia più forme musicali:
- Converto nella sua triplice tipologia (concerto di insieme, concerto grosso, concerto solistico)
- La Sonata a due (c’è sempre il basso continuo): una linea più virtuosistica ed una affidata al basso
continuo
- La Sonata a tre: prevede tre linee strumentali, due superiori più virtuosistiche più un’altra di basso
continuo.
- Solo Sonata o Sonata per strumento solo, una sonata prevista per un unico strumento che svolge
contemporaneamente più ruoli (canto, controcanto e basso continuo realizzato parallelamente
dallo stesso strumento).
Tutte queste quattro forme rispondono al principio concertante e si inquadrano in una più generale
differenzazione da camera versus da chiesa
Dopo 5 secoli di polifonia si passa al conto monodico, solistico con sostegno armonico del basso
continuo.
Inoltre si afferma il concetto di tonalità, ossia abbiamo un accordo tonale basato sulla distinzione
fra gradi di ottava. In questo periodo si ha anche la distinzione tra gradi statici (I,III,V) e gradi dinamici
(II,IV,VI,VII).
Il cammino verso questa forma inizia già nell’epoca in cui si cominciarono ad alterare i suoni. Nel
Medioevo infatti venivano eseguiti solo canti diatonici (solo tasti bianchi), poi successivamente si
cominciò ad alterare il si che divenne bemolle e poi a seguire tutti gli altri gradi della scala.
I teorici che posero le basi per tutto questo furono:
- Romis
- Tinetoris
- Galileo
- Vicentino
- Artusi
Arcangelo Corelli
MELODRAMMA
Il melodramma ha una duplice etimologia e un duplice elemento (musicale e letterario)
- melos = canto e melodia
- dramma = azione/ rappresentazione
Forme prodromiche
Dramma liturgico
Sacre rappresentazioni
Ludus misterum
Camerata Fiorentina “De Bardi” (Girolamo Mei, Vincenzo Galilei “Saggio della musica antica e
moderna”)
Il primo melodramma risale al 1594 con la “Dafne” di Jacopo Peri, che è andata perduta. Nel 1600
venne messa in scena “Euridice” che venne musicata da Jacopo Peri e Giulio Caccini.
VIVALDI
Antonio Vivaldi (1678-1741) fu uno dei compositori che influenzarono maggiormente il periodo
musicale barocco introducendo nuovi stili e tecniche esecutive soprattutto per gli strumenti ad arco.
Nato a Venezia il 4 marzo 1678, morì a Vienna nel 1741.
Iniziò giovanissimo a studiare violino con il padre, violinista nella Cappella di San Marco, finché nel
1703 venne ordinato sacerdote e ben presto fu soprannominato il Prete Rosso per via del colore dei
suoi capelli.
Nel 1706 a causa della sua salute molto cagionevole fu costretto a smettere di celebrare messa, ma
non lasciò mai l’ordine.
Dal 1703 al 1740 Vivaldi ricoprì diversi incarichi musicali presso l’Ospedale della Pietà di Venezia,
una istituzione di carità destinata all’istruzione musicale di ragazze orfane e rimase sempre in
contatto con questo Istituto nonostante i suoi numerosi viaggi in Italia e all’estero. Primo incarico
fu quello di insegnante di violino e successivamente, per le putte dell’Ospedale, Antonio
Vivaldi compose la maggior parte dei suoi concerti, delle cantate e delle musiche sacre.
Essi costituiscono la parte più innovativa dell’opera vivaldiana, che comprende anche sonate per
strumento solista – soprattutto violino – e basso continuo, composizioni per orchestra d’archi,
musica sacra di vario genere (tra cui il celebre Gloria RV 589 e un Magnificat), cantate e circa 50
opere teatrali, la più notevole delle quali è l’Olimpiade del 1734.
L’opera divenne parte sempre più importante nella produzione di Vivaldi nel secondo decennio del
XVIII sec.. La sua prima opera, Ottone in villa, fu premiata a Vicenza nel 1713. Vivaldi scrisse anche
per i teatri di Venezia e Mantova, dove il governatore degli Asburgo, il principe Filippo d’Assia-
Darmstadt, era un appassionato della musica. Dopo il successo dell’opera di Vivaldi Armida al
campo d’Egitto, il principe nominò Antonio Vivaldi maestro di cappella e rimase a Mantova per i
due anni successivi scrivendo cantate e serenate.
L’influenza come compositore di Vivaldi sui suoi contemporanei, italiani e stranieri, riguardò
soprattutto la musica strumentale e principalmente gli innumerevoli concerti per strumento
solista e orchestra d’archi.
I concerti e la musica strumentale
Antonio Vivaldi scrisse oltre 450 concerti di cui circa 250 sono dedicati al violino, di cui il Prete
Rosso ne sviluppò enormemente le qualità tecniche ed espressive; mentre gli altri impiegano ogni
genere di strumento tra cui anche il mandolino oltre che al violoncello, fagotto, flauto e oboe.
Negli allegri, dal ritmo incalzante e vitale, i soli si alternano ai tutti, mettendo in luce un contrasto
espressivo e timbrico e un virtuosismo brillante. Nei brevi adagi il solista ha invece modo di
esprimere una delicata cantabilità.
Una parte dei concerti è raggruppata in 9 raccolte, stampate ad Amsterdam durante la vita
dell’autore. Molti dei concerti hanno inoltre un titolo descrittivo e programmatico, come La
tempesta di mare, La notte, La caccia, Il gardellino, La pastorella, L’inquietudine. Le raccolte più
significative sono L’estro armonico(1711) e Il cimento dell’armonia e dell’inventione (1725). A
quest’ultima appartengono i celeberrimi concerti detti Le quattro stagioni in cui l’intento
descrittivo, evidenziato da sonetti che precedono ogni stagione, è realizzato attraverso il sapiente
e colorito impasto timbrico, con effetti bizzarri e inconsueti di imitazione della natura e di vigoria
espressiva.
Il principio concertante rimanda al sostantivo concerto alla doppia etimologia latina (“concerere” e
“certarere”). La seconda etimologia rimanda ad un brano musicale in cui ci sono una o più parti
solistiche in competizione.
Ci sono 3 tipologie di concerto:
- concerto d’insieme: l’orchestra da camera è utilizzata in modo compatto con la presenza del basso
continuo
- concerto grosso: è il risultato della dialettica tra due masse orchestrali in opposizione tra di loro (2
o più strumenti solistici che si oppone al Tutti).
- concerto solistico: il ruolo leader è affidato ad uno strumento a cui si oppone il Tutti.
Queste tre tipologie rispondono alla diversità del genere cameristico con quello da Chiesa.
ANTONIO VIVALDI
Op 3 Estro Armonico a un lato l'estro, cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà, e
dall'altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell'armonia.
Questa è una delle raccolte più note del ‘700. Sono 12 concerti, a differenza di Corelli con il concerto
grosso, c’è varietà anche negli strumenti usati. Si nota una struttura sistematica e geometrica. In
ogni gruppo si ha un concerto quadruplo con 4 violini con o senza violoncello obbligato, poi
passiamo a due violini, mentre l’ultimo è un concerto solistico.
C’è molta varietà di organico, tipologia formale e stile. Infatti i primi concerti risultano molto arcaici
mentre gli ultimi sono molto suntuosi.
2 in Sol Minore è la tonalità del lutto. La struttura è polipartita (Adagio, Allegro, Larghetto,
Allegro). È derivazione del concerto da Chiesa per la scelta della struttura, della tonalità e il basso
continuo. L’attacco al binoniamo si riconosce dalla struttura compatta a 5 parti reali. Il secondo
movimento allegro è giocato sulla struttura sincopata che da slancio al brano.
5 in La Maggiore era il più celebre concerto di Vivaldi che è da scrivere a questo attacco
martellante e pieno di brio.
BACH (1685-1750)
Con l’arte di bach culmina la stagione del barocco. È la personalità meno allineata con le linee
guida della sua epoca. Ci sono alcuni aspetti che riguardano le scelte stilistiche che lo rendono
atipico e fuori della norma.
È un musicista di nicchia e poco noto ed è stato sottovalutato nella sua epoca ed è stato
sopravanzato da personalità più modeste in quanto a notorietà. Gli aspetti più importanti sono:
- il gotico: artista in continuità con questa tradizione tardo gotica, infatti guarda al passato
piuttosto che al presente (contrappunto imitato)
- cultore della musica concepita come ars: lui si considerava un artigiano al servizio dei suoi.
Lui le articolava in Quadrivio e Trivio (musica come armonia mundi).
Gilde corporazioni professionali
- il misticismo: Bach è un musico ecclesiastico (fede luterana) perché tutta la sua arte è imbevuta
di personalità. Tutta la musica sia sacra che profana è profondamente ispirato dall’applato mistico
(atteggiamento che sa riconoscere nella quotidianità la trascendenza).
SDG soli per la gloria di dio
- stanzialità: Bach risulta divaricante rispetto ad Hendel (artista cosmopolita), infatti tutta la sua
vita si svolse nella Turingia sassonica. È una vita consacrata allo studio.
Verner Neumann scoglio posto attraverso la corrente del tempo, una personalità caparbia e
ostinata che i suoi contemporanei non compresero a pieno.
Lui ricorreva alla pratica del pastchice, ossia riciclava uno o più brani composti in precedenza per
altre cirostanze.
Concerto
Vivace, Largo e Allegro.
La linea di canto è sempre corroborata dalla struttura fugata.
Le musiche per liuto di Bach inoltre comportano diversi problemi esecutivi, da ciò si deduce che
Bach non era un liutista, nonostante debba aver avuto precise idee sull’estensione,
sull’accordatura e sulle caratteristiche dello strumento. Egli non era in confidenza con i problemi
della diteggiatura, vale a dire delle varie posizioni della mano sinistra.
Il liutista deve decidere quali difficoltà tecniche affrontare per poter realizzare le strutture
polifoniche senza compromessi, come cambi di posizione improvvisi all’interno di passaggi veloci,
suonare solo l’ottava acuta dei bassi e inventare delle soluzioni di diteggiatura assolutamente
nuove. Mia particolare attenzione è stata anche quella di curare la linea del basso dandogli il più
possibile un'identità ben precisa. Sembra infatti che mai come nelle composizioni per liuto, Bach
sia particolarmente attento a mettere le pause nella linea del basso, come a ricordare
all'esecutore di fermare la risonanza della corda precedentemente suonata, per evitare la
sovrapposizione dei suoni anche quando non comporterebbe nessun problema armonico. Questo
problema richiede un plus lavoro per la mano destra del liutista, soprattutto del pollice, che deve
non solo suonare e gestire tutte le corde basse, ma deve anche preoccuparsi di stopparle e
fermare la risonanza.
Non dobbiamo dimenticare poi che Bach scrisse alcune composizioni per il Lautenwerk, uno
strumento a tastiera ed altre sono delle trascrizioni di brani originariamente pensati per altri
strumenti.
Bach liuto c’è una composizione dubbia (Suite BVW 996), il frontespizio reca il Lautenwerk
(liuto da tastiera), è una variante costruttiva del clavicembalo le cui corde dovevano essere in
budello. Nell’epoca della maturità Bach ordinerà proprio un nuovo Lautenbergh. È una suite che si
apre con il preludio e poi segue con le varie danze. Gli esperti escludono che questo brano sia
finalizzato al liuto.
I tre brani certi per liuto furono:
- Preludio BWV 999 (Re minore) quello più idoneo per le particolarità tecniche ed espressive, ed è
costituito da arpeggi ascendenti sulla mano sinistra.
- Suite BWV 995 è la trascrizione dalla 5° suite per violoncello solo.
- Preludio fuga e allegro BWV 998 in B bemolle maggiore
I 3 brani che sono altamente probabili per liuto sono
- Fuga BWV 1000
- Partita 1006/a arrangiamento della partita 3° per violino solo (Lure, Gavotta, Minuetto 1 e 2, per
finire una Giga). Il maestro le eseguiva al cembalo, dotandole di tutto l’accompagnamento
armonico ricco.
- Sonata BWV 997 che risale agli anno ’40 della creazione bacchiana, ed è una delle opere che
palesano il carattere speculativo degli ultimi anni di Lipsia. Questa Sonata in Sol Minore palesa
questo carattere contrappuntistico astratto. 4 copie destinano il brano al cembalo mentre una al
liuto.
Bach aveva una conoscenza astratta del liuto, non diretta. Tarrega e Villa Lobos furono i primi a
curare gli arrangiamenti di Bach sulla chitarra moderna.
Possiamo raggruppare
- 1 in FA maggiore con grande rilievo alla famiglia dei fiati
- 2 in Fa maggiore con tempo tagliato. È presente il flauto dolce, l’oboe e il violino principale con
un ruolo concertante.
- 3 in Sol maggiore, i primi due hanno carattere festivo mentre il terzo è per così dire un concerto
in bianco e nero. È formato da 3 trii più il basso continuo.
- 4 ci propone una nuova soluzione espressiva. È in sol maggiore
- 5 in Re maggiore anche esso nella stessa tipologia di concerto grosso. C’è una nuova soluzione
timbrica , ossia viene messo il flauto traverso in cui si rivela il marchio di un periodo compositivo
più maturo. Se nel numero 4 emergesse il violino nel numero 5 il cembalo ha un ruolo dominante.
- 6 in Mi bemolle maggiore, ritorniamo specularmente ad un orgnanico in bianco e nero in cui
dominano solo gli archi.
Ora patliamo delle 6 suite per violoncello solo. È una raccolta gemella delle Partite per violino solo,
si tratta di una raccolta meno ardua di quella per violino solo. Qui lo strumento solista deve
riassumere in se tutti i ruoli. Si tratta di 6 suite la cui composizione rispecchia la suite che inizia con
preludio, infatti si tratta di una successione di danze.
PASSIONE SECONDO MATTEO: Bach compose cinque passione, ma noi ne abbiamo solamente due:
quella di Giovanni e Matteo.
Nel 45 la partitura cadde in oblio e dovremmo aspettare 100 anni dalla premiere finchè il
giovanissimo Felix Mendelson trovò il manoscritto di questo capolavoro e nel 1829 ne diede una
memorabile esecuzione. Durante il triduo della settimana santa si esegue la passione secondo
Matteo, indipendentemente dal credo religioso.
È una scrittura a doppio coro, cori battenti o cori spezzati che abbiamo già incontrato a Venezia in
fine ‘500 e inizio ‘600 nella basilica di San Marco con i due Gabrieli che operarono nella basilica
nella prima metà del ‘500. Il brano ha una struttura triadica a,b, a’.
L’architettura è rappresentata dalla costruzione contrappuntistica.
Nelle prime 16 battute c’è un preludio orchestrale In queste battute prevale un colore cupo. Alla
17° battuta entra il primo coro che rappresenta una figura allegorica ovvero la figlia di Shiom, ma
Bach individua il popolo universale.
Le parole intonate dalla figlia di Siom sono “venite figlie, unitevi al mio lamento”. La sezione
centrale b possiamo identificarla in tre sezioni:
1. In modo interlocutorio ora entra il secondo coro e viene paragonato lo sposo ad un agnello
2. Dopo questo breve interludio c’è una dialettica tra primo e secondo coro. In questa sezione
segue un interludio orchestrale
3. C’è il significato “verso dove”, alla nostra colpa.
Nella 3° parte c’è una pseudo-ripresa della 1 sezione.
Questo introitus è nella passione dello spirito Luterano.
L’oratorio è la forma sorella del melodramma italiano, non si ricorre a costumi ma lo stile musicale
è quello stesso del melodramma.
Il recitativo di Gesù è accompagnato.
L’introito ha una struttura a,b,a’, il govedì santo del marzo 1729 diresse lui questo coro. L’ultima
esecuzione di Bach venne realizzata nel 1745.
A Klagen
B1 lamm (agnello) + coro di bimbi + interludio orchestrale
B2 geduld (pazienza) + coro di bimbi + interludio orchestrale
B3 schuld (colpa)
A’ tragen (portare la croce)
A klagen (lamentazione) ci sono primo e secondo coro insieme
LA PASSIONE COME GENERE MUSICALE:
- la passione Gregoriana o Medioevale la narrazione evangelica reca in se una virtualità
drammaturgica, veniva eseguita la passione di Gesù in forma quasi scenica durante la settimana
santa. Si usava il canto gregoriano o monodia e dava enfasi al testo.
- la passione polifonica articolata in:
a. Passione responsorio tradurre in polifonia solo gli interventi della narrazione evangelica,
caratterizzata da parti monodiche e polifoniche.
b. Pasisone mottetto arriviamo al ‘400 che è l’epoca dei Fiamminghi, si spezza il legame tra
altare e musica e la passione diventa opera d’arte. Con la passione-mottetto si spezza il
legame tra altare e partitura.
c. Passione luterana è espressione della confessione riformata. Lutero suonava il flauto e si
dilettava nella composizione. Ci sono ricadute sull’ambito musicale durante la riforma
Luterana. Martin Lutero sceglie Johann Walter come confessore musicale. Le
caratteristiche della passione luterana sono
Abolizione delle caratteristiche fiamminghe
viene lasciato cadere il latino e si adotta l’idioma in volgare
si frammezza il racconto evangelico con i corali
si fa aprire la narrazione con un introitus che ha funzione di meditazione e
specularmente alla fine della partitura si chiude con un Dankchor
d. la passione oratorio raccoglie tutte le innovazioni importate dall’Italia, la quale la più
importante fu l’orchestra (archi, fiati).
Quali sono le ulteriori innovazioni poste in campo da Bach nella passione oratorio del suo tempo?
1. Bach ripristina la centralità della narrazione evangelica, che nella partitura era evidenziata
con l’inchiostro rosso. Per gesù si ricorre ad un recitativo accompagnato. Questa
narrazione evangelica è intramezzata da corali, arioso/aria e duetto.
Variazioni Goldberg
Prendono il nome da Goldberg che fu un allievo di Bach che trovò occupazione presso un
ambasciatore russo. Questo conte soffriva di insomnia, ma quando Goldberg suonava egli riusciva
a dormire meglio, egli commissionò a Bach un brano, ossia un tema con variazioni con la finalità di
portar sonno al conte. Queste variazioni possono essere considerate un enorme passacaglia,
oppure quella di un rosario sgranato.
Si inizia con l’aria, tema di una sarabanda che si ritrova in una composizione del 1725 in un libro
dedicato alla moglie Anna Magdalena, seguono poi ben 30 variazioni. Essse possono essere
considerate multiple di 3, perché si concludono tutte con un canone. Il quod libet è tutto ciò che
piace.
Il qoud libet è intrecciato con due temi popolari, una di carattere sentimentale e una di carattere
più scherzoso.
Il fascicolo è la quarta parte Klavier Ubong, è stato pubblicato dallo stesso autore. Le varazioni
Goldberg contemplano 4 fascicoli.
L’intero lavoro venne pubblicato nel 1731 ed è diviso in 4 fascicoli
i. 6 partite (1726-1731)
ii. Contempla una settima partita nello stile francese più un concerto italiano nello stile
italiano (1735)
iii. Specifico per l’organo e sono i 21 grandi corali del dogma luterano, tra cui il più grande è
quello della trinità. Sono incorniciati da un preludio in Mib maggiore.
iv. Variazioni Goldberg
Nello spazio antistante il frontespizio della Klavier Ubong è riportata una massima del medico
T.Browng (2 generazioni prima di Bach).
Georg Friederich Händel nacque il 23 febbraio 1685 ad Halle, nel ducato di Magdeburgo
(Germania) da papà Georg Händel e mamma Dorothea Taust.
Il padre Georg, barbiere e medico chirurgo, era già avanti con l’età quando il piccolo Handel iniziò
a manifestare la sua passione per la musica e i genitori, che avevano pensato per lui un futuro da
uomo di legge, cercarono invano di dissuaderlo. Quando George e suo padre andarono a
Weissenfels a trovare il nipote di Handel, George Christian, il Duca Johann Adolf I, presso il quale
serviva George Christian, convinse Georg Handel a lasciare che il piccolo Georg
Friederich prendesse lezioni di musica da Friedrich Wilhelm Zachow che era l’organista della
chiesa luterana Marienkirche. Qui Georg Friederich Handelprese confidenza con l’armonia, gli stili
compositivi contemporanei e iniziò a conoscere la fuga.
Il giovane George però per non far dispiacere suo padre, nel 1702 iniziò a studiare Legge
all’Università di Halle e contemporaneamente trovò lavoro per un anno come organista, ma
Handel non era soddisfatto della sua carriera musicale e si diede da fare per migliorarla
diventando violinista e clavicembalista nell’Orchestra di Amburgo. In questo periodo conobbe tre
importanti compositori del suo tempo: Johann Mattheson, Reinhard Keizer e Christoph
Graupner.
La carriera di Handel fu per molto tempo dominata dall’Opera anche se per alcuni secoli è stato
conosciuto soprattutto per i suoi oratori e le sue opere strumentali. George Frideric Handel ha
forgiato un linguaggio musicale personale prendendo tradizioni italiane e aggiungendo elementi di
contrappunto e di danza da forme musicali tedesche e francesi. Il risultato è stato uno stile
unicamente cosmopolita e personalissimo.
Nel 1705 Handel pubblicò le sue prime due opere: Almira e Nero o Die durch Blut und Mord
erlangte Liebe a cui fecero seguito Daphne e Florindo nel 1708.
In questi anni Handel incontra anche un altro importante musicista: Georg Philipp Telemann, di
qualche anno più grande di lui, che studiava allora a Lipsia e tra i due musicisti si formerà
un’amicizia che durerà per moltissimi anni.
Nel 1706 George Frideric Handel arrivò in Italia, che allora era il paese musicalmente più
significativo dell’Europa. Lavorò prima a Firenze e in seguito a Roma, dove mostrò le sue
impressionanti abilità compositive con il Dixit Dominus. Sempre nel suo soggiorno italiano
compose l’oratorio La Resurrezione, e si dice che approfondì la conoscenza della musica
studiando i concerti di Arcangelo Corelli. Visitò Napoli e poi Venezia, dove segnò il suo più grande
successo del periodo italiano con l’opera Agrippina. Conobbe Alessandro Marcello, Bernardo
Pasquini e Domenico Scarlatti.
Nel 1709, Handel divenne maestro di cappella ad Hannover. Nel 1712 si stabilì permanentemente
in Inghilterra, dove riceveva un reddito annuo di 200 Sterline dalla Regina Anna che voleva che il
musicista rimanesse a corte. In questo periodo rappresentò l’Utrecht Te Deum e Utrecht Jubilate.
Nel 1717, Handel ha gettato le basi per le sue future composizioni corali diventando compositore
di casa a Cannons nel Middlesex.
Nel 1719, il Duca di Chandos diventò uno dei maggiori sostenitori della Royal Academy of Music,
che era la nuova società d’opera di Handel, ma purtroppo, i tempi non erano maturi per lui che
dovette affrontare una grave perdita finanziaria.
Handel ha scritto 42 opere, 29 oratori, più di 120 cantate, trii e duetti, numerose arie, musica da
camera, un gran numero di pezzi ecumenici, odi e serenate, e 16 concerti d’organo.
A fine 1741 a Handel si presentò l’occasione di partire per Dublino, dove il viceré dell’Irlanda lo
chiamò a dirigere dei concerti di beneficenza, e, “con l’obbiettivo di offrire a quella generosa
nazione qualcosa nuovo”, Handel portò con se la partitura di un nuovo oratorio composto in soli
24 giorni, il Messiah che divenne sicuramente la sua opera più famosa. Il Messiahcon il suo
coro Hallelujah, è tra le opere più popolari della musica corale ed è diventato il fulcro della
stagione natalizia. Nell’articolo: Handel: il Messia testo completo dell’Oratorio, puoi leggernee il
testo integrale.
Il successo del Messiah non fermò certo la produttività compositiva di Handelche negli anni
successivi scrisse gli oratori: Samson, Joshua, Solomon, Thedora e Jephtha del 1752.
Tra i pezzi più famosi della sua collezione ricordiamo The Water Music, The Royal
Fireworks e i Coronation anthem.
Nato nel 1567 a Cremona. Lui studiò organo, contrappunto e viola. A 20 anni pubblica la prima
raccolta di madrigali a 5 voci.
Armonia VS Orazioni si parla del rapporto tra parola e suono. Monteverdi definisce il suo
detrattore Artusi un teorico di pratica, ossia di vecchia maniera e definisce se stesso un compositore
di seconda pratica (stile nuovo).
Primo postulato l’armonia non è più comandante ma comandata dall’espressione del testo
poetico
Secondo postulato la poesia non è più serva ma padrona della musica.
CRISI DEL MELODRAMMA ITALIANO TRA 600 E 700 E LO SVILUPPO DELL’OPERA A ROMA E
VENEZIA.
Aneddoto di Bach nel 1737 Bach aveva scritto tutti i suoi capolavori e sfogliando una rivista vide
che egli veniva definito come “musicante” e il suo stile veniva definito troppo complesso. Egli
rispose con il silenzio, pochissimi lo difesero. Uno di questi fu il professore Birnbaum che rispose
“Musicante, no, ma compositore e musicista presso la corte di Weimar e maestro di cappella…”.
Questo articolo è sintomatico di un cambiamento estetico musicale, che fa percepire lo stile del
contrappunto imitato come uno stile superato.
Come comporrà la generazione successiva al grande genio?
Essi adotteranno uno stile che porta nella direzione dell’età classica.
Nella camerata fiorentina c’era un romano (Emilio de Cavalieri). Molto presto Firenze lascia lo
scettro a roma nell’evoluzione del melodramma. Roma vive i fasti grazie alla promozione dell’arte
della famiglia Barberini.
Le novità sul piano stilistico del melodramma diffusosi a Roma sono:
Il fascio scenico
Nella musica si punta a stupire, rispetto al rigoroso recitar cantando dei fiorentini si
contrappone il canto virtuosistico dell’opera romana.
Scelta dei soggetti dei libretti accanto al mito che veniva usato nel melodramma
fiorentino a Roma si usava: ageografia cristiana (Sant’Alessio), epos cavalleresco e paesaggi
fantastici.
Siamo ormai molto lontano dal dictat estetico del bel canto e del be canto barocco e di
macchine.
Gli artefici dell’arcadia Romana regirono contro gli orpelli della poesia barocca, ma non solo,
anche nella musica.
I protagonisti di questa arcadia furono:
Giovane Hendel
Arcangelo Corelli
Bernardo Pasquini
Si prepara il terreno allo stile classico o preclassico. Nell’ambito del melodramma la situazione è
caratterizzata da un aspetto paradossale.
Da un lato un successo di pubblico che non conosce confini, dall’altro nonostante questo successo
di pubblico è l’epoca dell’opera cosiddetta panitaliana (l’opera italiana che in tutta Europa fa
valere la sua egemonia stilistica). Questo porta anche a molte voci critiche che porta alla crisi
dell’opera italiana del ‘700.
I due aspetti che definiscono la crisi dell’opera italiana sono:
Belcanto, con dei virtuosismi vocali (Vivaldi, Grisella)
La magnificenza della scenografia
Le voci critiche si levano dall’Arcadia romana, impegno di poeti e librettisti, il ripristino delle 3
unità aristoteliche.
Accanto al phanplet critico ci sono le operine di carattere parodistico e satirico, che si protra fino
all’800.
Cimarosamaestro di cappella
Donizetti delle convenienze teatrali
La risposta ai problemi sollevvati dagli intellettuali trovarono una risposta con i maestri della
scuola Napoletana.
1. Soggetti mix di 1000 inverosimili
2. La stagione del bel canto, l’aspetto di esasperato tecnicismo locale
3. Ridondanza della scenografia (teatro di macchine barocco)
4. Cesura netta tra aria e recitativo
5. Atrofia di orchestra e coro
Ossia una mancata verosimiglianza scenica.
Con pergolesi si afferma l’opera buffa.
Pergolesi ben che avesse natali marchigiani aveva degli impianti napoletani.
Gli aspetti di assoluta novità sono:
Soggetto ispirato alla quotidianità commediola borghese
Il cast è molto esiguo (Serpina e Uberto)
Il luogo di rappresentazione, teatri minori adatti ad un cast esiguo e per un pubblico
borghese. I primi teatri sorti a Napoli furono: il teatro del fondo, il teatro dei fiorentini, il
teatro di san bartolomeo.
Il pubblico è più popolare e borghese
Il libretto che non ha uno stile aulico, ma in questo caso è Gennaro Antonio Federico.
L’orchestra è di dimensioni minori di soli archi che accompagna i due solisti con grande
verb
Il registro linguistico è di carattere popolaresco.
Gli evirati vengono banditi
I cantanti devono essere ottimi attori
L’opera conobbe un successo postumo nel biennio 52-54 con la querelle des buffons.
L’italiana in Algeri siamo nelle turcherie come in Mozart per il Ratto del Serraglio. Alcuni dei saggi
che avevano sublinato la minaccia dei turchi furono “Le Lettere di Montesquie, Natan il Saggio, Il
Vivano Occidentale-Orientale”. Coloro che avevano ricreato questi ambienti Orientali furono
Mozart, Hayden, Bethoven. Nelle opere di questi autori vengono inseriti degli elementi che
qualificano il quartetto turco (ottavino, piatti, triangolo, cassa).
Questa opera ricrea il mondo turco guardato con il sorriso. L’opera ha un divertissment e la finalità
è ricreativa.
Si comincia con un andante per essere interrotto poco dopo e poi c’è l’assolo dell’oboe, per finire
poi con l’allegro.
È una sinfonia che non ha una identità precisa (Rossini riciclava le sinfonie). Ad esempio nel Barbiere
di Siviglia la sinfonia era riciclata.
INTRODUZIONE
Siamo negli appartamenti del Bay, l’ambiente è esotico e fiabesco. In primo piano appare la moglie
del Sultano (Elvira) che è costernata. La sua ancella la rincuora e la sostiene con consigli saggi. Sullo
sfondo appare il coro di Eunuchi del Serraglio. Appaiono due temi: uno affidato agli archi e uno ai
flauti con un temino pungente.
Ad un certo punto dopo il consiglio dell’ancella si sente l’arrivo del Sultano ed Elvira va in panico,
questo episodio si conclude in pianissimo per esplodere con un forte per l’entrata in scena del
Sultano. In questo passaggio l’accompagnamento è molto esile, ci sono punti coronati che danno
enfasi al pezzo.
Nell’allegro è presente l’ansietà delle due donne e si inserisce anche Haly (capo dei corsari), per poi
passare al Sol+. Con questo Sol+ entra il sultano e tutti personaggi per poi avere l’ingresso del coro
con un crescendo Rossiniano.
Standal parla di Rossini come di follia organizzata. Questo ha lo stile di un concertato (brano che
chiude ogni atto) ma è un quartetto più coro. Anche questo è magistrale per la maestria
contrappuntistica.
L’opera buffa usa un registro linguistico popolaresco.
RECITATIVO è caratterizzato da una vocalità più da recitazione che non da canto aperto. La linea
vocale è caratterizzata da sillabicità. Qui l’orchestra è evanescente.
Il Sultano vuole sbarazzarsi della moglie dandola in sposa a Lindoro e farli ritornare a Livorno. Con
questo recitativo ha inizio l’intrigo in cui l’azione si complica. In primo piano abbiamo la cavatina di
Lindoro.
CAVATINA Lindoro è un tenore che predilige la regione medio acustica, ossia il contralto. Il Mi
bemolle ha un colore particolare, ossia del sublime. Qui viene scelta questa tonalità infatti è
parodiato. Qui il corno ha la funzione di parodia ossia di canzonatura di Lindoro, mentre nel
Romanticismo aveva tutt’altra funzione.
Questa è un’aria bipartita (andante e allegro). All’inizio c’è il momento della malinconia per poi
passare ad un allegro (parte della cabalette, ossia della decisione presa). La parte centrale della
cabaletta è caratterizzata dal corno.
RECITATIVO TRA MUSTAFÀ E LINDORO Mustafà ha sempre il suo stile lapidario. Con il recitativo di
Mustafà e Haly si da inizio al recitativo dell’imbroglio. Sentiamo che Lindoro è smarrito. Il Bayley
non è il sovrano assoluto, ma era uno degli ufficiali al soldo del pasha.
DUETTO è una tipica pagina dello stile dell’opera buffa, lui la seppe portare al culmine. Ha uno stile
parlato quasi uno scioglilingua. Affianca due tipi contrastanti: Mustafà (basso nobile) e Lindoro
(tenore contraltista). Il sovrano vuole sbarazzarsi di Elvira e darla in sposa a Lindoro e propiziare il
loro ritorno a Livorno. In questo passo Lindoro non sa cosa dire.
Anche nella Cavatina c’è lo sguardo ironico ed è la farsa di quelle che erano le convenzioni teatrali
e vocali dell’epoca.
Tenore contraltino tenore che domina il registro medio acuto quasi lambendo il registro di un
contralto. Da Mozart si assegna ad ogni tonalità un carattere specifico, dunque il Mi bemolle non è
casuale.
Sentiamo i due personaggi in contrapposizione e lo stile di questo duetto è quello parlante infatti
non ci sono virtuosismi e gorgheggi.
SPIAGGIA DI MARE: è un episodio molto misterioso, siamo ad Algeri e si palesa un naufragio. Subito
accorrono i corsari che salgono sulla nave. Dominano le dinamiche di piano e mezzo forte e poi inizia
la cavatina di Isabella (fidanzata di Lindoro).
Qui è messa in burla Isabella con i suoi capricci vocali. L’incipit è nello stile serio dell’opera seria
napoletana e il registro linguistico è alto, anche se subito dopo si cambia registro.
Successivamente c’è un allegro che inizia con il Coro dei soldati e subito Isabella sfodera il suo
carattere. La cavatina di Isabella si compone di diversi episodi ed è scolpita sull’evoluzione
psicologica del personaggio di Isabella. Qui c’è una somiglianza tra Rosina (‘Barbiere di Siviglia) ed
Isabella.
Il recitativo è una forma aperta, non è versificato e si limita al sostegno armonico di un cembalo o
da lunghi pedali di violoncelli e contrabbassi. Se ariosi e arie hanno un carattere statico (bloccano
l’azione) il recitativo è dinamico ma è più povero sotto l’aspetto musicale e si limitano alla semplice
declamazione del testo. In questo recitativo alcuni corsari scoprono Taddeo, conoscente di Isabella
che la ha accompagnato per mari. Anche Taddeo è un basso ma non è nobile come quello di
Mustafà.
Haly si informa subito sulla nazionalità di tutti e due.
Nel recitativo successivo che si svolge tra Taddeo e Isabella espone tutti i suoi dubbi e mostra anche
una gelosia nei confronti della ragazza. Questo duetto è sapido per la delineazione dei caratteri di
Taddeo e Isabella.
Dopo il recitativo tra Elvira e Zulma si passa all’atto finale del primo atto.
CONCERTATO: nel concertato di fine atto le voci sono trattate come degli strumenti musicali, infatti
non bisogna capire tutte le parole. Tutte le voci del cast vocale sono nella scena e tutti i personaggi
seguono il filo del proprio discorso, l’ascoltatore sente il mix di tutte le voci ma non riesce a capire
le singole parole.
MELODRAMMA:
- doppia etimologia da melos e dramma, duplice elemento musicale e letterario.
- Forme prodromiche
- dramma liturgico
- sacre rappresentazioni
-carnasciale del ‘400 fiorentino
- Leonardo DaVinci
- 1589, gli intermedi musicali
RATTO DAL SERRAGLIO fu composta da Mozart durante il periodo viennese. È presente il quartetto
turco (ottavino, triangolo, piatti, grancassa) che vuole ricreare la banda dei Giannizzeri (banda del
sultano di Costantinopoli).
I tratti essenziali che possiamo ritrovare in questa e in altre composizioni sono:
- l’andamento agogico (marcia che ricrea la marcia militare della banda dei giannizzeri)
- semplicità nell’uso dell’armonia (andamenti che procedono per semitono cromatico)
- contrapposizione tra pianissimi e fortissimi
- le cellule tematiche sono ispirate al folclore dell’oriente
Questa overture ha una forma atriadica. Tutte questi tratti hanno come obiettivo di creare il sorriso.
Mozart adotta lo stile fugato (stile antico e rigoroso) ed aggiunge un carattere straniante.