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Magnificat -

Et Misericordia
FORMAZIONE CORALE 1

Riccardo Lentini
ISSM PUCCINI GALLARATE | A.S. 2020/2021
Riccardo Lentini Magnificat – Et Misericordia Formazione Corale 1

CENNI STORICI

Il periodo Barocco ebbe inizio all’inizio del 1600 (XVII secolo) a Roma in opposizione al periodo

precedente denominato Rinascimento. Lo stile Barocco non riguardava solo l’arte, come

normalmente si può pensare, ma colpì anche il mondo religioso, politico, filosofico e architettonico.

Gli studiosi neoclassici, alla fine del 1700 (XVIII secolo) diedero vita al termine “Barocco” con

accezione negativa in quanto quel tipo di stile venne dichiarato bizzarro e di cattivo gusto.

L’etimologia del termine proviene da due lingue: dal portoghese “Barocco”, che indica una figura

sferica irregolare, e dal latino “Baroco” il quale indica un ragionamento contorto e di dubbio gusto.

Questo periodo storico fu caratterizzato da scoperte in campo astronomico in quanto si passò da

una visione geocentrica, predicata da Tolomeo, a una visione eliocentrica di Galileo; ciò causò un

dissidio interiore verso il genere umano, il quale decise di colmare il vuoto di non essere al centro

dell’universo, dedicandosi al lusso e all’utilizzo di materiali preziosi provenienti da tutto il mondo.

La chiesa introdusse l’uso di imponenti colonne per le proprie chiese, l’uso dello stucco dorato e di

marmi pregiati, gli aristocratici decorarono le proprie abitazioni con imponenti statue, vasi di

inestimabile valore per non parlare dell’utilizzo dell’oro per le cornici dei quadri. In questo periodo

nacquero e prime accademie, le quali diedero vita a comunità scientifiche, grazie alla presenza di

Galileo Galilei, e anche a gruppi di filosofi che iniziarono a farsi domande sull’uomo e sulla sua

esistenza non più al centro dell’universo. L’obiettivo del Barocco era suscitare e conquistare con la

forza l’attenzione del pubblico, il quale veniva trascinato da tanto lusso e tanta bellezza.

La situazione politica di questo periodo non fu del tutto favorevole per la nostra nazione, la quale

era sottomessa dalle grandi forze militari, politiche e culturali rappresentate dalla Spagna e dalla

Francia. Queste nazioni erano talmente forti che rischiavano di conquistare i territori della chiesa,

la quale decise di stringere un accordo che permetteva a quest’ultima di avere ancora potere sui

propri territori. La situazione si ribaltò dopo la Guerra dei trent’anni (1618-1648) che si concluse con

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la pace di Vestfalia che diede inizio a un declino inarrestabile dell’impero spagnolo. Così l’Italia e la

Francia rimasero all’avanguardia nell’arte, nella politica e nella letteratura.

ANTONIO VIVALDI – Biografia

Antonio Vivaldi nacque a Venezia il 4 aprile del 1678.

Fu un esponente della musica barocca insieme a

Johann Sebastian Bach e Giuseppe Torelli. Il suo lavoro

di compositore lo portò a scrivere pagine veramente

importanti per la storia della musica, in maniera

particolare, essendo violinista, scrisse molti concerti,

sonate e composizioni per violino solo o solista

accompagnato da orchestra. Come composizione

massima conosciamo i quattro concerti per violino,

conosciuti da tutto il mondo come “Le quattro stagioni”. Vivaldi iniziò a studiare violino sin da

giovanissimo, forse prendendo lezioni dal padre, e dimostrò subito di avere grande talento tanto da

essere ammesso alla Cappella di San Marco. Alcuni studiosi affermano che Vivaldi ha preso lezioni

dal M. Giovanni Legrenzi e ciò non è stato smentito da nessuna fonte. Questa affermazione è assai

dubbia se si pensa che il M. Legrenzi morì quando Vivaldi aveva solo 12 anni. Nel 1703 fu ordinato

sacerdote, incarica di alto spessore sociale all’epoca, ma fu esonerato del servizio sacerdotale a

causa di alcune malattie di cui soffriva, così poté dedicarsi completamente allo studio del violino e

della musica. Il soprannome “Prete Rosso” gli è stato assegnato a causa dell’esonero del servizio

sacerdotale. Dal 1703 fino all’anno prima della sua morte, seppur con periodi sabbatici, si dedicò al

lavoro di insegnate di violino e compositore presso l’Ospedale della Pietà a Venezia, il quale gli

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commissionò alcuni concerti, cantate e brani di musica sacra. L’ospedale era un orfanotrofio

femminile che aveva come attività lo studio di strumenti e di lezioni di coro. Lavorò anche per grandi

nobili e principi di tutta Europa, i quali decisero di pubblicare alcune sue composizioni. Pur lavorando

molto e avendo uno stipendio considerevole, Vivaldi non godette di molta fama e il 28 luglio del

1741 morì in povertà. La sua figura di musicista sarà riscattata dagli studiosi del XX secolo che

riuscirono a restituirgli notorietà in tutto il mondo. Fu un grande musicista per la sua epoca e lo

stesso sommo artista del barocco, Johann Sebastian Bach, trascrisse 10 concerti vivaldiani in quanto

ammirava l’uso della forma a ritornello (il periodo iniziale costituisce un ritornello composto da più

elementi che possono poi essere riproposti, separatamente o insieme) e l’uso di intervalli superiori

all’ottava. Secondo Michael Talbot, la produzione vivaldiana può essere divisa in due grandi gruppi:

uno per le opere a stampo liturgico e l’altro per le opere su testi non liturgici. Del primo gruppo fa

parte il “Magnificat” che fu scritto in quattro versioni diverse per organico e, in ultima trascrizione,

anche per numero e tipo di canti liturgici.

“MAGNIFICAT” nella storia musicale

Il testo in latino del “Magnificat” è tratto dal Vangelo di Luca dove viene narrata l’annunciazione

dell’Angelo a Maria (festività del 15 agosto). Originariamente aveva un carattere antifonale in

quanto vi era l’alternarsi dei canti dei versetti fra due semicori posti uno di fronte all’altro nelle

tipiche strutture semicircolari delle cantorie dietro l’altare. Nei secoli precedenti a Vivaldi, il

“Magnificat” polifonico alternava i versetti pari musicali con i versetti dispari che venivano eseguiti

in canto gregoriano. I compositori dovevano scegliere uno degli otto modi gregoriani su cui fondare

la propria composizione in modo tale da unire perfettamente, sul piano dell’intonazione, ogni

versetto musicato al successivo versetto eseguito in canto gregoriano. Solo dal XVIII secolo in poi

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l’esecuzione per via del canto gregoriano venne abbandonata per lasciare spazio a versioni per solo

coro, coro e organo, coro e orchestra, per soli, coro e orchestra. Il “Magnificat” ha stimolato le menti

di compositori di ogni epoca; basti pensare a Giovanni Pierluigi da Palestrina, Claudio Monteverdi,

Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart fino ai più recenti Goffredo Petrassi e Krzysztof

Penderecki il quale è scomparso l’anno scorso dopo una lunga malattia. Il cardinale Gianfranco

Ravasi fece un’intervista al “Il Sole 24 Ore” nell’agosto del 2019 dove parlò del “Magnificat”. Egli

raccontava la storia di Paul Claudel che, a Natale del 1886, entrò a Notre Dame e venne incantato

all’ascolto del Magnificat tanto è vero che anni dopo lo stesso Claudel confessò che quel giorno

credette “con una tale forza di adesione, con una tale elevazione di tutto il mio essere, con una

convinzione così forte, con una tale certezza, con una tale assenza di dubbi” che nulla poté scuotere

la sua fede. Continuando nell’intervista il Cardinale spiegò che il “Magnificat” è l’inno che Maria

cantò in visita ad Elisabetta quando era incinta di Gesù secondo il Vangelo di Luca. Con questo canto

Maria apprende completamente il suo destino e il genere umano, personificato dal coro, iniziano a

credere in Dio. I verbi chiave utilizzati furono: “Ha spiegato la potenza

del suo braccio, / ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, /

ha rovesciato i potenti dai troni, / ha innalzato gli umili, / ha ricolmato

di beni gli affamati, / ha rimandato i ricchi a mani vuote, / ha soccorso

Israele suo servo”. I principi fondamentali che vengono espressi in

questo tipo di canto liturgico sono che “gli ultimi saranno i primi” e

che “chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. In

conclusione, il Cardinale elenca le maggiori composizioni di

“Magnificat” dei maggiori compositori di ogni epoca, tra cui Vivaldi; cito testualmente: “Chi ama la

musica alta dovrà, inoltre, avere nella sua raccolta almeno uno dei Magnificat di Vivaldi (RV 610 e

RV 611) […]”.

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“MAGNIFICAT” di Antonio Vivaldi

Il “Magnificat” di Antonio Vivaldi venne scritto in quattro diverse versioni come da schema

seguente:

Codice di Anno di Organico Informazioni


riferimento Composizione
Questa versione era destinata
Non vi è una Due soprani, all’organico dell’Ospedale della Pietà. E’
RV 610 datazione certa contralto, tenore, prevalentemente corale ad eccezione di
coro e archi due duetti e un terzetto.

A differenza della versione precedente


Due soprani, troviamo due oboi e l’eliminazione di un
RV 610a 1720 contralto, coro, duetto che lascia il posto a un nuovo
due oboi e archi terzetto.

Due soprani, Questa versione viene considerata


RV 610b Non vi è una contralto, tenore, definitiva in quanto è la più varia e la più
datazione certa basso, coro e archi brillante.

Soli (tre sp., due Questa versione riprende parte della


RV 611 1739 cta.), coro, archi e musica precedente aggiungendo cinque
basso continuo arie virtuosistiche.

La versione che ho diretto nel video in allegato alla tesina è una orchestrazione per coro e archi

composti da tre sezioni di violini, viole e basso continuo del brano “Et Misericordia” preso dalla

versione RV 610 in sol-.

“Et Misericordia”

Quello che andrò ad analizzare è il terzo brano che Vivaldi presenta nel suo “Magnificat”. Di seguito

la traduzione del testo utilizzato nel brano:

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Testo originale Traduzione

“Et misericordia eius a progenie in progenies Di generazione in generazione la


timentibus eum.” sua misericordia si stende su quelli che lo
temono.

In tonalità di Do- il brano inizia con un “Andante molto” dedicato all’introduzione dell’orchestra

(usando lo spartito con il coro e l’orchestra ridotta al pianoforte presento questo esempio in figura

1 di seguito).

Figura 1

Lo spartito ha come armatura di chiave due bemolli in quanto l’intero “Magnificat” è in tonalità di

sol-, questo brano in tonalità di do- presenta l’alterazione bemolle alla nota “la” non nell’armatura

di chiave ma ad ogni battuta.

I contralti sono i primi, insieme ai bassi che entrano due quarti dopo, a presentare il tema. Infatti, il

tema non viene mai presentato in modo omoritmico da tutte le voci, come si può vedere a Figura 2

(in colore rosso sono evidenziati gli ingressi delle voci).

Figura 2

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L’unica frase presentata in modo omoritmico è “a progenie in progenies” per due volte (figura 3a e

3b, figura 4).

Figura 3a Figura 3b

Figura 4 (in verde viene evidenziata la ripresa del tema principale

affidata alla voce dei tenori).

In conclusione, troviamo una cadenza ampiamente utilizzata nelle composizioni barocche,

soprattutto da Johann Sebastian Bach per le sue invenzioni: La cadenza Piccarda. Questa cadenza

viene utilizzata alla fine di un brano che è stato composto in tonalità minore; al posto di concludere

con l’accordo di tonica in tonalità minore, quindi con la presenza di un intervallo di terza minore, si

conclude con l’accordo di tonica ma con l’intervallo di terza maggiore quindi, in questo caso, il brano

che è stato scritto in tonalità di do- conclude con un accordo di Do+.

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SITOGRAFIA:

https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-vivaldi_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/

www.flaminioonline.it/Biografie/Vivaldi-biografia.html

https://treccani.it/enciclopedia/magnificat_%28Enciclopedia-Italiana%29/

https://www.preghierecristiane.it/preghiere-cristiane/magnificat-preghiera/

https://www.flaminioonline.it/Guide/Vivaldi/Vivaldi-Magnificat611.html

https://imslp.org/wiki/Magnificat,_RV_610_(Vivaldi,_Antonio)

https://www.italianopera.org/Musica/Barocco.html

BIBLIOGRAFIA:

C. Bolzan, “Guida alla musica sacra”, Zecchini Editore

M. F. Bukofzer, “La musica barocca”, Rusconi Editore

M. Carrozzo & C. Cimagalli, “Storia della musica occidentale”, Armando Editore

P. Caraba & C. Pedini, “Le forme della musica”, Sinfonica Editore

LINK UTILI:

https://www.youtube.com/watch?v=Pl0zRGMogQQ (link video per la registrazione)

https://drive.google.com/file/d/1p1ZGCft-oICy-q0SN0XIUDdhezsDMj8h/view?usp=sharing (video

della direzione)

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