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Breve Introduzione all’opera
Il quartetto n.10 in Mi bemolle maggiore, composto nel 1809, viene collocato nel periodo
maturo dello stile compositivo di Beethoven, pochi mesi dopo la prima esecuzione della
quinta sinfonia, con la quale il presto finale condivide vari elementi tematici. Le
caratteristiche della “nuova via” sancita dal compositore nel 1803 sono riscontrabili anche
nel quartetto in analisi, come le libertà formali rispetto alla rigida struttura della forma
sonata classica e l’elaborazione continua di semplici idee musicali, come ad esempio il tema
in pizzicato, per deludere o confermare le aspettative dell’ascoltatore. Nel quartetto n.10
ritroviamo, specialmente nella coda finale del primo tempo, accenni ad elementi tipici
dell’ultima fase dello stile beethoveniano come il trattamento contrappuntistico-imitativo
del materiale tematico, caratteristica che negli ultimi quartetti verrà portata all'estreme
conseguenze ad esempio nella Grosse fugue o nell’opera 132. L’editore, come tante altre
opere del compositore di Bonn, aggiunse al quartetto il titolo “L’Arpa” per il particolare
tema in pizzicato del primo movimento che ne ricorda appunto il timbro.
Il primo movimento è nella classica forma sonata con un introduzione, come anche nel
quartetto precedente op.59 n.3. La novità principale rispetto alla tradizione, è la natura e
l’utilizzo del materiale tematico del primo gruppo, essendo la base sia dello sviluppo che
della straordinaria coda finale. Più che sulla dialettica binaria tra temi di carattere
contrapposto della sonata classica, il primo tempo si basa su procedimenti di combinazione
di cellule motiviche elementari derivanti dalla scomposizione di segmenti tematici più ampi.
Il discorso musicale svolto da Beethoven nel primo movimento del quartetto punta assai più
sulla propulsione ritmica che sullo sviluppo di linee melodiche espanse, essendo il materiale
principale racchiuso tutto nel primo tema. Il secondo tema non viene poi ripreso nel corso
del primo tempo, sviluppando unicamente i due frammenti iniziali.
Volendo segmentare il primo tempo, possiamo schematizzare con una tabella la struttura
generale.
Misure
Introduzione (poco adagio) 1–24
Esposizione 25–77
• Primo gruppo tematico 25–40
• Ponte modulante 40-52
• Secondo gruppo tematico 52–69
• Codette 70-77
Sviluppo 78–139
• Primo episodio 78-108
• Transizione 109-124
• Secondo episodio 125-139
Ripresa 140–205
Coda 206–262
Introduzione
ESPOSIZIONE
L'allegro si apre con l'esposizione del primo gruppo tematico alla tonalità d'impianto, nel
quale sono contenuti i due temi fondamentali, gli unici ad essere ripresi nello sviluppo e
nella coda, il tema di carattere legato e lirico, che chiameremo tema A, e il tema in pizzicato
a bb. 35-38 (tema b). Il primo tema (A) è formato da due parti principali: la testa, in ritmo
dattilico e con le ultime due semiminime che, dopo un salto di sesta minore discendente,
scendono di grado, e la coda in ritmo puntato, usata nella transizione dello sviluppo, con le
ultime quattro crome discendenti usate nella ripresa, o con una appoggiatura ascendente. Il
tema A viene prima esposto al violino (bb.27-31), con un pedale di tonica al violoncello e
un accompagnamento di crome al secondo violino e di minime alla viola, poi, dopo una
cadenza perfetta composta (II-V-I), Beethoven usa il tema alla viola (bb.31-35), con il
primo violino che ripropone il frammento dattilico (due crome e una semiminima) del primo
tema. Dopo una cadenza composta, viene esposto il tema B (bb.35-39), formato da due note
pizzicate a distanza di terza, alternate fra violoncello e viola con una accompagnamento di
crome ribattute ai due violini. A livello armonico sono presenti una cadenza d'inganno e una
composta che precedono lo scambio delle parti alle bb.38-42, con il tema B ai violini e i
ribattuti al violoncello e alla viola. A livello fraseologico il primo gruppo tematico è
estremamente lineare con 4 frasi da 4 battute (quadratura). A mis.43 inizia il ponte
modulante in Sib maggiore, il quale comincia con un accordo di dominante in forte e
staccato, preceduto dal IV grado con il sesto grado abbassato preso cromaticamente dal
violoncello (sol-solb-fa), che,invece di risolvere sul Sib, rimane sulla dominante, formando
così una cadenza sospesa. Subito dopo il compositore usa il VII di Sib, anticipando la
settimana diminuita alla viola, che diventa, innalzando cromaticamente i due violini e
abbassando il violoncello e la viola, il VII diminuito della dominante, il quale risolve
nuovamente sul V grado. A bb.45-47 vengono ripetute le battute precedenti ma
raddoppiando il ritmo armonico della settimana diminuite (da minime a semibrevi),
rendendo quindi la frase dispari (5) diversamente dalla quadratura generale del brano. In
seguito sono presenti varie cadenze composte e perfette che portano al secondo gruppo
tematico alla dominante (sib) a mis.52., con una tonicizazzione del secondo grado a mis.50.
Le uniche idee notevoli sono l'imitazione alla terza del secondo violino del cromatismo
della viola e a b.50 l'imitazione variata al violoncello del primo violino.
Il secondo tema è formato da una semiminima legata a due quartine si semicrome, una
discendente e l'altra ascendente, o viceversa (inversione). Da mis.52 a mis.56, i vari
strumenti, iniziando dalla viola, espongono il secondo tema e anche la sua inversione,
rimanendo sempre sulla nuova tonica (Sib), fino a b.56, nella quale sono presenti il tema
invertito al violoncello e una scala ascendente in una tessitura particolarmente alta al
violino, che conducono ad una cadenza a mis 57.
In quest'ultima battuta Beethoven usa la dominante della dominante (considerabile anche
come un'appoggiatura dell'accordo successivo) che trasforma nell'accordo di settimana
diminuita sulla sensibile di Sib, facendo salire cromaticamente il primo violino e scendere la
viola e il violoncello, risolvendo in fine sulla tonica a b.58. Dopo la cadenza, viola e
violoncello si scambiano il secondo tema, mentre i violini suonano delle parti libere. A
livello armonico è presente una cadenza composta, preceduta della settimana di dominante
del secondo grado, che risolve normalmente sul Sib. Nella frase seguente (bb.62-65) al
secondo violino e alla viola è presente una scala ascendente, mente al primo violino una
nota lunga, quasi un piccolo pedale di re. Sul piano armonico è interessante l'uso delle
dominanti secondarie a b.63, poiché usa una serie di 3 dominante discendenti (Re-Sol-Do).
Dopo una cadenza composta (II-I in secondo rivolto-V-I), nella frase successiva viene
ripetuto lo stesso schema ma scambiando le parti all'interno del quartetto. La cadenza
perfetta a mis 69 porta alla codette finali, nelle quali tutto in quartetto suona
omo-ritmicamente, girando intorno alla sensibile e alla dominante di Sib. Dopo gli sforzati,
il compositore, come da prassi, cambia dinamica e fa scendere di tessitura i violini, mente
alla viola c'è un pedale di dominante. Nelle ultime 4 battute delle esposizione tutto il
quartetto suona l'accordo di dominante della tonalità d'impianto mentre rallenta il ritmo
armonico, per segnare la fine dell'esposizione e collegarla al primo tema iniziale.
SVILUPPO
Lo sviluppo si apre con l'accordo iniziale del primo gruppo tematico ma alla mediante
Maggiore, ovvero Sol maggiore, che diventerà la dominante di Do minore. Alla viola è
presente lo stesso accompagnamento dell’esposizione mentre al secondo violino è presente
la testa del Tema A. Il primo violino entra in stretto, ovvero prima della fine del tema del
secondo violino, in do minore creando così una modulazione improvvisa e un cambio di
modo. Dopo questa tonicizzazione di Do minore, il violoncello ripropone
l’accompagnamento delle viola nella stessa tonalità mentre inizia una modulazione in fa
maggiore, con il violoncello che definisce la settimana diminuita sulla sensibile della nuova
tonalità, la viola ripropone l'accompagnamento del primo tema, mentre ai due violini è
presente uno stretto ad "incastro" della testa del tema, ossia si sovrappongono (il primo
violino entra sul terzo quarto del tema) . Per creare tensione l'accordo dissonante rimane
sospeso a mis.86, inserendo subito il frammento dattilico del tema A che viene alternato fra
viola e violoncello (insieme) e i violini. A mis. 88 inizia il climax che culmina col
fortissimo a m.92. Il frammento dattilico ai violini diventa una scala ascendente, alla viola è
presente un pedale di dominante, mentre il violoncello in un registro molto alto, quasi quello
della viola, entra con il tema A completo. La modulazione viene affermata chiaramente solo
a mis.90 (dopo 8 battute). Mentre il secondo violino completa la scala ascendente, il primo
violino entra con il tema A completo, con il secondo violino e la viola che accompagnano e
il violoncello che disegna una linea di basso per semiminime.
A livello armonico c'è una cadenza composta col IV grado in fa maggiore e da mis.94 inizia
una modulazione in do maggiore con prima una cadenza d'inganno e poi una cadenza
composta col secondo grado che afferma la nuova tonalità a b.96.
Da questo punto inizia una transizione che collega questo episodio basato sul tema A con il
secondo episodio sul tema B.
In questa sezione il primo violino e il violoncello dialogano fra di loro mentre il secondo
violino e la viola accompagnano con delle note ribattute. A mis 96 mentre il violoncello
ripropone la coda del tema A, il violino entra con una scala discendente per terzine, che crea
contrasto con il ritmo puntato. A battuta 100 viene riproposto lo stesso schema ma a parti
invertite. Dalla frase successiva, dopo una cadenza perfetta sempre in do maggiore, il primo
violino e al violoncello procedono omoritmicamente con la coda del tema, compiendo a
livello armonico delle cadenze V-I e una dominante secondaria del quarto grado a mis.107.
Da mis.109 violino e violoncello si alternano con delle ottave discendenti in ritmo puntato
fino a mis.124. Dopo 4 battute si ritorna alla tonalità d'impianto e, dopo una cadenza
composta e un paio di cadenze V-I, c'è una modulazione alla dominante, tramite una
cadenza perfetta. Il secondo episodio è formato da un bicordo che dura per tutta la frase (4
battute) al primo violino e il tema b pizzicato come una scala ascendente partendo dal
violoncello fino al secondo violino. Ad ogni frase viene variato il ritmo del tema B, prima
per semiminime, poi per terzine e infine per crome. Da b.137 inizia la cadenza finale che
conclude lo sviluppo e lo collega alla ripresa, tornando ovviamente alla tonalità d'impianto.
A livello fraseologico nello sviluppo prevale la quadratura, tranne alcune frasi da 6 battute
(bb.78-38; 96-102; 102-108). Nel secondo episodio ci sono frasi da 4 battute che si
sovrappongono per creare tensione, oppure posso essere anche considerate anche un frase da
4 battute e due da sei(bb.129-136).
RIPRESA
Nella ripresa del primo gruppo tematico c'è uno scambio di parti fra viola e violoncello, il
quale risponde al tema del violino, mentre alla viola c'è il pedale di tonica. A battuta 148
Beethoven cambia rispetto all'esposizione, aggiungendo delle cadenze V-I e ripetendo 3
volte il finale del Tema A al violoncello e due al violino (quattro crome staccate
discendenti). A mis 153 viene modificata l'armonia del tema B, utilizzando la dominante del
secondo grado e una cadenza composta. Il ponte modulante (bb.157-178) viene cambiato
rispetto all'esposizione, ampliando la sezione del tema pizzicato (bb.157-168). La prima
volta viene riproposta in sol minore (bb.157-160), la seconda volta in Do minore, una quinta
sotto, con la stessa armonia. Il tema pizzicato viene scambiato fra le parti ogni frase (dal
violoncello e la viola ai due violini). A battuta 165 c'è una cadenza composta in fa minore
per poi arrivare sulla dominante della tonalità d'impianto (Sib) tramite la dominante del IV
grado (accordo comune) e una cadenza perfetta. Da mis.169 viene ripreso lo stesso schema
dell'esposizione ma alla dominante, riproponendo poi le stesse cadenze alla tonica,
eliminando però le imitazioni prima del secondo tema nell'esposizione. Il secondo tema
della ripresa, come da prassi, è nella tonalità d'impianto, e il tema viene disposto in maniera
leggermente diversa rispetto all’esposizione. Dopo la cadenza a mis.183, la seconda frase
del secondo tema, al violoncello e alla viola, come nell'esposizione, viene alternato il tema,
mentre il secondo violino entra a canone con il primo violino, imitandolo all’unisono ad una
semiminima di distanza, inserendo così un piccolo episodio contrappuntistico assente
nell’esposizione. La rimanente parte del secondo tema, compreso le codette, (bb.187-203) è
sostanzialmente uguale all’esposizione, ma alla tonalità d’impianto e con distribuzione del
materiale leggermente diversa.
CODA