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A R M O N I Z Z A Z I O N I A 3 V O C I
Nel capitolo precedente abbiamo visto come, nell’armonizzare una linea melodica data SCRIVENDO A 2 VOCI
con una seconda voce, si finisca per rassegnarci all’idea che le nostre due “povere” voci non SERVE IN GENERE
IL SUPPORTO DELLA
bastano da sole a far comprendere all’ascoltatore la progressione armonica del brano: avre- SEZIONE RITMICA
mo infatti bisogno il più delle volte di una sezione ritmica che suoni le armonie.
Solo in alcuni casi particolarmente fortunati, come ad esempio brani armonicamente
semplicissimi costruiti con melodie che passano per tutte note importanti degli accordi,
potrebbe essere possibile dare una qualche idea anche se vaga del giro armonico, aggiun-
gendo delle seconde voci scritte con grande attenzione.
Nel prossimo volume, che tratterà delle densità superiori a 3, vedrai invece che armoniz- ARMONIZZAZIONI CON PIÙ
zando un tema dato con altre 3 o più voci, avremo quasi sempre la possibilità (facendo delle DI 3 VOCI INVECE
scelte oculate) di far capire all’ascoltatore la progressione armonica del brano (sempre che SONO DI NORMA
AUTOSUFFICIENTI
lo si desideri!) anche senza la collaborazione di una sezione ritmica.
Quando si scrive invece con tre voci solamente (ed è proprio questo il lavoro che tentere-
mo di compiere in questa seconda parte del volume), ci si trova di fronte ad una situazione
intermedia molto difficile da gestire. Tre voci possono infatti anche essere autosufficienti in LA DELICATA SITUAZIONE
qualche raro caso, se per esempio le armonie sono molto semplici, se la melodia data ci INTERMEDIA DELLA
SCRITTURA A 3 VOCI
viene un poco in aiuto, e se scegliamo con grande attenzione le note da far eseguire alle altre
due voci. Ma il più delle volte, invece, la scrittura a tre voci ci costringe alla sfida forse più
faticosa ed interessante che possa capitare ad un arrangiatore, ossia quella di decidere quali
note “salvare” e quali “sacrificare”: impresa questa che diventa ancora più impegnativa SPESSO SI DEVONO FARE
allorché si tratti di rendere il senso di una progressione armonica molto complessa. MOLTI SACRIFICI
Generalmente le note che vengono scelte per rendere più comprensibile possibile la pro-
gressione armonica sono le terze e le settime, oltre alle fondamentali degli accordi, che pos-
siamo omettere con una certa serenità solamente quando ci sia un bassista ad eseguirle per
noi, e questo significa però aggiungere un quarto strumento, e magari anche tutta una
sezione ritmica, proprio quello, insomma, che volevamo evitare!...; ma anche le quinte (che
se giuste possono essere omesse in quanto già presenti nell’aria all’interno dei suoni
armonici prodotti dalle fondamentali) diventano delle note indispensabili per la compren-
sione dell’armonia se presentano delle alterazioni. E cosa dire poi di certe tensioni, magari
alterate, che in determinati accordi particolarmente ricchi diventano così significative che è
davvero un peccato non suonarle?
Ci troviamo dunque di fronte a due differenti strade possibili: armonizzare a 3 voci un
tema dato cercando di rendere alla “meno peggio” le armonie (se il brano lo permette, e
facendo comunque dei grossi “sacrifici” e compromessi per quanto riguarda la scelta delle OPPURE CI DOBBIAMO
note), oppure rassegnarci (come d’altra parte abbiamo già fatto nel caso delle armoniz- RASSEGNARE AD AGGIUNGERE
UNA SEZIONE RITMICA
zazioni a due voci) alla contemporanea, essenziale presenza di una sezione ritmica; o, in
347
Analisi e Arrangiamento
2a parte
1 ) N O T A C O N T R O N O T A
Quello di armonizzare una melodia data con altre due voci costruite con le stesse divi-
sioni ritmiche del tema principale è un espediente assai diffuso. E abbiamo ovviamente a
disposizione differenti tipologie di “voicing”.
E come nel caso delle due voci, possiamo sia utilizzare lo stesso tipo di armonizzazione
per tutto il brano che alternare i vari possibili colori.
Come sicuramente ricorderai, quando per le due voci decidevamo di utilizzare per tutta
l’armonizzazione lo stesso tipo di sonorità, avevamo a disposizione intervalli di media con-
sonanza (terze e seste), oppure consonanze forti (quarte giuste e quinte giuste) o addirittura
dissonanze (tritoni, seconde e settime).
I DIVERSI COLORI Anche per le tre voci, le tipologie di armonizzazione più diffuse possono essere classifi-
A DISPOSIZIONE cate rispetto al loro “livello di consonanza o dissonanza”, livelli che ricordano abbastanza
da vicino quelli appena ricapitolati per le due voci.
Questi “colori” sono infatti:
TRIADI ESTRATTE - le triadi estratte (in genere esclusivamente, o quasi, triadi maggiori e minori), che come
le terze e le seste supportano la melodia in maniera dolce, senza creare particolari problemi
di intonazione e di esecuzione;
DISPOSIZIONI QUARTALI - le disposizioni quartali, che come le armonizzazioni a quarte e quinte giuste, rimandano
ad un suono “jazzistico” anni ‘60, molto caratteristico;
CLUSTERS - le disposizioni con “clusters” (accordi contenenti in genere un “battimento” di secon-
da), che come le armonizzazioni a due voci con 2 e e 7 e sono decisamente “tensive”: inter-
essanti ma “impegnative”, sia per gli esecutori che gli ascoltatori!
348
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
Immagina un brano con un’armonia tutta a semplici triadi e con la melodia basata intera- ALCUNI CASI PARTICOLARI
mente sulle note più “banali e tranquille” degli arpeggi (fondamentale, terza o quinta).
In questo caso, se non abbiamo il bisogno o il desiderio di arricchire armonicamente il
brano, e se non ci sembra il caso di aggiungere altre note oltre a quelle che costituiscono le
triadi espresse dalle sigle, la nostra armonizzazione può ridursi all’applicazione meccanica
di una sorta di legame armonico delle triadi in sigla; dobbiamo solamente aggiungere di
volta in volta sotto le note della melodia le due note dell’arpeggio mancanti.
Ad esempio un frammento come il seguente:
Esempio 16.1
Può diventare:
Esempio 16.2
Ed eccone un altro, molto più nobile, che può adattarsi a questa scrittura molto semplice.
Si tratta dell’inizio del tema del V movimento della Sinfonia n.6 (Pastorale) di
Beethoven!
Esempio 16.3
349
Analisi e Arrangiamento
2a parte
Tranne nella misura 13 dove sul battere canta la settima e avremo l’obbligo di una scelta
(ti metto prima la versione con la triade di Edim, e poi entrambe le altre varianti tra parentesi
nella parte), per tutto il frammento la melodia “saltella” sulle note più “interne” degli arpeg-
gi. Utilizzando di volta in volta solo le triadi espresse dalle sigle, l’armonizzazione pren-
derebbe dunque l’aspetto seguente.
Esempio 16.4
E se invece, come accade il più delle volte, la melodia non è basata solo su note del-
l’arpeggio e/o l’armonia non è solamente a triadi?
Allora si torna in uno di quei casi frequentissimi in cui l’arrangiatore è costretto a fare
delle scelte (anche “dolorose” a volte) per quanto riguarda le altre due note da affiancare
momento per momento al tema principale, selezionando magari queste note tra quelle della
scala suggerita dalla sigla che a suo parere sono più adatte.
Ma, rinunciando a costruire necessariamente un’armonia autosufficiente con le nostre 3
sole voci e decidendo di disporre le note in maniera da ottenere complessivamente (som-
mando alla lead le note create dalle nostre due nuove linee melodiche aggiunte) delle dis-
posizioni a forma di triade, si rientra nell’importantissima tecnica che sto per descrivere,
ovverosia quella delle cosiddette
350
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
#
#
La scala derivata dalla sigla è in questo caso la lidia di DO (DO, RE, MI, FA , SOL, LA,
SI) che genera le triadi seguenti: C, D, Em, F °, G, Am, Bm.
LE TRIADI GENERATE
DA DO LIDIO
Che poi non sono altro che le triadi dell’armonizzazione della scala di SOL maggiore, pen-
sate però a partire dal IV grado.
Tra queste 7 triadi ce ne sono 3 che contengono la nota RE: LE 3 TRIADI CHE
-) il D, in cui è la fondamentale; CONTENGONO
LA NONA (RE)
-) il Bm, in cui è la terza;
-) il G, in cui è la quinta.
Quale sceglieremo tra le tre per l’armonizzazione a cui stiamo lavorando? QUALE SCEGLIERE?
Molto dipende dal nostro gusto personale, ovvero dall’effetto che vogliamo ottenere, e poi ECCO ALCUNE RIFLESSIONI
SULL’ARGOMENTO
da quello che succede prima e dopo...
Ma lasciami fare qualche riflessione che può aiutarci nella scelta.
Le nostre tre triadi hanno in comune la nota al canto che è la nota da armonizzare, ma con-
tengono ovviamente anche altre due note che differenziano tra loro le triadi sia come suono
in sé (si creano infatti ogni volta triadi diverse tra loro come sonorità: maggiore, minore,
aumentata, diminuita), sia come rapporto con l’accordo suonato dal resto del gruppo: le note
della nostra triade estratta possono infatti essere note fondamentali o tensioni, possono essere
perfettamente consonanti rispetto alla sigla o dissonanti.
351
Analisi e Arrangiamento
2a parte
IN GENERE SI PRIVILEGIANO Per quanto riguarda il tipo di triade da preferire, normalmente la scelta ricade sulle più sta-
TRIADI MAGGIORI E MINORI bili maggiori e minori, soprattutto nei momenti di cambio dell’accordo, o sulle note lunghe,
o dovunque si desideri un senso di riposo; ci si riserva infatti l’uso (sporadico) di triadi
aumentate e diminuite per momenti di maggiore tensione e per note di passaggio.
CARATTERISTICHE E VANTAGGI D’altra parte la scelta di estrarre una triade anziché un’altra struttura, per armonizzare con
OFFERTI DALL’USO DELLE tre strumenti un canto dato, è spesso dettata da ragioni di facilità di esecuzione da parte della
TRIADI CONSONANTI
sezione (di voci, di archi, di fiati...) di un accordo dal suono di per sé completo e autosuffi-
ciente come la triade; specialmente quando si prova o si registra a sezioni separate può far
comodo avere degli accordi completi per ogni sottogruppo orchestrale, e anche se il suono di
ciascuna sezione separatamente non basta per esprimere compiutamente quanto richiesto
dalla sigla, l’esecuzione risulta comunque facilitata. E questo è tanto più importante quanto
più i musicisti che stanno impegnandosi per eseguire la nostra armonizzazione sono alle
prime armi e/o suonano degli strumenti che possono avere problemi di intonazione; un conto
è se la parte più alta del nostro accordo è suonata dalla mano destra del pianista o da un chi-
tarrista sulle 3 corde più acute del suo strumento, ben altra situazione è quella in cui facciamo
eseguire lo stesso passaggio ad esempio a 3 cantanti. Per questi ultimi è più complicato anche
eseguire una triade, ma sicuramente meno che un voicing a tre parti dissonante!
LE 3 TRIADI ESTRATTE E ragioniamo un poco anche sul colore più o meno tensivo, “aperto”, “sospeso” della triade
HANNO IN GENERE estratta rispetto all’accordo. Normalmente le tre triadi che abbiamo trovato hanno delle
3 COLORI DIVERSI
sonorità differenti; ad esempio una delle tre triadi contiene principalmente note dell’arpeg-
gio in sigla, la seconda soprattutto tensioni, e la terza si trova invece in una situazione inter-
USA CON CAUTELA TRIADI Altra importante considerazione da fare è poi quella relativa alle eventuali “avoid notes”
CONTENENTI “AVOID NOTES” contenute nelle triadi. Si, può succedere che tra le triadi estratte, una o anche due contengano
note dissonanti rispetto alla sigla, pur essendo di per sé delle triadi consonanti, e allora sarà
il caso di usarle con molta cautela (ad esempio solo per armonizzare brevi note di passaggio)
o non usarle affatto.
Ad esempio se canta un LA sulla sigla C6 (I grado), le tre triadi da estrarre saranno Am,
F e Dm. Queste due ultime, contenendo la nota FA (quarta della scala, una delle note “avoid”
più “tristemente famose” tra gli studenti americani) saranno considerate dai didatti più pru-
denti delle triadi da evitare!
Esempio 16.7
352
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
E una qualche attenzione va dedicata anche a quelle sigle che, proiettando delle scale otto- IN ALCUNI CASI LE TRIADI
foniche o con le quali si può giocare con l’enarmonia, permettono di trovare più di tre triadi SONO PIÙ DI 3!
Eccomi ora “a caccia” di triadi estratte dalla scala contenenti il RE (da tenere al canto).
Giocando con i nomi delle note ne trovo ben 6! Che ti riporto qui sotto.
Esempio 16.9
Ed ecco subito un altro caso che porta in dote ben più delle 3 triadi “regolamentari”: un O UTILIZZANDO I MODI
b b
accordo di dominante alterato con 9a e 13a minori, con la 9a minore al canto. DELLA MINORE ARMONICA
Esempio 16.10
353
Analisi e Arrangiamento
2a parte
Ed ecco le triadi che ho trovato, con un pò di fantasia e pazienza, e sono 6 anche in questo
caso. La prima e la quarta contengono il FA (considerata da tutti i teorici una avoid e indicata
b
in nero) e saranno quindi da non usare o da usare con molta attenzione; inoltre la prima e la
seconda contengono il LA , nota pericolosa secondo alcuni perché in potenziale conflitto con
b
il SOL (quinta giusta), e invece utilizzabile con serenità secondo altri perché richiesta dalla
sigla. Tutte ovviamente contengono il RE (la lead), nota molto tensiva, ma che in questo caso
non possiamo certo omettere visto che è nella melodia.
Io comunque queste sei triadi te le scrivo tutte qui di seguito, poi vedrai tu cosa farne.
Esempio 16.11
Attenzione dunque a controllare per bene che, dopo aver trovato le 3 canoniche triadi da
estrarre, non sia possibile (giocando magari un poco con i nomi delle note) recuperarne
qualcun’altra!
Quello che segue ora nelle prossime pagine è invece uno schema in cui troverai indicate,
per molte tipologie importanti di accordi, tutte le triadi da poter estrarre per tutte le possi-
bili note al canto.
Sono state segnalate all’interno di parentesi “continue” le triadi contenenti note disso-
nanti nel registro acuto rispetto alla sigla (come l’11a giusta sugli accordi maj7) e all’inter-
no di parentesi “tratteggiate” invece le triadi contenenti note appartenenti all’arpeggio del-
l’accordo e che malgrado questo possono risultare dissonanti nel registro acuto (come ad
esempio la fondamentale sopra gli accordi maj7).
Ti ricordo inoltre di utilizzare con cautela e parsimonia le triadi aumentate e quelle dimi-
nuite.
354
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
y
SCHEMA TRIADI ESTRATTE
C (I grado)
Armonizzazioni
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
355
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C, D, Em, F # °, G, Am, B m
DO, RE, MI, FA # , SOL, LA, SI
DO lidia
(C), (Am), (F # ° )
nel registro acuto nel registro acuto
(DO)
Armonizzazioni
356
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C+ y
Scala corrispondente Triadi da poter estrarre
D, F# ° , Am, (C+)
nel registro acuto nel registro acuto
(DO), LA
Armonizzazioni
( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( )
( ) ( ) ( )
357
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C m7 (II grado)
Armonizzazioni
358
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C m7 (VI(I grado
grado in magg.)
in min.)
Armonizzazioni
( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( )
( ) ( ) ( )
359
Analisi e Arrangiamento
2a parte
Cm y (min. melodica)
Cm, Dm, E b +, F, G, A °, B °
b
DO min. melodica
DO, RE, MI , FA, SOL, LA, SI
note dissonanti triadi contenenti note dissonanti
nel registro acuto nel registro acuto
(DO) (Cm), (F), (A ° )
Armonizzazioni
360
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
Cm y (min. armonica)
Cm, D °, E b +, Fm, G, A b , B °
b b
DO min. armonica
DO, RE, MI , FA, SOL, LA , SI
note dissonanti triadi contenenti note dissonanti
b b
nel registro acuto nel registro acuto
(DO), LA D °, Fm, A , (Cm)
Armonizzazioni
( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( )
( ) ( ) ( )
361
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C7
Armonizzazioni
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
362
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C 7 ( # 11)
Armonizzazioni
363
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C7 ( # 5) o C7 ( b 5)
C +, D +, E +, G b +, G # +, B b +
DO, RE, MI, SOL , SOL # , SI
b b
DO esatonale
(C+) (D+) (C+) (D+)
note dissonanti
nel registro acuto
_____
Armonizzazioni
364
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C7 ( b 9 b 13)
Armonizzazioni
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
365
Analisi e Arrangiamento
2a parte
b 9 # 11)
C7 ( b 9 13) o C7 # 9 13
(
C, C m, C °, D b °, E b , E b m, E b °, E °,
b # # b F # , F # m, F # °, G °, A, Am, A°, B b °
DO diminuita semitono-tono
DO, RE , RE , MI, FA , SOL, LA, SI
366
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C7 alt
C °, C +, C # m, E b m, (E +), G b , A b , (A b +), B b °
b # b # b
DO superlocria
DO, RE , RE , MI, SOL , SOL , SI
367
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C7 sus4
D m, F, Gm, B b
b
DO misolidia no3
DO, RE, FA, SOL, LA, SI
Armonizzazioni
368
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
CØ
C °, D b , E b m, Fm, G b , A b , B b m
b b b b b
DO locria
DO , RE , MI , FA, SOL , LA , SI
note dissonanti triadi contenenti note dissonanti
b D b , B b m, Gb
nel registro acuto nel registro acuto
RE
Armonizzazioni
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
369
Analisi e Arrangiamento
2a parte
C Ø( n 9)
DO locria # 2 C °, D °, E b m, Fm, G b +, A b , B b
b b
DO, RE, MI , FA, SOL , LA , SIb b
Armonizzazioni
370
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
C °7
C °, D, Dm, D °, E b °, F, Fm, F °,
b b b G b °, A b , A b m, A b °, A °, B, Bm, B °
DO diminuita tono-semitono
DO, RE, MI , FA, SOL , LA , LA, SI
371
Analisi e Arrangiamento
2a parte
Ed ora dopo tutte queste tabelle proviamo a mettere in pratica le riflessioni sviluppate in
queste pagine.
E S E R C I Z I
39. Indica tutte le triadi che puoi estrarre dai frammenti che seguono.
a)
A,C,E° C,F#°,Am
b)
372
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
c)
Nell’esercizio che segue, invece, oltre ad individuare le triadi da poter estrarre dovrai anche
decidere quali utilizzare per l’armonizzazione e quali no! L’esercizio infatti è il seguente:
a)
373
Analisi e Arrangiamento
2a parte
b)
c)
374
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
d)
DDm,
375
Analisi e Arrangiamento
2a parte
In tutti gli esempi mostrati finora le nostre triadi estratte sono sempre apparse in posizione
stretta. Può però risultare molto efficace anche una disposizione aperta delle triadi allorché la
melodia sia sufficientemente acuta, e, in taluni casi (quando per esempio le caratteristiche e le
estensioni degli strumenti per i quali stiamo scrivendo lo richiedano) una disposizione lata
delle triadi può addirittura essere preferibile.
Per costruire le nostre triadi estratte possiamo anche partire dalle triadi in posizione chiusa
che magari avremo già costruito e abbassare di un’ottava la seconda voce dell’accordo; in
questo particolare caso delle triadi estratte la seconda sarà ovviamente quella centrale: essendo
tre in tutto non avremo dubbi sia che si faccia il calcolo dal basso sia che lo si faccia dall’alto;
ma per evitare incomprensioni nelle prossime pagine ripassiamo la numerica delle voci già
spiegata nella lezione 15 del volume “Teoria & Armonia - prima parte”: le voci degli accordi
vengono numerate dall’alto verso il basso, e quindi per seconda voce intendo la seconda
partendo dall’acuto.
IL CONCETTO DI “DROP” Questo abbassamento di un’ottava di una o più voci dell’accordo in posizione stretta viene
identificato nella nomenclatuta U.S.A. con la parola “drop” (letteralmente “abbassare”) seguita
dal numero della nota o delle note da far scivolare in basso; nel nostro caso quindi “drop 2”.
Più avanti, negli accordi contenenti almeno 4 voci differenti, incontreremo infatti anche dei
“drop 3” o “drop 4” o addirittura “drop 2 e 4”: rispettivamente quindi l’abbassamento
all’ottava inferiore della 3a voce, o della 4a, o della 2a e 4a insieme.
Negli esempi che seguono puoi vedere alcune triadi estratte passare dalla posizione stretta
a quella aperta mediante drop 2.
Esempio 16.12
376
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
Per meglio comprendere il colore leggermente diverso dei due esempi ti raccomando
un’attenta analisi dei due frammenti e soprattutto il loro ascolto, magari al pianoforte.
Una avvertenza: se costruisci meccanicamente le tue triadi in posizione aperta partendo da SE LA LEAD È BASSA
una precedente armonizzazione con triadi strette utilizzando il drop 2, ti raccomando di VERIFICA CHE IL DROP NON
verificare (nei casi in cui la melodia armonizzata non sia sufficientemente acuta) che le ex- PORTI QUALCHE TENSIONE
TROPPO IN BASSO
seconde voci trasportate all’ottava inferiore non contengano tensioni che poste troppo in basso
possano rendere poco efficace o addirittura dissonante la sonorità complessiva dell’accordo.
Già nell’esempio 16.14 avrai notato come ho “annerito” un paio di note nella seconda
misura: trattandosi di none (e in particolare alterate) potrebbero già essere a rischio una volta
“droppate”. E anche sulla 13a (il LA) dell’ultimo accordo, a essere molto ansiosi, qualche
minima preoccupazione di voicing troppo scuro potrebbe venire...
Ecco altri esempi di disposizioni che possono risultare (anche molto più) pericolose!
Esempio 16.15
In questo caso ho scelto apposta delle lead bassissime per avere la quasi certezza di avere
problemi! Ma potremmo imbatterci in disposizioni “pericolose” anche con melodie più acute.
In effetti per stare del tutto tranquilli la linea melodica del nostro frammento da armonizzare
con triadi estratte e allargate col drop 2 dovrebbe essere almeno più alta del SOL poggiato
sopra la chiave di violino.
Esempio 16.16
377
Analisi e Arrangiamento
2a parte
Ma prestando un poco di attenzione possiamo sicuramente fare dei drop 2 anche con
melodie più basse!
POSSIAMO ANCHE E in realtà i due tipi di voicing (posizione stretta e posizione col drop) possono anche essere
ALTERNARE alternati nel corso di una armonizzazione, proprio come avevamo fatto nelle armonizzazioni a
DISPOSIZIONI STRETTE E
“DROPPATE” NEL CORSO DI
due voci (ad esempio nel capitolo 9 all’inizio di questo volume, allorché alternavamo terze e
UN’ARMONIZZAZIONE seste); possiamo decidere di far questo sia per problemi di estensione degli strumenti per i
quali stiamo scrivendo, sia per creare un movimento delle singole voci delle triadi più vario e
interessante: passando infatti con accortezza da un tipo di disposizione all’altra possiamo
creare molto più moto contrario.
Ti rimanderei comunque alle riflessioni già fatte nel capitolo appena citato per quanto
riguarda le considerazioni artistico-stilistiche da tenere presenti nell’alternare le due
disposizioni.
Prima di passare ad un esempio di un frammento melodico armonizzato prima in posizione
stretta e poi alternando posizioni strette e aperte, vorrei ricordarti di controllare con attenzione
il moto delle singole voci qualora tu decida di alternare questi due tipi di disposizione, poiché
applicando solo sulla carta la tecnica del drop, non sempre saltano fuori melodie bellissime per
la seconda e la terza voce; due voci che per il fatto di essere in questo caso più indipendenti
melodicamente sono anche un poco più “evidenti” per l’orecchio dell’ascoltatore e proprio per
questo meritano un’attenzione maggiore!
Esempio 16.17
Esempio 16.18
ecc...
378
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
E S E R C I Z I O
41. Armonizza i frammenti che seguono con triadi estratte utilizzando a tuo piacere la
posizione chiusa o quella col drop 2 o entrambe (alternandole).
a)
379
Analisi e Arrangiamento
2a parte
b)
380
Armonizz. a 3 voci (1):
nota contro nota,
triadi estratte
c)
381