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L'influenza dell'armonia, divenuta preponderante nel XVI secolo, aveva portato al predominio delle
scale maggiori e minori, derivati dal modo ionico ed eolico; i modi vennero pertanto
completamente abbandonati (essi hanno infatti un significato melodico, mentre le tonalità hanno
un significato armonico), e così al posto della modalità subentrò la tonalità. Nel XIX‐XX secolo le
progressioni modali riacquistarono spazio nella composizione classica, in opposizione alle tonalità
maggiori e minori, e più tardi sia nel jazz che nella musica rock.
Nel jazz sono tornati attuali con l'avvento del jazz modale, vale a dire dopo il 1959, anno in cui
furono pubblicati Kind Of Blue di Miles Davis, opera‐manifesto in cui sono rivisitate le forme
classiche della canzone e del blues attraverso la tecnica dell'improvvisazione modale e sono
tentate nuove forme che detta tecnica permette, e il testo The Lydian Chromatic Concept of Tonal
Organization for Improvisation di George Russell, che propone un uso di tipo tonale della
modalità lidia.)
Il significato del termine modalità si è talmente esteso che oggi generalmente si
qualifica come modale, con maggiore o minore proprietà buona parte di ciò che non
rientra nell’ambito del nostro sistema tonale1
[…]La maggior parte dei nomi ai modi attualmente in uso presso i compositori è stata
data nel Medioevo. Dobbiamo rilevare in proposito che l'unica somiglianza tra i
"modi medioevali" e i "modi del ventesimo secolo" è nella struttura, non certo
nell'uso di essi. Il modo ionico rappresenta oggi la nostra scala maggiore e l'eolio la
scala minore naturale; il modo locrio (raramente usato) è caratterizzato dalla triade
diminuita di tonica. Dei quattro modi rimanenti due hanno la triade maggiore di
tonica e due quella minore. Il modo lidio corrisponde a una scala maggiore con il
quarto grado innalzato; il modo misolidio a una scala maggiore con la sensibile
abbassata; quello dorico a una scala minore naturale con il sesto grado innalzato e
quello frigio a una scala minore con il secondo grado abbassato.
Il sapore tipico di questi ultimi quattro modi viene evidenziato dalle progressioni
[concatenazioni, n.d.c.] armoniche che contengono il grado caratteristico della scala.
E' proprio la nota su questo grado che impedisce al modo di trasformarsi nella scala
maggiore o nella minore naturale. Per esempio, un passaggio in re lidio dovrebbe
avere numerosi accordi che comprendono sol diesis (il quarto grado innalzato),
altrimenti si perderà il tipico sapore lidio.
A ciascun modo corrispondono accordi specifici. Come accade nel modo maggiore o
minore, c'è una chiara relazione tra accordi principali e secondari. Gli accordi
principali di ogni modo sono tre quello di tonica e due che equivalgono a quello di
dominante. Questa coppia di accordi "dominanti" è costituita da triadi maggiori o
minori che incorporano nella loro struttura quel grado caratteristico che dà il sapore
del modo. In ciascun modo si nasconde una triade diminuita; questo è un accordo
insidioso perché incorpora una quinta diminuita che tende a suggerire l'accordo di
settima di dominante della tonalità maggiore che ha lo stesso numero di diesis o di
bemolli del modo considerato.
Nei modi, gli accordi costruiti per terze che non siano le triadi [cioè le tetradi o
accordi di settime e le pentadi o accordi di nona, n.d.c.], hanno bisogno di una
attenzione particolare perché il tritono, presente in molti accordi di settima e di
nona suggerisce l'accordo di settima di dominante della scala maggiore; l'accordo
può allora perdere facilmente il suo riferimento tonale e scivolare nella scala
maggiore. Nei modi (a eccezione dello ionico) gli accordi di settima e nona
vantaggiosi sono quelli che non contengono il tritono. 2
1 v. Modalità in DEUMM. Torino ‐ UTET 1983 ‐ vol. III p. 156
2 Vincent Persichetti: Armonia del XX secolo. Guerini‐Milano, 2012, pp. 28‐30