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Elementi di retorica musicale

La musica del Rinascimento e successivamente anche quella del periodo barocco si sono strutturate
musicalmente attraverso l’utilizzo di formule risalenti a figure retoriche, le quali hanno
caratterizzato il tessuto musicale e il senso della musica sia in concomitanza col testo letterario, in
brani vocali, che in assoluto in brani di musica esclusivamente strumentale. Per certi aspetti la
retorica musicale ha caratterizzato il senso musicale addirittura sino all’epoca odierna. Attraverso la
catalogazione delle figure retoriche presenti in un determinato brano e la loro successione possiamo
ricavare un metodo per analizzare la forma di brani come ad esempio i Madrigali. Di seguito, per
iniziare, diamo un elenco di figure retoriche catalogate per tipologia, che rappresenteranno il nostro
materiale di riferimento nell’analisi retorica.

Figure retoriche riguardanti la ripetizione

ANADIPLOSI:
ripetizione, all’inizio della frase musicale, della conclusione della frase precedente

ANALESSI:
successione di due noemi che, a differenza della mimesi, sono entrambi alla stessa altezza

ANAFORA:
ripetizione all’inizio o a metà della frase di un frammento con cui inizia la frase precedente;
ripetizione di un frammento nel basso, anche ad altezze diverse

ANAPLOCHE:
ripetizione di un noema in modo che la cadenza finale del primo coro suoni contemporaneamente
con l’inizio del noema nel secondo;
ripetizione di un tema anche 2 o 3 volte nella clausola o poco prima, soprattutto nei brani a due cori

CLIMAX:
ripetizione, su diversi gradi, con movimento ascendente, dello stesso inciso musicale

CONGERIES:
avvicendarsi per moto retto di consonanze perfette e imperfette; ad es. moto parallelo di accordi in
3/6 oppure successione di intervalli armonici di 5a e 6a scambievolmente

EPANADIPLOSI:
si verifica quando la frase che inizia un periodo è la stessa che lo finisce

EPANALESSI:
ripetizione di un membro della frase iniziale alla fine di un periodo musicale (cfr. Simploche);
ripetizione a inizio – metà – fine; possibilità iterativa

EPISTROFE:
ripetizione di una medesima frase musicale alla fine di periodi diversi (cfr. i frammenti di “Alleluia”
nel gregoriano ecc.)

EPIZEUSI:
ripetizione immediata di un’espressione testuale e di una frase melodica, trasportata in una zona più
acuta o più grave

FUGA:
come è oggi generalmente intesa; può essere anche canone

INCREMENTUM:
un testo viene ripetuto 2 o 3 volte aumentando la complessità armonica

IPALLAGE:
inversione del soggetto di una fuga o di un’imitazione, specialmente in relazione a significati di
“volgere altrove” ecc.

MIMESI:
in genere ripetizione di una frase;
seguito di 2 noemi in cui il secondo muta di altezza;
ripetizione di un tema ad una voce

MISTICANZA:
centone musicale: mescolanza orizzontale di testi e melodie di varia origine;
detta anche Quodlibet, è la successiva ripetizione di quattro note di uguale durata, che procedono
per salto e regolarmente, per dare più carattere alla linea del canto

OMOTELEUTO:
identità di desinenze: si ha quando più frasi finiscono con lo stesso materiale, ad indicare
affermazione o negazione decisa, o imprecazione

PALILLOGIA:
ripetizione di una frase melodica o del suo inizio, nella stessa voce e alla stessa altezza oppure in
almeno una voce (anche ad altezze diverse)

PARANOMASIA:
ripetizione di una frase musicale che può essere testuale, oppure diminuire o intensificare la valenza
espressiva mediante una riduzione o un ampliamento del tema anche attraverso variazioni
dinamiche o di piano sonoro

POLIPTOTO:
ripetizione di un membro di frase in altre voci

POLISINDETO:
ripetizione dello stesso membro di una frase musicale alla stessa altezza, allo scopo di enfatizzare
un’espressione contenuta nel testo

Figure retoriche riguardanti l’uso delle pause

ABRUPTIO:
rottura del normale discorso musicale con una pausa al posto dell’allungamento della nota
precedente;
in cadenza, pausa al posto della risoluzione di tonica, che viene così ritardata;
in cadenza, il basso risolve e le altre voci rimangono sospese sul 4/6, con interruzione mediante
pausa;
tipica dello stile recitativo
APOCOPE:
troncamento improvviso di una frase musicale;
accorciamento e/o interruzione del soggetto in una delle voci di una fuga;
brusca interruzione dell’ultima nota, in relazione a contenuti testuali che esprimono durata
istantanea, privazione

APOSIOPESI:
improvvisa interruzione a tutte le voci in relazione a contenuti testuali che si riferiscono a “morte”,
“fine”, “eternità” ecc.

TMESI:
interruzione improvvisa di una frase musicale, anche troncando senza completare la singola parola,
mediante una pausa (cfr. Suspiratio)

Figure retoriche che si riferiscono a dissonanze, cromatismi ecc.

COMMISSURA:
dissonanza di passaggio di valore uguale o superiore alla minima;
Commissura cadens: tempi pari della battuta consonanti e dispari dissonanti;
Commissura directa: inversa alla precedente;
ad una voce in valori larghi si affianca, contemporaneamente, in un’altra voce o in più voci, una
condotta per note rapide anche dissonanti, per l’esatta durata della nota lunga; viene detta anche
DEMINUTIO

EXTENSIO:
prolungarsi nel tempo di una dissonanza; figura tipica dello stile teatrale

FAUXBOURDON:
accordi di 3/6 paralleli per concetti di “falsità”, “colpa”, “tristezza” ecc.

PARRESIA:
uso di intervalli melodici aumentati o diminuiti in relazione a contenuti testuali che esprimono
“corruzione”, “avversità”, “iniquità” ecc.

PATHOPOIIA:
inserzione di semitoni che non appartengono alla tonalità base, in relazione a contenuti testuali che
esprimono “dolore”, “commozione” ecc.

Figure retoriche varie

ANABASI:
movimento ascensionale della melodia in relazione a significati di “elevazione", “risurrezione” ecc.
Il suo contrario è la CATABASI

ANTICIPATIO:
come l’odierna anticipazione

ANTITHETON:
opposizione simultanea o successiva di due componenti musicali contrastanti in relazione a
contenuti testuali analogamente contrastanti

CATACRESI:
risoluzione armonica inconsueta

CIRCULATIO:
movimento rotatorio della melodia in relazione a significati testuali che suggeriscono l’idea del
circolo; le figure musicali più consuete sono:
a) circolo mezzo: ad es. do–re–mi–do oppure do–re–mi–re
b) circolo: due circoli mezzi consecutivi che se fossero sovrapposti darebbero un circolo intero;
ad es. do–re–mi–re–do–si–la–si

DIMINUTIO:
frammentazione di una nota lunga, alla stessa voce, in valori più veloci

ELLISSI:
omissione di una consonanza richiesta o con pausa seguita da dissonanza o mediante mancata
risoluzione della 4a in cadenza

ENFASI:
insieme di figure retoriche che danno rilievo mediante ripetizione: anadiplosis, analessi, anafora,
anaploche, climax, epanalessi, epistrofe, epizeusi, iperbato, mimesi, palillogia, paranomasia,
polyptoton, polisindeto, simploche;
stile esecutivo particolarmente energico

EXCLAMATIO:
espediente retorico per sottolineare un’esclamazione; ad es. la 6a minore ascendente, un andamento
ascensionale consonante o dissonante a seconda che l’esclamazione sia positiva o negativa

IPERBATO:
trasposizione di una nota o di un tema;
a due voci, scambio di parti in contrappunto doppio: A su B seguito da B su A; la voce superiore è
iperbato, quella inferiore ipobato

IPERBOLE:
sconfinamento della melodia oltre il limite superiore del pentagramma (chiavi antiche!) in relazione
a concetti di “altezza oltremondana” ecc. Il contrario è l’IPOBOLE

IPOTIPOSI:
insieme di figure retoriche che si servono di analogie per rappresentare il contenuto testuale
(anabasi, catabasi, circulatio, fuga, iperbole, tirata, passus duriusculus, suspiratio ecc.); sono in
pratica i madrigalismi

INTERROGATIO:
intervallo ascendente di 2a, per sottolineare una domanda, che si crea tra le ultime due sillabe della
frase interrogativa

METABASI:
scambio di una voce con l’altra;
passaggio dello stesso motivo a più voci e ad altezze differenti

METALESSI:
doppia fuga in cui una delle voci vede parte del suo tema trasformato in fuga da un’altra voce, a sua
volta imitata da un’altra ancora ecc.;
messa in forma di fuga di due temi inizialmente trattati armonicamente

NOEMA:
rilievo assunto da un inciso omofono e consonante all’interno di una composizione polifonica; ad
es. il trattamento delle parole come “Jesu Christe” ecc. in cui la polifonia si rarefa (vedi anche
analessi, mimesi, anadiplosi, Anaploche);
si verifica quando al punto saliente del testo, per una volta sola in tutto il brano, le voci si
riuniscono in omofonia oppure in andamento molto consonante

OMOIOSIS:
nell’omogeneità del brano le diverse voci tuttavia dicono tutte cose diverse

PARAGOGE:
aggiunta di una coda dopo la cadenza

PAREMBOLE:
inserzione in una struttura polifonica di una melodia priva di relazioni tematiche con le altre voci e
che svolge unicamente la funzione di farcitura armonica

PASSUS DURIUSCULUS:
passo molto difficile esecutivamente

PLEONASMO:
ampliamento di una cadenza mediante note di passaggio dissonanti e sincopazione

SINERESI:
concentrazione di 2 sillabe su una sola nota o di 2 note su una sola sillaba

SYNCOPATIO:
successione reiterata di sincopi soprattutto in note lunghe, preferibilmente semibrevi

SUSPIRATIO:
interruzione della melodia e del testo, spesso suddivisi in sillabe, mediante una o più pause, in
relazione a contenuti di “gemiti” e “sospiri” dell’anima

TIRATA:
riempimento di un salto mediante note di passaggio; ad es. do–sol diventa do–re– mi-fa–sol

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