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Carlo Dossi

LA DESINENZA IN A

Craignez les trous, car ils sont dangereux VILLON

AVVERTENZA
In questo volume, oltre i sliti, si adottrono ex-novo o si applicrono in modo inconsueto i seguenti segni di interpun ione e d!accenta ione" #$ il %due vrgole&, altra pusa secondaria, maggiore della s'mplice v(rgola, minore del punto e v(rgola) Vedi, per la giusti*ica ione di questo quarto tempo letterario d!aspetto, la nota aggiunta alla %Colonia felice&, pag) #+, della sua -ltima edi ione .Roma, /ommaruga, #00123 4$ l!%accento grave.52&, c6e, seguendo la regola di 7arlo 7attaneo, gi seguita da 8olo 9orini e da altri, *u impiegato a segnare tutte le parole non solo tronc6e .precipit2 ma semitronc6e .precipiti2 nonc6: sdrucciole .precpiti2, ;isdr-cciole .precpitano2 e trisdrucciole .precpitanosi2) Le parole sen a accento d';;ono quindi considerarsi come piane .precipitare2 o semipiane .precipuo2) <ell!accento acuto .=2 non s!' *atto caso, ritenendolo super*luo3 n: si adoper il circon*lesso c6e a semplice indica ione delle parole sincopate . raccrre per raccgliere23 1$ il doppio punto interrogativo od esclamativo, ossia antecedente e susseguente la *rase .es) Mi ameri? atti a far frggere! 2) E ci sul sistema spagnolo, a nostro avviso, util(ssimo per evitare a c6i legge a voce alta > mssime nei per(odi lung6i in cui la domanda o la esclama ione non apparisce c6iaramente *in dalle prime parole > di doversi ad un tratto, dinan i all!impreveduto punto di ostcolo, arrestare per cos( dire col pie! levato *uor di equili;rio) /i o;edisce per al vecc6io uso in quelle *rasi c6e com(nciano con parole od interie ioni c6e sono gi per s' stesse esclama ioni od interroga ioni .come a"!, o"!, de"!, ecc)2)

Margine alla %#esinenza in $&


?<a qual caminetto di letterato o ;anco di drog6er(a, da qual latrina di ga ettiere o ;i;lioteca in sacc6eggio ;ong6iano, 6ai t-, mio temerario editore, saputo salvarmi questa copia rar(ssima della prima edi ione della %#esinenza in $&, c6e t!intestasti a ristampare@ AVedi quanto ' lcera e untaB Aquanto ' macc6iata e scor;iataB Nelle sue pgine, come in suola alpin(stica irta di c6iodi, scorgi e *iuti la traccia del lung6(ssimo giro c6e 6a *atto per ritornare a m') /er;a essa il meretricio pro*umo del %oudoir della dama e il tan*o carcerario della caserma3 e c'neri dell!o io elegante .la sigaretta2 e il pelime del dotto) Io vi ritrovo il ;a**o de! polpastrelli della cuoca c6e se la leggeva a voce alta e ten'ndola stretta, per non lasciarsi almeno s*uggire il suono d!id'e c6e non arrivava a compr'ndere, e lo sgra**io *urioso della padrona di lei c6e le av'a *in troppo comprese3 io v!incontro la ta;accosa goccia, caduta insieme agli occ6iali dal naso del mio vecc6io maestro di ;elle l'ttere c6e ;landamente ci si appisolava compassionndomi, e la gualcitura del criticuccio novello c6e la scagliava lontano da s' al primo du;;io c6e l!autore *osse men ;estia di quanto ei sperava) N' solamente indovino ma leggo) /egni in matita di tutti i colori, pudic6e cancellature e**etto d!impudici ia, punti esclamativi, e, pi- ancora, d!interroga ione, postille e para**i adulatorii e ingiuriosi, st'ndono sulle pgine della r'duce copia una ragnaCa d!interpreta ioni e di note c6e pi- grottesca e contraddic'ntesi non ';;ero <ante e il Durc6iello) ?76i siete voi, mi'i in'diti cr(tici@ In questo ripescato esemplare, n' il *rontespi io n' i mrgini 6an mantenuto le vostre riverit(ssime *irme) Ogni suo -ltimo possessore > imitando quanto si tenta ora di *are nella genealog(a letteraria, a di**eren a della gentili ia in cui i nipoti g'nerano i nonni > rasc6i diligentemente il nome dell!antecessore) /enonc6' tutti io ringra io e miti e spietati, perocc6' a m' giova tanto la l(rica di c6i mi ama quanto la stira di c6i m!odia) 8er pensare, per scr(vere, per v(vere intellettualmente mi ' indispensa;ile c6e le mol'cole, ora pigre, del mio cervello, riaqu(stino la primitiva rapidit e com;usti;ilit) Venga la spinta dall!appluso, venga dall!oltraggio, a m' ;asta c6e non di*etti) Ad un morso di cane, 9erolamo 7ardano, ;i arramente grande, dovette .com!egli narra2 il suo ingegno3 a quello dei cr(tici d';;ono il loro non poc6i scrittori) En vento in*atti ' la cr(tica, c6e, se i mccoli spegne, ingagliarda i *al) Non se ne o**'ndano tuttav(a, i mi'i postillatori ;en'voli3 t- 7letto Arrig6i, t8rimo Levi, t- 8erelli, t- 8olo Fantega a, t- 7ameroni, t- 7apuana, t- FGor) Oltre la riconoscen a del letterato, vi 6a quella pure dell!uomo e questa ' tutta per voi) /e la *rusta ed il p-ngolo inst(gano il sangue e pi- spedito lo r'ndono a! sui u**ici, lo plutoni a ancor meglio il ;acio, senapismo d!a**etto) E ci dico, mentre ramm'moro in special modo coloro c6e 6anno e saputo lodarmi sen a l!ingiuria dell!adula ione e *atto spiccare il mio disadorno pensiero nella cornice del proprio) Vorr'i an i ammirare le loro *elici pensate, colle mie *use, nella presente edi ione3 mi ci provi3 ma Ami perdninoB la solu ione era stura gi, n' pi- c!entrava una sola mica di sale) 8rometto loro per di sacc6eggiarli alla prima occasione) <i memoria non manco n' di audacia) Fi aC-tino intanto a disc-ter coi loro e mi'i avversari, i postillatori scontenti) N' a questi risponder'i per le stampe se sapessi dove stan tutti di casa) 7ontrariamente al costitu ionale principio della pu;;licit ne! giudi i, io pre*erisco trattare le letterarie mie cuse a porte c6iuse) Hu( per, del nemico, non si scorge c6e l!arme) /ono quindi costretto, per *armi udire da alcuni, a suonare, quale campana, per tutti) 76iamando dunque in soccorso la scien a di Rosellini e di 76ampollion per deci*rare la scara;occ6iatura, a penna, a matita, ad ung6ia, c6e copre i lem;i di questa

;andiera stracciata, e cercando di sgar;ugliare, coll!arcolaCo della ri*lessione, tanta matassa di segni, s'm;rami c6e, come lavoro preliminare, la si potre;;e partire in due grandi gom(toli > quello cio' c6e s!avvolge sul generale pensiero del li;ro e quello sulla sua *orma, c6e ' quanto dire sulla id'a al minuto) E, cominciando dall!-ltimo, e *acendogli sopportare una seconda c6ir-rgica opera ione, io mi ar;itrer an itutto di collocare l!Opposi ione della mia nessuna Faest, come la conquistatrice acies romana, in tr' *ile > una dei saggiatori della pure a delle parole, l!altra degli investigatori della castit della *rase, la ter a de! stimatori della qualit dello stile) 7ome vedete, per sparti ioni e per tagli io non la cedo a un ;eccaCo))) n' ad un meta*(sico) I nemici non sono poc6i) Fa, Asu le mnic6eB e avanti) Non 6o coraggio ;astante per aver paura) /i a**accia prima la pigm'a e sparuta .perc6' ci;ata di pura crusca2 *anter(a de! gramtici, la penna in resta, la ;rac6etta *uori) 8r'ndersela con costoro > ultimo avan o di un!oste gi de;ellata > gli ' come a u**arsi colle om;re del cardinal Dem;o e di Denedetto Varc6i) Non me ne ccupo quindi c6e come di partita pro-memoria in un ;ilancio) Huesta sc6iera ' composta, o, a dir meglio, era or * qualc6e anno, di tutti coloro c6e possed'vano *ede accademica di misera;ilit intellettuale, di coloro c6e, non sapendo *ar li;ri, *ac'vano di ionari e s!inquietvano per la corrotta italianit e pei dialettismi non trattenuti da alcuna *orca e per le stesse nuove scoperte apportatrici di voc;oli nuovi) 8ur di non dire %vagone& avr';;ero sempre viaggiato in vettura) Irano, in gergo scient(*ico, c6iamati cultori della istru ione, *orse perc6' incaricvansi di strappare le pianticine novelle per vedere se mett'an ;ene radice) Rondvano in avvisaglia, con passo di s-g6ero, e quando accorg'vansi c6e qualc6e scrittore cercava introdurre nei gramaticali con*ini da essi riputati propri, merce non nominata nelle loro tari**e, lo attornivano, assaltvanlo, arrestvanlo sc6iama ando quali oc6e) E" %quella ' di legge&, %questa ' di contra;;ando&, a**annvansi, que! ga;ellieri, a s*ilare e palpare ogni parola di un li;ro, a stemperare, entro i lor stacci, i per(odi di un pvero autore *inc6' ne colasse una ;roda completamente sciapa, incolora, inodora) N', per essi, serviva la scusa della analog(a, la raccomanda ione del ;uon senso, l!invito della necessit) 8ermettendo, ad esempio, l!onomatop'ico %cricc6& perc6' si legg'a a pgina tale, linea tal!altra del lor ricettario, proi;(vano irremissi;ilmente il suo stretto parente %cracc6&, non trovndosi esso in nessuna parte del mastro del loro sapere) L!ttimo autore, secondo tali noti spaccintisi per legislatori, non dov'a aver orecc6io c6e pei rumori e pei suoni protocollati, udir quindi eternamente la ampogna e il liuto, non il piano*orte mai) Juor di Toscana, an i di Jiren e, an i di 8ala o Riccardi, non era letteraria salute) 8oic6' Arno non diede l!aqua con cui *u ;ollito il protoKrisotto ed impastato il capoKstipite dei panettoni, Filano era tenuta di a;olir sen a pi- quelle sue antic6e g6iottonerie non previste dalle edi ioni %dal miglior *ior ne coglie& per non m'ttersi a risc6io di nominarle, salvoc6' non si *osse adattata a sostituirvi i pi- leg(ttimi nomi di %riso giallo& e di %pan ;alestrone)& 7os(, se c!era scrittore c6e ancora trovasse in is;aglio, qualc6e e**icace met*ora la quale non *osse catalogata tra %gli impacci del Rosso& e %gli avan i del grosso 7attani o del 7i;acca& ,, tra %il regno di 7ornovaglia& e i viaggi %a Lodi, a 8iacen a, a 7arpi, in 8icard(a, a 7alcinaCa, a Volterra& ,, tra il %mangiar spinaci& e %l!arru**ar matasse& e tutto il resto della ciurma galeotta del voca;olario toscano, Agui se l!avesse pur tollerataB dov'a immediatamente cacciarla3 pena la 7rusca negli occ6i ed il Jrullone sul capiro, irati di non potere, per lui, russare di s'guito la governativa pre;enda) 76e io molto non *ossi nelle gra ie di s(mili egrege persone .umini meno di l'ttere c6e di parole2 ' pi- c6iaro della loro %c6iarissimit& ora ;uCa) Non vi 6a scrittore, sempre s!intende, al saggio della loro pietra di paragone, c6e era poi una mola mugnaCa,

pi- di m' impuro) N' io davvero, mi sono mai incomodato a cercare, per le parole c6e adopro, maggiori di*ese di quelle c6e danno le stesse parole accoppiate, cio' del pensiero c6e espr(mono) ?7osa in*atti avre;;e valso rip'tere a que! ;acalari per la mill'sima volta, c6e la lingua naque prima della scrittura e l!una e l!altra innan i la r'gola@ ?c6e l!Italia stette ;en(ssimo sen a gramtic6e tre s'coli ;uoni e ci sare;;e potuta star sempre@ ?c6e quelle clssic6e elegan e da essi additate a modello, capestrere come c6iamvanle con voc;olo a**atto degno della loro parlata, non 'rano, il pi- delle volte, c6e solecismi solenni .n' noi ce ne scandole iamo2 maggiori assi di quelli c6e possa creare un originale stilista@ E, ancora" ?c6e avre;;e giovato ricantar loro sul motivo di Ora io .ut s&lva fliis ecc)2, c6e un idioma, come quals(asi altro mortale *rutto, ' destinato, se non sp'gnesi in germe, a percrrere l!intero suo ciclo *ino alla maturan a completa, *ino alla conc6iusiva caduta dall!l;ero della vita, e c6e l!-nico me o di evitargli una rpida morte, ' di tras*ndergli continuamente umore, imitando <ante, c6e colla *alce del giudi io mieteva da ogni sottolingua italiana ed anc6e non italiana le spig6e della na ionale *avella@ ?c6e avre;;e, in*ine, servito provare loro statisticamente c6e non ' tanto la qualit della materia impiegata quanto l!ingegno di c6i la *oggia e cordina c6e * l!eccellen a di un!pera d!arte, cosicc6' alla domanda > qual sia la miglior lingua > si pu sempre rispndere" leggete /6aLspeare, ' l!inglese3 leggete R(c6ter, ' il tedesco3 ' l!italiano con Joscolo3 ' il milanese con 8orta@ Ripeto" non avre;;e giovato ricordar loro tanto, poic6' era vano sperare c6e gente la quale non s!impensieriva c6e dei mattoni lingu(stici, si accorgesse c6e, tutti insieme, tend'vano a rappresentar qualc6e id'a, a *ormare un letterario edi*icio) Interamente quindi perduto, per essi, sare;;e stato quanto 6o gi detto e quanto sto qu( per soggi-ngere a titolo di ;uona misura) E il contentino ' questo) 8oc6i tra i grandi autori, gloria dell!umanit, 6anno sc6ivato le ire dei cr(tici loro contemporanei tentanti di impor la cave a al genio, e quasi tutti si vendicrono, dannando i lor oiletti all!eterno rid(colo) Ora, st il curios(ssimo *atto, c6e quelli autori s(ano appunto i pi- spesso mostrati ad esempio dai successori dei ;erteggiati, a volta loro da ;erteggiarsi) E, davvero, quel venosino col quale la *alsa cr(tica * tanto c6iasso, volteggiandolo minacciosa intorno alla testa dei novellini scrittori, la 6a gi ;astonata sen a misericordia3 quel *iero g6i;ellino cui essa domanda, per ogni suo pasto da orco, e anne e ventr(colo, l!6a *atta pi- volte tremare colla maestosa sua voce, come quando disse %pera naturale ' c6e uom *avella, > ma, cos( o cos(, natura lascia > poi *are a voi secondo c6e v!a;;ella)& Volendo quindi scoprir la radice di tale strane a n' pot'ndosi cr'dere c6e il ricordo de! ;u**etti e de! calci sia am;ile a! cr(tici, com!era a Rousseau quel del castigo di mademoiselle Lam;ercier, ;isogner ricercarla e la troveremo *ra le astu ie strat'gic6e) A guisa in*atti degli ra;i c6e coi cadveri inqu(nan le *onti dei loro nemici, m(rano i cr(tici, cogli autori morti, a sp'gnere i vivi) 8ur non ri'scono) La treggia non caccier pi- il carro dal mondo n' il carro la diligen a n' la diligen a il *erroviario convoglio) Il progresso c6e essi com;ttono col tardo arc6i;ugio a pietra, loro risponde coi c'leri V'tterli, come lor rispondeva mediante quel rudimentale *ucile quand!essi ostinvansi a maneggiar l!arco e la *reccia, e coll!arco quando ancora loro arme era il selcio) La umanit procedette sempre a dispetto d!ogni accademia, d!ogni senato, d!ogni governo) A9ui se il passato avesse pi- *or a dell!avvenireB /aremmo tuttora alla lingua dei lupi e degli orsi e ad uno stadio di civilt a**atto corrispondente) Fa, seppelliti questi morti di "astati, ecco i prncipes 'ui cons(rgunt ad arma, p-ntano il loro sc6ioppetto e *an cecca) /ono essi gli incettatori della na ionale moralit, una compagn(a in lamenta ione perpetua > di cui *anno parte i violacei predicatori c6e ventil;ran dal p-lpito i vituperi pi- concupiscenti contro la

concupiscen a e le ascoltatrici loro ammiranti, le ;aldracc6e, c6e 6an messo insieme ;ast'voli soldi per comprarsi il rossetto della castit3 *anno parte i losc6i compilatori di virt- per il ppolo a dieci cent'simi la dispensa e i ga ettieri c6e colla si*(lide cristallina alle la;;ra sermnano di pudici ia e le mamme a**annate a di*'ndere le orecc6ie premaritali delle loro *igliuole da ogni sussurro impudico, salvo a lasciarvi precipitar dentro un monde aCo di ro;a, non appena quelle *igliuole s(en giunte al leg(ttimo stato di comporre adulteri3 *anno insomma parte tutti coloro, i quali veri stradini della nette a p-;;lica, pel sudiciume > g(rano, sollevando, per cos( dire, la casta *rasca di vite alle statue per poi urlare %Aallo scndaloB& Il realismo in arte ' il ;ersaglio contro il quale scgliano essi i lor giavellotti ed ' insieme lo scudo con cui sen riprano i loro contrari) 8erocc6', in questo ;alordo argomento, una guerra s!' accesa c6e pi- *iera non suscitrono le due secc6ie rapite, la ;olognese e la greca, una guerra a cui paragone sem;r quasi sensata quella di ;u**a memoria dei clssici e dei romntici) Vuolsi c6e essa scoppiasse al primo apparire in commercio delle *otogra*(e colorate di Zola) La grrula tur;a de! letterati si part( allora in due campi > dicimoli meglio, st%uli > e gli uni si ;uttrono tosto a ginocc6i ed acc'sero i lumi dinan i a quella *orma di arte perc6' imaginronsi c6e *osse nuova, gli altri si psero a tirar sassate contro di essa e a *isc6iare, principalmente isti iti da quella riputa ione di novit) Il realismo, intanto, stava a guardare dal li;ro di Omero) Fa il ;ello ', c6e, a con*ndere maggiormente le id'e, e *autori e avversari, stroppiando il senso di quel *rasone empi;occa, incapronsi di *argli signi*icare, l a t(tolo d!onore, qu di disdoro, quella parte soltanto di letteratura c6e studia e descrive le volutt della carne e le turpit-dini umane) A c6i si de;;a tale spilorcia interpreta ione non sappiamo) /appiamo solo, c6e, nella realt, se c!' il male colle sue innumeri *ronti, c!' pure il ;ene in tutti i sorrisi sui) Al realismo o verismo pssono quindi appartenere con pari diritto tanto le dipinture di una cloaca, di un u;;riaco c6e rece, di cani c6e s!accppiano in pia a, quanto quelle di un *ragrante roseto, di un ere c6e per la patria s!immola, di un uomo c6e respinge l!amplesso della donna del suo ;ene*attore) Nella realt vi 6a il ;ordello in tumulto e la pac(*ica casa" 8rotgora a;derita c6e tutto vende e di*ende a seconda del pre o e 9iannone c6e muta continuamente paese per non mutare opinione, e, per seguire la verit, ' da tutti perseguitato) <ella realt *anno parte integrante e l!illusione ed il sogno e la *ede e lo stesso idealismo) /are;;e quindi eccellente partito, c6e, a sta;ilire i t'rmini della questione, s!incominciasse a cam;iare il nome alla questione med'sima) E per si riser;i a luogo pi- acconcio quella parola di %realismo&, *atta per im;rogliare, e se ne addotti una di signi*icato pi- certo) 8er conto nostro, nelle tr' arti non sappiamo vedere c6e una questione sola, quella del ;rutto e del ;ello, sen a riguardo n' a scuole n' a scopi) /e ci sono per ;uontemponi c6e vglion scaldrsela per quel letterario atteggiamento, c6e ', come a**'rmano, diretto ad vrgam erig)ndam, Asi s'rvanoB M;;iano in ogni modo la compiete a di sc'gliere la giusta parola e non ci prlino d!altro c6e di %carnalismo)& /enonc6', carnalismo non vuole ancor dire immoralit) /e le leggi divine impngono, se le umane *avor(scono, le une e le altre improvvidamente, la procrea ione della spece, non vi dovre;;e 'ssere arte pi- legg(ttima e pi- commend'vole di quella c6e risveglia ed instiga la *oCa generatrice, o, come dic'vano i nostri antic6i, l(m%um ntrat) Tuttavia, c!' un inconveniente) Le pere letterarie, anc6e le pi- scollacciate, quando raggi-ngono la per*e ione non commuvono c6e il cielo dell!nimo) /i potr';;ero esse paragonare %ai *idi incendi per le innocue torri& delle rappresenta ioni teatrali) La volutt intellettuale s**oca la carnale) Ena volgar(ssima serva irriter e sa ier meglio la li;(dine tua c6e non una /a**o, testimoni Jaone e Nicol Tommas'o) Fisurati col quale termmetro, gli epigrammi cos(Kdetti osceni di Far iale ed i sonetti di 8orta, c6e si c6imano in'diti anc6e dopo le cento edi ioni, s'gnano un alto grado di

moralit sen a con*ronto pi- alto degli sconc(ssimi > perc6' mal*atti > li;'rcoli approvati dagli alti e ;assi 7onsigli scolstici > Novelle esemplari, Jior di virt- .e di stolidit2 ecc) ecc) > *onte di lucro ai maestri e di e;etismo ai disc'poli) 8ur non si pensi, con ci, c6e c6i scrive appluda a due mani al ru;ensiano delirio di polpe e di sguardi procaci c6e 6a invaso la scolaresca del giorno *atta u;;riaca da me a ;ottiglia di stecc6ettina ga osa) La smania sessuale ' in natura ,, 6a dunque diritto di avere anc6!essa la sua sede nell!arte3 l!invito del sesso per non *orma tutta la vita,, manc6'vole quindi sare;;e quella letteratura c6e si occupasse esclusivamente .perdonate la *rase2 dei propri (nguini non istudiando c6e di r'nderli appariscenti, n' pin' meno dell!altra c6e si cappona per procurarsi una voce di ngelo) 76e, se in questa desinenza in $ la nota lu;rica 6a il sopravvento, a m' preme avvertire gli egregi lettori" I$ c6e l!autore non 6a con essa seguito la traccia de! sui giovinetti colleg6i, ma 6anno questi piuttosto seguita la sua) *a desinenza in $ venne in*atti composta nel #0+N, allorc6' del rosario del carnalismo non 'rano state ancor snocciolate, almeno in Italia, c6e poc6e avemar(e e non si era ancor giunti ad alcun paternostro) 4$ c6e l!autore innan i conc'dere al p-;;lico questa sua sgualdrinella *igliuola, gliene aveva gi presentato tr' altre morigerat(ssime) La ci*ra di un uomo, e mssime di uno scrittore, ' *ormata, non da un -nico n-mero, ma da parecc6i) 7os(, com!e, *a desinenza in $ > li;ro non certo per monacanda > rappresenta la giovine a dell!autore, gli errori della poca sua carne, il suo squillo di ;icc6iere nell!orgia) Fa la giovine a gli ' oggi completamente s*iorita) La penna c6e segn qu'i ritratti donnesc6i ' rotta per sempre) Dene st) Ogni stagione il suo *rutto) Janciullo, scrissi d!in*an ia e vi o**ersi *+$ltrieri3 adolescente, di adolescen a e vi diedi l +$l%erto ,isani3 givine, di giovent-, ed 'ccovi *a desinenza in $) /e la vecc6iaCa non mi sar, come sem;ra, contesa, scriver cose da vecc6io > meta*isici soliloqui, arc6eolgic6e disserta ioni > Ac6iss maiB anc6e asc'tica) Letterariamente almeno, il <ossi non si *alsi*ic6er mai) I cavalieri intanto e le dame, la cui virt- ' s( *ragile da temerne lo scoppio, pur coll!esporla alla temperatura di qualc6e grosso prover;io da *in di tvola .s(mili in ci a coloro c6e per gli eccessivi riguardi contro le in*reddature trvansi perpetuamente nello stato pi- proprio di ;uscrsene2 e si spav'ntano all!om;ra solo di quelli onor'voli))) > pi- onor'voli assi di parecc6i votanti nei 8arlamenti > ))) mem;ri c6e 6anno, come scrive Aretino a messer Dattista Zatti da Drescia, %*atto i maggiori umini del mondo, i Fic6elngiolo, i Ti iano, i Ra**aello, e appresso loro, i papi, gli imperatori e i r'& nonc6' gli stessi c6e ne p(glian vergogna, > considerino, dico, questi esimii signori .del c6e caldamento li prego2 come non s(avi cdice c6e li ;;lig6i a comprar n' il presente n' altro li;ro del g'nere suo, e, quel c6!' pi-, a continuarne la compita ione quando si accrgono di c6e si tratta) 76i ama le comedie prive di sesso 6a i teatri sui, 6a i ;urattini, dove pu ass(stere, sen a per(colo alcuno, da quello all!in*uori di addormentarsi, anc6e al ;allo) 8er i pveri d!intelligen a provvede la caldaCa dei *rati3 c!' una letteratura estes(ssima, nientemeno c6e il novantanove per cento di ogni ;i;lioteca) Ne pro*(ttino dunque) L!aqua non costa nulla e rin*resca) E se, dopo ci, si ost(nano a spi icare le mie *rolle pernici in salm(, per poi lamentarsi di qualc6e doloruccio di ventre, Acolpa loroB Huesto li;ro contiene, certo, veleni, ma anc6e i veleni sono -tili, ;asta sapere dosrseli, cosicc6' l!arte della salute > intendi, per ;urla, la medicina > *onda in gran parte su di essi) E, ora Aavanti i signori triariB stavo per dire %trepiedi)& /ono la sc6iuma))) pardon! la panna dei cr(tici) Oanno, pressoc6' tutti, *atto studi pro*ondi > di c6e non si s > *uori d!Italia, l nei paesi in cui le vcali c'dono alle consonanti e l!uva al l-ppolo3 le loro senten e le sp-tan dall!alto delle cttedre o di que! mucc6i di residui ci;ari c6e 6anno nome %riviste o rassegne& mensili o quindicinali ,, non a;;assandosi c6e raramente a ragionare spropsiti ne! *ogli quotidiani, diventati, loro merc', piom;o

in *oglia) 7ostoro non p'rdonsi nelle scaramucce delle parole n' si *ormal( ano di qualc6e *rase c6e mostri il rosato ginocc6io pi- delle altre) Pnica loro preoccupa ione ' lo stile, sono gli intenti dell!autore) Ora, il primo capo di accusa contro m' di tali cr(tici in mitria, ' quello c6e io scriva troppo avvolto ed oscuro) %<imine& s'm;rano essi dire %la pi- parte degli altri scom;(cc6eracarta, ;asta un!occ6iata per accertarsi c6e non vlgono nulla3 cost-i ;isogna l'ggerlo due, tr' volte, prima di persuad'rsene)& E;;ene, voglio 'ssere, come nessuno pi-, arrend'vole3 voglio per un istante dimenticare la pregiudi iale, se la incolpata oscurit dipenda dalle id'e dell!autore c6e non sanno *arsi vedere o piuttosto dagli occ6i de! leggitori c6e non arr(vano a percepirle" completamente mi crico dell!asserito peccato di una ;uCe a s( *avor'vole ai lumi, ma, insieme, domando" ?quale ne ' la cusa@ Ena letteraria virt-, mi'i signori > la densit delle id'e) Oo detto una virt-3 pur tuttav(a, giacc6' sono sul c'dere, accorder anc6e c6e trttisi semplicemente di un ;el di*etto) 8osseggo due scuse, per > e uno scusino" l!in*luen a del tempo nel quale ' tu**ato il mio corpo, il corpo c6e assi'pami la volont e, se ci non vi par su**iciente, questa med'sima volont mia) E, prendendo le mosse dal tempo, tutti v'ggono > meno i cr(tici dalle acute pupille nella collttola > come sia oggi impossi;ile ad un autore, c6e al manu;rio dell!organetto pre*erisca l!arco del violino, di scr(vere precisamente come quando il patrimonio delle id'e era di gran lunga pi- scarso dell!attuale e piscivasi c6iaro perc6' non si ;eveva c6e aqua, compreso il vino) Dastava allora di esprimere ci c6e il cuore individual suggeriva e la lingua materna im;occava3 ciascun paese viveva, per conto suo, dei *rutti esclusivi del proprio suolo e del proprio pensiero, n' pi- n' meno di Ippia so*ista > vero s(m;olo di quell!'poca > c6e, insomartosi nel principio c6e ciascun uomo costituisce una completa rep-;;lica a s', an i un intero universo, si *ac'a colle sue c(nic6e mani tutto, dalle cia;atte al mantello, dal letto al pran o, dai m;ili alla moglie) /enonc6', oggi, si mut stile" siamo *igli di esploratori, e viaggiatori noi stessi, e, in quella maniera c6e da occidente ad oriente, dal polo antrtico all!rtico, s!incrciano e m'scolano tutti i prodotti del glo;o, tra cui mssimo l!uomo, g(ran le id'e pi- ancora li;eramente e si spsano e ne cr'ano altre, prol(*ic6e come in*usori) I una tenden a generale, questa, c6e n' le pol(tic6e tari**arie ed i cannoni dei governanti, n' gli o6im' dei grammtici e gli esorcismi dei preti sanno o potranno *renare) I mercati del mondo .in gergo u**iciale %/tati&2 grvitano a *ndersi in uno solo) /i v a tutto vapore, e gi pu dirsi a tutto el'ttrico, verso il comunismo pi- equo e la pi- ordinata anarc6ia) La universale e *atale tenden a trvasi poi, nel mio in*initesimale pianeta del corpo, preparata la sdrucciolina da cuse particolari, an i orgnic6e) <i*atti, le doppie porte per le quali le sensa ioni p'netrano nella casa dell!nima .r'tine, timpani, ecc)2 e c6e, nella maggioran a degli umini sono pressoc6' uguali, tantoc6' le due correnti della perce ione 'ntrano in essi simultaneamente e tccano con pari scocco nel campanello della coscien a, in m' sono a**atto assim'tric6e, donde un risultato opposto) N' le sensa ioni rivali c6e v'ngono a m' dai vari oggetti, gi-ngono a com;aciarsi per*ettamente e a dare un sol squillo nello sp(rito mio, *ermentando in esso un miscuglio di ali e ampe e teste d!id'e verstovi da letture a**rettate, copiose, disparatissime) Era *orse, originariamente, il mio cuore un -nico specc6io, ma, dalla memoria onerato, si spe in centomila specc6ietti) Il troppo olio, dir';;esi, a**og lo stoppino) /e nel ;uCo notturno, nei preludi del sonno, mi si rierge talvolta l!id'a > come la colonna di *uoco c6e guidava gli e;r'i > luminosa,, comparso il sole, io pi- non scorgo c6e *umo) Vero ' c6e nel *umo perdura la *iamma e c6e, a *or a di gmito e pmice, la id'a riaquista splendore, o, come di Virgilio e delle orse si scrisse, % frmam post (terum lingua

magistra prit&, ma ci non avviene c6e a pre o di transa ioni, di sottintesi, di ripieg6i, cosicc6' il mio stile potr';;esi ;ens( assomigliare ad una donna sapientemente a;;igliata, non mai ad una ;ellissima v'rgine nuda) In questo mio stesso discorso, in questo stesso periodo > da m' lasciati pi- greggi del slito > i lettori 6anno prove a ;ise**e di ci c6e a**ermo) /i aggiunga la preoccupa ione a**annosa di stipare quanto pi- senso si possa in ogni *rase .perocc6' sempre mi parve atto di letteraria disonest quello di v'ndere al p-;;lico, per li;ri scritti, volumi di carta tinta d!insigni*icante inc6iostro23 si aggiunga lo studio, non meno mor;oso, di cacciar dapertutto mali ia, a**inc6', se la sto**a od il taglio del pensiero non vale, valga almeno la *dera, e non *ar meraviglia se il modo dello scrivere mio de;;a inevita;ilmente mancare di quella tagliente so;riet c6e *orma la caratter(stica della espressione dei grandissimi ingegni e de! grandissimi stolti) Fa della complica ione del mio attuale pensiero, c!' un!altra cusa, pur *(sica) /e colla continua ed ostinata medita ione, il cervello consegue la *or a di asc'ndere e la sicure a di aggirarsi pei greppi pi- vertiginosi, smarrisce, spesso, quella di camminare in pianura) 9uadagnando le ali, perde, per cos( dire, i piedi) Il prover;iale esempio del matemtico, c6e, sciolti i clcoli pi- su;limi, s;aglia la somma del dom'stico conto c6e gli propone la cuoca, ' in r'gola per*ettamente colla verit ed ' applic;ile a tutte le arti) I noto come uno de! mssimi agenti del pensiero sia il sangue, la virgiliana purpurea nima) Ora, la irrita ione c6e l!ostcolo tra la volont nostra e la cercata id'a prvoca ai nervi dell!intelligen a, invita, attira al cervello il *lusso sanguigno necessario ad a;;ttere lo stesso ostcolo, e la id'a si svela) Al raga o c6e * i sui primi italianucci ' su**icente irrita ione nervosa la ricerca delle parole di cui riveste la traccia temtica dtagli dal maestro3 all!adolescente, la caccia alla rima ed all!armon(a del verso colle quali ripete le ripeti ioni di moda3 al givane, c6e aspira alla art(stica originalit, lo s*or o, prima di evitare le id'e e le *orme troppo stancate ,, poi di scoprirne di nuove, poi ancora di raddoppiare, di triplicare i sensi delle sue *rasi, *inc6', viev(a, moltiplicndosi i di'sis e i ;emolle e gli altri accidenti in c6iave, arrivi a quella concentra ione, a quella ingegnosa oscurit di stile c6e * la deli ia degli intelligenti e la dispera ione del pu;;licaccio) Ora, il sottoscritto, c6e 6a passato come ogni altro autore non condannato allo sga;ello della mediocrit, tali stadi, trvasi appunto a quello c6e si potre;;e c6iamare %la distiller(a della quintessen a)& Le di**icolt c6e, una ventina, una decina di anni prima, ;astvano a rieccitargli la V'nere intellettuale, oggi, perc6' superate, gliela lsciano inerte) Indictegli un masso di pr*ido letterario, ei ne sapr *ar ;al are una statua3 consegntegli, per una ;urocrtica scarpa il necessario cuoCo asinino gi tagliato e il puntarolo e lo spago, dar punti svogliati e voi rimarrete a pi' nudo) 7on*esser tuttavia .ed ecco la mia scusa aggiuntina2 come, allorquando mi accorsi c6e non avr'i potuto per nessun verso *uggire il crescendo della complica ione stil(stica, lo a**retti e mi vi a;;andoni tutto, mirando solo di convertir la cattiva in una ;uona ventura, come *, della macc6ia c6e gli goccia impreveduta sul *oglio, l!aquarellista) E veramente, l!originalit in arte 6a pi- spesso radice in di*etti c6e non in virt-) /tia certo il lettore c6e, se di un!oncia soltanto della l(mpida mente e dell!am;ile *iloso*(a di Alessandro Fan oni o del sicuro nimo e dell!ampio umorismo di 9iuseppe Rovani avessi potuto disporre, non mi sar'i contentato di *are il gerogl(*ico <ossi) 9li ', del resto, una *atalit cronolgica alla quale n' io n' i mi'i *ratelli in letteratura sapremmo sottrarci) Trascorsa la primavera pariniana, la man oniana state, il rovaniano autunno, pi- non ci avan a, del letterario anno c6e st per *inire, se non l!inverno) /premuta l!uva di Al*ieri, di Fonti e degli altri, *atto il vin di Fan oni e di 9iusti, *atto il torc6itico di Aleardi, di 8rati, di R'vere e d!altrettali, pi- non rimane da *a;;ricarsi, dell!-ltima svinatura, c6e l!aquavite) Lam;icc6imone dunque in ;uon!ora) 7i servir di

sole invernale, e, riscaldate da essa, le genera ioni novelle prepareranno con impulso gagliardo il terreno ed i tralci per le vendemmie *uture) Tornando a noi, o piuttosto a m', io non mi lagno niente del n-mero, quale si sia, c6e estrassi nell!-ltima leva della letteratura paesana, n' dell!'sito degli s*or i coi quali tenti di assecondare e completarmi la sorte) Eno stile c6e *osse una rotaCa inoliata sare;;e la perdi ione de! li;ri mi'i) Eno invece a viluppi, ad intoppi, a tranelli, o;;ligando il lettore a proc'der guardingo e a sostare di tempo in tempo > parlo sempre del non do inale lettore oss(a dello scaltrito in que! doc-s di pensiero c6e si c6imano e Lam; e Fontaigne e /Qi*t e Rean 8aul > segnala cose c6e una lettura veloce nascondere;;e) 8er contraccam;io, le id'e o sottintese o me o accennate .quel pleou emis& pants c6e Es(odo d come r'gola d!arte2 *anno s( c6!egli prenda interesse al li;ro, perocc6', interpretndolo, gli sem;ra quasi di scriverlo) N' per altra ragione le sciarade ed i %r';us& mant'ngono a molti giornali il *avore del p-;;lico) Aggiungi c6e una s(mile illumina ione a traverso la ne;;ia, *acendo agu are al lettore la vista dell!intelletto, non solo lo guida nelle id'e dell!autore assi pi- addentro c6e se queste gli si *ssero di ;ella prima s*acciatamente presentate, ma insensi;ilmente gli attira il cervello > a modo di que! poppati arti*iciali c6e avv(ano il latte alla mammella rest(a > a meditarne di proprie) In altre parole, dall!addentellato di una *;;rica letteraria, egli trae invito e possi;ilit di appoggirvene contro un!altra > la sua > e, da lettore muttosi in colla;oratore, ' naturalmente condotto ad amar l!pera altr-i diventata propria) Ed ' al med'simo scopo di *armi l'ggere con attenta lente a c6e d'vesi ancora attri;uire la mia ripugnan a di usare parecc6i spedienti > meglio dir'i ru**ianesmi > i quali, secondo l!opinione de! cr(tici e il gusto della plat'a, costituir';;ero i requisiti essen iali della *orma romntica, primo tra tutti l!intreccio c6e appassiona e rapisce) Huanto 6o detto, toccando dello stile c6e pi- conviene a li;ri della pasta de! mi'i, pu appressapoco ridirsi parlndosi dell!intreccio) Non nego c6e una *vola concitata, densa di colpi di scena, irritante la curiosit, incal ante la lettura, sia la maggiore *ortuna, an i la dote sine 'ua non per un roman o sprovvisto di ogni sapore di stile e d!ogni poten a d!id'a" l ' necessario in*atti c6e il leggitore percorra a rotta di collo il volume e prec(piti al *ine prima di accrgersi c6e l!autore ' pi- di lui soro ,, ing6iotta per cos( dire il ci;o sen a aver tempo di rilevarne la insipidit) Nei li;ri, invece, in cui gli avvenimenti narrati sono un mero pretesto ad espr(mere id'e ed una occasione di suggerirne, deve l!intreccio s( es(stere ma non troppo apparire, dee contentarsi di *are, non da ricamo, ma da canovaccio, adducendo care osamente il lettore sino alle -ltime pgine, quale cmodo cocc6io da viaggio c6e permette di osservare il paese, non gi tra'ndovelo tur;inosamente quale ro a in*uriata) E s(mile intreccio modesto non parmi c6e manc6i in questa #esinenza in $, poic6' le sue tr' parti *rmano gli atti di una sola tragicommedia *a #onna, e poic6' i med'simi personaggi, c6e noi conoscemmo ;am;ini nei primi cap(toli, li ritroviamo, salvo quelli c6e perdiamo provviden ialmente per via, givani nelle scene di me o, vecc6i nelle estreme) Oltracci, vi 6a un altro legame pi- (ntimo, c6e si tent di celare nel nesso tra la natura am;iente cos(detta %morta& da c6i non 6a *ino l!orecc6io, e la storia, il carttere, il %momento& degli attori c6e ne son circondati) 76i conosce il segreto dei pinti roman i di Oogart6, comprender le mie scritte pitture) Il m;ile, la tappe er(a, la pianta, vi aqu(stano un valore ps(c6ico, vi compl'tano l!uomo, e, da s'mplici attre i teatrali, v'ngono a *ar parte integrante del ruolo dei personaggi) 9li ' il coro dell!antica tragedia ridotto a *orma moderna) <!ogni intreccio, per, quello c6e credo di non aver trascurato e cui tengo massimamente ' l!intreccio *ra il mio e l!nimo de! lettori3))) alludo sempre ai non irosi e non disattenti lettori, cio' ai poc6i)

7ome vedete da questa ultim(ssima *rase, qu( non si tira di pre o colla signora 7r(tica, allorc6' nota c6e io perdo > per ostinata premedita ione > la gran maggioran a del p-;;lico quella maggioran a c6e non s l'ggere se non i li;ri scritti a cartteri di ditta) Osserver tuttav(a, dal canto mio, c6e tale p'rdita non ' poi cos( grave, come asser(scono, per c6i aspiri ad arricc6ire meno le case editrici c6e la letteratura) Il p-;;lico di un letterato non ' gi quello dell!uomo pol(tico e del canterino .cele;rit spesso e l!uno e l!altro della gola2 pei quali ' indispens;ile e *olla e contemporaneit di *autori3 non ne occrrono a lui n' migliaCa, n' centinaCa e neppure ventine in un tratto" gliene ;stano poc6i, uno anc6e, purc6' s(ano degni, a loro volta, di lode e purc6' si succ'dano > sentinelle d!onore del nome suo > *ino al pi- lontano avvenire) La vota ione per la dur'vole gloria di un artista non si c6iude in quel med'simo giorno in cui viene proposta, ma le urne rimngono aperte nei s'coli) /e si contssero gli intellettuali custodi e ina**iatori, insino a oggi, della *ama di <ante, non si arrivere;;e certo alla grossa ci*ra della sine nmine ple%s c6e si accalcava estasiata intorno a passate o grugnisce ora gioCosa intorno a viventi volgarit) /enonc6', l!appluso della moltit-dine scompare colle mani c6e l!6anno prodotto e anc6e prima, mentre il luro, piantato dai poc6i intelligenti sulla tom;a del merit'vole e con soll'cito amore educato, non cessa di cr'scere e si ra**or a cogli anni) 7i c6e crea la moda, la moda pur spa a via, n' oggi alcuno pi- sosterre;;e la ;urattinesca trucit dei gi cele;rati roman i della Radcli**e n' la pat'tica pappa delle novelle, *uriosamente gi lette, del 76iari, come domani non si so**rir pi- da nessuno la grand(ssima parte del ;o ettismo del giorno) /e ' dunque assiomtico c6e un li;ro trovi tanta maggior gra ia presso l!uomo d!ingegno quanta minore ne incontra presso il citrullo e viceversa, sar necessario evidentemente, per conquistare una s-;ita popolarit, di piacere ai go**i oss(a di scr(ver go**ggini) /t(eno per tranquilli i pu;;licisti c6e 6anno missione, dir';;esi, di alimentare il cretinismo italiano3 n' io n' gli altri mi'i migliori colleg6i saremmo mai rei di a;igeato di qualc6e loro lettore) 8er conto mio, in arte sono aristocratic(ssimo) 7ome Jrine, io non am;isco all!omaggio c6e dei sovrani))) dell!intelligen a) Nulla pi- mi spaventa di quell!unnime ;attimani c6e mi *are;;e domandar con Jocione" ? s& d. pou t -a-on l.gon .mauton l.leoa@ ?8arlo molto di m', non ' vero, mi'i ador;ili cr(tici@ ?76e volete@ F!insegnaste voi stessi, c6e per *are o per dire qualc6e cosa almeno mediocre, ' d!uopo tenersi nell!orticello c6e si conosce men male" ora, io descrivo m', cio' la persona c6e m!' pinota) ?8erc6' non vi descrivete anc6e voi, ;uoni cr(tici@ /i vedre;;e alla prova c6i * men ladra *igura) 7omunque3 questa %su;iettivit& c6e vi d tanto sui nervi e c6e st in*ine di casa, non ne! mi'i li;ri, ma nelle sole lor pre*a ioni, da considerarsi come lettere (ntime al p-;;lico, non 6a nulla d!ingiurioso, c6!io sappia, alla individualit altr-i) A parte c6e qu( si tratta di un su;iettivismo c6e riguarda, non le circostan e occasionali di un corpo, indi**erent(ssime per tutti gli altri, ma l!essen a di un!nima, propriet universale3 a parte c6e la letteraria coscien a ' s(ntomo di virt-, non di vi io, giacc6' l!occ6io dell!artista c6e non scorge se non il suo esterno ' occ6io c6e poco vede, egli ' sempre > parmi > pi- cortese ed am;ile, nello sc6i-dere la galler(a delle *antas(e nostre, di non imitare que! padroni di quadri c6e si rit(rano sultanescamente, a;;andonando ai servi i visitatori, ;ens( di accompagnar questi noi stessi, *acendo loro da cicerone) 7i, non *osse altro, test(*ica c6e io non sono poi quel trappista, quel /imeone stilita, quell!antrop*ago di s' med'simo, quell! (rsus spelaeus c6e piaque a certuni, collo stmaco grave di anguilla, sognarmi) Voi vi *ate, o cr(tici, una s;agliat(ssima id'a di quello c6e sia la societ umana, riten'ndola tutta compresa, insieme alla *ama ed al resto, nei poc6i metri quadrati dei giornal(stici u**ici c6e sm'rciano i vostri veleni, sacri asili al di *uori de! quali non sare;;e c6e %lido e solit-dine mera)& Den altro vasta ' la umana societ, i cui giorni si cntano a s'coli, i

cui mem;ri s!int(tolano ppoli, il cui c6iacc6ieratoCo ' il mondo) 8er conseguire, tra essa, notoriet, lascio a voi di tentare i vostri %invescativi o coercitivi& come li dite, impiegndovi tutta quella provvisione di mntici e ruote, di olii e di unti, di -cc6eri e incensi, di cui disponete) Anc6!io miro alla Jama ma a patto solo di gi-ngerla all!aria aperta e colla trion*ale quadriga de! cavalli ;ianc6i, non sul carretto dell!immonde a di 76ecco, non sul ;aroccio gialloKnero ed in*angato di 7'sare, non sulle penne ru;ate e sempre vend(;ili a c6i pi- paga di Ruggero) 8er *inirla, o mi'i cr(tici astiosi, io vorr'i lusingarmi c6e niuno di voi, a;;ia letto questa #esinenza in $ nel suo giusto momento) Non succ6ia il midollo di un li;ro se non il lettore il quale si trovi in una disposi ione di nervi cons(mile a quella in cui era, scrivendo, l!autore) Il gran F(lton ' da l'ggersi la dom'nica, quando si acc-mula nell!atmos*era il religioso uragano, *atto di nu;i d!incenso, di cerei lampi, di armnico tuono di rgani3 Leopardi in una giornata piovosa, colla disgra ia ai calcagni e la dispepsia allo stmaco3 7attaneo in un!ula parlamentare, assente lo s*i;ratore <epr'tis3 7arducci sotto un arco romano non medicato dal dottore Daccelli3 7orrenti *ra le sto**e pre iose e le rarit antiquarie3 Ougo, al mare) 7os(, ' nell!'poca del malincnico e verginale erotismo dell!adolescen a c6e pi- si comprende la ita nuova del giovinetto Allig6ieri ed ' nell!ora del disinganno amoroso c6e il presente volume sem;rer *cile e piano) N' a quest!-ltima ora rado perv'ngono gli umini3 an i tutti vi trnano quante volte 6a loro sorriso da un *resco aspetto di donna l!inganno) Fa una illusione ancora maggiore ' la mia c6e cr(tici mestieranti ril'ggano un li;ro c6e 6an giudicato una volta e ind-cansi, per soprassello, a cam;iar di parere) Huando uno tra essi lanci la sua senten ietta spietata, Anon c!' pi- cristiB la ripete stucc6evolmente per tutta quanta la vita del condannato e anc6e dopo) Imita ione quindi per*etta ', la cr(tica, della misericordia divina, privilegiata inventrice, a quanto ins'gnano i preti, della pena c6e non 6a *ine) 8ienamente dunque d!accordo co! mi'i avversari in ci, c6e niuno di noi rest persuaso dei ragionamenti dell!altro, non io de! loro, non essi de! mi'i3 ritengo per sempre *inita la nostra cartacea ;attaglia" sparsa ' l!arena di penne e di matite spuntate, sparsa ' di po e d!inc6iostro, e *a desinenza in $ entra, non troppo sconnessa, nelle sue seconde no e col p-;;lico) ?Fa c6e@ ?c6e ' mai questo sciame di donne c6e m!assal da ogni lato@ 7ome i cim;ri, scon*itti da Fario, c6e si tra'vano seco il lor *eminile ;agaglio, %)llica impedimenta, come i ;racati persiani sull!usta dei quali si a**ollava la ;agascer(a di tutto l!impero, i mi'i cr(tici si rimorc6irono appresso un n-volo di gonnelle > dalla seta alla cotonina > ;allerine ed avvocatesse .am;o oratrici coi piedi2, trecc6e toscane e maestre di scuola .am;o appendici de! clssici2, sorelle di carit, mogli a nolo ed altre parenti posticce, sarte, ;alie, modelle, cantiniere, telegra*iste, *ilandiere))) un ci;r'o insomma di *'mmina, c6e dopo di avere assistito o ioso alla pugna, cerca ora di riappiccarla coi denti e colle ung6ie) 7ol-i c6e, cavalcando soprapensieri nella romana campagna, capit qualc6e volta in me o a un!orda di porci e in quella gru*olante e minacciosa mar'a, stette minuti c6e gli prvero ore, potre;;e -nico penetrarsi di tutta la gravit del mio caso) ?7ome salvarmi@ ?come superar tanta Eva@ I lom;i pure di 8rcolo e di Vittorio impallidir';;ero) E una matrona, un quintale di ciccia c6e porta gli occ6iali della *iloso*ia e il ;usto della lgica e il guardin*ante dell!oratoria, m!investe di una mitraglia a*or(stica, s;u**ando" %Tutto quanto si guarda da una sol parte si vede male) 76i ingiuria la donna, ingiuria pur l!uomo c6e ne ' il *rutto peggiore) 76i non s perdonare, ' di perdono non merit'vole))) ?/e ti credevi in piena ragione, perc6' tanta ira@& > aggiunge irat(ssima) %L!evo dell!assolutismo masc6ile non ' pi-& > senten ia una ;ella sveltina in elegant(ssima toeletta *orense .comec6' appena laureata dai pro*essori e dagli studenti dell!Eniversit di)))2 cercando ingrossare la voce con empirsi le pro*ilate narici di

ta;acco rosa) > %76iusa ' l!et in cui *acevate a vostro pro*itto le leggi, divor indoci ignominiosamente .consulta il Talmud2 solo c6e av'ssimo lasciato a**reddare la uppa ai cari sposini, presum'ndoci ad-ltere .vedi in /eldeno2 sol c6e si *osse rimaste appartate con uomo c6e non ci era marito, il tempo di cucere un ovo) Fa il nostro dito 6a gi tScco la vostra tarlata legisla ione) Noi riusciremo a tutto) La persuasiva, dea della Tri;una, ' noi c6e l!a;;iamo trovata) T- lo pui dire, t- stesso, a cui *avore la *emminil parlantina seppe pi- volte rinspirar la pa ien a c6e il tuo laconismo av'a *atto smarrire a tui creditori e lettori)))& %?E c6i ti aperse i cieli d!amore@& domanda rimproverante una 'sile e pell-cida v'rgine con un sospiro c6e t'rmina in tosse %?di quell!amore c6e non muor mai, perc6' non si ci;a di vivanda mortale@ ?76i t!insegn la lgrima innamorata, seme di perla@ ?c6i piovve sul tuo st'rile ingegno quella luce lunare della mesti ia c6e *econda i pensieri@ ?a c6i devi i primi vagiti po'tici@)))& %AIngratissimoB& esclama con roca voce un composto di cipria, cold-cream e pingu'dine *loscia c6e ancor tenta di spacciarsi per donna, %c6i smor la tua smania amorosa@ ?c6i sa i le tue la;;ra a**amate@ ?Non pi- dunque ricordi le cento volte c6e a;;racciasti queste mie giarettiere c6iamndomi <ea perc6' mi slacciassi alla svelta@ ?n' la *oga gioCosa con cui pagavi il mio lusso@ ?n' l!intima soddis*a ione c6e ti procuravo, scarro ando con m' per la citt invidiante, t- ;rutt(ssimo al *ianco di una ;ella mia pari@ AAccidenti alla memoria tuaB& %?E c6i,& su;entra, ironicamente soave, un pllido volto tra due cndide ali di tela, stri ndomi mali iosamente l!occ6io per poi tosto velarlo di pudica palpe;ra, %vegli lung6e notti al tuo letto e al tuo g'mito, quando tornasti piagato dalla guerra d!amore e *asci la tua doppia *erita e ministr sul tuo *ronte g'lida aqua e ;aci scottanti@& %?E c6i,& continua con uno strillo acut(ssimo un!om;ra cenciosa, verso m' roteando il suo rosario di ;osso, %6a pregato per t' c6e non accendevi lumi a /an Rocco))) dopo di averti servito da *ida)))@& %?Fi riconosci tu@& interrompe una mac6inosa *antesca coi ri*lessi dei *ornelli nel viso, indicndomi con una m'scola e urtando in terra gli ccoli) %A/-, padrone de! tui stivali, ridomndami ancora, se 6ai *accia, que! ;roducci ristretti da sei capponi e ddici ova con cui ti guarivo dalle medicine c6e t!ingo vano, ridomndami que! pran ettini di molti volumi c6e ti manten'vano, come dicevi, l!ingegno tuo e la stima de! tui amici)))B& %?E il piacere c6e ti susciti per gli orecc6i@ ?e il gusto c6e ti diedi per gli occ6i@& esclmano insieme due ;m;ole, gioCellate e piumate, la prima con un trillo armonioso e un contemporaneo a;;aCamento cagnesco, l!altra con un rpido lancio di gam;a e uno strido di papagallo) %?E i ;ottoni c6e t!a;;iamo cucito@& ec6eggia oc6inescamente un coro di cameriere, il petto pieno di poppe e di spilli, %?e le camice c6e ti stirammo@ ?e i ca**' c6e ti a;;iamo opportunamente recati sull!al;a@& %?E i pedalini c6e t!ammagliammo@& (tera un coro di vecc6ie pun ecc6indomi cogli ag6i di cal a, %dove li lasci@& ?76e rispndere@ <all!alto del 8'gaso mio, inutilmente inquieto, cerco di paci*icare la rumoreggiante *olla, ma ottengo l!e**etto opposto) /en a pr, in*atti, mi s;raccio a *are a tutte compr'ndere c6e ogni vita di artista ' eppa di contraddi ioni tra lo scrittore e l!uomo e c6e per io non sono .mi prvino2 quell!odiatore di donne c6e mi si r'puta3 c6e, in ogni modo, se nella Fadonna a *resco del muro mio *u occasionalmente aperta una *ogna, m!impegno di tosto murarla e di ridiping'rvene due, ;eninteso Fadonne" invano prometto loro, purc6' non mi amm ino prima, di cantare con entusiasmo le loro lodi,, c6' se *u inneggiato alla peste, al cancro, alla piva e a tutti

quanti i malanni, si potr ;ene, credo, ;ruciare incenso rimato anc6e alla *'mmina, c6e non ne ' poi il peggiore" invano tento di s*errare alle nu;i il mio alato destriero > Apvero 8egasuccioB > non pu mversi pi-, stretto dalla calca e spennato) E le iridiscenti sue penne gi ;atti;gliano ne! cappellini delle mie inimic6e) %AR'ndici tutto quanto ci 6ai tolto))) *ioriT ;aci))) care eB& ' questo il grido -nico, *uri;ondo, c6e si eleva alle stelle) Fi ergo in arcione) I un mare di teste in moto, di irati om;rellini e conocc6ie, di tesi pugni) Anc6e la voce, quest!-ltima delle sei ricc6e e c6e le donne *anno p'rdere all!uomo .ing)nium, mres, pecunia, vis, l(mina, vox2 6o smarrita) E, sulla c6ioma mi passa la *redda om;ra di Or*'o) %ARestituisci i tui *urtiB& urla quel tempestoso oc'ano di F'nadi, con un ondeggiamento in avanti) En!arma sola mi resta > crica per *ortuna) 7on un s-;ito moto, la s*dero) AFeravigliaB AincantoB En ;rmito di voluttuoso terrore, di riveren a e di cupidigia, dist'ndesi di ;occa in ;occa) A m', torreggiante sulla sella pegasea, quelle inn-meri donne, come da un colpo di vento a;;attute, come Titania o la t'ssala dama dinan i al scespiriano Dttom o al lucianesco Lucio inasiniti, cdono a ginocc6i) Alla minaccia ' sottentrata la s-pplica, e tutte tutte invcano la mia ;enedi ione) /oma, 01 settem%re 2334
7ARLO <O//I

/INJONUA
A TRANHEILLO 7REFONA
FIO 9LORIO/O AFI7O <AL 7EI 8ENNELLO RIDO77ANTE <I /OLE E <I AFORE /MTERO <I JINEZZE, <I /A8IENZA, <I ORI9INALITM IF8ARMI A /7RUVERE

5ezione di una casa civile a due piani) O 8-;;lico, o solo mio R', si * porta) #ue lire e tu sei in teatro) AMnimoB risparmia un paCo di guanti, un nastro, un *iore, un sacc6ettino di dolci, e ardisci di non scroccarmi il ;iglietto) ?76i ' mai, c6e con un cinqueKcent'simi in tasca, avre;;e tanta impuden a di domandare, per gra ia, a un panattiere un panuccio@ ?non si paga, *ors!anc6e, una s;ornia c6e ti * misurare la terra tra le *ratell'voli risa del prssimo@ ?non si paga un amplesso c6e ti lascia un rimorso@ ?non si paga per*ino un rimedio c6e ti assassina il palato, e, peggio ancora, lo stmaco@ 8-;;licoKR', trttami almeno, ti prego, come tratti il tuo cuoco, il tuo sarto, il tuo ertico araldo) N' ti rattenga la pietosa paura di rivedermi, tua merc', a tiro di quattro e col ;attistrada) Lo sp(rito costa molto olio) /iamo poi troppo signori per diventare mai ricc6i) AAnimo dunqueB ti da ia e riempi il tuo posto) AVe! c6e poltroneB A76e molleB o6 c6e molleB /e la tua regnante Faest > come des(dero e spero e per essa e per m' > 6a pran ato da papa, trover qu( da disporre ampiamente la intimpanita ventraCa, e potr, cullata dal tepor della sala, succiarsi il pisolino del c6ilo, sen !altro timore da quello all!in*uori di p'rdere la commedia, il c6e ' *orse un guadagno3 se, invece, la ' *avorita da qualc6e polposo vellicatore contatto, la Li;(dine tua 6a di c6e stare a tutta sua voglia stipata in un disagio agiat(ssimo) E di pi-, nei ritagli di tempo, ;adando un poco anc6e a m' e non isdegnando la tenue *atica di pensare il pensato, potri mantenerti sull!eserci io di quella lingua italiana, in cui l!innesto lom;ardo distrugge la scr*ola *iorentina, e Ac6iss maiB accattarti una do ina di concetti ingegnosi, da improvvisare poi per tui propri, cos( *acendo una *igura men ladra nel mondo della parola, e cos( con*ermndoti nella ;uona opinione, c6e tieni, sen !alcun *orse, di t') Fa ecco, sul limitare, tra il vorr'i e il non posso, una rispett;ile dama) I una madre, incerta tra le g6iotte promesse di un cartellone e la verginale apparen a di una *anciulla, c6e le st ;raccio a ;raccio) AO non tema, signoraB Entri pure a cuor sciolto) ,unto primo3 la vera Forale, immut;ile, eterna, v come il corso dei cieli, pel quale ' tutt!uno c6e i clcoli delle pi- pr's;iopi sp'cole ;ttano giusto od errato3 v per suo conto e ;en v) Non creda, c6e n' i li;riccioli pel popolino del castratello AVV, n' le commedie per le ;im;e da latte della maestr-cola DVV, s(ano proprio i Fess(a da mantenere questa vera Forale nel suo diritto cammino, caritidi, a parer mio, c6e si dilm;ano a sostenere una mole c6e si sostiene da s') I dieci comandamenti, cos( detti di <io, 6anno potuto, dopo Fos' c6e li scrisse con la minaccia, 'ssere rispettati, appunto perc6' per amore lo 'rano gi, in altro cdice inscritti ;en pi- duraturo del granito e del ;ron o, %la umana universale coscien a)& E ci la signora *avorir di accettare sulla parola, c6' a voler la ragione di ciascuna ragione, si sciupere;;e a quintali la carta e a ;otti l!inc6iostro, coll!attraente certe a, c6e, *atto il giro del glo;o, arriveremmo alle spalle di quella prima ragione da cui s!era mossi) Non mi ;;lig6i dunque a noCarmi, per annoCare lei) /e la signora ama proprio la noCa, non mncano ;i;liotec6e) ,unto secondo3 <rammtica e Letteratura, nei loro rapporti colla Forale, nrrano pi- quanto si * o si ' *atto, c6e non ins'gnino il da *arsi) In particolare poi %teatro& vale divertimento3 tanto ' ci vero, c6e se l!autore a questo suo scopo *allisce, pensa lo spettatore a ri'mpierlo, traendo dallo stesso trgico orrore una piac'vole sensa ione) Fa le sensa ioni c6e sc'ndon da un palco non div'ntano mai sentimenti3 tutto, in un teatro ' *itti io, per c6i dice e c6i ascolta3 tutto, dai scenari alle ore) 8er quanto omicida, una tragedia non *u mai rea di digestioni men ;uone ne! sui spettatori ed attori) N' andiamo a *idarci della larva dei visi) Niun uomo s!a**anna davvero o gioisce se non della propria *ortuna) 7alato il sipario, il sogno ' *inito3 resta ciascuno qual!era > solitamente un ;riccone) E, punto terzo3 concesso anc6e, o signora, tanto per contentarla, c6e la drammtica o letteraria rappresenta ione di un peccato qualunque,

possa lasciare vestigia nella cera ancor molle di un givane cuore, ?perc6' allora, domando, non ne 'vita Ella alla sua quasiKintatta palom;a il dom'stico esempio, reale e diuturno, ;en altro e**icace c6e non scolorite *in ioni@ ?e quale casa > mi dica > non ' viva accademia ai pi- torti costumi@ Veda qu() Oo un sacco di casettine qu( .e lo scuoto2 sul gusto di quelle, c6e, scolpite nel pino, v'ngonci da Norim;erga, la citt cara ai *anciulli) /c'lgane una, madama) ?Vuole c6e m'scoli ancora@))) scelga pure a suo agio))) ?Huesta@)) ADravaB Ella 6a saputo pescarsi un gra ioso edi*i io a due piani e sen a ;otteg6e, a;ita ione certo di gente, c6e, per mangiare, non 6a da *ar altra *atica c6e di recarsi il ci;o alla ;occa3 di gente c6e non cmpera cenci per vesti, ma vende vesti per cenci3 di gente, in una parola, per necessit ;uona, non perci virtuosa) Ed ecco, 8-;;lico mio, la casa3 ecco il p(ccolo mondo, dove ciascuno possiede il vero suo regno, un regno in cui si comanda a c6i amiamo e ci ama" ecco il sacrario del *atale palladio della pol(tica quiete, la p'ntola3 o, se meglio v!aggrada, quel camerino dove si studia la parte da recitare in istrada e il genio ci appare in mutande e))) <ite %;asta&, vi prego) 76' io, di tutta !sta ro;a, *ar come di un pomo) 7on il coltello della *antas(a la spacco) AVe! c6e taglio nett(ssimoB 8asseggimola ora col guardo) Il primo piano pu dirsi un cannocc6iale di stan e) Tutto ' seta, velluto, tutto ' oro, cristalli) Fale potr';;ero i pi- t'neri piedi desiderare una maggiore mor;idit di tappeti3 male sapre;;e una logor(ssima sc6iena imaginarsi im;ottiti pi- voluttuosamente ced'voli) Eppure, *uorc6' i servitori, non ci si trova nessun altro padrone, il c6e vuol dire c6e a meraviglia non ci si st) Nel salottino della signora, una tenda ' strappata, un paCo di sedie rovWscie, e, di pi-, stelleggia nel vast(ssimo specc6io un gran crepo, colpa *orse quel ;raccialetto c6e innan i gli giace ammaccato) Jatto ', c6e il padrone se l!6a scivolata di casa con una cera pi- mu**a del consueto, gualcendo un ma o di poli ini, e c6e la signora scarro via con la vendetta nel volto3 egli, pro;a;ilmente a pagare dei d';iti, ella certissimamente a *arne) ?Fa a c6e ti scalmani, o marito@ ?a c6e spesseggi i picc6ii irritati del tuo nodoso ;astone a corno di cervo@ Tua moglie 6a sotto di s' quattro ruote" arriver sempre lei per la prima))) E la portinaCa, la quale ritorna dal c6i-derle dietro il cancello, rianda la segreta consegna delle ;ug(e c6e le lasci la padrona, e ne *a s-;ito parte al signor mangiadormi, nascente in quel punto dalla cantina con due ;ottiglie tra mani e la ter a in ;udello) Intanto, una ;otoletta s*oga di sala in sala la sua sti osa verginit sui pi i di una mantiglia, e intanto un ;m;olo latterino, con l!ira nelle gengive, * tra;allare la ricc6(ssima culla, strillando a sgo arsi pel noleggiato seno della nutrice) AFa e s(B sparmia il *iato, A;im;oB Ena giuliva *an*ara 6a invaso l!am;iente e la tua mucca a due gam;e, c6e regge il seno a *atica, ' andata ad esporlo a un poggiuolo, di dove, mirando il ;rioso passare dei ;ersaglieri, cerca, tra tante penne di gallo, la coda del suo) La cameriera le sopraggiunge) La cameriera a;;andon, di sua parte, una cu**ietta a ricami sulla scottante cucc6iara) Juma la tela ;attista, ma la strinatura del cuore le intasa per l!altra l!ol*ato) E passa l!amoroso sergente e la occ6ieggia, mentre il marito di lei, quel ;am;agione di cuoco, *isc6ia in cucina il motivo della *an*ara, ;att'ndone il ritmo su costolette di porco, no;ilitate a cing6iale) N' l!altro piano si dissomiglia troppo dal primo) /e qu( non si pran a in porcellana 9inori, non si s;occona neppure in terraglia di Diella) I padroni masc6i, anc6e qu(, sono *uori3 giova peraltro supporre, c6e ci sia a sgo;;are, per mantenere nell!o io le loro massaCe) E davvero, di esse massaCe, due, cio' la nuora e sua *iglia ventenne, stan trascicando pel corso da tr' o quattr!ore le loro *ruscianti ;al ane, gratuite spa aturaCe) A/*ido voi a restare tra quattro pareti, in una giornata s( a urra, con tanto lusso di vesti, e quel c6!' pi-, con della carne in nego io da esitare alla sveltaB Fa gi sunan le cinque, e in casa non c!' letto ri*atto) %A6 se non ci *oss!ioB& sospira, scotendo il capo, la sucera, *ida alla stan a per non poterne pi- uscire, %Aadd(o rdineB& E

insieme, * quello c6e pu, disordinando le id'e nella ricciuta testina della nipote minore, una ;im;a novenne, la quale st a lei silla;ando la storia di Eva c6e mena pel naso il protomrtire Adamo) /enonc6' il loro .parlo ancora di naso2 non sem;ra molto sagace se non si raggrin a all!odore di ;ruciaticcio c6e esala dalla cucina) A7uoca malconsigliataB ;ada all!arrosto c6e se ne v, e non al pudore gi andato) Jai senso per*ino allo spasimante magnano, c6e non arriva a capire per quale ragione paventi, la prima volta, le sue *uliginose care e) 8oic6' il magnano non s del gan o rivale, c6iotto nel dispensino, come tu, cuoca, non sai c6e l!ascoso, troppo ' rapito in una li;;ra di cotta per ingelosir della cruda) Intanto l!arrosto v in *umo, v coi sogni leccardi dello sgo;;ante padrone) E questa casa, o signori, ' delle meno sconclusionate) ?Non mi crede, madama@ 7reder) En po! d!unguento ;occ6ino, e rincollata ' la casa, e quale pareva, torna3 e ridiventa, per lui c6e passa in istrada e mai non pag di *octico, l!arca d!ogni terrestre salute) Fa la plat'a s!' eppa) A9iovinotti, in orc6estraB 8arlo a voi, smil i agognanti alle meritali s*eroidit,, a voi, nati all!amore dalle tr' pu;;lica ioni e alla santa *atica del procreare in per*etta sintassi e alla *elicit in carta ;ollata3 parlo a voi, c6e, ancor titu;anti tra una tovaglia troppo piccina per due e due len uola troppo ampie per uno, ergete al cielo .del letto2 i l(;eri polsi per impetrar le manette) Tu, in ;uca, ira suggeritrice) A9iovinotti, ai legg(iB AJuori i *agotti e gli -*oliB <ice il mio quinto Vangelo %allegramente sonate, c6' sarete sonati)&

ATTO 8RIFO

/7ENA 8RIFA *e due popptole) Era un giorno qualunque di un qualunque gennaCo) Il pala o dei 9ar a si stava a;;igliando pel ;allo di gala c6e la contessa Tullia .c!' anc6e un marito, ma conta per vetro rotto2 usava di o**rire ogni anno alle stelle della citt, nel cristian(ssimo scopo di sp'gnerle tutte con il *ulgore delle sue gemme, l!inaspettato della toilette, la sua ;elle a spavalda e il n-mero dei sospiranti) Tape ieri e pittori, lampadi e *ioristi, av'vano invaso il pala o sloggindone quasi i padroni) <!ogni parte un traurtarsi, un sorvegliare a c6i sorvegliava, un comandare controKcomandi, un a**annarsi a conc6i-dere nulla o peggio3 l, il lamento di un m;ile grave c6e non voleva mutar domicilio compromettendo la sua em'rita et, o lo squillo di grndine cristallina da un lampadario commosso3 qu, gli accordi di un piano*orte o la scordatura improvvisa di un servi io di /'vres3 in complesso, nell!aria, tale un ;roncio, tale una luna da minacciare tutt!altro c6e un divertimento) AE s(, c6e, almeno pei servitori, la *esta ' gi nel suo pienoB /ulle cantine, non pi- catenaccio3 le pletric6e ;otti son salassate sen a piet3 nella cucina par convenuto il mercato3 tanto ' il ci;o, da spaventare la *ame) Eppure, sar una gra ia, quest!oggi, se potranno i padroni sedersi a tovaglia e al rsene non malcontenti) 8oic6' la pompa 6a ucciso la comodit) La sala da pran o divent un teatrino3 la scala, una serra dal vertiginoso pro*umo" quanto ai saloni, s'mplice spa io3 pura mo;iglia, le cmere) Dasti pensare, c6e il ;allo s!' spinto *ino allo studio dell!adiposo padrone, o;;ligndolo a evacuare d!rdine della signora, c6e intende sostituirvi un %oudoir3 s( c6e il pvero conte 9on alo, *ttosi us;ergo di scient(*ica *lemma, 6a dovuto raccSrre le sue itt'ric6e carte e colla penna all!orecc6io, il calamaCo in saccoccia e due messali sotto le ascelle .c6' i servitori non 6anno pi- tempo, nemmen di servire2 emigrare in uno stan one remoto, dove, ved'ndosi il *iato e so**rendo di ung6iella, lima ora una ottava di quel suo immenso poema tra il didasclico e il rompisctole, c6e tratta %della dom'stica pace)& <iamo adesso un!occ6iata alla guardaro;a) AVatti a nascnder, Da;eleB Armadi e tiretti, scatoloni e ceste, tutto ' aperto, scoperto3 ' un gua a;uglio, una arlecc6iner(a di *ogge e colori, di sottanini e di gonne, di s;u**i e volanti, di ;indella e cervelli))) dico cio' cappellini) 8otr'i, *ossi maligno, osservare c6e la padrona, a pe i e a pe etti, c!' tutta) E sul tavolone un monte di ;ava di ;ac6i, spuma sen a sostan a come la %onne soci.t., c6e ;astere;;e a parare otto donne, ma non a salvare il pudore a una sola, un candid(ssimo monte, c6e decresce man mano, passando tra le gili dita di quattro sartine, le quali, sedute nel vano di una *inestra, ci danno lo strano spettcolo di a**acendarsi a cucire > mentre ;ianc6'ggiano i tetti su di un ciel grigio > una veste di estate) E quelle raga e ag-cc6iano svelto, c6Xne le *ronti gentili, in silen io, n' si so**'rmano c6e a provvedere l!ago di nuovo *ilo, agu ando, verso la cruna, occ6i c6e non 6anno dormito) /opra la sponda della *inestra iano intanto quattro grosse pagnotte e))) un coltello) AO soCatora cucinaB Ao carestiosa u;ertB Tuo malgrado, an i, ' per t', se anc6e la ga;;ia di 7icio, il pssero solitario, pende muta in un canto) Iccoti l(, 7icio mio, irrigidito sulla incomm'st(;il sa;;iuccia, vuoto l!a;;eccatoCo, scXutto l!orciuolo, sen a pi- cuore, sen a lattuga, sen a ancor lgrime, salvoc6' *orse da quel gattone soriano, c6e stro*inndotiKsotto le volte pi- voluttuose, guarda in s- e sospira, per non potere pagarti l!-ltimo u**icio) Tanto, dico, la guardaro;a era eppa di nulla, c6e Isa, la settenne ;am;ina della contessa, av'a dovuto tirare i sui due metri quadrati d!immunit, il suo /an Farinetto, il suo tappetino, sin contro uno sposareccio cassone, di quelli c6e con le scolture e gli intarsii diss(mulano .come l!;ito ;ello il cuor ;rutto2 la ;ianc6er(a s-dicia) Era, quel

tappetino, l!asilo di tutti i colletti all!mido renitenti, di tutti i nastri ri;elli al cappio o scartati dalla inst;ile moda, in una parola, di tutti i ;anditi dall!a;;igliatoCo materno3 ed era l!assoluta provincia della ;am;ina e della sua amica di cartapesta, la gra iosa JannG, una *antoccia, c6e le assomigliava come uovo a uovo e nell!oltremare della pupilla e nel vermiglio delle guancette, t'nere e tu**olotte, e nell!incipien a del naso e nel ;iondoK am;ra della capigliatura, avvantaggiando su lei in ci solo .d!assi rilievo per2 > nel silen io) Fa siccome, quaggi-, cosa compensa cosa stando la per*e ione nel complesso di tutte, valeva il muscoletto linguale dell!Isa e per l!una e per l!altra, an i ne sovra;;ondava) %A8vera la mia JannGB& dic'a essa accoccolata sul tappetino mentre aggiustava intorno alla ;m;ola con la manina guantata una ;ianca sottana di raso, %quella ;rutta 6onorine non ti 6a ancora portato l!a;ituccio di gala) Oai, ' vero il gros lilla, 6ai la faille rosa, 6ai la moire mauve, ma li 6ai messi gi tutti) 7i! c+est ind.cent comparire due volte nello stesso salon con la stessa toilette))) ?76e ne dire;;e la ;aronessa 7olorno, cette d.goutante@ ?c6e ne dire;;e la Dreda, cette parvenue@))) Eppi, tu devi ;allare i lanciers con /ua Alte a, e *ar Yg6igna g6ignaZ a quella smor*iosa di una marc6esa a d!Ali*e) A8vera la mia JannGB ?I il noCoso papp, vero@ c6e non ti vuole dare le sou@ AAvaraccioB))) Oa ;en ragione don 8eppo) AAu*B ces maris! Ac6e caldoB))) Fa non pingere mica, JannG) Noi lo diremo a don 8eppo, e don 8eppo ti comprer lui la vestina)& 8ra par)ntesi3 c6i mai sia don 8eppo e quale il suo u**icio in casa del conte 9on alo, non giurer'i" stanno due indi i per3 l!uno c6e ogni qualvolta ' pronunciato tal nome, s!increspa mali iosamente il cantuccio dei la;;ri di questa o di quella sartina3 l!altro, c6e Isa, per aCutarsi la imagina ione, 6a investito della parte di lui uno -*olo rosso da un soldo) E Isa, adducendo il delicato strumento a JannG, seguitava" %AO caro il nostro don 8eppoB 'ue vous 9tes ponctuel!))) Attacca pure, Jrancesco))) /u, monti don 8eppo,& .e la ;am;ina accomodava lo u*olotto a *ianco della *antoccia, in una sctola gi di canditi2 %la mi segga qu( presso, monsieur3 tout pr)s))) ite! dal mercante))) E tipKtop e tipKtop e tipKtop))) %:on;our, mercante& %?In c6e posso servirla, signora contessa@& .*ac'a da mercante un so**ietto2 %<+ai %esoin di cinque e cinquanta milioni di miglia di velluto d!oro e d!argento con la coda)& %Ecco, signora contessa)& %?Huanto costa, mercante@& %Nove *ranc6i, signora contessa)& %Lei, mercante, ' un gran ladro)& %Non posso *are di meno, signora contessa)& %Dasteranno allora dix francs) F!impresti il suo portemonnaie, don 8eppo)& %O6 non s!incmodi, signora contessa)& % $dieu, mercante)& %/ervo suo, signora contessa)))& E tipKtop e tipKtop e tipKtop))) %Eppi, ?sai@ o JannG, ti metteremo all!ingiro un collier di ;rillanti, a eruole e ;ottoni, con un ;el dndolo in me o, e dentro il portrait di don 8eppo) %=n attendant, siedi alla pettiniera) A>ci, Lulla e AmorinaB& .e Isa, da un mucc6io di ;am;olucce, el'ssene due e poi altre2 %$llumez les %ougies))) Tu, Tesoretta, v a pigliare il peignoir) Tu, 7armelita, inclina la glace e dammi un miroir) Monsieur iolet, la mi *accia una coiffure la c"ienne-adora%le con su una ;ella corona di marrons glac.s e di carta di dolci e una piumona di pollo del 8aradiso))) #u -o"euil et un %?tonnet, TesorettaB de la veloutine, 7armelitaB Aune "ouppe, LullaB))) ADestia di un!AmorinaB ?non senti c6e mi tiri i capelli@ %A6B c+est fini) *es gants! Mes gants a sei ;ottoni) Inclina un po! ancora la glace, 7armelita) @ue ;e suis %ien! 'ue ;e suis ravissante! ))) Tu, sti distante, papp3 tou;ours si malpropre, toi)& Fa riecco don 8eppo .e la ;am;ina riprendeva lo -*olo2 %7ome mi trova, don 8eppo@& %En ;om;onino, contessa)& %Fi dia il ;raccio, don 8eppo)& %A! sui comandi,

contessa)& %$llons donc, de la musi'ue!)))& % oulez-vous danser une valse avec moi , comtesse? & %8r)s-volentiers, c"evalier)& .e l( Isa accoppiava lo u*olotto a JannG2) %$imez-vous la valse, comtesse?& %A la folie, c"evalier3 et vous?& %B", ;+aime les perdrix aux truffes, comtesse)& %*es perdrix don 8eppo! vite! le c"ampagne et le p?t. don 8eppo!& %@ue vous 9tes spirituelle, comtesse!& %@ue vous 9tes %ien fris9, c"evalier!& Fa, a questo punto, si ud( lo s;adiglio di un uscio, e apparve un metro di donna, vestita di nero, dal naso c6e respirava sussiego, cio' apparve la signora Fodesta, la guardaro;iera, una di quelle donnette dall!a**acendat(ssimo o io, indispens;ili a c6e una casa cammini come <io vuole) E la signora Fodesta, annun iava" %<onna Isa, la maestra ti aspetta)& %Io no)))& *e! la ;im;a) %?Oai capito@& %Io no)))& ripet' Isa con sgar;o) %A9uarda c6e vado a c6iamare pappB& % ai pure) I *esta) 8app non permette c6e si studii alla *esta)& %Oggi, non ' *esta punto, donna 8apagallina,& esclam sti ita la guardaro;iera %ADadi c6e la contessaB)))& Isa sospir con dispetto) %Vengo,& disse %Fa lasciami prima couc"er la JannG) Maman vuole l!rdine)& E lentamente si diede a raccgliere e a m'ttere in pila le sue propriet) Huand!ecco, si riapre la porta a una rotonda e sgualdrina *igura di ;am;inaCa, c6e dice" %7ontessina, la sarta)& Isa, in un ;al o, *u in piedi) Attaccossi alla gonna di Lauretta, e via am;ed-e) Il ;alocco di carne correva alla sua maC-scola ;im;a) Rimase con quelli di stoppa la signora Fodesta, c6e, crollando la cu**ia in aria di commisera ione, si s;assava a riunirli, ne *aceva un *agotto3 poi, al ato il coperc6ioK sedile della cassa istoriata, vi seppelliva entro ogni cosa) La qual cassapanca .anacronismo antiquario a tutto vantaggio della *ilos*ica lgica2 rappresentava, nel secentista dossale, uno sculto pavone spiegante la pompa delle occ6iute sue penne3 nel telaCo di sotto, l!intarsio maggiolinesco di una gran casa in rovina)

/7ENA /E7ON<A >n collegio) ?<al sopra in gi-, a cinquanta metri di lontanan a, quale pi- grato spettcolo di un collegio di raga e e di ;im;e, in ora di ricrea ione@ AHuanto ;ello vedere quelli amorosi intrecci di *orme verginalmente so;rie, c6e non att'ndono miglior(e da 8arigi o da Vienna, e quell!incompro ondeggiar di capelli e que! colori *resc6(ssimi, cui *u pittrice la sola naturaB E, o6 quanto mai commovente, pensare c6e in corpi s( vag6i pols'ggiano nime gaCe come i lor visi, ;uone spontaneamente, perc6' spensierate c6e di l di quel muro, *ine al soddis*atto lor sguardo, s!gita, ;olle una melma di ;ir;er(e, dove il *ratello s!adopra di a**ogare il *ratello e il meno ri;aldo soccom;e3 e pensarle con un solo des(o e una sola paura, gli esami, con un solo rimorso, il premio fallito3 accendenti ancora il lumino alla purit della Famma di <io, n' ancor distinguenti, tra due c6iavi diverse, la masc6ia e la *'mminaT O6, a tale veduta, a tali pensieri, *in il vecc6io deluso, cui delle gioCe del mondo non sono rimasti c6e i d';iti e le cicatrici, si leva intenerito gli occ6iali, per asciugarne gli annuvolati cristalli) Tuttav(a, mi si susurra all!orecc6io, c6e, da vicino, un collegio interessa ;en pi-) ?Vorreste *arne sperien a@ 8er quel privilegio, c6e gli scrittori 6anno comune coi doganieri, di *rugar dapertutto, noi scenderemo nell!istituto della signora Isidora 7ornal;a, un istituto messo s- alla tedesca, nel quale s!impara quel tanto c6e ;asti per rimanere ignorante e si mangia quel poco c6e giovi a conservar l!appetito) Jatto st, c6e *rutti migliori non si sapr';;ero dare) Tante le ivi educate, quante le ;en maritate) E noi, sull!ali della ;ug(a, c!introdurremo in questo egregio istituto, dove ci 6a divan ati il sole pi- allegro c6e mai illuminasse una domenica di primavera) A nem;i cingu'ttan gl( uccelli sul *ico del cortileKaKgiardino, a nem;i le raga ine nel me o dei *iori) Raga e, *iori ed uccelli, tr' cose, l!una creata per l!altra) Ecco, an itutto, in un canto, due ;am;olotte di nove in dieci anni, a;;igliate e velate di ;ianco, con le manine a me a ora ione, e tra le manine, un rosso li;ro di messa) /tan savie savie, lo sguardo raccolto, indi**erenti agli inviti di quella *rugaglia ancor sen a mammelle, vera semen a di rose, c6e gioca c6iassosamente s- e gi- nel cortile, qu a mosca cieca o agli sposi .cio', cantando, partita in due sc6iere, il %voglio una *iglia& con la controdimanda del %?c6e dote mi date@&2 l a predelline o a %ndolo, o, pi- quietamente, a dar ciascuna da ;ere, per ora, al suo vaso di parco) Le due ;am;olotte 6an *atto appena ;ucato3 la loro interna casetta, pulita di tutti que! peccatoni imparati a memoria, cndida come le loro vestine, ' in attesa del primo e prssimo arrivo di ;im;oK9es- in commest(;ile *orma, e ne pregusta il sapore > un sapore assi somigliante al pane di /pagna e ai mostaccini c6e madama 7ornal;a ser;a e promette per tali solennit) O6 poverineB rapite in una gastroKasc'tica 'stasi non le si accrgono intanto di quelle tre monellucce loro coetanee, le quali, dietro l!uscio del luogo per cui progred(scon le scien e, stan dividendo un cartoccione di ro;a, e r(dono, verso le due, con un visino pi- moscadello del slito) Fa, mentre le nostre angiolette m'ditano col palato il ter o dei sacramenti, ci 6a altre c6e si preprano al s'ttimo) /ono raga e in sugli -ndici, c6e si d(sputano a gara il Fillo del portinaCo, un gognolino di un anno, e se lo s'rrano al seno, e gli *anno il linguino e il pi icorino e lo mangi-cc6ian di ;aci e care e, > ;aci c6e 6an denti, care e c6e 6anno ung6ie > palleggindolo, soppesndolo, mirndolo e di sopra e di sotto e all!indri o e al rovescio, per imparare, *orse, come i ;im;i si *anno) O6 simpat(e provviden ialiB o6 innata maternitB Fa di tanto entusiasmo il neonato non s, pel momento, c6e *are, e d in lgrime e strilli) Amore ' dolore) Fillo comincia ;en presto a sentire c6e male sia mai il ;ene delle raga e)

Altre, invece, non rindano mica oolog(a3 si;;ene geogra*(a) V'dile, le quattro studiose, sotto quel p'rgolo ingraticciato, c6e attende la appenaKsemintavi om;ra3 v'dile, *use in un -nico amplesso, vSlti gli sguardi a un atlante, c6e una di loro, gentil morettina di tr'dici anni, si tien spalancato in grem;o) La giovinetta poggia il *less(;ile m(gnolo sul vecc6io dei due emis*eri, *orse accennando le analog(e tra i promontori ed i gol*i3 n' pare si avvegga della ;ianca cu**ia a a ;indelloni colorKpatriarca della signora Isidora, c6e sosta a osservarle con un ;occ6ino di compiacen a a traverso la grata) Fa una go;;etta tira l!amoerre della rettrice e le sp(a alcunc6'" tosto scompare il sorriso della rettrice, tosto scompare lei stessa) Ecco rigui a sull!ampio aperto volume un li;ricciuolo slegato, Wppo d!orecc6ie, e quattro sguardi vi si *(sano s-, con l!appetito con cui mamma Eva adocc6iava quel *rutto, c6e, voi donne, sapete) /!udiva in questa, da una *inestra a terreno, il suono di un piano*orte) Era un tremoleggiato %notturno&, un *r'mito verginale, c6e si elevava quasi a implorare piet, e toccava all!accento pi- geme;ondo, poi, sopra*atto dal duolo, ricadeva a morire sconsolatamente) E a quell!agon(a in minore, tr' quindicenni, cui le corte gonnelle vol'vano ancora ;am;ine a dispetto degli occ6i, e passeggivano so;;racciate lungo il cortile, si so**ermrono, scam;indosi un risolino) <elle quali, una, cio' Elda Datori, alta e super;a *igura, dalla ner(ssima c6ioma c6e all!opaco pallore, qual di magnolia, del suo drico viso, aggiungeva altro pallore, e dall!occ6io -mido e grigio e dalla voce c6e agiva voluttuosamente sul tatto, *e! sogg6ignando" %7i siamo)& A tali parole, gli sguardi delle tr' ;elle educande si vlsero al secondo piano di una casa, c6e si innal ava di l della via, nascosta nella parte in*eriore dal muraglione della corteKgiardino) Ecco, di*atti, il pettegol(o di un o;o' piagnucolare il motivo del clavic'm;alo3 e allora il motivo, c6e impallidiva vieppi-, riaversi, e da un tempo di c6iesa, grave come un cannico, entrato ;en presto nel gaCo trottino di una ;allata, passare > sempre seguito dal oppicante o;o' > in un galoppato 1 e [, *inc6', viev(a, guadagnando la mano, i tasti alle dita e al ritmo le note, tutto non *u c6e un imperversar ;urrascoso, un tur;in(o, un cos di suoni, quale un accordatore non avre;;e saputo desiderare migliore) %A8vero pianoB& sospir la seconda delle tr' collegiali, la ;iond(ssima Isa di 9ar a, dalla pupilla cerulea) E s!era *atta, Isa, una smil a *anciulla, *lessuosa come una spiga, di elegant(ssime *orme, quelle *orme nate a dar voga a una *oggia e nome a una sarta, meglio assi delle ;elle, per le quali, an i, la veste ' il mssimo danno) N' la *anciulla minacciava alla Foda una inimica) Den si ved'a, dal preten ioso suo disa;;iglio, dalla studiata spettinatura, dai guanti eterni, c6e Isa, quand!anc6e non *iglia del conte 9on alo, di donna Tullia era certo) %Fiss 7lelia ' proprio in gua etto col ;ar;igino,& disse allora la ter a, il cui nome di Eugenia Ottonieri accompagnava la ciccia di una raga a ;arocca, ;iancorossa e *resc6(ssima, %come pomi a odorar, soave e ;uona& nello stile di quella, c6e, se credete alla Di;;ia, ten'a lontana la mu**a dalla sagge a del vecc6io r' <vide %Anon si sc6er a, ve!B Io, c6e s il linguaggio dei fiori, non passa d( c6e non legga qualc6e dic6iara ione d!amore sulla *inestra o di lei o di lui) Ieri l!altro, ad esempio, il ;ar;igino ci av'a esposto un tulipano, c6e sign(*ica Yti amoZ e s-;ito la maestrina 6a messo *uori, a rincontro, un cespo di er;asavia c6e vuole dire Ysei *reddo)Z Fa il giorno dopo, al posto del tulipano, stava gi un peperone, c6e se potesse parlare, dire;;e YardoZ, cui miss 7lelia rispose con un ;arttolo di sanguisug6e, c6e, come si s, equivale a un Ytua per sempreZ) E davvero, gli ' un ;el pasticetto col-i,& aggiunse vogliosamente) %A7i si pu star sen a smor*ieB& %5ti puve,& *e! Isa, con un *r'mere lieve di nari, e aristocraticamente *raudando il suo al*a;eto dell!erre, nel c6e per si capiva, come ancora penasse a parlare men ;ene

di quanto poteva) %5ti puve))) con i tui apprentis commercianti) Avri i vestiti au prix de fa%ri'ue) <a parte mia, non ti *ar concorren a) <+avoue di non 'ssere nata col tic degli amori all!om;ra di una ditta e di un ;anco, tra le citole e i mastri, e con le sto**e c6e mi cont'mplan dall!alto dei loro sca**ali) <e suis n.e po.ti'ue, moi) Io non comprendo c6e un amore alla Otello, salvo il colore) Io vorr'i, per lo meno, un pirata, nervosamente magro come un lione non del Fus'o, souple come un *ioretto, con due ner(ssimi occ6i, l-cidi, agu i come i pugnali c6e gli p'ndono intorno, con i capelli, pur neri, %oucl)s, con due lung6i mostacc6i c6e gli pivono in ;occa) Io vorr'i vedermi con lui sulla tolda di un %ric-, pas marc"and, *ra il tuonar degli sc6ioppi e lo scoppiare del tuono& .e Isa, qu( si allacciava un de! quattro ;ottoni del suo guanto sinistro2 %*ra monti di preda e *iumi di sangue, gettndomi, il mio pirata, ai piedi, le teste de! sui rivali, e gettando s' st'sso, e tremando, AegliB dinan i cui tr'mano tutti) AE poi gli arrem;aggi, e le galoppades a traverso le lande s!uno stesso corsieroB e la prigione colle catene e la luna, e lo scivolare, *uggendo, dalle corde di seta))) %<i! piuttosto il salirvi,& esclam la tom;oloccia Ottonieri con un sorriso sen a risparmio, c6e, allendosi allo splendore dei denti sui e lampeggiando nelle po ette delle sod(ssime guance e nel castagnino degli occ6i, parve la circondasse di una gioCosa aur'ola) %ADella vita, Isa mia, con la Huestura dietro e dinan i la JameB Avita da p'rdere i tacc6i e l!onoreB O ti'ntela, sai, la tua pidocc6iosa poes(a, i tui rompicolli, il tuo pu o di pesc6er(a e di pece, e i ;atticuori e la perpetua in*reddatura) Io scelgo, invece, un amore con tutti i sui cmodi, con lo sga;ellino sotto, e sotto la stu*a russa, coi quattro piatti ed il dolce, la carro a e il teatro, e la sua villa sul lago, oltre una lunga convalescen a, ogni anno, a Ni a o a Vic6G per le malatt(e avvenire) /!intende poi, col suo ;ravo marito, anc6e molto mercante purc6' non troppo al minuto, anc6e un po! panciutello, purc6', stando in piedi, si possa vedere, dei piedi, almeno la punta3 marito c6e mangia e lascia mangiare, c6e dorme e lascia dormire)))& %Huesto poi no, lasagnona,& salt su a dir la Datori, dandole un pi icotto, %una *anciulla c6e si rispetta dee volere un marito)))& /enonc6', avvertita dal gmito di Isa, interr-ppesi Elda, e scorta la direttrice, c6e a loro veniva come cercando di spigolare qualc6e parola della conversa ione, con un s-;ito ve o di ;am;inesca ingenuit" %?Non ' vero,& c6iese %signora Isidora, c6e il giglio sim;oleggia il candore@& 76iese, e la mano di lei si dri ava ad una ;ianc6eggiante aCuola, nel me o di cui, sorg'a alt(ssimo e pungiglioso un cctus, s(mile al <io di Lmpsaco allorc6' sparge negli orti grottesco terrore) Fa intanto, ad una delle *inestre del dormitorio, le quali asolvano, spalancate, le les;ie accensioni e le notturne oppressure, appariva l!'sile *orma di una *anciulla, c6e si appoggiava languidamente al davan ale) Il viso di lei so**erente, peggio c6e pllido, giallo, mostrava una trasparen a di opalo, o piuttosto quella pell-cida tinta del ;aco, quando, ricco di seta, st per asc'ndere ai c-lmini della tras*igura ione3 gli occ6i, due po e di duolo, ser;vano quelle tracce c6e gli insoddis*atti des(i lsciano quanto le nauseate soddis*a ioni, e gli occ6i la giovinetta av'a vSlti, *isi estaticamente a s**ici anella di n-vole imaginose) %O6 al*ineB ecco l!a -rro,& * qu( una voce in *alsetto) %Ecco l!amore ideale, l!inso**erente di corpo, il prim(ssimo amore) /ii ;en venuta, nota soave di poes(a *ra cotanta prosaccia) Huella celeste)))& A8iano, ginnasialinoB Raccomanda il dottore di non lasciarla mai sola)

/7ENA TERZA @uattro salti) E tutta la sala pareva girare) /tanco del dritto, mi appoggii sul piede sinistro) Tr' volte avevo adocc6iato al mio orologio, tr' al pendolo del caminetto, e gi du;itavo di raggi-nger la *ine del ;allo di donna Alessandra Datori .la mamma di Elda2 al quale, in peniten a de! mi'i *uturi peccati, mi ero lasciato sedurre) ?Oo detto %;allo@& /cusate3 volevo dire, uccellatoCo da sposi) E, innan i a m', c6e, non cacciatore n' cacciagione, inosservato osservavo, essi passvano gli inesperti anitrocc6i, ciascuno con la sua nitra allettaCola, gli uni neri e lugu;ri come mortori di prima classe, le altre, meno persone c6e vesti, vesti leggiere come i loro intelletti3 tutti con quello scarso sorriso, c6e non ' un sentimento, ma un!a;it-dine di galat'o, tutti con quell!impalp;ile an ar(o a *iore di la;;ro, di ;en altra *amiglia della loquela, e quell!irnica galanter(a c6e non *u mai gentile a, tanto, c6e a c6i-dere gli occ6i, si poteva pensare di aversi sempre dinan i la med'sima coppia) Fa l(, da due mani guantate, una asciutta ;attuta" nitra e anitrocco dvano un saltellino, e si mett'vano a girotondare) O6 c6e spettcolo ;u**oB Irano vecc6i dal corto respiro, i quali, *acendo gli esami della le ione di ;allo a raga ine dalle corte sottane, la rimparvano3 'rano o elle .l2 appaCate con i o min-scoli isse .x2 scia;olanti piroette intorno a delle maC-scole :e, c6e ricordvano il gran castagno dell!Etna3 era, qu, il pro*essore Tale, c6e, sepolto in silen io, assorto completamente ne! piedi sui, calcolava sovra il tappeto, col compasso de! stinc6i, lenta coreogr*ica geometr(a, sen a ;adare alla poveretta compagna c6e si moriva di vivacit rientrata3 era l invece lo studentello Tal!altro, quasi colpito da giu;ilante pa (a .una ga osa gli av'a dato al cervello2 il quale traeva in tumulto la ;allerina s- e gi- per la sala, sc6iacciando calli, urtando sp(goli e lacerando ;al ane3 tutto sul *ondo di una m-sica ca*ra, macinata da uno di que! manu;ri di piano*orte, detti solitamente madamigelle, vera givane strega, c6e, losc6eggiando attraverso gli occ6iali, picc6iava *uori di tempo, le sue ung6ie gri*agne sulla gialla dentiera del piano, gialla come la sempre patente tastiera della ;occaccia di lei > am;o intonate ad un allegro feroce) 7ompiuto poi il lor giro, il loro, per cos( dire, trottino di somarello, i ;aldi gar oni cui gi doleva il ginocc6io, soccorsi provviden ialmente dalla ;attuta di mani, usc(vano da un!altra porta con la lor c6icca incartata, il loro mucc6io di mussolina, e ricompon'ndosi il cavaliere i manic6ini e la lattuga della camicia e la ;allerina aggiustndosi in capo le rose di cencio o castigando qualc6e velo sul seno c6e ard(a velleit di pudore, andvano sotto;raccio nella prssima sala a rieccitare i ;ollenti sp(riti alla creden a, dove un servo imponente, pi- ;ottoni c6e panno, mesceva in clici cristallini della ;ell(ssima aqua, aggiung'ndovi anc6e, per c6i ne *aceva ricerca, un cucc6iarino d!argento) E, dappertutto, sorrisi c6e non 'rano altro se non dissimulati s;adigli) L!mido della camicia si era di**uso nel sangue3 il *reddo morale c6e vince ogni stu*a, permeava dovunque) A tratti, i vitrei gocciolotti delle lumiere mi par'van g6iaccioli3 irrigidite cascate, gli specc6i) /e ' divertirsi questo, Acome dolce la noCaB Ase tale la societ ;uona, viva allor la cattivaB Fa anc6e il piede sinistro non mi voleva pi- r'ggere) Vidi un cantuccio con la sua sedia, vidi la sedia sen a occupante3 e, colto il ;ello, la completi) 7os(, venivo a trovarmi *ra il pesante drappeggio d!una *inestra e l!ampia gonna colorKverdedrago d!una signora attempata, ;a**uta, col petronciano pien di ta;acco e le manacce sporc6e di guanti, ma tutta ori ed argenti come l!altare di una Fadonna in *ortuna) A<io ;uonoB Ala signora 8oloniaB la c'le;re rompitorta, c6e avre;;e, a parole,

seccata l!umidit > non la sua gola) E allora cerci di celare m' stesso, *ac'ndomi parte, pi- c6e potevo, del cortinaggio, e concentrando ogni mia *or a visiva e intellettiva sopra una tela della parete di contro, c6e *igurava, nello stile taccagno del tempo, un 7risto in me o ai %eati puperes col regna coelrum in *ondo) AFa e s(B ecco un colpo di tosse3 di quella secca tossetta c6e ' un arti*icio oratorio) Il gelo di una domanda mi lampeggi per le spalle) E di*atti" %?Non ;alla il signore@& c6i'semi la ta;accona) Ing6iott(i una spiritosa insolen a c6e mi solleticava il palato, sovven-tomi a tempo c6e nella societ sopra**ina ;isogna guardarsi ;ene di mostrar dello sp(rito, pena il passarne per privi3 e invece risposi con uno di que! monos(lla;i c6e non *anno uncinetto n' maglia) Fa, per la vecc6ia, tanto era) An i, *acendo ;ottino degli indi*esi mi'i campi" %Il signore,& proced' nasalmente %6a ragione di non volere ;allare) En vero cristiano non si dim'ntica mai, in carnevale, della quar'sima) 7!' da guastarsi il suo ;uon naturale e comprom'ttere l!nima avvicinando tanta carne scoperta c6e pare una ;ecc6er(a) Veda, a mo! d!esempio, la *iglia della padrona di casa,& e qu( la signora 8olonia indicvami con l!occ6ialetto quant!io mirava con assi compiacen a, cio' la magn(*ica Elda, c6e tur;inava, per cos( dire, nuda in una ne;;ia di seta, %A' tutta uno scndaloB ?Non le sem;ra c6e dica" r'stino pure serviti@))) <io tolga, c6!io voglia *ar la pre iosa, ma il soverc6io rompe il coperc6io) Tanto pi-, c6e qu( st la grande ragione, per cui le raga e del giorno si avn ano, salvo poc6e, di coricarsi col gatto ?76i vuole mo! c6e le sposi@ Amore vive di curiosit) Huando l!6a tutto *rugato, il ;im;o gitta v(a il ;alocco) Letto un roman o in imprWsto, ' ;en rado c6e lo si compri) Invece a! mi'i tempi non ne moriva nessuna col strato ;ianco) 76' certe cose, a mi'i tempi, non si ved'vano mai c6e a quattr!occ6i)& In questa, ci rasentava polcando una coppia, la cui ;allerina, nanerttola orrenda, con i capelli sen a rimesse e ingommati alla cute, ten'a, a di**eren a di tutte, suggellato il vestito *in sotto la ;a a) Ed io gi stava per regalarla di un mali ioso commentariolo, quando *ortunatamente mi prevenne la vecc6ia, dicendo" %Fia *iglia)& %A6B sua *iglia))& *ec!io interdetto) %ADravaB me ne rallegro)& %ALa mia ReginucciaB& esclam con orgoglio la signora 8olonia, %quella s(, c6e ' diversa dalle altre) Non ' alla moda, quella) Non *accio gi per vantarmi, c6' non posso so**rire una madre c6e porta alle stelle la sua creatura, ma la verit viene sempre al disopra) Noi 8olonia, del rimanente, siamo tutti cos(3 Atutti *iniB& e in dire questo la si poneva sul cuore un manone lavascodelle) %Fia *iglia ' il pudore incarnato) A9ui lasciarsi scappare in presen a di lei una me a di quelle am;igue espressioni, troppo comuni *ra la gente ordinariaB A7ara innocen aB pare si muti in un ;raciaCo di car;onella) La si *iguri, c6e, ancora ;am;ina, allorc6' le davamo a s*ogliare qualc6e volume di stampe, in cui 'rano imgini di statue o di ;estie, c6e non av'ano speso troppo pel sarto, prima sua cura era di loro insegnar la modestia, provved'ndole tutte, con la matita o l!inc6iostro, di endadine e di *rasc6e) 7os(, dedic la sua prima agugliata a un pannolino pel suo Mngiol 7ustode c6e st sull!armadio della sala da pran o3 ma, per quanto la mia Reginuccia diventasse ;en presto una cima di agucc6iatrice, non ci *u verso di *arle attaccare i ;ottoni alle ;rac6e di ;a;;o, *inc6' il con*essore non glielo impose per peniten a) ANon parlo poi del suo orrore pel matrimonioB non s!' ancora, a tutt!oggi, potuta capacitare del come una moglie possa dormire in un letto solo con un marito" quanto a lei, innan i spogliarsi .c6e ' sempre all!Ave Far(a2, non manca mai di voltar contro il muro ogni ritratto di masc6io, compreso quello di /) Luigino 9on aga, c6e ' il santo particolare di casa) Vero ', c6e talvolta si arrisc6ia in qualc6e *estina di ;allo, ma sono io a *or arla3 e c6e vi dan a con delle persone di sesso diverso, ma ' per pura salute) Vedr in*atti il mio caro signore

come stia sempre in contegno e discosta dal ;allerino) A6B noi 8olonia,& soggiunse, %siamo tutti cos(3 Atutti *iniB& e, riponendo la sua manaccia sul cuore, esal un sospirone d!arrosticciana e cipolle) Fa il piano*orteKorganetto a ittisce di ;otto, e i ;allerini rimngono *uor d!equili;rio, un piede a me !aria, scam;indosi con la civile tiepidit il slito %gra ie&) La modestiosa .di quella modestia, s!intende, c6e si copre la *accia colle sottane2 ' tornata alla mamma3 ed io de;;o c'derle il posto, ringra indola an i con un inc6ino pro*ondo)

/7ENA HEARTA $mor di sorella) /enonc6', in quella sala, tra tante *acce c6e 'ran sol ;occ6e, nasi, occ6i, e non mai espressioni, ne scopr(i una, in*ine, spirante intelligen a e ;ont) Ed era l!ovale e ;runetta di una *anciulla, modestamente seduta a *ianco di un vener;ile vecc6Xo3 di quelle, in cui perdi tutto t' stesso e l!animo ti si aqueta3 incontrando le quali, l!uomo gentile, c6e cerca, non tanto una *'mmina a s' quanto una mamma al suo ;im;o, ;al a di gioCa, ed esclama %AeccolaB& N' poss(;il l!inganno) Era, la *accia di lei, di quelli ampi registri scritti a maC-scole e sempre aperti a c6iunque, c6' nulla 6anno a celare3 tu le scendevi per la castagnina pupilla, da una sola om;ra velata, l!om;ra delle lung6e sue ciglia, *in nel pensier del pensiero) La esterna armonios(ssima linea non poteva 'sser c6e l!eco di una interna armon(a) <ove gli occ6i van volentieri, anc6e il cuore v, n' il piede tarda a seguirli) Den presto, seppi il nome di lei > 7olom;a > di cui nessuno pi- degno3 e dal cognome 9ioCelli mi sent(i con leti ia in non sconosciuto paese3 ;en presto, e;;i inventata una scusa per presentarmi al vecc6io papp, generale in rXtiro, assordato dal rumor delle pugne e me o cieco dal *umo, e pot'i assidermi presso la giovinetta, assi presso))) T ma, o6 quanto ancora lontanoB E, gi s!intende, il capo della conversa ione si presentava da s', quel capo, c6e, al pari del comincino della cal etta, serve a inviare il discorso3 poi, come quello, inoltrata la maglia, si lascia) %/alvo errore,& dissi, %lei signorina 6a una sorella, maritata in A urri)))& %/(,& ella *ece di malagra ia, con una voce roca, s( inaspettatamente roca, c6e io dovetti sostare un istante, cercando di cancellare la cruda impressione del suono nella inalterata soavit del suo aspetto) E risposi" %L!6o conosciuta ai ;agni di Lucca, st!altr!anno) AEna assi ;ella donninaB& %?Della@& interruppe 7olom;a, *acendo la ;occa ;ieca %? se ' ;elle a quella, c6e mai sar la ;rutte a@ <ue occ6i, c6e non si *idan l!uno dell!altro, un ;occ6ino carino, c6e susurra un segreto alle orecc6ie, un peperone di naso c6e lo si scorge me !ora innan i le guance) ADelle a greca insommaB A;elle a romanaB& e sogg6ign amaramente) %Jorse,& insinui con dolce a, %io l!6o veduta con gli occ6i di un uomo))) se pure non me l!6a tanto a;;ellita il suo sp(rito)))& %AO pigliaB& sclam la *anciulla, c6iudendo con una mano il ventaglio e ;att'ndone dispettosa le stecc6e sulla palma dell!altra) %AFia sorella, sp(ritoB AAnc6e questa mi toccava di udireB ?Fa e dove avete il ;uon senso voi umini@))) ?/p(rito, dice lei@ Non c!' da scaldarne un ca**') /te*ania ' un vero portaK c"ignon di cartone) Ju sempre il rossore della *amiglia3))) sempre zero alle scuole, sempre panco dell!sino) Huand!apriva la ;occa, Aqual *uoco arti*iciale di stupiditB A6, a6B a contare le sue citruller(e s!arrisc6iere;;e una indigestione di risa)))& Fa il r(dere di 7olom;a non passava la pelle3 par'a piuttosto un lamento) Ed io, volg'ndole lentamente un!occ6iata per accertarmi se il medaglione c6e le posava sul seno, dicesse ancora e davvero, come con gusto ci av'a letto in principio, la non umana parola di C"ritas3 %A/arB& sospiri) %Jcile ' l!ingannarsi3 n' io mi pento di 'ssermi in ;ene ingannato,& e stetti un istante in silen io) %Fa la ;ont,& ripresi, %tutto compensa, e la signora /te*ania ' s( ;uona)))&

%E tr',& *e! 7olom;a, riaprendo con sgar;o il ventaglio, %riguardo alla ;ont, le permetto anc6e di cr'dere, c6e mia sorella ' un ngelo per la ;elle a, e per l!ingegno un divolo) Ella per non st(a troppo a *idarsi di cotesta ;ont3 le lasci, come si dice, la dritta) /e non *osse l!amore c6e ancora mi lega a col'i, se non *osse il decoro della *amiglia, e quel precetto di carit c6e tanto o quanto s!6a a rispettare, potr'i spiattellarle certe cosette))) certe cosette da *ar isp'gnere i lumi da s') La mamma, intanto, ' crepata per lei, marcia3 il papp s!' me o intontito) AO6 non temaB non ode3 ' sordo come uno scoglio) E se non c!era l io, avre;;e viaggiato dov!' la pvera mamma, anc6e lui) AJortuna c6e quel veleno s!' itoB))) dovr'i dire cacciato, ma))) A;occa taciB N' ;adi a c6i v mormorando c6!io parlo per gelos(a))) ?9elosa io@ A/cempiB A8orta a m', se, come si conta .tutte ;ug(e, del resto2 la mi a;;ia *atta una cavalletta, sposando in mia vece quello smortone di un <arioB Io, gi, il <ario A urri, il *iglio di un lustrascarpe, non l!avr'i neanc6e voluto per tutto l!oro del mondo))) no))) no)))& e 7olom;a *ac'vasi vento sti osamente) %AFoneta *alsa di un <arioB A*elice c6i se ne pu li;erareB))) <el rimanente,& aggiunse, mentr!io s;assavo la testa, oppresso da tanta ira di <io, %Apeggio loro c6e noiB A/-B *cciano pure una vita di s*oggio, i nostri cari sposini, ;ir;on'ggino pure alla grande, sp'ndano, spndanoB Tutta allegr(a di pane *resco, illuminello da merli) /otto c!' il *allimento" verr il d( del giudi io, e allora, una volta spiantati, via il *umo, torneranno da noi, gli orgogliosi, caveranno il cappello, pieg6eranno il ginocc6io))) Fa noi, nic"ts! piuttosto la morte) Da;;o 6a giurato di non li ric'vere pi-) E anc6!io Da;;o, gi lo s ;ene > o loro o m')& <icendo le quali parole, la voce della *anciulla avea raggiunto una insopport;ile aspre a) Al i il capo) ?<ove mai quella *accia dalla soave malincon(a, c6e avre;;e potuto inspirare a 7remona la sua pi- innamorata *anciulla@ ?dove mai quel sorriso, al cui s*avillare sar';;er spuntate, *in nell!inverno di un cuore, ancor rose@ L!odio l!av'a totalmente mutata) Tutto il didentro di lei s!era so**uso al di*uori) 7adute le cndide piume della colom;a, ;att'a le *uneree sue ali una strige)

/7ENA HEINTA 8ra amic"e) %Mon amour,& disse Isa, la nuova sposina .quell!Isa dal sempre piovoso e morti*icato visuccio2 entrando di pressa in un elegant(ssimo ;ito di mattina nel ga;inetto della non maritata Eugenia, %due soli minuti pour t+em%rasser)))& %A9ioCa miaB& esclam la cicciosa Ottonieri, accorrendo all!amica .e qu( ;aci e ri;aci23 ma tosto s;assossi a raccSrre una ;ianca gattona di Angora, c6e le era ;al ata di grem;o e gi minacciava con lo ampino lo scapigliato musetto di Ze, la pincettina dell!Isa) %A9uarda casoB > venivo giusto da t')& %Avresti perduta la strada,& *ece la Fillerose di 9ar a) %In questi giorni, non sono pi- mia) ATanti a**ari, tanti *astidi, ti dicoB Non mi si lascia un momento tranquilla) YFarc6esina di qu))) marc6esina di l)))Z de;;o v'nder mouc"oirs e cac"e-nez per i ;im;i lattanti, de;;o distri;uire les prix alle operaCe c6e lavran di pi-, de;;o raccglier le o**erte per un monumento a don Alessandro Fan oni, l!autore, sai, dei 7ianc.s3 de;;o))) au*B))) inaugurare con mio cognato il 8re*etto la nuova sala da ;allo))) AInsomma, una persecu ioneB 8are, c6e, sen a di m', non si possa concl-dere nulla, quasi c6!io *ossi diventata un personaggio de cons.'uence, un altro DismarcL))) Bn dit, c6e dove non sono, c!' ;uCo, c6e l!Olimpo ' in iscipero, perc6' una *esta comincia e *inisce in m' sola3 c6e io poi giovo all!umanit assi meglio di una sCur de c"arit), perc6' incoraggio il commercio))) etcDtera etcDtera, tutte fadaises, tutti *rasoni sensation, di que! %lagueurs di ga ettieri) E sp'rano *orse scroccarmi un pran o o un sorriso) Eenni! La loro F) di 9), come mi c6imano, non se ne accorge neppure) ?Oai tu letto, Eugeniuccia, i giornali, dove si parla del ;allo di 7orte@& %<avvero, no,& rispose l!amica, con l!aria la pi- ingenua del mondo) %/ono ine ie c6e s*-ggono) Fi si disse per, c6e *u !na *esta assi *redda) Non c!erano, mi si disse, c6e dei rametti vestiti,& e la Ottonieri non pot' a meno di sogguardarsi con compiacen a il dovi ios(ssimo seno) %Fa tu perdona,& aggiunse, %Isa mia, se non t!6o *atto ancora le scuse di questa mia toilette, un po! troppo, diremo, di con*iden a)))& %?Fa perc6', ma toute %onne@ /ei irr.proc"a%le) 76i veste a seconda del proprio stato, veste sempre per ;ene) O6 potessi, al pari di te, me passer di questo incmodo lussoB <ar'i volentieri la mia doppia corona) Huel mestiere di stella, credi, a lungo andare, annoCa3 quel dover 'sser di tutti, *uorc6' di noi sole, stanca) Tanto pi-, c6e tu conosci i mi'i gusti) Io naqui col quietismo nel sangue3 non sono niente am;i iosa io3 a patto di non m'ttere piede in cucina, n' di *are rimendi, n' di notare la ;ianc6er(a sale o la spesa, non penser'i, stesse a m', c6e al m.nage) Eppure, c6e vuiB ici-%as qualcuna dee sagri*icarsi alla *elicit p-;;lica) <a m' lo implrano tutti e il mio Ego lo esige) Ena volta c6e questo ;enedetto marito si 6a, ;isogna pure o;edirlo in qualcosa, almeno nel compiacere agli altri) Fa intanto, o6 c6e noCeB Ena c6e non appartiene alla gran societ, non pu imaginarsi quanta *atica costi a tener dietro alla moda, oggid( in cui il *igurino di Jrancia, cangia, dir'i, di me !ora in me !ora) ,ar exemple, cara, tu sai c6e la decora ione di una toilette, i *iori cio', les dentelles, les nCuds, les ru%ans, Ceri soltanto stava principalmente alla dritta))) Dene, oggi ricevo dalla mia ;uona amica, la Druscam;ille di 8arigi, c6e ' una delle lionnes di col, un dispaccio, col quale mi avverte 'u+il faut sans d.lai placer tout gauc"e , pena il passare per una cocotte) AImgina il mio spaventoB C+est pour'uoi, in *retta e in *uria vo adesso dalla 6onorine a *are d.coudre e recoudre il vestito per questa sera, e <io s quanto avr da patire, prima di cr'dermi in salvo) A6, t' *elice, Eugeniuccia, c6e sei a**atto au de"ors di s(mili seccature, c6e sei ancora sen a marito, e sans la corv.e,& e Isa trasse un sospiro %del divertimento *or ato)&

%O6B per m',& disse Eugenia col tssico nella pupilla e nella voce il miele, %non ci tengo davvero) Non sono di quelle, io, o;;ligate a giule;;arsi al primo c6e passa per non andare a male) Oo aspettato, aspetter, ma non tradisco il mio cuore) E, quanto alle *este, te le regalo) Anc6e la mamma desiderere;;e c6e ne *requentassi) YTanteZ dice lei Yc6e non pssono, *anno3 tu invece, c6e pui)))Z Fa io m!6o voluto sempre pigliare i mi'i cmodi, lasciando dire gli sciocc6i) O6 s(B vale proprio la pena di sopportare il martirio per uscirne pi- ;rutte di quello c6e siamo, mett'ndoci a *or a di rgani in vista per *arci r(dere dietro))) sen a contare le ra;;ie, i malanni, i d';iti, i carro ini)))& %A7oreB& interruppe pressosa la marc6esina) %<uolmi di non poter stare qu( molto a goderti, ma la modista)))& %A propsito di modista,& l!altra riprese aggiustando all!amica il cappio della sciarpetta, %?tu 6ai parlato, mi pare, dell!6onorine@ 9urdatene, Isa" ' una linguaccia col'i))) V dicendo di t' certe cose)))& %?<i m'@ ?e c6e cose@& %<ice))) A8erdonaB tacer'i se non *ossi tanto tua amica)& %An i) ?E c6e dice@& %<ice))) ?Indovina@))) c6e il tuo denaro s d!aria)& %AInsolenteB& %/cusa, sai)& %,as de 'uoi) Non mi *ormali o a s(mili *rasc6er(e) 7i sono a;ituata) La 6onorine si sar certo piccata perc6' nel pen-ltimo conto le 6o *atto una p(ccola tassa del cinquanta per cento ?A 'ui la faute se la 6onorine ' una ladra@& %<ico anc6!io)& %Fa, ces fournisseurs, vedi, ag(scono tutti ad una maniera) Non 6anno educa ione) Vorr';;ero quasi 'sser pagati prima di averci serviti, sen a sapere c6e pa&er tout de suite non ' della gente di qualit3 c+est mauvais genre) Merci %ien, Eugeniuccia, grand+merci) La con*iden a, tra amic6e, ' una indispens;il virt-,& e intanto Isa con lo spunter;a del ;or acc6ino puniva la sua pincetta c6e ;rontolava *isa a Fin(, la gattona in ;raccio dell!Ottonieri) %An i, cara, tu mi sovvieni di quanto ,.ronette, ma femme de c"am%re, m!6a contato, Cer l!altro, del vostro %ouc"er, il quale v ridicendo,& e qu( colla punta delle dita guantate, Isa accare ava la gota d!Eugenia %ApensaB c6e vi 6a ri*iutato la ro;a)))& %?A noi@ A;ugiardaccioB Josse in casa, la mamma, ti mostrere;;e i li;retti)& La marc6esina *e! una smor*iuccia di sc6i*o) %<i! invece,& soggiunse Eugenia, %c6e c6i la ri*iuta la ro;a, siam noi, quando, come spesso succede, ' di scarto)))& %A/cusa, ve!B& %?Fa e di c6e, gioCa@ ATi ringra io an iB ATra amic6eB))) E io t!assicuro, c6e il man o, ier l!altro, era proprio cattivo) Ne ' testimonio A olino)& %?A olino@& disse Isa con un lieve sussulto %?Huale A olino@& %?Vui una c6icca@& domand ;landa l!amica, disaccocciando una manata di dolci ed o**r'ndogliela) %Merci,& *ece la Fillerose, elegg'ndone una, %?E questo A olino@& %Non c!' altro A olino, mi sem;ra, c6e l!amico 8arisi) A<imineB te ne dovresti un po! ricordare) Huell!u**iciale, sai, di cavaller(a, spalluto e rossiccio, c6e quando s!era in pollaCo da madama 7ornal;a, galanteggiava con t', e ti spediva attraverso il graticcio le letterine, i ;om;oni, i li;ri proi;iti))) e tu allora giuravi c6e lo avresti sposato)))& %?/posato io@ ?sei matta@ ?un 8arisi tout pur sen a un quattrino@))) ?Fa e non s!' ucciso poi A olino@& aggiunse in un tuono di semiKrincrescimento) %Fe l!av'a pur scritto e promessoB& %E6 non pare, Isa mia) /i dire;;e an i ingrassato)&

%Non lo vedevo pi-,& la;;reggi la sposina con certo quale dispetto) %A/*idoB mia gioCa) O ' a cavallo o ' da noi) A sentirlo, egli verre;;e da mamma per giocare alla dama, ma nessuno ci crede) Jig-rati, se un o**iciale di cavaller(a potre;;e durarla, giocando con una vecc6ia, per intere serate, e con a posta un onore c6e non si pu m'ttere in pila) ?Fa vui sapere il ;us(llis@ AZitto, ve!B A olino ' innamorato pa o di m') ?Vedi que! *iori@ /on sui) ?Vedi quel cestellino d!argento@ ' suo) Anc6e la c6icca c6e mstic6i ' delle sue)))& Isa compresse il *a oletto alla ;occa e nel *a oletto pass il ucc6erino) %?Non ti piace *orse@& c6i'sele Eugenia, vellutando la voce) %Non amo troppo))) la menta,& ri;att' im;i ita la Fillerose) %E))) e))) & riprese con uno s*or o %?non ti 6a mai parlato di m' l!A olino@& %No,& *ece candidissimamente la pastosona Ottonieri, %proprio))) Acome se neanc6e esistessiB& Isa si morse le la;;ra, pllida, e diede uno strappo alla cordella di Ze) %,ardonne-moi,& disse, %se non mi posso pi- trattenere) La modista mi attende) Volevo stare da t' due minuti) AV'diB ci sono rimasta me !ora))) Ae**etti dell!amici iaB& E l( %mon tr.sorB > AgioCa miaB& le nostre due donne si ;aciottrono con espansione, mentre Ze ring6iava e so**iava Fin(, molto di loro pi- oneste)

/7ENA /E/TA $more di figlia) AFortoB Adi quali idee, di qui sentimenti .sottintesi pensieri2 ' mai grave questo s'mplice annun io, s( antico e pur sempre s( nuovo, di una coscien a c6e si smoccol, di un io passato alla terza personaB 8er quanto provvisti di *ilos*ic6e sottiglie e > diciamo meglio, astu ie > per quanto persuasi della %circola ione eterna della materia&, e della %immuta;ilit universa& e papagallanti, c6e %nulla sapre;;e morire& e per converso, c6e %tutto ' una morte& con l!assi oppa consola ione, c6e %se tanto pil!uomo ' *elice quanto men pensa, *elic(ssimo sar nel sepolcro&, ;asta il tocc6eggio di una ignota agon(a c6e scenda la cappa del nostro vampeggiante camino, in quell!ora del dopopran o in cui il digestivo calore 'voca l!umanitario, a inondarci di malincon(a mentre la vista di un *unereo convoglio c6e lungoKnereggi per le vie lasciando dietro di s' una tal quale solennit, ci rallenta l!allegra andatura e ci attira la mano al cappello, inconsap'vole omaggio a quella comun parentela, troppo *ra i vivi o;liata) E, tuttavia, non conosce la morte c6i non la scorse in una *accia adorata) AO AmeliaB Amia AmeliaB 'ccoti l su quel letto c6e ti doveva 'ssere vita, indi**erente in me o a un nem;o di *iori, *iori c6e a uno a uno ti avr';;er destato altrettanti sorrisi3 l, in quella ;ianc6(ssima veste, cucita per le tue no e, ma tu pi- ;ianca di lei, i grandi occ6i disc6iusi, e pur non scorgenti l!amato, semiaperte le la;;ra, e pur non c6iedenti altre la;;ra, le mani inerti, gelate agli scottanti mi'i ;aci) Denc6' presentita da una diuturna attesa, ;enc6' la morte di un amat(ssimo nostro sia per*ino desiderata, per tSrre lui al dolore e a;;andonrvici noi, ella sempre ne ' *-lmine) Jinc6' la paurosa parola cova in pensiero, inturgid(scono tacitamente nelle glndule loro le lgrime, sol rattenute da una agugliata di speme) Fa la parola scocc3 rotto ' il punto, e lo scoppiar delle lgrime ci con*onde la vista) <ell!estinto par c6e ogni vi io si a;;-i3 non spl'ndono c6e le virt-) I allora, c6e gli insens(;ili oggetti *ra i quali ei viveva aqu(stano una vita *itti ia, quasic6' parte di lui *osse tra loro indugiata, e presentndoci in mille maniere quella med'sima id'a, e s( tenendo discosta la smussatrice a;it-dine, protrggonci, (rritano, ci rinnvan la piaga) Ed ecco insieme ini iarsi un processo contro di noi, gi-dici noi) ?7ome operammo con lui c6e cess@ Al rimorso c6e accusa, ogni spillo ' pugnale, ogni errore colpa) AO tu, c6e *ai pinger c6i ti ama, o6 rammenta c6e lo potresti poi pingereB AFortoB))) > tale l!annuncio, quel d(, a c6i entrava in casa 9ioCelli) <el conto del generale l!-ltima somma era *atta3 ed or si poteva, ora solo, giudicar della ci*ra) Fa la ;ont stessa del risultato non ad altro serviva c6e a r'nder pi- cupo il lutto alla derelitta *igliuola) AEccellente creaturaB l!av'an dovuta a *or a staccare dal ;a;;o, cui ella, singultando, gridava di voler seppellire il suo duolo nella tom;a di lui) E inutilmente la cameriera, asciugndosi dalle ciglia, con un cantuccio del *a oletto, la plvere, cercava incuorarla, dicendo, c6e %tanto tanto la malatt(a del pvero signor padrone era inguar(;ile& mentre il cuoco, passndosi un dito, anc6e lui, in sugli occ6i lacrimosi pel vino, osservava, c6e %gi troppe volte il signor generale era andato a cercare la Vecc6ia, sen a trovarla mai in casa, perc6' non avesse cost'i a restituirgli la v(sita,& e inutilmente il m'dico e il prete, que! due lugu;ri *iguri, c6e, vivendo di morte, 6an di cordoglio il solo vestito, av'vano messo *uori la lor pi- riposta mercan ietta con*ortatoria, la loro %in reverendi panni stulti ia&, e l!uno, il tur;a coscien e .*iutando un dolore di prima classe2 parlava con *egatoso sem;iante della celeste *elicit, e l!altro il guastaKcorpi .c6e gi computava nel cento anc6e la consola ione2 svaligiava, a pr dell!erede, il slito /'neca di tutti quelli ingegnosi ;isticci c6e si g-stano tanto, quando non se ne 6a di ;isogno))) A6im'B pei con*orti, la terra ' troppo vicina e troppo lontano il cielo) Il Folto

Reverendo e il Fagn(*ico avr';;ero meglio esitato le lor mu**er(e sulla cttedra e il p-lpito) In si**atti dolori non c!' c6e un sollievo, il dolore) Ad ogni *rasuccia elegante rispondeva uno strillo, ad ogni religiosa promessa uno scoppio di pianto, *inc6' la *anciulla > dallo spsimo vinta > svenne, cadendo in una ;ene im;ottita poltrona) AO6 quanto allora mai ;ella in quell!a;;andono, c6e il caso *aceva s( art(stico, sparse le ner(ssime c6iome, ceree le guance, le palpe;re velate, ammaccate dalle lung6e vigilieB <ella ;elle a ' come della virt-3 nella *ortuna, piace3 nella sventura, innamora) Fa, in*ine, merc' i sali del m'dico, e le palmatine .carit pelosetta2 del prete, o piuttosto, essendo trascorso il tempo indicato a un deliquio, la *anciulla ritorna in s' stessa) Trnano insieme le addolorate pe uole agli occ6i dei servi3 trnano e m'dico e prete a ravviare i loro consolatori motivi, *ra cui la cameriera insinua il suo proprio, consigliando la padroncina a succiarsi una coscia di pollo e a ;ere un dito di vino3 dalle dalle, tutti, ad una, ne d(cono tante c6e la *anciulla si persuade ad al arsi e a ritirarsi nella sua cmera) Il c6e ella *, sostando a ogni passo, sospirando sospiri c6e par'an vedersi, ponendo in*ine la mano sulla spagnoletta dell!uscio, tragicamente) Ed ecco la nostra 7olom;a, nella cmera sua > sola) Ella stessa, incontrando lo specc6io, dovette stupire all!a**anno c6e traspar(vale in viso) Fa or pui s*ogarlo sen a ritegno, o 7olom;a, sen a incmodi testimoni, c6e ad occ6i asciutti ti mis-rin le lgrime) Ella siede a scrittoCo, elegge un *ogliu o dalla nera orlatura, intinge nel calamaCo la penna3 quindi, in un ;el carttere inglese" %Mio diletto %iondone3 auf! finalmente)))& Trema la mano di lei > per la gioCa) Je;o intanto, il ;racco del generale, stava accucciato alla soglia dell!estinto padrone, molli le orecc6ie, melancnico il muso tra le ampacce) E, presso il muso, una scodella di uppa, intatta)

/7ENA /ETTIFA $more di madre)


.<ialog6etto tra la signora Dettina Ottonieri e sua *iglia Eugenia2

5ignora :ettina" 7redi a c6i la s pi- lunga di t') Janciulla in itellonita ' come una rosa di Ceri, ' come un roman o della stagione passata) A9ui cominciare a *ar cruscaB non c!' pi- verso di riuscire a *arina) Le raga e c6e *(ngono la inappetitosa ad ogni marito di carne d'vono poi consolarsi con quello di terra cotta) A9uarda un po! le tue amic6eB Isa di 9ar a ' moglie ad un Fillerose, n;ile, ricco, ;en*atto, e per soprapi-, sino) Della Adriani, la *iglia dell!usuraCo, quantunque noce con il guscio gi rotto, scarro a per la citt il coronato tarocco del marc6ese Dam;erga) Role 7anris, ' vero, 6a invece sposato un puro mercante, l!Araldi, ma ' un mercante c6e ' gi *allito *elicemente una volta, e lascia c6!egli *allisca un paio d!altre, c6e Role sar milionaria) Elda, in*ine, la quale, con nostra sorpresa, av'a commesso la inescus;ile leggere a di un matrimonio sen a le ci*re, come le se ne o**erse un secondo a dovere, accorg'ndosi tosto c6e al primo era mancata qualcosa, *orse la sa;;ia, stanc leggi e avvocati, squattrin una s-pplica al 8apa, c6e con un giro di c6iave le riaperse la muda, ed ora Elda ' /ua Eccellen a la duc6essa di /ta;ia) Noi, intanto, passeggiamo ancora s- e gipel 7orso e i giardini a coltivarci un partito e ci *rustiamo inutilmente le occ6iate, i sorrisi e le suola) Non gi c6!io intenda cuccarti al primo venuto, c6e tanto o quanto assomigli a uno sposo) 8o i non mncano mai) Huando, peraltro, ne cpita uno quale il ;arone 7aprara, il c6e viene a dire, trecentomila di r'ddito, Aaltro c6e contentarsiB c!' da attaccare un cuor d!oro e ventiquattro candele alla ;eata V'rgine del 7avicc6io))) =ugenia" ma A olino))) 5ignora :ettina" AA olinoB))) AA olinoB 7omincia a pigliare marito) Verr poi, l!A olino) =ugenia" Aeppure, tu gli davi speran eB 5ignora :ettina" ro;a di tutti gli davo, ro;a c6e nulla costa e val molto) Il tenente 8arisi andava ;enone, almeno come un ric6iamo, *intanto c6e non ci pioveva c6i andasse assi meglio) ADenedette raga e, c6e avete la malincon(a di *are all!amore prima del matrimonioB so anc6!io c6e la poes(a ' un!assi ;ella inven ione, mssime se prepuntata di polpe, e di poes(a io ne leggo dalla mattina alla sera, ma, *igliola, la vita, c6e ' poi la cucina, ' tutt!altra *acenda) Non * ;rodo poes(a) A olino, ti accordo, piacciotta anc6e a m') Jinc6' non si parla di vesti, ' un magn(*ico givane3 pure, le vesti, ?c6e vui@ in societ *anno l!uomo, e noi, gra ie a <io, a;;iamo or tale trovato, c6e, quanto a vesti, insacca centomila A olini3 tale c6e pu mandarci in un equipaggio da r', e ci pu *ar ;aronesse, e ci pu m'ttere intorno toelette da c6ia ar d!itteri ia tutte le nostre car(ssime, compreso quell!alo'KinKcartaKdaKc6icc6e di un!Isa) Non sar un ;el matrimonio > ti accordo anc6e questo > ma ' un gran ;el patrimonio) Ri*letti a ci e a;;andona le stitic6er(e e i ripicc6i) Vero ', c6e gli sgar;i sono l!-nico modo d!innamorarsi certuni, i quali, come le palle di gomma, tanto pi- v'ngono a noi quanto pi- li ri;utti3 ma qu( il caso ' diverso) Il cuore del nostro ;arone ' gi entrato in quiescen a, ' gi pensionato" esso teme gli squassi, esso cerca l!amore per agio, non per passione, lo cerca, non come una sella, ma come una sedia) In una parola, ' un ventre, il ;arone, c6e per l!amore non cam;iere;;e l!ora del pran o) =ugenia" e c6e dovr'i *are, mamma@ 5ignora :ettina" r'gola generale per guadagnarsi le altr-i simpat(e ' di non contradire mai, ' di sempre adulare, principalmente, quando s!6a a darla da ;ere a gente dell!et del ;arone, in cui il giudi io ' *atto di pregiudi io) Ora tu sai c6e il ;arone, a

dispetto della sua aurea salute, ' in ;usca d!una donna di casa, o, come lui dice, di una moglie da cucina e da sala) <unque, tutt!altra tttica c6e con l!A olino) Tieni il c'm;alo c6iuso e il cucitoCo aperto3 cessa di smerlettare ;uc6i ne! *a oletti e invece m'ndane3 nascondi %les mignons de l+=glise&, %les confidences d+un sofa&, %l+endroit des dames& e s(mili scndali in rima ed in prosa, ed a;;i invece tra mani %l+amico della %uona massa;a& e %la cucina per gli stmaci d)%oli)& <i *are ;ene il ca**' non si discorre neanc6e) Fagari scopa, *aKgi- i ragnateli e apparecc6ia le lmpade) 7on un po! di sentore di smoccolatura, odoreri pi- soave al tuo sposo, c6e non con tutta /anta Far(a Novella indosso) E poi, *agli vedere i tui conticini, con*(dagli le tue economiette .c6' le con*iden e sono tanti piuoli nella scala di amore2 lamentndoti insieme della care a del man o, c6iedendo se il mercato del riso e del ;urro ' in rial o o in ri;asso, se la legna))) =ugenia .col ;roncio2" ma io non ci durer'i))) 5ignora :ettina" Aau*B Ac6e innocen aB Non si tratta della eternit, non si tratta, ma di un paCo di mesi) ?Hual!' quel divolo c6e per due o tr' mesi non la pu *are da santo@ 8resenta prima la ampa guantata3 metteri poi *uori le ung6ie) /enonc6', *igliola, non ;asta parer donna di casa3 ' pur necessario mostrarsi donna di stan a) Fi spiego) Disogna, mia cara, p'rdere l!mido, e anticipare qualc6e moina al tuo uomo) Non dico di ;uttrglisi al collo e di tempestarlo di ;aci) Oi;) Huesto ci scoprire;;e troppo) I di quelle amorevole e indirette c6e parlo, di quelle tcite dic6iara ioni, le quali, tScc6e dal lievito della *antas(a, lus(ngano meglio delle altre la vanitosa coscien a di un innamorato e lo comprom'ttono irremissi;ilmente, sen a comprom'ttere noi di un sol pelo) 8er esempio, dico, quando odi la scampanellata del nostro gog, corri tu stessa ad aprirgli, e diventa, se pui, rossa) ?Entra@ in*rmati minutamente della sua pre iosa salute, mentre la tua manina indugia tremando nel manone di lui, e se * per sedere presso di t' sul divano, tu, con premura, sprimcciagli sotto un cuscino) ?F perc6' ridi, ;im;a@ I un incmodo al pari d!ogni altro3 Atutta salute, in *ondoB E s!egli si *erma a desinare da noi, o6 alloraB partisci seco il tuo pane .mi raccomando di preparrtelo molle2 e ;evi nel ;icc6ier suo, am;ile errore, o dividi con lui un!ala di quaglia, o sulla punta del coltellino gli o**ri la met d!una pera, *isndolo intanto con quel languid(ssimo occ6io c6e sai, e sprigionando un di quei tali sospirucci marioli))) =ugenia .con ingenuit2" o6 mammaB non posso *(ngere, io) 5ignora :ettina" allora vttene da questo mondo) Tra gli umini inciviliti il pipericoloso dei vi i ' la sincerit) Fa, in ogni modo, per le ;ug(e, t!aCuter la tua mamma) Io susurrer al ;arone del tuo stranissimo mutamento, da c6!ei ci viene per casa, e come ti si sorprenda, sola, con le lgrime agli occ6i e il greppo alle la;;ra > tu gi s( ;ur;ona, tu s( compagnona > o peggio, con la ;ottiglia del rumme, e come perci tu dimagri di giorno in giorno, a li;;ra a li;;ra, a non guardare l!illusione del viso, perocc6' ' tutto soppanni, espon'ndogli poscia il mio du;;io, c6e un segreto d!amore ti strugga lentissimamente) E lui, il *ur;one, scorgendo c6e a tvola o non mangi c6e aria o pura insalata))) =ugenia" ?e se 6o *ame, mamma@ 5ignora :ettina" mangia prima, c6e non ne avri pi-) AJ(datiB *eci io pure altrettanto col mio pvero 7ecco A;uon!nimaB ed io, pensa, ing6iottiva per*ino c'nere e sa;;ia, per procurarmi i colori pllidi e sem;rare in amore) ADada ancoraB il discorso pu cadere sui givani) Tu, prlane sempre con un certo qual spre o, c6iamndoli scolarucci, *anciulli, me e ;ottiglie)))3 Aso ioB))) osservando c6e le *rutta acer;e all'gano i denti, c6e la legna ancor verde * magro *uoco, c6e, conosciuto il vin stagionato, non g-stasi pi- il tor;idino, e s!egli sospira %a6B Anoi siamo vecc6iB& .slita *rase di c6i des(dera di udire l!opposta2 tu, con uno sguardo di meraviglia %?vecc6io lei@ o6 quante sar';;er *elici di)))& e l( ti a itta arrossendo) Vedri, allora, come sorrider soddis*atto

il minc6ione) /ono astu ie coteste, c6e non ingo**(scono mai) ))) 7os(, giacc6' 6ai la *ortuna di possedere un ;el micio, tglitelo spesso in ;raccio, ;cialo smaniosamente, sempre con la pupilla al ;arone, il quale non potr non ri*l'ttere %se tant!' con un gatto, ?c6e sar con un)))@& > oppure, venuto il dessert, prendi un ;iscotto e vola a s*regucciarlo al tuo merlo, dico il merlo piccino))) E il grosso allora tra s' %se tale con quella ;estiola))) Ac6issB)))& e per le gengive gli correr l!aquolina) E quand!anc6e, im;aldan ito dal vino, lui ti pregasse di un ;acio))) Non gi c6e tu gliene dia la prima, A<io tolgaB ci non * mai una ;im;a ;ene ammaestrata))) se, dico, ti pregasse di un ;acio, c6!egli ;atte er per paterno > Aniente paura, *igliuolaB > non resta segno dei ;aci > lsciatelo dare) =ugenia .aggricciando2" Ama ' vecc6io, ma ' ;rutto, ma pu aB 5ignora :ettina .con impa ien a2" non tanto, non tanto) ?7osa c!' a dire@ ?c6e ne sai tu@ Io, gli umini, li conosco un poc6in meglio di t') Il ;arone 7aprara, come marito, v a meraviglia) 8orta c6e l!' un piacere i sui sessant!anni) V'dilo attorno, ra**a onato, col suo sopr;ito lungo e le mani in saccoccia, col suo cilindro calcato, e sotto, un ;el parrucc6ino, col suo alto fauxcol e gli occ6ialoni pel sole e duemila lire di denti) O6 cos( ce ne *osseB Ripeto, qu( non si tratta di cuore, ma di s'mplice mano3 resta, il cuore, tuo sempre, e cos( l!altra mano) ?76e pi-@ ?;rami un sicuro rimedio per scongiurare la nusea@ /-;ito *atto) Huando ti pCono molti i sui anni, pensa a quante pi- p'rtic6e tiene, e s!ei ti dura ancor vecc6io, AconslatiB c6' anderi presto in seconda) ?8u a@ un sol *iato della sua unta cucina, e Asentiri c6e *ragran aB))) ?Drutto@ ?un po! ;ue@ *'rmati alla doratura" addossa alle ;estie c6e pasce le sue ;estialit3 n-mera, mentre sproloquia, i sui ;ui, i sui sacc6i di grano, le sue ;otti di vino, e li cam;ia in tanti vestiti, in tanti gioCelli, da dar scaccomatto alle tue inimic(ssime amic6e) Insomma, o *igliuola, se vui c6e tua mamma porti per t' il lutto rosa, d ascolto a queste quattr!ossa, e lsciati persuadere))) di quanto des(deri) Tua mamma t!insegna la strada maestra3 se tu trovi, peraltro, la scorciatoCa > Alodato sia 9es-B > p(gliala) *a cameriera .di *retta2" il ;arone ascende le scale))) 5ignora :ettina" presto, Eugenia3 Avia quella lagrimettaB J scintillare lo sguardo) AAndiamoB apparecc6ia un sorriso) E tieni > .mett'ndole in mano uno straccio2 > 76e il ;arone ti colga a spolverar la mo;iglia) Io mi ritiro prudentemente)

/7ENA OTTAVA Fio;e del matrimonio) .8rima portata2 /iamo in una ricca stan a da letto) La *reccia dell!orologio segna))) AAttendete un istanteB attendete, c6e il ;arone 7aprara, il quale, *in qu(, 6a girellato *acendo i sui p(ccoli preparativi per la notte, come sare;;e piantare il portaparrucc6e, rim;occar le len uola, disporre sul comodino con simetr(a le caramelle di pomo, i senapismi, i *iamm(*eri, e, sopra i guanciali, gli scal*erotti di lana e la calottina di seta, a;;ia montato l!orologione del caminetto dall!avoltoCo di ;ron o c6e ;ecca ad un 8rometeo d!avorio il *'gato e lo pareggi al suo in*all(;il di tasca))) 8oi, d un ;u**etto al p'ndolo) Il cuor della stan a riprende il consueto ticKtac3 rntola la soner(a, tira in su il moccio, e l!avoltoCo, applaudendo con l!ali, c-cola -ndici ore) Jatto questo, il ;arone, e acceso un Virginia, si a**onda in una poltrona dinan i al camino, ravvolg'ndosi nella sua veste da cmera a *iori di tulipano, e adagiando gl!impanto*olati piedi in una pelle leonina) A9uarda c6e *accia oscuraB Non ci vuol scala a capirlo3 ' un marito c6e riassapora l!amaro della sposali ia tregg'a) In*atti, compie l!anno oggisera da c6e egli 6a commesso la indissol-;ile cor;eller(a, e pesa, *astidi a parte, venti li;;re di meno) Pnic6e gioCe del matrimonio, c6!egli conosca, son quelle c6e gli vendette, salate, l!or'*ice) A6 7aprara, 7apraraB ?c6e 6ai *atto@ Tu il corteggiato dalle mammine e dalle raga e, da cui toglievi talvolta a creden a, tu il cucco di un ngiolo di ;am;inaCa c6e manten'vati grasso come i pollastri da lei capponati per t', n' ti lasciava mai starnutire sen a augurarti salute dal pro*ondo del cuore e ti rincal ava le coltri e ti ammirava ogni mattina la lingua, 'ccoti or solo, male o;edito dai servi, dagli amici scansato, c6e sono invisi a tua moglie, c'li;e in un letto matrimoniale) ?A c6e ammucc6iare cos( lunga esperien a, per sciuprtela poi in s( triste maniera@ ?a c6e pensarci su tanto per concl-dere poi con una ;-ggera tale@ O6 ingenuit sopra**inaB A7r'dersi *uori dalla legge comune, perc6' s!' scelta una sposa non ricca .quasic6' pvera di desideri2 e pattuire una real controdote alle ideali sue tr', del pudore, dell!economia, dell!rdineB Grdine@ As( davveroB 7asa 7aprara non era pi- casa3 era un ca**', un ;ivacco, in cui si dava la posta una ;araonda di gente, amica della signora, ma c6e egli, il padrone, non conosceva nemmeno di nome, n' conosc'valo essa, an i lo urtava e gli camminava sui calli, sen a pur c6i'dergli scusa) 76iunque comandava in sua casa, salvoc6: lui) Tra tanta gente, ei non poteva acco arsi neanc6e la sua partita a tarocc6i) Fa, gi, la sposa avea detto %AariaB AariaB Aio voglio v(ver nel nuovo, ioB& e sen a att'nder risposta, gli av'a tutto cangiato, m;ili e amici) AImagintevi dunque c6e economa! Huesta sola, la cosa di cui si *acesse risparmio) /empre gi- la tovaglia, sempre il gmito al ato) I ;alli ten'vano dietro ai concerti, ai ;alli le scampagnate) E, col lusso, naturalmente, sua sorella lussuria) 8erc6', di pudore > ter a dote promessa > sem;rava c6e Eugenia non ne ser;asse c6e per il marito) Huesti, di parte sua, poteva ;en dire di non possedere la moglie se non sull!atto nu iale) Ei non av'a *att!altro c6e aprire l!uscio agli amanti, se pure) Traved-tala a pena, tra il c6iaro e il ;uCo la prima notte, conCugal nausea, emicranie, quattro lune ogni mese, gliel!av'ano tosto rapita, cmplice la medicina, tanto c6e s!egli vol'a stare al corrente delle di lei a;;ondan e, gli toccava pagar la sua porta al teatro e god'rsela in un cannocc6iale) E, Aalmeno avesse potuto dimenticarla del tutto, ma noB il registro dei conti non permett'vagli manco cotesta disperat(ssima consola ione) Dene gli amici vecc6i, im;att'ndosi seco in istrada ed ascoltati i sui gui %Nando,& dic'vano, %Aa;;i pa ien aB ' e**etto di giovent-) Tua moglie 6a ;isogno uno s*ogo) Verr la stanc6e a, vedri, e torner a t', quando meno tel pensi)& Allora, sperando, egli allungava la ;riglia, ma e pi- conced'a e pi- Eugenia gli si *aceva discosta) 7os(, ' vero, in salone ancor primeggiava il suo grande ritratto a

olio con molta cornice dorata e stemmata, ma era un ;en magro compenso a quell!aquarello di giovinotto rossiccio, in tenuta di -ssero, c6e divideva col 7risto e col vaso l!inginocc6iatoCo di lei, il qual ritrattino, dic'a essa, dov'a aggiustarle la vista ed inspirarle ;ei ;im;i) E i m'dici tutti, c6e pCon sapere le arcane vie della matrice, le dvano mille ragioni, soggiungendo al marito, tanto per consolarlo, c6e un ;im;o non sare;;e tardato) O6 non temere, 7aprara3 t!6anno sposato per ciB Ai quali pensieri, il ;arone, *ac'ndosi ancora pi- tr;ido, incominci a masticare sti osamente lo s(garo) ?Fa c6e av'a mai, quel 8arisi, un *atuaccio di uno, ;uono soltanto di montare a cavallo e d!ingommarsi i mostacc6i, per *ar cadere in amore tutte le mogli degli altri@ ?e c6e cosa mai, lui 7aprara, per tanto inimicarsi la sua@))) A/(garo maledettoB Aanc6e tuB .pi- non tirava lo s(garo2 e spe ndolo in due, lo gett nel camino) %O6 le donne di un tempoB o6 gli antic6i ingenui costumiB& sospir desioso) Fa qu( lo sguardo gli cadde sopra un ritratto allato lo specc6io) Era il ritratto di sua nonna paterna, una dama del regime spagnuolo, vero caval di parata) 8ar'a c6e intorno le crescesse la ro;a3 tanta gra ia di <io da rivoltare lo stmaco) E donna Teresa volg'a super;amente al marito, c6e in ;ito di ciam;ellano le *ac'a riscontro, le sue spalle pompose, n' pi- n' meno c6e in vita) Fa l( almanco l!ingiuria, venendo da regi lom;i, onorava la casa, ma almanco donna Teresa av'a coperta la cornea escrescen a del signor 8ietro Tadd'o con un cerc6io imperlato) E, dai ritratti dei nonni, scese il suo occ6io allo smalto di una ;aldracca masc6erata a vestale) Il ;arone alli;() Ei ricordava quanto il padre di lui > *u ;ecco Napoleone > dic'a della consorte, ;iliosamente *aceto" %il glorioso mio omnimo 6a ;el c6iamarlo un affare da canap)) Io pago, intanto, le molle)& E il nostro 7aprara s;ass vergognando la *ronte) Nella disgra ia ei non si sentiva, ' vero, pi- solo, ma non ' detto c6e la compagn(a eccellente renda gradito l!in*erno) Il *reddo lo guadagnava) A9elare con una moglie per casa ai 1, R:aumur, ' pur duroB /i die! a inanimire a palettate il *uoco) Era la legna a**etta da idropis(a3 nicc6iava, piang'a) ANeanc6e il *uoco gli vol'a attaccareB Huand!ecco, lo scattar di una toppa) Rial le pupille, e guardando nella inclinata specc6iera, vide spostarsi un drappeggio del magn(*ico ara o c6e con la vis(;ile istoria di Far(a piena e del contento 9iuseppe tappe ava la stan a, e apparire una ;ianca *igura, me o slacciata, di donna > sciolti i capelli, porporine le guance, lucid(ssimi gli occ6i) Il cuore di Nando palpit *ortemente" una vampa di caldo, c6e non irradiava dal caminetto, lo invase3 Nando risuscitava) 8ur non osa ancor muversi, quasi oppresso da un sogno, e segue nella specc6iera, con sempre crescente emo ione, il ;lando appressarsi d!Eugenia, *inc6', piegndosi ella su lui tra il s( e il no della vaporosa camicia, e in una voce c6e 6a dita mormorndogli il nome, e gi l!assor;endo nell!an'lito ardente e nel candor delle ;raccia e nell!onda del *ragrant(ssimo seno))) Il p'ndolo, in questa, cucol me anotte)

/7ENA NONA Fio;e del matrimonio) ./econda portata2 AFortaretti, sparateB Adindonate, campaneB As-, in coro, oc6e, merli, ga;;iani, inneggiateB Il ;arone 7aprara, nella acer;a et di sessanta, ' ;a;;o, il c6e talora succede, ma e! se ne tiene, il c6e non succede s( spesso) I ;a;;o di una ;am;erttola, rossa come uno scoCttolo, sana come un acciarino ;resciano, c6e ' settimestre eppur si dire;;e di dieci, e a lui s!assomiglia come un cli;ri a un rospo, quantunque i servi e gli amici, *acendo ressa al neonato, o piuttosto alla ;alia, trvingli tutti gli stessi occ6i del putativo, il med'simo naso, la eguale espressione .o6B questo s(, c6' l!espressione era zero2 e soggiunge un maligno > perc6' pelati am;id-e > %la id'ntica capigliatura)& /ul c6e il ;arone, estasiato, un po! mira la ;im;a, un po! s' nello specc6io, ed a ciascun complimento, quasic6' gli toccasse, s!inc6ina tra il riconoscente e il ;orioso) L!id'a di aversi aquistato un erede, cio' un 'ssere c6e possa alternarsi a sua moglie nelle *un ioni di quotidiano ;oCetto e gli de;;a augurare t'goli in capo a ogni passo, gli * sem;rar tanta piuma ogni passata dure a e gli * insieme squadrare il *uturo con sem;iante di s*ida) %Venite pure, aqua oni,& par dica, %6o l!om;rella)& Non v taciuto peraltro, c6e Eugenia non ' pi- quella di prima, o almeno sem;ra, con lui) 9li strapa i iniquamente cercati durante la gravidan a, e da essi il la;orios(ssimo parto, sono pagati, soldi e denari, con una di quelle malatt(e violente, c6e d(consi di carttere) 8rostrata dal male, la ;aronessa diventa -cc6ero e miele) /!accrgono allora gli amici nuovi c6e il vento s!' vSlto, e s*-mano ;ellamente innan i agli antic6i, c6e riccciano in *uori i cornetti) Eugenia non so**re al suo letto se non il marito,, anc6e un marito, tra i purganti e i clisteri, lo si pu sopportare3 essa non vuole c6e lui a rispianarle i len uoli, a ministrarle le medicine, ad appressarle e la coppa da ;ere e quella c6e ;eve) Ed egli, il ;uon uomo, c6e non osa staccarsi da lei, se non per sguardare alla succ6iante puttina, veglia d( e notte al suo *ianco e si sente inumidire le ciglia ad ogni m(nima *rase d!Eugenia c6e arieggi la tenere a) %AVediB& gli *anno gli amici in trion*o %?vedi se non avevamo ragione@ La pecorella ' tornata)))& %Tornata s())) per morire,& sing6io a il ;arone, e l( sommove tutta la m'dica Jacolt, incomodando la /cien a *in da 8arigi e da Londra, poi, quando scorge la /cien a, nell!intascarsi que! rotoletti c6e non p'sano mai a;;astan a, scutere il capo, mette il sequestro su tutte le preci della citt, solleticando, con urei cuori e gemmati diademi, la *emminile am;i ione d!ogni pi- miracolosa Fadonna, e adulando, a *uria di ta;acco celeste, ogni canoni ato naso) Fa, per disgra ia, <io gli * la gra ia) En giorno, dalle pllide la;;ra d!Eugenia, scoppia all!indiri o di lui una ingiuria) Ju il primo s(ntomo della di lei guarigione) Huel d(, Eugenia mangi d!appetito una quaglia) E qu( le ricette cedendo ai m.nus, con il *astidio pei *rmac6i Eugenia risente anc6e quello per il marito) Ella vuol gi le sue *acce) E gi, sotto il *iuto dell!in*ermiere ;arone, pssano i sliti vigliettini, troppo *ragranti per sapergli di ;uono e ricom(nciano le ad-ltere sci;ole ad ammaccargli gli intavolati) Ecco la Foda * il suo trion*ale reingresso sulla rivinta Natura) 8i- il male si v allontanando, e pi- riavvic(nansi i ticc6i, i capricci, le stram;er(e, *inc6' Eugenia si trova per*ettamente restituita nella salute e nella condotta di prima) /enonc6', stavolta, il ;arone vede i propri malanni col cannocc6iale invertito, c6', a temperargli il dolore, ' l( il *rutto dell!amor della moglie) O6 minuti di ore, trascorsi a pavoneggiarsi nella sua ;im;a appiccicata alle gon*ie sald(ssime poppe della nutrice c6e le pr'mono in s- il nasettino o a dondolarla nella s'rica culla, canterellando

in una voce stonata la ninnaKnannaB o6 strilli s( soavemente sgar;atiB o6 paradis(aci e**luviB o6 insudiciatine gentili, tutta ro;a d!ngioloB E la ;am;ina cresce prosperos(ssima, come ogni cosa c6e provien dal peccato, dando di s' le pi- liete promesse, nella smania, ad esempio, di mostrar le gam;ucce, mentre il ;arone 6a l!ine**;ile gioCa di udire da qu'i la;;ru i, sui quali un ;acio ancor pena a star tutto, la loro prima ;ug(a" papp) Anc6e la ;aronessa sem;ra volerle un ;en matto) I la piccina un pretesto per m'ttere in luce la grande3 ' il piattello, dir'i, c6e domanda e raccoglie l!elogio per la mammina) Lola ' disputata *ra i due innamorati parenti, i quali, come se i vi i c6e <io le prodig, non *sser ;astanti ad in*iorarle la vita, spineggindola altr-i, gar'ggiano nell!assue*rgliene nuovi) N' la rossigna par di capocc6io intelletto" ella 6a ;en presto intuito il valore e l!impiego delle sue gattesc6e stro*inatine, delle sue smor*ie e sti ucce, de! sui piantuccetti3 poi, diventata la con*idente del ;or;ottare paterno in odio di donna Eugenia, e della pasquinesca imagina ione di mamma a spese di don Jerdinando, si *, tra l!uno e l!altra, la spia delle continue vicend'voli o**ese .aggiunti, si intende, i propri interessi in calunnia2 e lucra sul d-plice tradimento una doppia mercede) Fa, a un tratto, altra scena) Alle espansioni d!amore, agli entusiasmi materni, su;'ntrano irnic6e sostenute e, mute disapprova ioni, p'rdi sottintesi) ?76e ' ci@ I c6e dov!era una ;im;a st una *anciulla, ' c6e donna Eugenia non pu vedere pi- in lei una popa da vestire e svestire .c6', quanto a *iglia, non ne av'a mai visto2 si;;ene una donna, e quel c6!' pi-, una donna rivale) In*atti, gli smali iati occ6i di Lola ccciano gi nel suo parco) Lola ' stanca di l'gger l!amore, e di sentimento ne 6a appreso a memoria a;;astan a3 ' stanca di aspettar l!amoroso dal ;uco della serratura o dalla cappa del caminetto3 tanto pi- c6e s!' accorta, come i canarini di mamma, ragliando, gurdino meno a occidente c6e non ad oriente) E invano, la ;aronessa si tien dalla sua, privilegiata allean a, quell!arte c6e rende st;ile il desiderio con il continuo variar d!apparen a all!oggetto desiderando, la Moda) 7on giovent-, la toeletta migliore ' *resc6e a3 solo ornamento, il nessuno) ?Or voi credereste, voi s-dici colori, messi insieme in ;ottega, di v(ncere quelli c6e improvvisa Natura@ ?or voi osereste, voi cristallini cocciu i dall!imprestato *ulgore, comp'ter con gemme la cui luce ' sguardo@ E allora, la ;aronessa, impotente a superar la rivale, cerca di allontanrsela, e come le s*ugge di maritarla alla podagra di un vecc6io, c6' il terror del c6irurgo ne a itta nella *anciulla per qualc6e minuto il ;isogno, colta da s-;iti scr-poli, le riaccorcia le gonne .illud'ndosi quasi di accorciarle anc6e gli anni2 e le nega i teatri e le nega i passeggi, arrivando per*ino a mutarle il c6iassoso appartamentino dai petulanti ;alconi, pi- c6e casa strada, in una tcita *ila di stan e verso un cortile dalla inviol;il gramigna) AFa e s(B le manette non *anno c6e ratti are la smania per la li;ert) N' Lola ' di quelle aquose raga e, nate al martirio, c6e si cons-man tacendo e s'ggono in questa vita, secondo il divino inglese,
%come 8a ien a sopra un monumento sorridendo al <olor)))&

Lola non ' rossa per nulla) <unque, liti su liti tra le due donne da svergognare la pismarronata treccaCa3 dunque, tempeste, c6e vanno poi sempre a s*ogarsi, annodate, sull!-nico capo di don Jerdinando, tanto di *(sica ignaro da sostenerci le parti del para*-lmine) E i dispetti c6iman le o**ese, le o**ese le rappresaglie3 viev(a, il dipason dell!odio si eleva nella propor ione del cu;o, *inc6', un d(, la mammina, in un (mpeto di gelos(a, appoggia una solenne guanciata alla *iglia, e la *iglia, con meditata vendetta, ru;a, *uggendo, il viceconsorte alla madre)

7os( ', amici) E giacc6' la *anciulla 6a ora pigliato s( ;ene la sdrucciolina, non sciuperemo, a seguirla, altro inc6iostro) Den s!indovina, sen a troppa mag(a, in su qual li;ro ander Lola a *inire)

<I7IFA E< ELTIFA /7ENA E in quello scuro, in quel tan*o tra l!ospedale e la pro*umer(a, entr, sulla punta de! piedi, una siloetta di donna, c6e, aperte spilorciamente le imposte, die! un *ilo di sole a una stan a di quelle, le quali, come certe serve di prete, s'rvono a tutto) 8oic6' se il lettuccio, rimasto nella penom;ra, ce la presentava, in sul primo, come una cmera, mentre due dorate poltrone ed un tvolo dal vanitoso tappeto ma a strappi .strappi malenascosti dagli sparsi roman i e dai *igurini di moda2 ce la vol'van piuttosto in*inocc6iare per sala, un *ornelletto sotto il camino e tr' o quattro paColi tentvano di tirarne in cucina e ci sar';;er riusciti, sen a due *erri a stirare sullo stesso *ornello e un!impiccata di sottanini, e un mucc6io, in un canto, di ;ianc6er(a s-dicia, c6e ci svivano invece in guardaro%a) <a una pianta poi di 8arigi incollata su !n uscio, gi si poteva sospettare di 'sservi, ma il du;;io diventava certe a, scorgendo, l( presso, una imagine del 5acr.-Coeur, con dinan i il suo lume, acceso in un e\Korciuoletto d!>n;ection-:rou) %C"antal, 'uelle "eure est-il?& c6iese dal letto una de;ol(ssima voce) %#eux "eures, madame,& rispose, dalla *inestra, madamigella 76antal, cio' una cndida cu**ia e un ;ianco grem;iale a petto, con entro una vecc6ia sen a sguardo e gialliccia, c6e aggiunse untuosamente" %monsieur le cur. va venir)))& %Buvrez tout fait))) ;e vous prie)& Fadamigella spalanc a**atto le imposte, e la luce, invadendo ogni ngolo, pinse in una pvera cuccia, sulla quale era steso, in-tile pompa, un domin a urro, una donna ai con*ini della giovent- e della vita, cavernosa la guancia, la pupilla appannata, di una *accia peraltro c6e nuova non ci giungeva ma c6e avremmo penato assi a ra**igurare se alla memoria non ci *osse soccorso un conto di sarta, c6e *ra ;iglietti di pegno e l'ttere spiega ate posava sul comodino, e per indiri o recava % madame la mar'uise >za Millerose di Farza)& %Mon miroir)))& la;;reggi la malata) Fadamigella 76antal, sempre con quel suo *ar dignitoso, c6e par'a dire %a 8arigi si serve per passatempo,& and a tSrre alla pettiniera lo specc6io e lo present alla marc6esa) La quale, mirndovisi" %:on #ieu, 'ue ;e suis c"iffonn)e!))) n+est-ce pas? ,renez garde, 'ue monsieur le cur. n+entre soudainement) B", mon pauvre c"ignon! C"antal, arrangez le moi, ;e vous prie,& e, intanto c6e l!in*ermiera gliel rassettava, %ne vous sem%le-t-il pas, 'u+une petite %oucle l+espi)gle me si.rait %ien sur le front? ))) ,lacez-la moi gauc"e, ici,H e accennava alle tempia con la trasparente manina cui 'ran gi gravi i poc6i anelli rimasti, %C+est ca3 en m+entourant ensuite les c"eveux avec un ru%an rouge ))) Mais non, tenez))) <+ai trop mauvaise mine pour le rouge) In ru%an ;aune ira mieux))) =t)))& E qu(, all!in*erma, dopo due o tre in-tili prove, riusc( di levarsi un po! sulla vita, aiutata dalla 76antal, c6e poi le copriva di un ricco accappatoCo le spalle, o piuttosto gli involontari pi i e ricami della camicia) Fa, troppo lo s*or o3 e la in*erma vel la pupilla in un me o deliquio) %A*e cur. de 5ainte Croix!& annun i una servetta, apparendo alla soglia) Isa rinvenne) %$ttendez)))& sclam, riunendo in un -ltimo lampo quell! io c6e le si andava spegnendo) %Mes gants, C"antal!))) o( sont mes gants?& %*es voici,& rispose la vecc6ia, porg'ndogliene dalla canteriera un paCo .c6e Isa lasci tosto cadere2 e *ece con un sogg6igno" %Eotre 5eigneur, peut-il entrer pr.sent?&

JB( est mon miroir?))) Comment me trouvez-vous? 8rop p?le , n+est-ce pas? ,our l+amour de #ieu, C"antal, passez-moi sur les ;oues du rose-,ompadour ))) et un peu d+.mailline aux l)vres))) Merci, #ieu vous le rendra))) *aissez-moi voir,& e si guard nel p(ccolo specc6io c6e av'a potuto raccSrre ella stessa, ma per *ortuna non vide lo spettcolo orrendo di un dipinto cadvere) %Comment me trouvez-vous?& ripet' mormorando quasi tra il sonno e la veglia) % 5uis-;e en ordre pour le %al? o( 9tes-vous mes amis?))) A<ioB non rap(temi il sole) Il ;uCo s**oca,& e lo specc6ietto le s*ugg( dalla mano) %A8erdo il c"ignonB))) Famma))) il c"ignon)))& e con un pro*ondo sospiro, Isa pieg sulla spalla il capo, torta la ;occa) 7almissimamente, madamigella 76antal le tolse di dito gli anelli)

INTERFEZZO 8RIFO

ia p(%lica) Orc6estrina, a noi) I ora di riattaccare) La leggera emo ione par data gi-) /!intende, c6e non parliamo dei palc6i > quell!Olimpo a me !aria in cui la ur;anit sostituisce la cordialit, a;itato da 'sseri, i quali vanno a teatro per *are non da spettante ma da spettcolo, n' si s'nton commossi c6e quando la privilegiata lor cr(tica dice loro c6e sono > parliamo della ;org6ese plat'a e del ple;'o loggione, giudi ioso complesso di scriteriate individualit > donde il *isc6io e l!appluso > c6e *anno, e nel mondo di carne e nel mondo di cartapesta, il solo 8-;;lico vero) La emo ione pare dunque ceduta, e con essa, ogni om;ra d!insegnamento) I *emminili tomi com(nciano a ritentare le masc6ili suole, i cannocc6iali son ritornati ai loro ertici *urti) E gi le go;;ette scprono dapertutto nuove storture, le sciamannate, in ogni dove, delitti di lesaK toilette) E qu( una moglie, dando del gmito in un vicin suo assi ;rutto .' il suo ;ello2 gli mostra con un g6ignu o il marito, un *ior di uomo, il quale, *iduciosamente, pesa i pomi del sonno sull!altra spalla di lei, l( un giovinotto in prima er;a ;is;iglia grate insolen e ad una donna gi in *ieno, c6e arrossa, non di pudore3 mentre, pi- in l, due altre sorelle in 9es-, due (ntime amic6e s!inc'nsano vicendevolmente, a tur(;olo pieno, con il *umo di penne) <i occ6i rossi, non se ne trova c6e quattro))) AO raga one, c6e avete voluto contare i ;ecc6i del lampadarioB E se ;ianc6'ggian pe uole, non una oltrepassa il naso3 e se una grave matrona si asciuga col m(gnolo un lagrimino, ' ci piuttosto l!e**etto di quella verd(ssima limon'a da lei posata, a met, sul vassoCo del ca**ettiere) 8erc6', veramente, il teatro ' uno specc6io in cui ciascuno non scorge c6e il volto altr-i) Fa, adesso, c6e si dovre;;e avere veduto come v(vesi in casa, ?dite, non c!' da scusare c6i ne st a**atto alla larga o ne esce il pi- poss(;ile spesso@))) An i, uscimone insieme) 9i i gassaColi di'dero il colpo della luminosa lor lancia a tutti i lampioni" spl'ndono le ;otteg6e) Non 6avvi porta c6e non partorisca il suo uomo, non soglia su cui non dndoli il suo) /;otta la gente dai ristoranti, p-llula dalle c6iese, come *ormic6e da una cariosa ceppaCa) I il quarto d!ora del dopopran o, allorc6' il ci;o, cui si pens tutto il giorno, comincia a pensare per noi, e di**ondendo per la rete venosa un sangue pi- pingue, pi- caldo e aoppiato dal ca**' e dal vino, ci adagia l!intelligen a in quel lieve e;etismo c6e ' il morale ;en'ssere) Tutti allora s!' ricc6i, tutti s!6a in prospettiva una eredit, o per lo meno, un terno) Il liceista, venendo dal pacc6io domenicale del cannicoK io, cammina *iero, la sua s;rindolina a ;raccetto, e di un!aria conquistatora, dimanda, con quasi una lira in ;orsello, il pre o dell!orologio aspettato dalla sua urea catena odorante l!ottone o della camicia c6e gli manca al colletto3 mentre il porta;igoncia, pin o di merlu o e polenta, il mostaccio lavato da un midollo d!anguria, pi- non ricorda l!indolen ito dell!mero e *a;;rica gi per suo conto) E a tutti, in questi sessanta minuti, psson piacere due cose, c6e, se si c(tano a stmaco vuoto, ' solo per ;erteggiarle3 parlo di due strette parenti, 8oes(a e Dont) 76' ' l!ora, in cui una ;ir;a, pur non compiendo una ;uona a ione, sapre;;e almeno pensarla3 e potre;;e un astuto rimanere aggirato, se il suo possi;ile ingannatore non si trovasse nel suo id'ntico caso3 l!ora, quando un mercante ' capace per*ino di non *are un a**are, e Arpagone, nel prodigarsi una ciliegia allo sp(rito, non se ne salva il noccioletto in tasc6ino) Noi per le strade si girndola allora, scopo la strada, scam;indoci scappellate, strette di mano, sorrisi, con una prodigalit, una espansione, un a**etto, c6e, poco prima, ricordere;;e di 9iuda3 e ci si scorda di tenere su il ;roncio col tale o tal!altro, e sopracclgonci, a volte, stran(ssime simpatie per sconosciute persone, cusa *orse la *etta c6e il macellaCo 6a diviso, quel d(, dal med'simo ;ue, *ra esse e noi)

Fa, o6 quanto roseo di *acceB /;cciano le raga e, come i pensieri, ad un tratto, per pol, come quelli, sparire, soppiantate da nuove) /ono stormi di gonne, ' un passer(o di voci) 7ucitore, guantaCe, crestaine, sartine, trnano dai lavorati, tutto punte le dita, e a**ollndosi con gli occ6i vogliosi alle s*olgoreggianti mostre del lusso .le mille porte al ;ordello2 dove la intatta nevata del camiciaCo e la cascata dai caldi ri*lessi del tappe iere si alt'rnano con le ga;;iateKdiKcappellini della modista o con le aCuole di nastri e merletti .i cenci dei ricc6i2 o con i monti di guanti .la lor pelle *ina2 > dove, ai variopinti sapori del con*ettiere, c6e vanno al palato men per la ;occa c6e per la pupilla e scilgonsi in una *ragran a, succede la giovent- im;occettata e la ;elt inscatolata del pro*umiere, irradiante una e;;re a di odori, ed alla grande o iosit del quadraCo la p(ccola del c6incagliere, inutiler(a sott!ogni pi- indispens;ile *orma))) > Apvere toseB > estasiate alla *cile letteratura, a -nica popolare, delle p-;;lic6e carte, dal ;ello stile del ,]] e dal migliore del #]]], o rapite nella ;oreale aurora del gioCelliere, dim'nticano l!oro *umante della polenta, c6e a casa le aspetta con la s;adigliosa mammina, e ascltano con sempre crescente clemen a il ron (o dei cala;roni c6e loro aleggiano intorno, *inc6', stacctesi a *or a, quasi romp'ssero un laccio, dalla d-plice insidia, si ricon*ndon col ;uCo) Fa nel ;uCo le insegue, id'a *issa, il tentatore ;aluccic6(o e lor la polenta * groppo e il pagliariccio d spine) Altre invece, vanno ora a ;ottega) /ono le nottoline, le ;elle a**amate, le maritate col p-;;lico > ami vestiti da donna > c6e ci ras'ntano leste, *rusciando sericamente le loro tele incartate e lucicndoci in viso i loro specc6ietti da ldole e spargendo dalle a**eranee capigliature un sentore di cipria, quasi *uggenti per non 'sser *uggite3 sono le cndide giovinette dal cappellino alla cala;rese e dalla scusa di uno spartito so;;raccio, c6e ci v'ngono incontro come in cerca d!a(ta, giovinette *ioccate in citt per istudiarci anc6e la m-sica3 sono le miser(ssime ;im;e, cui *u negata l!in*an ia, e le orr(;ili vecc6ie dalla lingua in*ame, c6e ci t'ngono dietro insistenti, c6iedendo la carit, o**rendo di avvelenarci) E intanto, la teatral %ergamina si riunisce ai sui c6iusi) Ill-minansi i camerini, gusci di altrettante cele;rit) La istriona allo specc6io si rimposticcia il cuore serale e si %* il volto&, la virtuosa .perocc6' in medio stat vrtus2 scioglie, in attesa %di superare s' stessa& a tutto entusiasmo della sorda mammana, il canarino della celeste trac6'a3 mentre la trinciasalti, come una mosca c6e si so**reg6i i pie! in acc6erati, riavv(a, a tutto pro*itto della lievemente arra;;iata cagnetta, la polposa loquela delle sue gam;e, oppure, me o vestita da <ea e sdraCata su !n canap' dalle molle rotte, si spassa a grattarsi un prurito c6e possiede ampini) 8oic6', di l del telone, quella ;elva *eroce, c6e ' %il rispett;ile e colto& ancor non da segno col trepicc6io e col *isc6io della sua gra iosa presen a) Huantunque la piccionaCa sia gi tutto teste, e s;r(scino nella plat'a, ad ogni momento, di quelle ;rave persone, c6e a ;ene godere il proprio denaro non vglion p'rder neppure la noCa del divertimento, l!om;ra intimidisce i rumori, om;ra assi grata ai servotti del loggione, c6e stanno insegnando come si al i il sipario e ;alli la marionetta, a voi, 7olom;ine, mali iosamente cr'dule) Il c6e, tutto insieme, ' un ;rulic6(o, una ne;;ia, dove l!incenso sem;ra *umar da una pipa, da una ca**ettiera il ta;acco, da un incensiere il ca**'3 dove, nel solenne ;ordone dell!rgano galoppa sguaCatamente lo strillo dell!organetto, e sul rom;o della campana, punteggiato dal ton*o del tam;urone, si eleva il ricamato a**anno del piano, interrotto qu e l dallo stappo delle ga ose, dal *isc6io de! ra i e dal ruotol(o dei %rummi, tintinnanti nei vetri > tutto un grigio, diciamo, di rumori e di odori, nel quale inutilmente si perde il vagito c6e esala dalle latrine e l!a*ror di car;one della tradita mansarda, e di cui gli -ltimi ec6i, s*iorando la prigioniera, aggrappata alle s;arre e smaniosa pur del ce**o agu ino, vanno a morire, evocatori di non pentiti des(i, in quella lunga cors(a, divo /oc"o dicata, dove > in tanti lettini, tutti, *uorc6' nel n-mero,

eguali3 dai tanti cons(mili visi, o a meglio dire, ricordi di viso > c6i-donsi tante storie di gioCa c6e ne *anno una sola di pianto) Fa, Aecc6'B delle storie con il sing6io o, ne a;;iamo gi pieni i cassetti, ed anc6e le sctole) ADando ai gu*iB AAltra m-sica e orc6estraB AA m' i giovanotti c6e v(vono all!avventata, *acendo l!amore sui pianerttoliB Aa m' i prudent(ssimi vecc6i, c6e 6an sempre *atto lo io e i verginoni sen a rammrico, e i %non indegni di aver perduto la primaB)))& Or, ?c6i mi dona una rossa matita@ ?Tu, 7letto mio@))) o6 gra ie) E la rompo) Fe a ' per t', critiKcuccio, cui ogni spropsito nostro ' seme di mille tui > tu, gi-dice inquisitore, c6e non annasti c6e il male, per poi, se nol trovi, inv'ntarlo) O letterario *uco, AgioisciB Oai qu( casi di maggiore scom-nica, eres(e da tanaglia e da rogo) Troveri id'e nuove, c6' tali almeno parranno alla tua squisita ignoran a, troveri gagliardi sapori, c6e a t', assue*atto alle pi- scempie pappine, a;;aglieranno il palato) Fa, ?c6e vui@ A gusti scaltriti .e io sol cucino per essi2 non pu l!ingenuo man o piacere se non a *or a di salsa) An i3 anc6e il sale ' talvolta lor dolce, e per ci vuol pepe) AViva il pepe c6e salva i panni dal tarlo > ed i li;riB E cos(, l!altra me a ' per t', autorit *ilolgica, la quale, a nome di quella 7rusca c6e in Lom;ard(a si stima assi ne! clisteri, spaventi col tuo %non si pu& le id'e de! scolarucci c6e *anno il comporre) Fa non le nostre, ;ada) Noi, la lingua c6e Natura ci 6a dato, noi la vogliamo vi;rare come meglio ci sem;ra) /tolti voi c6e credete, coi di ionari e le scuole, d!immo;ili arla, quando il pensiero, suo sangue, n' le manette n' il ;oCa non arrestrono mai, n' 7risto n' il <ivolo)

ATTO /E7ON<O

/7ENA 8RIFA =ropata /e ad uno di que! rar(ssimi giovanottini, sulle cui guance la *oglia di rosa ancor non cedette a quella di nico iana, miracolosamente passati intatti *ra le ;am;inaCe, le maestrine ed i preti, si domandasse, additando una processione di gente c6e pare nudrita a lucerte e pende pi- al verde c6e al giallo, mssime nelle tasc6e, e trae *in dalle calcagna i sospiri e ti risponde una cosa per l!altra, o cose c6e nessuno capisce, compresa lei, si domandasse, dico %?or c6e vedi@& certo rispondere;;e %ammalati)& E noi, ;att'ndogli amic6evolmente la spalla, %;ravo t'& gli diremmo %6ai trucciato, perocc6' sono innamorati)& Fa allora il giovanottino, il quale, proprietario di una completa po'tica pro*umer(a, 6a letto c6e amore ' %il sole dell!nima& .vero, perc6' dal sole vien l!om;ra2, c6e sen a m-sica e amore la vita non sare;;e c6e una lenta agon(a, e s(mili quiproqu, ci mostrere;;e impersuaso la sorridente *ila de! sui ;ianc6(ssimi denti, amndole sen a la ;uccia, e tirere;;e innan i, platonicamente incicciando, a con*idare alla luna i sui *astidi col ;urro) N', noi, tolga <io, ci ostineremmo a guastargli l!innocent(ssimo divertimento) L!uomo ' nato all!inganno) 76i non im;roglia neppure il suo (ntimo amico, ;isogna ;ene c6e a itti la naturale necessit, im;rogliando almanco s' stesso) Tuttav(a > *ra noi, c6e mastic6iamo da un pe o coi denti del giudi io .Apveri dentiB gi la carie vi mina2 > quella *olla dalla tinta pantrito e dalle *iacc6e morelle alle occ6iaCe, ' proprio d!innamorati) AO amore, tossicoso mieleB Ao amore, inevit;il castigoB ?c6i mai non reca qualc6e s*regio di t', *osse pure il nessuno, c6e ' di tutti il pi- ingrato@ ?c6i pu vantarsi *uor da! tui colpi, *inc6' di nulla pi- possa, *inc6' non lo vesta l!a;ete@))) AO amore, *onte di maggiore rovina c6e non la *ame e la peste, tu c6e le sei, non di rado, am;ed-eB Ed ecco, nella intermin;il sequela delle v(ttime tue, un givane) A lui, ;ello, ricco, d!ingegno, tutto sorrideva all!intorno) Non un cuor gli era viWto, non una strada c6iusa, ed egli poteva, per la pre*erita, proc'dere velocemente, c6' possedeva carro a, toccando la meta, tanto per il dem'rito, quanto, il c6e ' pi- di**icile assi, per il m'rito) Eppure, il suo volto ' giallo come una *oglia a novem;re, ' vi o come un ;orsello a Natale3 eppure, a paragone dell!nimo suo, il nero ' un allegro colore) ?76e 6a mai@ Il m'dico, c6e lo tast e sper e ;uss, ci assicura c6!ei suona campaninamente ;ene) Fa il scient(*ico occ6io non gli ' giunto al cervello, dove l!imgine di una donna gli asciuga, insa i;ile spugna, ogni men vile pensiero, di una donna di cui il givane spsima la limsina solo di un guardo, sen a osar di cercarla) 76', amore, il quale d spesso impuden a, qu( 6a tolto il coraggio) Lo specc6io rende al givane ;rutta la ;elle a di lui, n' intorpidito l!ingegno ' l( a con*ortarlo con rammentargli c6e egli sempre conserva quella seconda ;elt, c6e per le donne ' la prima, la numer;il ;elt3 dell!ingegno an i di un tempo egli pi- non si sente se non quel ;arlume, c6e *ccialo avvisto come l!ingegno sia ito) E, s*iduciato completamente, *ugge gli amici il cui sorriso lo o**ende, *ugge l!umano consor io di cui sospetta ogni occ6iata3 *ugge, alla *ine, con un!oncia di piom;o, l!insopport;ile s' > Aa ventitr' anni, pensateB 8oi, ecco un uomo di me a et) Era la gioCa delle ;rigate, il piatto migliore di un pran o) Tanto tondo di corpo, quanto acuto d!ingegno, ten'a .caso non troppo *requente2 il sat(rico umore in per*etta ;ilancia colla ;ont) /carso a *ortuna > ed anc6e quel poco gli costava molt(ssimo > gliene avan ava pur sempre per *arsi un piacere, *acendone altrui) La sua cassa a risparmi, dic'a egli, 'rano le saccocce de! sui amici, donde traeva per interesse, di poter guardare, sen a rimorso il passato, e sen a paura il

*uturo) Tanto c6e, allegramente, egli metteva gi il piede *uor dell!-ltima soglia di giovent-, quando, nel vlgersi indietro a serrare la porta, cadde in due occ6i, t-rgidi di desiderio, c6e par'vano dirgli %aspetta&) A8vero Feo, sei *rittoB AAdd(o, ;alda scapigliatura, add(o l-cide ;icc6ierate e dormite pro*ondeB L!appetito scomparso, sostituito al sognetto il sonetto, le vesti gli *anno sacca, la ecca dello sp(rito suo pinon conia epigrammi, si;;ene epita*i) Il ;uon uomo ' diventato irasc(;ile, ' diventato intratt;ile, veramente %moroso)& I allora c6e il suo capo d!u**i io comincia a lagnarsi della peggiorata calligra*(a di lui e de! protocolli macc6iati, e gli domanda con meraviglia, perc6' per $gosto copii $gostina, e per 'uanto a, guanta;a) 8erc6' il capo d!u**i io ancor non l!6a visto in una certa ;ottega di mode, ad un ;anco e dinan i una snin*ia di tosa, rosso come un papvero, tutto sudato pel ;atticuore dello s*or arsi un paCo di guanti del sette su de! manoni del nove3 n' s c6e il nostro uccel di /an Luca si v(rgola il pasto per inviare alla sua ins(pida ;ella cartocci di parlanti con*etti, mandorlati di mille*iori, rosoli di lungo amore, cioccolata con la cannella, e altrettali commest(;ili dic6iara ioni) Nel c6e, a onore del vero, il galantuomo pigliava la rett(ssima via, entrando le id'e meglio assi per la ;occa c6e non per gli occ6i e le orecc6ie) Fa, se piretta la via, non era quella del ;uon mercato) A poco a poco, le camerette di lui si sgm;rano di mo;iglia) ?76e mai pi- orrendo d!amore sen a quattrini@ Dentosto, il ta;arro gli si consuma in ventaglio) In*atti, con il caldo d!amore, era l!uno di troppo, e l!altro di manco) Dentosto il suo *ido orologio gli s!' *ermato per sempre) ?<ove il tempo ' perduto, a c6e un orologio@ E, per -ltimo, un vecc6io) Hu( usurpo alla patologia) 7ost-i, al polo antrtico delle passioni, trovvasi appunto in quella temperatura indispens;ile alla conserva ione di un morto) Egli spirava la ragnosa maest di una centenaria ;ottiglia, par'a il granaCo dell!esperien a, e ven(vano tutti a picc6iare al suo uscio per domandargli pareri ;uoni, c6!egli accordava li;eralmente, non potendo pi- dare cattivi esempi) Fa, a un tratto, la sua onesta cani ie si a;;uCa nel pi- *ur*ante dei neri3 gli occ6iali c'dono all!occ6ialino, la ta;acc6iera alla spagnoletta, il suo mangiagroppiK portiere al tailleur de ,aris) 9ettati via i volumi dell!equnime scien a, noi lo vediamo, il maC-scolo ;im;o, ricompitar *e;;rilmente l!ars amandi d!Ovidio, e l!art d+aimer di Dernard, o meditare il Fei;onio de usu flagrrum e la ricetta iti*llica di Arnaldo di Villanova3 poi, tutto a imato e ole ante s( da sem;rare un im;alsamato cadvere, sedersi sull!orlo de! tam;oretti, lui malsicuro in una poltrona, girando caprinei sguardi, spargendo, come egli crede, amorosi disastri) Fa il disastro ' uno solo, lui stesso) 9i lo stramonio e la cnape 6anno ini iato il loro tremendo lavoro) In*uria l!estroman(a, il t'tano ertico) Agoni ante ei s!aggira, gli occ6i e;etiti, le la;;ra sc6iumose, ;arcollando sull!usta di un!inarriv;ile donna, c6!ei ;ramere;;e ing6iottire ne! sui epil'ttici amplessi)))3 O dottoreB cessa il ;romuro e la cn*ora) I tardi) Non giova pic6e lo sc6ioppo) Or, per c6i vuole un contorno a questi tr' assortiti salami, ecco monti di suole inutilmente perdute e li;ri eppi di plvere e calami assetati e len uola lgore dall!insonnia con sc6iene ancor pi- logorate, e patrimoni in is*ascio e lag6i di lgrime con cos( *ieri sospiri da cacciarli in ;urrasca) 76' se tu ti disperi di non 'ssere amato, il vicin tuo * ci o per 'sserne troppo o non a;;astan a, e se tale, tradito da una diavolessa, strilla come un porcellino di latte, altri, cui tocca, piange di possedere un ngelo) O6 c6e ;urletta l!amoreB 8er lui, un *ormaggiaCo si accorge, dopo trent!anni, c6e c!' la luna, e cercando una somma, trova la rima c6e un poeta 6a smarrito nelle id'ntic6e ortic6e) Ti io v dalla magneti ata con i capelli della sua ;aCa3 torna /empronio dal pro*essore Fercuri sen a i sui propri) Hu( un cuoco, a;;agliato dal %caro oggetto& c6e sar, penso, una trecca intingente la pettinina nell!aqua de! *agioletti, cmpera luccio per trota3 l Automedonte, alla vista delle adorate spadine, ri;alta con i

padroni) In questa, un pittore, eternamente copiando l!-nico muso di quella c6e %sola a lui pare donna&, esaurisce s' in compagn(a della pa ien a del p-;;lico3 e intanto c6e un organista, pensando alla maestrina normale, ;acia piangendo il consap'vol ;ar;one, la maestrina sovvenendo di lui pi icotta sti osa la sua do ina di scolarucci) E vi 6a, c6i, d!ingegno, inasinisce estasiato alle truller(e c6e v'ngono da una ser*ica ;occa, oppure si ostina a l'gger 8etrarca e sonare 76opin a c6i non capisce se non Farc6esini e Verna i3 come vi 6a, c6i, noCato alle pgine le pi- rovaniane oss(a le pi- generose, ;rilla di gusto ai solecismi di cuore, peggio c6e di sintassi, di uno di que! letterini, c6e, incominciati o**rendo un ;acio, *in(scono domandando un marengo) AFa e poiB Ac6e tragedia, l!amoreB Trema, la prima volta, il gelato cassiere contando i rotoletti dell!oro ,, egli non scorge pi- ci*re, si;;ene gale e sorrisi3 nega l!amico il dovuto soccorso all!amico per soddis*are ai capricci di una inimica3 il padre stesso strappa i pendenti alla *iglia per app'nderli a orecc6ie c6e danno ascolto a c6iunque) ?76e pi-@ <oni etti muor scemo3 smidollato Ra**aello, e, giacc6' siam *ra gli <ei, Ircole torce le lane di Om*ale .la sua peggiore *atica2 ed il med'simo 9iove, dall!ol(mpica calma, v in oca, v in ;ue))) Fira, o lettore, la scarna c-pida *accia di c6i, da quelli scacc6i di *erro, vede passare l(;era e *iera la gan a nella pompa di un lusso c6e il suo delitto le paga3 odi, da quell!altra prigione cui * da agu ino la 7arit, i ruggiti di loro, c6e 6anno per un c"ignon perduta la testa3 sogna, a s*ondo, la negra pur'a del milanese Tom;one, dove tra *rcidi ma i di *iori e scocciate ;ottiglie, tra mnic6i di pitale e pisciatura con li occ6i, vanno convolte le l(vide salme del tradimento, pasto alle c6eppie e ai ga ettieri cronisti)

/7ENA /E7ON<A @uo m)ntula mens) Fa qu(, da tutti questi in*elici, cui tocca, per gi-ngere al dolce g6eriglio, mrdere il mallo, o avan a, goduta la pesca, il ncciolo amaro > nime in pena, c6e p-rgansi pel 8aradiso o lo p-rgano > mi si spicca d!incontro un giovinetto con la cravatta slacciata, e all!a;;andona il cappello, gridando %Aio la sposo, io la sposoB& 7on*esso3 il mio primo pensiero *u di c6i-dergli in mano uno scudo, e di dirgli %spendi questo piuttosto&3 ma mi tenni) Huel giovinetto era *uor del comune) Niuna *anciulla pi- vereconda di Nino Jiore) A lui, oltre le simpat(e pel sereno suo volto dalla pelle di d(ttamo e dalli occ6ioni cerulei, mi legvano quelle pel suo rar(ssimo ingegno, un ingegno cui non mancava, perc6' tale paresse, se non la mano di studio, quasi greggio diamante c6e attende la *accettatura) /enonc6', sul pi- vivo delle speran e, era caduto il mio Nino nel letargo amoroso) 8a ien a, per c6i, gi citrullo, incitrullisce del tutto, ma per c6i, nato a superare l!oc'ano, a**oga nel secc6iolino, ogni pa ien a v in *uria) 8rincipalmente, c6' ' della gente d!ingegno, come di certi ;i;li*ili, i quali, quanto pi- un li;ro ' spre ato, tanto pi- lo c'rcano e mano, o come di certi mosconi, c6e, gira e rigira in un giardino di *iori, *in(scono a posar sullo sterco) Nino di*atti s!era pigliato di una cosa non uomo, e alto l() Non un rapporto tra loro da quello all!in*uori, c6e mancava a col'i quanto ad esso cresceva) ?Fa come, dimando io, persuadere ad un e;;ro la so;riet@ ?come provare a un illuso c6e le ;elle e c6!ei mira, novello Narciso, nella sorgente de! suoi desideri, non sono se non le proprie@ ?come in*ine distor l!assetato dalla tr;ida aqua presente con la promessa di un!altra, ;enc6' cristallina, lontana@ AA6im'B l!altr-i esperien a non serve3 ciascuno deve procurarsi la sua, c6e poi non si trova di avere raccolta se non giusto nell!ora di doverla lasciare, non laurendosi l!uomo nella scien a del v(vere, c6e quando gi occorre .il c6e ' *orse tutt!uno2 di sapere morire) E se ' vero, c6e Nino veniva spesso da m' ad implorare consigli, egli in ci seguitava il slito ve o degli ammalati d!amore, i quali scppiano tutti di con*idarsi a c6iunque, annoCando il prssimo loro come s' stessi) <esiderare, del resto, il parere degli altri, vuol sempre dire, desiderare di sentirsi ria**ermati nel proprio, mssime errando) Non 6avvi impresa pi- temeraria del r'ndere accetta la Verit c6e se qu e l si sopporta ' perc6' piglia in imprWsto gli ;iti della Dug(a) 8er cui, andato a cavare dal mio armadio di *acce, quella di congratula ione" %Dravo Nino,& dissi, serrndogli con espansione le mani, %A me ne rallegro tantoB AVedi tu, c6e non ti sapevi dar pace, perc6' l!amore tardavaB Am ci 6ai *atto quintina, e insieme tm;olaB En givane, come t', non pu non avere incontrato un complemento condegno) /ar'i per giurare c6e in p(ccolo ' una per*e ione, incominciando da quella m(nima delle doti, la dote)))& JNo, no,& interrupp!egli con gudio, %9ilda non tiene un quattrino) Io la scelsi col cuore, non colle dita) Volli lei per lei sola)& %/entimenti,& ripresi, %c6e ti *ar';;ero merit'vole della medaglia al valore civile, principalmente in giornata, in cui %la Fuida d+amore& ' il catasto) Inoltre, non stai lontano dalla pruden a) /pesso ai mariti costa pi- la ricc6e a c6e non la povert delle mogli, mentre ;stano sempre pane e amore) E, se si vuole anc6e un po! di pietan a, ' ;en presto supplito con un po! pi- di lavoro) Tua madre stessa)))& %Famma,& not il giovinetto, mentre il rossore gli lampeggiava nel volto, quale oro su argento, %non ne s nulla per ora) E il cuor mi *ugge a parlrgliene) La *amiglia di 9ilda ' s())) s()))& %?Dassa, vorresti dire@ ?ecc6' importa@ Nel sociale universo, come nel *(sico, non c!' n' l!alto n' il ;asso)&

%No, non ' il ;asso c6e mi scoraggi) I il s-dicio, il sudiciume morale)))& %E io ti ripeto, ?c6e importa@ 7iasc6eduno, rotto il *ilo om;elicaie, * a s') Non v!6a terreno di vi io in cui non possa germogliare e dar *iore la pianta della virt-, c6e, come tutte le piante, succ6ia non rado u;ert dalla stessa immonde a) 7i sono corpi c6e pssano illesi per qualunque contagio3 ci sono nime s( musicalmente *oggiate)))& %9ilda non tiene orecc6io,& sospir Nino) %Terr occ6io,& sorrisi) %9ilda ' stonata anc6e in ci)& %Allora, o mi s;aglio o una pi- *ina armon(a la rende ottusa per l!altre3 la letteraria armon(a)& %ANemmenoB& *e! il giovinetto sconsolatamente %9ilda non s l'ggere manco) Ella non ' c6e natura, ' un pvero cinque*oglie)& %?7ome@& gli ri;att'i, %?te ne duoli@))) O amico, meglio cos() Finore dottrina, minor vanit) A *are una ;uona nutrice e una ;uona massaCa non occorre troppo al*a;eto, c6', an i, con i li;ri del giorno, l!al*a;eto ' un per(colo) A7omunqueB l!ingegno innato compensa sempre lo studio, c6e ' l!ingegno d!aquisto) ?Non ti par pena sciupata, l'ggere in altri quanto in noi st gi scritto@ E, appunto in ragione di questo suo stato di letteraria innocen a, cose la ti dir la tua 9ilda ingenuamente su;limi, e tu, con essa, *uor dal timore delle sonate a organetto, potri sgropparti l!nimo li;eramente)))& %AFio <ioB no,& *ece Nino, movendo con malincon(a la testa, %quanto al suo ingegno, ne 6a, ma se tace" il mio, ;isogna c6e glielo nasconda con ogni mali ia, perc6' la mi tlleri) E inutilmente cerci di prestrgliene) L!asciutte a di 9ilda ' quella, non della spugna, del s-g6ero)))& %Dasta peraltro,& insinui, %per quel c6e deve servire, c6e la raga a sia sana)))& Fa il giovinetto, traendo un lungo sospiro" %A8vera 9ildaB& %?76e 6a@& %Oa le gong6e,& gemette con un *ilo di voce) Hu( il volto mi si dipinse di un ;uon umore, di cui la met non era proprio *or ata" %AEvvivaB& sclami %tu se! nato vestito) Le raga e in*ermicce sono pur le pi;uone, c6' invece il divolo, per quanto si s, non *u mai indisposto ?76e ' mai la perla@ una malattia pre iosa) 7os(, la pi- aerea soavit, la melancol(a pi- c6iaroKdiKluna, v'ngono spesso da un crnico male, da una digestione cattiva) La tua *anciulla, son certo, ' di que! ; oli da cui s*ar*llano gli ngioli)))& Nino non pot' trattenere un g6ignu o, e" %Fira i segni dell!ngiolo,& disse mostrndomi le sue mani gra**iate, %e questo ?sai, per c6e cosa@ perc6' la pregi dolcemente di 'sser pi- amica alla casa)& %?E c6e@& ritors!io %?ne vorresti una mnaca@ ATutti cos(, voi amanti, tutti tiranniB Lascia, lascia, mio Nino) Ena ;ella raga a non 6a da covare la c'nere3 6a il sacrosanto dovere di andar dappertutto per mantenere la est'tica) ?/ar ;ella, m!imgino@& Jiore mi guard con sorpresa) %O6 ;ell(ssimaB& *ece) %?En nasino, vero, tutto *ine e@& %Il naso ' piuttosto ordinario3 ' sc6iacciato) /omiglia a quello di un pinc")))& JIndi io di onesta ;aldan a) ?E una ;occa, diremo, da ;aci@& %Daci, ve ne stan s- *orse un po! troppi)& %?E gli occ6i))) ampli))) ;rillanti)))@& %No, piccini e ne;;iati)& %?E i denti, cndidi, accolti@&

%A denti, non ' molto *elice) A8overinaB Asempre la ;enda alle guance)))B& %9uance, s!intende, dal ti ianesco colore, mr;ide come la cipria))) ?8arlo giusto, o m!inganno@& %A/cusaB sono alquanto gialline) E per pelle))) A7apiriB quando s!' avuto il vaColo)))& %AFale col ;ecco il vaColoB))) ?<el rimanente, una svelte a di *orme)))@& %Non dico di no))) se ' seduta)& %?7on una volutt di manine)))@& %AA6B le 6a go**e, ?sai@ A8atisce tanto i geloniB& %?E due ma etti di piedi)))@& %No, non li dire ma etti) 9ilda possiede, ' vero, il mio cuore, ma gli occ6i, no) Io stesso, se non la amassi tanto, dovr'i c6iamarli))) c6iamarli))) .e con titu;an a 2 %cassette)))& %E, giacc6' l!ami, di! cassette di *iori) ?8erc6' mi adocc6i s( intento@ ?<-;iti *orse c6!io celii@ No, amico) Tutto sommato, la tua *utura met pu 'ssere ancora, come dicevi sul primo, ;ell(ssima) Folte ;elle e nscono appunto da un complesso di errori3 an i, ti prover qualc6e giorno, come la vera ;rutte a stia solo nella per*etta ;elt) In ogni modo, una donna, innamorando, a;;ellisce, pi- o meno, s!intende, a seconda della sua interna passione, come, in ragione del vino, si * ;ello il ;icc6iere) AE <io s quanto ti amer la tua 9ilda, invidiat(ssimo amicoB& Fa, ?ecc6'@ Nino, nelle pupille del quale gi tremolavano i luciconi, a questo punto non t'nnesi pi- e nelle ;raccia mi cadde, in una troscia di lgrime %AEcco, ecco,& sing6io egli, %la spina c6e stracci tutto il mio cuore, ecco il martello c6e mi 6a *rantumato l!ingegnoB Y9ilda non mi amaZ) Io ;acio sempre i suoi la;;ri, mai i sui ;aci3 e se ella pur me ne dona > o6 ;aci sen a scoppio n' linguaB > ' come li desse a suo padre, an i a suo nonno) AE s di non 'sserle in mente c6e quando le sono negli occ6i, s di non *arle se non da grat-ito suggeritore per il suo prssimo amoreB A9ilda non mi ama, non mi amaB& Taque, incontrando il mio sguardo, c6e dalla soCa era ;al ato nell!ira) AIn verit, non si poteva pi- *(ngereB))) e sotto il mio sguardo, Nino c6in vergognando il suo) E gi su;entrava un im;ara ato silen io, in cui rimordeva a m' dell!inganno, del disinganno a lui3 quando" %?7oncedi c6e si ragioni@& gli domandi) Jiore acconsent( con il capo) %Non ' ;ella,& segu(i, %non ' ricca, Ae ci passiB ANon ' neanc6e istruita3 e passiB Non ' sana, non ;uona))) ?76e ' dunque@& .egli arross2 %?V'rgine@))) Non giurarlo) Ogni donna pu attraversare la sua me a do ina di verginit) 8ur, A*oss!anc6e alla primaB ?st(mami un poco, perduta la spirituale, quella del corpo@ Ed ecco, contuttoci, tu ti ostini a *antasticare, c6e l!nima tua, alla quale le carni r'ndono, si dire;;e, l!u**icio della lampa alla *iamma, sia proprio *atta per una, tutt!al pi- concessa alle carni, qual sale, perc6' non marc(scano3 c6e, a t' la met di una pera sia destinata a% aeterno, per completarsi, la met di una rapa3 e cos( vui da una cosa, ;uona, non dir per un anno, non dir per un mese, ma per una sol notte, *arti la indivis(;il compagna per tutta la vita, ed accordando a! sui vi i la *irma dell!onesto tuo nome, Avui c6e la stessa tua madre acconsenta, an i goda alla completa comune rovinaB)))& Il giovinetto e;;e un singulto, e *e! per rispndere" %AAttendiB Jorse, c6e pensi, indovino) 8ensi, c6e non si gioca impunemente all!amore e c6e una *anciulla non la s!inganna) Nulla di pi- galantuomo, e in ci ti stringo la mano) Resta, peraltro, a vedere se qu( si d tradimento) Y9ilda non mi amaZ tu lo 6ai detto tr' volte3 dunque, se tu tradisci qualcuno, '))) t' stesso) Ella non ti ama,

eppure vui *arla tua,, vui di una, la quale *orse con altri sare;;e *elice, *arne, costretta teco, una in*elic(ssima) AMurei sensi davveroB F'diti, in conclusione, uno stuproB& Nino mi occ6ieggi con corruccio) Io soggiunsi" %8erdona, se mai ti dico, in is;aglio, la verit, quindi ti o**endo) Fa, quel vero c6e irrita, giova) L!nima tua ' *orte) Essa non c6iede, per sostenere il salutare martirio, n' tregue n' cloro*ormio) %76' se con altri avr'i gi c6iuso il registro, o non lo avr'i manco aperto, de;;o con t' aggiustar le partite *ino all!-ltimo sp(cciolo) AMnimo dunque e t!annoCaB Fet dell!arte per camparla men male, st nel sapersi annoCare con leggiadr(a) %Oo parlato all!amico3 parlo ora al poeta) E a lui ricordo an itutto, c6e tal dei roman i, cui d *ine o la morte dei cos( detti eri, o, quanto viene lo stesso, il lor matrimonio, tal!' di una art(stica vita) ?F perc6' so**ocar la certe a nella speran a@ ?distr-ggere il *rutto nel *iore@ ?R'puti gloria il suicidio@ Oggid(, ;ada, alla Tragedia si ride) %8a ien a se si trattasse di una passione, diremmo, in carta s'mplice3 meglio, di contra;;ando3 ancor meglio, con la cavata del tradimento) 8assioni tali ccciano il sangue in su;;uglio, *erm'ntano in genio l!ingegno3 e, dal mosto tornato a posare, si spilla un vino coi ;a**i) Al contrario, non 6avvi acciaCo d!artista, c6e non allenti in *erK dolce nella lunga lung6iera di un amor maritato, dove ;isogna rimasticare la *elicit c6e s!' appena smaltita, e 7upido, gi insinutosi dalle *essure ,, per non restar carcerato in un sepolcro di ciccia, ;tteselaKv(a, intanto c6e pu, dal portone) 8oic6', a ordinare le id'e, c6e accrrono tumultuarie alla c6iamata dell!entusiasmo, pu s( giovare la calma della stanc6e a, non per della noCa) %Imaginimoci poi, quando, con lo s;adiglio di essa noCa, si concerta anc6e quello dell!appetito, e la miseria si asside nel vacuo *ocolare) A8urtroppoB non ' c6e una la testa) J c6e stia sempre in cucina, non sar mai in istudio) Ed ecco col-i, il quale ri*iutere;;e per s' la pi- lucrosa indelicate a, implorare per altri > i sui *igli > le men promettenti vilt3 ecco il poeta, cui la med'sima *ame conduceva alla Jama, p'rder pei n-meri, il n-mero) ADuona notte al poetaB /e mai l!alloro entra ancora in sua casa, sar, tutt!al pi-, per coronargli il tacc6ino) %E davvero c6e l!Arte ' come il <io c6e v passando di moda) Essa ' gelosa dei cuori c6e le son dedicati, n' conc'desi tutta se non a c6i a lei si d tutto) Tra i quali devi 'ssere tu, perc6' pui) /ei di que! poc6i > lsciami dire > c6e gi-ngono al midol del pensiero3 ti ' un orologio il cervello, c6e segna i minuti secondi) /olo di*etto, la tua stessa a;;ondan a, il tuo, dir'i, dorar l!oro) E la *iducia mi tiene c6e ti si ser;a alla gloria una sedia a ;raccioli, di cui gi intasc6i il ;iglietto .e se non l!usi, Atua colpaB2 *iducia c6e in t' pure verr, allorc6' in me o alla general sconoscen a, quasi r' travestito *ra ignari vassalli, inorgoglieri nel segreto della tua propria grande a, e c6e, invadendo poi tutti > come appena, invecc6iando l!artista, a;;ia il tempo raggiovan(tene le pere > muter il vile spregio in una pi- vil piagger(a) %Ti sia dunque *amiglia, o mio Nino, quella c6e sola si addice al tuo n;ile ingegno, le cui imgini scritte, quali i pinti ritratti degli avi, ti sorr(don dai palc6i di ogni gentil li;rer(a > t', loro car(ssimo erede > e ti s(ano *igli i tui li;ri, c6e, come *igli veraci, se ti daranno sul primo *astidi, compensernnoti poi con cent-plici gioCe, ti nutriranno in vecc6iaCa, e non potendo pi- altro, protrarranno il tuo nome) 9ente vi 6a condannata a generare umini,, gente, id'e3 ed una id'a pu dire, come di s' 9ari;aldi Yequivalgo a un es'rcito)Z O tu amorino piccino, c6e 6ai d!uopo di scaldaletto, sempre con l!occ6io alla sola tua p'ntola, ?c6e mai mi diventi a con*ronto di quella carit universale per cui le geogr*ic6e carte non 6anno colori, n' *ogge la umanit3 di quell!amore, c6e non si consuma nel seno in*econdo o di Lura o di 7re ia, ma, attraversando, inesaur(;ile, s'coli e genera ioni, con*orta, consiglia cuori in*initi, rial a

gli stanc6i intelletti c6e nella terra preced'ttero il corpo, o cam;ia in lacci di *iori le *erree catene c6e ne ratt'ngono il volo, s*oga nella dolce a delle po'tic6e lgrime l!astioso pianto inturgidito nella nuda realt, d a**etti, d ingegno, a cui Natura non diede o tolse Jortuna, d a /cien a i nov(ssimi semi e i *rutti di lei a Ignoran a ,, d alla Fiseria le *este della Ricc6e a, e a cost'i il goderle di quella3 riunisce in*ine in un art(stico ;acio tutte quelle nime scompagnate, anelntisi invano, dalla /orte divise, dagli spa i, dai tempiB)))& 7essi) 7amminammo in silen io) Era Nino *ieramente commosso) Nel volto di lui, come nella l(mpida aqua, legg'asi un ;atti;ecco tra i sui nervi e i sui m-scoli, entre son ?me et son ?ne) Jinalmente e! ristette, e ;acindomi in ;occa, esclam %tu m!6ai s^lvo)& Fa, ecco, una *rotta di modistine, ampettandoKvia svelte coi lor scatoloni gravi di leggere a) E una ;ionda, un po! scarsa di gam;e, e tutto *arina la testa .pani de*raudati alla pancia2 volge al mio amico un musetto, c6e par'a dovesse gnaulare, *isndolo cisposamente) Nino d un ;al o) %ALeiB& dice a m'3 scioglie dal mio il suo ;raccio e crrele appresso, come pesce c6e a;;occ6i)

/7ENA TERZA >dillio) Jortunatamente, quell!incess;ile *or a .c6i dice 7aso, c6i 8rovviden a, c6i <io degli u;;riac6i2 la quale > come un pa iente maestro, c6e corregge man mano gli errori de! sui scolarucci > ;;liga il corso delle sociali vicende p(ccole e grandi, tur;ato dalla ragione dell!uomo, a ricomporsi sempre pel meglio, *ece anc6e qu(, nel m(nimo caso di Nino, quanto n' la lgica mia, n' la poes(a di lui av'an potuto) Nino cio' *u traditoB *u .slita storia da Finosse ai d( nostri2 posposto alle spalle *acc6ine e alle occulte virt- di un ;riccone3 sul c6e osservo, non tanto ad esempio di c6i potre;;e tradire .c6' gli esempi son *atti pel camino e i marroni2 quanto a con*orto di c6i rimase tradito, come l!amante nuovo sia spesso la miglior vendetta del vecc6io) <el rimanente, uso qu( il ver;o %tradire& c6e non dovr'i3 e davvero, il mio amico 'rasi s;ara ato, sen a rim'tterci, di una *alsa moneta, 'rasi onoratamente li;erato da un d';ito vergognoso3 par dunque c6e avre;;e dovuto sentire quel re*rigerio c6e un sino prova quando gli si leva il ;asto o un suonatore d!orc6estra quando rinc6iude il messale di un!pera della giornata) Eppure no > Aguardate riconoscen a al destino c6e spesso ci salva a nostro marcio dispettoB > Nino si disper, non da ;urla3 per poco non s!ammal, e lo si vide lumacar per le strade, giallo di malincon(a, curvo di sc6iena e di sguardo, dialogando tra le la;;ra e le dita, a mo! di un *itt;ile in pia a) /eppi poi, c6e egli stava, in que! d(, maturando un suicidio) O6 quante volte, dopo di avere con cinque lugu;ri sigilli solenni ate le sue -ltime volont .e non av'a a lasciare se non una cosa, la mamma2 appoggiossi alla *ronte una pistola))) vuota3 o6 quante impugn con precau ione quel rasoCo, c6e non era mai stato capace, non dir di dis*argli la ;ar;a, ma nemmeno di *rgliela) E Nino si and a specc6iare in tutti i po i del vicinato, pur e;;e tanto coraggio di non accrrere all!imgine sua, accontentndosi invece di tirrsela a s' nella secc6ia, e Nino s*ogli il di ionario c6(micoK*armac'utico dove si parla di vene*icio .c6e ' quanto dir tutto2 dando peraltro un!occ6iata anc6e al poscritto dei contravveleni3 Nino giunse per*ino a notare ogni poss(;ile morte in altrettante ;usc6ette, sort'ndone una) Nulladimeno, siccome l!estratta gli sem;r la men ;ella, gitt a monte le sc6ede e si die! a meditare %quel ;en'volo modo e voluttuoso di pena > come dic'a l!umanitario suo pro*essore di diritto penale > in cui trion*a la corda)& Ed ecco Nino tentare la solidit degli arpioni di casa ed allacciarvi gi il cappio, quando, cricc6itagli sotto la sedia, sc'sene prudentemente e decise .sopraven'ndogli in quella il car;onaro col sacco di negra morte commesso il d( prima2 di morire > av'a appena pran ato > di *ame) Ned io gli contraddissi, Ac6'6B ;en in contrario applaud(i di gran cuore alla sua econmica risolu ione, c6e gi durava, quand!egli me la narr, da ventiquattr!ore3 me lo piglii sotto;raccio e trttolo in un!oster(a .im;runiva2 gli presenti un ;uon ;icc6iere di rosso, dicendo, c6e ci gli avre;;e ravvivato le *or e pel suo romano propsito, poic6', del resto, egli si era impegnato a *inir dalla *ame, non dalla sete) Nino *e! una ;occuccia di svogliatura, ma ;e;;e3 an i, ri;evve, c6' non s!accorse > tant!era assorto nella cupa sua id'a e in una cesta di allegri panetti > del mio ricolmargli la ta a) E allora io mi divert(i ad aggi-ngere, c6e, trattndosi di un suicidio in cui almeno occorreva un lungo digiuno, egli avre;;e ;en *atto a preparrvisi con una scorpacciata, per poterlo, il digiuno, durare sino alla *ine) Fa nulla rispose l!amico) La sensi;ilit del suo orecc6io era tutta assor;ita da quella dell!occ6io) Nino pi- non seguiva il mio dire, ;ens( la *orc6etta con cui raggua avo e avviluppavo una montagna di macc6eroni) E d!altronde > ripresi, ingollndone una *orc6ettata, c6e Nino accompagn d!un sospiro > un ;occoncino gli avre;;e non tanto attutita quanto agu ata la *ame, c6e appunto era

quello c6e si desiderava) Fa il suicida ;evette in silen io un ter o ;icc6iere))) A<avvero c6e il vino incominciava a pensare per lui e assi meglioB La sua mano c6e av'a intanto appallottolato la mllica di un me o pane, allungvasi all!orlo della mia vuota *ondella, stro*inndoviKvia un ;a**o d!int(ngolo, c6e poi recava s;adatamente alla ;occa) E l(, il cameriere gli depose dinan i, *orse in is;aglio, la tenta ione di uno stu*ato, e il mio amico, in is;aglio pur esso))) AAlle corteB col-i c6e av'a *Xsso di morirsi di *ame, poco manc non crepasse d!indigestione) Fa, quando l!indigestione, tirndosi seco l!amore, pass dalle ;udella di lui in quelle della citt, l!organetto di Nino, ;enc6' in tono diverso, riappicc la sonata) Volata v(a la vespa, rimaneva lo s*ri o) Av'a la ;otta amorosa evocato alla pelle l!ammaccatura dell!odio) Nino si diede a c6iamare la mellonggine sua, ;ir;anter(a degli altri, come c6i, tom;olando, incolpasse, non le sue proprie, ma le gam;e del prssimo, mettendo la ignorant(ssima in*edelt di una ;rindccola sul conto di un sesso intero, an i, di tutto il g'nere umano) Ottimo segno per, c6e, pi- l!odio si allarga, e men nuoce, quando pur non approdi3 com!' del sol*rico cido, di cui il cucc6iaCo, c6e da solo ti uccide, pu in una secc6ia di aqua o**rire ai pveri in*ermi .stando almeno ai rapporti delle amministra ioni pie2 un!aggrad'vole limonata) E a questo g'nere umano avre;;e *atto, il mio Nino, cose da rimandar 7al(gola a scuola, avesse solo potuto) Non potendo altro, lo priv della vista del suo tr;ido volto, riparando a quel covo d!ogni am;i ioso *allito, c6e ' la campagna) 8oic6' anc6e amore ' am;i ione) Ed ' dalla villa, c6e, dopo un ;uon mese, io ricevetti la prima sua l'ttera) Evidentemente il misntropo vol'a c6e gli umini si occupssero del suo non occuparsi di loro) %Amico3& dic'a la l'ttera %AVinta la malatt(aB 7i lascii me o il cuore, ma l!altra met ' a**atto guarita) /ol con uscire dall!in*etta atmos*era ritrovi la salute) Fano mano c6e mi allontanavo da quella volontaria prigione c6e si disse citt, da quella mora di pietre con cui lapidossi Natura per er(gerleKsopra un monumentale ricordo, mano mano c6e un ere meno denso di vi i entrvami nel polmone, mi si ossigenvan le id'e, mi si allegger(vano3 pi- l!ori onte ingrandiva e pi- s!ingrand(vano) E la notte scese3 una notte tutto stelle e silen i qual non avevo mai vista) ?In*atti, c6i pu col volto nel *ango, compr'ndere il cielo@ Falinconicamente il misterioso des(o dell!inde*inito mi strinse) <imentici il terrestre sepolcro del corpo, mi sollevi come *iamma, e per gli stellati oc'ani, pei soli e le terre, per la universa immensit navigando con Druno, travidi la *onte dell!intellettuale Amore e l!nimo m!inorgogl() AO amicoB solo dove Natura riaquista il passo sull!ingrata sua *iglia, l!Arte3 sol dove ' dato scordarci, almeno per poc6i istanti, di quel tessuto di conven ioni, in cui ci siamo a;;o olati noi stessi, c6e ' reggia e crcere insieme3 solo *ra i campi, dico, l!nima pu ricongi-ngersi, aquietndosi, in <io3 mentre non ' c6e in citt, dove *anno da stelle i ;ecc6i del gas e viene il cantar degli augelli dalle ga;;ie e le stie, essendo -nici prati i verdi tappeti del gioco e -nici monti que! del pegno e del *imo, dove regna pei cani la museruola e pei loro padroni la poli (a, dove c6imasi industria la tru**a, ur;ani costumi i vi i e verit la men ogna pi- in cr'dito,, ' solo > o amico > in citt, c6e un 'ssere ragion'vole possa sc'ndere al punto, di trovare la *ine de! sui desideri, il suo complemento, il ;en sommo))) tra due coscie di donna)& ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) ) %Ed ora ti st scrivendo dalla Y;i;liotecaZ di mio io curato) 7erto, ricorderi don Vittore, quel sgrossaKmesseKeKraga e, col suo cappellone a pane di -cc6ero, la cacciatora eterna e le g6ette, s( da sem;rare, non un ministro di <io, ma solamente un ;rigante) Dene, mio io, sen a saperlo, possiede una li;rer(a capace d!imprestare l!ingegno a una tri;- di scrittori) Huando gli c6iesi, se avesse qualc6e volume, *osse pur

scompagnato, egli mi porse una arrugginita c6iavaccia, dicendo YguardaZ) Fio io non 6a di lucente se non la c6iave della cantina) Huanto ai li;ri, non si son salvi, c6e per amore della legatura) <on Vittore li ammonton in un camerone, dove metteva una volta la *rutta a marcire, e l li tiene, come terre;;e un castrato un gineceo) Fa a lui, per cr'dersi dotto ed 'ssere tale stimato, ;asta di avere, in casa la scien a, e *uori il pipersuasivo dei pugni) %La qual li;rer(a *u messa insieme dal prroco predecessore c6e la leg al pres;itero) La sua particolarit e il suo pregio stanno nel riun(rvisi quanti scrittori d(ssero c6iodi in *emminile materia, dall!pera la pi- massiccia al pi- ;i arro pamp"let, e siccome la maggior parte ne disse, cos( ne segue c6e la raccolta sia anc6e voluminosa) 8erocc6' il vecc6io curato, c6e era di quelle letterarie tignuole 'uae lttera vvunt .cio' l!opposto del nuovo2 quantunque incapace di non 'ssere ;uono con tutti, pre*eriva, in teor(a, di pro*essare contro il sesso peggiore > *orse amndolo troppo > un odio da v(ncere quello di un Jrancescano ad un <omenicano, odio c6e la continua societ con id'e adulatrici alle proprie gli con*ortava, inspirndogli inoltre quella eloquen a dal strappaKpelle sarcasmo e dall!ingiuria li;idinosa, la quale c6iamava la gente alle pr'dic6e sue da venti miglia lontano e le a**ollava))) di donne) %E per comincii, al ando le vener;ili legature, vere pietre di tom;a, con gran distur;o delle tarme e dei ragni, e rimov'ndone di tanto in tanto qualc6e topo crepato .altro e**etto di scien a2 a l'ggere i mi'i misgini autori, a ridonarli, almeno per poc6i giorni, alla vita) Fa contagioso ' l!ingegno) Tutte quelle ideone e ideuccie, succ6iate da 9iovenale e Lucre io, da 8ope e Luciano, da Tertulliano e 9risstomo e viev(a, si accoppivano *ra di loro, moltiplicvansi nel mio cervello e lo a**ogvan nel n-mero) ?7ome mai li;errmene@ Jermi di s*ogarle in un li;ro c6e, usu*ruendo il mio stato, riuscisse per quel periglio dom'stico c6e ' l!altra nostra met, altrettanta pasta ;adese) E in verit, l!ira mia congiunta all!ira gi in campo, non pu non *ormare un terr(;ile es'rcito) /coprir scellerggini c6e le med'sime ree non sosp'ttano manco, trover *rasi e parole da incenerirle isso*atto) /candole ando, AmeglioB avr giustamente colpito) %Att'nditi a grandi cose)& Fa io scossi con di**iden a la testa) Non *ac'vano le ;rice di lui a! mi'i polli) Huel suo non trovare nella provviden iale malvagit di una 9ilda argomenti ;ast'voli a rim'ttersi in ;(lico, quel suo accattare di*ese dagli altri, e di*ese c6e per 'ssere troppe s!imped(van tra loro, mostrvano c6iaramente c6e, o il vecc6io amore gli si ostinava nel cuore o c6e egli av'a gi esposto l!%a**(ttasi& per uno nuovo) Ed io mi consoli, ri*lettendo" ,rimo3 c6e, per un verso o per l!altro, avremmo un li;ro di Nino) Anc6e gli errori, principalmente del genio, son degni di rispettos(ssimo studio, n' la men ogna pot' mai contenersi se non in un vaso di verit) 5econdo3 c6e i *atti nscono continuamente a con*usione delle teor(e) Il nuovo inquilino nell!amor del mio amico non avre;;e molto tardato, e c6i 6a esperien a in propsito, s c6e da questo al centesimo corre assi meno distan a c6e non dal primo al secondo) <i*atti, a complemento di questa mia -ltima consola ione, ;enc6', Aa6im'B a totale sterminio dell!altra, nel t'rmine di una settimana, lessi di lui ci c6e segue" %AO amicoB %Eunc sco 'uod sit mor! 7ol'i c6e sempre mancvami, 6o *inalmente trovato) Il mio cuore ' gon*io, 6a ;isogno di espndersi, di cantare il Ted'um) %?A c6e narrarti la noCa della via percorsa@ La presente immensa *elicit cancella ogni orma *aticata a raggi-ngerla) Dasta tu sappia c6e non son pi- da mio io, in quella ;assura di prosa, spessndomi l!intelligen a in una pingue cucina o imputrid'ndomela in

un cimitero di li;ri, ma sono sul c-lmine di una montagna > l(;ero come un poeta > presso un cuore c6e ;atte in consonan a del mio) %I una pastora, ' un *iore gagliardo dell!Alpi) Io, c6e provai l!amore mor;oso, comprendo ora il salu;re) AO voi, ai quali pi- aggrada il sasso malsagomato del greggio, venite a veder 76eru;inaB Hu(, nulla di quei sentimenti nati gualciti, di quell!istinto di *rode, di quella *econdit di ;ug(e, donde sono impastate le vostre cittadinu e3 tutto ' *resco e sincero,, sguardo, la;;ro e coscien a non disaccrdansi mai) Hu( nulla di quell!ipcrita castimonia c6e rende odiosa l!onest, ma il *idente a;;andono delle pur(ssime) Huesti s( c6e son ;aci, ;aci porpurei, c6e sc6iccano, c6e lsciano il succio) 76eru;ina ' a**atto ignorante di tutta la c6incaglier(a delle gra iette, delle smor*iu e, dei complimenti, o in altre parole, del galat'o cittadinesco della lussuria3 pur s qualcosa di meglio YtacereZ) Eloquen a di lei, l!innocen a) A duemila metri sul mare, di**icilmente v il vi io3 esso non v c6e dove arr(van carro e) E pare;;e c6e <io le avesse dato la voce, come agli augelli, solamente pel canto) Io ne odo, mentre ti scrivo, le note campanine e squillanti, c6e *anno concerto tra rupe e rupe, c6iare come i ampilli della sua alpe, allegre come l!nimo suo) AO amicoB ecco l!amore dagli ampi polmoni, e dall!ori onte sen a con*ini, cui le montagne son stan a, e il sole lucerna) Ecco l!idillio)))& E l( Nino, di**-sosi alquanto su esso %idillio& nel g'nere 7ontenelle oss(a da para*uoco, ;enc6' avesse del resto, per contra**orte, una soda masc6iotta
%assi ;runa, grassoccia e mor;idina come una quaglia con attorno il latte&

conc6iudeva" %Oo risoluto di no;ilitare al giardino questo *iore di campo)& .Aadd(o id(llica semplicitB2 %Voglio educar 76eru;ina, per poterla poi dire Ymia tutta)Z Oggi stesso comincio) Allorc6', guancia a guancia, sederemo al tramonto, le sveler, in presen a dei cieli, il mistero dell!al*a;eto)& /in qu(, Nino) Ed io rimasi colla curiosit di sapere come andre;;e quella prima le ione %in presen a de! cieli& e propriamente *ino a qual lettera) N' molto aspetti) Fe lo disse, il d( dopo, il seguente ;iglietto" %7ar(ssimo3 %sped(scimi, ti scongiuro, un ;rattolo di sta*isagria)&

/7ENA HEARTA 7iori) I sera e siamo in istrada) <ue ;elle raga e, in quella et in cui tutt!intorno par lor ripetuto quel %s(& c6e le s'ntono dentro, sostvano so;;racciate davanti le luminose vetriere di un ca**', raccogliendo, di tra !l scucc6iar(o e il voc(o, i grat-iti suoni di una orc6estrina, uno di qu'i rimasugli dei godimenti degli altri, come i *alliti carnovalesc6i gettoni, gli e**luvi de! rosticcii, i mo iconi di (garo, i ra i e gli arestati al volo, c6e *anno la parte men triste delle propriet di c6i non ne 6a, nelle quali prim'ggian la ruota e la strada maestra, l!ospedale e la crcere, la *orca e la *ossa comune) Delle, c6iami le due tose, ma *u un complimento) 8roprio, di ;ella, nessuna3 la nera peraltro scusava) E le lor vesti di umil(ssima sto**a ma di irriprov'vole taglio, ce le dic'vano, a un tempo, oneste e sartine) %To!, la Filia,& esclam Dortolina, p(ccola ;ionda, c6e av'a un visoccio pa**utamente scipito come la dama nelle carte da gioco) E, stringendo il ;raccio all!amica, accennava ad una magn(*ica givane, c6e nel ca**', tutta trine e velluti e sopra s' andando al pari di una regina, porgeva da una cestella, a dritta e a sinistra, *iori, e promett'vane altri pi- riservati, a tr' o quattro di que! sco onaKcavalli in pelle da gentiluomo, detti ancora lions da c6i non li 6a uditi a ragliare) A8veri *iori colti per tuttiB andavate ;en presto sul vostro *atal monde aCo) %?Ti ricordi, e6@ 8ippetta,& continu Dortolina, %quando la Filia veniva a scuola dall!6onorine e non aveva pur sottanine ed era tutta pter ed ave e metteva il suo pan di tritello accanto al nostro *ormaggio per dargli un poco d!odore@ Ecco, in men c6e non cuoca un asprago, ;uttati via gli ccoli e tolto un nome di scarto, 7ora, la ci passa dinan i sen a pi- ravvisarci, perc6' 6a orecc6ini di diamante e gonnella di moire) A9uardaB toletta nuova anc6e oggi) Filia st al primo piano3 tien cameriera e una corte di servitori paganti, v ai ;agni di mare e alle aque, viaggia3 mentre i giornali le *anno il trom;etta e la sua *accia ;ron ina ' venduta *in sulle sctole dei ol*anelli, insieme ai ritratti di 7avour e Fan oni)))& Fa la seconda *anciulla, la nera, di cui la selvaggia magre a o piuttosto asciutte a delle *orme e del volto, tradiva gli intensi insoddis*atti des(i" %?/ai c6e cosa t!6o a dire@& interruppe, %c6e le sciocc6e siam noi ad 'ssere quello c6e siamo3 noi, c6e al disopra di un quinto piano, ci ostiniamo a gettare la notte, c6e ' del piacere, nella *atica3 cucendo, con gli occ6i rossi dal pianto, le gaCe vesti della ;aldoria3 allargando, con lo stmaco stracco dalla vuote a, il corsetto della *anullona c6e impingua3 impellicciando, con le dita agg6iadate, gli altr-i ripari del *reddo3 e tutto questo, per guadagnarci))) ?7osa@))) tanto da prolungare la *ame) A6B Agli scr-poli al papaB En d( o l!altro d un calcio allo scatolone ed im;raccio il mio panierino di *iori)))& %?E l!onest, o 8ippetta@& %9on*ia parola come la panna montata, c6e ti riempie la ;occa un momento, e alto l(3 parola inventata dai ricc6i per salvarsi dai pveri) ATgliami *uori una giu;;a da questa tua onest, se sei ;uona3 s**iaci sopra, se pui, perc6' la ti scaldi la uppa3 prtala al monte sen a 8iet e l c6iedi c6e ci a**(dino sopraB 8r'dic6i pure il prevosto > lui c6e suda ;utiro e sospira di))) reple ione > c6e le oneste *igliuole 6anno il vantaggio d!andare attorno con la *ronte scoperta) Intanto, il rossore delle altre ' coperto da una veletta di pi o3 intanto noi seguitiamo, le oneste, in a;ituccio di tela, a im;astire il velluto delle inoneste) No, no, Dortolina, non mi s!im;roglia pi- altro con una tale parola s( opposta al nostro ;en'ssere) Oo risolto) <omani colgo i mi'i *iori, e mi o**ro)))& %Tua madre lo impedir)))&

%Famma, toccando questi,& .e *e! l!atto2 %diventer cieca e sorda) 7erto, se mi *rullasse di peccare con uno c6e non potesse div(dere meco se non il puro peccato, ella ne inorridire;;e, mi coprire;;e d!ingiurie, e sapendo c6!io non trover'i altro tetto, mi caccere;;e, sen a rimorso, dal suo) Fa * c6e col-i sia un man etto indorato quale il contino 8av(a o il cavaliere Jormaggia od il Num .c6e, in con*iden a, mi *anno gi le occ6iatine, pedinndomi in strada2 e mamma si glorier di servirmi, ella stessa, da portinaCa) A/cemaB a tiro di due, il vi io non ' nemmeno pi- vi io3 a tiro di quattro ' gi una virt-)& %?8er cui, add(o 7arlo@& dimand Dortolina) %A8vero 7arloB& disse 8ippetta con una tal quale amare a, e taque un istante) %Fa,& aggiunse con smania, %alla mia et una *anciulla ' *uoco) Io pi- non posso camparla a sola speran a, con le ragnaCe c6e m!invdono il seno, odorando piaceri c6e mai non giungo a gustare3 io pi- non voglio sentirmi a spedale con un cuore da r') 7arlo pa ienter) A lui dar il ma olino per nulla, gli aprir un nego ietto, gliel empir d!avventori,, poi, quando n!avr in costa a;;astan a da potergli 'sser *edele, lo sposer, se ancora non mi odia)))& %7arlo ' s( ;uono,& insistette Dortolina) %<i l di ;uono,& rincar( la compagna, aggiungendo peraltro .il c6e ci dispiace2, %tanto ;uono c6e la sare;;e inverso la 8rovviden a una ingratit-dine a non accoccrgliene qualc6eduna) E, in *ondo, ?c6e gli *ar'i@ 9li *ar'i un po! prima nulla pidi quanto molte gran dame .piglia ad esempio, la duc6essa di /ta;ia e la ;aronessa 7aprara2 6anno *atto ai loro signori sposini un po! dopo)))& %Fa una volta c6e la p'ntola ' rotta)))& salt su a dir la quietina, e insieme arross() %E6 ci 6a magnano per tutto,& ri;att' l!altra) %En *ilo di verginit avan a sempre)))& %?E se ci resti@& %In nove mesi c!' tempo di non partorire)& %?Fa e la coscien a@& %Altra parola da mandare a ;raccetto colla onest) 7oscien a ' s( dolce di complessione, c6e ogni qualunque pan ana la quieta)& %?<unque, nessuna paura di andare in ;occa al)))@& e Dortolina non os proseguire) %?8aura io@& *ece 8ippetta, s;ottando in un!aspra risata) %76'6B Ase ' il divolo an i c6e dovr *armi il corredoB AO credarella, ;en altro ci vuole a p'rdere un!nima, *osse pur d!un ;ottoneB 8er m', odo sempre il prevosto, quando dal p-lpito grida Yimitate la Faddalena)Z Ora, per rettamente imitarla, ;isogna incominciar dal peccato) Il pentimento vien poi) 76' qualc6e cosa da *are, un po! nuovo, v riser;ato per la vecc6iaCa, quantunque di peniten a, a dire la verit, ne a;;iamo, tanto io c6e t', anticipata *in troppo) AO DortolinaB non ti con*ndere) Vedri c6e 8ippetta ti raggiunger in 8aradiso, e Ac6iss maiB per la scala del taccuino) A/anta 8ippettaB Ac6e spiccoB 9i, lo disse il prevosto, Ytutti i gran santi *-rono gran peccatori)Z& %Dasta3 * tu una cosa per ;ene,& pro**er( la ;iondina a met persuasa) E la nera" %Tutto st a in*ilar giusto la strada)& Fa, in quella, un vecc6iastro > c6e, so**ermato l( presso, orecc6iava > avan ando nel me o delle loro *ragranti testine una *accia tra il cimitero e la parrucc6er(a, dalla pupilla e dal la;;ro oscenamente o;liqui3 e accomodndosi insieme, con la paral(tica mano, sulla nera cravatta di raso, una spilla a ;rillanti" %Dim;e,& ;al;ett con la ;a a, %?posso insegnrvela io@& Tra di esse, da ;raccio a ;raccio, pass un signi*icante sussulto) Dortolina, a;;assando lo sguardo, im;ragi" l!altra si volse con occ6i allegriT alla spilla)

/7ENA HEINTA *ire cin'ue d+amore) ?Fatricolino, c6e *ai su quella portuccia dal semiaperto cancello, dal lungo ndito scarsamente illuminato@ ?c6e *ai, tra il voglio e il non voglio di una nov(ssima sposa, nell!una mano il ;orsello, un lucicore d!argento nell!altra@ ?<-;iti *orse di non averne a;;astan a@ o6 non temereB 7!' amore di tutti i pre i) J(dati nella tari**a) Entra) I porta larga a c6iunque, come quella di un tempio) AI parentiB i parentiB ?perc6' protrarti l!impaccio delle or cadute catene@ E s( c6e ;en sai come ti trovi qu solo, di notte, in una ;uCa citt dove t!ignrano tutti, *uorc6' un padrone di casa il quale ;ada piuttosto al tuo *itto e ad un ;idello d!universit, puro custode di nomi) La importuna a**e ione de! genitori ti ' *inalmente lontana) Famma c6e ti accompagnava *inqu(, per porre una mano d!amore nel noleggiato tuo nido, ' gi tornata alla villa, e ti st imaginando in un ;ianco lettino odor di lavanda con l!ngiol custode a rincal arti le coltri) Ella crede" ?non ;asta@ Il vero *u sempre individuale apparen a) Jinc6' creduto, tal dura) E, quanto al ;a;;o c6e russa, o6 non drtene penaB Egli conosce gli umori del mondo) ?Non lo 6ai udito tu stesso, allorquando, nell!im;ottirti il ;orsello, dic'a %' tempo c6e /ilvio impari la vita)& E la vita ' questa) %I necessario c6e /ilvio diventi uomo)& AEntra, *anciulloB Escirai *atto uomo) Fa, *orse, tu sei un poc6ino poeta3 sei di que! stram;i dai desideri sen !orlatura, c6e, guardando la luna, cr'don giovare alla terra3 e ill-donsi di ri*ormarla con il metro e la rima) Jors!anc6e, t!6ai messo insieme un!amorosa a mosico > tra la n-vola e l!om;ra > e la sospiri, la attendi, non la vorresti tradire) A6B ApoverinoB ?perc6' a**annarsi a raggiungere un %l& c6e mai non ' %qu(&@ L!uomo e il suo ideale, sono le ruote di un med'simo carro c6e sempre si crrono appresso e non si tccano mai) /(, aspetta, aspetta) Ti sciuperi vanamente, qual solitaria accesa candela c6e non ill-mina se non lo struggersi suo) A8rvati intanto, col mondo, a vantare questa po'tica verginit, tu (ntimo orgoglioB AEcco il rossoreB Aecco la soglia del ravvedimentoB Vrcala, sognatorello3 rientra))) nella Realt) AFa <io s c6e divolo ti *u impastocc6iato di noiB ?Noi, vero@ ?le ;alconiere, le erranti@ ?noi le scucite, le avvelenate, le ecc'tera@ Il di ionario par *atto a nostra -nica gloria) 9li ' il rosario d!ingiurie, c6e ci r'cita contro, ogni giorno, quel catec6ista dal grugno sinistramente compunto, c6e non dovendo aver moglie 6a marito, o quel maestro di scuola, letterario purista dalle ertic6e sgrammaticature, c6e mai non passa da noi, perc6' passiamo da lui) O6 *uori dalle ipocris(eB Tutte le donne sono una stessa sonata) ?76e importa a t', se il denaro ti vien dalla pia a oppure dalla ecca, quando il suo t(tolo ' pari@ ?c6e ti * se il volume sia gi tagliato od intonso, quando, per l'ggerlo, dovri tagliarlo egualmente@ An i, come reliquia, c6e, pi- ;aciata, pi- impregia, come cam;iale c6e, quanto 6a pi- *irme, 6a pi- cr'dito, tale una *'mmina) E, anc6e noi, siamo ;elle raga e, n' pi- n' meno delle altre ,, an i, il nostro, ' il mestier delle ;elle3 e siamo sane e gioCose) O6 vedessi c6e piattiKeKc6eKscoppi))) di risoB Aquale coscien aB Aqual stmacoB))) E quanto poi al %pulite&, a;;iamo la trom;a sul pianerttolo, e si consuma, la parte nostra, di sapone di 7omo) %Fa non oneste,& tu dici) ?E le altre@ ?oneste *ino a qual somma@ 7ontuttoci, sia) 76iamiamo pure l!amore di quelle quattro immacolatelle, *uoco di quercia3 *uoco il nostro di gelso) ?Jorsec6' il gelso non scalda@ 76iamimolo, il loro, %man o&3 il nostro, modestamente, %giovenca&" ?non vanno entram;i a *inire nel med'simo cesso@ 7i si paga, ' vero, ?ma e c6e non si paga sul gran mercato del mondo@ 7ol'i, c6e ri*iuta scandole ata un marengo, accetter sorridendo un gioCello, se anc6e vlgane il triplo3 mentre il donarsi di un!altra salder le partite di un tuo de;itore, il

marito) Torna insomma in quattrini il nonnulla dei dolci, dei *iori, dei prWsti gentili, e del resto3 t!accorgeri quanto convenga quel grtis) Noi, generose, ti domandiamo uno scudo3 le altre, un anello) ?/ai tu veramente, s(mile anello, c6e costi@ O6 c6e si gdano in casa la lor compassione insultante, queste tue me e pulcelle dalla irremov(;ile gonna, vera campana del vuotoB Aqueste tue pregne di purit lussuriosa, c6e, *acendo l!amore con pitoc6er(a e or lusingndoti con i sorrisi, or con le ingiurie, ti t'ngono anni in tent(gine e ti s;ilnciano prima di cominciare3 per poi, quando vorresti cavrtela, c6i-derti seco in un in*erno di paradiso, donde non trovi piuscitaB o6 c6e non t'ntino di soppiantarci quelle pompose tue dame, severe soltanto con c6i non le prega, pudic6e con c6i lor non aggrada, le quali, in uppando di lgrime i *a oletti sui tristi casi della /te*ania 9entili o sulla morte del merlo, *an disperare e lo sposo e gli amanti, asci-gano questi, a**mano quello, e ti contrnano di un campionario di corni sotto *orma di ;im;iB 9uarda invece qu dentro) Ecco ;occ6e c6e vgliono solo mangiare, non mrdere) <a noi la sc6ietta natura sen a sorprese n' sottintesi3 da noi, V'nere cmoda e *cile,, nessuna paura di un imminente marito, o, peggio ancor, di una moglie3 da noi solamente, il piacere, c6e 6a sede nell!incostan a) A8orta a t' se non ti amiamo dal cuoreB N' quel c6e mangi ti ama, e tu ne pigli assi gusto) Fa noi intanto a;;iam salvo molt(ssimi innamorati, devoti a prssima *ine3 e spesso le nostre la;;ra riun(rono il ;acio de! pi- *ieri nemici3 mentre l!ingegno, per noi, s;ara ato dalla mortale avorra, spinse il volo pi- in alto, e siedette la ple;e sur il trono dei r') O6 davvero il gran caso, in tante celle di miele, una puntura di apeB AViva JranciaB Aevviva il li'vito dell!intellettoB AEppure, tu non ti muoviB /i dire;;e per*ino c6e l( ti stai impigliato in qualc6e sterpo di quel grand!al;ero morto ma non ancora a;;attuto, c6e c6imano %religione&3 si dire;;e c6e ti minaccia all!orecc6io il ;rontol(o di qu'i ;iliosi predicatori pei quali Adone pi- non risorge) AVe! l!ingrata gen(aB))) Joss!anc6e vero quanto a;;Cano essi, c6e qu( si compra la perdi ione, ?di!, non ' *orse la nostra c6e *a prosperare la loro ;ottega@ > ?dove n!andre;;e, sen a peccato, la peniten a@ ?c6e lor *ruttere;;e quaresma, impreceduta da carnovale@ /enonc6', credi a m', ci cal-nniano) I nostri antic6i diucci, come gli altri pi- grossi, li ;atte ammo anc6e noi e dal disotto la *oglia ci prot'ggono sempre3 n' il lampadino delle nostre Fadonne 6a mai patito la sete) Lsciali dunque, quelli arra;;iati, latrare alle loro plat'e di scranne di paglia ed alle adulatrici navate3 lascia, c6e, con il *umo di un servi i'vole in*erno, accec6ino i go**i, spremendo loro dagli occ6i argentino dolore) A9elos(a dell!impoten aB Aanimosit di mestiereB 76', a esorci are il demonio c6e nel sangue ti avvampa, ci vuol ;en altro .e lo sanno2 di qualc6e spr- olo d!aqua e di un po! di latino) Entra invece da noi, moccoluccio di sagrest(a) Il tuo diavoletto ci spirer tra le ;raccia di soav(ssima morte) AEppiB ?ami davvero la 8atria@ sostieni allora il pi- popolare de! sui istituti) L!annalista ti dice c6e *are la storia del lupanare ' un *arla all!umanit, e il *ilso*o, c6e tutto ' prostitu ione pi- o meno dissimulata, mentre il giurista ti accerta, col ;us laxandi cxas, c6e noi guadagniamo, al pari d!ogni altra, un onest(ssimo pane3 e il pol(tico, c6e la tutela della p-;;lica moralit siamo noi, noi lo smaltitoCo delle passioni e il po o donde si attinge la castit) Att(ngivi dunque anc6e tu) A/tolto c6i muor di sete al *iume in rivaB Attingi, dove i tui padri, gli amici, i compatrioti, il r' stesso .questo tuo nome nei *asti della na ione2 v'ngono colle secc6ie) E se ci non ti ;asta, ma esigi altre prove di no;ilt, 'ccoti in noi .Agi- quel cappelloB2 una %privativa regia&, come il ta;acco, l!a ardo, l!eccidio e altrettali virt-) 76', virt- non essendo, n' tanti umini illustri ci avr';;er di*ese e godute, n' tante dame imitate, n' ci sare;;e governo s( compiacente da tollerarci3 ?c6e dico@ di arruolarci egli stesso, *acendo a me o del lucro) ?7redi tu, c6e si possa puntellar con il vi io la vacillante virt-, c6e ' come dire, m'ttere a guardia della p'cora il lupo@ ?credi tu c6e uno /tato a;;ia licen a di patentare l!immoralit,

d!autori arla con un tri;uto, di pigliar quindi interesse al di lei prosperare@ O6 non pensarlo nemmeno, e se lo pensi, taci) 76i ti protende la cava mano ' la cenciosa Jinan a) Hu la ;orsa e la vita) I dovere di patriota) ?Fa c6e@ il giovinetto, mord'ndosi il la;;ro e rintascando il ;orsello, a;;andona la insidiosa portina) A/caccomatto a Derlicc6eB una materna preg6iera ' arrivata al /ignore) %ADir;eB& mrmora egli, lungi scagliando ci c6e ;rillvagli in mano) E la moneta, cadendo, d un suono di corso *or oso))) volevo dire di *also) A8vera madreB l!ardent(ssima prece non av'a in cielo trovato pi- <io)

/7ENA /E/TA Ina donna c"e ama) Il viso di Nino Jiore era in piena illumina ione) Ne! suoi occ6i ridenti si raddoppiava la stella di gasse, c6e nell!alto ;rillava3 sulle rosse sue guance, sulla punta del naso, nell!e;urneo sorriso dei denti, dardeggivano i lampi degli argentati e dei vetri, ond!era sparsa la tvola, ;enc6' il vero olio a tutta questa illumina ione gliel avesse *ornito piuttosto una *ila di nere ;ottiglie, cinque come i ;irilli, e a ;occa aperta come i cadveri) %AO amicoB& egli esclam, porg'ndomi di sopra la tvola am;ed-e le mani, calde di onest e di Darolo, %' il primo pran o, in un anno, c6e m!a;;ia *atto ;uon sangue) Fi par tornare, ti giuro, dalla Drian a)& ?Eccome no@ Non era l( a *unestarlo con la velenosa sua om;ra quel man anillo am;ulante di 9ea) 8erocc6' Nino, *ruga e ri*ruga, dopo quattro amorose c6e non lo amvano niente, ne av'a, per sua maggiore disgra ia, trovato una quinta innamorat(ssima) Ena 9ea, dico, gentile come il ginepro e i ricci delle castagne, la quale, gelosa per*in degli amori c6!egli gi av'a o;liati, s*or vagli le serrature dello scrittoCo e gli dissuggellava le l'ttere, lo spiava alla rima degli usci e lo ;raccava travestita in istrada3 una 9ea, c6e, rotolata qual pomo della discordia tra i sui amici e lui, non perc6' la vol'ssero tutti, ma perc6' ella non vol'a nessuno, gli proi;iva, *uori, l!altr-i compagn(a, togli'vagli in casa la propria, circondvalo insomma di quella permanente ostilit in cui ogni donna *edele non manca di tenere il suo uomo) N' crediate c6e l!uomo *acesse qu( almeno le mostre di 'ssere tale) Egli si contentava, agli assalti della lingua di lei, di serrarsi le porte della cittadella del capo, le rasciugava, quando poteva, le lgrime con qualc6e taglio di veste, e, rispetto agli sgra**i, ci provvedeva con del ta**et) 8oi dic'a agli amici, tanto per iscusarsi %non nego, ella 6a di*ettacci))) ma, se non altro, io posso in*ine gloriarmi c6e una donna mi ama) 7i, per m', non ' poco) E, del resto, vui l!a;it-dine, la quale m!6a *atto di 9ea un indispens;ile incmodo, vui la ragione dei d';iti cos(Kdetti d!onore, c6e ;;ligano appunto per la mancan a dell!;;ligo)))& %/psala allora del tutto,& interrompevamo noi, %e l(;eratene)& 7omunque3 pare c6e Nino avre;;e anc6e potuto *ar sen a per tutta la vita di un s(mile ;asto, per quanto im;ottito d!amore, se il solo deporlo qualc6!ora, gli dava tanta allegr(a) E davvero, quella marinata di scuola gli av'a ri*atto l!umore) Nino dimenticava il morello de! pi icotti e si sentiva rimessi i tacc6i nella sua stima, quantunque vantasse ci a me avoce e *ra due t(mide occ6iate) Io intanto gli riemp(i il ;icc6iere) <ie! il vino un risettuccio modesto, poi torn serio3 di quel serio, peraltro, c6!' *!atto di giocondit, non di ;roncio) %O6 come st ;eneB& ripet' Nino con un sospiro di soddis*acimento, ;rindeggindomi insieme dagli occ6i e dal clice) %AV'ngano ora tutte le 9ee del mondo)))B ALe s*idoB& ANon l!avessi mai dettoB Nel largo spia o dell!oster(a dove noi sedevamo, si ud( il ruotol(o di una carro a a gran corsa) A6im'B 8ace non venne mai cos( in *retta) Ed ecco aprirsi con violen a lo sportello del %roug"am) Il viso di Nino ridivent opaco3 la mano di lui ridepose il ;icc6iere) Era lei) /tralunata, spettinata, col cappellino c6e le cadeva da un lato e lo scialle dall!altro, non la mostrava da capo a piedi, nella sua alta *igura arsa di ra;;ia, un indi io c6e amore vi avesse, non dico gi preso stan a, ma *atto mai sosta) 8er m', anc6e a serva, le avr'i risposto un ;el no) %A6, 'cc6ete, ;rutto porcoB& ella grid, correndo a noi e indicando con il ventaglio il mio pvero amico, c6e invano cercava di rannicc6iare la con*usione dietro

una lunga ;ottiglia di Reno, come la gru della *vola3 %?' cquesto l!a**are de promura@ ?' cquesta l!oretta e po! so! de ritorno@& e dindonava la testa) %A6, tu credevi de *alla alla 9ea@ ?de scirpaiCe li sordi e anntene !n punta de piede, sen a c6!er core me *acessi la spia@ A8pe santa 8i utetaB AT!ensegnar io a stane allegro **ora de ccasaB& Nino *e!, a lei, un supplic6'vole gesto c6e domandava perdono, e un altro a m' c6e domandava soccorso3 per cui" %/e c!' colpa, o signora,& intervenni, %' mia tutta) 76i l!6a invitato sono io)))& %?Vvoi@ ?c6i ssete vvoi@ ?*or i quarcuno de quelli sciampagnoni amic6i sui c6e lo prtono via da lavor, e Ce *anno s*rusci li sartarelli in scarro ate e ;ottiCe, come ssi llui *ussi un Roscirde@ Aer pvero painoB))) ?Invit, dite vvoi@))) AAccidenti alli vostri invitiB& e agguantato, di colpo, due capi della tovaglia, strapp gi- tutto, e vetri e terraglie, aggiungendo super;amente, %so! rromana de Rroma, ioB& %ANon *ate scndaliB& esclami, rattenendo, se non altro, la tvola) %ALi scnnoli li **ate vvoiB& ripet' l!in*uriata) %AFe *urmini <dio ssi tutt !sta ro;a nu! annava a *in( in quarc6e ventraccia da cquattro ;aCocc6iB))) ADadate ;e!B ;uggiaroni, c6e ssi ci la corona, ci anc6e er cortello)& %O6 taceteB& *eci) %?Tacene io@ er siggnor Idd(o !un ci ddata la lingua pe! st itti) VoiCo parl, strill, *inc6e ce perdo er *iato, voiCo c6e tutto er monno conosc6i cquante pro*idie 6a ignottite !sta ciurcinata da cquer traditore giud(o))) /(, dico a t', sor Nino Jiore, c6e scrivi la llitteratura3 a t', c6e ddopo d!avemme *atto pperde una pro*ossione,& .?c6e pro*essione@ pensi2 %in dove ce sar'i arriuscita una siconna Fari;ranne, perc6' ciav'o una vosce))) !un * pe! d())) una vosce,&e strillava da seggiolaCa, %de sira*ino3 e ddopo d!avemme arruvinata e *atto lass i pi- ;ell!mmini sposarecci de Rroma, assai meiCo spalluti e cquadrinosi de t', come disc'a la ;onnima de mi madre, Aecco cquaneB me ;utti ner mone aro, me ;utti, come li cocci d!un orinale) AE managgia ssan Fucc6ione !un ci mai messo niente, io, ne li capelli a! sto vassallo cane) Lo dic6i llui, si C!avan a un po! de vverit in cquer coraccio suo))) A8arla, in*ameB ?!un sso sempre stata una donna onorata, io@& Nino al gli occ6i verso la stella del gasse, come a dire" Apur troppoB %E;;', in compen o)))& e l( par'a c6e la voce di 9ea si avvicinasse ai con*ini del t'nero ed anc6e dell!-mido3 quando, mutato tuono di ;otto %A/u, mascar oneB& sclam, a**errando per un ;raccio il mio amico) %AAl, monta in ;otteB& e, tirndoselo dietro, c6' il vino di lui s!era vSlto in tant!aqua, cacciollo nella carro a e gli siedette alle coste) 8art(rono a precipi io) Huanto a m', rimanevo intontito come c6i uscisse da una ;atter(a di cannoni in salva o da un gioco di campane in volata) /enonc6', un!altra nota, meno sonora ma non men disgustosa, venne a ridarmi a! miei cinque sensi > una nota, c6e un cameriere mi o**riva sul pi- ;el piatto dell!oster(a .e intanto e! sorrideva, il *ur*ante2, scritta *itt(ssima, ma pi- da vetraCo c6e da oste, e in cui, sull!imo della prima *acciata, ved'vasi calligra*icamente un %di gra ia, volti)& Volti) 7i l(;eri Idd(o da una *'mmina nostra > ed anc6e da una))) altr-i)

/7ENA /ITTIFA >l testamento del signor zio) Iccoci in uno di quelli antri di stregone incivilito dal sentor misto d!inc6iostro, topo morto e ta;acco, dove si p'rpetrano spesso, con ogni *ormalit voluta dalla legge, atti c6e sono reati, o in altre parole, impunemente si uccide perc6' le armi son di misura) Tr' calotte con *iocco e con testa, tr' penne, tutt!e tr' d!oca, dndolano e str(dono a un lungo scrittoCo di cui snosi *atta parte accessoria, mettendo in ;ella le ;ir;er(e del principale) E allorc6' i ;ecc6i delle tr' penne picc6i'ttano contemporaneamente nei loro negri a;;everati, sei occ6iettucci danno uno sguardo di mali iosa miop(a a un personaggio, c6e dal *ar meno di essi ci si palesa per qualc6e cosa di pi-, il quale, dinan i a uno specc6io c6e gli ritorna una *accia im;ellettata dove impintasi un naso c6e sem;ra a**etto da satir(asi e * contorno un nastro di ;ar;a dai ri*lessi dell!arco;aleno, ora si accmoda un ma o di rose allo sparato del gil', ora con un pettinino c6iama i capelli della nuca in soccorso della sincipitale calvi ie, e si pavoneggia e molleggia sulle sue scarpe cricc6ianti, *acendo spiccato contrasto a quell!altro uomo .o a meglio dire scorcio di uomo2 dal viso giallo e grin uto e dalli scarsi ;a**ucci da nessuno unto ingrassati, c6e noi vediamo seduto in un ngolo dello studio, t(mido nella miseria, ;enc6' alla dolent(ssima aria ed all!;ito nero si dire;;e un erede) Fa un erede, *orse, non ') Il suo interno colore assom(gliasi troppo all!esterno) Inutilmente egli si v ripetendo di 'ssere il solo nipote di quel monsignore /peran i, del quale si legger il testamento,, i sui capelli non ne div'ntano meno grigi) 9nogno rinuncere;;e a dieci anni per avere gi udito il cric dei cinque neri sigilli del largo piego, c6e > latente delitto > ;ianc6eggia sul verde tappeto del tvolo notarile, e per trovarsi di l della temuta lettura e correre a casa e crrer d!un *iato sino al quinto suo piano, gridando alla tr'pida moglie c6e vi'negli incontro con un ;im;o sparuto %possiamo dargli dei *ratellini)& Fa se la speran a saliva lentissimamente, qual colma secc6ia, nel cuore di lui,, giunta all!orlo, s*ugg(vagli e riton*ava precipitosa) Egli guardava il suo ;ito, c6e quantunque la mamma gli avesse, un tempo, cucito il piposs(;ile angusto, gli si *ac'a di giorno in giorno pi- cmodo3 ;ito, lgoro dal diserrarsi gomitoni la strada, c6e par'a volesse tornare in matassa e rammentvagli continuamente %io non vesto ragioni&3 ei si guardava le scarpe, -nica parte c6e in lui sorridesse, scarpe alle quali si sar';;er potuto tagliare le ung6ie e cui serviva da cia;attino l!inc6iostro, e la piet c6!ei di s' stesso provava, sem;rvagli, quasi, piet dello io3 ma s( tosto il pensiero c6e tale io, in vita, non gli era mai stato clemente nemmeno di una agugliata di *ilo per rattopparsi, so**ocava in ;occiuolo l!allargaK polmone sospiro e gli riempiva col sangue delle *erite dell!nima le mille rig6e del viso) Eppure, per quanto cupa una vita, rado ' c6e non a;;ia due luminosi momenti, come appunto succede nel matrimonio, cio' l!entrata e l!uscita) Era di*atti incred(;ile, c6e un sacerdote morente potesse rammentare con astio qualcuno, *osse pure un nipote) 9nogno ne era il solo continuatore del nome e delle sem;ian e3 di pi-, era pvero, crico di *amiglia))) e la secc6ia della speran a rigalleggivagli in cuore) Fa e allora, ?perc6' lo io non av'alo mai, quand!anc6e non aCutato a portare la soma della miseria, almeno incuorato con qualc6e %arr(& di promessa@ AO prete, troppo servo di <io per avan arti mai tempo di servire agli umini, al tuo *unerale non lagrimvano c6e le candeleB E invano, il nipote, cercava di rattenere la *ugg'vole speme, invocando il ricordo dell!ora suprema del suo pvero ;a;;o, quando il cannico si era seduto la prima volta, al *raterno giaciglio, ed era parso commosso) AIn verit, una ;ella commo ioneB c6', intanto, la v'dova madre di 9nogno av'a dovuto impegnare gli

-ltimi ori al cognato, perc6' cost-i sepelisse il *ratello per carit3 mentre poi la sua givane moglie, alla quale lo io mostrava sul primo una spece di ;enevolen a, dndole spesso della ;ianc6er(a))) a stirare, dic6iarava al marito c6e in casa di monsignore, sola, non avre;;e messo pi- piede) N' il terr(;ile io era uomo da perdonare a c6i egli avesse oltraggiato) A8arentela, amici ia, pietB vacui nomi" tutto cadeva dinan i al suo <io, al suo ventre e ad una servaccia *ormicolante di v'nere guasta, s;occata come un ;occal di taverna, sola persona c6!egli potesse so**rire, perc6' da tutti a;;orrita) Fa ecco))) uno scampanell(o improvviso) Il dottore To;(a Figliacca prec(pita all!uscio e scompare) Tanta la pressa, c6e, rasentando il nipote /peran i, lo 6a urtato n' gli 6a c6iesto perdono) E la porta si riapre) I tr' pagnottisti si l ano, la penna d!oca all!orecc6io, i pugni allo scrittoCo, inc6inndosi rispettosi) Entra Innocentina /ucc6ia, la serva, appoggiata sdolcinatamente al ;raccio del galante notaCo, tutta piume e ;indelli, tutta pu e e colori, in una toletta c6e avre;;e spaventato una vacca, con li orecc6ini della mamma di 9nogno e una miniatura del morto sul petto, e, quel c6!' peggio, una grinta di oltraggioso trion*o) 9iammi la malvagit era apparsa con una pi- sincera espressione) 8ar'a peraltro c6e dalla *accia di lei il dottore Figliacca, *orse perc6' a;ituato alla propria, non risentisse troppo disgusto) Il r-vido sacco non * i mareng6i men mr;idi) Il notaCo condusse elegantemente la serva a un poltronone, dov!ella si accomod, distend'ndosi intorno le ampie ;al ane, e insinuolle sotto le piote lo sga;elletto e le o**erse il ma o di rose, dicendo %;ell(ssima e pre ios(ssima padrona mia))) <onna Innocen a)))& Al c6e, lusingata, la serva cerc di produrre il suo pi- gra ioso sorriso, ma, come la immonda ;occa le si contrasse oltre il decente, dovette a**rettarsi a dissimularne la osc'dine, applicndovi il mnico del suo om;rellino scolpito a testa di pssero) A8vero 9nognoB <io *accia c6!io s;agli > ma il tuo ;ito l(so t!6a a rimanere > Ac6iss ancora per quantoB > l!;ito della dom'nica)

/7ENA OTTAVA 8ana di lupa) Huella notte, i *inestroni ogivali della torre maestra di Rocca Adelardi splend'vano) L!attardato villano, c6e vi passava rasente colla paura alla stro a, ;atteva via lesto, *ac'ndosi il segno di croce) 76', sulla torre e i sui lumi girvano le dicer(e pi- turc6ine) An itutto, la apparteneva alla duc6essa di /ta;ia, quell!Elda, c6e con un altro cognome ma colla stessa morte a di viso e li stessi occ6i grig(ssimi e morsicanti e le t-mide la;;ra e il seno pro*ondo, a;;iamo incontrato pi- volte) Anc6e la moneta di lei av'a potuto trovare c6i dvale il conio per crrere li;eramente, n' a ci av'a concorso una ecca ma due, perc6' la nostra *anciulla, marittasi gi per isvista, come sappiamo, a un *iore di uomo e di pvero, se n!era tosto, con una querela di solenne impoten a, s;rigata, per dar l!-ltimo crollo ad un vecc6io, c^rco di colpe e milioni e per rimanere di questi, in un med'simo tempo, sposa, v'dova, erede) Ju allora come lo scoppio di una polveriera) /*olgorante di giovent- e di ;elle a, con un divolo di lussuria per capello, col patrocinio di un nome illustr(ssimo e una ricc6e a c6e ogni virt- poteva comprare e scusare ogni vi io, Elda, s*ondato il cerc6io di carta dei pregiudi i, si cred' tutto permesso) N' ella era di quelle delicatine c6e intratt'ngono amanti, come l!anal*a;eta terre;;e ;i;liotec6e, per pura ostenta ione, o di quell!altre, c6e pur legg'ndone qualc6e pgina, *anno ci con riguardi e col ;atticuore, t(mide s*acciatelle dai ;aci a me a ;occa e dagli a;;racci *losci, e neanc6e di quelle c6e si *an strapregare per quanto 6anno - olo, o p(gliano sempre non dando mai, o vgliono .c6e ' peggio ancora2 passare per peccatrici sen !'sserlo) Elda invece lo era *ranc6issimamente, in piena ;uona *ede, nella maggiore estensione del t'rmine) Ten'a *ame di uomo, come altri di ci;o) Al solo odore di masc6io entrava in *urore come una gatta ai pro*umi) A;orr(a qualunque rettrica lung6er(a, qualunque circonlocu ione pudica, qualunque vergogna, eccetto quella di castit3 dicimolo an i, 'rale odioso una sola spece di amore, l!amor sen a scndalo) 76i non mi crede, s!in*ormi) 7i 6a poc6i di mia conoscen a c6e non le ;;iano dato, almeno una volta, del t-, tanto c6e Elda, narrando i densi amori di lei, dic'a" %la tale universit, il reggimento talaltro)& Eno, c6e avesse varcato le soglie della sua casa, dov'a 'ssere a tutto disposto) O si *osse sgrossati con il *alcetto o ra**inati col temperino3 si *osse o marci come selvtici o acer;i qui cetrioli, ella dava a c6iunque ospitalit e da tutte le parti) 8re*eriva, peraltro, la cipolla al tartu*o3 cio' le gar;ava l!amore c6e odorasse un poc6etto di lavandino o di stalla3 e per i sui dom'stici 'rano gente atticciata, dal collo toroso e dalle spalle quadre3 non persone, stature3 c6e ella solo ingaggiava > nuova Farulla > dopo di averli ;en soppesati3 poi, se la notte, nel riveder la coscien a, la si trovava, con istupore, colp'vole di nessuna colpa, e, incominciata a inquietarsi della anormale sua castit .poic6' Natura, disse la *(sica antica, a%"rret a vacuo2 *iniva col spaventrsene e accend'vasele il sangue > mandava tosto in scuder(a o in cucina pel primo c6e capitasse o lavapiatti o sco one, salvo a cacciarlo, l( sui due piedi, dal tlamo e di pala o, se il pvero stipendiato vicemarito, nel contentarla, dimenticava di c6iamarla %eccellen a)& > <elle sue pa e, delle sue cupe avventure ne ri;ccan le terre) Elda, come la lupa di E ec6(el divaricvit t%ias suas su% omni r%ore) E noi udimmo di ;agni di vino del Reno in cui s!immergeva in presen a dell!amoroso suo es'rcito e di pose a modella, nuda su neri lini, in me o a un cerc6io di artisti moltiplicanti nelle tele e nei marmi le *r(nic6e *orme e la lascivia di lei3 e udimmo di quando, introdttasi negli al;erg6i qual cameriera per le nuove sposine, ne corrompeva i mariti, o in panni masc6ili .c6e le si *ac'vano stupendamente2 scalava, nell!ora in cui la poli (a dorme e i ladri son svWgli, le

*inestruole e la santit dei seminaristi o s*or ava i ;ordelli, dove la notte prima, sotto un nome lupario, vi av'a allargato le ingorde coscie, spadaccinando colle pattuglie o sc6ia**eggiando e uccidendo in duello c6i osava mancarle mai di rispetto col rispettarla3 udimmo in*ine di idilli sulle montagne, alternante adulteri *ra i pastori e il lor gregge, e di orge in riva ad un lago, nelle quali si ;acc6eggiava in cristalline oscenit e si tentava, *in col sapore dei ci;i .in *ogge da disgra iarne 9iulio Romano e 8ietro Aretino2 c6e anc6e il palato partecipasse ai peccati degli occ6i, orge c6e *in(vano poi in un man(aco tumulto, scaglindosi tutto dalle terra e nel lago, e vasellame ed arredi, sen a c6e la principesca prodigalit del conte di Angera *osse qu( accolta e salvata dalle reti sparagne del Dorrom'o mercante) Fa un ducale armellino pu celare ogni in*amia3 ma la med'sima perversit ' spesso, in una gran dama, la principale attrattiva3 ma la canaglia in *rustagno, ammessa a visitare le sale insudiciate dalla canaglia in velluto ,, allo C"ampagne riveduto sugli ori, all!in*ranto Furano, al lacerato $rras, colta da meraviglia, tacitamente adorava) /enonc6', tratto tratto, nel ;uCo della li;(dine di Elda s!intrometteva qualc6e lampo di amore) Irano, questi, ripiani dov!ella riagglomerava le *or e a salire) A9ui allora a col-i sul quale il suo occ6io avesse imperioso insistito, mentre il pallore di lei *ac'vasi cadav'rico e la espressione pi- ancor sinistra del slitoB 8er quell!in*elice non era pi- scampo) Elda non conosceva ;arriere) 8ur si trattasse di scompigliare la pace di cento *amiglie, di rovinarle, annientarle, ella correva a col-i, lo circondava e avvolg'a ne! lussureggianti sui *ianc6i, nelle sue spire da serpentessa, nell!assor;ente suo lito, *inc6', a;;acinato, u;;riaco, il coniglio precipitvale in ;occa) E *ra le sue molte passioni, c(tano quella per una cele;rit della gola, per un 9ennaro /tornelli detto %il divino usignuolo,& la cui voluttuos(ssima voce invadeva le nime e al quale Elda av'a, dal proprio palc6etto, gettato entusiasta le rose e i gioCelli del capo, i ;raccialetti, il ventaglio, il ;orsello, e dietro le quinte, s' stessa) 8er sua sventura, 9ennaro le resisteva) AAquavite sul *uocoB Acarne salata alla seteB))) Elda non gli diede pi- tregua3 lo insegu( supplicante con la spada sguainata, perseguitollo della incessa;ile smania *in nelle Am'ric6e, si cangi da duc6essa in corista, riusc( a scritturarsi con lui, a cantare con lui, a *arsi, a;;raccindolo scandalosamente in pieno teatro, cacciare seco dai palc6i) Il tenore *u vinto) La duc6essa non lo a;;andon pi-, lo rimorc6i trion*ante in Europa, si dedic tutta > ella cui *ino il pasto a**amava, n' dieci 8rcoli imperatori avr';;er sa iata > al di lui -nico amore) AO deprec;ile *edeltB Ao malaugurata *ortunaB Ao vulvea ra;;iaB Ao cantridiB Ei ;en presto cadeva, sen a voce e midolle, *ra le incontent;ili ;raccia) Hual pianto, quale dispera ione accompagnasse la *ine immatura del %divino usignuolo& ' pi- *cile a dire c6e a cr'dersi) La morte in 9recia di Adone *u a paragone una *esta) Elda coni il suo *urioso dolore in ogni metallo, lo scolp(, lo stamp, lo dipinse3 lo a**isse su tutti i muri, lo trascin per tutte le vie della citt, *ra l!rder *umoso dei ceri e l!imperversare delle campane, *ra il p'ndere a ;runo delle ;andiere e il tuonar del cannone, rullando cupi i tam;uri, stridendo le trom;e e miagolando le v'rgini > in un *unerale lungo parecc6ie miglia, di cui prima parte era lei, asiaticamente sdraCata nel suo carro one di pompa, in gran toletta di lutto, e con al *ianco un cicis;'o di consola ione, negro) E, dopo due d( dal mortorio, cos( contvano i v(llici di Rocca Adelardi, era venuta alla Rocca una squadra di apparatori con candela;ri ed addo;;i e tanta gramaglia da tappe arne, entro e *uori, la c6iesa della parrocc6ia) Le vuote occ6iaCe della torre maestra av'ano allora riavuto le loro pupille di vetro) E, di l( una settimana, una notte, appariva un!ampia ;erlina a quattro neri cavalli coi postiglioni a;;runati, donde scend'a /ua Eccellen a di /ta;ia insieme a una ;ara e a un certo uomo grigio pien di mistero,

cui il signor *armacista si ricordava di avere altre volte *ornita la stoppa da im;alsamare il mastino del *eldKmaresciallo RadetsLG) <!allora a noi, cinque anni) E tutti e cinque, a d( #] di otto;re, anniversario del lutto, la duc6essa di /ta;ia ricompariva alla Rocca, a cavallo, al galoppo, spaventando di me o la strada nitre e ;im;i > tra i riverenti cappelli e gli occ6i s;ircianti paurosi l!annuvolato suo volto > seguita a non ;reve distan a da un sempre nuovo sta**iere, ma sempre .osservvano le *orosette2 ;ene condi ionato) Huella notte, i *inestroni ogivali della torre maestra s!illuminvano) E la mattina seguente, Elda sedeva a *ar cola ione *accia *accia collo sta**iere, c6e il giorno prima l!av'a servita rispettosamente a pran o) La duc6essa par'a gi consolata) Drillvale *ornica ione lo sguardo, e sg6igna ando della capreggiante sua voce, versava con mano incitatrice da ;ere al commensale di lei) Fa il commensale tremava nel porsi alle la;;ra il ;icc6iere) <ue l(vidi segni di accusa gli sottolinevano gli occ6i)

/7ENA NONA $l veglione) <ir'i %' l!'poca delle msc6ere& ma, ci potendo signi*icar tutto l!anno, dico piuttosto %' l!'poca in cui le masc6ere cdono)& Nel cos(Kdetto tempio dell!Arte, dove ec6eggirono appena le melod(e di Rossini e Dellini, n;ile ci;o d!amore, si terranno !stanotte gli /tati 9enerali di tutte le alte e ;asse puttane della citt) %La ' la risorsa della pvera impresa& dicono i calvi a;;onati nell!indossar la marsina e intascando un paCo di guanti da un dito) E veramente, la ;ottega del <ivolo 6a sempre *atto pi- a**ari di quella di <io) 76i non mi crede, entri) Entrate anc6e voi dalle ;elle ideone sulla masc6ile generosit e sulla *emminil gentile a, tutte id'e c6e *ig-ran s( ;ene nella n(tida stampa di una raccolta di versi) Dasta un veglione a restituire il criterio, smarrito in un anno di studio) Entrate) Non vi ri;utti, se assue*atti agli am;ienti sen a risparmio delle montagne e dei lag6i, quest!aria pregna di plvere e odorante la ;uccia d!arancio, l!ammon(aca e il gas3 questo tan*o di letamaCo rimuginato) /en a colore or si suona una polca e poc6e coppie giritond'ggiano *iaccamente, quasi ;allssero a nolo) La maggior parte > masc6i c6e in nera assisa da ;allo si piglier';;ero per camerieri se av'ssero un viso un po! pi- da signore3 o *'mmine con quel tanto di copertura c6e ' su**iciente a tenere in cr'dito il nudo > pass'ggiano di su e di gi-, gareggiando di scipite a, in un prolungato s;adiglio, in un!agon(a a suono di ;anda) E le dame nei palc6i, gelate le spalle pel vicino marito, gi sosp(ran dicendo" %' un veglione c6e non si *)& Non disperiamo per) La pistola della *oll(a si st caricando" l!orgia ' nel per(odo d!assor;imento) 8er molti la cena ' ancor du;;ia, e c6i conosce la pesca s c6e l!amo e le reti si g'ttano in silen io) Appro*ittiamo piuttosto del momento di calma per sondar le nostre aque) Teniamo dietro, ad esempio, a quel grosso *attore dalla *accia vinosa ed allocca, sceso appena in citt coll!-ltimo sacco di grano, il quale procede trion*ante a ;raccetto di due masc6erine alla d)%ardeur, l!una in a urro e l!altra in scarlatto) In queste, i caratter(stici segni di tutte) Am;ed-e, palle di gomma, c6e ;l ano di pugno in pugno3 venditrici, am;ed-e, di merce c6e rimane lor sempre) Fa se la prima ' di quelle c6e mai non p'rdon la testa per *arla p'rdere completamente altr-i, la seconda ' dell!altre c6e incom(nciano a p'rderla loro) Nell!una il peccato ' clcolo, nell!altra natura) Huella in a urro, la 5ciana, dalla voce mielosa e dalla pupilla monacalmente sorniona, guarda prima il denaro, poi la mano c6e l!o**re, ;ilancia l!oro e la carne, mettendo pre o per*ino alla concessione pudica del ;acio e aggio al silen io, e succ6ia come un si*one *ino all!-ltima stilla, e nel %sommo di A*rdite& pu sempre dist(nguere, se la camicia dell!avventore ' di olandetta o ;attista, n' manca, quando ci valga la pena, di scompagnargli i ;ottoni3 l!altra invece, c6e ' detta la 7irisella, dagli occ6i pa i e verdgnoli e dalla voce aspreggiante, per il pi- ;ello lascia spesso il pi- ricco, non conta i ;aci, d pi- di quanto le ' cWrco, e, se dopo im;orsella, non domanda mai prima, an i talvolta, venuta per la mercede, se la scord) 7on l!una insomma non si *anno c6e a**ari, con l!altra si pu *ar anc6e all!amore3 pur, se la prima consentire;;e, ;asta ci guadagnasse, per*ino a durarti *edele, non potre;;e ci l!altra a niun patto) E inoltre, la 7irisella 6a generato alla *ame nuovi 'sseri, mentre la 5ciana li 6a tacitamente soppressi3 con la natural conclusione, c6e se a quella il peccato st accelerando l!ospedale o la crcere, al contrario la 5ciana, convertendo manmano questo peccato in tanta r'ndita pu;;lica, si mette in disparte > a maggior gloria della giusti ia divina > un cmodo ravvedimento ina**iato a :ordeaux e nutrito a *agiani)

Ingiuritemi pure, telogi3 la Verit mi di*ende) Huanto importa alla ;eatit-dine provvisoria del ;uon campagnuolo, ' c6!ei non scerne nelle due donne se non le polpe e i sorrisi, e quanto importa alla loro, ' c6e s!avv(ano a cena) E l(, il teatro a poco a poco si s*olla e il lampadario rimane a illuminare s' stesso) Fa la cena ' scroccata) La variopinta tur;a rinsccasi *racassosamente nell!ampl(ssima sala) /i rin*llano i palc6i e stuona la ;anda con pi- accanimento di prima) J-rono a eccitar l!appetito con ci;i c6e lo *ar';;er *uggire, se *osse3 *-rono a conquistar l!allegr(a, merc' una ;evanda, c6e dello C"ampagne non possiede c6e il pre o) Il teatro sem;ra un ardente colossale punc") /parge a nem;i 7upido le avvelenate sue *recce e il plline aleggia della tisi e del ti*o) Vedi donne seminude e ;riac6e dar la scalata ai palc6etti, gridando da ossesse3 vedi gruppi di gente, o piuttosto di otri di vino, saltacc6iare ad urtoni, credendo *orse ;allare, illusi di divertirsi) %La *esta si mette ;ene& sorr(don dai palc6i le dame e car' an con l!occ6io gli scndali della plat'a3 poi, esclamando %Ac6e porc6er(aB& con una smor*ia di compiacen a ador;ile, scompiono a riparare il pudore tra le ad-ltere om;re dei camerini) AO spe iali, pestate, spalmate, mesceteB AJondete, armaColi, a**ilateB Non si dono pi- se non grida) Prlasi, quasi il teatro ;ruciasse) Fa, quantunque di sp(rito se ne sia molto ingoCato, non ne ;rilla una goccia) Ed ecco una donna, me o svestita in scarlatto, piantarsi sul parapetto di un palco nella linea ondeggiante di Ogart6, e protendendo la mano alla *olla, con una voce c6e tutte sorpassa strillare" %Aonor'voliB& En *isc6io universale) Il p-;;lico non vuol saperne di onore) E allora" %Tutti vigliacc6iB& s;rita il d)%ardeur, corregg'ndosi3 e * l!atto ri;aldo c6e immortal la /partana) %AViva la 7irisella!& applude la *olla) E il tumulto si eleva) 76i 6a la testa un po! a casa, ve la conduca del tutto) I doppia pa (a, credete, starsi da savio *ra i pa i) A c6e ci val la giusta ora, dove quella di tutti ' s;agliata@ N' c!' pi- lingua c6e o;edisca a cocc6iere) L!allegr(a si * litigiosa) Eno se la piglia con l!altro del mal'ssere proprio3 scm;iansi ingiurie e indiri i, suonano sc6ia**i e copponi) /enonc6' l!uva, gi premuta dal piede, v'ndicasene sottra'ndolo) Vinti e vincenti, questurini e ;ri**alde, tm;olano a cata*ascio e una volta sul suolo div'ntano suolo3 quanto ancor pssono *anno, cio' s!addorm'ntano) E allora le oneste signore de! palc6i, cui nulla pi- avan a a vedere, riavvlgonsi nei loro scialli, dicendo" %*u il miglior dei veglioni)& ?Fa e c6i mai, di tutti coloro c6e usc(vano dal teatro pieni di pellicce e di lue, si accorse, sotto l!atr(o di strada, di una cenciosa tosetta con un ;m;olo in ;raccio e un raga ino per mano, ;u;;olanti pel *reddo e *rignanti per *ame@ > ?e c6i mai, se si accorse, non rispose un insulto alla pvera ;im;a, c6e sing6io ando c6ied'a" %c!' la mia mamma l dentro@ Fia mamma ' la 7irisella)&

/7ENA <I7IFA >n monastero) %8llite ;(gum m)um s(per vos, et inveni)tis r)'uiem anim%us v)stris 3 ;(gum )nim m)um suave est et nus m)um leve ))) Hueste sono le dolci parole colle quali 9es-, redentore e maestro, c6iama ed invita le nime tutte a quel riposo, a quella pace, c6e non pu dare la lusing6i'vol miseria del mondo)))& Ed ecco un gran coro dal cupo intavolato di quercia, sculto ;aroccamente a *rutta e a puttini, col suo legg(o nel me o dell!aperto messale a miniature e pendagli, e in ogni stallo la sua monacuccia in sggolo e salterio, immota e compunta, sul malincnico pallor della quale tr'mola a tratti l!illuminello del sole, *ttosi violaceo o aranciato nelle vetrerie istoriate3 ed ecco, al posto d!onore, /ua Deatit-dine la ;adessa, dal ru;icondo *accione e dalle socc6iuse palpe;re v'dove di sopraciglia, a**ondata nella propria pingu'dine e nei purpurei cuscini di un seggiolone c6e a pena la cape, am;o le mani sui due pomati ;racciuoli, in dito il topa io, la croce d!oro sul petto, e ritta, al *ianco di lei, la verga a;a iale dall!uncino in semen a) Attraverso il rameggio dell!in*erriata, posta *ra il coro e l!altare, ;al-ccica intanto, nel c6iarore de! ceri e ne! ri*lessi de! papi d!argento, l!urea teletta e la mitra gemmata del 8atriarca c6e u**icia) /ua Eminen a intuona in *alsetto, il % eni Cretor& cui le voci *lautate e oscillanti delle sorelle rispndono il %m)ntes turum& *acendo loro ;ordone dalla c6iesa anteriore la poderosa pro*onda gola dei *rati) A nu;i, entra l!incenso nel coro3 l!rgano mugge, rom;a, e completa l!e;;re a di quelle isolate dal mondo, sulle cui testoline piove a distesa, di l della volta, lo scampan(o, e c6e, lo sguardo nel cielo .il ciel della c-pola2 gi si s'ntono assunte in una tiepolesca gloria, *ra le n-vole a gnocc6i e il color polentina, in me o agli scorci dei *ratacc6iotti dalle cmode tnac6e e lo svola ante drappeggio delle /i;ille e i maestosi ;ar;oni de! Vangelisti e le guancette con l!ali e i piccioni ed il resto della celestial poller(a) Fa il 7oro par cancellarsi, mentre si allunga e si inquadra e gli stalli di rvere c6i-donsi come a creden a) Travi con gli scomparti a rosoni sostitu(scon le vSlte, le cui pitture si st'ndono sulle pareti > tutti soggetti ad un tempo, di cucina e di c6iesa > e dalle travi vien gi-, per catene, un gran cuore di rame coronato di spine, c6e ' un lampadario dai cento luc(gnoli) En caminone si disegna nel *ondo, un monumento a ta;erncoli e guglie,, e sotto, da un!(ntegra quercia *ra due colossi di alari, vampeggia una lieta dalle scoppiettanti *aville) I questa l!ora del c6ilo e della mormora ione) La %rosa dei venti& della ;adessa non *e! c6e cangiare poltrona) /ola, nella sua lardosa maest, su !n soppedaneo alto tr' palmi da terra, rossa come un midollone d!anguria, l-cida come se verniciata, con li occ6iali sul *ronte, le nari eppe a rap' e le manone intrecciate sulla t-mida pancia, la ;adessa non d, quanto a vita, altro segno c6e digestivi sospiri) Fa, in attesa c6e /ua Deatit-dine torni a qualcuno de! sui cinque sensi, vedi, intorno alla tvola c6e st lung6(ssima in me o, panc6e di suore, qu a**accendate a *ar ma olini d!er;a amarella e di *iori di ;-lgaro, a cucire cu**iette pel ;im;o della Fadonna o strangolini pel c6iericuccio nipote3 l a ricamare paesaggi di marg6eritine o a stratagliare e arricciare le invoglie pei manuscristi, oppure menando la *r;ice nella in'dita gloria di cartap'cora antica dannata alle compostiere3 mentre Tarlesca, la sciamannata serva di tutte, dalla lingua incessante e dalle ;raccia a p'ntola, passa dall!una all!altra a raccgliere la tiritera delle commissioni in-tili) Alcune, peraltro, si gurdano ;ene *in dal peccato di lavorare) /tr'ttesi insieme in un capannello di tr'spoli, si accont'ntano invece, con gli occ6i ;assi e il rosario *ra i diti, di calunniare le assenti) Den si sar';;ero accomodate al camino, ma ' posto preso oggisera) 8erocc6', sotto la cappa alt(ssima e *uliginosa, trovi riunite le novi ie e le

an iane, queste a *ar ti'pido un sangue c6e pi- non viene alla pelle neppure coi vescicanti3 quelle a dissimulare il troppo caldo di uno c6e le persegue d!impertinenti rossori) E le vecc6ie, su !n lato, salivando castagne, ;or;ttano dei *ieri st(moli della carne coi relativi rimedi, e delle trppole c6e i mali iosi demonii, loro apparendo nelle *igure pi- grottescamente impudic6e, rmano intorno alla loro verginit, e ;or;ttano di certe grige noti ie c6e una di loro 6a saputo s;irciare nella I) R) 9a etta di un sol mese prima, come cio' sia imminente l!arrivo di quella *uria *rancese, scarmigliata e s;racata, c6e smccola teste e ppola il mondo di ex, c6e s!u;;riaca col vin della messa e spalma il cacio sull!ostie, a;;attendo i conventi con le lor stesse campane *use in cannoni, <io con*iscando, violando gli "rem di 7risto))) > mentre, sul lato opposto, le giovinette educande cingu'ttano di men lusing6ieri perigli, *avoleggiando paure e spaur'ndosi nell!inventarle,, ora, di streg6e e di ossesse, ora di nime del 8urgatorio c6e ritornrono al sole per es(gervi i requie, o d!aqua santa c6e 6a scottato le dita di un peccatore incon*esso, o di /tana apparso a quella imprudente, c6e av'agli scritto, per isc6er o, una l'ttera) E Ricciarda dal celest(ssimo sguardo con*ida alle amic6e, con un tremol(o di voce, di averlo veduto lei, il Faligno, una volta alla grata del parlatorio e un!altra al graticcio del con*essionale, c6e %si sare;;e& > dice > %in ;uona coscien a potuto pigliare per un galantuomo&, aggiungendo come talora la notte, nelle trasparen e del sonno, una mano, aspra quale il igrino, le *risasse la guancia .c6e era polve di piuma di cigno2 o le stirasse il cirro riottoso c6e pend'vale in *ronte o le aggroppisse i capelli, per*ino osando .qu( sosta2 di palleggiarle le rotondit pi- gelose) /ul c6e, la ;ionda Orsolina dal colmo seno cela arrossendo la *accia contro la spalla di Edvige, la maritina di lei, la quale, ;eccando via il dire a Ricciarda, prende a narrare della *ragran a miracolosa c6e emana l!arca della lor 8rotettrice, una *ragran a di mela cotogna, e del giglio .altro letale presagio2 trovato sulla coral manganella di))) e l( addita a una suora) I suor 7lara, la sempre esttica suora, dal volto c6e ' un ;arlume di perla, dalla persona c6e ' ne;;ia) 7lara ' in piedi, poggiata ad una *inestra) Tien la pupilla, cupidamente, nella ;uC(ssima notte esteriore, dove la mgica lampa del suo acceso cervello dardeggia una processione di *orme3 tiene la palma dietro l!orecc6io, quasi a raccgliere gli ec6i di una lontana armon(a > la pi- soave di tutte > la li;ert) Fa la lingua di ;ron o del campanile annun ia l!ora della quotidiana morte) La ;adessa estre a *atica il suo mappamondo dal seggiolone c6e vorre;;e seguirla, e, su**ulta alla spalla della Fadre 8riora, v greve greve alla porta) Tutte si sono al ate, 6anno ciascuna ripreso il suo lucernino di *erro e se l!acc'ndono l!una all!altra) 8assa la ;is;igliante *rotta delle *iammelle per una *uga di prtici, illuminando, a intervalli, scrostate e nitrose pitture di /anti, l( per cadere nelle repu;;licane cartucce, e impvide colonnine sotto la soma degli arc6i e ;aratri di scale ert(ssime e sotterranee3 poi, le *iammelle sparpgliansi pel la;irinto de! corriti, una qu( pare a**ogarsi, l un!altra, e si ode il cricc6(o e il catenacc(o degli usci e si ode il tintinno del ma o di c6iavi della Fadre 9uardiana c6e ronda) E tutto ' ;uCo e silen io) 7omincia il rosicc6iare de! topi e lo sgretol(o de! tarli) R(sc6iansi i topi a *ar capolino dai loro pertugi3 sdr-cciolano *uori, e galoppan s- e gi-, scam;indosi le visitine notturne) 7e n!' una sorta di spaventosa grosse a, si dir';;ero gatti3 si dir';;ero *rati) E 6avvi celle c6e si socc6i-dono tacitamente e li acclgono) Ecco le stan e della ;adessa) %5leat tum(ltum crnis& la soglia dice alle suola) <entro, illumina ione) Il letto ' pWsto, sconvolto) Al slito luogo, il slito aquasantino colla slita palma, il cilicio, una s*er a stimolatrice e la imgine ;runa di Huella c6e ad aver *ama di v'rgine dove! partorire) Jinalmente donna Radegonda par desta) I in camicia) /i stacca da un armadiuccio a muro, i cui ;attenti di altare, or s;arrati, lscian vedere un grottino, donde esce un *resc6etto c6e s di *ormaggio3 e tornata, leccndosi i ;a**i, a un tavolino pien di ;ottiglie dal collo argentato, tra ova sode, tartu*i e caviale, la

* *inita con uno /p(rito /anto rimasto a me o presso un!altra posata) 8oic6' un commensale ci *u, uno almeno3 ;asta guardare al cordone di /an Jrancesco, dimenticato sul letto) Fa la ;adessa non ne par troppo edi*icata) Trae dal canterano un registro e si mette, con devo ione, a s*ogliarlo) In ogni pgina non v!6a c6e una linea, una ci*ra, una data) Dr(llano a qualc6eduna gli occ6iu i di lei, neri pomelli di spillo, si riassop(scono ad altre) 7arteggia *ogli e carteggia, arriva in*ine a uno vuoto) /!arresta allora3 ;evucc6ia un dito di alc6'rmes, ;gnasi al la;;ro una ottusa matita, indi segna, con un sospiro, un tiretto, una data ed un 4, aggiungendo .dopo di avere sguardato alla pgina retro2 la somma totale di %once nostrane [],1]]& pari a ;raccia))) s( e s(, c6e *anno miglia))) tant!altre) ?Or dite voi, c6e sapete di astrometr(a > di qu( al 8aradiso, quanta ancor strada ci 6a@ /em;ra, del rimanente, c6e in tutto il c6iostro regni perpetua l!estate) Il dia;lico stormo dei pruriginosi ricordi, delle caldane, delle oppressure, gira a *ar scempio delle recluse3 e quei pveri alati custodi, ve l!assicuro, 6anno un ;el *are a di*'ndere il vas spirituale, la ;anua coeli, la m&stica rosa, contro le sedu ioni e gli ardiri dei mille amanti d!ogni sto**a e misura c6e v'ngon s- dai ;auli e dai cassettoni o nscono cinque ogni mano) Orsolina ed Edvige, in un -nico letto, troppo angusto per una, stanno, me o scoperte, allacciate in un polpos(ssimo a;;raccio) Amore, sovrano de! sogni, l(;rasi lieve su loro, ed esse, pur nel dormire, si scm;iano colom;inamente ;aci e t-;ano di volutt) Ricciarda invece, c6e non possiede una Edvige, s!' addormentata a;;racciata a un guanciale, ;agnndolo delle sue lgrime) En!altra ancora, in un quasiKsonnam;ulismo, sc(vola scal a e discinta in un remoto oratorio e l si prostra sul *reddo marmo, dinan i a un croci*isso di sculto legno e dipinto) Il c6iaro di luna, inondando il suo volto, par c6e ill-mini neve) 7lara *ervorosamente prega, calda la mente delle ser*ic6e istericit di santa Teresa e delle sue proprie e la si *isa intensa nel 7risto, si esalta, tras*ig-rasi in lui) Non pi- ella sente il ;ruciore delle percosse, ond!ella martori le proterve sue carni, non pi- il gelo dei lini c6e la si presse ;agnati sull!incendio del seno e c6e or le si stccano ridi3 non la si accorge neppure dello scattar di una ;tola e di un avvicinntesi an'lito) 7lara ' rapita nelle mem;ra *ormose del /alvatore e gemendo ne conta le piag6e, le lividure, gli allenttisi m-scoli) A poco a poco, un divino s;igottimento la stringe3 plpitale il cuore, come al ;eato Jilippo, a scoppiarle) L!allucina ione ' completa) La pupilla del 7risto si ' inumidita, e l!amoroso suo *scino posa, insiste su lei, s'm;rano an i le piag6e *umare, sem;ra la vita rigui ar sotto pelle, mentre le pllide la;;ra si riclman di sangue e tra le la;;ra gi s!intravede con il candore dei denti, la pi- desiata parola) E 9es- protende le ;raccia) Il pannolino si erge) 7lara cade in deliquio) Huando rinsensa, ' nella sua cella, sul letto) 8u ancora il volto di lei rassomigliarsi alla neve, ma a neve con l!impronta del piede) Le si apport un canestrino di ci;i, e;;e nusee3 le o**'rsero sperditrici misture ,, indignata le ri*iut) Fa la celletta si disadorna) /compCono i poc6i amici di 7lara))) la ;aciat(ssima imgine della sua /anta, il 9es-K;im;o di cera, i secc6i sui ma olini > *iori di primavere c6e non torneranno mai pi-, inutilmente adaquati dalla rugiada del pianto > la catinella stessa di latta, c6e ella gioiva di tenere s( tersa))) per ispecc6irvisi) E la celletta s!' dal di *uori ;arrata) 7lara non pu veder c6e da lungi i *avoriti luog6i del suo vaneggiare))) e quel cortiletto pro*ondo, dai glucoKoliva ri*lessi, dove piange la luna con s( amorosa triste a e cresce l!er;a, in*alciata, attorno un po o col secc6iolino, ing6irlandato di 'llera))) e quel camposanto in pien sole, ingar;ugliamento di croci e di rose come la vita, in cui *ra la tur;a dal color sc6iama ante donde il sonno si stilla e il nereggiar delle more c6e snguinano -cc6ero e il ;ianc6egg(o dei gelsomini acutamente odorosi, ' un continuo annaspare di cavolaCe e li;'llule, spilli e c'nere alata, ' un *'rvere dagli avelli d!urei sciami di api, ' un ;aciottarsi, in me o ai cespugli, di psseri) AO poverettaB

sprang6e di *erro gi ti cont'ndon la *uga, e le sprang6e, inspessando, sono *atte una grata, contro di cui gli augellini, _si d!accrrere alla tua di*ana palma ;ri olata di pane, picc6i'ttano invano i ;eccucci) /!a**onda intanto la cella > a6, non pi- cellaB crcere > e si tras*orma in un sotterraneo) Pmido ' l!ere, sepolcrale) Tutti l!6anno *uggita, la prigioniera, *uorc6' le *iale omicide3 lo stesso divino suo sposo torn quell!Orrendo c6e ;ita eccelso in silen io) /e le lascirono un d';ole lume, non tanto a con*orto, quanto per non risparmiarle la vista delle pietre tom;ali e**igiate a ;adesse, r(gide al muro, l!(n*ule in capo, la verga al *ianco3 e degli ossicini, c6e sp-ntano il mcero suolo > p(ccoli troppo, per avere del mondo, pure il latte, gustato) E il ventre intumidisce viepi-) Jioc6issimamente le ;ttono i polsi, ;ttono dentro ad armille, a6i non nu ialiB e vi si arruggin(scono insieme) AO <io suo, guardaB Ecco un ragno c6e tesse nella citola vuota3 ecco l!ala pelosa di un pipistrello, c6e d nel du;;io luc(gnolo) 7lara giace aggruppata sopra un mucc6io di paglia, in*racidendo con essa))) /!assiepa notte su tutto) Fa, di l( a poco, un ;arlume) Odesi il suono del mattutino e una *resc!ura ci accare a i capelli) 9i la ne;;ia si solve, e nel *reddo c6iarore dell!al;a appCono le merlate muraglie di un monastero col campanil di una c6iesa di**ondente su di esse la *econda sua om;ra) Intorno intorno, campagne c6e si dir';;ero un cimitero, tanto sono deserte, con tuguri di creta in s*acelo, con piante o marce o essiccate, con po e di *rcida aqua, e))) O6 t!arrestaB Nel verde cupo dell!er;a, c6e suda *ame e ter ane, spicca ;ianc6(ssimo > *ra un ;ulicar di *ormic6e > il nudo corpo di un ;im;o, appena nato, appena morto) E l!al;ore ingiallisce e scatta il sole scintille dalle vetrate del monastero) /i * s( viva la luce, c6e gli occ6i non pSnno durarci pi- aperti e c6e i mi'i))) io li apro) Trvomi a letto, in pien giorno) Jug la luce monasteri e conventi)

INTERFEZZO /E7ON<O

*+(ltimo frontispizio) ADuona notte a! mi'i spettatoriB 'ccoli addormentati) Jelici loro e *elice m') /e il sonno ', come uom dice, il pi- ;el dono del cielo, sar l!arte migliore quella c6e meglio il concilia) Trattenimoli dunque in questa ;eata disposi ione, e per, orc6estra, m'ttiti la sordina) A9ui se si sv'glianoB Oan per costume *isc6iare tutto ci c6e non 6anno capito) Fa anc6e l!orc6estra ' nel med'simo stato del p-;;lico AAdd(o allora alla ter a ouvertureB La rimpia er un *rontispi io) ?Or c6i me lo *@ Hual!' quel pittore, c6e sappia vedere oltre quel c6e si vede e distenda, non solo colori, ma id'e sopra una tela@ Torna, o mano pensosa di 9uglielmo Ogart6, c6e, dipingendo letteratura e insegnando agli artisti ad 'ssere nella na ionale lor storia contemporanei e nella loro arte individui, la 8ittura rial asti dalla tappe er(a alla *iloso*ia,, torna, e ritogli i tui traditi pennelli a questi riempiKcornici, a questi scom;(cc6eraKinsegne, insegne sen a nego io, di cui non s, la pi- parte, espr(mer neanc6e la propria ignoran a, ma solo imitare l!altr-i) Huanto mi occorre, ' un disegno c6e rappresenti l!inverno dell!et *emminile) In quest!-ltimo atto, il c'rcine di Eva muta di colpo in iscu**ia) 8er una donna, me a et non esiste3 da giovine a a vecc6iaCa, salta la donna, non passa) E qu( amer'i, o pittore, c6e in nove parti tu dividessi il mio *oglio, cio' in una grande nel me o, circolare o quadrata, con quattro p(ccole ovali sui lati e quattro rotonde sugli ngoli, riunite *ra loro e insieme divise da un intreccio di ro;a nel dominante motivo, come ad esempio, rami essiccati e scope di strega, ossa spolpate e sacc6i di crusca, pani malcotti e dentiere, conocc6ie e arcoli, ;iscottini e castagne, li;ri di messa e di c;ala, ;erretti *rigi, %as%leu, aquasantini, ;ottiglie, ga ette e seggette, e pi- c6e altro, tricorni) 8oic6' al soldato millantatore, qu( trovi sostituito il prete c6e tace .il prete, c6e ;en si dire;;e la pattumiera dei resti della ;elt2 mentre al teatro gi su;entra la c6iesa, al giornale di mode il pol(tico, al ricamo la cal a, alle essen e di Jlora la *oglia governativa) Nel sommo dunque del *rontispi io, potresti ra**igurarmi un ventaglio di carte da giuoco, con poc6i cuori e molt(ssime picc6e, sotto cui risplendesse la cinquina delle %ante&, cio' del [], ,], N], +] ed 0], e nei due oo superiori, ai lati della cinquina > a sinistra, una so**itta con una scarna e guercia *igura d!ispiritata, c6e in me o a lucertoni impagliati, a ;occe col diavoletto e a sgnavolanti micini, tutta cenciosa, prevede scettri e milioni sulla mano polputa di una contadinoccia c6e a ;occa aperta l!ascolta > a dritta, una sala dove parecc6ie dama e 6anno riunito, all!ingiro di quella dom'stica luna c6e ' la lucerna col glo;o, i lung6i lor nasi a *iutare i peccati del prssimo, mentre, nel *ondo, tr' Reverendi gicano, *acendo necci, al puntiglioso tarocco e p(vola un quarto in una poltrona al camino) 7os(, nei due altri circoletti in*eriori, a questi corrispondenti, desiderer'i due scenari di strada) In uno, l!al;a) <ue guardie di poli (a sorr'ggono per le ascelle una vecc6ia ple;'a dal grugno alcooli ato, raccolta dinan i ad uno spaccio di ;randa) 7ost'i 6a u;;riacata la sua miseria) ?A c6i non *are;;e ella orrore, se non *acesse piet@ E, nella scena a riscontro, una carro a coperta, dal cui sportello si mostra l!angoloso pro*ilo di un!antica matrona, c6e d una intralciata d!rdini a un servo) 8iove intanto a dirotto e il r'*olo impetuoso squassa e rinversa i paraqua dei passeggeri) Fa il pvero servo, c6e ' vecc6io, c6e ' calvo, st sempre l( allo sportello col suo cilindro gi-) E sulla porta, ove il cocc6io ' *ermato, si legge" %7ongrega ione di 7arit)))& Deninteso, pittore, c6e io non ti voglio con ci im;rigliare la *antas(a) A<io guardiB J pur macc6iette, * pur scene a tua posta) Facc6iette, ad esempio, di sentinelle d!amore c6e ci ped(nan tossendo, o di calottiane straccione accosciate sui marciapiedi, pi icottando noleggiate creature cui il *reddo intiri isce il lamento3 accademie di s*iloso*esse, c6ili

di giu;ilate, congiure di spoliticanti .poic6', non rado, le donne, quando non pssono pi- cospirar contro l!uomo, cosp(rano contro lo /tato2, veglie di giocatrici, strega i, scuole in*ine di sc6i*ose megere, c6e amma'strano i ;im;i a trovar le pe uole nelle tasc6e altrui e le ;im;e a v'ndere quanto non poss'ggono ancora) Tuttav(a, io mi ti dir'i assi grato, o pittore, se dopo di avere s*ogata la tua imagina ione nei circoletti sugli ngoli, tu riempissi, secondo la mia, i due laterali e ovali scomparti, dov!io ;ramer'i di vedere l!interno di una corte d!Assise e quel di una c6iesa) E, in questo, disegneri un *olto di vecc6ie, c6e la montona voce di un *rate predicatore 6a tutte addormentate, *uorc6' le priore della dottrina c6e si div'rtono a ;acc6ettare una *ila di comunicande sullo sdr-cciolo anc6!esse del sonno, e la seggiolaCa rimuginante la sua grem;ialata di rame3 nell!altro, un!udien a, in cui la vendicatrice ira c6e *u c6iamata 9iusti ia condanna allegramente alla *orca una do ina di pveri pa i, detti dal cdice rei, a tutto sollievo delle spettatrici attempate, c6e, o6 qu( sono ;en sveglie e si s-ccian le dita e scial(vano di volutt) /enonc6', mio pittore, per giudicare davvero c6i sei, ti si aspetta alla scena del centro) Huanto 6ai tu *atto sin qu(, non ' c6e sua pura cornice) A7ENTO ANNIB o6 sospirata et da c6i pure ti temeB Ve! la marc6esa, nel suo seggiolone dallo stile *uor di commercio, *attasi un corpo con esso, e nel suo antico velluto ora raso, nero altrevolte, or rossiccio3 v'dila sola, nel me o della generale ruina) Cmpos u%i 8ro;a f(it ci si pu scr(vere intorno) Tutto, in quello stan one, ' tarlato, crepo, ammu**ito) VaColosa e scrostata ' la vSlta, e della dip(ntavi estate .ironicamente a fresco2 non avan c6e la *alce" tappe er(a e panneggiamenti sono s;iaditi e stracciati3 le dorature appannate, i m;ili casc6erecci) A9uai a stur;arne la plvere, -ltimo loro cementoB Aguai a**idrsi alle sedie, pena il sedersi per terraB N' pisi scopa il tappeto, per la paura di scoparlo via insieme3 mentre il so**ietto so**ia in *accia a c6i l!usa ed il cordone del campanello resta in mano a c6i !l tira) 8are insomma c6e con un ;u**o de;;a andar tutto a ri*ascio, come un mastello cui s(eno levati i cerc6i3 e per si * ;ene a tenere ermeticamente c6iuse le imposte dai vetri iridescenti, per quanto ci sia troppo propi io alla pu a di selvatic6ino ovvero tan*o antiquario, e troppo poco a quel vaso di semprevivi))) ?Fa c6e dico@ Hue! semprevivi sono gi morti da un pe o, ed ' morto anc6e il ragno c6e li velava dell!or polverosa sua ;ava) ?76e mai pu vivere qu(@ <a anni, pur l!orologio vi tace3 an i, 6a perduta la *reccia, come le c6(cc6ere il mnico, i seggioloni le rotelette e lo specc6io il mercurio) Non s!ode se non il cricc6iare del tarlo c6e si * strada alla *ame3 non s!ode se non lo str(der de! topi, c6e spadron'ggiano di s- e di gi- e pssano dentro e *uor dalle trppole) E la secolare marc6esa, tra le ruine, par la ruina maggiore) Huelle quattro pareti ari'ggian la cassa del cadvere suo) <a ci c6e ella ', non ' possi;ile immaginare qual *osse3 il di lei stesso ritratto da sposa ingiall(, accarpion, invecc6i secol'i) Le ossa le vgliono come uscir dalla pelle, pergamena matura pel grand!arc6ivio del camposanto3 i sui capelli non sono pi- nemmen ;ianc6i3 cddero i denti, spar(rono le sopraciglia) <i l di quel muro, ;-lica intanto un mondo con una testa a**atto nuova3 gli ' tutt!altro il governo3 cangirono lingua e moneta3 cangirono *ogge e costumi3 cangi per*in la morale) N' il calendario le annun ia altre *este, n' primavere il termmetro) Non vive pi- alcuno c6e avre;;e il dovere di pingerla, non vive manco un erede al quale ella almeno possa asciugare gli occ6i) /opra gli amici di lei, sopra i *igli, cresce alt(ssima l!er;a, an i nei *igli il ;ecc6ino 6a gi seppellito i nipoti) /olo le indi**erenti *igure di un m'dico e di un!in*ermiera le appCono di quando in quando3 quello, a *are le mostre di rimirarle la lingua e tasteggiarle il polso, tanto per allungarsi la nota, sempre all!erta pel saldo3 questa, o a darle un crollo ra;;ioso, o a s;raitarle una ingiuria) Fa, per la marc6esa, tant!') 7ose e persone le si muvono intorno come in un sogno) A;;andonata da tutti, lo ' anc6e da s' med'sima) La gi stura spugna della memoria le si v

cancellando, e con essa la dolce medita ione dei goduti peccati c6e ' certo quale compenso ai non god(;ili pi-) Fentre il cristallo non s prestarle pi- occ6i, non c!' ta;acco c6e valga a rititillarle le nari3 ogni vivanda le torna uguale al palato, ogni suono all!udito3 se scoppia il *-lmine stesso sulla sua casa, ella apre mac6inalmente, muta qual pesce, la ;occa, per augurargli %salute)& Eppure, in cotesta scon*itta d!ogni spirto vitale, in cotesta agon(a, in cotesto sepolcro, tr'mola ancora il ri*lesso di un sentimento, l!eco di un desiderio, l!om;ra di una soddis*a ione, c6e ' a un tempo e tocco e sapore ed odore3 ri'rgesi a volte la larva di quella maga verg6etta, c6e, a lei *anciulla piena di sonno e stupore apparendo, squarcivale il velo d!ogni mistero e dic'a" %ecco la vita)& 9li ' allora, c6e la intorpidita pupilla riaquista un transitorio ;rill(o e la li;(dine le rielettri a le *i;re, gli ' allora c6e le sue mani aggrin ate))) E, ciac, un!altra nima peccatora piom;a e si *range, qual uovo, nel tegamino di /tana pel quotidiano suo ascilvere) Il c6e tu pui, o pittore, segnar nell!(n*imo campo del *rontispi io, sciorinndovi quindi all!intorno una processione a spirale > di servitori in livr'a colle accese candele e con le lgrime agli occ6i))) pel *umo > di c6ieric6etti sp( olaKcera > di carro oni vuoti > di cotte e di stole > di stendardi e di croci > di ;iancoKvestite /telline, la carta in mano del tono, lentamente incedendo e cantando"

ATTO TERZO

/7ENA 8RIFA Cdice e cuore) Ersilia Dlandamore, v'dova Agnolotti, ' nel suo 5ancta-5anctrum, *ra il pi o della pettiniera, i piedi sul caldanino) In queste gelose localit, odor di pasticca stant(a, non ' di**(cile d!incontrare una v'dova, mssime se sia sull!ammu**ire3 an i dir'i, c6e una v'dova e il suo a;;igliatoCo non *anno se non una cosa, come ne *anno una sola alc6imista e *ornello) La non s!acconcia per, il c6e sign(*ica c6e la si ' gi acconciata) <i*atti, la colta negligen a del suo a;;igliamento e della sua pettinatura le deve 'sser costata un mucc6io di tempo, di ri*lessioni e di spilli) Fa or *inalmente respira) 8er quella sera, la *resc6e a e ;elle a di Ersilia pssono dirsi al sicuro3 e per la troviamo, quantunque ancora seduta allo specc6io e alle ;ug(e della teletta, esaminando uno scarta*accio giallastro, tolto pro;a;ilmente da quel vicino stipo di sndalo, uno scarta*accio s-dicio da mille dita curiali, tutto gualcito, a gra**iature, a corni, *ra il testamento ed il contratto di no e) E madama ne legge un per(odo, poi d una occ6iata a un li;rino c6e innan i le st, il quale .me ne rincresce per voi, *a;;ricatori di versi2 ' puramente, ' prosaicamente %il 7dice civile& al t(tolo delle %successioni)& Fa, a quanto pare, quella lettura e il ra**ronto non la sodd(s*ano troppo) Ersilia si morde spesso le la;;ra, sciupndovi un sorrisetto *resco ancor di pittura) Ella 6a ;el l'gger col cuore3 il cdice, o6 l!incivileB non ne riec6eggia il ticKtac e le d invece risposte c6e sono dosi di digitale) Vgliono c6e le donne non int'ndano ;ricia agli a**ari) Io non dico di no per gli a**ari degli altri, ma, quanto ai propri))) Aalla largaB /enonc6' il cuore, c6e 6a ;isogno suo ci;o, le attira a poco a poco lo sguardo a un ritratto in *otogra*(a il quale posa sulla teletta, e la mano, c6e *acilmente si lascia persuadere dagli occ6i, ne segue tosto la strada) Esso ' il ritratto di un militare, di un o**iciale di cavaller(a) Ersilia lo ammira innamoratamente) <i qualsis(a *ucina, gli sproni 6an sempre dolce sonato ad un orecc6io di donna, c6' essi ann-nciano il gallo, quel gallo c6e ' la passione delle galline3 e cos( amore di cavaller(a arriva prima d!amore di *anter(a per la naturale ragione c6e ;estia con quattro gam;e * pi- presto cammino di ;estia con sole due) Aggiungi a quell!u**iciale una nom'a di duellista3 e qu( tu impara, o poeta, c6e una stoccata di *erro vale presso alle donne assi meglio del complimento piacuto3 aggi-ngigli un pro*umo di scapestrato .cara promessa al ;el sesso2, di giuocatore, ed anc6e un tantino di ;ir;a .sinnimo tra il sesso ;rutto di non minc6ione23 poi, As*ida la pi- impiom;ata sottana a non lique*arsiB Fa nel guardar quel ritratto, il ;occ6ino da popa di Ersilia si raggrin mali ioso) Intanto la mano di lei s!era messa a *rugare nello stipetto, dove scorg'vansi, alla mescolata, medaglioni a capelli, l'ttere sciolte e a pacc6etti, scatolucce, astuccini,, e ne traeva una ta;acc6iera rotonda di tartaruga, c6e ella pul( dalla plvere e depose vicino all!imgine in *otogra*(a) /tava sulla ta;acc6iera un altro ritratto di uomo, una memoria pre iosa per i molti ;rillanti) /ar';;esi detto il padre di lei, an i il nonno3 Ae ne era il maritoB 8ur, Agra ie al cieloB un marito col %*u)& O6 pvero %*u& di un sor MngioloB Aquale magra *igura *an l( quelli spauriti tui stinc6i, invano dissimulati dalle prdig6e ;rac6e, veri compagni di quel ter o ;astone cui ti puntelli a mostrarti, anc6e in pittura, un trepiede, a con*ronto dei gagliardi garretti e delle dense cosce dell!-sseroB o6 come le tue spallucce, sulle quali st scritto igno;ilmente lo sgo;;o, pCono rattrappite innan i ai larg6i meri dell!u**iciale, c6e prtano cos( super;i la lor *anullggineB o6 come il tuo ;a;;io, paragonato al *accione saldo di carni, pieno di succ6io e ;a**uto del maggiore 8arisi, sem;ra volere celarsi, piancor vergognoso, nel cravattone e sue vele latine, itt'rico, sen a peli, asciutt(ssimo))) come il ta;acco di cui t!6anno *atto coperc6ioB Il quale ta;acco ;en ricordava ad Ersilia

il naso del *u consorte, ma questo naso, a6im'B nulla) /ul c6e madama, aggricciando, spinse da s' quel ricordo di maritale /i;eria) E torn al testamento) Il testamento non 'rasi intenerito) Eppure ella pi- non pot'a ser;ar *edelt ad un morto, ella c6e non av'ane al vivo ,, la non poteva pi- sola coricarsi in un letto c6e suo marito med'simo av'a *atto costrurre per due) Denc6' di cinigia cosparsi, i car;oni del cuore di lei non 'rano estinti) Ella era ancor ;ella, ancora piacente > e volse gli occ6i allo specc6io) Fa content(ssima non ne sem;r, dello specc6io s!intende) O6 ;rutti specc6i del giorno, non pi- *edeli come quelli di un tempoB 8oic6' madama indugiava su quel terr(;il con*ine c6e st *ra il vino e l!aceto, *ra lo scettro e la scopa, *ra il conc'dere e il c6i'dere, il quale costa a una donna piindecisioni, pi- grattacapi c6e non costasse al gran 9iulio il passaggio del Ru;icone) Ed era un pe o c6e Ersilia non *esteggiava il suo compleanno, e gi da cinque anni gliene mancava sempre uno a toccare que! ;enedetti quaranta) Invano la onesta miseria si recideva per lei le sue trecce pi- nere3 invano i ;arttoli moltiplicvansele attorno) Intnaco nuovo non rinnova la casa3 paralumi e velette non ci nascndono al tempo) Era un piattino c6e cominciava a putire, e per gli occorreva di ;olognarsiKvia alla svelta, pena la *ogna3 era una rosa in semen a, una ;elle a tarmata e invocante))) > e qu( Ersilia ri*isse lo sguardo pien d!adulterio e co"euil sur il ritratto dell!o**iciale, mentre disotto la v)loutine le vampeggiava la guancia > invocante i mo iconi di s(garo e il pepe) O6 il primo amore plpita ;ene, ma quanto pi- l!-ltimoB <elle sole due volte in cui si ama davvero, l!una all!A della vita, l!altra alla Zeta, se il primo amore pu dirsi il paradiso di Adamo, cio' dell!inscien a, l!altro lo ' della scien a3 ' il paradiso di Epicuro e 9orini) In quello in*atti, l!et, l!istinto, l!imperioso ;isogno di 'ssere ;uoni specialmente con uno, ci *anno gridare il %trovi& al primo non inam;ile oggetto di desinen a diversa nel qual ci scontriamo3 masi allora il pan di tritello perc6' l!appetito in*ierisce, n' ancor si cono;;e il pan di *rumento3 e, quali ignari della Drian a e dei lag6i, si v *elici in campagna a 8recotto3 come si legge con entusiasmo il d!A eglio imprevedendo Rovani e si suona 9ounod insospettando Rossini) Nell!altro invece il gusto iscaltr(3 si pSnno *are con*ronti, si sceglie, e della scelta si s godere3 non c!' paura di rovesciare il ;icc6iere prima d!averlo alle la;;ra, ma sen a spnderne goccia lo si centella > con calma, con erudi ione) Il primo amore ci apre insomma una via3 l!-ltimo ce la c6iude3 il primo sottintende un secondo, l!-ltimo))) nulla) Ed ' perci c6e ci attacc6iamo a quest!-ltimo come alla tvola estrema il nau*rago) <ai quali pensieri agitata, madama si al e si die! a passeggiare) Apparve alla gialla portiera la ;ianca cu**ietta ed il rosato visino di una servuccia annun iante" %il maggiore 8arisi)& Ersilia trem, ;enc6' l!aspettasse) In*atti i tr' giorni di tregua 'ran spirati) Il maggiore veniva per la risposta) /i trattava, pensate, di una mano e di un cuore e tutta lei dic'a %s()& Fa il testamento rumoreggiava %no e no)& Av'a saputo il de*unto perpetuare la di lui gelos(a) <a dieci anni lo mangiava la terra e nondimeno la v'dova se lo sentiva, qual cataplasma, notte e d( sullo stmaco) ?76e mai rispndere dunque@ A ventimila lire di r'ddito si valutava la di lei *edelt" ?val'vane *orse altrettante A olino@ A6im'B .e sospir2 ?E;;ene@ ?non si poteva proprio trans(gere@ ?non sare;;e ;astato al suo vedovile prurito il possesso d!un cuore@ ?non ;astere;;e al maggiore@ e madama, sostando alla pettiniera, si rin*resc col pennello un sorriso c6e una lgrima d!ira le av'a rapito) %?E gli dico@& dimand la servetta) %Vengo)& La cameriera *e! per andrsene)

%A/tB& disse Ersilia cacciando rin*usamente e cdice e ta;acc6iera e carte legali nello scrignetto, c6e serr a c6iave) %VoCaltri andate pure a dormire) <ovete 'ssere stanc6i) Il maggiore 6a molti a**ari con m'))) 76iuder io la porta)))& Ric6iese la cameriera con un g6ignu o" %E pel scaldaletto@& Fa Ersilia, cristianamente" %/cuso sen a stasera)&

/7ENA /E7ON<A >ncendio di legna vecc"ia) 7!era una volta un signor Z'*iro Virgoletti) Egli era un omino di quelli, tutto elasticit e tutto pepe, nati a con*ndere il *(sico assioma c6e %dal nulla vien nulla&, di quelli, c6e, cominciata la loro carriera arrampicndosi dietro i calessi, ri'scono a terminarla sdraCtivi entro comodamente) E in verit, Virgoletti possed'a con a;;ondan a gl!indispens;ili requisiti per *are una principale *igura nel mondo > doppio pel sullo stmaco e doppio ;ron o sul viso) E gi av'a, a quell!ora, esercitato ogni sorta di %mestieri leggeri&, dal giornalista al cantante, dal vendil-cido al candidato pol(tico,, av'a gi *atto il maestro di quanto non conosceva neppure di vista e l!inventore d!ogni introv;ile cosa, *atto l!autore di pere in mente #ei e il presidente di /ociet non ancor concepite, *atto il dottore della magneti ata e l!emigrato e il *erito %per la patria contrada&, e cos( av'a, per lire cinquanta, giurato in Lutero a**ine di rigiurare per cinquantuna nel papa3 scritto quindi di asc'tica e nego iato di ;am;agina3 cucito li;ri pel popolino sul modelloK7ant- e o**'rtogli insieme quel terno c6e per lui non sortiva3 ;arato poi, composto ;lsami e aque per ogni classe di gon i, cavato un dente per l!altro,, compilando progetti a estin ione dei p-;;lici d';iti .e ci mentr!era, per i privati, in cator;ia2 e *ondando accademie di letterari e scient(*ici scrocc6i o ;anc6e predestinate a *allimenti lucrosi) AFa ecc6'B La stella della disdetta ;rillvagli immota sul capo) Vane le trappoler(e, vana la parlantina, la s*rontate a, la insu**icien a .c6e ' tutto dire2, egli, sul ;uono d!ogni intrapresa, si addava di trarre il *il sen a groppo, di sparar sen a palla, per cui raggiunti i trent!anni e sol trovndosi in costa un appetito da ere, av'a *inalmente compreso c6e una *ortuna, se non la scopriva gi ;ell!e *atta, per conto suo non ne *are;;e mai pi-) E cos( c!era una volta > appunto la volta del signor Virgoletti > una donna sul *iore della vecc6iaCa, c6e si c6iamava la signora /avina Drem;ati) Vegetava cost'i in Lomellina, tra i sui *um(*eri letami, le sue stalle di vacc6e, le sue *ormagger(e, inconscia siccome un plipo, v'rgine come))) > non ci 6a paragone) Ella era una montagna di grascia3 un puddingo di ;utiro e di man o, e, perc6' oppa un tantino, god'a del sopranome di %diligen a Jranc6etti sen a una ruota)& /ulle poppe di lei si sare;;ero accomodati agiatamente due gatti3 per a;;racciarla del tutto ;isognava 'ssere in due) ADuona poi, vi s direB /tava in me o a cinquemila p'rtic6e di marcita tutte sue e si contentava) Nelle ddici ore c6e la dormiva gi- e nelle ddici dormite s-, non un pensiero in Cattura del prssimo) An i, la tenerella usciva dalla cucina ogniqualvolta vi si sgo ava un pollastro, raccomandando per di non ;uttarne via il sangue, e se ved'a un ragno, A<io guardi toccarloB Apvera ;estiaB > c6iamava tosto la serva con la cia;atta) E mensilmente *aceva la sua carit della %svn ica& nella cassetta del sagrestano, e quando sentiva c6e qualc6e colono era caduto ammalato, recvasi personalmente a vedere))) se ci *osse vero, purc6' egli stesse a terreno, c6' la di lei carit non saliva le scale) Russava poi la santa sua messa ogni dom'nica, mangiando devotamente a Natale il panettone, ostie a 8asqua e ova sode, r'quiem ai Forti e tempia, rosario a Ognissanti e castagne, e digiunando nelle *este di magro gm;eri e trote) Intorno a lei tutto ingrassava) Era lardo c6e respirvano i pori) JannG, la sua cagnina di grem;o, dov'a spellarsi, camminando, la pancia) 7apponi, oc6e e tacc6ini, ;ui, giovenc6e e maCali, par'ano, per la pingu'dine, ;estie non mai vedute ,, *ac'ano quasi, pi- c6e appetito, paura) <!amore, gi, non si parla) Troppa ciccia ovattava quel cuore per 'ssere leso da un dardo3 Aeppi l!amore ' s( incmodoB %76i men ride, men piange,& dic'a lei) Pnico vuoto c6e la signora /avina sentisse, era quello del ventre ,, Wppo il ventre, non pensava c6e al letto, ma non al letto di c6i non vuol riposare, a un letto

invece tutto molle e, sen a rimorsi e prurito, sen a des(i, sen a sogni, tranne qualcuno di lotto) In*atti il lotto era la sola emo ione c6e la signora /avina si permettesse settimanalmente) E ;en lo sanno que! tr' gala;roni impuntiglitisi a *are la corte alla sua uva e a disputarsi quelle cinquemila p'rtic6e di cuore, al primo de! quali, cio' il dottore /emen a, un terr(;il ;ar;one dalla voce in *alsetto, ella *e! dire c6e la smettesse con le serenate, perc6' la notte *u *atta, non per sonar ma dormire, minaccindolo, se seguitava, di rin*rescargli la testa con qualc6e cosa di meno innocente dell!aqua, mentre al secondo, c6e era il maestro 9iglioli dalla sc6iena a < e dalle gam;ucce a `, osserv sur il muso, c6e lei non amava un ;el niente quella po'tica con*iden a di dar del %t-& nei sonetti, e c6e del resto non si credesse di giule;;arla con que! nomi di Nin*a, di Fadonna e di Mngelo, *inc6' tenesse nella *ascietta un gnus di religione e una stadera in casa3 e, quanto al ter o aspirante, sotto le verdi sem;ian e del patentato avvelenator del villaggio, il quale *ilava l!amore col viso di c6i su;isce un clistero e sospirava com!un!armnica *rusta dalla minestra al ca**', non volle averlo pi- a pran o, dicendo c6e le impauriva la *ame) E;;ene > signori mi'i > *u proprio in giro di cotesta *orte a, a quanto sem;rava imprend(;ile, c6e il signor Virgoletti, gratttosi le sette volte il suo inventivo cotogno, aperse le parallele e le artiglier(e punt) Era la primavera) ?Vorreste una descri ione@ Ne 6o mille) 7osta poco grandeggiar dell!altr-i))) er nvum" ver ;am canrum3 vere ntus est r%is vere concrdant amres3 vere n(%unt lites))) > .e, seguitando, il mio nuovo lunario"2 %consoltevi, sentinelle e innamorati, i quali *ate la guardia a voi stessi, consumando stolidamente le suola sotto griglie c6e non si vgliono o sotto in*erriate c6e non si pssono aprire,, il tempo dei ra**reddori ' passato3 e consoltevi, avari, c6e pass insieme il per(colo di sciupar la pe uola) 7onsoltevi, vecc6i, c6' la scappaste pur ;ella3 e voi, pavoncelle, c6' potete di nuovo andar passeggiando le vostre penne alla moda) 7onsoltevi, ;im;i, le maggiostre ross'ggiano, mentre per voi, ;am;inaCe, rinverd(scon le all'e cogli annessi sergenti) E consoltevi, osti *uori di porta, riccciano il capo aspragi ed avventori) 7onsoltevi, sini di quattro piedi e di due, il mese della Fadonna gi prude3 consoltevi, tarme, si ripngono i panni) A8iangete invece, spa acamini, sostri, pelliccii, *armacpoleB ALottaColi, piangeteB c6', quanto pi- corte le notti, tanto meno ci 6a sogni)& Era, dunque, del giorno annuale la primavera e del giornaliero anno l!estate .lias, il me od(2) La nostra rispett;ile dama scendeva mac6inosamente dal suo piano terreno e a traverso il giardino > un giardino, non dalle po'tic6e aCuole di *iori, ma tutto prose a legumi > inced'a, seguita dalla *edele JannG, un po! tentennando, verso il cancello) 76' il cuoco quella stessa mattina nel pettinarla .stmaco e testa in casa Drem;ati 'rano in mano del cuoco2 av'ale raccontato di uno stram;o di uno c6e si ved'a da due o tr' d( al cancello, ammirando per ore quel *ico venuto appena d!Am'rica e ;enc6' la curiosit .questa masc6ile virt- e *emminile vi io2 non parlasse tropp!alto nella signora /avina, purtuttav(a, siccome stavolta il soddis*acimento di essa coincideva con la quotidiana sua passeggiatella, la nostra signora la udiva e dvale ascolto) <i*atti, di l del cancello e appoggiato alla griglia, stava lo sconosciuto) Era un ometto tutto vestito di nero e dalla *isionom(a di sorcio da moscaCola) Il quale, come scorse la dama, toccossi rispettosamente il cappello, e la dama, ;ene educata anc6e lei, gli rese con un cenno di capo il saluto) %O6 c6e piantaB o6 c6e piantaB& esclamava l!ometto) %/cusi, madama))) ?La ' *orse una fcus *innei gratta%olenta@& %?Fratta)))@& dimand con un sorriso intrigato la signora /avina) %/ar ;en(ssimo) Fa se il signore,& aggiunse, scorgendo c6e Virgoletti vol'a come sc6i are i

sui curiosi occ6iettini sul *ico, %desiderasse di osservarla un po! meglio)))& ed aperse il cancello) AHuanta compite aB Virgoletti si con*use in ringra iamenti, si dilom; in riveren e, si s;racci in scappellate) Vol'a an i tenere ;asso il cappello, ma la signora non lo permise) Jttosi poi alla pianta, vi si accosci) En padre al non sperato ritorno dell!-nico *iglio non si sare;;e condotto altrimenti) 8alpvane il *usto quasic6' non credesse ai propri occ6i, dic'ale *rasi di tenere a, la contemplava estasiato, tanto estasiato c6e la signora /avina dovette pi- di una volta e di due rip'tergli" %?' *orse il signore un ;otnico@& %En po!)))& Virgoletti rispose3 e l(, togliendo gl!incastri alla torren iale sua lingua, la *e! saputa com!ella possedesse un esemplare di *ico, c6e nelle grandi colle ioni di 8arigi e di Londra era c6iamato %rar(ssimo& e sulla propaga ione di cui in aperto terreno pend'vano ancora indiavolate questioni e si 'rano posti de! gross(ssimi premi3 come, peraltro, il suo *rutto non lusingasse troppo il palato, salvo a innestarlo con una cert!altra pre iosa qualit, c6e sapeva lui, suo segreto, ma c6!egli avre;;e ;en volentieri mostrata a una s( ;ella, a una cos( n;ile dama) Alla quale pro**erta, incartata in un complimento, la signora /avina non pot' trattenere un sorriso di riconoscente accetta ione3 e, Atracc6B il signor Virgoletti ci ri;ad( la promessa di soddis*ar la promessa al domani) 7inqueKeKcinqueKdieci, lascironsi simpati ando) E il giorno dopo arriv e con esso l!innesto del signor Virgoletti) La signora Drem;ati porse lei stessa le ;ende per la lattea *erita e colle *r;ici c6e le pend'vano dalla cintura tagli il super*luo spago del cappio) L!opera ione riusc( a meraviglia) Z'*iro e la margotta annestronsi per*ettamente) Allora la dama, per dimostrargli in qualc6e maniera la gratit-dine sua, lo invit nel %di lei pvero nido)& ?7ome mai dir di no alla cortes(a in persona@ 8er cui si psero insieme in cammino e la gentile ele*antessa, sempre seguita dall!adiposa JannG, condusse il nostro cecino a vedere i sui %augelletti& .intendi la poller(a2 c6!ella ingrassava al *ilantrpico scopo c6e ingrassssero lei, e le sue %scuder(e&, spl'ndida occ6iata di mammose giovenc6e e di cornut(ssimi ;ui, con la vicina *ormagger(a dai cndidi lag6i di latte, *resco tanto da 'ssere ancora caldo, e dalle pietre mugnaCe di cacio, pe i da cento lire lievitati in commest(;ile *orma3 poi, rasentando un ruscello, le cui rive 'ran tela e la spuma sapone, e passando *rame o a *ormid;ili torri di legna .n' ci vol'a meno per cucer tutto quel riso c6e la incessante pila ;rillava2 lo condusse a veder le sue %grotte&, c6e av'ano per stalattiti salami e per stalagmiti ;ottiglie, con uno s*ondo di ;otti di cui nessuna rim;om;ava al nocc6ino, e i sui %;osc6i& ;ianc6eggianti e *erventi di que! pre iosi operi > operi ad un tempo e materia > c6e cngiano *oglie in seta quali artisti di genio) Non solo) Ella lo volle in sua casa, donde il *rgile lusso di noi cittadini non av'a ancora ;andita la campagnuola massiccia comodit, an i lo ammise ne! penetrali pi- sacri, cio' nella stessa sua cmera dal verginale lettone matrimoniale, una cmera in cui si ammirvano, non scatoloni di vesti ma di semen e e seccumi, non tavolette di p'ttini ma di cioccolata, non vasi di *iori o manteca ma di rosmarino e mostarda,, e nel cucinone dal molto a**umicato camino e dalle pareti di rame, lusso col non o ioso, non sottointend'ndogli manco la relativa morale .morale *atta pi- c6iara dalla doppia misura del seggio2 consistente in quel luogo, trion*atore del m'dico, c6e *u c6iamato per eccellen a %il cmodo& dall!'ssere *orse solitamente l!incomod(ssimo) E qu( volontieri ripeteremmo le esclama ioni entusiaste del signor Virgoletti al mgico svilupparsi di cotante ;elle e, ma il compositore ci avverte c6e in tipogra*ia non sono punti ammirativi ;astanti) <iremo solo, c6e le *iglivano come c(mici e con esse aumentava nella signora /avina il prurito di simpat(a per lui, tanto c6e quando si *u

per lasciarsi .tossendo ;ron inamente in quel punto la campanella del pran o2 ella il preg))) di restare) <al quale pran o data la nuova vita per tutti e due) Virgoletti trovvasi in*ine a suo posto) Capo primo3 vui la speciale con*orma ione, vui la non *lrida ;orsa, Virgoletti viv'a in un perpetuo appetito, il c6e, se non ' la migliore delle commendati ie per noi c6e ;ruciamo pi- legna a stirare c6e a cucere e c6e, contenti del *umo come gli Idd(i dell!Olimpo, spendiamo pel cuoco quanto dovr';;esi in ci;o, mangiando in gran porcellana por ioncine min-scole e ;evendo in magn(*ici vetri p'ssimo vino, quasi c6e *osse il ;icc6iere e non il vino da ;ersi,, se, dico, cotesta qualit di una ;occa alta di cielo non ' troppo ;envisa a noi dall!am;i iosa miseria, ' la pi- accetta, ' la car(ssima invece ai nostri *ratelli rurali, -nici eredi della paterna ampia ospitalit) Capo secondo3 sen a contare l!inalter;ile e inesaur(;ile ;uon umore, porta maestra nelle case de! ricc6i, Z'*iro possed'a, an i era un manuale di cogni ioni per ogni sorta di pran o" ad esempio, un pollo ei lo sapeva trinciare ten'ndolo in*isso sul *orc6ettone e sollevato dal tondo, sapeva condir l!insalata in maniera da soddis*are a dieci diversi palati, stappava in un colpo le pi- ostinate ;ottiglie, riempiendo con mille gioc6etti l!aspetta ione *ra l!una e l!altra portata oss(a traendo inaspettati partiti dagli stecc6i, dai piatti, dalle posate))) e viev(a) AOr voi pensate alla nostra agucc6iella c6e non av'a mai visto altrettantoB Raggiava il suo onesto *accione, le tremolava la pappagorgia, e il r(dere, lagrimndole a tratti, la o;;ligava a posar la *orc6etta per asciugarsi gli occ6i col tovagliolo, mentre la serva, ad aquetarle il sing6io o, le tam;ussava la sc6iena) Z'*iro poi dal ;uon successo eccitato, ingollava ;occoni strangolati, raddoppiava le giuller(e, sent(vasi insieme, la sedia, *rsigli sotto di minuto in minuto pi- sua) In poc6e parole, da quel desinare il signorino ' di casa) Egli vi entra ogni mattina per dare un!occ6iata alla stampa .rappresentata dal 5)colo2 e alla margotta di *ico c6e si a;;r;ica con lui e non ne esce se non in l nella sera, dopo di avere perduto una do ina di soldi giocando all!oca con la signora) Oltre il *arle allegr(a, il signor Virgoletti rend'vale mille servi i3 le regolava le p'ndole, ten'ale viva la poca corrisponden a, recvale il sottopiede e sprimacciava il cuscino, legg'ale il %aalter /cott& in modo d!addormentarla coll!insens(;ile degradar della voce, velando quindi tacitamente la *inestra o la lmpada e acc6iappando le mosc6e e i *ar*alloni importuni) N' alcuno meglio di lui accendeva e manteneva con tutta econom(a il *uoco, nessuno a**rittellava pi- elegantemente le uova e le *rullava con maggior ;r(o la rossumatina) Egli era un divolo nell!inseguire un de;itore moroso, *inc6' cost-i, qual la ga ella il musc6iato test(colo, non gli gettasse la ;orsa, ed era un dio per ritrovare le pi- ra**inate golosit o poltroner(e) Insomma il signor Virgoletti le divenne il facttum, il cane ;ar;ino) A9ui se mancvale un giornoB mandava in cerca di lui per tutto il villaggio, per tutto il paese3 s;u**ava *inc6' non gliel!av'sser condotto) 76' un incmodo stesso > a;it-dine *atta > diventa un ;isogno) Fa nel sentimento di assue*a ione, a stilla a stilla se ne insinuava un secondo alquanto meno simm'trico) )nus, 'uae v)nit ad omnia, s!' ricordata della signora /avina) Huel cuore c6e par'a ;ruciato e gelato da un pe o, con*lagra, Ae c6e *iammeB quella dolciaccia c6e gi sor;iva dormitone da r' .a6iB la *alsa met*ora2 incomincia a sentir tutto stecc6i la piuma del letto, incomincia ad al arsi e a sc'nder nell!orto all!ora della rugiada, lei c6e a quella scend'vaci del sudore, a *are ma i di *iori, lei c6e sol ne *ac'a d!aspragi, a sospirare > la mano sull!amorosa spia del cuore > or guardando il cancello, ora l!orme degli scarponi di Z'*iro, per poi, quando questi riappare, a**accirsegli incontro, sventolicc6iando il moccic6ino, o, incomodando i sui cento c6ili di polpa, s;assarsi a raccSrre una viola) A8vera spigolinaB la si strugg'a come ;utiro al *ornello, mentre sem;rava c6e la ciccia di lei trasmigrasse all!amato) E tu cntami, Fusa, gl!id(llici giorni in cui si perd'vano assieme *ra l!er;oline e i *agioli a

caccia delle *ar*alle o passeggivano a ;raccio nell!om;re della lung6(ssima topia, spicciolndone l!uva3 e mi canta le sere, trasvolate al camino, come due trtori, con Virgoletti me o perduto nelle ;al ane della *attora e leggente con li occ6i c6e *iutvan cipolle i *atti vari del 5)colo, oppure in giardino su quel ;u;one di terra, quel s(ntomo di montagna, gi letamaCo spento, *ra il gracidar delle rane e l!in*inito odore di sterco c6e l!universo *uma, tcita lei qual test-ggine, contemplando il lunone d!agosto o le l-cciole del *irmamento, lui *iso agli occ6i di lei .dico que! delle orecc6ie, due sen aKpari ;rillanti2 e mormorndole a tratti %Ao /avina, o /avina, intorno a voi tutto amaB& Jinalmente, adaqua l!uno, adaqua l!altra, la pianta del loro amore cacci *uori un ;occiuolo) 9i la nostra *attora trovava nel suo ;el Ze*iretto un po! troppa modestia > una virt- c6e in simigliante partita ' pi- lodata c6e amata) Fa il *ico, come il ;(;lico pomo, risolse gli avvenimenti) En anno s!era intessuto su lui e il primo suo *rutto, in maturan a completa, pend'a qual lgrima l( per staccarsi dal ciglio) ?76e att'ndere pi-@ Novella Eva, la signora /avina protese con un legger tremol(o la mano, lo dispicc e lo divise con il prssimo Adamo) Tutti e due lo assaporrono silen iosamente, deli iosamente3 tutti e due si occ6ieggirono il %s()& /enonc6', nel programma di quel giorno solenne, stava prima una scorpacciata di gala) E se questo ' %l!adagio& del duettino a suon di *orc6ette e di piatti e a stappar di ;ottiglie,, quanto %all!allegro&, sia c6e Adamo ne avesse litreggiato un po! pi-, sia c6e avesse ingoCato troppi tartu*i e troppo *ormaggio di grana))) AVia, ;im;iB))) un organetto sonava in cortile))) la servit- scodellava in tinello))) am;ed-e sullo stesso divano))) *atto st))) Jatto st, c6e c6i rompe paga) La signora /avina Drem;ati, da quell!onest(ssima donna c6e era, volle una ripara ione e il signor Z'*iro Virgoletti, un galantomone anc6e lui, non si sent( di negrgliela3 pianse ma la spos) E qu( *inire;;e il racconto3 ma, giacc6', per contentare i lettori, ;isogna c6e un pvero scri;accino accompagni i sui personaggi > uno almeno > *ino al luogo comune .cio' il camposanto2 e giacc6' io, in propsito, tengo col p-;;lico colpe su colpe di rientrata curiosit, aggiunger c6e, oggi a! d( 4] otto;re del #0+N, Z'*iro Virgoletti 6a messo tr' cose" #$ 6a messo pancia, 4$ 6a messo carro a, 1$ 6a messo la moglie sotterra) AO6 marito in*eliceB er'dita #]])]]] di r'ddito, Aeppur trova *or a di v(vereB

/7ENA TERZA $l verde))).V2 %?E dunque, come si passa la sera@& c6iesi a /ilvio /ospiri, un perticone di giovinotto ;iond(ssimo e pallid(ssimo tal da sem;rare un!imgine a *resco semiKsvanita) Il qual /ilvio, c6e io tratteneva per un ;ottone in me o alla strada, era *iglio d!un *acoltoso mio conoscente di villa ed era stato, dopo vent!anni di crcere educativo in un collegio gesuita, lanciato di colpo nel mare mgnum di una citt capitale %per per*e ionarlo& dic'a suo ;a;;o, sen a pensare c6e un uccello _so alla ga;;ia > sc6i-digli lo sportellino > o non esce o vola dritto nel gatto) Vero, peraltro, c6e l!egregio papp me l!av'a assai raccomandato, pregndomi di procurargli delle sane amici ie) Jeci quanto poteva, gli apersi a due ;attenti la mia li;rer(a) AArrivederciB /ilvio non mi venne pi- in casa) %E6B ci si diverte, la sera,& egli rispose molleggindosi sulle gam;e, %si v dalla principessa)))& %AN'spoleB ?una principessa@& %E6 s() ?Non la conosci@))) o6 ;ellaB))) la 8otanovv))) Ena gran dama di 8ietro;urgo c6e riceve ogni sera e * gli onori di casa divinamente) I vecc6ia, ma non t!accorgi) <a lei sono tutti son aise, perc6' ciascuno ci * quanto gli accmoda) Vi si ;eve, si *uma, si ciancia))) si giuoca anc6e un poc6etto))) AAn iB At, mi scordavoB Cer l!altro le 6o guadagnato un migliaCo di lire)))& %Fe ne duole,& osservi a *iore di la;;ro) %E a propsito,& continu egli, a**ettando la spacciatura, % se pui, me le dovresti prestare)))& %?Fa e non le 6ai guadagnate@& %8er ci appunto, amico))) <omani me le 6an da pagare)& Jeci un attuccio di dispiacere, esclamando" %A9uarda com;ina ioneB stavo per c6i'dertele io)& %En!altra volta, allora) $dieu)& %?Vai gi@& %/ono le sei) La principessa m!aspetta)& E l(, piroettando sui tacc6i e c6iamando il suo 5top, un levriere a;;ondant(ssimo a gam;e e scarso a cervello come il padrone, /ilvio si allontan a passi lung6i e sconnessi) AE ;en vada e s!impr(ncipi e vada insieme in malora, il cucc(ssimoB La di lui principessa, ?c6i non s!accorge@ era uno di que! prodotti c6e /anta Russia .questa immensa g6iacciaCa predestinata a conservare la stramatura civilt nostra *inc6' ne arrivi una *resca e tutta nuova d!Am'rica2 *avorisce all!Europa > in attesa del Fess(a Knut > coll!argento di Tula, col cuoCo, con il Fercurio c6e salda i conti della sorella e con gli orsi ;allon olanti a suon di ;astone) Ella era di quelle slite dame, c6e appCono e spCono a un tratto come le cele;rit della moda, sempre divise da mariti ipot'tici, sempre in lite col Zar per non so quanti c6ilmetri di sterilit con*iscata, le quali 6an dovuto cam;iare aria, d(cono loro, per la salute e cui i m'dici 6an suggerito il sole d!Italia) <el nostro sole per, 8ola Nicolaevna non godeva c6e poca luna, 8ola si al ava a coricate galline) E questa era l!ora, allo scoccar della quale i sui dorati saloni s!illuminvano e popolvansi della cr)me *ur*antina, del lie%ig di tutte le ;estie della citt" era l!ora del giuoco) AO giuocoB sorridente parola) 8er t' mi si sveglia il ricordo della seppellita in*an ia, e i ;alocc6i, gi da un pe o dis*atti, mi ris-scitano in cuore3 ' una dan a
..V2 Tappeto

maca;ra di sc6ioppettini, *antocci e cavalloni di legno) E io odo ancora i n-meri della tm;ola naseggiati dal cappellano e notati sol dalle ie, c6' il vero gioco *ra noi cuginette e cugini st disotto la tvola3 e io mi risento, la ;enda sugli occ6i, in me o a un gran prato ed a *resc6(ssime risa colla mia ;uona Marie c6e m!ai a e si lascia acc6iappare e a;;racciare s( volentieri da m') Ecco poi > all!improvviso seg6(o di un violino > il nonno, un po! ;rillo, porge la mano alla nonna e ritrova con lei, tra il ;tter di palma dei nipoti dei *igli, il minuetto c6e gi ;allvan promessi3 mentre, nel caldo del caminone ospitale e nel caldo dell!autunnale liquore, incrciansi in un crocc6io d!amici l!epigramma e il ;isticcio, morsi privi di denti, vespeggio sen a veleno, savie a in ;ito di *oll(a3 ecco in*ine))) AFa c6eB non ' giuoco, quello) Trattenimento piac'vole ' il giuoco) ?Or, c6i dire;;e c6e si div'rton coloro, a quel verde tappeto donde si miete la gialla messe dell!oro@ F(rane i visi) /on visi di agoni anti c6e inc-;ano un assassinio) Fira principalmente col'i, quella vecc6ia .c6e ' 8ola2 dallo sguardo avar(ssimo, la parrucca in traverso, il corsetto slacciato, dim'ntica di quel pudore c6e all!et sua ' precetto, non pi- di lussuria, ma di nette a) No, non giuoca col'i3 so**re) E tutti c6i'dono carte, sollecitndole *e;;rilmente, quasic6' il loro danno non *osse a;;astan a veloce, e si sacc6'ggiano reciprocamente, dissimulando sotto i sorrisi lo stra io e nel ;roncio la gioia > imm;ili su quella sedia e in quella stessa passione > *inc6' le candele a;;ruciando entro le gorgerette, e il primo sole, insinundosi per gli spiragli, ann-ncin l!ora dei galantumini) ?Or c6i susurra di poli (a@ ?c6i si lamenta di lei@ ?c6i l!invoca@ O6 gl!ingenuiB Hue! valorosi c6e assaltan la strada con privilegio del r' 6anno troppo da *are a di*'nder dai m(seri i ricc6i, per poter da costoro la moralit, oppure cr'dono, quali pol(tici economisti, c6e soltanto nei cenci pidocc6ia la corrutela) ADella poiB Asar tolto il naturale diritto di rovinarsi, quand!anc6e ci avvenga in ttima societ, an i tra amici, cangiando spesso le carte con non lieve vantaggio della tassa di ;olloB AEcc6'B ?vuol *orse lo /tato mandarci all!asta, lui solo, con quel diavoloso suo lotto@ ?sare;;e *orse la tru**a un monopolio governativo@ Taci, dunque, Forale, e cont'ntati di rosicc6iare le ossa spolpate dalla Jinan a) 8roi;ire l!a ardo, val proi;ire la vita) Nato d!a ardo ' il med'simo mondo) Ei ti d moglie e *igliuoli3 egli, con una capata, ti *a d!uno ero un genio, o d!un genio uno ero) <a lui, le scoperte pi- insigni3 per lui tuttav(a la corona d!alloro, c6e il m'rito getta a 9orini, cade in capo a un 8almieri, e la gloria del risc6ioso 7olom;o si nmina da un Amerigo) Tanto nella pi- meditata ele ione quanto in un tratto di ;usc6ette o di dadi entra la stessa pruden a) Trenta e quaranta, rollina, lotto, maco, son vera vita in compendio) 7ome per nella vita non ' tutto s*ortuna, cos( non si pensi c6e al verde tappeto di 8ola non si vincesse talvolta e c6e anc6e la dama non ci perdesse talaltra) Ella perdeva an i spesso, ma raramente pagava) 8oca memoria in s(mili ine ie di dare ed avere ' cosa da gran signore) ?E c6i poteva rammentrlene mai, imm'more per proprio conto della serale accoglien a inaltera;ilmente gentile@ ?Non 'rano *orse compensati *introppo, i pveri sori, dall!assettare i loro ple;'i deretani sulle stemmate sue s'ggiole@ ?dal salutarla in istrada, invidianti i compagni@ ?dal sed'rsele al *ianco in calesse, sent'ndosi dire" mon c"er@ ?dal potere per*ino, entrando in un a**ollato nego io e cavando da un porta*ogli un conto di lei e de! propri denari, esclamare" %la principessa tale mi manda)))@& > 8oic6' a stro*inarsi attorno la no;ilt, come attorno l!ingegno e le marmitte, qualc6ecosa sen piglia3 mssime dalla no;ilt di *cile sdoratura) /enonc6', una mattina, giusto nell!ora in cui la notte depone il suo nero mantello nelle mani dell!al;a, incontri il mio /ilvio, pllido, tur;at(ssimo) F!av'ano detto, in prima sera al casino, com!egli avesse perduta una gross(ssima somma, e ;en si capiva dall!aspetto di lui c6e non av'ala riguadagnata) %?<onde vieni@& gli c6iesi)

%Vengo))) vengo dalla principessa,& risposemi *ar*occ6iando) Fa stavolta quel nome non gli adulava il palato) E, AdavveroB in materia di *orca, tanto stro a la seta c6e il cnape > tanto serve Rep-;;lica c6e Fonarc6(a)

/7ENA HEARTA

AAmicoB ?6ai mille lire di pi-@ /e non le 6ai, tralascia pure di l'ggere questa mia e *anne un!oca pel ;im;o3 se s(, a;;i pa ien a di arrivarne la *ine, c6' *orse me le presteri) %?7ome@& io ti sento esclamare) %ALa selva c6iede om;ra al deserto, la torcia al mccolo cera, aqua il po o alla secc6ia, sale il mare al postaCoB& 7os( ', caro) <a Fida in poi, non *u ricco pi- di m' miser;ile) 76' tu gi sai con qual madre mi a;;ia punito il /ignore))) mio padre) /traricca di casa sua, la potre;;!'ssere quanto molt(ssimi dei cos(Kdetti signori pCono3 potre;;e avere cavalli, palc6i, pala i, villeggiature e *are insiem pentolino) Eppure, no) Ella ' ancor l, a**aticando per mantenersi nella miseria, dalle quattro della mattina .quasic6' indispens;ile alla levata del sole2 *ino alle nove di sera, da quando impugna la scopa a quando smor a la lampaduccia di pu olente petrolio > in me o a quel suo *ndaco antico dove ogni cosa ' *uorKmoda salvo la lucroman(a, tanto antico c6e la mostra dai p(ccoli e tr;idi vetri divenne un reticolato di piom;o e la ditta, c'le;re gi *ra i raga i della contrada per le sue pitture a olio e per i p'nduli pacc6i delle *inte candele alternati coi lignei pani di -cc6ero, s!' *atta un sol nero n' pi- n' meno delle due e**igi del turco e del cioccolatiere, em'riti portini3 ' l ancora, dico, *ra i ;arili di Flaga e le casse di melarance, *ra l!odor del sapone e della noce moscata, a quel ;anco, dove, cinquanta e pi- anni *, assisteva presso sua mamma .altro divolo di tra**ic6ina2 al *arKsu dei cartocci e degli avventori3 ' l con quel suo viso scaltrito, color ca**' 8ortoricco, rugoso al par di un *ico di /mirne, dal nasetto *iut!aria, dai piperini capelli e dai mo;il(ssimi occ6iucci, vendendo sempre al minuto per guadagnare all!ingrosso, ru;ando colle ;ilance e le *rttole, dividendo poi ne! riposi i nuovi quattrini dai vecc6i, destinati quest!-ltimi a c6i avan a da lei > in una perpetua ostilit col pvero galoppino c6e pinon s r'ggersi per le troppe *acende e il sottil(ssimo ci;o > eppure, intascando, a suo me o, le mance > n' serenndosi in volto, nelle pi- (ntime gioCe del ga;;olare, c6e quando o un dom'stico parte con una li;;ra di -ndici once o un ;im;o con una %pralina& di meno sulle sei comperate) 7ome del resto, con tuttoci, non s*llino i sui clienti ti parr *orse un enigma) 8are, te lo con*esso, anc6e a m') Non vi 6a in*atti ;ottega dove si pag6i pi- caro uno piscellerato servi io) Fadama, inoltre, non d mai un regalo n' un aggiuntino a qualsis(a avventore, e neanc6e d quanto men costa e talora pi- vale, una parola gra iosa, an i, non appena ci possa, contraddice ed insulta) 8ur tuttav(a, ?c6e vui@ La insegna del Dattistone ' antic6(ssima, assi pi- di molti ;lasoni3 i *igli v!6an sempre accompagnato i papp3 *u sempre dessa la strada3 e la stessa apparen a del *ndaco > mssime oggi in cui il drog6iere si atteggia a spe iale e lo spe iale a dottore, mentre il dottore vuol spacciarsi a *ilso*o, come questi a telogo e quest!-ltimo))) a <io > la stessa apparen a, dico, del *ndaco ' s( sc6iettamente, classicamente %drogaCa& da innamorare i *edeli delle cose men nuove, c6e *anno i due ter i del mondo) Al c6e aggiungendo la *ama di un incroll;ile cr'dito e la med'sima otic6er(a di col'i c6e st al ;anco riputata da molti %un!onest legata alla r-stica&, cominceremo tant!io c6e t' a sgroppire l!enigma,

sciolto poi se si osserva come la nostra signora commetta le sue in*edelt cos( in ;uona *ede cos( onestamente, da *rodare al *rodato anc6e il diritto del lagno) AE pa ien a *in qu(B Dastere;;e c6!ella lasciasse l!avari ia > questo leg(ttimo *urto > in ;ottega, e risalendo negli amme ati dimenticasse di 'ssere inscritta nell!al;o dei commercianti, per ricordarsi di 'sserlo in quello di un pi- gentil sesso) Fa, signori, no) 76iude le imposte del maga ino ogni sera, non quelle della cupidit) A sentir lei, mncale sempre quel tale soldo per quella tal lira, , per non dice c6e lira di c6e migliaCo3 e, non potendo altrimenti, mentre d a tutti del ladro, ru;a a noi, a s' stessa) E, davvero, c6i viene a trovarci la prima volta ' quasi tentato di menar ;uona a mia madre la sua eterna querela di povert) Tu invece vedri, se ci vieni, come dai ricc6i s!impari a *are il pitocco) Huanto da noi non ' rotto, ' sconnesso) En m;ile pericolante, piuttosto c6e incomodare il suo sangiuseppino c6irurgo, lo si gettere;;e sul *uoco, come, piuttosto c6e consumarla, si lascia consumarsi la ro;a) Vedri la cucina *ar quel terrore c6e ti dovre;;e la *armac(a, minaccindoti il rame verd(ssima morte, ragione per cui no !l s!adopra3 vedri, anc6e in sala, ammucc6iettarsi la spa atura, c6', Agui c6i la toccaB *inc6' la padrona non l!a;;ia inventariata col cri;ro) <i*atti, nel di lei catec6ismo di econom(a dom'stica leggo *ra l!altre gemme, c6e %ogni cosa vie! a taglio come l!ugne per l!aglio& e c6e %massaCa deriv da ammassare)& E cos(, ella tiene socc6iave un vero ref(gium peccatrum, una raccolta di tutte le ;rice ;eccateKsu in casa o in istrada, dalle teste di c6iodo ai gocciolotti delle candele, dai *iamm(*eri usati ai suggelli di ceralacca, dalla c'nere degli altr-i *ocolari alle penne c6e le r'stano in mano nel contrattare i non comprandi pollastri) A8ensa poi agli uccelli di questa ga;;ia malprovvedutaB Non c6e si pretenda al pinocc6io, al super*luo" > gi si s c6e per noi la campagna ' il giardino municipale e c6e il teatro non ci si apre se non nell!%ora dello scapellotto& o coi ;iglietti donati, quando per la signora non li a;;ia potuto esitare3 quello c6e manca ' il miglio) O6 vedessi le cere di ;a;;o, della mia Dea, del nostro Drogino e della cos(Kdetta servit-, tutta compresa in un solo donnino alto una spannaB /ono rapa, son sego) 8oic6' de! capponi di sopra**itto non ci *an sangue c6e quelli morti, invenduti, d!inedia, come del man o domenicale non conosciam c6e la giunta e della luta cantina il sol po o) Fa, anc6e su ci, la signora 6a i sui ;ravi a*orismi, c6e cio' %il vino, quanto pi- si * vecc6io, tanto pi- si * ;uono, mentre, se lo si ;eve, pi- non diventa n' l!uno n' l!altro& e c6e, del resto, %grassa cucina, malanno e medicina)& Raro intanto, quel d(, in cui ci si levi di tvola con il ventre men stretto di quando vi ci sediamo) Essa 6a ;el ingo arci di pane ra**ermo, 6a ;el condirlo di strapa ate3 si mangia sempre, colle posate di argento, *ame) N' alla mancan a dell!interno calore compensa almeno l!esterno) /iamo oggi alla met di gennaCo) 9iurer'C, c6e i nostri termmetri, messi all!aperto, accrescer';;ero di qualc6e grado3 tanto c6e a volere scaldarsi ci ' necessario aprir le *inestre od uscire di casa) AO *orni, o car;oni, o nime del purgatorio *eliciB Fa qu( mi avverte la casalinga mia madre c6e %il miglior modo di conservare su di un camino la legna, ' quello di non acc'nderla o di sp'gnerla tosto& aggiungendo, c6e %con un s( s'mplice m'todo, sen a mai spesa di spa acamino si ovv(a ad ogni per(col d!incendio)& E Agui se suo marito, mio ;a;;o, osa non 'sser contentoB AApriti cieloB %/taremmo *resc6i se lei non ci *osse) ?76i la ricca@ ?c6i la padrona@ ?c6i l!avveduta@ lei, tutto lei) ?76e sono mai gli Amaretti a con*ronto dei 7orna;@ regoli ia paragonata col a**erano)& Allora, ;a;;o > pvera pesca spiccatoCa > gi assue*atto a u;idirla *in da quando pativa da ragioniere sotto il *- 9ian Dattista padre di lei, e c6e, merc' il matrimonio, venne a trovarsi in uno stato di minorit > As-;ito ;uciB > riempie la pipa con un quattrino del giornaliero dueKsoldi di ta;acco in corda e ritorna, se ' d( di lavoro, al mnico del macinino del Foca o a crivellar la scoviglia, e se ' *esta a l'ggere il suo

giornale di quarta mano, c6e gli descrive i vantaggi del quarantotto e della cacciata degli austr(aci, o a giocar degli aKsolo di carte > carte c6e si dir';;ero *ette di lardo > compesando lo spasso con il mollo di pane c6e, nelle solennit, gli largisce madama a pulirle) E se io piglio talora le di*ese di ;a;;o, ella mi sguarda con spre o, dicendo" %tu * versi)& 7opiar rgiti, per lei ' gi poes(a) /( c6e alla sera il ;orsello di ;ile mi si gon*ia talmente, c6e, m' disgra iato, se non avessi una moglie sulla quale s*ogarlo) E la moglie, a torto garrita, sinteti a il proprio rancore in una ce**ata al Drogino, c6e se ne v'ndica tosto sul cane))) c6e * saldar tutti i conti dal gatto) ?Arricc6isce dunque per c6i, questa donna@ 8er lei, no di certo) Assidua la *lagella miseria, *rutto della piena cassa) Ella raduna denari all!-nico scopo di numerarli, e a c6i le dice c6e la moneta ' tonda per crrere, risponde c6e ' pure piatta per m'tterla in pila) E nemmeno arricc6isce pel *iglio, salvoc6' creda c6e i *igli nscan soltanto dopo la morte dei genitori, nel quale caso .Aalla dispera ione sia perdonata la sinceritB2 m!uguro di nscer presto) Fa la morale di tuttoci, smmala tu) Io mi sono al maggiore de! grattacapi) Drogino mio cresce a galoppo in statura e ignoran a, due mali c6e invcano ;iti e li;ri) Dea intanto, la moglie, st compilando la sua seconda edi ione, ;enc6' dalla *accia gi ti pare;;e nei quaranta d(3 quindi a;;isogna di medicina e cucina, altre due cose c6e cstano un occ6io) Fa il compassion'vole udito di ;a;;o risponde a vuote saccocce, mentre la sordit della madre ' troppo *ondata sul ra iocinio per mai sperarne la guarigione) Trattndosi poi della nuora, se pur ci sentisse, non ammor;idire;;e neanc6e il %no& col %mi spiace)& In casa mia, suocera e nuora *anno concerto come il parlar di D'rgamo e il toscano, come 9es- ed il papa, come la legge e il regolamento in Italia) > E per, c6iedo a t', quanto mi nega la madre e mi **rono gli usuri) F(nimo ' il risc6io) Io sono ricco > gi il sai > an i, ricc6(ssimo) 8restami mille lire) Il tuo sempre :indo $maretti)

/7ENA HEINTA Eel confessionario) I la garetta del cattolicismo, lo spiritual lavandino) I all!amici ia ci c6e cons(mili localit sono all!amore) 8er *orma, un *arraginoso cassone in noce antica e massiccia, a tr' riparti, sculto ;aroccamente) <i*atti, i sui quattro pilastri > quattro caritidi d!ngiolo terminanti in diavolesc6i sgra**i s( da parer piedi loro > sorr'ggono un gran lattemiele di nu;i, dove Agui ;ttere il capoB prepuntato a visini pa**uti, c6e se non av'ssero occ6i non si dir';;ero visi, e nel cui sommo si sdraCa un angiolottone dalle gote a;;ottate, so**iante in una trom;a di giudi iale asta per isvegliare o i rimorsi del peccatore o il con*essore c6e p(sola) In quel casotto si scorge, di spirituale salute, una imgine della croci*issione cancellata in gran parte .salvoc6' nel ladro sinistro2 dall!unto sacro e non sacro della nuca del prete, e di temporale il ru;icondo *accione c6ia ato di prpora del prete stesso c6e non vi cape quasi pi- dentro) <inan i al quale, inginocc6iato sulla predella, st un uomo calvo, vecc6io e smontato come la gialla livr'a c6e indossa > una livr'a dai pen olanti ;ottoni e dall!orgoglio semiKs;iadito di passamani ducali) %Avanti, *igliuolo caro,& * il con*essore in una voce tutt!olio di mndorle dolci e un im;alsamato sorriso, allargndosi insieme con l!(ndice e il pllice il colletto sudicelestrino) %Jin qu(, tu mi conti peccati del d( di lavoro, peccati, diremo, dal ;ecco gentile, i quali, a lavarli, ;asta l!aqua del po o) Jruga))) *ruga nella pulciosa camicia della coscien a))) Ne acc6iapperi dei pi- grossi)))& Il vecc6io parve raccgliersi, intanto c6e il prete, aperta la ta;acc6iera, aspirava lentamente una presa3 poi, con una tr'mola voce" As Idd(o quantiB Ama la memoria ' s( *iaccaB))) %Allora,& ripigli il con*essore, spa ndosiKv(a dalla ;ottoniera la ta;accosa plvere, c6e andata negli occ6i del penitente, o;;lig questi a starnutare e ;ttere il naso sul davan ale dello sportello, %allora ti verr incontro io) Tu 6ai un *igliuolo)))& %?I un peccato@& %Tutt!altro) I una gra ia di <io,& e l( don 8erlasca spiegava sul volto del servo un moccic6ino tan', *atto pi- per sporcare c6e non per pulire) %An i ' la gra ia maggiore dopo quella della verginit) Nondimeno,& aggiunse, smoccolndosi il naso rumorosamente, %gli ' appunto dal legno della gra ia divina, c6e si tgliano *uori i peccati pi- duri) ?7om!' dunque, c6e questo tuo *iglio, per cui la eccellent(ssima padrona tua 6a uno speciale interesse, ess'ndosi non solo degnata di assicurargli la vita eterna col tenerlo lei stessa a ;att'simo, ma anc6e la provvisoria col preparargli un *iore di cappellan(a, com!', dico, c6e quel dueKsoldi di cacio, quel piscialetto, vuol *are rivolu ione@& %9eppino ' ancora un raga o) Non 6a cogni ione) Ju solo, c6e all!apparir del ;ar;iere del /eminario, ci scapp dalle mani, e))) Aadd(o oB& %Non ' naturale, non ' naturale,& disse il pretocc6io, dindonando la testa) %8unto primo, a un raga o ' sempre piaciuto vestirsi da pi- della sua et e mssime da a;atino) 8oi, la voca ione di lui era troppo decisa per potersi ingannare) Hu( c!' sotto cantina))) una cantina di p'ssimo vino3 qu( io odoro,& e *iut un!altra presa, %il divolo) E non mi s;aglio, ve!B c6', a quanto ci si ri*er(, t- stesso, c6e come capo di casa, 6ai il sacrosanto dovere del ;uon esempio, ti sei ri*iutato a m'ttere il nome in una certa sottoscri ione)))& %O6 don /era*inoB ;isognava dare una lira) /ono un pvero servo, io, crico di l'gna verde) ?Non s *orse c6e il pane ' cresciuto di due cent'simi@& %F'rito doppio allora) Il m'rito consiste appunto nel dare quanto non si potre;;e) AIn s(mili casi poiB ?Fa e non ti d(ssero, sciagurato, a quali estremi si trova il

nostro miracoloso pont'*ice, c6e dopo di avere cavato alla Fadre di <io la macc6ia e largito gli incalcol;ili ;ene*ici del s(lla;o e della in*alli;ilit, ', nuovo 7risto, sepolto vivo dagli odierni giud'i, c6e gli *anno tremando la guardia@ ?ma non ti mostrrono mai, almeno uno, di que! *uscelli di paglia del suo santo giaciglio, c6e g(rano per tutte le terre a mantenervi il *al dello elo, o qualc6e po! della r-ggine delle gloriose catene, donde e**'rvono gl!indel';ili inc6iostri dei di lui di*ensori, oppure qualcuna di quelle scaglie di pietra del crcere suo, in cui si a**(lan le spade c6e ne saranno la c6iave@ ?E se tu ci non sapevi per ignoran a crass(ssima, non ti ;astava l!argomento del nome a capo di lista di /)E) la tua signora padrona@& Il servo s;ass la testa morti*icato) %Fa passi ci) Huell!ngiolo d!una signora duc6essa, c6e arriva, al pari della 8rovviden a, a tutto, 6a *irmato lei stessa per t', sopra le mance c6e ti si danno a Natale) AFira tu qual padronaB E passi anc6e la scappatella del nostro 9eppino) I ancora un raga o > come ;en dici > e noi, sapendo da quale parte vanno pigliati i raga i, st di ;uon animo, gli mo eremo il ciu**etto) Avan a tempo di *argli, non soltanto la c6ierca, ma di cam;iargli la ucca di sana pianta) Huello per c6e non passa)))& e qu( la marmellata vocale di don /era*ino a;;rusc6iva, %n' passere;;e neppur tra le gam;e del gigante 9ol(a)))& Il vecc6io lo guardo ansiosamente) Il sacerdote rimase un istante in un minaccioso silen io, poi" %?Oai anc6e una *iglia, vero@& %/(, riveren a,& mormor Fansueto) %Jaccio una tale domanda, non ved'ndola mai n' a dottrina, n' a con*essione) E, Apa ien a ancoraB Fa noi sappiamo c6e or si marita con)))& %O6 sapesse com!' innamorataB& %Il slito delle raga e) En!om;ra d!uomo e son calde) Fa l!importante st nel Ycol-i)Z Ogni ;uona *igliuola dee innamorarsi con gli occ6i de! sui genitori ?/!innamor essa co! tui@& Il vecc6io titu;, e" %7erto, l!' un ;ravo)))& %?Dravo@& interruppe il ministro di <io in un tono di voce c6e non era pineanc6e sciroppo di pomi inagrito ma aceto per*etto) %?E osi t- pro*erire una s( nera ;estemmia@ ?8ui c6iamare t- ;ravo, uno c6e *-, non dico a com;ttere, ma a predonare gli altari, insieme a quel Ytale dei taliZ, di cui tacio il nome perc6' ne cadre;;e il cielo del con*essionario e allora dovr'i ri;enedire la c6iesa3 insieme, a quel Ytale dei taliZ c6e vorre;;!'ssere lui il nuovo papa, mandando il vecc6io a vangare e mettendo in v'ndita noi a metri cu;i, come si *osse letame > a quel *ili;ustiere *elice, a quel r' insomma della rep-;;lica, c6e colle mani pollute da tanto sangue di mrtiri e da tante sgrammaticature, intasca magnanimamente))) la *ame dei poveretti@ O6 qu( non ci 6a du;;ioB Il testo ' preciso" maledicti )runt filii filirum turum us'ue ad cent)simam generatinem) AI tui *igli saranno tutti ;astardi, spidi tutti e ;asilisc6iB Fa gi il *-lmine ;rntola nelle mani di <io impa iente di uscirne, mentre l!es'rcito di /atanasso gi so**ia nell!immensa 9eenna))) AOai ;el aumentare i tui tira*-lmini, o stoltoB A6ai ;el associarti contro i decreti del cieloB))) A8atatracB))) /enti c6e odore di sol*o))) No, no))) io non posso conc'derti l!assolu ione) 7orre pena di maggiore scom-nica)& Il vecc6io geme! di terrore) %8er cui, vedi,& continu il pretacc6ione, calmtosi alquanto e terg'ndosi con la pe uola il sudore, %a quali risc6i ci esponi) 8roprio Cer l!altro se n!' discorso colla signora duc6essa) Eravamo nel salottino amaranto, grogiolndoci al caminetto, post prndium,& e qu( don 8erlasca rutt, *orse in memoria del pran o, %e inneggiavamo, s!intende, al nostro immortale gerarca, c6e ;en si potre;;e c6iamare il /anto dei mille dolori, domandndoci insieme le cuse della moda presente d!irreligione3 e cos(, passo a

passo, eravamo venuti a parlare della immoralit delle classi ple;'e, quindi in particolare della servit-, e *inalmente))) di t') A8vera eccellent(ssima damaB Jaceva piet) 8oic6' ella tiene per t' e la tua *amigliuola una rar(ssima de*eren a) Non altrimenti potresti dormirla s( spesso in anticmera, e pigliare la s;ornia) AEppiB ;asta pensare quante paCa di cal e d a ripedulare a tua moglie e quante sottane a stirare a tua *igliaB /enonc6', prima della carit, vien la *ede) <io tenga lontano quel ;rutto caso di scndalo di cui or dicevamo, quel matrimonio, an i concu;inaggio, ma se il caso avvenisse > Aponi ;en menteB > la tua signora padrona, per quanto di cuore, sare;;e costretta da pi- sacri doveri a cancellarti dal suo servi io e dalla vicina pensione) E ora, ?dimmi, o imprudente, cacciato da una s( n;ile casa com!' casa di /ta;ia, c6i mai, se ne togli il divolo, osere;;e aprirti la sua@ e, pur ricorrendo a un ospi io, o mio *erro di scarto, Atrvamene uno, se pui, in cui non si e**onda la soave in*luen a della nostra signora duc6essaB& %O6 i mi'i *igliB & sing6io Fansueto) %<unque, se ti pr'mono un po! questi *igli, se non intendi di o**'ndere /ua Eccellen a e <io, devi darmi parola)))& %/(,& disse il vecc6io colla voce stro ata) %Fa, ?n!'@ parola di ;uono, non da mercante o da deputato, parola dinan i al 7uor di 9es- e alla Fadonna di Lourdes, c6e 9eppino andr a prete e 9iannetta non a marito)& %/())) s(,& ripet' il servitore col *ronte sul parapetto) <on /era*ino 8erlasca rimase un minuto in silen io, guatando quella l-cida nuca a di lui discre ione) E par'a il conte Egolino sul tesc6io dell!odiato Ruggeri) %Allora, *igliuolo,& riprese con un risolino tra il soddis*acimento e lo spre o, %giacc6' mi sem;ri pentito,, al patto c6e a;;iamo *ermato, e anc6e al patto di recitare con contri ione per qu(ndici giorni alla *ila due credi, sei pter, dieci ave, -ndici gnus, ddici gloria, tr'dici r)'uiem, oltre di morti*icarti nella pietan a e nel vino))) ego, auctoritate <)sus C"risti 'ua f(ngor, a%solvo t) a% omni vnculo excommunicatinis , suspensinis et interdicti, si 'uod incurristi, 'untum ego pssum et tu indges > .ei s!era tolto la teolog(a di capo e messo a trinciare negli occ6i del penitente ca;al(stici segni i quali in or(gine dov'vano *orse rammentare la croce2 > deinde ego te a%solvo a pecctis t(is in nmine ,tris, 7ili et 5pritus 5ancti) Amen) V pure)& Fa come il pvero vecc6io, rial ndosi tutto ;alordo e *regndosi colle due mani le lgore ginocc6iaCe, rimaneva l( curvo > curvo per il lungo costume, qual c6i v in cerca di *ung6i" %Ricrdati,& aggiunse, %di presentare la mia umil(ssima servit- a /ua Eccellen a donn!Elda, e ringr iamela tanto pel ma o di ;ecca*ic6i)&

/7ENA /E/TA *a c"ioccia dei letterati) %Javorisca di att'ndere) La signora st cercando una rima, e non appena l!avr trovata, sar da lei)& 7os( disse con prosopop'a un dom'stico in cappa nera e *edine, introducendo 9iacinto Emilt in una gran sala, ed aggiunse" %segga pure, se vuole)& Rimasto solo Emilt, rimase anc6e in quello stato d!impacciatura di c6i, la prima volta, ' in casa d!altri, principalmente di un pvero in una dimora di ricc6i ,, quando, assue*atto alle gelate nudit di un intnaco, trvasi intorno pompose tappe er(e a;;ar;aglianti di dorature e alitanti un tepore di serra, e sotto le suole, rSse dalla cirossa, un denso vellutato tappeto) Rimase l( imm;ile, su gam;ettucce dir letterarie cio' un poco guerce, col suo manoscritto dal roseo nastrino in mano, mirndosi im;ara ato le ung6ie c6e gli cresc'van dai guanti e sent'ndosi ;ttere il cuore celermente) E in*atti, ?dov!era mai@ Era in quel luogo, suo lungo des(o, an i suo sogno, ma c6e, per quanto si *osse s*or ato a raggi-ngere, av'a sempre veduto a tiro di telescopio ,, in quel salone *amoso, ;igattiera di geni, donde usc(van le leggi e le senten e della gran cr(tica e si sc6iud'vano o si riemp(van di nu;i gli ori onti della pol(tica,, dove si gon*ivano i mntici del giornalismo,, dove, in me o al *umar de! tur(;oli e il modular degli -*oli e tra uno s;adiglio e un sospiro, si smattonava una riputa ione di contra;;ando .leggi, non della cricca2 o si scopr(vano di quando in quando, *ra la paletta e le molli o nello scopare la sala, i grand!umini3 egli era da quella ;aronessa 7aprara c6e dava *ama e toglieva la *ame, detta perci la portinaCa della cele;rit, la pitonessa del gusto, la c6ioccia dei letterati))) E l( sem;rava a 9iacinto di ermpere gi dal suo uovo) In quel salone incrocivasi curiosamente un odore d!incenso c6e aliava da una prssima c6iesa ed uno d!arrosto sorgente dalla cucina) 9iacinto aspir quest!-ltimo con volutt, sent'ndosi galoppar le ;udella) ?A c6e grado mai di cottura poteva 'sser per lui quell!arrosto@ per cui si volse a ragguagliare il suo oriuolo, dico la pancia, al p'ndolo del caminetto .rappresentante in ;ron o dorato la nscita della 8oes(a al suon della lira2 e insieme scorse, con un sussulto, nell!ampio specc6io l!appari ione di un viso incorniciato di una era negra, astiosa del parrucc6iere > un viso gialliccio, a crespe ed ammaccature, dagli (gomi in *uori e dagli occ6i in dentro > c6!ei ricono;;e, con un altro sussulto, per suo) In attesa peraltro di pscersi il ventre, cominci a pscer la vista giron ando la sala3 e, camminando pi- s**ice c6e mai potesse, ;enc6' veramente non ci *osse per(colo c6e le cia;atte di lui scricc6iolssero, si diede a osservare, innan i tutto, i quadri) I quadri 'ran poc6i, ma signi*icativi) <ue grandi, di roman esco argomento3 il primo, cavato dall!Brlando 7urioso, la dimora del sonno3 il secondo, dal #on C"isciotte, /ocinante & el ruco, c6e si *regvan le sc6iene con tale amico entusiasmo da m'ttere in pelle, a c6i sol li vedeva, il prurito) <ue poi di mole minore3 uno, di tema ortolano, ra**igurante verdure d!(ndole rin*rescativa come rape, malve, lattuga, aspragi e ucc6e,, l!altro, di venatorio, un mucc6io cio' di lepri, conigli, merli, oc6e, ;ar;agianni, capponi > dipinti morti s( ;ene c6e par'vano vivi) /enonc6', ci c6e attraeva ogni sguardo era il ritratto a me a *igura della stessa padrona di casa > donna Eugenia 7aprara > in costume di /a**o, con una g6itarra sull!anca, un rtolo in pugno e coronata la testa di quelle *oglie gloriose %di cui ricca ne v la gelatina)& E 9iacinto la *is avidamente, compitndone il volto, grassoccio di *loscia ;ont e sorridente a s' stesso, e pi- *isava, pi- il cuore gli si rin*rancava, mentre gi gli pareva > allucinato dalla speran a e dall!appetito > c6e il cndido velo di lei si mutasse in tovaglia, in menu il rotoletto, e c6e sotto l!alloro comparisse un tacc6ino)

Il c6e versando nuovo olio nel lume del suo semispento coraggio, perm(segli di esaminare pi- davvicino e al minuto gli arredi di quel salone) E os allora scoccar per*ino un ;u**etto alle teste pelate dei c6inesini di porcellana c6e ornvano il caminetto e acconsent(vano al m(nimo so**io, poi, *ttosi al piano*orte, sparso di m-sica appositamente scritta pel tonno, avan temerario la mano in un grosso quaderno c6e ne aggravava il legg(o) Era l!pera > o come vol'a il suo autore > il roman o di ac-stica, intitolato %il grand!orso preistrico&, cio' dieci atti di *iasco, tra i *iasc6i il pi- colossale c6e *osse mai stato impagliato in casa 7aprara ,, un!pera di cui la tesi 'ran gli e**etti di una morsicatura arra;;iata e il dominante motivo l!asma, ma nella quale il maestro, al dire di c6i s!intendeva, av'a dovuto sudare una indiavolata *atica per com;inare note c6e st'ssero in contrappunto per*etto, sen !'ssere m-sica ,, un!pera inoltre, ricca di pre*a ioni, note, avverten e, cr(tic6e e controcr(tic6e, in cui Oans Obnsc6en, autor loro, enumerava le cuse *ilos*ic6e e stric6e del m'todo suo e del vittorioso insuccesso, scrivendo *ra l!altre cose, c6!egli s!era proposto di cancellare con la sua lge;ra armnica tutte le illgic6e puerilit c6e ai tempi di Rossini e Dellini e simili e**eminatori si c6iamvano arie, duetti, ter etti e viev(a) E, naturalmente, quest!pera recava nel *rontespi io la ;aronale corona e il nome della 7aprara, c6' la n;ile dama, in quella prima e -ltima sera del *iasco, av'a sciupato, applaudendo, quattro paCa di guanti per ottenere l!onore di *arsi urlar col maestro > generos(ssimo atto, c6e val'a un))) > e incoraggi il nostro Emilt a s*iorar colle dita la scoperta tastiera, tra'ndone *uori un))) > solKdo) 76', come 6o detto, il coraggio ripullulava in 9iacinto) /(stole e distole gli 'ran tornate in per*etto equili;rio) <al piano*orte > dopo una p(ccola sosta ad uno sca**ale sul quale scopr( con assi meraviglia un volume dei ,romessi sposi in istretto colloquio con un di ionario italianoK*rancese > and a *ermarsi al tavolone di me o, al tr(pode cos( detto .volgarmente, trepiede2 nel centro di cui un gran ma o di *iori di carta c6e par'an di pe a si ergeva da un mucc6io di mani*esti di societ di mutua ammira ione e di seccature pel prssimo, di ;uste di l'ttere dai laudativi indiri i, di op-scoli e li;ri e giornali, tutti di un solo colore .cio' il ;l-Ks-dicio della padrona di casa2 e, torcendo la vite del collo verso una coppa, stette a occ6ieggiare i ;iglietti di v(sita di tutte le cele;rit delle -ltime ventiquattr!ore > ;orsaColi in carro a, improvvisatori *elici di versi altr-i, cmperaKvotiKperKv'nderli, umani usignoli, artisti per amore del nudo, tinc6e e trotelle da inc6iostro coi pescicani lor cr(tici))) > *inc6', drusciata timidamente la palma sull!im;ottito di una vicina poltrona, *ece uno s*or o e vi siedette su !n ngolo) <i dove, god-tosi alquanto l!inslito mr;ido, si arrisc6i ad allungare la mano ai molt(ssimi li;ri sparsi sul tavolone) Irano li;ri di tutta attualit) 7!era %del vacuo in*inito&, *ilos*ico saggio attri;uito a aagner, e %del paludamento imperiale sui nani&, arc6eolgic6e considera ioni dedicate a)))3 c!'rano i roman etti d!alcova d!alcuni mssimi nella Illetteratura, e, per converso, assi tomi della %raccolta pel seggiolino del ;uco&, una raccolta c6e gi comprendeva a quell!ora >l %iscottino di Eovara, ossa il premio della docilit, storia patria,, *+insalatina, novella contemporanea,, *a caduta del primo dente di latte, poema 'pico,, gli o) o), versi in*antili, $pril dolce dormir, madrigali e stornelli,, *a fede di misera%ilit e >l risparmio del sale, manuali per l!onesto operaCo,, *+ora delle galline osserva ioni d!igiene,, :rodo del 5eminario scene del medio evo,, oltre gli studi %sul capponarsi& e %sul *ar lattovari e semate)& %E *ra poco, anc6e tu,& *e! 9iacinto con una occ6iata paterna al suo manoscritto, %anc6e tu siederi al convito della intelligen a, ed io a quello del cuoco)& <icendo il c6e, s!era messo a s*ogliare un grand!al;o dai dorati *ermagli) /tvan nell!al;o i ritratti in *otogra*(a della pi- parte delle suddette cele;rit) A7aso stranoB par'a so**r(ssero tutti di *eroce emicrania, almeno a guardarne le p'ndule teste poggiate con s( stanco a;;andono alle palme) Huesto per proced'a dall!'ssere stati sorpresi nella me !ora

dell!ispira ione, ed ' anc6e per questo se molti si 'ran lasciati *otogra*are in ;ito tanto alla ;uona, an i qualcuno in mnic6e di camicia e qualc6!altro, principalmente tra i ga ettieri, in pouf) ?Non era un segno, del resto, c6e in quella casa 7aprara viv'vasi in con*iden a@ /ul c6e 9iacinto Emilt incominciava a trovarsi un po! men male a;;igliato) Huand!ecco, uno squillo di el'ttrici campanelli, e quasi tosto l!aprirsi di un uscio) 9iacinto si al a impallidendo e cerca di com;inare la maggior piegatura di sc6iena colla minore pro;a;ilit di strapparsi lo stro at(ssimo frac) /enonc6' la ;aronessa))) non era) Era invece una uppa,, dir meglio, a scanso di equ(voci, era un servo con un vassoCo d!argento e una scodella piena *umante di uppa, c6!ei deponeva su un tvolo) E Emilt risiedette, posndosi il manoscritto sulle ginocc6ia e s;adigli lievemente) Fa, nel med'simo punto, dalla porta a riscontro, entrava la mangi uppa) Entrava donna Eugenia 7aprara con un *ar di pretesa, incedendo sulle otto molle, tutta di ;ianco appress!a poco come il suo ritratto alla /a**o, salvoc6' in mano, al posto del rotoletto, ten'a una penna di cigno, ed in capo, invece della corona d!alloro, le papigliotte) E Emilt si rial a con pressa) Il manoscritto gli sc(vola dalle ginocc6ia) J per raccSrlo di terra, si s;assa un po! troppo, egli s*ugge))) 9li s*ugge cosa c6e ripr'nder non pu) AAdd(o arrostiB Aadd(o gloriaB

/7ENA /ITTIFA #ue %uone mamme) L!rgano rumoreggiava le -ltime note della ;enedi ione e par'a un temporale c6e si allontanasse) Lo spettcolo per le tasc6e vuote era *inito e i c6ieric6etti si a**rettvano a sp'gnere i mille cerei c6e *ac'ano del palco sc'nico dell!altar maggiore un vasto incendio > tutta indispens;ile luce per mantener la gente all!oscuro) /i udiva il *racasso delle scranne di paglia, c6e, appena sgSm;re, 'ran rapite e accatastate, e il trascicare delle cia;atte di c6i usciva dai panc6i e i p(ccoli scossi della ;olgetta dello scaccino c6e c6ied'a pei pveri ai pveri, apr'ndosi insieme la strada ad ingiurie contr!essi) <onne per la pi- parte) Irano vecc6ie dall!uomo a <io discese, venute a pentirsi di non aver commessi in giovent- a;;astan a peccati o a pentirsi > carit sopra**ina > dei peccati del prssimo, intanto c6e qualc6e ladro le alleggeriva della vanit della ;orsa, oppure venute a sta;accare incenso e a pregar la Fadonna di un marito o di un terno, o se non altro, di un accidente al padrone, salva l!intera pensione3 'rano givani aspettanti nell!om;ra la conosciuta mano e il pro*umato ;iglietto o cercando qu'i sospirati contatti c6e loro il giorno negava) <a ogni parte si avan van le t'ne;re, si accumulvano, si addensvano) Le ;ug(e delle pietre tom;ali non si pot'an quasi pi- l'ggere) 8ar'an le vSlte innal arsi) I preti 'rano usciti" cominciava a entrare il /ignore) Ed io, in una po'tica melancnica 'stasi, stvomi ancora appoggiato al monumento *astoso dentro di cui continuava a marcire una nota conciliatrice del r' e sul quale due statue velate a;;raccivano un!urna) ?7opriva il velo il loro pianto o le risa@ ?era l!urna di c'neri o d!oro@ %/ignorino)))& *e! una supplic6'vole voce dietro di m') Fi volsi" vidi la siloetta di una pover(ssima) %/ignorino,& ella ripet' incoraggiata dal mio pietoso silen io) %Noi siamo in quattro))) a morire di *ame)& /ent(i al cuore una stretta) 8erdonate3 ero ancor galantuomo3 ero in quella *ortunat(ssima et .c6i dice stolta2 in cui la nostra ;ont ci * parer tutto ;uono e il nostro appetito tutto pien di sapore, quando ci domandiamo con meraviglia a c6e tante leggi e manette e *acilmente l!amore ci si s*oga dagli occ6i, n' mai ci pare di entusiasmarci, di cr'dere mai a;;astan a) La vecc6ia ripigli" %Lei, signorino, ' ;uono) Non mi ri;utta prima d!avermi ascoltata come *an tutti) E, *orse, la colpa ' mia, c6e non so ancor mendicare) Fa ' il primo giorno c6e c6iedo) Imparer)& E, continuando in un *l';ile tono .dovr'i anc6e dire, con un *iato di grappa, se in verit ci avessi *atto allora atten ione2 la mi cont, > intanto c6e ci avvicinavamo alla porta del tempio, non so se ten'ndo io dietro a lei o lei dietro a m' > una semplic(ssima storia di sventure .e quanto pi- s'mplice, tanto picommovente2 come cio' ella *osse v'dova di un pro;o impiegato > il suo pvero 8ippo > cesstole improvvisamente e con lui lo stipendio e il risparmio, e lascindola in una ignota citt, priva di amici perc6' con ;isogno di amici, ella e le sue tr' *iglie, tr' ;ell(ssime ;im;e dai qu(ndici ai diciotto anni) Ed esse av'an cercato lavoro, ma il lavoro non a;;onda alle oneste) Av'ano implorato la carit parrocc6iale) La parrocc6ia non pot'a dar ci di cui manca) L!av'ano c6iesta alla 7ongrega ione pia, e dopo cento vaiK vieni, s-pplic6e, aspettative, 'rano giunte a ottenere venti cent'simi al giorno in quattro, tanto da poter crepare a**amate coll!;;ligo della riconoscen a) E tutto av'ano esse venduto3 non riman'vano loro se non gli occ6i per pingere) Oggi poi, il martello della necessit av'a picc6iato pi- aspro al loro uscio" la minor *iglia, la Nina, era caduta ammalata a *ar compagn(a alla 8olda, e perci la pvera mamma > scesa la notte a

celarle il colore della vergogna > s!era recata in c6iesa, sperando c6e ivi qualcuno venisse, non solo a dire, ma a *are il ;ene) A6im'B Ail ragno tesseva sulla cassetta della ElemsinaB E, mentr!ella dic'a, la compassione mi guadagnava di parola in parola, mssime per il ra**ronto tra lei e la madre del monumento, la principessa gloriosa dell!impudici ia *igliale) 76' l!umiliarsi di questa a st'nder la mano per amore di <io, sem;rvami no;ilt doppia del ric'ver dell!altra per amor della *iglia) E qu( pensavo come recarle soccorso, e sommando gli scarsi quattrini della minorenne mia ;orsa, *acevo il conto di quanto potesse valere il mio oriuolo e l!urea catena e poic6' mi par'a c6e val'sser ;en poco a paragone del desiderio, vi aggiungevo la spilla di perla e l!anello e i ;ottoni, e, non contento di ci, sospiravo all!usura) %O6 se lei si degnasse di venire con m', signorino,& aggiunse la vecc6ia, %Avedre;;e c6e cos!' la miseriaB& %A8vera donnaB& diss!io, e la segu(i) 7os(, dopo parecc6ie svoltature di strada, im;occammo una viu a c6iusa *ra alte muraglie c6e *ac'vano spancio, dove i radi *anali giung'vano appena a mostrare c6e quello in cui avevamo intoppato era un coccio o una pietra e c6e lo s*uggic6(o del piede lo si dov'a a un topo morto o ad un gua o, e cos( *ummo ad una ;ieca portina, sopra la quale splendeva una lanterna di carta con scritto" %per poc6i soldi la *elicit)& Ed ecco una tur;a di monellucci invdere il c6iassatello) Il c6iassatello ne assorda) Irano gli scolarettiKoperi c6e usc(vano dalla le ione serale, s*oganti la concentrata *racassosit, quasi gra iati dal crcere) %ADar;isaB A8istol*aB& strillrono essi, a**ollndosi alla porticina %?a quanto i pollastri@))) A<ammi un c6ilo di triolfa))) un!aKmiKca d!una lira, Dar;isaB& e *ac'ano gesti c6e per *ortuna la penna non ' capace di riprodurre) Io m!arresti spaventato e arretri) La vecc6ia, c6e gi proced'a nell!ndito mi si rivolse con uno sguardo d!invito))) Fa una ;uccia cocomerina la colp( nella *ronte) %A6 *orc6eB& essa gemette recando la mano sul cosso) %ALimaB AlimaB& rispose la raga aglia) <alle *inestre degli -ltimi piani svegliossi un pispiglio, un parlott(o))) Io mi dilungi ancor pi-) %Aspetta, c6e ve la dar io la triolfa!& s;rait la megera, ruca ed esasperata) E *ece per spianellar sui nemici) Fa perdette uno ccolo) %ALimaB AlimaB& tornrono i ;iric6ini, si;ilando e *uggendo) Ella raccolse lo ccolo e lo scaravent dietro loro)

/7ENA OTTAVA >n cttedra) %Trovndosi di passaggio per questa n;il citt la c'le;re /o*onis;a Altamura del 7onnecticut, laureata in medicina, *iloso*ia, ;otnica e astronom(a, la quale 6a gi commosso, elettri ato, *anati ato i p-;;lici principali del nuovo e del vecc6io emis*ero, s!inv(tano i veri amici del progresso sociale, e specialmente le amic6e, a voler r'nderle omaggio, intervenendo a una con*eren a c6e la illustre <ottrice terr intorno alla pi- ardente piaga del giorno, Yla sc6iavit- delle ;ianc6eZ) In questa con*eren a, la donna verr esaminata da tutte le parti, si enumereranno i t(toli sui psicolgici e strici al primato animale, la si torr insomma da quel carruccio di minorit in cui *u messa dal masc6io, non tanto per sostenerne quanto per impedirne il cammino)& A/-, s-, donneB L!arrosto pu ;ene a;;ruciare quest!oggi, anc6e sen a di voi, e la ;ianc6er(a sporca rimanere innotata sul suolo) A8restoB appendete i vostri puttini a**amati al collo dei loro asciutti papp e staccate dal muro le mantellette e i cappelli))) %La con*eren a avr luogo alle due in un!ula dell!asilo in*antile, gentilmente concessa) 8re o d!entrata, una lira, a tutto pro*itto della grand!pera della Emancipa ione)& 7os( dic'a un ;igliettoKprogramma c6e destramente un amico av'ami imposto il d( stesso dell!annunciato pettegole o e c6e dov'a aver *atto, a guardarne il colorK Isa;ella, il giro di me a citt, innan i trovare il suo go**o) Fa, con m', il go**o c!era) 76' io tengo un *ort(ssimo d';ole per ogni gracc6ione o papagallina di cttedra, mssime quando si tratta di una, la quale, con una *il a di sragionamenti > corridi c6e non cond-cono a nulla > vorre;;e persuadermi c6e il sesso di lei ragiona meglio del mio e l( arma una requisitoria contro il sesso ;ar;uto, taccindolo di conculcare l!im;er;e, come se me a masc6ilit non stesse invece a ginocc6i, a ;occa aperta, dinan i a queste idolesse3 taccindoci poi di mantenerle nell!ignoran a, quasic6' mai una legge avesse loro proi;ito il ;uon uso dei li;ri e dei sensi, n' *osse lor stato al capire altro intoppo da quello all!in*uori di un cervellino privo di (polo e cos( domandando a gran grida un invertimento con noi delle parti divise dalla stessa Natura nell!umana commedia, e divise a tutto loro vantaggio, perc6', se nostri sono il giorno e la pia a, la notte ' di esse e la casa > quella casa c6e ' il cuor del paese, quella notte c6e g'nera il giorno) <al c6e vedete, s!io sono poi tanto misgino come parre;;e alla scor a) Io non dim'ntico mai di aver posseduta una mamma la cui pro*onda ;ont *ac'a spesso arrossire il mio ingegno, e non dim'ntico il ;(;lico de muli)re "omo) Eomo e donna compl'tansi vicendevolmente, come il ;ottone e l!occ6iello, come il violino e l!arc6etto, come il seme e la terra) 8otr'i, ne sono quasi sicuro, pensndoci un poco s-, citarvi qualc6e do ina di a ioni c6e *anno onore alle *'mmine, e in ogni caso, se scrivessi di noi, mi esprimer'i assi peggio) Hu( tuttav(a, in questo capriccio di *antas(a e in questi cinque minuti, volli vedere pi- con gli occ6iali a**umati del disinganno c6e non coi rosati dell!illusione > volli > e la mia scusa st in ci, ;enc6' non stia il perdono) /enonc6', tornando a! mi'i polli .c6e, a dire il vero, sono piuttosto galline2 v a casa col ;igliettoKprogramma, d la leva alla <elia > una ignorant(ssima ;im;a c6e non s altro c6e amare, un canarino c6e mi tien gaCa la ga;;ia, mia provvisoria car(ssima > e ce ne andiamo, allungando un po! il passo .c6' <elia, quando c!' da a;;igliarsi, spende un tempo in*inito, *orse per compensare la *retta dello spogliarsi2 a ;raccetto, contenti pi- c6e due sposi, verso gli asili in*antili) Fa, come temevo, la con*eren a gi volg'a al suo *ine) Ogni punto v!era stato discusso e naturalmente vinto, ed ora, dopo il riposo di alcuni minuti, si attendeva il ripicco della perora ione) La gruccia intanto non av'a pi- coccoveggia) /o*onis;a Altamura se ne era eclissata, *orse a cangiare l!ideale coturno colla reale scarpetta)

<unque, io e <elia occupiamo tranquillamente il nostro sedile e vi ci orientiamo) La maggior parte del p-;;lico ' nude panc6e) Nel resto, poc6e vecc6ie *isionom(e, troppo appagate per avere pagato, e quasi tutte in iscu**ia e tutte della slita ;iscotter(a) 76', per esempio, c!' la marc6esa 8ola Lu ioKFedaglia, quella nana c6e pare stata anni in una in*usione di ta;acco del Foro, e c6e gira con un *ar da padrona la sala, perc6' *u lei la promotora dell!adunan a) La marc6esa ' delle pi- assidue acculatrici di tutte le panc6e scient(*ic6e e letterarie della citt, donde nutre la sua enciclop'dica ignoran a e per 6a l!(ntima persuasione di 'ssere una gran letterata, tanto pi- c6e impiega annualmente una somma in inc6iostro, in ma i di penne, in carta netta e s-dicia) Eppure un granino d!ingegno lo 6a e lo mostra nel guarnir di merletti i propri spropsiti, nello stamparli, per cos( dire, in maC-scole, in ci diversa da molte, c6e li lsciano crrere come la cosa pi- naturale del mondo) <elle quali un saggiuolo ' col'i c6e st in quella tica posa coi gmiti sur il ;anco, regg'ndosi *ra le rosse manacce la ucca, e c6e 6a capelli %alla Druto&, occ6i da rospo, naso camuso e ;occa c6e par contenga due noci) Il suo nome .suo, perc6' l!6a inventato lei2 ' Ela di Fonte*erro, cui nel sottoscr(versi aggiunge %*iglia del padre /ole e della madre Terra)& Ela ' la presidentessa della %/ociet csmicoKumanitaria contro <io e i sui YviceZ, contro la guerra, il suicidio, il duello, la pena di morte e il matrimonio&3 di pi-, ' cavalleri a, giocatora di pallone, ga ettiera e scrittrice di un centinaCo di roman i e di drammi sanguinolenti come la carta del macellaro) Fa il mondo pu dormire ancor quieto) Jin qu( la nostra rinnovatrice non giunse ad emanciparsi c6e dalla sintassi) Ela, c6e s*ida a improperi la sempreassente divinit, impallidisce al rovesciarsi di una saliera) Ela, c6e tiene sul tvolo un tesc6io ed in saccoccia un pugnale, sviene alla vista di un topo) In *ondo, ve la consegno per una innocua ;estiola, n' pi- n' meno della sua vicina ed amica Aura 8ercotti, ;arilotta di donna, dai capelli im;andolinati alla cute e dal roseo visoccio, c6e sorride giule;;e e gira occ6iate candite) Aura ' una maestra ispettora) / a memoria e con a;;ondan a il toscano e la gramtica del /oave, ed ' una inde*essa colla;oratrice in quella raccolta gi men ionata %pel seggiolino del ;uco&, ;enem'rita dell!ignoran a) N' c!' ;uona mammina c6e non aquisti annualmente le commediole della 8ercotti, dove l!amore par non imp-;ere ma capponato, e le sue Auree novelle nelle quali la diligente Virt- non manca mai di ottenere il gran premio e il raga accio Vi io le pacc6e3 tutto ci;o c6e leva le *or e, tutto vino c6e non lascia macc6ia, tutta scioccggine c6e si smercia e si loda nel nome di semplicit) Fa, v'6B non giunga tale parola alle dott(ssime orecc6ie di donna Apollonia /gam;ati e di donna 8erla /meraldi) /ola stolte a c6e amm'ttono queste ' la complicata) <onna Apollonia, ad esempio, ' la 7apa della coali ione nostrana contro la m-sica *isiolgica a *avore della patolgica, e poic6' donna Apollonia all'a i propri principii ad un c'le;re cuoco, 6a dalla sua la stampa e la tri;- di c6i suona) 76!ella a;;ia posto per tutti, niun du;;io) 8eser cento c6ili a non calcolare la scien a, e si dire;;e una saltim;anca di pia a cui non mancasse c6e il tam;urone) Invece, donna 8erla /meraldi ' una scopa in gonella) 7ost'i ' l! azzurra, la dottoressa della camarilla > di quelle dame cio', c6e, essendo al corrente di quanto succede alle *onti del Nilo ed ai poli, ignorano c6e mai avvenga in lor casa, c6e conoscendo i nomi latini e la vita d!ogni spece e su;spece di tutte le ;estie del glo;o, cmprano antic6i gallastri per pollastrelle, c6e, eppe la testa di logaritmi, ngoli, lati, equa ioni, sono o;;ligate, per i conti del mese, a ricrrere ai diti della *antesca, c6e, ritornate da una le ione di *(sica lsciano p'rdere il *ondo alla ca**ettiera per mancan a di l(quido, o *resc6e di una d!astronom(a, nel regolar la lucerna, la smr ano) Oltre le quali, in-tile dire come *osse nell!ula il slito stormo d!appaltatrici di quella ;ene*icen a a campana e martello oss(a p-;;lica, cui ' dovuto se l!ecce ione della miseria divenne un mestiere normale > patronesse, ispettore, visitatrici, giracase,

seccamalati e viev(a, tutte dilettantiKaccattone, c6e *anno la carit coi denari degli altri e la r'ndono invisa colla intromissione propria, tutte propagatrici di un socialismo assassino dell!individuo e della *amiglia > e in-tile dire, come *ra loro spiccasse la nostra Eugenia 7aprara, co! sui ;ianc6i capelli a cavaturcciolo, il suo naso pien d!importan a e ta;acco e il suo risolino di compiacen a e di prote ione, c6e tradotto dic'a %nul n+aura de l+esprit, "ors nous et nos amis)& Aggiungi per c6e presso lei, a raccglierne il vaniloquio, stava ossequioso un ;ar;uto *iguro di cui la *accia par'a non troppo amica dell!aqua e l!;ito della sp ola) Era egli l!-nico ;ue di tutta la mandra > era il primo manu;rio dell!rgano loro %il 9iornal delle /c6iave&, > era di tutte lo spiritual direttore) Noto assi nella li%ricastratio e nella pedagog(a, av'a, collotorto dell!-ltimo g'nere, toccato i sommi onor della greppia, sempre attaccndosi alle sottane, prima dei preti, poi delle donne) %AAnima cndidaB& esclamvano queste) > %Tutto pelo,& osservo io,, %Adal parlar dolceB& sospirvano esse,, %dal putire di capro,& io aggiungo) Jatto st, c6e il pro*essore Tam;erla))) Fa qu( la marc6esa 8ola Lu ioKFedaglia, c6e sping'a lo sguardo alla rima di un uscio, volge la testa alle amic6e, come a dir loro" %viene)& Nell!ula si ridi*onde il silen io) Ecco di*atti .e <elia dovette recarsi il *a oletto alle la;;ra2 /o*onis;a Altamura) /o*onis;a era pi- go;;o c6e corpo e meno volto c6e gesso3 par'a, parlando, c6e aprisse non tanto la ;occa quanto il naso e la ;a a, e par'a, guardando, c6e meno mirasse con le pupille c6e non colle c(glia, tanto *olte le av'a e annerite) Fa, come se i naturali orrori non le ;stassero, ella 'rasene aggiunti pi- c6e poteva di arti*iciali) 7ertamente non la peccava ne! sottintesi) Av'a indosso tutti i sui ori e tutta la sua guardaro;a, un mus'o di guarniture > orecc6ini in corallo, collane alla turca, spilloni a mosico con s- il 7oloss'o, *i;;ie l!=mpire, ;raccialetti ;arocc6i > sparsi su !na toletta di ro;a vecc6ia e scSmpagna, c6e cominciava da un cappellino con piuma celeste e veletta gialla e da uno sciallo aranciato a gran papveri rossi e *iniva in una gonna violetta e in un paCo di guanti verdgnoli) %En vero,& come <elia osserv, %arco;aleno smontato)& Ed 'ccola in cttedra) La si drappeggia oratoriamente lo scialle3 la si raccoglie un istante colla mano alla ;occa3 poi, *ra il pi- teso silen io" %9i mi pare,& o car(ssime, %di avervi a su**icien a mostrato come la donna meni l!uomo pel naso e sia di tutto capace, rovesciando con un ;u**etto quel castello di carte penosamente costrutto dai /anti 8adri, Aristtile, <!Elci, 9iordano Druno, Acidalio, Dcc6ner))) e s(mili stupidelli, scus;ili appena in riguardo al lor limitato intelletto di masc6io > sul c6e, oso dire c6e di con*uta ione ne avan a per quanto ci si pu in s'guito opporre > e cos( parmi di avere, non solo risposto, ma ritornate ai nemici quelle plateali insolen e di Yserratura in cerca di c6iaveZ, di Ypera sen a picciuoloZ, di YtaraZ, oss(a Ygiunta dell!uomoZ, di Ysemovente latrinaZ, di Y fair defect)))Z e viev(a, c6e si prov'r;iano contro di noi provando insieme, col numerarvi le nostre eroine dalla /a**o alla /and, la eccellen a del sesso, donde consegue il dovere nei masc6i di a;;andonarci sen a pi- sotter*ugi il posto usurpato))) %Resta ora a vedere c6e si *are;;e, se i masc6i > alla nostra equa domanda > rispond'ssero" no)& .AEditeB AuditeB2 %7erto ' c6e il caso venne da loro previsto) Non altrimenti si sapre;;e spiegare quel tenerci lontane dalla p-;;lica cosa, quell!interdirci ogni eserci io educatore dei m-scoli, quell!o;;ligarci, c6e ' peggio, in una spece di sacco, c6e ne impedisce e nelle id'e e nel *atto la li;ert di proc'dere) <i pi-3 tutto il *erro lo sequestrrono essi a tutela

della loro paura, *uorc6' qualc6e sc6eggia da noi sottratta per gli ag6i n' ci lascirono il rame se non avvilito in caldi) O6 ;ella gra ia davvero quel prodigarci i due pi- im;elli metalli, dissimulate cateneB 8er loro intanto, il *-lmine in polve di /c6Qar e le palle generatrici di morte3 nostre invece, l!asciutta polve di 7ipro e le palle))) da rammendar le cal etteB& .9ruppi di risa *eroci2 %Eppure > sorelle > un!arma, una terr(;ile arma, non ce la tlsero ancora > n' lo potranno > un!arma, dinan i alla quale i loro cannoni div'ntano cialde, e le lor plveri))) /edlit ))) %?76e ' mai@ %7i saprete) Hu( st il mio su;lime mistero, qu( l!uovo da m' covato per trenta e pi- anni, qu( il dolce *rutto di tanta amara radice) Fa permett'temi, prima, di raccontarvi il come della scoperta) %Essa *u *atta come ogni grande scoperta si *) Fi si o**erse spontanea quando men la cercavo) Era sera3 un dopopran o) Av'o ;isogno, perc6' digerissi, d!irritarmi la ;ile, mio consueto ca**'3 e per av'o aperto quel mascal one di un nostro odiatore Arist*ane .c6e io leggo in originale n' pi- n' meno di una <acier2 e ripassavo appunto *isstrata) %?/apete voi c6i *osse Lis(strata@ Ena ateniese, c6e ' quanto dire, una parigina dell!antic6it3 una donna tutto risorse, la quale, imprecando alla guerra civile c6e desolava la 9recia e volendo troncarla, av'a imaginato il pi- nuovo e pi- e**icace spediente c6e mai si potesse) ?7io' a dire@ 7io' a dire, c6iamava celatamente a s' le mogli e le amanti delle due parti nemic6e e, dopo un discorso c6e non par scritto da un uomo, tanto ' pieno di lgica, le persuadeva e stringeva coi sacri orrori della religione a non *ar pace coi propri mariti, *inc6' i mariti non l!av'ssero prima tra essi) E il YnoZ delle donne rumoreggi allora per tutta la 9recia) 7os( la guerra *u sciolta) %?E;;ene@ ?c6e ne pensate@ perc6' m la *in ione di quel malign(ssimo greco non potre;;e cangiarsi in una ;en'*ica realt@ Egli l!arma ci addita" preoccupimola) I nostri amici migliori sono spesso i nemici) ?8erc6' non potremmo, ci c6e Lis(strata *ece per amore di tutti, ripeterlo noi per amor di noi sole@ Non c!' uomo cui manc6i un po! di gonnella alle coste3 non c!' donna, c6e, oggi o domani, non paCa ;ella a qualcuno) Ora niente per niente) ?Intendete@ > Nulla da noi *inc6' i nostri tiranni non ci domndino, supplicando, di 'sserci sc6iavi& .8rincipio d!applusi2) %/enonc6',& seguit /o*onis;a, %l!(ntima essen a de! masc6i ' la men ogna3 c6' non per altro 6anno inventato quel solenn(ssimo inganno del giuramento) 9iove, secondo loro, ex alto periuria rdet amntum et ;(%et aelios rrita ferre Etos ) ?76i di noi non ne 6a *atta lagrimosa esperien a@ <ee un minuto prima, un minuto dopo s!' ;estie))) ?E allora@& .Jr'mito d!atten ione) Anc6e <elia occ6ieggia la strega attraverso le stecc6e del ventaglio2) %Allora, o donne dei due emis*eri,& tuon quella *uria con un trgico gesto, %AvendettaB A/(, orrenda vendettaB La cucina ' in man nostra3 in nostra mano ' la vita dell!uomo) Io gi aspiro con volutt l!acre *umo de! ;oleti agrippinei3 odo gi l!ung6ie grattar verderame3 odo i pestelli ne! ;ron ei morti acciaccando cantridi e gommagotta

e vitriolo e scorpioni) A76e ogni *ornello di guardaro;a si converta in un tr(pode d!IcateB Ac6e la virt- dei *iamm(*eri si colleg6i a smor areB Ac6e tutti i veleni delle nostre toilettes pssino nelle pance masc6iliB 9iammi la ;en ina avr nWtta una macc6ia maggiore) La gran notte ' venuta, la grande ora scocc) In mille *uliginosi camini si appicca casualmente l!incendio) Ogni spillo 6a tolto di me o uno sc6ioppo, ogni sputo una crica) /i propgan le *iamme3 g'mono le campane sotto il martello incessante, e alla l-gu;re luce, vedi i padri *uggire *ac'ndosi scudo dei *igli) AFa invanoB La spina del masc6il sangue ' strappata) 7ola il sangue a torrenti, si eleva, si eleva, e tra lo scoppiar del petrolio e lo s*asciarsi degli edi*ici e l!urlo di c6i s!a**oga, l!inno s!innal a della Vittoria, c6e annuncia" spento ' il mal seme d!Adamo) Eva s!' riscattata)& E qu( la megera taque, anelando) La li;(dine della strage scintillava negli occ6i di lei e negli occ6i delle sue vecc6ie uditrici) Ella taque e un ;attimani ec6eggi) <a ogni parte si accorre alla cattedra n' l!oratora 6a mani ;astanti per tutte3 si grida %;ravaB&, si sv'ntolano i *a oletti e il pro*essore Tam;erla, entusiasta, le o**re))) un cartoccio di caramelle di pomo) Io tenti nel ;raccio di <elia) <elia gir verso m' il pi- moscadello e innamorato dei visi) %E dunque@& le dimandi) %Vui emanciparti anc6e t-@& Ella sorrise e rispose" %8er m' m!accontento di starti tutta la vita sotto)&

/7ENA NONA 8r) ritratti, a figura intiera, grandi al vero) Al viaggiatore c6e, per contentare %la 9uida&, v a visitare la pompa delle miserie dell!ospedale di `, non mai si manca di aprire con una tal quale solennit il salone delle adunan e dell!alto 7onsiglio, dove i signori Tarocc6i della citt, cui ' commesso di *are il ;ene il pi- poss(;ile male .precipuo scopo della ;ene*icen a p-;;lica2 riun(sconsi mensilmente su mr;idi seggioloni, a guardare per qualc6e ora i polpacci delle divinit della vSlta, *inc6' il campanello del presidente annunci loro c6e il silen io ' levato, guadagnata la t'ssera di presen a, e c6e ' tempo, con un unnime voto, di))) lasciar crrere l!aqua pel 8 .e per le caldaCe dell!ospedale2 o di m'ttere il %visto& sulla *erocia del m'dico A e le ladrer(e del *armacpola D, *acendo quello c6e secolarmente si * e sottoscrivendo a quanto si trova gi scritto) E c!' l( pronto un prato di tavolone con un sarc*ago argenteo capace d!ing6iottir c6i v!attinge e una ;arricata di carta e un me o deserto di sa;;ia e una selva di penne aquiline dalla punta d!oca) AAl slito sempreB il maggior apparato di scr(vere dove meno si pensa) 7i c6e peraltro interessa il colto visitatore non ' tanto quel lusso di canceller(a e di poltroner(a, n' il 7risto colossale di legno .un 7risto tradito da un nuovo 9iuda e messo in croce nella pi- indegna maniera2 e neppure la Faest /ua di gesso .dico il ;usto del r', modellato nel gesso, o perc6' s(m;olo questo di un costitu ionale sovrano o perc6' cmodo assi ne! repentini passaggi di temperatura pol(tica2 quanto i tr' ritrattoni delle tr' somme ;ene*attrici di quella mal'*ica ;araonda) E il portiere, additando per primo il ritratto di *accia al 7risto di legno > cupo ritratto dallo spagnolesco costume, in cui di ;ianco non spicca se non la enorme inamidata gorgiera, s(mile a un tondo con s- una testa mo ata > vi dir c6e quel ;uCo e quella patrunia son nientemeno c6e la marc6esa Andegari, moglie di don Ramiro, coronel de su sacra real Ma;estad, mar'ues de :ir%anLa, conde, visconde, %aron))) e l( un rosario di t(toli, indispens;ili a porre un pvero uomo, cui tccano, nel comod(ssimo stato di non saper pi- giustamente c6i e! sia) La marc6esa st in piedi presso una tvola) 8osa, sopra la tvola, una marc6ionale corona ma ella par rattenerne sulla *ronte aggrondata l!incerc6iatura) Le contra ioni quotidianamente uni*ormi de! m-scoli 6nnole scritto nelle rug6e del volto, meglio c6e non a parole, la *edina morale, e per, avendo l!artista tradito qu( la natura un po! meno del consueto, vi si legge alla prima come la n;ile dama sia di quelle creature, cattlic6e molto ma assi poco cristiane, le quali cr'dono in ;uona *ede di 'ssere entrate nel mondo per una porta diversa dalla comune) Io imgino c6e nelle sue stan e *osse un!-nica sedia e questa a lei riservata) <al cadav'rico giallo e dal secco della sua pelle la si dire;;e nudrita a sol pergamena e dalla rigidit delle mem;ra sem;rere;;e impalata > mrtire dell!etic6etta > sul rett(ssimo *usto dell!l;ero gentili io) Intanto il di lei occ6io mancino s;ircia ad una stella gemmata c6e le st al posto del cuore, mentre il destro si s;ieca vers!un!urea crocetta, c6e la corrispondente mano > o piuttosto ampa di pollo > impugna) 8oic6' ;igottismo e al;ag(a, coteste scimmie del rispetto all!ignoto e della conscia virt-, si danno il ;raccio non rado) I in*atti la religione c6e insegn la vilt agli umani ginocc6i) Pmile per orgoglio, 7aterina Andegari s!era degnata morire nell!;ito delle mnac6e scal e, lasciando loro le non pi- sue ricc6e e da sminu arsi in tante annue doti, al pio scopo di accr'scer servi al /ignore) N' ine**icace il suo voto ?Hual miser;ile per duecentotrentatr' lire pu ri*iutarsi d!imporre la vita ad un nuovo in*elice, quando, per molto meno, gliela torre;;e@ AV(vano dunque le doti della marc6esaB A*icc6in le s-pplic6e per maritare la propria colla miseria altr-iB

L!altro ritratto ' invece una *igura c6iara su *ondo c6iaro) Rappresenta una *resca vecc6iotta dal gaudente *accione, a;;igliata di un nero velluto c6e la ricinge *in sotto le ascelle, ma a ;raccia nude e scollata e con in testa una cu**ia ;ianca di pi o e sopra la cu**ia un cappellone di paglia) 7ost'i ' una ;aronessa del grande impero, Olimpia Ercoliani) I uno di quelli esemplari di donna in istile romanoK;arocco, cos( ;ene intonate col militare rim;om;o de! rossiniani motivi, di quelle ;elle e sen a risparmio e peccatrici sen a rimorso di cui la ricetta s!' pWrsa) Nata in tempi nei quali g6igliottinvansi coi vecc6i capi i pregiudi i vecc6i, la ;aronessa av'a entusiasticamente adottata l!acconciatura de! nuovi, inneggiando, tra i primi, a quello della *raternit) Troppo ;ella per 'ssere casta n' conoscendo l!arte del negare, ella veniva assi *acilmente all!-ltima con*iden a, an i al napolenico %a**are di canap'&, sen a c6e il plline regio le desse mai la nasetta per il ple;'o) Non sem;ra per c6e alla salute le *osse avverso il peccato) Novella Ninon, la ;aronessa oltrepassava i novanta, non solo sulle sue gam;e .il c6e sare;;e gi molto2 ma con tutte le sue rotondit, tutti i capelli ed i ;ianc6(ssimi denti ;enc6' pipasse da turco, con l!appetito di settant!anni addietro e uno stmaco pari,, e cos( era giunta a quel salto nel ero, c6e noi c6iamiamo la morte, avendo ad inalterate compagne le sue ino;;edien e carnali e la giaco;ina spregiudicatura e la pugnace vivacit dai moti di verduraCa e dai %mccoli& di caserma, non ricordando altro cielo c6e que! della ;occa e del letto ed in nulla *idando *uorc6' in Napoleone e s' stessa) Non d-;ito, vivre;;e ancora, se il m'dico non l!avesse voluta guarire) E la ;aronessa, anc6e lei, av'a am;ito al p-;;lico onore dei quattro metri di canovaccio dipinto e perci apriva una %ruota)& ?8ensava ella *orse alle volte c6e nel giocar l!am;o sort(vale il terno@ Jatto st, c6e la ruota gira tuttora, im;astardendo i legg(ttimi e gareggiando col cesso) 7os(, Olimpia Ercoliani 6a completato il mis*atto dell!Andegari) A9i- *igli sen a paura, o sposi dalle duecentotrentatr' lireB AFalt6us a;;assoB ;asta la 8rovviden a) Ed ora, 'ccoci al ter o ritratto) Huesto non ' di marc6esa e nemmeno di ;aronessa" ' puramente di una 9iuseppa /tru ia) Il ritratto ' nel costume del giorno) 8er quanto il pittore a;;ia cercato di con*inarla, la signora 9iuseppa, in una ;enigna penom;ra, dissimulndola pi- c6e poteva *ra il tappeto di un tvolo e le pieg6e di una cortina, se ne vede ancor tanto da stare certi c6e una delle tr' 9ra ie non ') La mssima parte del seno le emigr nella sc6iena ed il poco avan ato le si svilupp nella gola) Non una *accia, ' un naso3 an i, se tu ne avverti il ta;acco e il plum;eo del colorito, ' una vera ;oetta) 9iuseppa /tru ia ti sim;oleggia la involontaria verginit) I la *igura di una di quelle in*elici c6e la lunga agon(a di un insoddis*atto appetito esaurisce e dissecca) Fa dalla scuola dei tormentati, i pi- *eroci tormentatori) /'nape e *umo per gli occ6i di c6i l!attorniava, la signora 9iuseppa possed'vane uno .e %uno&, dico, di n-mero2 cui non s*uggiva una sol ;ricia di male e possedeva una lingua c6e avvelenava ogni stilla di ;ene) Non s!induceva ad 'sser teco gentile, se non per mostrarsi indirettamente villana con m'3 e quantunque tenesse la propria vita per un -nico dente, pur ne teneva a;;astan a da insidiare all!altr-i) O t-, cieco nipote, ?a c6e str(ngerti il pane per adular di leccornie il suo irriconoscente palato, *esteggindone o il nome o gli anni, un nome c6e mai non e;;e per essa diminutivi e degli anni or s*rondati da ogni promessa di *rutto@ E se, nondimeno, ti ostini nella *atua speran a ?o perc6' allora pompeggiarle negli occ6i l!insulto della tua *resca sposoccia e della tua nidiata di ;im;i@ Non ' l!oro soltanto c6e si ammucc6ia da lei, ma la ;ile3 n' la ;ile ' per indiavolrsele insieme) Fuor l!uomo, non i sui odii) Vi 6a gente, nota nella p-;;lica *ede, c6e li raccoglie,, vi 6a leggi c6e li prot'ggono) Fira ;ene, o nipote, il *unesto losc6eggio dello sguardo di lei e il sottile sorriso di quella ;occa sla;;rata e su tutto quel ce**o l!incu;a ione omicida di un testamento) ?Fa c6e dico, mira@ 9i i pesciolini del sospirat(ssimo stagno ti lamp'ggiano innan i, gui ando ver le paludi dell!o**iciale

;ene*icen a) 7ompletamente tua ia ti ;ugger) 8i- non ti resta c6e a sentirne l!elogio dalle ga ette) Tua ia avr un monumento" essa 6a disc6iuso un ospi io alla miseria non tua > alla miseria evocata dalle sue degne predecessore) 8oic6' le tr' illustri ;ene*attrici 6an voluto eternare la loro per*idia o la loro insipiente ;ont > il c6e, negli e**etti, ' tutt!uno)

/7ENA <I7IFA >l f)mmino) %I una donna, credi)& %E io ti dico, c6e ' un uomo)& %Ripeto, /cioli ' una donna)& %Ripeto anc6!io, ' un uomo)& %O6, perd(o, se non la ', sono io) Aspetta un po! a giudicare) ?Lo diresti tu uomo, un coso c6e si leva alla una > parlo dell!una del me od( > e st due ore in un a;;igliatoCo c6e sem;ra un nego io di pro*umiere, im;ellettndosi il viso e le ung6ie, ping'ndosi le sopraciglia, *acendo un processo ad ogni capello, ad ogni crespa della camicia, per poi, ingollata una ta a di quella t'pida aqua c6e c6imano il t' e spesa un!altr!ora a sc'gliersi l!;ito e ad annodar la cravatta, uscire))) a un nuovo o io@ AT, v'dilo appuntoB de cpsula ttus, spandendo una pu olente *ragran a, scollacciato, in cal ettine di seta e lustri scarpini .c6' non e;;e mai *or a di portar stivaletti e tanto meno stivali2 coi guanti Yn-mero sei, tr' ;ottoniZ .n' in casa ne ' sen a2, con l!om;rellino per timor della luce e col ventaglio per timor delle mosc6e ,, v'dilo camminare tra il peritoso e il noCato, quasi andasse sulle ova, tratto tratto aspirando una ;occetta di sali, *ermndosi ad ogni mostra di gale, mssime dove son specc6i, accomodndosi allora con un p'ttine i ricci))) AE guarda anc6eB 6a un ;raccialetto) Non gli mncano insomma c6e gli orecc6ini)& %Fa io non alludo, gioCa, al suo tenore di vita)& %?E c6i ti parla di vita@ Non ' vita quella) Eppi, di!) ?Ti pare uomo un 'ssere il cui *ar*allino cervello non s ins(stere logicamente in nessun(ssima id'a e per o ti a**olla domande sopra domande c6e non attendon risposta o, come vede il lampeggio di una discussione sul serio, ti pianta e v a ripararsi in me o alle gonne, dove si mngiano dolci e prlasi amaro, dov!' sol moda e calunnia@ e l c6icc6iera c6icc6iera col suo vocino da vespa > impalp;il ciarl(o a nodi grammaticali c6e non l'gano niente > o**rendo, ora all!una uno spillo, ora all!altra un mentino@ ?un 'ssere, di cui gli a**ari pi- gravi, oltre la maldicen a, sono descr(verti una toilette, scara;occ6iare una ci*ra, *ar cestelli di carta, raccgliere *ranco;olli, dir(gere cotillons, non leggendo altre stupidit all!in*uori de! giornali di sarta, c6' per*in 7arcano e /acc6i son gi caCenna per lui@ ?un 'ssere *inalmente, c6e ti s il linguaggio de! *iori meglio di una educanda e la mod(stica terminolog(a meglio di una sartrice e ti s il punto a uncinetto e il punto a crocino, mentre non regge in carro a colla sc6iena ai cavalli e si u;;riaca con una ciliegia allo sp(rito e si mette le mani alle orecc6ie allo sparo di un con*ettoKsorpresa@& %AEppure, *u a volontarioB& %ADel volontarioB per *or a) 76', quando la guerra scoppiava, /cioli scapp))) alla militare Accademia)& %7i vuol gi del coraggio a scappare) Y?76i non sare;;e codardo, se osasse@Z Fa lascimola l() Io non ti accampo a testimonio del sesso, il morale, le alte regioni di /cioli,, ti accampo solo le ;asse)))& %E anc6e qu( 6ai tort(ssimo) Fira l!insegna) Non un sospetto di ;ar;a) 8resso la sua, la guancia di una ;am;ina ' traliccio) Ei s di musc6io, viola, eliotropio, patc"oul&, <oc-e&clu%, tutto quello c6e vui, non di masc6io) Le donne gli stanno invano vicine ,, an i, egli * loro l!e**etto di quel tal sale per cui le ;elle ;ritanne odiron Dacone c6e lo av'a messo alla moda, il nitro3 e per m', t!assicuro, se avessi una *iglia, gliela lascer'i seco a letto pi- volontieri c6e non col casto Ar;risseul c6e dormiva *ra due per domarsi la carne) N' davvero comprendo, com!egli a;;ia ;isogno di tanti calmanti, ess'ndone uno egli stesso) Fa, a sentirlo, ApoerinoB so**re sempre di nervi, di nusee, di mali di

capo, quasi volesse insinuarci c6e ' di di**(cili lune) 7ert!', c6!egli tiene uno speciale talento per conservarsi in una perpetua in*reddatura merc' le pellicce e le sciarpe e, non *oss!altro, di un male non manca mai, la paura) ADisognere;;e tu *ossi da lui quando lo coglie un doloruccio di ventreB Tutta la casa sossopra) /cioli grida" Ason mortoB 76i accorre col scaldaletto, c6i col pitale) 8anni caldi di qu, senapismi di l))) /ua moglie)))& %AltB Fe la dai vinta tu stesso) ?E non ' uomo, se 6a moglie@& %/(, l!6a, stando almeno ai registri dello stato civile3 ma non sign(*ica questo c6e la moglie di lui a;;ia marito) Altro ' possedere la ga;;ia, altro l!augello) Eomo, dicevano i nostri antic6i, ' c6i pu *are un altro uomo, ed io aggiungo, educarlo) /cioli 6a s( moglie, non *igli3 n' io credo > se lo /p(rito /anto non vi pone il suo ;ecco > c6e egli ne possa aver mai, per quanto /cioli si s*or i di *arsi ingravidare) &

JINALE *a paling)nesi della donna) 8-;;lico mio, la commedia ' *inita) TB pi- nessuno) 9li spettatori se la cavrono ;ellamente per non comprom'ttere la lor dignit cogli applusi) N;ili segni del loro passaggio, sono ;ucce d!arancio, gusci d!arroste, spiega ati programmi, scorci di (garo, asp'rgini ammoniacali > e un *isc6ietto, c6e ' la perduta espressione di uno di que! ;en'voli c6e vanno a teatro col preventivo giudi io in tasc6ino o l'ggono i li;ri dopo di averne scritta la cr(tica) ?Fa ecc6'@ ALampadi del divoloB Anc6e i lumi si sp'ngono3 ond!io, pvero autore c6e pretendevo di risc6iarare il mio prssimo, trvomi al ;uCo, o;;ligato a cercarmi tastoneggiando la via) /enonc6' una *resc!ura mi sorrade la *ronte) Non pi- l!a*a, non pi- l!ottuso dell!arte) /otto mi risuona il terreno, mentre m!incimpano i piedi come in radici e do! del capo in cosi ondulanti qui p'ndoli d!orologio) E un nuvolone si squarcia) La luna appare cornuta, inargentndomi intorno il ricco *ogliame di una selva di noci, tutta a *rutti di *orca) In questa, un rumore da lungi, qual tuono, e sulla mia testa, c6e aggriccia, uno s;ttere d!ali e un rom;o) Nella lunare atmos*era nereggia, un istante, un!immensa granata con su accavalcioni scarmigliate *igure l!una all!altra aggrappate) /ono le streg6e c6e, nude e unte, vanno a tregenda) E la granata dispare e in una *olata u*olante di vento il rom;o muore in distan a) Ecco in *ondo, un lumino > in *ondo, in *ondo com!' nelle *ia;e delle vecc6ie nutrici) Io anelo arrivarlo) V e v, acc'lero i passi, pur non procedo) /em;ra piuttosto c6e cammini la strada per m', v'nendomi incontro) Il terreno s*-ggemi sotto come la ruota motrice negli antic6i opi*i i a c6i dentr!essa si sgam;a) E gi il lume m!' a lato) ?76e '@ Ena casa in rovina3 la snumerata a;ita ione del ;oCa) E sulla soglia, dove il c6iaro di luna si sposa ai caldi ri*lessi della luce interiore, st lo stesso inquilino, st l!egregio c6irurgo della legal medicina, in un palandrano verdeKsmontato e in un galeotto ;erretto, c6e a *iore di la;;ro mi *" %Ti attendevo)& Entriamo) I uno stan one illuminato da torce dal giallastro c6iarore e dal pu o di camposanto) 8otre;;e pigliarsi, da c6i non avesse paura, per una cucina) Fa io, paura n!6o molta) Io non scorgo c6e coccodrilli impagliati, c6e a;orti e diavoletti in ampolle, e lam;icc6i dal naso lungo e sc6Wltri e corna di narvali e ova di roc, tutta ro;a indispens;ile a un mago,, e scorgo nel me o una *ornace in mattoni, ;assa e quadrata, con su un tr(pode in ;ron o e una colossale caldaCa di ters(ssimo ottone) L!onesto assassino si accare ava la sua ;ar;ettina di capro, guardndomi malignamente) %AIncontenta;ileB& disse, %te ne *a;;ric6er una io))) per*etta,& e, s;asstosi, al , per un anello di *erro, una pietra) En cupo stroscio si ud() Vidi un negro ;aratro di aqua corrente e sulla ;tola lessi" lcr&mae amntum) E tr'dici volte il ;oCa ne attinse, versando la secc6ia nel ;acino di ottone) 7i *atto, egli mi porse una scure grommata di sangue e capelli, e additndomi un mucc6io di com;ust(;ile e un ceppo da tagliar legna umana, mi ordin" %A/paccaB& /trinsi la scure tremando) Jormvano il com;ust(;ile, *rcide assi di ;ara, rride ancora d!arruginiti c6iodi e di ;randelli di lino, pe i di con*essionari e inginocc6iati oscenamente polluti e pe i di trave l-cidi e l(si dal cnape, querc'e coperte di ertici di ionari, cang6e cinesi, sp ole eccitatrici, *iculnei pr(api, *scini in cuoCo, gam;e rotte di letto))) > e l( mi diedi a spaccare, e, spaccando, tenevo d!occ6io al mio ;oCa, c6e av'a aperto un vast(ssimo armadio dov!'rano inn-meri vasi a mo! di que! de! spe iali, di *aentina maClica, soprascritti a cartteri goti coi nomi di 7ilomela, 8mar, =rodade,

=mma, *&onna, <eza%el, Mirra, la :rinvilliers, mamma Eeed"am, la :orgia, Caesar regina, =liog%alo))) e mille e mill!altre) /ul c6e, ;a;;o /tricc6e, gratttosi col dito in*ame la nuca, sc6iuse pel primo il ;arttolo di =va, la protoputtana, donde trasse uno specc6io e una piuma c6e dopo di avere pulito, con un rastiatoCo, di certo gl-tine nero .e questo pose in un piatto2 gitt nel ;acino) Indi pass ai vasetti di Mara 5tuarda, la troppo *edele alla c6iesa e troppo in*edele agli amanti, e di Mara =gizia, la ;atte ata colle lgrime sue, da cui tolse un paCo di croce*issi, con su inc6iodato un d)us mutnus, c6!ei nett parimenti della nera putr'dine e gitt nel ;acino3 e cos( *ece dei *iltri, nodi scorsi, *r;ici e lime, estratti dai recipienti di #lila e #e;anira, le vincitore di /ansone e di Ircole, e di :ersa%)a e :ris)ide, le impa itrici di <vide e di Ac6ille3 e cos( del *erro di mulo c6!egli trov da 5antippe, .la vera cicuta di /crate2, cos( della lingua della Moglie di Fio%%e, .quella moglie c6e <io, nel rapir tutto al suo amico, -nica gli lasci, a maggior puni ione2, e degli stili, colu;ri, *aci incendiarie e veleni, cavati dall!urne di Clitennestra, Med)a, 8aide, *ocusta, 8ar'uinia) E in s'guito il mago .c6' ;oCa non oser'i pi- c6iamarlo2 scoperse i ;arttoli della socrtica $spasia %sage au parler et fol?tre la couc"e&, della mscula 5affo, d!>pazia l!astrnoma, $frania l!avvocatessa, 5tel la letterata))) ed 'ccone uscire uno stormo di papagallini e di palloncelli di vento con orecc6ie asinine, di cicale e di oc6ette, c6e, tortito sul piatto la slita pece, vlano nella caldaCa, intanto c6e dal vaso di *ura, gran dolore al 8etrarca e gran seccatura all!Italia, spriginasi spontaneamente una gentile civetta c6e tien la med'sima strada) N' ;asta) <alla coppa di lei c6e immortal Fenelo e da quella della grossa Margot, l!ammogliata al r' di Navarra e a tutti gli ugonotti di Jrancia, il mago si provvedette corna d!ogni materia e lung6e a, mentre da ,sic"e, ,andora, e dalla Moglie di *ot, altrettanti pugni di *rasc6e3 dalla casta Meno%ia dai candid(ssimi denti, da ,en)lope, ,orzia e *ucrezia, msc6ere e *ardi3 e da 8alestri, Fiovanna d+$rco e Fiuditta, malli di noce e *ic6i d!India spinosi, c6!egli contemper .sempre s!intende spa ndoli dal gl-tine nero c6e deponeva man mano sul piatto2 coi grani di pepe e di ortica, tolti dai vasi di Messalina, Contessa $NNN e ,asfae aggi-ntovi inoltre un po! di pelle agnellina della )rgine-Madre riunita alla pelle di cagna d!>pparc"ia, e un po! del cervello d!=loisa, tur;olente di sogni, alla prudent(ssima vulva commisto della Moglie d+$grippa) E poi non manc di scoperc6iare i ;arttoli di 5emirmide, della papessa Fiovanna, $grippina, Contessa Matilde, =lisa%etta la grande, Cristina #i 5vezia, Marozia, Cleopatra, per el'ggerne penne paonine e tacc6i alti tutti intrisi della slita pece, e intrisi ancor pi- di quanto ne 'rano attaccaticci gli ;ac6i e le tari**e, le sanguisug6e, le gole di gr- e i ventri di stru o, presi da 7lora, *ide e Metic"e dal quarto d!ora, da *amia, 5inope a%isso, 7anstrata, Crispa e dalla C"epide) /coperc6ia e scoperc6ia, la caldaCa s!empiva > una variopinta misc'a d!ogni *atta di ro;a) 7i si ved'ano peli di porco, peli di volpe, di scimmia, di gatto, di giumenta e di sino .quasi tutti strappati a regine dalla mano sinistra2, ci si ved'ano e grilli e ;erretti a sonagli, trppole e reti, pe i di s-g6ero .*orse cervelli2, cal ette .*orse coscien e2, p(llole d!oppio e palle di piom;o, denti nascosti in sorrisi, trom;e d!Eustac6io al rovescio, assortite ;ug(e, tutelari spugnette, enigmi, *ug6e per *arsi inseguire, rapine a;;igliate di tenere a, %s(& c6e par'vano %no&, e %no& c6e par'vano %s(&, pittole ed esc6e, ;anderuole e *ar*alle) E anc6e il piatto, c6e il mago teneva *ra mani, rigurgitava della ner(ssima pece) Allora il mago apr( un *inestrino nell!alto, da cui piovve un raggio di luna, e mett'ndovisi sotto si die! a stemperare col grattatoCo la cupa ta;e *oCosa, piena, a quanto par'a, di ;ecc6i di pssero e colom;ino sterco) Ed ecco *arsi, la sanie, tr'mula e iridiscente e poi *umosa e *os*urea, sviluppando un acut(ssimo odore di stocco*isso e di :rie) A tale odore, oscill per la stan a come un *ioco tintinno d!is(aci campanelli, un catenaccio di castit, appeso al muro, si ruppe, si sciolse un nodo dello spilletto e un *ilo

di verginit si accorci,, a tale odore, i capelli mi si dri rono impriapiti e mi trovi s;ottonato) E le c6iavi in*(lan le toppe, i l(;eri c6iodi si *(ccano nelle *essure e nelle ;ottiglie i turccioli, cade il pestello entro il ;ron ino e la paletta *ra le gam;e alle molli, mentre i gatti sul tetto gnulano disperatamente, ;-;ula il gu*o, e la luna *alcata, c6e scrgesi dall!a;;aino, corneggia pi- volte le sue estremit, come *an le lumac6e, cercando di riun(rsele) /palmata ' la peste, e il mago la getta *remente nella caldaCa) Io, intanto, av'a eppa la sotto*ornace della legna spaccata, alternndovela con car;oni di rogo, *ascinetti di spini e di mirto, ciu**i di sndice, eringe, puleggio, ruta e mandrgora, c6e cresc'vano a cespi *ra gli intersti i del pavimento ,, an i, v!av'a aggiunto quanta carta s-dicia m!era caduta *ra mani, cio' squarci dal Da**o, dal de matrimonio di /anc6e , dal cnone de dilectssimis, dal trattato di Villanova ut m(lier "%eat dulc)dinem et caetera) Fa il mago non mi disse pur gra ie) En mago non dev!'sser gentile) Ei s!inginocc6ia s- di un cuscino colle armi della duc6essa d!Estampes coronate dalla tiara papale3 e ;or;otttavi una giaculatoria alle dee F-tuna, 7u;a e 7icinia, disacccciasi un!gata in *orma di cuore, gi estratta dall!urna di Caterina de+ M)dici, spiccndone, merc' un tau egi io di *erro, una scintilla sul com;usti;ile) 8oi scaglia il cuor nel ;acino) /i attacca la *iamma e crepitando si sparge per le *ascine e le legna e lentamente si svolge a lam;ir la caldaCa) Ed egli la instiga, disc6iud'ndoviKsotto le vlvole di due canali di rame, sull!uno de! quali st scritto suspiria3 oscitatines sull!altro) /**iano i tu;i3 sprnano il *uoco) Huesto si al a *uriosamente, mentre il mago rim-gina con una spada l!in*ernale misc'a e la misc'a si *onde e comincia a grillare e p-llulano ;olle c6e scppiano) /i addensa la super*ice del l(quido e tenta di sollevarsi ma sempre si squarcia e ricade) Aumenta il *ollicare dei tu;i, aumenta il *ragor del ;ollire3 geme la polta e si torce per trovare una *uga) In*ine, una pell(cola appare, c6e pu, dopo vani conati, 'rgersi intera3 e si erge prendendo vaporosamente un!umana *igura e intrasparendo in un roseo di mattinal ne;;ia) En ;iond(ssimo *umo dalla *ragran a di musc6io vela la tremolante *igura e si dire;;e una c6ioma c6e gis!innanelli a larg6e onde3 e *ra l!aur'ola di esse e del *umo, v la *igura accentndosi a *emminili curve e turgen e) Ena ;ollicina di a urro . vitrilum caeruleum2 le scoppia nel me o ed ecco *r'merle a pelle il reticolato venoso3 una striscia di minio .cinn%aris mercurilis2 vi gui a ed ecco guance so**use di pudico rossore, con una ;occa c6e ' un ;acio3 due *aville vi scttano, ed ecco due occ6i, lucidi di desiderio e di lgrime, c6e intensamente mi *isano) Amore mi tiranneggia) E gi le plpito in ;raccio, e dileguo entro lei3 ed anc6e il sogno dilegua) En!oncia meno di sangue3 un li;ro di pi-)

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