Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
JOHANNES BRAHMS:
SONATA n. 1 op. 120 per
viola e pianoforte
INTRODUZIONE
La sonata per viola e pianoforte n.1 op.120, com'è noto, fu composta originariamente
per clarinetto nel 1894 e dedicata a Richard von Muehlfeld, primo clarinetto
dell'Orchestra di Meinningen, e per il quale aveva già composto il Trio per clarinetto,
violoncello e pianoforte op.114 e il celebre Quintetto per clarinetto e archi op. 115
pochi anni prima. La composizione di entrambe le sonate (questa e la n.2) gli richiese
pochissimo tempo, giacché cominciò a lavorarci nell'estate del '94 e se ne ebbe la
prima esecuzione, non pubblica, in settembre dello stesso anno, con Muehlfeld al
clarinetto e Brahms stesso al pianoforte. La prima esecuzione pubblica, invece,
avvenne nel gennaio dell'anno seguente, a Vienna.
Nonostante Muehlfeld sia stato un clarinettista estremamente virtuoso, Brahms,
a differenza del Quintetto op.115, non sfrutta appieno la capacità strumentali del
clarinetto. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che Brahms, fin dal principio, disse
espressamente che questo lavoro poteva essere eseguito indifferentemente dal
clarinetto e dalla viola (fugando quindi ogni possibile calunnia da parte dei
clarinettisti, che accusano i violisti di rubare loro il repertorio) data la grande affinità
dei due strumenti, a cominciare dalla similare estensione, tanto che esiste una
trascrizione fatta da Brahms stesso, con pochi accorgimenti strumentali. Di questa
sonata esiste anche una trascrizione per violino e pianoforte curata da Joachim,
seppur sensibilmente revisionata a causa delle diverse potenzialità espressive del
violino rispetto agli altri due strumenti.
Una caratteristica fondamentale è sempre riscontrabile nella sonata ed è
ravvisabile nel clima malinconico ed introverso che sta alla base della sua ispirazione,
condizionata anche dal contesto biografico, nel presentimento cioè dell'approssimarsi
della morte (Brahms morirà nel '97): accompagnandogli nel 1891 una copia del suo
testamento, Brahms aveva scritto a Franz Simrock (l'editore della sonata e della
maggior parte della produzione brahmsiana) nei seguenti termini: «Comprenderà,
immagino, le ragioni per le quali ho apposto la parola "fine" alla mia attività creativa
e del resto l'ultimo dei “Volkslieder” (“Verstohlen geht der Mond auf”) nel raffigurare
un cane che si morde la coda, alludo simbolicamente proprio a tale concetto, nel
senso che la vicenda ormai è conclusa». Soltanto l'eccezionalità esecutiva di
Mühlfeld - in analogia con il ruolo svolto da un Anton Stadler con Mozart o da un
Heinrich Bärmann con Weber - sarebbe riuscita a distogliere Brahms da quell'idea
fissa: alla realizzazione dei lavori per clarinetto, seguirono poi nel '96 gli Undici
preludi corali per organo op. 122.
I° MOVIMENTO: Allegro appassionato (Fa min)
In tempo 3/4, la sonata incomincia con una breve introduzione melodica di 4 battute
del pianoforte con le mani in ottava. A b. 5, viene esposto dalla viola il primo tema
della sonata, in fa minore, con un accompagnamento pianistico molto dimesso e
piano di dinamica; un tema costruito mediante una sequenza di intervalli di terza
discendente fino a b.8, dove invece la seconda semifrase viene costruita mediante
intervalli di settima discendente alternati a seste e terze ascendenti, con una terzina in
crescendo a b.11 che contribuisce a muovere il discorso musicale. Questo
procedimento è tipico della scrittura brahmsiana, basti pensare al primo tema della
Sinfonia n.4. La seconda parte del primo tema è caratterizzato da un disegno
melodico (ricavato dal tema introduttivo del pianoforte) della viola in contrasto con il
ritmo puntato del pianoforte sempre in forte. Dal levare di b. 17, si può osservare
come la viola esponga con un ritmo diverso (prima diminuito e in seguito aumentato)
l'introduzione del pianoforte, con la sola differenza del la bequadro a b. 22, mentre il
pianoforte scende cromaticamente fino all'accordo di solb maggiore di b.24, che
cadenza in fa minore alla battuta seguente: qui comincia il ponte modulante, con il
pianoforte riespone il primo tema, con disegni ornamentali della viola, fino a b. 38,
dove effettivamente comincia a modulare con disegni in emiolia, portandosi nella
regione tonale di reb maggiore. Qui a b. 53, come una sorpresa, viene esposto il
secondo tema in do min, ovvero al V grado, un tema molto energico e di ritmo
puntato, in netto contrasto di carattere con la melodicità del primo tema. Questo tema
usa addirittura un solo inciso che viene suonato alternatamente da viola e pianoforte;
l'emiolia di b.60 sembra portare a una sezione completamente diversa, ma ad
un'attenta analisi ci si accorge che, sotto le virtuosistiche (ed estremamente
clarinettistiche) volatine della viola, viene riesposto dal pianoforte l'inciso del
secondo tema, aumentato di ritmo. A b. 68 comincia una sezione nuova che usa
materiali mai proposti prima nella sonata, che può benissimo essere considerata la
coda dell'esposizione e che ha il ruolo di confermare la tonalità della dominante,
ovvero do min.
Lo sviluppo comincia a battuta 90, evidenziato da Brahms con un segno di
doppia stanghetta. Il materiale che viene usato è quello del ponte modulante di b. 38,
che viene intersecato con la testa dell'introduzione del pianoforte di b.1 e che porta, a
b. 100, da lab maggiore a mi maggiore con un uso enarmonico dell'accordo di lab
minore che diverrebbe poi un accordo fab maggiore, ovvero il VI grado. Qui vi è di
nuovo proposto il materiale di sincopi in emiolia del ponte modulante, che viene
progressivamente diminuito fino a b.116, dove comincia una sezione in do# min
(relativa di mi magg) estremamente patetica, dove le sincopi della viola vengono
diminuite e il pianoforte espone la testa del suo tema introduttivo dell'inizio; questo
fino a b. 120, dove viene sviluppato molto fittamente il materiale del secondo tema,
fino a b. 129 dove viene, di nuovo, rielaborato il tema introduttivo del pianoforte,
questa volta in fa# minore. A b. 136, tramite un ulteriore procedimento enarmonico
(do# maggiore, ovvero dominante di fa# minore, diventa reb maggiore, ovvero VI
grado di fa min) è in grado di tornare velocemente alla tonalità d'impianto, dove a b.
138 comincia la ripresa. Il tema è esposto nuovamente dalla viola, leggermente
variato con volatine tipiche del clarinetto, ma con un accompagnamento pianistico
più movimentato. Il tema non viene riesposto per intero, ma già a b. 145 il pianoforte
porta a una sezione diversa che conduce direttamente al ponte, che ovviamente questa
volta non modula e rimane in fa maggiore, di b. 153. La struttura di questo ponte è
identica di quella dell'esposizione, e porta direttamente al secondo tema, in tonalità di
impianto, a b. 168. Anche qui, fino a battuta 196, la struttura è identica al secondo
tema dell'esposizione, mentre a b. 198 il discorso non viene fermato come la prima
volta, ma procede fino a b. 206, che viene introdotta da un disegno del pianoforte con
accordi sul secondo movimento di ogni battuta, dove, osservando bene, si può
osservare a bb. 204-5 nascosta nell'armonia la testa del primo tema della sonata; tema
che viene riesposto dalla viola e che porta, a 214, a un'autentica coda in un tempo più
tranquillo (un espediente simile si può riscontrare anche sulla sonata n.3 op.108 per
violino dello stesso Brahms), con del materiale nuovo. La testa dell'introduzione
viene prima suonata dal pianoforte a b.227, e poi dalla viola a b. 231, concludendo
con un nostalgico arpeggio del pianoforte in fa maggiore.
SCHEMA GENERALE:
ESPOSIZIONE
RIPRESA
In 2/4 e in un tempo che è ancora oggetto di dibattito tra gli interpreti (mosso e
“cullante” oppure lento e meditativo? Personalmente preferisco la seconda
interpretazione, anche se probabilmente la scrittura mi dà torto), il secondo tempo
della sonata è in forma ternaria ABA+coda; presenta un tema in lab maggiore della
viola tenero e delicato, con un accompagnamento altrettanto trasparente del
pianoforte e dall'armonia molto instabile, pur non dando un'impressione di elevata
tensione armonica, dove le note della mano sinistra sembrano sempre anticipare, in
realtà, l'accordo che viene alla battuta seguente (es. il fa e il sib fanno parte
dell'accordo di 7ma sul II grado di b. 2, il mib di b. 2 in realtà è la dominante che
andrebbe a b.3, dove invece viene suonato il lab insieme a un mi bequadro che
trasforma l'accordo in una settima diminuita dominante di fa min, etc.). La frase, di
12 battute (4+2+4+2), viene ripresa a b. 13 con un similare accompagnamento
pianistico, che modula tramite solb a b. 16, e viene accorciata durando essa solo 10
battute (4+4+2). Qui si conclude la prima parte del movimento e comincia quindi a b.
23 la parte centrale, in reb magg (quindi, inusualmente, IV grado). Il tema, qui, è
esposto dal pianoforte, ornato da una serie di arpeggi, che a b. 27 diventano invece
accompagnamento per il tema della viola che espone un motivo più cantabile per 4
battute. A b. 31 ritorna il tema del pianoforte, variato “al contrario”, ovvero togliendo
le ornamentazioni e passandole alla viola. A b. 35, ritorna il tema cantabile della
viola, leggermente variato e questa volta di 6 battute. A b.41 si risente il primo tema
della viola, esposto dal pianoforte nella tonalità di mi maggiore. Qui, il disegno di
“armonie anticipate” viene affidato alla viola (fa# e do# di b.41 fanno parte
dell'accordo di settima del II grado di mi maggiore, etc.). Altre 4 battute del tema al
pianoforte, questa volta in do maggiore, preparano alla “ripresa” della prima parte a
b. 49. La grande frase della viola rimane invariata (viene solamente trasposta
all'ottava sotto), mentre l'accompagnamento pianistico viene ornato da disegni di
terzine nel registro più acuto. A b. 71 vi è una piccola parte aggiunta, di sole 4 battute,
che prende materiale dal tema della parte centrale del movimento. A b. 75,
proponendo la testa del tema della viola, vi è una piccola coda che si congeda, in
dinamiche molto tenui (pp e dim.) nella tonalità di impianto.
SCHEMA GENERALE
In tempo 3/4, questo movimento ricorda vagamente la struttura del minuetto classico,
come vedremo più avanti, anche se in genere il minuetto, essendo danza e rifacendosi
all'idea della partita e della suite, è nella tonalità d'impianto della sonata.
Il primo tema, costruito in maniera molto semplice (frase positiva di 8 battute,
costituita da due semifrasi negative di 4 battute ciascuna), è esposto dalla viola
accompagnata da un disegno danzante del pianoforte. Il tema viene poi ripreso dal
pianoforte con un commento della viola tale e quale per altre 8 battute. A b. 17,
comincia una sezione più densa e più energica, dove la viola e il pianoforte (con la
mano sinistra) espongono il primo tema invertito, a canone in distanza di due battute
l'uno dall'altro. L'emiolia di b. 27 riporta al primo tema, esposto dal pianoforte, con
un accompagnamento ancora diverso della viola. Il primo tema non viene concluso,
ma la prima semifrase viene prolungata da b. 37 per altre 10 battute. Qui vi è un
ritornello (come, tra l'altro, spesso accade nei minuetti classici) che, la seconda volta,
a b. 48 porta a una sezione completamente contrastante in fa min, ovvero la relativa
minore, con il pianoforte che espone dei disegni di scale discendenti controcantati da
note separate della viola, quasi fossero delle campane. Il disegno di 8 battute viene
ripetuto tale e quale dal pianoforte, unendo scalette e “campane”, ad eccezione
dell'ultima battuta dove invece di confermare fa min modula in lab maggiore. Questo
porta a una sezione nuova, ancora costellata di scale in controtempo ascendenti e
discendenti del pianoforte, ma che aggiunge un tema della viola che, in imitazione col
pianoforte, a b. 68, cita lontanamente l'inciso del tema introduttivo del primo
movimento, proponendolo alternatamente così com'è e invertito. Da b. 80 anche la
viola si aggiunge nel disegno di scale discendenti, mentre al pianoforte ricompare il
disegno di campane nascosto nella mano sinistra, fino a una conclusiva modulazione
a fa min di b. 89, chiusa a b. 91.
Infine, a b. 92, ritorna la sezione A del movimento, che viene riproposta tale e
quale, ad eccezione dell'omissione dell'ornamento della viola nella seconda frase
della sezione. Ne consegue che il movimento è una grande forma ternaria, formata da
una prima sezione ternaria a sua volta, un “trio” centrale anch'esso in forma ternaria,
seppure un po' anomala, per poi concludersi con la prima sezione tale e quale.
SCHEMA GENERALE
Forma ABA:
A: bb. 1-47
(Aa: bb. 1-16; Ab: 17-28; Aa': 29-47)
B: bb. 48-91
(Ba: bb. 48-63; Bb: 64-79; Ba': 80-91)
SCHEMA GENERALE
www.wikipedia.org
www.flaminioonline.it