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CONSERVATORIO DI MUSICA "GIUSEPPE TARTINI" TRIESTE

a.a. 2012-2013 Triennio Superiore Sperimentale di I livello Scuola di Saxofono Analisi di letteratura musicale per strumenti a fiato

Pedro Iturralde
(Falces, 1929)

Pequena Czarda
per Saxofono contralto e Pianoforte

Studente Matteo Sincovich

Docente Roberto Di Cecco

Il brano in analisi, la Pequena Czarda (o Czardas), stato scritto nel 1949 dal compositore Pedro Iturralde, appena ventenne. Nato nel 1929 a Falces, in Navarra, ha iniziato a studiare sassofono e clarinetto da bambino e nel 1948 andato in tournee all'estero, dove si trattenuto per diversi anni. Al suo ritorno, nel 1964, ha completato formalmente i suoi studi al Conservatorio di Madrid, presso il quale titolare della cattedra di sassofono dal 1978.

Frequentando il Whisky Jazz Club, ha avuto l'opportunit di suonare con grandi del jazz, tra i quali Gerry Mulligan, Lee Konitz e Tete Montoliu e nel 1967 ha inciso il disco Jazz flamenco, nato dalla collaborazione con Paco de Lucia. Sebbene sembri che i suoi interessi siano rivolti prevalentemente all'ambito jazz, dal punto di vista compositivo, le sue opere sono diventate punti di riferimento del repertorio classico del saxofono. questo il caso della Suite Hellenique e del brano la Pequena Czarda.

La Pequena Czarda, originariamente scritta per saxofono e pianoforte, stata trascritta e frequentemente eseguita sia nella versione per quartetto di saxofoni sia in quella per sax e orchestra. Si rif, come suggerisce il nome, alla csarda, famosa danza nazionale ungherese diffusa nel XIX secolo: Caratteristiche di questa danza sono il tempo binario e la forma, che prevede una prima parte lenta e patetica alla quale segue una danza velocissima e sfrenata.

Il brano nella tonalit di Fa minore; la scelta dell'autore di utilizzare la scala minore ungherese e di imporre all'esecutore diteggiature che alterano la corretta intonazione delle note (ad esempio nella cadenza) servono a dare al brano i colori della musica zigana.

Dal punto di vista formale , il brano, scritto in un unico tempo, pu essere suddiviso in sezioni, che vengono ripetute pi volte nel brano: Larghetto/maestoso Andante (A) Vivace (B) Cadenza Coda

La struttura del brano potrebbe essere cos schematizzata:

1-6 intro

7-31 A

32-60 B

61-76 intro'

77 Cadenza

78- 114 115-143 144-157 A' B Coda

Il Larghetto, che occupa le prime sei battute, costituisce l'introduzione del brano: il ritmo, molto cadenzato, porta, attraverso una scala ascendente (a battuta 6), all'esposizione del tema dell'andante.

L'introduzione caratterizzata da grandi escursioni dinamiche e di velocit e pu essere suddivisa in due frasi da tre battute ciascuna: nella prima, il saxofono, all'unisono col pianoforte, suona una serie di note puntate in un crescendo che culmina (a battuta 4) su un accordo di settima di dominante; la seconda invece costituita da una sequenza discendente di gruppi di cinque note collegati tra loro da un salto di settima ascendente. Le numerose indicazioni agogiche (poco rubato, energico, tranquilo) e dinamiche manifestano la volont dell'autore di specificare chiaramente il carattere musicale da lui pensato per l'esecuzione del brano, non lasciando cos dubbi all'esecutore.

nell'Andante che viene esposto il tema principale (in 4/4) della composizione: si tratta di un tema periodico, in cui la seconda frase simile alla prima e funge da risposta. Come precedentemente detto, il tema introdotto da una scala minore ascendente: la dolce melodia del sax, molto legata, viene accompagnata dal pianoforte in alcuni punti per mezzo di accordi arpeggiati; in altri il pianoforte suona la melodia assieme al saxofono (all'unisono o a distanza di terza).

Chiamata l'esposizione del primo tema con la lettera A, si pu affermare che la struttura dell'Andante sia del tipo: AABA.

La parte B costituita da una progressione sia armonica che melodica la quale, in un crescendo e accelerando molto, va dalla tonalit di Lab maggiore a quella di Do maggiore fermandosi sull'accordo di primo grado in primo rivolto (che pu essere considerato come quinto grado di Fa).

Da qui infatti, attraverso delle saliscendi in cui si alternano prima il saxofono e poi il pianoforte, si ritorna al tema. Mentre i primi due A sono ritornellati e quindi identici, l'ultimo A caratterizzato da un ritmo pi incalzante, ottenuto mediante l'utilizzo di accenti sia nella parte del sax che in quella del pianoforte: gli accordi, che prima erano pizzicati, ora sono pesanti e incalzanti. Solo nelle ultime due battute si torna al primo tempo (pi lento): in questo modo viene creato un maggior contrasto tra le due parti fondamentali del brano: Andante e Vivace. Ricordiamo che nella ciarda, la prima parte (Lassu),molto lenta, prelude alla seconda (Friss) molto viva ed energica.

Il Vivace inizia con l'esposizione del secondo tema (in 2/4) anch'esso di otto battute. L'incipit , com'era anche per il primo tema, di tipo anacrusico: le due frasi in cui si pu suddividere il periodo sono simili sia per quanto riguarda l'aspetto ritmico che quello

melodico. Il saxofono termina la prima frase sul quinto grado e solo nella seconda risolve alla tonica. L'accompagnamento del pianoforte costituito da una successione di crome accentate e in ogni battuta troviamo l'accordo di tonica sul primo quarto e un accordo di dominante (quinto o settimo grado) sul secondo quarto.

Dal punto di vista della forma, il Vivace presenta la stessa struttura dell'Andante, ovvero AABA. La parte B costituita da una progressione armonica (V-I) che sale per tono, come avvenuto anche nell'Andante, da Lab Maggiore a Do Maggiore, giungendo quindi al quinto grado di Fa, il quale, risolvendo, torna al tema A. Su questo tappeto armonico, il saxofono sviluppa una progressione melodica molto veloce (semicrome) che inizia piano e cresce fino al ff per ritornare al primo tema.

Dopo una pausa arricchita da una corona, il pianoforte ad eseguire la melodia. In queste prime otto battute del Maestoso, di pausa per il saxofono, il pianoforte riprende e rielabora l'idea musicale presentata nell'introduzione (battuta 4) attraverso l'utilizzo di figurazioni ritmiche e melodiche, quali i gruppi di cinque note e le terzine discendenti.

Il saxofono entra sul levare della nona battuta, ripetendo la stessa melodia eseguita dal pianoforte, il quale arricchisce l'accompagnamento con dei tremoli. Non vi in questo caso una risoluzione sul primo grado, l'accordo dominante resta infatti sospeso: da qui il saxofono, mediante una progressione cromatica discendente e poi ascendente, inizia la Cadenza.

La Cadenza del saxofono pu essere divisa in tre parti molto diverse tra loro. Si osserva che non sono presenti le stanghette di battute: un'unica grande battuta, in cui viene data all'esecutore molta libert d'interpretazione e di tempistiche. Inizia con una serie di quartine di semicrome, nelle quali cambia solo la nota iniziale, mentre le altre son ribattute: da notare la particolare diteggiatura richiesta per alcune note che ne muta l'intonazione. Ci che all'orecchio pu risultare stonato, in realt una chiara volont dell'autore. La seconda parte invece, pi virtuosistica, formata da veloci arpeggi in una progressione cromatica, interrotti da lunghe corone e abbelliti da acciaccature. La terza parte infine sussurra la melodia del tema principale all'ottava sotto e, nella seconda parte delle due frasi che lo compongono, fa eseguire le note senza aria, solo attraverso la

chiusura dei tasti. Dopo una pausa, attraverso la scala minore ascendente viene riproposto il tema dell'Andante che d inizio alla ripresa. Il tema ora esposto presenta alcune differenze da quello iniziale: innanzitutto troviamo un cambiamento nel tempo, ora in 2/4 (prima era in 4/4) che conferisce una maggiore fluidit e velocit. In secondo luogo l'accompagnamento pianistico, che prima era dolce e in alcuni punti contrappuntistico, ora meramente ritmico. Queste due sostanziali differenze servono ad eseguire in maniera migliore l' accelerando.

In altri punti dell'Andante, l dove il tema era dolce e legato ora troviamo veloci quartine di semicrome che portano alla ripresa del Vivace, eseguito in maniera uguale all'esposizione fino alla Coda del brano.

La Coda del brano un finale travolgente, in cui una serie prima di arpeggi e successivamente di fioriture cromatiche, trascinati da un ritmo incalzante verso la tonalit del brano, termina con una cadenza tradizionale (IV-V-I) secca (loco). Lanalisi musicale del brano mi ha permesso di porre maggiore attenzione su alcuni aspetti utili allesecuzione. Una volta nota la struttura armonica sia del singolo tema che dellintera composizione e noti i rapporti tra le varie sezioni del brano, lesecuzione risulta pi consapevole e quindi pi fedele allidea del compositore. La fedelt non viene intesa come sinonimo di obbligo espressivo, infatti al musicista viene concessa una discreta libert di interpretazione. Tuttavia, lesecutore deve mantenere lo spirito della danza ungherese Csarda che sta alla base della composizione, mettendo in evidenza il suo duplice carattere. La struttura del brano, sebbene non segua i canoni della composizione classica, non n del tutto estranea e si colloca nel repertorio classico del sassofono.

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