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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, CN/BO
Sketches of Africa
Veronica Sbergia
& Max de bernardi
MArcus eaton
Madame Guitar
Music is love
tecnica
Stefan Grossman
Peter Finger
Dino Fiorenza
Daniele Bazzani
Strumenti: Peavey Composer Parlor, Martin DRS 1, Gold Tone mic e preamp
Un Suono Magico
Editoriale
Chitarra Acustica Winter di Andrea Carpi pag. 3
Il silenzio della musica di Reno Brandoni pag. 5
Notizie
Due chitarristi e un cantautore-chitarrista a Sarzana pag. 6
Blog
Prima chitarra: scelta accurata di Luca Francioso pag. 8
Quelli che… costruiscono le chitarre, oh yeah! di Mario Giovannini pag. 9
Perché non parli? di Daniele Bazzani pag. 10
Il palco di Reno Brandoni pag. 11
Recensioni pag. 12
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chitarra acustica 11 duemiladodici
sr
Artisti
Intervista ad Antonio Forcione di Andrea Carpi pag. 16
Madiba’s Jive di Antonio Forcione pag. 21
Intervista a Veronica Sbergia e Max De Bernardi di Dario Fornara pag. 28
Madame Guitar 2012 di Andrea Carpi pag. 32
Music is Love di Alfonso Giardino pag. 38
Intervista a Marcus Eaton di Lauro Luppi e Frank Varano pag. 42
Strumenti
Chitarra acustica Peavey Composer Parlor di Mario Giovannini pag. 46
Chitarra acustica Martin DRS 1 di Mario Giovannini pag. 48
Microfono e preamplificatore Gold Tone ABS di Daniele Bazzani pag. 50
Suono e sellette di Dario Fornara pag. 51
GAS Addiction di Mario Giovannini pag. 54
Tecnica
Guitar Workshop di Stefan Grossman pag. 56
The Blue Horizon di Peter Finger pag. 60
Basso Acustico - 4 di Dino Fiorenza pag. 64
L’improvvisazione - 5 di Daniele Bazzani pag. 66
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chitarra acustica 11 duemiladodici
editoriale ed
Il silenzio della musica
Se la vita non mi avesse aggre- dere appieno di quei momenti
dito con il suo fardello di incon- di gioia, mi lasciavo trascinare e
trollabili eventi, se il destino non sommergere da cascate di note.
mi avesse aiutato a scavare nella Ma più ne ricevevo, più cercavo
mia identità sopita, forse non lo di distinguere nel ‘frastuono” ar-
avrei mai capito. Certamente lo monico l’essenza della musica:
avrei notato con difficoltà. quella misurata, fatta di essen-
La musica si è associata al ru- zialità e completezza, sfuggendo
more. Oggi non distinguiamo più all’effetto coinvolgente di un’at-
musica e rumore, ma ogni mu- mosfera artificiosamente creata
sica è rumore e ogni rumore è per soddisfare il solo godimento
musica. Bisogna vivere un lungo emotivo. Sono arrivato a sele-
periodo di disintossicazione per zionare l’essenziale, come le sei
capire l’abisso in cui siamo finiti. Suites di Bach per violoncello
Io l’ho vissuto per varie vicende solo. ‘Abnormi’, ma dense della della lavatrice o della caffettiera
personali: un lungo periodo di si- completezza da me cercata. Poi, che avverte che il caffè è pron-
lenzio, lontano dalla musica, ma dopo quattro mesi di silenzio, ec- to. Rumori mischiati a rumori,
molto vicino ai rumori. E dopo un comi di nuovo nel nostro mondo, note su note che hanno fatto
poco ho iniziato a desiderare la il supermercato, la stazione, il del mondo musicale, del piacere
musica, la melodia e l’armonia. treno, la TV, la radio in macchina, dell’ascolto, un incontrollato e ag-
Ogni volta che potevo arricchire quintali di note gettate lì, regala- gressivo pianeta, ormai remoto e
la mia giornata di qualche suono, te, svendute, spinte nella testa di incomprensibile. Spegniamo per
tutta la mia concentrazione era ognuno, ma spesso ignorate o un attimo tutte le fonti, chiudia-
protesa verso quell’evento: nes- evitate. Nessuno si ferma più ad mo ogni sorgente, ritorniamo al
suna distrazione, solo il piacere ascoltare la musica, ma la musi- silenzio assoluto, per riprendere
di assorbire l’energia sprigionata ca stessa accompagna ogni quo- un’approccio con la musica e ri-
da quelle note, raggi di sole in tidiano gesto e momento, come il cominciare da subito a subire il
un’oscurità perenne. Seleziona- rumore dell’acqua che scorre la suo fascino e il suo potere.
vo con cura ogni brano per go- mattina nella doccia, il borbottìo Reno Brandoni
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chitarra acustica 11 duemiladodici
nt notizie
DUE CHITARRISTI E UN CANTAUTORE-CHITARRISTA A SARZANA
Con fingerpicking.net e Chitarra Acustica
Come ormai consuetudine, la prima serata di
concerti della prossima XVI edizione dell’Acoustic
Guitar Meeting, che si terrà alla Fortezza Firmafe-
de di Sarzana dal 22 al 26 maggio 2013, sarà con-
sacrata al concorso New Sounds of Acoustic Mu-
sic – Premio Carisch 2013 (In memoria di Stefano
Rosso), vinto nell’edizione precedente dal chitarri-
sta Matteo Crugnola e dal cantautore-chitarrista
Daniele Li Bassi.
Dieci giovani chitarristi acustici, dell’età massima
di 35 anni, si alterneranno alle ore 19 di giovedì 23
maggio sul palco centrale della manifestazione per
presentare due brani a testa, che potranno essere
inediti per chitarra di propria composizione o adatta-
menti originali per chitarra di brani musicali di qual-
siasi origine, oppure brani cantati composti perso-
nalmente e accompagnati con la chitarra acustica.
La lunghezza dei due brani deve essere contenuta
in 4 minuti ciascuno. Sarà possibile utilizzare chi-
tarre acustiche con corde metalliche o anche con
corde di nylon, ma lo stile dei brani dovrà essere di
chiara matrice moderna e non classica.
La selezione dei 10 giovani artisti emergenti – 6 qualità. Altri omaggi sono previsti dalle aziende
chitarristi solisti più 4 cantautori-chitarristi – è affi- John Pearse Strings e B-Band. Inoltre, i due primi
data all’associazione culturale Armadillo Club che classificati saranno ospiti della successiva edizio-
organizza la manifestazione (selezionerà 3 cantau- ne dell’Acoustic Guitar Meeting e parteciperanno
tori-chitarristi), al Centro Studi Fingerstyle (sele- ad altre manifestazioni chitarristiche organizzate
zionerà 2 chitarristi), a Lizard Accademie Musicali dall’Armadillo Club. Una serie di altri riconoscimenti
(selezionerà 1 chitarrista), alla rivista GTR & Bass e menzioni saranno assegnati a tutti i partecipanti.
(selezionerà 1 chitarrista) oltre che al nostro portale Un grande artista internazionale sarà ospite spe-
fingerpicking.net, che selezionerà 2 chitarristi e 1 ciale della serata finale e ‘tutore’ dei partecipanti,
cantautore-chitarrista. I partecipanti dovranno invia- esibendosi successivamente in concerto e pren-
re entro il 28 febbraio i propri nominativi, una breve dendo parte alla giuria. Faranno parte della giuria:
biografia e le registrazioni dei brani da proporre ad Stefania Rosso, figlia di Stefano Rosso; Davide
una soltanto delle citate organizzazioni che effet- Mastrangelo, direttore del Centro Studi Fingerstyle;
tuano la selezione. Alla fine del mese di marzo sarà
Andrea Carpi; Giovanni Unterberger, fondatore
comunicato agli interessati l’eventuale superamen-
di Lizard Accademie Musicali; Giovanni Pelosi per
to della selezione in vista della partecipazione alla
fingerpicking.net; Marino Vignali per la ADGPA
serata finale.
Italiana; Claudio Chianura per GTR & Bass; Ger-
Per chi desidera inviare il materiale a fingerpi-
cking.net, è possibile inviare direttamente il mate- mano Dantone per Carisch; Fiorenzo Baruzzo per
riale a info@fingerpicking.net. Heineken Italia; Alessio Ambrosi, direttore artisti-
Nella serata finale, una giuria selezionata premie- co del festival, e infine un artista e un liutaio tra le
rà la migliore esibizione chitarristica e la migliore presenze internazionali della manifestazione.
esibizione cantautorale. I premi saranno messi a Info: www.acousticguitarmeeting.net.
disposizione dalla ditta Carisch, partner dell’even- Affrettatevi a inviare i vostri brani a:
to, e si tratterà di strumenti e accessori di grande info@fingerpicking.net.
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chitarra acustica 11 duemiladodici
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Prima chitarra: scelta accurata
di Luca Francioso
Troppo spesso sento dire da genitori di piccoli e Ecco che al primo barré anche i più volenterosi stu-
aspiranti chitarristi la parola ‘chitarra da studio’ ri- denti potrebbero arrendersi di fronte al dolore fisico
ferita per lo più a strumenti in compensato super e all’impostazione sbilenca che strumenti economi-
economici e quasi impossibili da suonare, più o ci causano. È vero che a volte il talento non viene
meno dei giocattoli che non gravano sul portafogli fermato neppure da chitarre di compensato, ma è
familiare, ma che non hanno niente a che fare con il altrettanto vero che non sempre sono i più talen-
concetto di studio.
tuosi a regalare musica raffinata, di conseguenza
credo che vada tutelata la possibilità di riuscita di
Questo ormai obsoleto luogo comune, come un ogni mano, anche la meno portata, con un’accura-
ritornello di una canzone poco riuscita, mi suona ta scelta del primo strumento e non con l’acquisto
nelle orecchie da quando anche i miei genitori ne ottuso di una chitarra qualsiasi, purché economica.
hanno cantato qualche verso, spinti anche loro dal
Non dico certo che la ‘chitarra da studio’ debba
comprensibile timore che un ragazzino, circondato
per forza essere uno strumento di liuteria, ma vero
da mille attrazioni, possa perdere presto interesse.
è che migliore è la fattura costruttiva della chitarra
In effetti di frequente accade che uno strumento
venga seppellito in cantina perché la curiosità del con cui si studia, migliore sarà il risultato dello stu-
suo apprendista esecutore ha tirato le cuoia prima dente.
di esalare il primo accordo, e il rammarico dei ge- Dall’altra parte, invece, c’è chi pensa che un co-
nitori solitamente è pari alla soddisfazione di non spicuo investimento corrisponda sempre e senza
aver speso cifre esose per un capriccio passeggero eccezioni al migliore strumento in commercio. Inuti-
del figlio.
le dire che non è così. Più volte ho visto chitarre dal
Il fatto è, però, che uno strumento di pessima fat- nome imbarazzante avere più personalità di chitar-
tura non agevola affatto l’apprendimento, anzi mol- re rinomate.
to spesso ne ostacola il percorso, rendendo difficile È l’equilibrio fra il budget a disposizione e la quali-
ciò che è semplice e impossibile ciò che è difficile. tà della chitarra la soluzione a cui aspirare.
Franco Morone
Ne
w
Back To My Best BO
OK
!
www.francomorone.com
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chitarra acustica 11 duemiladodici
blog bl
Quelli che… costruiscono le chitarre, oh yeah!
di Mario Giovannini
Decidere di farsi costruire una chitarra da un liu- Ci sono quelli che “cianno da fare”, sempre da
taio è un passo importante, possiamo anche dire fare, troppo da fare. E non hanno tempo. Per nulla.
fondamentale, nella vita di un artista. Implica una Se vuoi una loro chitarra devi chiedere, implorare,
certa maturità, sia tecnica che musicale, oltre a una sperare. E alla fine te la danno, ma con almeno un
profonda consapevolezza di quelle che sono le pro- anno di ritardo. Perché cianno da fare!
prie reali necessità. E la capacità di trasmettere tutto Ci sono quelli che “hanno il campionario”, ovvero
questo a chi dovrà realizzare lo strumento. O alme- le chitarre da esposizione. E a ogni fiera, anno dopo
no così dovrebbe essere… ma di questo parleremo anno, li vedi sempre con gli stessi strumenti. Poi,
un’altra volta. se ne provi una e ti piace, se la vuoi comprare, non
Presa la storica decisione, fatto partire il piano te la danno. Perché è il campionario. Se la vuoi, te
quinquennale di accantonamento fondi necessario ne fanno un’altra, uguale. Ma senza fretta, perché,
perché, sia chiaro – com’è giusto che sia – nessu- comunque, cianno da fare!
no regala nulla, a meno che non si sia amici d’in- Ci sono quelli che “niente foto alle mie chitarre,
fanzia di uno di questi signori, si deve poi scegliere grazie”. Ha sei corde, una cassa, un ponte e un ma-
il ‘Mastro Geppetto’ che realizzerà la nostra crea- nico. È una OM. Non avendo a disposizione una
tura. Il sistema migliore, naturalmente, è visitare il macchina a raggi X portatile e, comunque, non ca-
più possibile le fiere di settore in cui questi artigiani pendoci una beata mazza di niente su incatenature
espongono le loro opere. Per poi rendersi conto di e affini, cosa potrò mai copiare dalla foto della tua
essere precipitati in una sorta di universo parallelo,
chitarra?
in cui valgono strane regole e curiose convenzioni
Quelli che “io la cassa/la paletta/il manico così non
sociali.
faccio, assolutamente”… ma non dovresti ascoltare
le richieste del cliente, cioé io?
I liutai si conoscono tutti fra loro. Tutti. Sono sem-
Quelli che “la chitarra è garantita a vita”, ma sono
pre cordialissimi e molto gentili. E ognuno è con-
vinto di essere l’unico a saper lavorare. Tutti gli pochissimi. E di solito molto anziani. Immagino non
altri sono dei dilettanti. Magari qualcuno non è poi si riferiscano allo strumento.
così malaccio, ma ne ha ancora di strada da fare. Quelli che “fanno tutto a mano, niente macchine”.
Ciascuno è convinto di essere il depositario della E fanno tutto a mano, effettivamente. Quella che gli
verità assoluta. è rimasta. Ma comunque un paio di dita se le sono
Ci sono quelli che “usano solo colla animale” per- giocate anche in quella.
ché le Martin pre-war sono le uniche chitarre degne Quelli che “il liutaio non deve suonare la chitarra,
di tale nome. E niente trussrod, solo barre a T nel perché i calli sui polpastrelli non ti fanno sentire le
manico. Quindi, in cento anni non abbiamo fatto un vibrazioni del legno”. Di solito, ma non sempre, ap-
solo passo avanti. Del resto già fanno sistematica- partengono anche alla categoria niente macchine
mente strage di piante, che gli frega di qualche ani- e il problema dei calli sulle dita lo hanno già risolto.
maletto. Alla radice.
Ci sono quelli che “mettono le tavole armoniche Quelli che “in America sono avanti mille anni, per-
a riposare sul fondo di un torrente per anni, perché ché la chitarra l’hanno inventata loro”… e io che ero
assorbano le vibrazioni della Terra”, in modo che convinto che fosse nata in Europa dal liuto arabo.
acquisiscano sonorità uniche. Di solito lavorano Quelli che “in America non capiscono un c…o”…
solo di notte, preferibilmente quando c’è luna piena, e io che ero convinto che… Oddìo non sono più
biascicando frasi incomprensibili. convinto di nulla, che confusione. Oh yeah!
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bl blog
Perché non parli?
di Daniele Bazzani
Parto da una veloce considerazione: a me, se un te suoneremo meglio, altre peggio, ma il tentativo
musicista parla durante il concerto, non dispiace. Mi deve essere fatto. Troppe volte ho visto gente salire
fa piacere sentire storie che riguardino le canzoni o i sul palco pensando di tirar via la serata, magari rac-
brani strumentali (se non hanno testo), o aneddoti e contando qualche storiella simpatica, ma si capisce
storie simpatiche, qualora il musicista fosse in gra- quasi subito se per montare lo show abbiamo lavo-
do di raccontarne in maniera divertente e intrigante. rato un anno, o un’ora. Quello è il vero “rispetto” che
Non lo nego. Il problema è un altro. Ho sentito spes- il pubblico merita.
so commentare il concerto del taciturno artista di Dagli americani ho imparato una grande lezione
turno (perdonate l’orrendo gioco di parole) con frasi anche riguardo a come ci si presenta sul palco, c’è
tipo: “Si ma due parole poteva anche dirle”. un episodio che mi ha fatto sorridere ma anche ri-
flettere.
Chi è abituato a stare sul palco sa bene che una Ero a Nashville in occasione della CAAS, il festi-
frase azzeccata al momento giusto può portare il val dedicato a Chet Atkins, sul palco c’era Boots
pubblico dalla propria parte, lo ben dispone anche Randolph, un grandissimo sassofonista americano,
riguardo alla musica, non che si possa essere sim- celebre fra le altre cose per aver portato al succes-
patici e suonare male, ma sembra che il contrario so negli anni ’60 “Yakety Sax”, scritta da James Q.
non si possa fare. Vengo al punto. ‘Spider’ Rich (ricordate la musica di Benny Hill?).
Il mio obbiettivo, quando compro il biglietto di un Randolph è stato l’unico ad aver suonato il sax da
concerto, è andare a sentire musica, non voglio al- solista su un disco di Elvis, e ha contribuito in ma-
tro. Se poi altro c’è, me lo prendo. Ho visto Frank niera importante a creare, con il suo strumento, il
Zappa negli anni ’80, un’ora e un quarto di musica famoso ‘Nashville Sound’, insieme a Atkins che
senza una sola pausa, poi se ne è andato per non produsse molta musica di quel periodo scoprendo
rientrare, non una parola, uno dei concerti più stra- talenti incredibili.
ordinari della mia vita. Ho visto Paco De Lucia più Torniamo allo spettacolo, perché a un certo punto
volte, non so che voce abbia se non per un bellissi- Randolph si avvicina al microfono, proprio prima del
mo documentario su Dvd dove si racconta, non cer- brano in questione e dice: “Questa è la canzone che
to per quello che dice durante i concerti. Non credo mi ha fatto scendere dalle colline del Kentucky... e
ci sia bisogno di dire quanto belli siano stati i suoi mi ha fatto salire su quelle del Tennessee”.
spettacoli. Ho visto Bob Dylan e non lo ricordo pre- La battuta mi ha fatto ridere, ma avevo accanto
sentare nulla, o dirci qualcosa. Meraviglioso. un signore piuttosto anziano che rimaneva del tutto
Che voglio dire? Che se il concerto è bello, sono impassibile, quasi infastidito. Gli chiedo, visto che
lì per quello, non per altro. Se vado al cinema a ve- avevamo chiacchierato brevemente poco prima,
dere un film con Robert De Niro, non mi aspetto che se non la trovasse una cosa divertente, lui fa una
all’intervallo (o fra due scene clou) mi dica qualcosa, pausa e mi dice: “L’ho visto 40 anni fa e ha detto la
sono lì per vedere come recita, e vedere il film. A stessa battuta”. A quel punto ho riso davvero.
teatro mi basta la presenza sul palco e magari un Poi però ho ragionato su quanto si possa prepa-
inchino di ringraziamento alla fine, ma nessuno si rare anche una singola frase messa al punto giusto,
aspetta un grande attore prendere la parola. Perché se la si ritiene opportuna, e ho capito che se ogni
ai musicisti questo sembra non essere concesso, o sera ci esibiamo in un contesto differente, lo show
concesso con fastidio? non sembrerà mai una ripetizione, anche se a dire
Alla base di tutto c’è una semplice considerazio- frasi sempre allo stesso modo, nello stesso punto,
ne: il rispetto per il pubblico di un concerto sta nel forse ci sentiremo limitati, ma è meglio una frase
cercare di offrirgli il miglior spettacolo musicale pos- preparata bene che una improvvisata male, non c’è
sibile, non credo ci sia altro. Va detto anche che al- dubbio.
cuni (molti) artisti, hanno trovato il modo di comuni-
care attraverso la loro musica, perché con le parole La lezione può quindi essere: cercate di dare tutto
non riescono, non sono proprio capaci, non è che quello che potete quando siete sul palco, se questo
non vogliano. comprende anche il parlare e dire cose sensate o
Oltretutto se si parla a sproposito (chi è mai salito divertenti va bene, in caso contrario state zitti, che
su un qualsiasi palco sa bene cosa intendo) si ri- è meglio.
schia di rovinare tutto, di fare la figura degli imbecil- Se siete spettatori, non pensiate che il musicista
li, quando magari stiamo solo cercando di sforzarci sia vostro amico e sia lì per parlare, il biglietto lo
per compiacere chi abbiamo davanti. avete pagato per la musica, non per sentirlo chiac-
L’unico vero, grande impegno che ha un musicista chierare. Tanto se il concerto è bello, avrete speso
è quello di dare il massimo, tutto quello che abbia- bene i vostri soldi, se è brutto, non saranno due bat-
mo e nel miglior modo possibile, sapendo che a vol- tute azzeccate a renderlo migliore.
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Il palco
di Reno Brandoni
È certo che quando vado a un concerto mi aspet-
to qualcosa!
Qualcosa in più di quello che posso avere com-
prando il CD del musicista o ascoltando i suoi brani
su iTunes, YouTube o dalla radio della mia macchi-
na. È certo che se vado a un concerto e il musicista
mi risuona esattamente tutto il suo CD, magari con
qualche brano a sorpresa o qualche cover d’effet-
to, tutto sommato so di aver avuto ciò per cui ho
pagato, ma sicuramente non era il vero motivo per
cui ero li.
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rc recensioni
se Across The River”, compreso Gershwin. Può il bluegrass in-
“Nieu Bethesda” all’odor di Ben contrare questo jazz? Ebbene sì.
Harper, in tutti i brani è sempre Ancora una volta le sonorità del
presente una leggera vena ma- banjo di Fleck trovano la chiave
linconica, maggiormente carat- giusta per entrare in un mondo
terizzata dal particolare timbro solo apparentemente lontano e
vocale che ci riporta alla mente sconosciuto.
un certo Nick Drake (“My Little La cronaca ci racconta di quella
Singing Bird” è illuminante sotto sera in cui il grande banjoista si
quest’aspetto, grazie anche alla reca al Savannah Music Festival
presenza di un violoncello nel de- solo per ascoltare il pianista Mar-
licato arrangiamento) o il primo cus Roberts, di essere invitato sul
Cat Stevens (“Once I Climbed A palco per suonare con la band,
Nibs van der Spuy Lion Mountain” sembra estratta e… che la cosa ha maledetta-
A House across the River da Teaser and the Firecat) . mente funzionato! Un anno dopo
2 Feet Music – Sheer Group Quella di van der Spuy è una Béla Fleck e Marcus Roberts ac-
musica che mira prima di tutto cettano di esibirsi ufficialmente
Quest’ultima produzione, usci- al cuore, che all’influenza della insieme per la prima volta proprio
ta nel 2010, è già il nono album musica anglosassone bianca as- al Savannah Music Festival.
di Nibs van der Spuy. Una lunga socia le forti radici della musica Il trio di Marcus Roberts, nato
carriera che, nonostante l’ancora corale Zulu, il tutto riproposto con nel 1995, è un ensemble, si di-
giovane età, lo ha fatto ricono- una veste acustica e molto intimi- ceva, d’impostazione classica,
scere come uno dei più originali sta. dallo stile melodico, ma allo stes-
esponenti del Nu Folk e che gli Alfonso Giardino so tempo pieno di contrasto di-
ha consentito di affermarsi sem- namico. Oltre al pianista leader,
pre più sulla ribalta internaziona- che ha iniziato la carriera nella
le. big band del trombettista Wyn-
Nove brani originali (tra i quali ton Marsalis, il trio conta Rodney
due strumentali) e due cover (l’a- Jordan al contrabbasso e Jason
custica “Little Martha” di Duane Marsalis (sì, la famiglia è la stes-
Allman e “Cripples Cry” di Tim sa di Branford e Wynton) alla bat-
Buckley), che confermano le teria, una ritmica di gran classe.
grandi doti artistiche di questo Dal canto suo Béla Fleck è
chitarrista-cantautore sudafrica- da tempo riconosciuto come il
no. Tutte le tracce vedono Nibs più importante virtuoso di banjo
protagonista strumentale: armo- del mondo. Ha letteralmente re-
nica, chitarre acustiche ed elettri- inventato l‘immagine e il suono
che sono tutte suonate da lui, ol- del banjo attraverso una carriera
tre alla voce e al cuatro portorica- Béla Fleck and the Marcus Ro- straordinaria e una serie di pro-
no (lo strumento a cinque corde berts Trio getti musicali innovativi.
doppie che imbraccia nella foto di Across the Imaginary Divide Come questo Across The Ima-
copertina), con il quale richiama Rounder/EgeaMusic ginary Divide, naturale seguito
le tipiche sonorità degli strumenti dell’esperienza positiva degli in-
a corda africani come la kora. Già da tempo Béla Fleck ci ha contri al Savannah Music Festi-
Le percussioni e il piano di abituati al suo newgrass, quel- val.
Gareth Gale, insieme al basso la forma di bluegrass cosiddetto Un disco divertente, fresco,
e al violoncello di Kieran Smith, progressivo con marcati elementi brillante, dove la maestria tecni-
completano l’ensemble in stu- swing. E i musicisti di area jazz- ca, i funambolismi stilistici non
dio, senza dimenticare le pre- fusion con i quali ha dato vita al sempre naturalmente contigui e
stigiose partecipazioni di Piers suo gruppo più famoso, i Fleckto- la grande cantabilità s’intrecciano
Faccini e dell’amico Guy Buttery, nes, stanno lì a dimostrarlo. magistralmente. I due leader
con il quale divide spesso il pal- Ma qui si sta prendendo in con- sembrano suonare insieme da
co nei suoi tour com’è accaduto siderazione un jazz neoclassico, una vita. A volte, come in „Petu-
quest’ultimo settembre al festival che recupera gli elementi migli- nia“, il terreno comune del blues
internazionale Madame Guitar di ori del primo jazz adulto, quello richiama entrambi ad un’intesa
Tricesimo in provincia di Udine. di Thelonious Monk, Art Tatum, ancestrale; in altri casi, come in
Fin dalla prima traccia “A Hou- Duke Ellington, lo stesso George „Kalimba“, va reinventato tutto,
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chitarra acustica 11 duemiladodici
rc
c’è da dissodare un terreno ver- un pubblico più vasto, che difficil-
gine che porta verso scenari ar- mente tollererebbe un disco solo
monici e ritmici assolutamente suonato. Quello di non ‘annoiare’
inediti. Naturalmente c’è anche lo è un vecchio problema dei chitar-
swing tradizionale, che riporta il risti acustici, e questi inserimenti
banjo di Fleck ad accenti più ‚do- cantati danno a tutto il percorso
mestici‘, pur se comunque non d’ascolto una piacevole diversità.
proprio consoni alla sua gram- Descrivere brano per brano le
matica originaria, ma con il risul- emozioni di ogni singolo pezzo
tato comunque di essere sempre sarebbe complesso e il giudizio
credibile, sempre dentro il pezzo. sarebbe troppo personale. Certo
Una bella prova discografica è che durante l’ascolto si crea-
dove il virtuosismo è sempre al no delle preferenze legate alle Finaz
servizio della classe, del grande proprie esperienze e ai propri Guitar Solo
gusto musicale. gusti: io per esempio reputo un Mojito Records
Gabriele Longo bel gioiello “When the Castles
Crumbled” (composto la notte del Finaz, la ‘chitarra virtuosa e
terremoto in Emilia), un brano nel solitaria’ della Bandabardò, si ci-
quale ho trovato molta italianità, menta in un disco di sola chitarra
molte citazioni – forse inconsce acustica. Ed è sempre un gran
– della musica di Piovani. Sarà piacere quando un chitarrista
proveniente dal mondo dei grup-
questione di gusti, ma le cose più
pi e della musica pop e rock si
‘romantiche’ di Varini sono quelle
avvicina al mondo della chitarra
che mi catturano di più: sembra acustica, un mondo che rischia a
proprio che in quei brani Vari- volte di rinchiudersi in se stesso
ni trovi la sua giusta lunghezza e nel quale elementi esterni pos-
d’onda comunicativa. Neanche sono portare tutta l’energia che
una nota si perde e alla fine del deriva da una maggiore consue-
brano ogni singola nota suonata tudine con un rapporto vivo con
la ritrovi dentro di te, conservata il pubblico. Questo è tanto più
nel giusto ordine pronta a esse- vero nel caso di un musicista
Massimo Varini re riassaporata dalla memoria. della Bandabardò, da sempre
Urban Guitar “Leonanna” è un altro pezzo im- una delle band più attive nel cir-
Kymotto Music portante della vita del chitarrista, cuito dei concerti dal vivo.
un brano in cui il cuore scivola Come ci si poteva aspetta-
Chi conosce Massimo capirà attraverso le mani bagnando le re, gran parte di Guitar Solo si
subito che in questo nuovo CD esprime in un linguaggio di ‘rock
corde della chitarra di passione
c’è dentro tutta la sua vita, un la- acustico’, che si manifesta tecni-
e amore. camente attraverso un uso effi-
voro in qualche modo riepilogati-
vo di un lungo percorso, un som- Questo lavoro restituisce a cacissimo del plettro, del plettro
mario di eventi che descrivono la Massimo la sua dimensione pop, unito alle dita e dello strumming.
storia di questo musicista che ha che è un po’ all’origine di una Ma si tratta di un rock acustico
fatto della chitarra la propria arte così lunga carriera: un CD auto- che, com’è nelle corde della
e il proprio mestiere. biografico, che evidenzia le diver- Bandabardò, assorbe molti ge-
Urban Guitar è un viaggio alla se esperienze musicali maturate neri diversi in uno spirito di con-
scoperta di mondi diversi non negli anni e che qui ritrovano un taminazione, attraverso citazioni
sempre contigui od omogenei, giusto momento di riflessione. In e sviluppi originali, senza mai di-
ma che hanno alla base le sei effetti questo disco lo trovo molto menticare l’amore per i frenetici
corde e la maestria interpretativa ‘da palco’, molto suonato, molto ritmi popolareschi e i ritornelli da
di Varini. La chitarra si presenta ritmico, deciso e aggressivo. “Il intonare assieme a squarciago-
sia nuda che vestita della voce mio mondo è in Do settima” è un la. Si va dalla Spagna di “Mala-
di Rossella Zanasi, una voce gueña”, con suoni ispirati all’oud
esempio di set live, che identifica
grintosa e determinata che com- sulle corde di nylon, al flamenco
batte ad armi pari con la tecnica questa voglia di spettacolo e di di “Como el sol”; dal Brasile di
chitarristicha di Massimo. “Luce”, musica dal vivo. Che il ‘vecchio’ “One by One”, con l’imitazione
“Sign Your Name”, “Smooth Ope- rocker sia tornato tra noi armato del berimbao, a “Tango” e “Ta-
rator”, “Come Together” sono i di una chitarra acustica? rantella”.
brani cantati, che danno a que- Registrazione e suono come Finaz fa anche un uso esteso
sto lavoro un’impronta diversa sempre impeccabili. dei nuovi stili chitarristici a due
dai precedenti e aprono il CD a Reno Brandoni mani, del tapping e delle percus-
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chitarra acustica 11 duemiladodici
rc
sioni sulla chitarra. E qui viene alla quale è davvero possibile
fuori prepotentemente la sua dare il giusto significato alla pa-
tecnica notevolissima: a tratti rola panorama: ‘vedere tutto’. Sì,
sembra di ascoltare delle so- perché la montagna è così: più
vraincisioni ma, guardando i suoi sali su di lei, più scendi dentro di
video di alcuni di questi brani su
te. Un cammino, lento e fatico-
YouTube, ci si rende conto che
sono effettivamente suonati a so, che è sia ascesa che ascesi.
solo e in diretta. Il fatto è che Fi- «Ho sbiancato la mia anima col
naz riesce sempre a incastonare sudore che mi ha lavato il cuo-
in modo serrato queste nuove re», canta nella bellissima “Na
tecniche nell’insieme del brano, stela alpina”. E ancora: «E lassù
in modo sempre funzionale al sulla cima, che mi aspettava da
senso della composizione, sen- tà, profondità e poesia si incon- prima ancora che partissi, ho tro-
za cedere mai alle lusinghe del trano, con così tanta naturalezza. vato una stella alpina che sapeva
solo virtuosismo, ma facendolo Brano bellissimo, che – non so già tutto di me» (la traduzione è
sempre convivere con la neces- per quale ragione (probabilmente della mia metà di sangue vene-
saria energia espressiva. Ascol- la cadenza, visto che non ci sono to. Spero che sia buono – il san-
tare “Blue Haze”, originale cita- altri punti di contatto) – trasmet- gue, intendo – e che non menta).
zione dello spirito hendrixiano, te qualcosa di quella struggente Salendo, dunque, ci si allontana
per credere. melancolia cubana che pervade- dalla superficie delle cose, per
Non mancano poi gli esempi va un capolavoro come Buena avvicinarsi alla loro sostanza. Dal
di vero e proprio fingerstyle, più Vista Social Club. fenomeno, avrebbe detto qual-
vicini al mondo specifico della Quella di Davide Peron è cer-
chitarra acustica. Sono esempi cuno, al noumeno. Dall’apparen-
to canzone d’autore di qualità. È za – diciamo noi comuni mortali
che ripropongono soprattutto i
evidente, infatti, la lezione nobi- – all’essenza. Dall’alto, infatti, le
nuovi orientamenti del genere,
le di grandi maestri tra i quali De cose ritrovano le giuste propor-
basati sulle accordature alterna-
André e De Gregori (aggiungerei zioni e noi riusciamo, finalmente,
tive e sulle tecniche percussive,
anche Massimo Bubola – veneto a distinguere cosa e chi conta
come “51st Street” nella classica
anch’egli – soprattutto per la sua davvero e cosa e chi, invece, è
accordatura DADGAD dagli ac-
produzione al fianco di De An-
centi celtici, o la meno tradizio- solo ‘chiacchiere e distintivo’, or-
dré) nella scelta dei temi (le cose
nale “New Song” in DADG#AD, pello, ingombro, ostacolo. Salire
che evoca le lezioni di Michael semplici della vita vera, la terra,
l’amore, la guerra), nel ‘senso per capire, verrebbe da dire. E
Hedges. ascoltare per risalire. E le canzo-
Insomma un disco molto va- della frase’ (mi riferisco al rap-
porto linea melodica/testo), nella ni – quelle buone, almeno – sono
rio, suonato benissimo, che si montagne rovesciate. «Più le
ascolta con piacere dall’inizio scelta di sonorità che spaziano
dal blues acustico alla ballad, a mandi giù, più ti tirano su», come
alla fine, grazie anche all’inseri-
certa world music. Lezione prima avrebbe recitato un vecchio spot
mento di alcuni brani più intimi e
sapientemente interiorizzata, poi del caffè. Ascoltare per credere.
di atmosfera. L’esordio solista di
Finaz ha superato brillantemen- intelligentemente dimenticata – Belle le canzoni, belli gli arran-
te la prova, ma non poteva es- come dovrebbe fare ogni artista giamenti, bella l’ambientazione
sere altrimenti con una ‘chitarra – e, alla fine, sublimata in una ‘unplugged’, bellissime le chitar-
virtuosa e solitaria’ come la sua. lingua personale (sia in termini re (grazie anche alla sapienza di
Andrea Carpi vocali che compositivi) fra le più un certo Andrea ‘Manne’ Balla-
interessanti tra quelle che si pos- rin), bella e profonda la batteria
sono ascoltare oggi nel nostro (piena e tonda come nel miglior
paese. Bandini), belli i sax, belle le voci:
Davide Peron Canzone d’autore, dunque, ma più di così! Che altro dire? Nul-
Fin qui soprattutto canzone d’altura. Mu- la. Solo: grazie, caro Davide, di
www.davideperon.it sica – verrebbe da dire – per le
averci portati Fin qui. Alla prossi-
‘alte vie’. Non è affatto un caso,
Lo dico subito: anche se que- ma scalata.
infatti, che nell’estate 2008 il mu-
sto nuovo album di Davide Peron sicista vicentino abbia dato vita Se, in chiusura, mi è permes-
fosse composto da un’unica trac- ad un progetto affascinante come so suggerire un abbinamento,
cia – “Na stela alpina” (non è un “Mi rifugio in tour”, suonando nei direi che ideale contrappunto di
errore: il testo è in lingua veneta), rifugi di montagna delle piccole quest’album potrebbe essere
ripresa in chiusura da una inten- Dolomiti. Per Davide la monta- Sulla traccia di Nives (Mondado-
sa versione corale – varrebbe la gna non è semplice sfondo. È ri, 2006), straordinario incontro
pena averlo e ascoltarlo. Rara- ben altro. È fondo. Vale a dire: di anime e montagne, firmato da
mente, infatti, capita di trovarsi ad senso delle cose. Una compagna Erri de Luca e Nives Meroi.
un crocicchio nel quale semplici- di viaggio irrinunciabile, grazie Giuseppe Cesaro
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chitarra acustica 11 duemiladodici
BREVI, SEGNALAZIONI,
OLDIES BUT GOODIES rc
tarristica inarrivabile, tutt’altro. E
non ha la classica voce imposta-
ta e ‘studiata’. Ma ha qualcos’al-
tro: quel leggero alone di magia
che impone il silenzio, attorno,
quando imbraccia uno strumen-
to e si mette a cantare. Anche la
produzione in studio è stata mol-
to attenta a mantenere questo ef-
fetto, sincero e immediato, anche
su disco. Bisogna approfittarne.
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar artisti
Da Montecilfone all’Africa
Intervista ad Antonio Forcione
di Andrea Carpi
Ora possiamo dire che le aspettative non sono bum, “Madiba’s Jive”, che presenteremo in due
state disattese, visto che questi ‘Schizzi dell’Africa’ puntate su questo e sul prossimo numero. È con
si dimostrano un’opera molto ricca e coinvolgente, queste parole che Antonio ha introdotto il pezzo:
accolta subito con favore dalla stampa specializza- «“Madiba’s Jive” è un omaggio a Nelson Mandela,
ta tanto da meritarsi, tra gli altri riconoscimenti, di un uomo tra gli uomini, che ha ispirato e combat-
figurare come “Disco del mese” su questo numero tuto per intere generazioni di persone con la sua
di novembre della prestigiosa rivista inglese Guitar visione e la sua umanità. In questa traccia volevo
Techniques. Insieme all’intervista, Antonio ci ha an- fondere gli elementi che, a mio parere, sarebbero
che concesso la pubblicazione di una trascrizione stati appropriati per descrivere l’aspetto umano di
molto completa, con tanto di parti percussive e so- questo grande uomo. Anche se lui è principalmente
vraincise di chitarra, del brano di apertura dell’al- associato alla dignità, alla saggezza e alla grazia,
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chitarra acustica 11 duemiladodici
Intervista ad
Antonio Forcione ar
ho cercato di catturare con semplicità il suo umori-
smo e il suo sorriso nel groove della musica, come
la positività che mi ispirava». Questa descrizione,
in fondo, vale anche per l’intero Sketches of Africa.
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar Intervista ad
Antonio Forcione
sul palco con lui rende la performance un’esperien- Mi chiese un po’ di tempo per scrivere le paro-
za elettrizzante. le e disse che mi avrebbe contattato più in là per
Riguardo a Nathan, Jenny mi parlò molto bene di spedirmi le tracce con le voci. È stato un giorno di
lui, con il quale aveva lavorato qualche anno prima. pura gioia per me e il co-produttore Chris Chimsey,
Lo contattai e cominciammo a registrare l’album quando abbiamo ascoltato le tracce della sua regi-
Tears of Joy. Per la sua estrema riservatezza, ho strazione.
scoperto con fatica altre sue doti: suonava bene il
flauto, aveva un bagaglio di esperienza di musica Altri musicisti africani sono Seckou Keita del
africana e di radici etniche, aveva vissuto e suonato Senegal all’arpa-liuto kora, Juldeh Camara dal
con musicisti della Tanzania; in ultimo, ma non per Gambia al violino monocorde riti e il cantante
minore importanza, si dedica ad attività di recupe- sudafricano Zamo Mbutho. Ci puoi raccontare il
ro di bambini con difficoltà psichiche e motorie. Lo tuo incontro e la tua collaborazione con loro?
ringrazio per avermi coinvolto insieme agli altri in Ho conosciuto Seckou Keita tramite il contrab-
questa attività. bassista Davide Mantovani. L’ho invitato a casa
per una jam e abbiamo suonato per ore ininterrotta-
Al disco hanno collaborato anche musicisti mente, sembravamo come due bambini in un luna
provenienti da diverse parti dell’Africa. In parti- park. Così abbiamo deciso di mettere su un reper-
colare sono curioso di conoscere come si è svi- torio e, poco dopo, abbiamo debuttato in una chie-
luppata la già citata “Song for Zimbabwe”, inter- sa sconsacrata qui a Londra, una bella esperienza
pretata dalla cantante dello Zimbabwe, Chiwoni- da ripetere al piu presto. Infatti, nel 2011, ci siamo
so Maraire, e costruita su un suo testo. presentati insieme ad Adriano Adewale al Festival
Durante la mia prima visita al Festival di Harare, di Edimburgo come AKA Trio. I concerti sono sta-
ho avuto l’occasione di ascoltare molta musica del ti molto apprezzati dai critici e dal pubblico, culmi-
posto e di conoscere, tra i tanti musicisti, la bravis- nando in una apparizione nella rete nazionale della
sima cantante Chiwoniso Maraire. Dopo un suo bel- BBC.
lissimo concerto, siamo andati in un caffè e abbia- Per quanto riguarda Julde Camarah, una sera al
mo parlato di interessi comuni, quindi ovviamente di ritorno da un concerto, il mio fonico mi parla di un
musica e musicisti. Quando ci siamo salutati, mi ha musicista del Gambia che suona un violino ad una
regalato un CD stupendo di materiale originale. Al corda… Fermo subito la macchina e chiedo il suo
ritorno ad Harare nel 2011, avevo già pronto quasi contatto! Vive in Inghilterra e tra l’altro ha lavorato
tutto il materiale per il progetto Sketches of Africa. anche con Robert Plant. Lo contatto e gli propongo
Sentivo però il bisogno che Chiwoniso cantasse il di registrare un paio di brani nel mio album, “Africa”
brano “Song for Zimbabwe”, in quanto lei – non solo e “Sun Groove”. In studio la sua perplessità iniziale,
come artista di cui apprezzavo le doti, ma avendola che avvertivo nel suo sguardo, si scioglie poco dopo
conosciuta personalmente – aveva un forte valore in un grande sorriso durante l’ascolto di “Africa”. Si
di riferimento per rappresentare il meraviglioso po- siede, parte la registrazione e lui comincia subito
polo dello Zimbabwe che avevo conosciuto. a partecipare con movimenti del corpo, mentre dal
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News By
FingerPrint
suo ‘violino’ partono fraseggi di un linguaggio estre-
mamente espressivo e privo di regole, bellissimo e
indecifrabile. Sempre durante la registrazione, io e
Chris rimaniamo ancora piu stupiti quando Julde
abbandona il violino e comincia, ad occhi chiusi,
a parlare in un dialetto africano: ci spiegherà dopo
che era per raccontare l’emozione del momento che
stava vivendo con noi, in una dimensione ‘ritrovata’.
Infine Zamo Mbutho: ero in uno studio di regi-
strazione a Johannesburg, alla ricerca di una voce Peter
idonea per la parte del coro di “Song for Zimbab-
we”; mi fanno ascoltare diverse voci e mi colpisce in Finger
particolare quella di Zamo. Ho la fortuna di poterlo
contattare e nel giro di due ore concludiamo il la-
Works, vol. 1
voro con reciproca soddisfazione. Vengo a sapere, Guitar Workshop
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chiacchierando con lui, che per più di venticinque
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‘stoppati’ all’uso di chitarre fretless… Come ti
definiresti oggi come chitarrista?
Non saprei proprio definirmi come chitarrista. Non
lo sento come un mio bisogno. Per me, comunque, w w w . a c o u s t i c - m u s i c . d e
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ar Intervista ad
Antonio Forcione
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ar
Madiba’s Jive
di Antonio Forcione
dall’album Sketches of Africa (parte I)
Chitarra acustica steel-string
Accordatura standard – Capo III
N.B.: la tablatura è scritta come se il terzo tasto fosse il tasto 0
Video: http://www.youtube.com/watch?v=LJSxY-5YePI
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ar Madiba’s Jive
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Madiba’s Jive ar
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ar Madiba’s Jive
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Madiba’s Jive ar
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ar Madiba’s Jive
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Madiba’s Jive ar
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ar artisti
Vecchie storie per tempi moderni
Intervista a Veronica Sbergia e Max De Bernardi
di Dario Fornara foto di Mario Giovannini
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Intervista a Veronica
Sbergia e Max De Bernardi ar
Ciao Veronica e ciao Max, ormai siete di casa
qui all’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana. Vista
l’abituale frequentazione, penso siate partico-
larmente legati a questa manifestazione.
Max: Si è vero. Penso sia il decimo anno che par-
tecipo a questa manifestazione! A volte mi definisco
‘musicista in affitto’ e in passato ci sono venuto an-
che come dimostratore di strumenti. Ma a Sarzana
si viene soprattutto per proporre la propria musica,
per presentare i propri lavori… e poi qui si fanno
conoscenze, si mantengono e si creano rapporti,
nascono collaborazioni. Un chitarrista acustico non
può non esserci!
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar Intervista a Veronica
Sbergia e Max De Bernardi
abbiamo rispolverato un glockenspiel… e poi una L’apprendimento è stato un processo molto natu-
vecchia Dobro square neck con una sonorità tipica- rale, perché era veramente quello che desideravo
mente hawaiiana, una Martin 000, alcune National fare. Questa cosa non dipende dall’appartenenza
resofoniche; abbiamo utilizzato il kazoo e la wa- a una certa cultura, la stessa identica cosa può ca-
shboard, la tipica ‘asse da lavare’ che Veronica usa pitare, e capita allo stesso modo, a un chitarrista
creando questa sua sonorità molto simile a quella di americano, magari con influenze differenti vista la
un rullante, suonandola con le spazzole e ottenen- distanza spazio-temporale. Ho imparato tutto dai di-
do un suono molto più morbido rispetto all’originale, schi, e parlo di vinili anche vecchissimi [non ne ave-
realizzato con i ditali e con una componente timbri- vamo dubbi, Max! – ndr]: mi sono ‘tirato giù’ di tutto,
ca molto più percussiva. Poi, ancora, una chitarra veramente, molte cose me le sono dovute reinter-
tenore resofonica National, uno strumento alquanto pretare, ma così facendo le ho fatte veramente mie.
atipico al giorno d’oggi, un modello molto raro del Veronica: Sono cresciuta con la musica ‘nera’!
1933; e svariati mandolini e ukulele di varie epoche. Mio padre è un grande appassionato di jazz e ho
Le session delle registrazioni sono avvenute nell’ar- avuto un’educazione musicale che mi ha avvicina-
co di circa sei mesi e, a dire il vero, non mi ricordo to, sin dagli inizi, alla musica americana. Ho iniziato
neppure tutto! a studiare canto quando ero molto piccola e il mio
modo di cantare è sempre stato in continua evo-
Ascoltando il CD, ma soprattutto ascoltandovi luzione. Anche rispetto alle prime registrazioni con
dal vivo, si rimane sinceramente stupiti sia per Max, riascoltandomi oggi mi trovo quasi irriconosci-
la naturalezza, sia per la ‘credibilità’ con la quale bile! Più canti questo tipo di musica, maggiormente
proponete un genere che – almeno virtualmen- entri nel suo spirito, lo interiorizzi e ne diventi parte.
te, per localizzazione sia fisica che temporale – Mi fa piacere che tu abbia notato questa ‘naturalez-
dovrebbe essere a voi molto lontano… za’ perché è uno dei nostri obiettivi, uno dei più diffi-
Veronica: ...Ma che bella domanda! Davvero… cili da far arrivare alla gente che ci ascolta. Diciamo
[risate] che, a distanza di anni, si è creata un po’ questa
Max: Quando ho iniziato a suonare la chitarra, osmosi e oggi siamo veramente ‘dentro’ la musica
mi sono subito innamorato di queste sonorità acu- che suoniamo.
stiche e mi sono messo a imparare il fingerpicking
tradizionale. Direi, molto semplicemente, che vole- Ma riuscite a staccarvi da tutto questo nella
vo suonare questo genere e farlo in questo modo. quotidianità della vita? È difficile pensarlo.
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Intervista a Veronica
Sbergia e Max De Bernardi ar
Veronica: No, no, noi siamo proprio così! La no- ma di comunicazione di massa, radio, televisione.
stra vita s’incastra continuamente con la nostra mu- La musica, da noi, è un’altra cosa: un’autoradio in
sica, e viceversa! macchina con in sottofondo la Pausini, con tutto il
Max: La musica è talmente parte del quotidiano rispetto. Da noi si è anche perso soprattutto il gusto
che a volte non mi rendo neppure conto della sua di andare a scoprire, magari pagando un biglietto,
presenza. Anche con Veronica, nei nostri discorsi, un musicista poco conosciuto. La gente non ha nep-
c’è sempre qualcosa, un pensiero, un’idea legata pure più voglia di informarsi prima su chi sei e cosa
alla musica o comunque qualcosa che ne è influen- proponi. Tutto funziona solo se sei già molto famo-
zato. La musica è una parte di me, e non ci faccio so e popolare. In Inghilterra, in Francia, in Svizzera,
più caso! la gente che viene ai nostri concerti, magari, non
ci ha mai ascoltato, ma si è informata e viene per
Max, il blues è una malattia o una medicina? conoscerci! Una cosa assolutamente normale, ma
Max: Ma, guarda, onestamente non credo che sia in Italia è più difficile che accada.
né una cosa né l’altra! Sono lontano dallo stereotipo
e dall’idea un po’ romantica della tristezza legata al Due parole sui prossimi vostri progetti.
blues. Quando sono triste non ascolto solitamente Veronica: Abbiamo in programma parecchie date
un disco di blues e soprattutto non ci soffro insie- per promuovere Old Stories for Modern Times.
me! Potrei mettermi ad ascoltare tranquillamente gli Anche nei teatri, dove proponiamo questa sorta di
Emerson Lake & Palmer! Il blues è la musica che concerto raccontato, cercando anche di spiegare la
amo, e basta. musica che suoniamo, sempre nel nostro stile un
po’ scanzonato, senza assolutamente far sembrare
I vostri concerti sono sempre molto coinvol- il tutto una sorta di lezione! Ci piace dare, a chi par-
genti, il pubblico si diverte e sembra sempre tecipa a un nostro concerto, la possibilità di portarsi
apprezzare la vostra proposta musicale: quanto a casa anche qualche notizia in più su quello che ha
è difficile proporre nel nostro paese il vostro ge- ascoltato. Poi suoneremo in Francia e in Inghilterra,
nere al di fuori del circuito delle manifestazioni e c’è questo progetto di Max interamente dedicato
legate alla chitarra e dei locali specializzati? È all’ukulele, un CD che s’intitolerà Ukeology, dove
così anche all’estero? comparirò anch’io in un paio di brani!
Max: In Italia, molto semplicemente, questa mu-
sica non esiste, non è contemplata da nessuna for- Dario Fornara
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ar artisti
Madame Guitar 2012 di Andrea Carpi Foto di Riccardo Bostiancich
Guitar Republic
Nibs van der Spuy & Guy Buttery
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Madame Guitar 2012 ar
Guitar Republic. Hanno aperto il festival nel con- della cantante Busi Mhlongo con Urbanzulu (1998)
certo serale di venerdì e la loro musica è ‘arrivata’ alla musica dei Tananas, primo gruppo dell’integra-
immediatamente agli spettatori. L’efficace idea della zione formato dal chitarrista bianco Steve Newman,
formazione in trio, in grado di catturare l’attenzione dal bassista Gito Baloi del Mozambico e dal percus-
anche del pubblico meno orientato, rappresenta si- sionista meticcio Ian Herman, con i dischi Tananas
curamente una testa di ponte importante per l’affer- (1988), Spiral (1990) e Time (1994); per concludere
mazione di Sergio Altamura, Stefano Barone e Pino con l’album Matabele Ants (2001) del già citato ma-
Forastiere. I tre sono abituati a suonare soprattutto estro Tony Cox.
all’estero e in particolare in America, ma da qualche
tempo a questa parte riusciamo ad ascoltarli più Hussy Hicks & Kristy Lee. Hanno concluso nel
spesso anche nel nostro paese. Del resto, com’è migliore dei modi la serata di venerdì. Il pubblico
naturale, il loro affiatamento cresce di continuo, la dei festival di chitarra acustica le ha viste crescere
loro performance dal vivo è sempre più collaudata, di anno in anno fino a diventare una certezza. Se il
il loro suono invidiabile. Speriamo che, continuando talento della chitarrista Julz Parker è stato da subito
così, anche il lavoro dei singoli componenti possa evidente, la potenza espressiva della cantante Le-
suscitare un uguale interesse. esa Gentz è stata una scoperta che si è rafforzata
di giorno in giorno. Il loro set è stato un crescendo
Nibs van der Spuy & Guy Buttery. Negli ultimi esaltante ma, giunto al suo culmine e quando era-
anni sembra essersi creato un filo rosso che unisce vamo tutti soddisfatti e felici di aprire il rito dei bis,
Madame Guitar ai chitarristi acustici del Sudafrica: le due australiane hanno chiamato sul palco una
nel 2008, segnalato da Beppe Gambetta, è venuto ‘ragazzona’ dell’Alabama, che si chiama Kristy Lee.
a suonare Guy Buttery, seguito nel 2009 da uno dei Appena ha iniziato a cantare, l’emozione è salita
suoi principali ispiratori e icona del fingerstyle su- alle stelle: una voce ‘soul’ potente ma, soprattutto,
dafricano, Tony Cox; l’anno scorso ha riscosso un intensa, vibrante e sensibilissima. Quando poi ha
grande successo Nibs van der Spuy, che quest’an- intonato con il supporto delle Hussy Hicks il ritor-
no è tornato insieme a Buttery, complice un bell’al- nello di “Baby of Mine”, «Let there be peace down
bum appena inciso insieme, In the Shade of the Wild in your soul, for the things of this world we can’t
Fig, già premiato con un prestigioso Silver Ovation control» (‘Fai che scenda la pace nella tua anima,
Award al National Arts Festival di Grahamstown. I per le cose di questo mondo che non possiamo
due non sono soltanto degli artisti raffinati, ma an- controllare’), i brividi sono corsi lungo la schiena.
che delle persone squisite, estremamente disponi- Kristy, sempre insieme alle beniamine australiane,
bili, che il mattino dopo il concerto hanno tenuto un ha presentato il suo repertorio la domenica matti-
incontro sul tema “La musica in e del Sudafrica”, na in piazza, ricevendo dal pubblico un’accoglienza
incentrato sulla formazione musicale dei sudafricani generosissima. Abbiamo scoperto che il suo nuovo
di origini europea della loro generazione. Nibs, in disco Raise the Dead, realizzato proprio con la col-
particolare, ha raccontato la sua vita emblematica: laborazione delle Hussy Hicks, è di imminente usci-
nato a Johannesburg nel 1966 nel periodo dell’a- ta: lo aspettiamo con ansia.
partheid, non aveva come riferimento una musi-
ca originale della comunità bianca ed è cresciuto Lino Straulino. Lino Straulino ha sempre seguito
ascoltando la musica angloamericana. Sua nonna in un certo senso le note indicazioni di Alan Lomax
era nata in Inghilterra e andava ogni anno nel suo e Pete Seeger, che predicavano alle giovani gene-
paese d’origine, dal quale riportò in quegli anni i di- razioni di cantare le proprie tradizioni, e si è sempre
schi dei Beatles e dei Rolling Stones. Negli anni ’70, dedicato con amore e perseveranza a riproporre il
la prima musica nera che Nibs ha ascoltato è stata folklore musicale della propria terra, a rivalutare la
quella di Jimi Hendrix, Little Richard, James Brown, lingua friulana e a scrivere nuove canzoni in quella
il blues rock. Nel frattempo la nonna era andata a lingua. Ma al tempo stesso covava nel suo intimo
vivere a Durban nella provincia di KwaZulu-Natal a un’attrazione emozionale nei confronti delle musi-
cinque ore da Johannesburg, dove vive la comunità che angloamericane dal folk inglese alla West Co-
zulu. Nibs ci andava per le vacanze ed è lì che ha ast, che in qualche misura traspare nei suoi lavori.
ascoltato per la prima volta la musica tradizionale Non è forse un caso allora se – nel presentarsi il
zulu chiamata maskanda, caratterizzata in parti- sabato mattina a Madame Guitar e al mondo della
colare dalle oil drum guitars (chitarre con il corpo chitarra acustica, che notoriamente fa riferimento
ricavato da taniche d’olio) suonate in una forma di soprattutto al fingerstyle di matrice angloamerica-
fingerpicking. Questa musica, che per lungo tempo na – abbia voluto riproporre il repertorio del suo
non è stata registrata e documentata a livello disco- recente album L’alegrie (Nota, 2010) nel quale
grafico, e della quale sentiva profonde somiglianze esplicitamente riarrangia in chiave country e blues
con la musica di John Lee Hooker e del Delta blues, alcune delle più conosciute villotte friulane, vesten-
lo ha influenzato in modo determinante. Nibs e Guy do con ironia i panni del cowboy e armato di ar-
ci hanno così proposto un breve percorso di ascolti, monica blues e banjo chitarra, uno strumento che
per descrivere la progressiva penetrazione di quella più di ogni altro può richiamare l’incontro tra i nostri
forma musicale nella musica sudafricana attuale: si vecchi emigranti e la musica del nuovo mondo. Un
è partiti da Shiyani Ngcobo, rappresentante fonda- operazione di grande interesse, che a mio parere
mentale della tradizione maskanda, con Introducing richiederebbe però un ulteriore sforzo di amalgama.
Shiyani Ngcobo (World Music Network, 2004), per So che Lino sta lavorando anche a un repertorio
arrivare alla collaborazione tra Madala Kunene, al- di balli tradizionali del Norditalia rielaborati in fin-
tro esponente del maskanda, con il cantautore folk gerstyle attraverso l’uso di accordature aperte: ne
bianco Syd Kitchen nell’album Bafo Bafo – What ha suonati alcuni al seminario di John Renbourn a
Kind?! (Melt Music Phase 2, 2005); dal zulu pop Madame Guitar del 2009, e Renbourn ha dimostra-
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar Madame Guitar 2012
to di apprezzarli. Credo che questo lavoro sarebbe quello che è certo è che vale la pena prestare l’at-
sicuramente un tassello importante nella direzione tenzione necessaria alla sua musica effervescente
intrapresa e aprirebbe ancor più le porte del popolo ma sofisticata.
della chitarra acustica.
Amine & Hamza. Amine e Hamza M’raihi sono
Martin Moro. Ha suonato sabato pomeriggio due giovani fratelli tunisini nati tra il 1986 e il 1987,
ed è stato una sorpresa per me: suona la chitarra che suonano rispettivamente l’oud e il kanoun, un
(una bellissima Breedlove), la chitarra resofonica e grande salterio trapezoidale a corde pizzicate, che
il mandolino; tecnicamente è molto bravo e ha un si suona appoggiato sulle ginocchia con dei plettri
suono molto curato. Nel suo paese, l’Austria, porta digitali. Educati alla musica classica araba, sono
avanti attività multiformi come solista, componente però aperti alle nuove composizioni e alla collabora-
di gruppi folk e non solo, musicista di studio, produt- zione con musicisti classici occidentali e di altre cul-
tore, arrangiatore e compositore. Credo che varreb- ture. Sono molto attivi nei circuiti della world music e
be la pena riascoltarlo. hanno già inciso sei album a partire dal 2003, quan-
do avevano cioè rispettivamente sedici e diciasset-
Gabor Lesko. Viene da un passato legato so- te anni. La loro musica, spesso meditativa e ricca di
prattutto a una musica fusion, elettrica e acustica, sviluppi improvvisativi, può sembrare ‘difficile’ a un
molto arrangiata e orchestrata. Come Massimo Va- ascolto superficiale, ma è sicuramente di alto livello
rini, viene a sua volta da un passato di collabora- e di grande interesse.
zioni con importanti artisti pop e, da qualche tempo,
si è avvicinato a una dimensione più intima della W.I.N.D. unplugged. Di unplugged avevano solo
musica, più concentrata e legata al fingerstyle per la chitarra acustica, accompagnata dal basso elet-
chitarra sola. Come Varini, anche lui è un acquisto trico e da una batteria ‘dura’. Ma è pur vero che un
prezioso per il nostro piccolo grande mondo della po’ di sano rock blues a volte ci vuole. E loro il rock
chitarra acustica, perché può portarci una visione blues lo sanno suonare, cantare e anche comporre.
forse più ampia dell’attività musicale e una mag- Così come si capisce che nel loro campo sono uno
giore esperienza delle esigenze del pubblico non dei gruppi italiani più riconosciuti in campo interna-
specialistico. Nel suo set in piazza del Municipio ha zionale. E quando alla fine hanno intonato un inno
mostrato la capacità di creare atmosfere varie, dai come “I Shall Be Released”, ci siamo ritrovati tutti a
brani delicati in fingerstyle alle evoluzioni dinamiche cercare di cantare il ritornello assieme a loro.
in strumming, dalle canzoni morbide alle plettrate
virtuosistiche, dagli effetti percussivi all’uso dei loop. Springsteen, Buckley & The Beatles. La dome-
nica mattina si è svolta la presentazione di tre novità
Andrea Castelfranato. Ha aperto con successo il librarie, coordinata da Nicola Cossar, uno dei soci
concerto serale del sabato. Molto migliorato e atten- fondatori del Folk Club di Buttrio e giornalista del
to sul piano della presenza scenica e della tenuta Messaggero Veneto, alla presenza dei tre autori. Il
del palco, con la capacità già collaudata di gestire primo libro, All the way home – Bruce Springsteen
al meglio la sua doppia anima di chitarrista latino in the Italian Land 1985-2012 di Daniele Benvenuti,
e flamenco sulle corde di nylon, e di chitarrista fin- edito dalla casa editrice Luglio, è un appassionato
gerstyle attento all’uso delle accordature aperte e e puntuale studio sul rapporto tra il rocker del New
delle nuove tecniche a due mani sulle corde metal- Jersey e l’Italia: contiene un’analisi di tutti i quaranta
liche, può essere oggi considerato tranquillamente concerti tenuti dal Boss in Italia, indagini sociologi-
nel numero dei migliori chitarristi acustici italiani. che sul fenomeno condotte con il supporto di esper-
Nei giorni precedenti il concerto, inoltre, Andrea ha ti del settore, una bibliografia italiana commentata, il
tenuto dei seguitissimi seminari di introduzione alla censimento di tutti i fan club, le fanzine e le mailing
chitarra acustica per due scuole medie di Udine e list, gli eventi a tema e le centinaia di artisti italiani
nella scuola media di Tricesimo. legati più o meno esplicitamente alla musica e alla
poetica di Springsteen. Durante la presentazione, il
Bob Bonastre. Ha uno stile molto personale, ca- cantautore ‘springsteeniano Miky Martina ha can-
ratterizzato costantemente da un fingerstyle svinco- tato alcune canzoni di Bruce e alcune canzoni pro-
lato da modelli sulle corde di nylon, da intermezzi di prie.
parti percussive e da inserti vocali senza parole, di
grande estensione fino al falsetto. Uno stile talmen- Daniele Bazzani, Giorgio Cordini e Giovanni
te personale che, a un ascolto distratto, potrebbe Pelosi. Il secondo libro è stato The White Book – I
apparire ripetitivo. Ma, a ben ascoltare, ci si rende Beatles e la chitarra di Daniele Bazzani e Davide
conto che di ogni viaggio musicale che intraprende, Canazza, edito da fingerpicking.net/Carisch, che i
di ogni idea che vuole esprimere, riesce a cogliere frequentatori di fingerpicking.net e i lettori di Chitar-
certi aspetti intimi e a evocare certi dettagli impor- ra Acustica ben conoscono, per essere stato pub-
tanti. Quando suona “Bamako”, la capitale del Mali, blicato prima in dodici puntate sul sito, poi come
si sentono le sonorità della kora e il timbro della numero speciale estivo della rivista.
voce è proprio quello della regione del Niger. Quan- Daniele Bazzani, che ha partecipato alla presen-
do esegue un nuovo brano dal titolo provvisorio tazione del volume, si è unito più tardi a Giorgio
“Can You Hear The Children Playing”, si sentono i Cordini e Giovanni Pelosi, per aprire il concerto se-
bambini giocare. E così via. Sembra forse un modo rale con un festeggiamento del cinquantesimo an-
di comporre e di procedere molto ‘pensato’, molto niversario dalla pubblicazione del primo singolo dei
riflessivo, che potrebbe rispecchiare la parte fran- Beatles, “Love Me Do / P.S. I Love You”, avvenuta
cese della sua natura (lui è nato in Senegal da una il 5 ottobre 1962. I tre convinti beatlesiani si sono
famiglia per metà francese e metà spagnola). Ma alternati ciascuno con i propri arrangiamenti prefe-
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chitarra acustica 11 duemiladodici
Madame Guitar 2012 ar
riti delle canzoni dei Fab Four, a volte riunendosi in
duo. Il pubblico ha apprezzato molto, canticchiando
in sottofondo alcune delle più belle canzoni ‘popola-
ri’ dei nostri tempi.
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar Madame Guitar 2012
Morin Khuur State Ensemble. L’ultimo set del dei suoni e dei ritmi degli tsaatan, gruppo etnico che
festival è stato affidato a un’orchestra di stato della pratica lo sciamanesimo, e da questa esperienza
Mongolia, un ensemble di strumenti ad arco basato è nato il libro Mongolia – La via dell’acqua (Il Filo,
sul tradizionale morin khuur, sorta di violino a due 2009). Era quindi la persona più adatta a interpre-
corde dal corpo trapezoidale, tenuto verticalmente tare in conclusione, con il supporto del Morin Khuur
in grembo o tra le gambe dell’esecutore; le note non Ensemble, l’inno del festival, “Madame Guitar” di
vengono ottenute premendo le corde su una tastie- Sergio Endrigo.
ra, ma semplicemente ‘stoppate’ attraverso tecni-
che specifiche delle dita della mano sinistra. Ai mo- Resta infine lo spazio solo per alcune altre se-
rin khuur si affiancano gli ikh khuur, fratelli maggiori gnalazioni: Veronica Sbergia & Max De Bernardi,
a due o tre corde dal suono più basso, e l’organico che hanno suonato in piazza e che sono presenti
si completa con il limbe, flauto a becco, lo yatga, in questo numero con un’intervista; Kiana, folksin-
grande cetra a corde pizzicate con la tavola supe- ger e songwriter nata in Giappone da padre giap-
riore convessa, e lo yoochin, grande cetra a corde ponese e madre americana, oggi trapiantata alle
percosse, ai quali si aggiunge infine un pianoforte Hawaii; il Trio Yerba, impegnato in un vasto reper-
occidentale. La presenza del pianoforte testimonia torio tradizionale e d’autore latinoamericano; Guitar
di una musica complessa, radicata nella tradizione Soundtracks, duo formato dai chitarristi Michele
popolare e classica della Mongolia e, al tempo stes- Pirona e Alain Fantini, i cui arrangiamenti di colonne
so, aperta a nuove composizioni e ad elementi di sonore hanno mostrato forse troppa separazione
contaminazione con la musica classica occidentale. tra la parte solista e la parte ritmica di accompa-
Tra i vari e affascinanti brani strumentali, si sono gnamento; Raqs Sharqi, gruppo friulano dedito alle
inserite le esibizioni di alcuni cantanti, che hanno danze mediorientali, composto di tre strumentisti e
dato dimostrazione dei due stili vocali fondamentali due ballerine; Giorgio Tosolini, solitario responsa-
della tradizione mongola: lo urtyn duu, forma di can- bile dell’ottimo suono in teatro, e Gianfranco Luga-
to lirico ‘alla longa’, caratterizzato da note lunghe, e no, responsabile del suono negli interventi esterni
il khöömii, lo straordinario canto difonico o armoni- nelle scuole.
co, nel quale la cavità orale è disposta in modo da
far risaltare gli armonici presenti nella voce, così da Ma il ricordo finale va a Luisa Terrenzani, moglie
produrre simultaneamente due o più linee melodi- di Marco Miconi, che è venuta a mancare all’inizio
che distinte. Ascoltare dal vivo questo tipo di canto dell’estate e alla quale è stata dedicata la rassegna
è un’esperienza veramente emozionante, che ha di quest’anno. Luisa ha sempre sostenuto con to-
impreziosito l’esibizione trionfale del Morin Khuur tale disponibilità Marco nelle sue infinite peripezie
Ensemble. tra il Folk Club Buttrio e Madame Guitar, curando
le questioni di segreteria, le pratiche burocratiche,
Il gran finale. Per celebrare il rito tradizionale di la biglietteria, accompagnando gli artisti a destra
chiusura della manifestazione, è salita sul palco e a sinistra, eventualmente cucinando per gli ulti-
Enrica Bacchia. Cantante jazz di Conegliano Ve- mi arrivati. Lei sarà stata triste di non aver potuto
neto, nota a livello internazionale, ha iniziato nel partecipare a questa bellissima settima edizione del
1999 una serie di viaggi in Cina che l’hanno vista festival. Ma si sarà rasserenata nel constatare che
nella duplice veste di interprete e di insegnante di la volontà di portare avanti le cose, malgrado tutte
canto ‘occidentale’ presso il Beijing Contemporary le difficoltà, è ferrea e la fede incrollabile.
Institute of Music di Pechino. Ha viaggiato inoltre
tra Siberia e Mongolia, alla scoperta della cultura, Andrea Carpi
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar artisti
MUSIC IS LOVE
Un tributo a Crosby, Stills, Nash & Young
di Alfonso Giardino
Music Is Love non si limita ad omaggiare CSN&Y Stills e Young), Everybody Knows This Is Nowhere
nella loro unica veste di supergruppo. Basterà leg- (Young) o il primo di Crosby, Stills & Nash.
gere le note di copertina per comprenderne la vera Un cofanetto con CD doppio molto ben confezio-
portata: «A tribute to the outstanding body of work nato, che ha visto la luce lo scorso mese di ottobre
produced by Crosby, Stills, Nash and Young». Con e ha richiesto circa due anni di duro lavoro, correda-
questa produzione, infatti, si è voluto cogliere l’oc- to di un booklet di trentasei pagine contenente an-
casione di ricordare il quarantennale della mitica che inedite foto offerte da Henry Diltz, il memorabile
stagione musicale che tra il 1971 e il 1972, sulla fotografo dei Doors, e una presentazione di Dave
spinta di album come Déjà Vu e After the Gold Zimmer, biografo di CSN. Immaginate un po’: ven-
Rush, ha visto la produzione di pietre miliari quali tisette canzoni per altrettanti artisti provenienti da
4 Way Street (CSN&Y), Stills 2, If I Could Only Re- ambienti e generi diversi (folksinger, rocker, band
member My Name (Crosby), Songs for Beginners vocali, country e alternative, americani, inglesi, au-
(Nash), Harvest (Young), Manassas e il primo al- straliani e irlandesi), tutte registrate a Nashville (e
bum di Crosby & Nash. Senza dimenticare però altri l’elevata qualità delle registrazioni lo testimonia)
lavori che i nostri eroi, in formazione sparsa, han- con la prestigiosa collaborazione in studio di musi-
no realizzato, compresi quelli dei loro esordi come cisti del calibro di Tony Levin (King Crimson, Peter
Buffalo Springfield (tra le loro fila i giovanissimi Gabriel, Paul Simon), Marty Rifkin (da Tom Petty
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chitarra acustica 11 duemiladodici
MUSIC IS LOVE ar
alla Seeger Sessions Band di Bruce Springsteen), con il biondo chitarrista di Dallas, eccoci a Jennifer
Victor Blasetti (Los Lobos), Richard Dodd (Foo Stills e Judy Collins: la prima (non è così difficile
Fighters, Johnny Cash). I nomi dei titolari delle varie intuirlo) è proprio la figlia di cotanto padre, anche
tracce testimoniano la presenza di artisti che sono lei musicista, molto attiva specialmente nell’area di
oggettivamente più famosi oltreoceano che qui da Hollywood, che qui interpreta “Love the One You’re
noi. Tra questi, comunque, spiccano artisti ben noti With” (S.S.) con animo romantico e quasi malinco-
anche ad italiche orecchie. nico, nonostante il crescendo ritmico, a differenza
C’è Elliott Murphy, cantautore e giornalista new- della sfrontata allegria che la versione originale ha
yorkese spesso in tour in Italia e amico personale avuto fin dalla sua prima apparizione nell’album
del Boss Springsteen, che, da rocker qual è, pro- dell’esordio solistico nel 1970. Della seconda inter-
pone una versione di “Birds” (N.Y.) in versione bal- prete avranno, forse, sentito parlare solo i biografi
lad, preferendo sonorità chitarristiche (acustica e più informati o gli appassionati della folk music: la
slide) a quelle più intimiste e liriche (pianoforte e Collins, infatti, oltre ad essere una cantautrice e at-
background vocals) dell’originale. Il contributo di un trice statunitense conosciuta come una delle mag-
altro nome noto non può certo lasciare indifferenti i giori esponenti della musica popolare degli Stati
fan in particolare di Crosby: Steve Wynn, chitarri- Uniti tra gli anni ’60 e ’70, è stata la musa ispiratrice
sta e cantautore californiano ex leader dei Dream di “Suite: Judy Blue Eyes” (vedere una sua qualsia-
Syndicate, mette in pratica tutta la sua esperienza si foto sul web per capirne il motivo), brano che però
maturata nel rock alternativo anni ’80, trasformando ha deciso di non riproporre (questione di buon gu-
l’essenziale “Triad” (D.C.) in una quasi irriconosci- sto…), optando invece, per una “Helplessly Hoping”
bile, comunque affascinante, ossessione psichede- (S.S.) anch’essa fedele all’originale nello spirito, ma
lica. Altro approccio è quello di Willie Nile, classe nella quella l’amato fingerpicking, con il quale Stills
’48, che il New York Times ha definito «uno dei più sosteneva tutte le voci, non è più l’unico protago-
dotati cantautori ad emergere dalla scena di New nista strumentale, avendo abdicato in favore di un
York», il quale canta e suona “Rockin’ in the Free pianoforte forse più adatto alla bella e dolce voce
World” (N.Y.) con la medesima grinta e determina- della cantante.
zione delle esibizioni live di Neil Young.
Non solo glorie ‘stagionate’, c’è anche un certo Ma, al di là di queste prestigiose partecipazioni, è
Marcus Eaton, ormai nuova star del firmamento forse la presenza di altri nomi ad impreziosire que-
statunitense, giovane e raffinato singer-songwriter sta produzione. Artisti ’di nicchia’, appartenenti a
che (come abbiamo già accennato nella nostra re- quel mondo immenso che è il panorama musicale
censione del suo ultimo album nello scorso numero americano e anglosassone in genere, che solo un
di settembre) sta collaborando al nuovo CD di Cro- pubblico nostrano specializzato ha fino ad oggi ap-
sby e la cui versione di “Bittersweet” (D.C.) è una prezzato. Riteniamo quindi opportuno mettere sotto
prova delle sue grandi capacità di arrangiatore. la lente questi musicisti, per capirne la qualità e ap-
Ai tanti americani si alternano anche artisti pro- prezzare la scelta fatta dai produttori.
venienti dal vecchio mondo come Ian McNabb, Jennifer e Judy non sono le sole donne ad aver
cantante e compositore di Liverpool ex voce solista partecipato a questo lavoro, nel quale le quote rosa
degli Icicle Works (negli anni ha suonato anche con sono state sicuramente rispettate, a testimonianza
personaggi come Ringo Starr, Crazy Horse, Mike di come l’altra metà di questo cielo musicale sia, for-
Scott dei Waterboys, Danny Thompson dei Pentan- se, meno condizionato dai pregiudizi. Sadie Jem-
gle), e Liam O’Maonlai, musicista irlandese meglio mett, cantautrice e polistrumentista britannica nota
conosciuto come voce degli Hothouse Flowers. Il in patria anche per la sua attività di compositrice
primo affronta la title track “Music Is Love” (CN&Y) di musica per teatro, contribuisce con una versione
in un crescendo di sovraincisioni vocali e strumen- di “Teach Your Children” (G.N.) priva di qualsiasi
tali, elettriche ed elettroniche, che ben richiamano riferimento country (ricordate le frasi della lap ste-
quelle per lo più acustiche dell’originale, mentre il el?), più ariosa e leggera, con qualche spruzzatina
secondo decide di fare il pari con la ben nota “Lady di pop. Torniamo al continente americano e in par-
of the Island” (G.N.) abbandonando, però, la chitar- ticolare al sole californiano con la cantante Jenai
ra e preferendo accompagnarsi con un più etereo Huff che, dopo molta gavetta e un lunghissimo pe-
pianoforte. riodo di inattività, pubblica il suo primo CD nel 2011
Altri nomi, poi, anche se a noi forse non cono- con il produttore Ben Wisch (due volte vincitore del
sciuti per meriti prettamente musicali, non passano Grammy) e la collaborazione di un certo Jeff Pevar
di certo inosservati, visto il loro stretto legame con (sì, quello dei CPR: Crosby, Pevar & Raymond!), e
il mondo di CSN&Y. Si va da Sonny Mone, voce, con Cindy Lee Berryhill, cantante e songwriter con
chitarra e membro fondatore dei Crazy Horse (con una carriera che la trasforma da rude ed essenziale
i quali ha suonato con e senza Neil Young), che folksinger a quasi diva del pop. Le loro interpreta-
propone una “You Don’t Have to Cry” (S.S.) mol- zioni, rispettivamente “I’ll Be There for You” (Dou-
to fedele all’originale di CS&N, compreso l’acustica glas Ingoldsby, G.N., Joseph A. Vitale) e “It Doesn’t
’alla Stills. E volendo continuare ad avere a che fare Matter” (Chris Hillman, S.S.), sostanzialmente non
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar MUSIC IS LOVE
si discostano dalle versioni originali, pur avendone che in Oh Yes I Can c’era la sola chitarra di Michael
entrambe sottratto qualcosa (di certo non la bellez- Hedges a tesserne le armonie).
za): la prima un po’ di ritmo, la seconda… l’assolo Gruppi di lungo corso, ma anche formati appo-
di Stills! sitamente per l’occasione, come Bonoff, Cowan,
Scendiamo ora fin quasi in Messico con la texana Szcześniak & Waldman. A Karla Bonoff e Wendy
Carrie Rodriguez, stella del nuovo folk americano: Waldman, due singer-songwriter di successo che
paragonata a Norah Jones e Lucinda Williams, è hanno sempre alternato la loro carriera solista a
stata una degli ospiti internazionali sul palco del quella dei Bryndle (una band di folk-rock formatasi
Teatro Ariston al Premio Tenco dello scorso anno. a Los Angeles negli anni ’60, che tra vicissitudini e
Sarà per le sue inequivocabili origini latine o per un variazioni d’organico è attualmente inattiva), si sono
gioco del destino, ma a lei tocca “Cortez the Killer” uniti per l’occasione John Cowan, bassista e voce
(N.Y.), forse meno tagliente e spigolosa dell’intermi- solista dei New Grass Revival (gruppo statunitense
nabile versione di Zuma, ma ugualmente ipnotica e di progressive bluegrass, prodotto in passato dalla
con un bel solo di elettrica sorretto dal violino della stessa Waldman) e Mietek Szcześniak, cantante
stessa Carrie. polacco di estrazione jazz (anche nella produzione
Come la Rodriguez anche altri artisti, dei venti- del suo recente primo disco in inglese c’è lo zampino
sette qui presenti, hanno avuto modo di attraversa- della Waldman). Insieme propongono una “Guinne-
re l’oceano per esibirsi su palchi italiani. C’è Ron vere” (D.C.) di grande fascino, con le quattro splen-
LaSalle, newyorkese trapiantato a Nashville, che dide voci che si alternano e rincorrono (nota chitar-
si è posto sulla scia di Van Morrison, John Hiatt, ristica: l’arpeggio portante è stato sostanzialmente
Bob Seger e Tom Waits: a lui il compito della prima riproposto uguale alla versione originale).
traccia, “For What It’s Worth” (S.S.), una versione Tra le varie categorie, se vogliamo dire così, rap-
leggermente più ruvida e nera di quella dei Buffalo presentate in questo album doppio c’è anche quel-
Springfield, grazie anche alla sua voce di cartave- la delle ‘coppie di fatto’. I Sugarcane Jane sono
trata. composti da Anthony Crawford e da sua moglie
C’è poi chi, come il già citato Marcus Eaton nel Savana Lee, lui songwriter e strumentista con una
maggio scorso, ha calcato un palco a noi molto noto lunga collaborazione in tour con gente come Neil
e familiare, quello dell’Acoustic Guitar Meeting di Young, Steve Winwood e Nicolette Larson, lei con
Sarzana: The Coal Porters, nel 2005, ed Eileen innumerevoli collaborazioni ed esperienze musicali.
Rose & The Legendary Rich Gilbert nel 2010. La La loro versione di “Bluebird” (S.S.) abbandona le
band british-american, guidata da Sid Griffin (fonda- sonorità elettriche dei Buffalo Springfield per quelle
tore dei Long Ryders) e da Neil Robert Herd, si è tro- più accattivanti di un country rock contemporaneo.
vata più che a proprio agio nell’originale bluegrass Analoga operazione la fanno anche Michael Mc-
di “Fallen Eagle” (S.S.), tanto da sembrare di stare a Dermott & Heather Horton, trasformando l’origina-
una festa paesana nell’immancabile fienile. Dall’al- le “Southern Cross” (S.S., Richard Curtis, Michael
tro canto la songwriter di Nashville (a metà strada Curtis) da brano corale a ballata country, solo chi-
tra Neil Young e Nico dei Velvet Undergroud), con tarra (sembra di sentire il tipico picking di Stills) e
il fido Rich alla chitarra elettrica e alla pedal steel, violino. Qualche cenno alla particolare storia artisti-
propone una bella versione di “Just a Song Before I ca di Michael: dopo un esordio folgorante nel 1991,
Go” (G.N.) caratterizzata dall’intensa voce di Eileen giunge ad essere catturato dal mondo del cinema,
ed un arrangiamento vagamente psichedelico. dove il produttore Brian Koppelman realizza un film
Non solo solisti, quindi, ma anche gruppi. Tra que- ispirato alla sua gioventù, Rounders – Il Giocatore
sti spiccano i Venice: gruppo vocale californiano con Matt Damon ed Edward Norton, mentre lo scrit-
nato nel 1977 e composto dai fratelli-cugini Lennon, tore Stephen King lo cita in più di un romanzo; si è
vantano una serie infinita di collaborazioni alle spal- poi sposato due anni fa in Italia con Heather Horton,
le da Bruce Springsteen, Elton John, Phil Collins a che già lo accompagnava sul palco.
Sting, Melissa Etheridge, Cher, Ozzy Osbourne fino Questo ‘gioco delle coppie’ si chiude con Andy
a Jackson Browne, David Crosby, Doobie Brothers, Hill & Renée Safier, protagonisti con i loro Hard
Linda Ronstadt e tantissimi altri. La loro versione Rain di molti degli eventi live presenti nell’area di
di “After the Gold Rush” (N.Y.) presenta una scelta L.A. (più di duecento concerti l’anno, dai festival
apparentemente improbabile, ma liricamente effica- agli house concert) oltre ad essere anche da più di
ce: a sorreggere le quattro voci dei Lennon, solo ventidue anni gli organizzatori del Bob Dylan Fest.
una chitarra in fingerpicking e un filo di tastiere. Con E l’anima dylaniana traspare chiaramente dalla loro
“Tracks in the Dust” (D.C.) anche i Mary Lee’s Cor- interpretazione di “Thrasher” (N.Y.), più ricca grazie
vette sono intervenuti solo sull’arrangiamento. La anche ad un arrangiamento dalle venature folk.
band newyorkese guidata dalla cantante Mary Lee L’enorme varietà artistica è evidente già da quan-
Kortes (la critica colloca la sua voce tra Dolly Par- to sopra presentato, ma non finisce qui. Abbiamo
ton e Chrissie Hynde) ha deciso di non stravolgere ancora personaggi come Neal Casal, cantautore e
lo spirito originario, cambiandone semplicemente chitarrista statunitense già lead guitarist dei Cardi-
la veste (e non avrebbe potuto fare altrimenti, visto nals di Ryan Adams (forse pochi lo sanno, ma c’è
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chitarra acustica 11 duemiladodici
MUSIC IS LOVE ar
anche un suo fan club italiano): canta e suona tutto (N.Y.) tutta nuova, con un arrangiamento soul jazz
da solo “Hey You (Looking at the Moon)” (G.N.), alla impreziosito da una sezione di trombe, nella quale
quale sottrae un po’ di quelle cadenze cantalenan- ha voluto, però, incastonare il solo di armonica così
ti tipiche del suo autore. Oppure Louis Ledford, come è possibile ancora ascoltarlo in Harvest.
cantore appassionato della realtà rurale degli Ap-
palachi, con la sua versione di “Wasted on the Come già detto, Music Is Love è un disco tributo,
Way” (G.N.) più malinconica di quella presente in ma è anche una finestra spalancata su una realtà
Daylight Again grazie anche a una lap steel che so- musicale contemporanea tutta da scoprire, fatta di
stituisce il fiddle dell’originale. E ancora Bocephus generi ancora poco frequentati dalle nostre parti e
King (Jamie Perry, il suo vero nome), artista indie da musicisti di notevole spessore tecnico e artistico,
proveniente da Vancouver, Canada, che trasforma le cui esecuzioni sono state qui esaltate grazie all’e-
levata qualità delle registrazioni made in Nashville.
“Down by the River” (N.Y.) in una sorta di preghiera
Visto che siamo su Chitarra Acustica, be’… forse
mistica orientaleggiante.
viene a mancare un po’ della chitarra degli originali
Non tutti made in USA, quindi, come Nick Barker
ma, come ritengo sia stato giusto fare, questa ope-
(da non confondere con l’omonimo batterista me- razione ha voluto far conoscere la musica di CSN&Y
tal), cantautore e chitarrista pop-rock australiano di a quanti non avessero ancora avuto modo di ascol-
Melbourne, che sceglie la strada della fedeltà con tarla, valorizzandone la forza melodica e composi-
una versione di “Long May You Run” (N.Y.) che pre- tiva, seppure correndo il rischio di ‘dechitarrizzare’
senta la medesima ambientazione country rock da- quanto è stato fonte di apprendimento per centinaia
tagli in origine dalla Stills-Young Band. Operazione di migliaia di chitarristi in tutto il mondo… Dopo tutte
diversa, invece, quella di Clarence Bucaro. Sarà queste parole, però, dove si può ascoltare un po’ di
per la sua ancor giovane età o le influenze musicali musica? È possibile averne un assaggio? Andate
ricevute dagli artisti con i quali ha condiviso il pal- pure sul ‘tubo’ e cercate il canale “route61music”:
co (da Aaron Neville a The Blind Boys of Alabama troverete un paio di video promo con tante foto e la
e Chrissie Hynde and the Pretenders) ma questo title track in sottofondo, tanto per farsi venire l’ac-
cantautore originario di Cleveland, dalla voce calda quolina in bocca.
e dolce allo stesso tempo, compie una operazione
molto originale: ci regala una “Out on the Weekend” Alfonso Giardino
Jennifer Stills
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar artisti
Come se avessi le ali
Intervista a Marcus Eaton
di Lauro Luppi e Frank Varano
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chitarra acustica 11 duemiladodici
ar Intervista a
Marcus Eaton
e poi i cantautori. Ma non c’è niente in mezzo, che Vedete, ancora una volta sono molto fortunato:
unisca la grande abilità musicale e la scrittura di non avevo mai incontrato nessuno veramente come
canzoni. Io vorrei stare in qualche modo nel mezzo, lui, così aperto a nuove idee. È veramente una si-
includere entrambi gli aspetti… tuazione incredibile, dove l’ego non esiste, dove
non c’è spazio per l’egocentrismo. Credo che que-
In effetti, nel corso degli anni qui a Sarzana, sta sia una cosa rara. E credo anche che sia rara
abbiamo potuto ascoltare da una parte Tommy per uno della generazione di David Crosby: perché
Emmanuel, un chitarrista ipervulcanico, dall’al- siamo io, della mia generazione, James, di una di-
tra John Gorka, un bravissimo cantautore con versa generazione, e David. Siamo tre generazioni
un approccio alla chitarra totalmente diverso… a lavorare assieme! David ha un iPad, un iPhone,
Sì, e in un certo senso non hanno nulla in comu- usa la tecnologia, la capisce, è aperto, è desidero-
ne, anche se magari l’uno potrebbe dire che gli pia- so di provare nuove idee, di provare qualsiasi cosa.
cerebbe che l’altro suonasse nel proprio disco… Ma Credo che questo sia ammirevole e sono veramen-
io vorrei fare tutte e due le cose! Da questo punto di te fortunato di condivedere tutta questa situazione.
vista Tim Reynolds è il mio pallino, è un musicista
eccezionale. È quello che vorrei fare, suonare al- Fanno della tecnologia lo stesso uso che ne
trettanto bene e al tempo stesso scrivere e cantare fai tu, oppure tu sei il ‘ragazzino’ del gruppo che
canzoni. È difficile farlo. È anche difficile incorpo- ha posto un maggiore accento sulla tecnologia?
rare un bel modo di suonare in un breve spazio di Al contrario, è lui a volte a essere più avanzato, a
tempo, come avviene in una canzone. introdurre nuove idee. Per esempio abbiamo appe-
na finito di scrivere e registrare un brano a casa sua,
È una domanda quasi stupida, ma mi serve tutto tramite iPad, iPhone e iTunes collegati diretta-
per aprire poi un altro discorso: nelle tue colla- mente agli speaker. È estremamente intelligente e
borazioni, con Tim Reynolds, con David Crosby, saggio. Stare accanto a una persona così piena di
ti danno delle direzioni? Oppure ti dicono «Noi saggezza e priva di qualsiasi forma di egocentrismo
conosciamo il tuo stile, sei un musicista con cui ha rappresentato per me un beneficio immenso.
vogliamo suonare perché stiamo bene insieme,
fai semplicemente un buon lavoro» e ti lasciano Ma la tecnologia, mi sembra, è sempre al ser-
libero di esprimerti davvero secondo le tue idee vizio delle persone e della musica, non c’è mai
È un’ottima domanda! Il più delle volte, quando uno sconfinamento nell’abuso: la usate perché
si suona per altri musicisti, credo che i parametri è utile…
in cui ci si muove siano limitati, l’ambito è ristretto. Sì, la usiamo per trarne vantaggio. Vi racconto
Personalmente, non ho lavorato molto sul materiale una storiella simpatica: io sono su Facebook e ho
di altri musicisti, per cui l’album di Crosby è stato ve- un amico in Italia che si chiama Nick. Un giorno mi
ramente la mia prima esperienza del genere ed ero ha scritto dicendomi: «Sei diventato famoso, sei di-
un po’ nervoso, non ero sicuro di essere all’altezza, ventato famoso!» E mi ha raccontato che Crosby
non avevo idea di cosa mi potessi aspettare. Ma mi aveva citato in un giornale italiano, la Repub-
fortunamente lui è stato talmente collaborativo, che blica. Così mi ha mandato il link dell’articolo, era
mi ha permesso di fare quello che pensavo e ad- poco dopo il mio incontro con David, che diceva:
dirittura di comporre delle cose insieme, una cosa «Uno dei miei cantautori preferiti adesso è Marcus
incredibile, al di là di ogni aspettativa! D’altra parte Eaton». Non ci potevo credere, ero assolutamente
il suo materiale musicale è molto vicino a quello che sconvolto: un giornale italiano che parlava di me,
io faccio, anche grazie a suo figlio James Raymond, era la mia prima apparizione internazionale! La tec-
che è un pianista eccezionale con il quale mi trovo nologia serve anche a questo…
sulla stessa lunghezza d’onda.
Ti sei quindi ritrovato a collaborare con David
Visto che hai questa libertà, ti faccio una do- Crosby, uno dei capisaldi storici della ricerca
manda un po’ provocatoria: ci hai spiegato che sulle accordature alternative. Tu le usavi già?
sei libero anche di collaborare alla scrittura dei Lui ti ha trasmesso qualcosa? Oppure anche in
brani, cioè stai collaborando proprio alla na- questo caso è stato così aperto da accogliere
scita di questo disco, ma saresti libero anche delle accordature che tu gli hai proposto?
di proporre dei musicisti? Tu qui a Sarzana ti Buona domanda! Quando ci siamo presentati
sei presentato come un artista solista che usa la prima volta a cena con l’amico Norm, abbiamo
delle basi e dei loop, ma il tuo disco è realiz- molto parlato di musica. Poi lui mi ha scritto delle
zato in trio: potresti proporre qualche musicista email dicendo che aveva alcune accordature aperte
che conosci e che secondo te potrebbe trovarsi da mostrarmi e che voleva incontrarmi. Incredibile!
bene in questa nuova situazione con Crosby? Così, la prima volta che abbiamo suonato insieme
44
chitarra acustica 11 duemiladodici
Intervista a
Marcus Eaton ar
me le ha mostrate e ci siamo scambiati diverse ac- era chiusa, il mio polso bloccato. Ho dovuto lavorare
cordature. Per la verità io non uso tante accorda- molto per rendere il mio polso rilassato, decontratto.
ture, ma adesso che abbiamo suonato insieme, ho E nelle figurazioni ritmiche molto veloci, la parte più
scritto delle canzoni con quelle accordature. E que- importante della mia tecnica ricade sulla mano sini-
ste canzoni funzionano. Ho lavorato un po’ sulle sue stra. La mano sinistra è fondamentale per guidare
accordature e sono tornato da lui con delle canzoni la pulsazione, rilasciando ritmicamente la pressione
nuove scritte con le sue accordature: una cosa fan- sulle corde. Tra le figurazioni ritmiche suonate dalla
tastica! Un’accordatura era quella per “Dèjà Vu” e mano destra, rilascio la mano sinistra per stoppare
“Guinnevere”, l’altra era per “Tracks in the Dust”. La le note, è come il pedale di un pianoforte. Alla fine
prima è quella che ho usato di più: EBDGAD. L’altra di “Life in Reverse”, il primo brano di As If You Had
è CGDDAD. Abitualmente suonavo in accordatura Wings, questa tecnica è particolarmente evidente.
standard o in Dropped D, e un’altra delle mie prefe-
rite era una Dropped B con il Mi basso abbassato in Grazie Marcus, è stata una chiacchierata e un
Si. Inoltre uso anche un’accordatura in Do. Le corde incontro molto piacevole, vorresti aggiungere
che utilizzo sono delle Martin SP Phosphor Bronze qualcosa di personale per concludere?
abbastanza grosse, di scalatura media .013-.056. Questo viaggio in Italia è stato il più bello che io
abbia mai fatto. Sono stato contentissimo di scopri-
A parte le accordature, puoi parlarci di qual- re quanto i musicisti, qui, prendano seriamente la
che altro elemento essenziale del tuo stile chi- musica. Perché questo in effetti è il luogo di nascita
tarristico? Un aspetto che ci ha particolarmente dell’arte e della cultura, questo è il posto dove tutto
colpito è il modo in cui porti il ritmo e l’uso delle è partito. Anche il mio modo di suonare, sono sicu-
stoppate. ro, proviene in qualche modo da qui. Mi sento pro-
Innanzitutto consiglio di usare sempre il metrono- prio fortunato di essere entrato in contatto con per-
mo quando ci si esercita. Inoltre, c’è da dire che per sone così speciali, con musicisti così bravi. Questo
molto tempo non ho usato il plettro. Per cui sapevo festival di chitarra poi è incredibile, mi ha veramente
suonare tutte le mie figurazioni ritmiche senza plet- riscaldato il cuore!
tro. Quando ho cominciato a usarlo, il mio modo di
tenerlo era sbagliato, la posizione della mia mano Lauro Luppi e Frank Varano
45
chitarra acustica 11 duemiladodici
st strumenti
Chitarra acustica
PEAVEY Composer Parlor di Mario Giovannini
Hartley Peavey ha fondato la Pe-
avey Elettronics nel 1965, sull’onda
del successo ottenuto dal suo primo
amplificatore, costruito pochi anni
prima. Come tanti suoi coetanei, so-
gnava di diventare una rock star ma,
anche se le cose non sono andate
esattamente come sperava, un’im-
pronta tangibile sulla musica di que-
sto secolo l’ha sicuramente lasciata.
Difficile sapere se immaginasse già
allora le dimensioni che la sua azien-
da avrebbe raggiunto in poco più
di cinquant’anni. Con sedi in Nord
America, Europa e Asia, oggi Pea-
vey Elettronics è uno dei colossi a
livello mondiale della produzione di
strumenti musicali e attrezzature au-
dio professionali. Il grosso successo,
almeno qui da noi, l’ha ottenuto ne-
gli anni ’80, soprattutto grazie a una
serie di amplificatori valvolari partico-
larmente azzeccati per robustezza e
rapporto qualità/prezzo.
Ovviamente, non è esattamente il primo marchio
che viene alla mente parlando di chitarre acustiche,
anzi. È un segmento di mercato che la casa ameri-
cana non ha mai frequentato molto. Ma i tempi cam-
biano e lo sviluppo esponenziale del settore non
poteva lasciarli indifferenti. Per cui sono comparsi
in catalogo, nel giro di poco, un ampli per acustica,
una serie di chitarre in materiali compositi e la serie
Composer Parlor di cui abbiamo ricevuto un esem-
plare in prova. Anche se parlare di ‘serie’, almeno
per il momento, è abbastanza ottimistico, ne esito-
no due versioni: natural e sunburst. Più un ukulele
con la stessa forma. A noi è toccata quella natural.
46
chitarra acustica 11 duemiladodici
PEAVEY
Composer Parlor st
Scheda tecnica
mario.giovannini@chitarra-acustica.net
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chitarra acustica 11 duemiladodici
st strumenti
Chitarra acustica
MARTIN DRS1 di Mario Giovannini
Difficile non tornare a parlare di Martin ogni tre per due. Sia perché la casa
americana non è certo parca di novità – anzi – e ogni anno non manca mai
di rinnovare il suo catalogo in maniera significativa. Spesso con serie limitate
decisamente non accessibili ai comuni mortali, ma non disdegnando ogni
tanto di volgere lo sguardo anche verso la parte un po’ più ‘terra terra’ dei
suoi ammiratori. Poi, è anche inutile negarlo: si tratta di uno di quei marchi
che fanno parte del DNA della quasi totalità dei chitarristi in circolazione e
quindi, alla fine, si torna sempre lì, anche solo per dare un’occhiata. La Se-
rie 1 ci aveva già positivamente impressionato nel corso della prova della
OM-1GT (Chitarra Acustica, n. 4, aprile 2012), e l’uscita di una dread tutta in
mogano nella stessa fascia di prezzo non poteva certo passare inosservata.
Quindi ci siamo fatti forza e abbiamo affrontato la dura prova, ricordate: lo
facciamo solo per voi!
Scherzi a parte, la DRS1 è una bella dread inte- a goccia in plastica nera. In compenso, però, la rea-
ramente realizzata in sapele, una varietà africana di lizzazione dello strumento è impeccabile sotto ogni
mogano, con il classico stile no frills che caratterizza punto di vista e la tavola è in massello. Ponte e ta-
questa produzione. Niente binding né ornamenti di stiera sono realizzati in Black Richlite, un materiale
nessun genere, a eccezione di un semplice triplo fi- ottenuto mischiando carta riciclata e resina fenolica,
letto bianco che orna la buca e il classico battipenna mentre il manico è in Rust Stratabond, ovvero un
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chitarra acustica 11 duemiladodici
MARTIN DRS1 st
laminato pressato unito a colla. Da un lato si può Scheda tecnica
considerare particolarmente ‘etica’ la decisione di
utilizzare materiali alternativi e provenienti da riciclo Tipo: Chitarra acustica
anche su strumenti musicali. Dall’altro qualche ra- Costruzione: Messico
gionevole perplessità si può avere, di primo acchi- Distributore: EKO Music Group SpA – via
to. In Rete si leggono spesso commenti perplessi Falleroni, 92 – P.O. Box 52 – 62019 Re-
in particolare sul Rust Stratabond, colpevole di un
canati (MC) – Tel. 0733 226271 – www.
ipotetico alto assorbimento di ‘umidità’ con conse-
ekomusicgroup.com
guente deformazione del manico. In realtà, negli
ultimi dieci anni, di manici di questo tipo ce ne ne
Prezzo: € 1139 (IVA inclusa)
sono passati per le mani un numero considerevo- Top: mogano sapele massello
le, ma problemi di questo tipo non ne abbiamo mai Catene: mogano
riscontrati. Magari vivendo in Thailandia o Vietnam Fasce e fondo: mogano sapele
la si potrebbe pensare diversamente, ma anche qui Manico: Rust Stratabond
bisognerebbe avere l’opportunità di toccare con Tastiera: Black Richlite
mano. Binding: no
Ma torniamo alla nostra DRS1 che, oltre a esse- Meccaniche: Martin
re ben realizzata, intonata e con un set up decisa- Scala: 648 mm
mente user friendly, risulta piacevolmente bilanzia- Tasti: 20
ta, una volta ‘indossata’. Fin dal primo accordo ci Amplificazione: Fishman Sonitone
si rende conto che non ci sarà tanto ‘fumo’, ma la
sostanza non manca. I bassi hanno una bella botta, Lo strumento in prova è stato gentilmente
che si trasmette piacevolmente allo stomaco di chi messo a disposizione da:
la imbraccia. Medi marcati e leggermente compres- Dosio Music – Via Verdi 35/44/46
si, cantini rotondi e corposi. Probabilmente proprio Vercelli – Tel. 0161 253047
per merito del mogano, gli acuti non rimangono in-
dietro, come di solito capita con chitarre con que-
sto shape del corpo, ma rimangono belli presenti
e definiti. Insomma, suona come deve: una dred a
tutti gli effetti, ma con una marcia in più sulle note
alte. Questo la rende piacevolmente versatile: con il
plettro è la morte sua, niente da dire, ma anche con
le dita ha il suo perché. Il sustain è lungo e corpo-
so, con una bella punta di riverbero naturale. E dire
queste cose di uno strumento tutto in mogano non
è che capiti tutti i giorni.
Il Sonitone della Fishman, montato di serie, ha i
controlli alla buca e l’alimentazione fissata all’inter-
no della cassa, senza nessun citofono sulla fascia.
C’è voluto quasi un decennio, ma anche su queste
cose le grandi case si stanno finalmente adeguando
alle richieste del mercato. Non si tratta di un sistema
di rilevazione ‘esoterico’, ma fa il suo mestiere de-
gnamente. Del resto, la base di partenza è buona e
non è difficile fare un buon lavoro in fase di amplifi-
cazione. La presenta del secondo pin per la tracolla
all’attaccatura del manico, oltre a un’amplificazio-
ne on board estremamente plug’n’play, danno allo
strumento una connotazione decisamente indiriz-
zata all’uso dal vivo. Sarà anche l’effetto MTV, ma
sono chitarre che si vedono spesso imbracciate dai
folk singer americani di ultima generazione. Del re-
sto sono non troppo costose, suonano bene e sono
pronte per andare su un palco, cosa altro serve?
mario.giovannini@chitarra-acustica.net
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chitarra acustica 11 duemiladodici
st strumenti
Microfono e preamplificatore per resofoniche, gipsy e banjo
Gold Tone ABS di Daniele Bazzani
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chitarra acustica 11 duemiladodici
strumenti st
Suono e sellette di Dario Fornara
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chitarra acustica 11 duemiladodici
st Suono e sellette
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chitarra acustica 11 duemiladodici
Suono e sellette st
Selletta in ottone. L’ottone è un materiale in re- di timbrica generata. A causa della sua morbidezza,
altà poco utilizzato nella realizzazione della selletta le corde tendono a incidere la superfice di appog-
del ponte. Alcuni costruttori lo ritengono un mate- gio con facilità e quindi deve essere tenuto ‘sotto
riale troppo pesante e in grado di caratterizzare in controllo’ con maggiore attenzione. Tutto ciò non
modo invasivo la timbrica naturale dello strumento, vuole e non deve essere visto in maniera negativa,
aggiungendo all’attacco della nota un suono me- ma solo come una possibilità in più nella ricerca del
tallico e soprattutto generando una ‘compressione’ proprio suono ideale. Sicuramente merita di essere
non sempre gradita. Anni fa ho montato una selletta sperimentato.
in ottone su una vecchia chitarra acustica Bozo a 12
corde e ho ripetuto l’esperimento su altri strumenti Selletta in carbonio. Esistono sellette in carbo-
ricavandone le stesse impressioni: suono effettiva- nio di vario tipo e, infatti, con questo termine a volte
mente più metallico, timbrica con maggiore corpo vengono proposti materiali piuttosto differenti sia per
ma più compressa. composizione che per struttura. Personalmente ho
montato su una mia chitarra una selletta in carbonio
Selletta in mammut fossile. Siamo nell’esoteri- e grafite sinterizzata (abbastanza difficile da repe-
co timbrico chitarristico. E ci sono caduto anch’io
rire) veramente incredibile, in grado di generare un
con la selletta della mia Martin 00028. Il mammut
sustain e una definizione timbrica davvero fuori dal
fossile non è neppure un materiale così raro da tro-
comune. Più comuni sono invece le sellette realiz-
vare e si può recuperare facilmente: basta avere la
zate in fibra di carbonio, grazie alle quali è possibile
voglia e la possibilità di sborsare un piccolo capita-
ottenere una timbrica di base presente e brillante,
le che da solo supera l’acquisto di certi strumenti
‘da supermercato’. Il suono è bello, molto definito; guadagnandone in volume e dettaglio, ma… ripeto,
quello della mia triplo zero si è leggermente aperto, si trovano in commercio prodotti che possono es-
perdendo un filo della sua mediosità. Solo per stru- sere molto diversi fra di loro, anche come sonorità.
menti rigorosamente acustici e per chi è disposto a
metterci un po’ di suggestione. Ma forse è un parere Conclusioni
un po’ troppo personale… Senza aspettarsi grandi miracoli, e sempre tenen-
do presente che una buona selletta è solo un ele-
Selletta in corno. Al di là di un discorso pura- mento che concorre alla formazione della timbrica
mente estetico, che però in questo caso già da solo del nostro strumento, il consiglio è quello di spe-
potrebbe determinarne la scelta, la selletta in corno rimentare, magari approfittando del prossimo ‘ta-
ha un suono leggermente più spento e medioso. gliando’ dal vostro (naturalmente bravissimo) amico
L’attacco può essere meno definito e soprattutto le liutaio di fiducia. Attendo le vostre opinioni!
corde non avvolte possono perdere parte della pro-
pria complessità armonica. È un materiale piuttosto Dario Fornara
morbido e la cosa sembra proprio riflettersi sul tipo dariofornara1@alice.it
Selletta in csrbonio
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chitarra acustica 11 duemiladodici
st strumenti
GAS Addiction di Mario Giovannini
Eko
Diavolo di un Varini. Non si ferma
mai. Da dicembre saranno dispo-
nibili i nuovi modelli della sua serie
signature per la casa di Recanati:
Eko Mia 018 Cutaway 12 corde, Mia
Parlor, Mia Nylon, Mia per manci-
ni, Mia Learning per i principianti.
Quest’ultima, in particolare, dotata
di sistema FastLok per la regolazio-
ne del manico, viene proposta ad un
prezzo davvero per ‘studenti’. Non
mancheremo di approfondire.
www.ekomusicgroup.it
Schecter
Sono finalmente disponibili anche sul mercato italiano le nuovissime chitarre acustiche Schecter della
serie Hellraiser e Omen Extreme. La nuova linea di chitarre acustiche Schecter punta a proporre strumenti
dal look accattivante in linea con il target dei clienti Schecter, ovvero musicisti alla ricerca di una chitarra
dal look moderno e di buon suono acustico per le loro performance in ambienti pop/rock.
Le acustiche della serie Hellraiser sono disponibili nelle versioni Stage (spalla mancante fiorentina) e
Studio (spalla mancante veneziana); entrambe vengono prodotte in finitura lucida, sia nella colorazione
BCH (black cherry) che nel STBLK (nero trasparente). La gamma di acustiche Hellraiser presenta top,
fondo e fasce in acero quilted, capotasto e traversino Black Tusq Graph Tech, ponte dal design esclusivo
Schecter Custom, intarsi in abalone, rosetta in palissandro, meccaniche Grover ed elettrificazione Fishman
PreSys.
Le acustiche della serie Omen Extreme vengono prodotte in finitura lucida, nelle colorazioni ANTQ (anti-
que amber), BCH (black cherry) e VSB (vintage sunburst). La gamma di acustiche Omen Extreme presenta
top in acero quilted (colorazioni ANTQ e BCH) o abete (colorazione VSB), fondo e fasce in acero quilted
(colorazioni ANTQ e BCH) o palissandro (colorazione VSB), capotasto e traversino Ivory Tusq Graph Tech,
ponte dal design esclusivo Schecter Custom, intarsi in abalone, binding e rosetta multistrato, meccaniche
Grover ed elettrificazione Fishman ISys.
www.goldmusic.it
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chitarra acustica 11 duemiladodici
st
Schertler
La casa elvetica ha presentato il ‘fratello minore’ dello
Yellow Blender provato su queste pagine pochi mesi fa.
Si tratta di una versione monocanale del preamplificatore
in Classe A di Schertler con 1 In, 3 Out ed Effect Loop
integrato.
Yellow Single offre:
– design moderno e sofisticato, costruito in un robusto e
leggero case in alluminio;
– massimo due canali di ingresso per tutti i tipi di micro-
foni e pickup;
– massimo quattro linee di uscita con connessioni mul-
tiple;
– uscita per le cuffie;
– Send & Return per loop effetti;
– EQ quadribanda con altri filtri dedicati per garantire
un’ampia gamma di controlli di tono e la massima flessi-
bilità;
– elettronica in pura classe A per la migliore performan-
ce possibile.
Ogni singola sezione è stata pensata e progettata per
garantire il massimo potenziale da ogni tipo di sorgente
sonora.
www.schertler.com
Admira
La Gold Music Srl e la Enrique Keller S.A. sono liete di annun-
ciare che le celebri chitarre classiche spagnole Admira verranno
distribuite e commercializzate in esclusiva sul territorio italiano
dalla Gold Music. In occasione dell’annuncio di questa nuova
prestigiosa distribuzione, la Gold Music è lieta di introdurre due
nuovissimi prodotti Admira che si vanno a collocare nella fascia
student. Si tratta dei modelli Alba e Diana che permettono di ave-
re una chitarra classica spagnola di pregio (il marchio Admira è
da sempre sinonimo di qualità) ad un prezzo davvero accessibile
a tutti (range di prezzo al pubblico 100,00/150,00 euro).
Alba: chitarra classica 4/4, serie Admira Eki con top in abete
canadese, fondo e fasce in sapele, manico in mogano, scala di
650 mm, ponte e tastiera in palissandro, binding nero su top e
fondo, rosetta in legno, meccaniche ‘Lyre’ nichelate, finitura lu-
cida.
Diana: chitarra classica 4/4, serie Admira Eki, top in cedro ca-
nadese massello, fondo e fasce in sapele, manico in mogano,
scala di 650 mm, ponte e tastiera in palissandro, binding nero su
top e fondo, rosetta in legno, meccaniche ‘Lyre’ nichelate, finitura
lucida.
www.goldmusic.it
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chitarra acustica 11 duemiladodici
tc tecnica
Guitar Workshop
di Stefan Grossman
David Laibman è conosciu- red Aristocracy”.
to come il padre del revival La sua versione di “Colored
chitarristico contemporaneo Aristocracy” [in AA.VV., Novel-
del ragtime classico. I suoi ty Guitar Instrumentals, Stefan
arrangiamenti in questo cam- Grossman’s Guitar Workshop,
po sono sbalorditivi oltre che 1a ed. 1975] combina un caratte-
splendidi. Potete ascoltarli re quasi nashvilliano con alcune
nel suo album solista Classi- interessanti posizioni di accordi,
cal Ragtime Guitar (Rounder, dando vita a un arrangiamento
1981) e in The New Ragtime molto impegnativo e stimolante.
Guitar (Folkways, 1971) inci- Mentre la maggior parte dei chi-
so con Eric Schoenberg. Ma tarristi cercano ad esempio di dovete leggere accuratamen-
quando Dave iniziava a dare catturare lo stile degli strumenti te nella trascrizione musicale.
una scossa alla scena folk nei irlandesi nei loro arrangiamenti di Siamo in tonalità di La e si ini-
primi anni ’60 con il suo incre- melodie celtiche, Dave ha optato zia con una posizione dell’ac-
dibile stile chitarristico, molti per un approccio diverso, basato cordo di La con un barré sulle
dei suoi pezzi erano presi dal sulle sue tecniche legate al ragti- prime quattro corde al secon-
gruppo di old-time revival The me classico. do tasto. La terza battuta intro-
New Lost City Ramblers. Dai Il pezzo è in basso alternato. duce un accordo di Fa# suo-
dischi dei Ramblers aveva Fate attenzione, perché nell’ar- nato con il pollice della mano
infatti imparato “Money’s All rangiamento ci sono a volte dei sinistra agganciato dietro al
Gone”, “Dallas Rag” e “Colo- giri e degli sviluppi imprevisti che manico per premere la sesta
corda al secondo tasto, men-
tre l’indice esegue un piccolo
barré sulle prime due corde al
secondo tasto, il medio preme
la terza corda al terzo tasto e
l’anulare preme la quarta cor-
da al quarto tasto. Suonate
questo accordo con questa di-
teggiatura. Se provate a suo-
narlo con un barré completo,
avrete dei seri problemi a suo-
nare la melodia.
Nella quinta misura dovete
prendere un barré al settimo
tasto sulle prime tre corde. Te-
nete questa posizione per tut-
ta la battuta. Alla sesta misura
la posizione cambia: l’anulare
preme la seconda corda al
settimo tasto, l’indice preme la
terza corda al sesto tasto e il
medio preme la quarta corda
al settimo tasto. Questa di-
teggiatura molto ingegnosa ci
permette di mantenere il bas-
so alternato e suonare la me-
lodia sugli acuti. La diteggia-
David Laibman, dalla copertina del suo CD Adventures in Ragtime, tura di Si7 alla settima misura
Stefan Grossman’s Guitar Workshop, 2008
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chitarra acustica 11 duemiladodici
tc
prevede ancora l’indice sulla terza corda al sesto tasto, ma il medio e l’anulare ora premono rispet-
Colored Aristocracy
tivamente la sesta e quarta corda al settimo tasto. È questa un’altra posizione molto interessante,
che dona all’arrangiamento fluidità e colore. L’ottava misura inizia con un accordo di Mi in prima po-
sizione. Diteggiate l’accordo completo, anche se la trascrizione chiede soltanto di pizzicare la sesta e
Traditional,
prima corda a vuoto. Tenendo la posizione intera dell’accordo, otterrete un suono Arranged
più pieno, perché by
la chitarra catturerà le varie vibrazioni per simpatia. Dave Laibman
Queste sono praticamente tutte le posizioni richieste. L’unica altra posizione si può trovare all’inizio
della seconda sezione, dove l’accordo di La è preso con una forma di Fa al quinto tasto. Di nuovo,
fate attenzione a utilizzare il pollice per premere la sesta corda al quinto tasto e a non eseguire un
barré completo.
Colored Aristocracy
traditional – arranged by David Laibman
Section One
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©1975 Shining Shadow Music
chitarra-acustica
All rights
11 Reserved. Used With Kind Permission.
duemiladodici
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chitarra acustica 11 duemiladodici
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chitarra acustica 11 duemiladodici
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4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5
0 0 0 0 0 0
E (a d d b1 3 ) B m (a d d 1 3 )
b
# œ . œ œ œœ œ œ .œ œ œœ # œ œ œ œœ# œ œœ ú œ œ œ œ. œ œ #œ œ. œ œ #œ
7
V œ œ œ œ œ œ œ œœ œ
2 4 5 1 1 0
3 3 3 3 5 4 1
4 4 4 4 4 4 4 4 0 0
0 0 0 0 2 2 2 2
0 0
60
chitarra acustica 11 duemiladodici
tc
D (a d d b1 3 )
10
# œ œ b œœ œ œœ œ œ œ œœ œ œ œ œ . œ œ b œœ œ œœ . œ œ. œœ œ
V wœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
œ œ
p
0 0 2 4 0 2 4 0 2 2 2
0 0 0 0 0 0 0 0
0 0 3 3 3 3
2 2 2 2
0 0 3 3 3 3
E (a d d b1 3 )
13
# b œœ . œ œ œ œ .œ b œœ . œ œ œ œ œ œ b œœ œ œœ œ úœ œ œ œ œ
œœ . œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
V
F
7 5 7 8 7 5 7 7 7 2 0 2 4 2 4 5 4 0
6 6 6 6 6 6 6 6 3 3 3 3
7 7 7 7 7 7 7 7 4 4 4 4
E (a d d b1 3 ) C (a d d b1 3 ) B (a d d b1 3 )
5fr.
D /C
(
E add 9 )
# œœ œœ œœ œ œœ œœ œœ
V œ œœ œ œœ œ œœ œ œ œœ n œœœ # www
16
b œœ œœ œ
f w
F
2 4 0 2 4 0 2 4 0 2 9 5 4 0
3 3 3 3 7 3 2 0 2
4 4 4 4 5 1 0 1
7 3 2 2 2
1
0
E (a d d b1 3 )
# ∑ Œ Œ Œ ‰ ≈ œ œ œ . œ œ. œ
œ œ œ œœœ œœœ œœœ œ œ œœ œ œ œ œ œ œ
19
V œ œ œ œ œ œ
π p H p H p H
4 2 4 5 2 5 4 2
3 3 3 3 3 3
4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
0 0 0 0 0 0
61
chitarra acustica 11 duemiladodici
tc The Blue
Horizon
D (a d d b1 3 )
# œ . œ œ úœ . œ œ b œœ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ w bœ
V œ œ œ œ œ œ œ
rK
22
œ œ œ œ œ œ
œ
œ œ œ
p H H
4 202 0 0 2 4 0 2 4 02
3 3 0 0 0 0 0 0 0 0
4 4 4 4 3 3 3 3
0 0
3 3 3 3
(
B m m a j7 )
# œ ú
# œ œ œ # œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœ œ œ œ # œ œ œ œ œ œ œ œ œ
25
V œ œ
œ œ œ œ
P
0 2 4 0 2 4
1 2 4 1 2 4 1 2 4 1 2 4
0 0 0 0
2 2 2 2 2 2 2 2
0 0 0 0
D (a d d b1 3 )/E
œ œ nœ œ œ 5
3 3
# œ w
3
œ œ b œœ œœ œ œœ œ œœ œœ œ œ b œ œ œ œ œ œ 38 .. œœ œœ
27
V œ œ 16
J J J
F f p p
0 0 2 2 2 4 4
. 3 5 3 5 30 2 0
. 3
1 1 1 1
2 2 2 2 2 2 2 2
0 0 0 0 3
D 9 ( b 1 3 )/A
# 5 œ œ œ œ nœ œ . 3 .
3 3
œœ œ b œœ œ n œœ œ œ 16 œ b œœ œ n œ œ .. 3
3 3 3 3 3
5 œœ
30
V 16 œ œ œ . 8 . œ 8
J J R J J J J J R
p p p
p
5 5 3 0
. . 2 2 3 2 0 2 2 3 2
.
. . .
3 3 0 5 5 5 5
3 0 3 0
3 3 5 5
62
chitarra acustica 11 duemiladodici
The Blue
Horizon tc
E 9 ( b 1 3 )/B G m7
4fr. 3fr.
# 3 . œœ œ œœ œ œ œ œ 5 œœ œ œœ œ œ œ . 3 . œ n œ b œœ œ œj
3 3 3 3 3 3 3
5
33
V 8 . J J œ 16 J J œ . 8 . œ J
œ œ n œ 16
J R J
3
p p p
. 4 4 5 4 0 4 4 5 4
. . 3 3
. . .
7 7 7 7 5 5 3
5 0 5 0 3
7 7 3 5 p3
6
E (a d d b1 3 )
5fr.
# 5 œ n œ œ œ ≈ . 3 . œ œ œœ œ œ œ œ 5 œ œ œ œ
3 3 3 3
3 3 3
œœ
V 16 œ b œJ œ . 8 . œJ J œ œ œ œ 38
36
16 J J
J R J R
p p p
3 3
. .7 9 9 5 4 0 9 9 5 0
. .7
5 5 7 7 7
3 5 0 5 0
3 5 7
E (a d d b1 3 ) C (a d d b1 3 ) B (a d d b1 3 ) D /C
5fr.
# 3 œœ œ œœ œ œ œ œ 5 œœ œ œœ œ œ œ . c œœ
3 3 3 3
œœ
3
œœ
œœ n œœœ
39
V 8J J œ 16 J J œ . b œœ œœ œ
J R
f
p p p
9 9 5 4 0 9 9 5 0
. 9 5 4 0
.
7 7 7 7 7 3 2 0
5 0 5 0 5 1 0
7 7 7 3 2 2
1
E (a d d b1 3 ) C (a d d b1 3 ) B (a d d b1 3 )
E 5fr.
D /C (
E add 9 )
# w ∑ ∑ œœ œ œœ
V # ww œ œ œ œ
œœ œœœ œ œœ œœœ œ œœ b œœœ n œœœ # www
42
œœ œ
w F w
P π
2 9 5 4 0
2 3 3 3 3 7 3 2 0 2
1 4 4 4 4 4 4 4 4 5 1 0 1
0 0 0 0 7 3 2 2 2
1
0 0
63
chitarra acustica 11 duemiladodici
tc tecnica
Basso Acustico - 4
di Dino Fiorenza
e quindi avere una completezza armonica delle nostre esecuzioni, potendo cosi suonare sia la parte
ritmica che quella armonica e addirittura la linea di basso.
Il primo esercizio ci dà modo di prendere confidenza con questa nuova posizione; suoniamo in La:
Moderate
; 44
B B B B
1
C C C C
c
& + & + & + & +
Con il secondo esercizio aggiungiamo con la mano destra alla tonica di La il suo voicing per creare
l’accordo di Lam7:
; 44
B B B B
1
T T T T
64
chitarra acustica 11 duemiladodici
tc
Adesso viene il bello, uniamo tutti e due gli esercizi: il risultato è strepitoso, sentiamo suonare toni-
ca, voicing e supporto ritmico:
; 44
B C B C
1
T T T T
Bene, estendiamo l’esercizio precedente alla progressione armonica seguente: Am7 / D7 / Gmaj7
/ Cmaj7.
DB
; 44
1
B C B C
T T T T
DBB
/ BB/ BB/ BB/
B C B C
3
T T T T
Ci vediamo il prossimo mese e come al solito non esitate a contattarmi per qualsiasi vostra curiosità
o altro.
Buon lavoro!
info@dinofiorenza.com
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65
chitarra acustica 11 duemiladodici
tc tecnica
L’improvvisazione - 5
Come suonano le note?
di Daniele Bazzani
Come ho accennato nelle puntate preceden-
ti, queste non sono vere e proprie lezioni, dare
esercizi e poi verificarli insieme è molto compli-
cato, cercherò di limitarmi a concetti grossolani
ma fondamentali, per dare un’idea di quella che
può essere una direzione da seguire negli anni.
Perché per imparare ad improvvisare non ba- accordi in fila, se siamo in Do saranno: Do / Rem
stano giorni, né mesi. / Mim / Fa / Sol / Lam / Sim5b; se fossero di 7a
quindi a 4 voci avremmo: Domaj7 / Rem7 / Mim7
Scusate se ogni tanto mi ripeto, ma cerco di ri- / Famaj7 / Sol7 / Lam7 / Sim7(5b).
allacciare i vari discorsi fatti oramai a distanza di A questo punto fate scorrere la progressione e
mesi, quindi se ripenso a quanto già scritto posso suonate solo la nota Do ascoltando cosa accade,
considerare la musica un linguaggio e l’improvvi- vi assicuro che è molto interessante. Ripetete più
sazione simile a ciò che accade quando parlia- volte per sentire bene le sfumature e poi ferma-
mo: usiamo parole che conosciamo, le mettiamo tevi a cercare di capire cosa avete fatto, perché
insieme seguendo regole grammaticali, parliamo avrete in realtà suonato una sola nota ma con
degli argomenti che ci troviamo ad affrontare du- sette significati diversi: sull’accordo di Do sarà la
rante il giorno, non ci portiamo le frasi scritte da Tonica, su quello di Rem sarà la settima minore,
casa. su Mim la sesta minore, e via dicendo.
In una parola, improvvisiamo. Il passo successivo sarà di fare la stessa cosa
con le altre note della scala, alla fine, con solo
Ecco che ci si rende conto piuttosto in fretta sette note, ne avrete suonate molte di più. Que-
che in musica invece abbiamo delle note, un rit- sto esercizio stimolerà la vostra sensibilità ai
mo da seguire e un ritmo a cui e su cui suonarle, ‘colori’ che hanno e danno le note, perché quei
degli accordi da tenere a mente, una canzone sette, semplici pallini neri sul pentagramma, che
a cui adattare il tutto. E poi ci saranno la nostra tendiamo spesso a snobbare, sono in realtà il no-
personalità e conoscenza musicale che ci spin- stro amico più fidato, il magma da modellare per
geranno in questa o quella direzione. scolpire nella storia la nostra musica.
Un bel casino, non c’è che dire. Possiamo anche estendere il lavoro alle note
Perché a tutto questo dobbiamo aggiungere ‘fuori’ scala, e se pensiamo al risultato sorpren-
quelle cose basilari che si studiano all’inizio del dente già solo su una banale progressione, im-
percorso come accordi, scale, triadi, arpeggi e maginiamo cosa potrebbe accadere se gli accor-
via dicendo. di cambiassero sempre, se modulassero e via
dicendo.
Ma torno a quanto accennato nel titolo, come
suonano le note? A questo esercizio possiamo aggiungere com-
Una cosa interessante che molti non fanno è plessità per renderlo ancora più accattivante e
provare a suonare una sola nota sugli accordi musicale, suonando magari due note, ad esem-
che cambiano, una qualsiasi progressione: se pio Do e Re, sugli stessi accordi, e alternandole
avete modo di registrarvi mentre suonate una rit- come ci sentiamo di fare, senza pensare a nul-
mica fatelo, o prendete programmi tipo Band in a la se non alla nostra sensibilità, e poi una terza,
Box o software online come Jam Studio, o basi e via dicendo. Questo ci dà anche la misura di
preregistrate di canzoni famose, va tutto bene quanto si possa fare con poche note e un po’ di
purché sappiate su cosa state suonando. fantasia.
La cosa migliore, all’inizio, sarebbe suonare Mi sono sbilanciato ancora, in effetti questo è
su una semplice progressione armonica con gli un altro esercizio.
66
chitarra acustica 11 duemiladodici