Sei sulla pagina 1di 3

LEZIONE 3

Sonata per violino solo, dopo fuga due movimenti di carattere diverso dai precedenti, è polifonia molto
particolare andante, come se ci fossero due violini. Come se bach volesse portare su violino lo stile dei
tempi lenti dei concerti italiani. CI si immagina basso continuo e archi che accompagnano e violino che
canta, in sonata da chiesa, dopo grande fuga, c’è una pagina che sembra venuta fuori da musica profana,
quasi di intrattenimento. Ultimo movimento è ancora diverso, come se bach negasse tutta la complessità
contrappuntistica. Torna ad essere strumento puramento monodico. Idea barocca del bianco nero, lontano
vicino. Monodia in cui è possibile trovare polifonia nascosta.

Rimanendo a Koethen, 1 tempo del 5 concerto brandeburghese, quello più innovativo, scritti per la corte
del brandeburgo come curriculum da bach che cercava nuovo lavoro, invia al margravio un pacco di
concerti in cui mostra che sa maneggiare tutti generi, forme, stili e strumenti. Via di mezzo tra concerto
grosso e concerto solistico, c’è accompagnamento orchestrale da cui emergono 3 strumenti, violino flauto e
cembalo. Sorta di sonata a tre, si alterna con il tutti. Tema altra sezione, tema altra sezione, tema altra
sezione, tema altra sezione. Poi gli strumenti tacciono e rimane solo cembalo, comincia sorta di lunghissima
cadenza non improvvisata, scritta nel quale da strumento da accompagnamento diventa protagonista del
concerto, è riconosciuto come momento in cui per la prima volta in ambito concertistico la tastiera si
emancipa dal ruolo di sostegno, come se sgomitasse e volesse diventare lei protagonista, atto di nascita dei
concerti per cembalo o pianoforte di tardo settecento e poi ottocento. Primo movimento è il più innovativo.

La struttura è quella di Vivaldi, ritornello + ???, cantabilità molto meno distesa, regolare, in Bach c’è sempre
l’intreccio di parti, sempre il contrappunto, tipico di Bach, non è di un compositore italiano, si ispira agli
italiani, fagocita le cose e le rigetta a modo suo. Dentro c’è la francia, l’italia, il passato il presente, lui non le
usa in maniera meccanica, le rimodella. Tema parte solistica, difficile poi stabilirlo, i solisti rielaborano
sempre lo stesso tema, gli viene dal 400 e poi si troverà negli autori successivi. Il classicismo si basa sempre
su idea di un frammento che va tirato, Beethoven parte da piccoli frammenti, lo stesso farà Brahms,
Schoenber, Berg, Weber. Va dal Medioevo fino all’avanguardai del 900 e passa dalla germania e dall’austria,
non italia e francia. Bach chiude un epoca, tutti quelli delle epoche succesive si ispireranno a lui. Weber
bisnipotino di Bach, costruisce le serie nel 900, Urpflanze nello scrivere le sue composizioni. Parola che
avrebbe usato già Goethe era botanico, descrivendo la natura aveva parlato che ogni organismo vivete pur
nelle sue mille ramificazioni deriva sempre da un seme, ogni foglia, pezzo di tronco, tutto deriva da quello.

Anni di Koethen con il primo libro del clavicembalo ben temperato, secondo scritto a Lipsia, 24 preludi e
fughe su tutti i gradi della scala cromatica. Gunon prende la parte tastieristica e ci aggiunge melodia, uno
dei pezzi più strappalacrime. Suonato su pianoforte. Seconda metà 800 si riscopre bach i clavicembali non
esistono più, scompare con la 2 metà 700. Quando si ritorna a suonare bach lo strumento a tastiera è il
pianoforte, è adottato al pianoforte diventa a tutti gli effetti autore pianistico. Non è quella la dimensione
acustica.

Ai primi del 700 invenzione pianoforte, ancora barocco, finisce con morte di Bach, Bartolomeo Cristofori,
padovano che lavorava alla corte medicea, cembalaro di Ferdinando III de’ Medici, musicofilo assatanato,
adorava l’opera, mecenate di tanti compositori. Aveva un sacco di musicisti, aveva bisogno di qualcuno che
tenesse a posto gli strumenti, oltre ad accordare e restaurare inventa questo strumento, lo chiama
clavicembalo che fa con il piano e il forte, inserisce martelletti, attraverso il peso del dito il martelletto
picchia con più o meno peso, con il cembalo il pizzico viene sempre uguale. Comincia a diffondersi in
Europa ma ci vogliono decenni, Bach una volta a Berlino a trovare il figlio ha suonato il pianoforte e pare
non gli sia piaciuto. Comincerà a diffondersi nella 2 metà del 700, soppiantando il clavicembalo a fine 700.
Mozart e haydn, nel primo beethoven ancora intercambiabilità tra cembalo e pianoforte; archiviato con la
rivoluzione francese, fine dell’Ancien Regime. La borghesia che pretende il potere porta con sé nuovi
strumenti, tipico strumento della borghesia emergente.

Preludio in Do maggiore, ha struttura libera, ogni preludio è diverso, in questo caso isoritmico, tutto il pezzo
ha lo stesso passo.

Segue una fuga, le fughe sono a 2, 3, 4, 5. Quelle più frequenti sono a 3 e 4. La fuga in generale può essere
scritta per tot voci, anche 20 nel barocco! Manuale di fuga, ci sono delle regole molto severe sul piano della
forma, in realtà sono estratte succesivamente a Bach quando nel 700 e 800 si sono scritti manuali di fuga,
generalizzazione di pratiche pre esistenti. Dirà che la fuga è divisa in 3 sezioni:

- Introduzione
- Parte centrale, elaborazione dell’idea principale, Sviluppo, tecnicamente è successione di
divertimenti, tanti episodi diversi
- Parte riassuntiva in cui ritorna il tema principale a tutte le voci, ogni voce riespone il tema
principale, pero lo espone in maniera stringata senza prendersi lo spazio dell’esposizione, una voce
comincia ad enunciare il tema, un’altra la rincorre subito, si rincorrono in maniera rapidissima una
sull’altra, prendono il nome di Stretti.

Non è detto che in una fuga di Bach ci siano tutte queste parti. Parte che troviamo sempre è l’esposizione
del materiale, uguale in tutte le fughe, la parte dell’esposizione è standard. C’è un tema, soggetto che viene
enunciato. C’è un’altra voce che enuncia di nuovo lo stesso soggetto, all’inizio era in Do, una quinta sopra,
risponde al soggetto e prende il nome di risposta, nel frattempo la voce che aveva enunciato la melodia
continua a suonare, questa parte in cui la prima voce viene coperta da seconda dalla risposta, prende il
nome di controsoggetto. Poi entra un’altra voce mentre le due sopra continuano, espone sempre sul sol il
tema, di nuovo il soggetto, poi entra la quarta voce che risponde alla terza in do, tornando a casa, risposta,
sempre con la stessa melodia.

Adesso cominciano i giochi veri, sezione centrale, Bach prende questo tema e lo elabora, a volte compare
così com’è spostato sui gradi, a volta allargato, a volte presi intervalli, invertito, cancrizzante. Rispettando le
regole del contrappunto, 5, 8, contrappunto.

In questa fuga non c’è l’ultima parte riassuntiva in cui tutte e 4 le voci dovrebbero entrare come all’inizio,
ma una sopra all’altra rincorrendosi.

Un paio di fughe dall’arte della fuga, è una composizione che Bach portò avanti negli ultimi anni di vita,
pensata per essere suonata nella mente, è un’opera speculativa, rientra nell’idea medievale di musica come
arte matematica, arte astratta. È una sorta di manuale, di prontuario su come si può prendendo un tema,
come si può variare all’infinito, tutte le fughe sono basate sullo stesso soggetto. BWV 1080.

L’originale è scritta su quattro pentagrammi separati. Sono 19 le fughe, le chiama Contrapuncuts, cioè
contrappunti, per quattro voci o strumenti.

Lungo pedale sulla tonica in conclusione, tipico del finale, indicato come necessario dai manuali.

Man mano ogni fuga tende a complicare il soggetto, in questo caso è simile, ha complicato il ritmo del
controsoggetto. Ogni fuga lavora su un minimo cambiamento per far vedere come tutto sia uguale e tutto
al contempo diverso, è una mutazione progressiva dell’idea di base. Nella 3 inverte tutti gli intervalli. Ciò
che saliva scende e viceversa.

Arte della fuga 19, ultimo contrappunto. Fuga quadrupla, come se fossero quattro fughe attaccate l’uno
all’altro, 3 soggetto B si bemolle, A, C, si bequadro H. prima costruisce una fuga su primo soggetto,
esaurisce materiale, e così via. Lascia incompiuta fuga sul nome bach che lascia incompleta, avrebbe dovuto
utilizzare altro soggetto che gli studiosi hanno ritrovato risolvendo il puzzle. Alla fine voleva sovrapporre
tutti i soggetti, 3 addendi per scoprire il quarto basta sommarli.

Variazioni Goldberg BWV 988 → Klavier Buch, anni di Lipsia, architettura che la assomiglia alle composizioni
speculative, ma è per cembalo. La chiamiamo così per leggenda legata a nascita della composizione, diffusa
da Karl Philipp Emanuel, era custode della memoria. raccontò a Vorgel, che quest’opera era stata scritta su
richiesta di un allievo di Bach, Goldberg che era impegnato come maestro di cappello presso un nobile che
soffriva di insonnia, in una stanza adiacente aveva fatto piazzare un clavicembalo. All’epoca delle variazioni
era un ragazzino, la carriera come maestro di cappella è successiva. Bach non le chiama nemmeno
variazioni.

Aria mit verschiedenen Veränderungen. Metamorfosi, trasformazione, cambiare aspetto, esiste anche
variationen, mettersi nei panni dell’altro è curioso questo termine. Tutte le trasformazioni del tema sono in
realtà trasformazioni che lasciano invariato nel tema, siamo nel mondo della variazione barocca, molto
diversa dalla variazione del 700-800, Mozart, Haydn, Schubert, Brahms. Idea di tema che cambia rimanendo
riconoscibile, tema melodico, nel barocco sono su un basso le vriazioni, rimane sempre invariata, le funzioni
accordali rimangono uguali, ma cambio quanto viene costruito sopra, si trova in Frescobaldi, Monteverdi,
Hândel tutti gli autori dal tardo cinquecento in poi.

Il tema è suddiviso in due sezioni. La particolarità è il fatto che sono 32 battute, divise 16 nella prima e 16
nella seconda. Basso bipartito ritornellato. Ogni parte è a sua volta suddivisa in 8 battute. È molto regolare.
Questa struttura si trova in tutti i pezzi che seguono il primo. Il primo pezzo è un’aria, il fatto di chiamarsi
aria rimanda alla cantabilità, qualcosa da cantare, melodia molto fiorita che sta sul basso, il basso è
ugualmente fiorito. Il basso è lo stesso nella 1 variazione, così sono fatte tutte e 30 le variazioni. AA BB
bipartite con lo stesso basso. La struttura bipartita è la stessa delle danze tonica dominante, seconda parte
dominante tonica.

Le 30 variazioni che seguono sono collegate a gruppi di 3, 10 gruppi, in ogni gruppo le prime 2 hanno
carattere puramente virtuosistico oppure di danza o insieme, l’ultima è molto particolare. La prima
virtuosistica, la seconda danza. Il terzo pezzo è molto concettuale perché è un canone, diverse voci, 2 in
questo caso. Basso molto fiorito, la mano destra fa canone all’unisono, prima voce, fa la stessa cosa mentre
la prima continua ad andare avanti. All’unisono perché la seconda voce parte dalla stessa nota.

Poi ricomincia ciclo, 2 pezzi liberi virtuosistico danzanti + canone. Variazione 6, secondo canone, canone
fino alla 9, ogni volta cresce di un tono.

Prossima

Potrebbero piacerti anche