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LEZIONE 2

Teatro del 700 Napoli, Serva padrona, Bach, Händel e Scarlatti.

- Musica vocale Bach → Passione secondo Matteo


- Musica strumentale → Clavicembalo ben temperato, sonate e partite per violino, concerti
brandeburghesi
- Musica speculativa → l’arte della fuga

Ascolti Bach, le passioni secondo Matteo e Giovanni, a Lipsia, uno dei compiti scrivere per la Chiesa di S.
Tommaso, a Lipsia scrive anche cantate, più di 600 ne abbiamo 200, scritte per ogni domenica e festa. Sono
delle composizioni per organici variabili, sacre, per un’orchestra sempre, poi uno o più solisti ci potevano
essere, anche il coro. Fatta di pezzi chiusi coro, aria, recitativo. Lunga o breve a seconda festività. Cantata
come piccolo oratorio da cantare e suonare in chiesa di lunghezza variabile a pezzi chiusi. La passione che
ascoltiamo è una cantata gigante, dura oltre 3 ore.

Passione secondo Giovanni → quella di Matteo ancora più imponente, qualcuno la paragona in musica alla
cappella sistina. Si ispirano ai vangeli di Giovanni e Matteo. Parte prima e seconda, sempre in due parti,
venerdì santo, nel mondo luterano è festa importante, dedicata alla preghiera, meditazione su passione. Si
passava quasi tutto il giorno in chiesa, ecco perché era così ampia, era il momento principale della giornata,
riflessione teologia e morale su ciò che sta avvenendo in questo giorno. All’intervallo il pastore teneva
un’omelia in cui spiegava il senso del venerdì santo e di quello che si era ascoltato. Ogni numero
corrisponde ad un pezzo chiuso, 2 sono vari tipi di recitativi alcuni fra personaggi, altri più corali, 3 corale,
tipo particolare di coro, 7 aria. Struttura come opera, unica differenza presenza massiccia di cori, per il resto
ci sono recitativi e arie, ogni numero è pezzo chiuso che ha inizio e fine. Struttura tipica del 700 fino all’800.

Le passioni musicano diverse tipologie di testi, nei recitativi → si mette in musica il testo biblico così com’è,
sono testi piuttosto dialogici, narratore e poi personaggi, questa struttura favorisce il recitativo. Evangelista
è narratore, protagonista, è tenore, voce modellata in maniera plastica, dall’acuto più acuto al grave,
parlato molto scolpito, più lunga e complessa per la rispondenza che ha con il testo, sottolinea nel modo
più drammatico possibile il senso del testo nell’evangelista. Per i cori e per le arie i testi sono nuovi, scritti
da poeti che Bach aveva a disposizione, si tratta in genere di commenti al testo evangelico, di sottolineature
rispetto al testo, devono servire per coinvolgere l’ascoltatore nell’azione, devono farlo commuovere, farlo
entrare psicologicamente, sono dei veri e propri commenti, liriche espressive. Poi ci sono i corali, li vediamo
a suo tempo, testi più tradizionali della liturgia luterana. 3 tipologie di testi: vangelo, poetici scritti ex novo e
tradizionali della liturgia luterana.

Organico 2 flauti, 2 oboi d’amore e caccia due tipologie, violino, viola, voci satb, liuto per fare basso
continuo. Van Veldhoven, società bach olandese, sito molto ricco su tutto bach. Esecuzioni spesso molto
belle. BWV 245. Flaminioonline. Versi introduttivi 1 coro. Cesura che apre altro squarcio. Da capo, coro col
daccapo, ripresa della prima parte. 7-8 versi vengono amplificati. Coro che vale come invocazione di tutta la
cristianità, il coro si fa portavoce del dolore di tutta l’assemblea, anche nelle arie il cantante si fa portavoce
del dolore del singolo, la passione vuole colpire l’animo, la sensibilità religiosa. Ascoltatore che è una
comunità, li unisce la fede.

Il pezzo successivo è una serie di recitativi, sono versetti evangelici, la canta in recitativo secco,
accompagnato solo dal basso continuo l’evangelista. Negli antichi oratori secenteschi historicus, colui che
narra la storia. Il basso ha la parte di Cristo. Qui canta il coro, in questo caso è un personaggio, rappresenta
la coorte e le guardie mandate dai farisei. Si svolge tutto come recitativo operistico, unica differenza è il
narratore, non ci sono scene e costumi, c’è bisogno di qualcuno che raccordi personaggi tra loro. È un
oratorio che ha per tema la passione, è un sottogenere di oratorio.

L’unica deviazione rispetto a normali recitativi è che da al coro orchestra di sostegno e lo tratta in maniera
contrappuntistica.

Prossimo brano è un corale. Il corale è cantato dal coro, ma non è esattamente identico al coro che
abbiamo sentito prima perché il coro canta una musica costruita apposta da bach per l’occasione, il corale
sfrutta musica tradizionale della liturgia luterana antica. Con la riforma luterana, 500, lutero stabilisce che
l’assemblea deve partecipare al canto, per lutero il canto è preghiera, nelle chiese cattoliche è la schola che
canta polifonia difficilissima, Lutero dice che è preghiera, fa creare da suoi seguaci melodie molto semplici
con testi nuovi o biblici, sacri di varia provenienza che chiunque può intonare facilmente. Diventano
tradizionali, ancora oggi si trovano, chiunque sa leggere, Lutero promuove anche l’istruzione musicale nel
catechismo, si insegna a leggere musica e ad intonare tutti insieme le melodie. Oltre che preghiera diventa
sorta di esercizio civile collettivo, ti senti parte di una comunità, devi ascoltare ed andare assieme agli altri,
contrario ad idea di prima donna e teatro, contrario a società mediterranea, qui tutti sono uguali. Queste
melodie ogni fedele le conosceva, Bach nei corali utilizza queste melodie per costruirci attorno delle
composizioni. Non l’ha inventato bach il corale, esisteva già come forma. Prende la melodia tradizionale del
corale e la pone al soprano → scritta da Lutero o seguaci, esisteva da 2 secoli, idea molto semplice, quasi
tutti gradi congiunti, piccoli salti, costruita in modo tale che ogni paio di battute ci sia fermata e respiro.
Bach costruisce su questa melodia un contrappunto a 4 parti, contrappunto omoritmico, pochi movimenti,
maggior parte delle volte ad un quarto corrisponde un quarto. È sempre il coro professionistico che canta
nella passione. Anche gli strumenti raddoppiano. Bassono grosso → fagotto. Il testo è tradizionale, 7 strofa
Herzeliebster Jesu, di J. Heermann. Testo che vuole far sì che l’uditore si immedesimi. Riflessione.

Dopo corale altro recitativo, poi altro corale, Vater Unser, Martin Luther. Bach armonizza il corale.

Attenzione nel recitativo a come Bach sottolinea la parola. Giuda, c’è sempre armonia tragica, per
rappresentare il fatto che lui è il cattivo, è musica espressiva, paradossalmente a volte è più espressivo
dell’aria, al contrario che in Italia, recitativo viene fatto secondo schemi recitativi e ci si concentra sull’aria.
Nel recitativo Bach spreme tutti gli affetti, tutte le espressioni possibili per renderlo drammatico.

Recitativo + aria, commento a quello che abbiamo sentito, scritto appositamente, Brockes. Aria resa →
contralto, basso continuo e due oboi concertanti che dialogano tra di loro e con la voce, scrittura
contrappuntistica, sorta di canone. Non è semplicemente accompagnamento della voce. Le arie hanno
ciascuna un colore timbrico diverso secondo idea barocca della molteplicità. Per ogni aria Bach tenta di
trovare un colore e vocale, ma anche differenti colori dell’orchestra per non renderle mai uguali.

Recitativo è sempre accompagnato soltanto da basso continuo, aria dall’orchestra, anche se piccolissima in
Bach c’è. L’idea è la stessa, l’orchestra accompagna la voce, nel recitativo solo basso continuo. Nell’opera
cembalo e altri strumenti nella passione organo e altri strumenti. Parlare intonato e aria un po’ più virtuosa.

Messe di Cimarosa, Scarlatti, Iommelli sono più virtuosistiche perché si scriveva per chiese cattoliche e in
Italia dove c’era tradizione dell’opera. Nel mondo di Bach non si fa opera, lontani da quell’idea estroversa di
teatro. Le strutture sono le stesse.

Poi passiamo alla musica strumentale, qualcosa per cembalo o partita, sonata, suite per violoncello.
Musica strumentale di adesso ci porta indietro sulla biografia, la gran parte del repertorio strumentale
risale agli anni di Köthen, corte calvinista e non si usava la musica in chiesa, orchestra e strumentisti
strepitosi era capace di sperimentare un sacco.

Suite per violoncello, sono 6, innovazione è il fatto che il violoncello fino a questo momento era utilizzato
come accompagnamento, non esisteva idea di violoncello che potesse farsi canto come violino, c’era 1
precedente italiano, un unicum. Fino a quel momento era stato servo di altri. Diventa solista, sperimenta
sul violoncello quello che già faceva su violino solo in sonate partite, farlo suonare in maniera polifonica,
ossia non solo suona da solo, ma deve trovare la possibilità di farsi più strumenti insieme. Sonate e partite
per violino gli riesce meglio, violino aveva tradizione e tecnica più sviluppata, da almeno un secolo e mezzo,
da 600, fine 500, il violoncello è più vergine da questo punto di vista, ma bach ci prova a farlo suonare
polifonicamente. Le suite sono 6, termine francese che si usa molto nel mondo tedesco, quasi più che in
francia. Significa sonata da camera, successioni di danze, introdotte da un preludio, queste danze.
Allemanda, corrente, minuetto 1 2, giga, sarabanda. Sono una serie di danze abbastanza fisse, minuetto
non è in tutte le suite, le altre sì. Le danze hanno forma tipica delle danze, anche nelle sonate da camera di
Corelli. Forma A A B B. tonica dominante, dominante tonica. Con due ritornelli. Sarabanda, accento 2
tempo. Giga sempre in 3. Preludio è libero, non ha una forma predefinita.

Prima suite 1007. Sol maggiore. Preludio isocrono, sempre lo stesso battito, quartine di sedicesimi. Soltanto
una corona. Le danze:

- Allemanda, primo ritornello, e poi secondo ritornello. Per questo è bipartita. AA, BB. Percorso
tonale si parte da Sol maggiore, poco a poco si modula, si va a finire in Re maggiore. Si riparte da re,
attraverso modulazioni si ritorna a Sol.
- Corrente: Sol, Re, Re, Sol.
- Sarabanda
- Minuetto

Bach tenta di trasformare il violoncello in uno strumento polifonico, nella sarabanda è abbastanza chiaro ci
sono accordi a tre voci, addirittura quattro. In un pezzo come il preludio. Isocrona non omoritmica! È una
polifonia nascosta, va trovata. Il sol è basso, voce superiore, oppure voce superiore, sol come pedale.
Bisogna trovarle le voci, è una polifonia occulta. Nel violino è molto più esplicita la polifonia, nelle sonate ci
sono delle fughe, aveva una tradizione lunga, era più ardito. Nasce ora come strumento solista. Sta
all’esecutore ritrovare la polifonia nascosta. Le vecchie esecuzioni di scuola ottocentesca nastro che si
srotola, i violoncellisti più consapevoli la cercano la polifonia. Cambiando timbro da registro a registro,
molto sta all’interprete. La carta bisogna farla parlare. Fantasia, cultura, sapienza del violoncellista.

Sonata per flauto nata con basso continuo che è andato perso, non è nata come sonata per flauto solo.
Rostropovich e Yo Yo Ma. Bach society.

Altro mondo è quello del violino, sonata. Le sonate sono sonate da chiesa, successione di adagi e allegri di
impianto piuttosto severo. 2 sonata per violino solo. Arthut Grumiaux, violinista che non ha particolari
interessi nella resa barocca, la minore, 1003. Anni ’50. Sin dall’impatto visivo sembrano più strumenti. È
ricchissima nell’ornamentazione, floridissima. Siamo in un ambito diverso dalle suite, severità e gravità
seppur con molti abbellimenti, compassato, siamo in sonata da chiesa, grave, qualcosa di pomposo.
Differenza tra opera e passione. Questo è il primo di quattro pezzi, ha 4 movimenti, questo grave è
impiantato in la minore, poi molto modulante, cromatizzante, va a finire in Mi, non in la, sulla dominante.
Pezzo che pure finisce in realtà no. Questa dominante rimane sospesa perché si getta nel pezzo successivo,
tutto questo grave va quasi inteso come lunga introduzione al movimento che verrà dopo, è un movimento
importante ancora più pomposo, complesso, è una fuga. Ci sono delle voci che si inseguono. Prossima volta
vediamo meglio. Pagina lunghissima enorme e complessissima. Quel grave maestoso sorta di sipario che si
apriva su questa fuga, cuore di questa sonata. Densità e lunghezza colossali, blocco gigantesco nel mezzo
della sonata. Composizione di un’altezza costruttiva enorme, differenza tecnica tra un violino allora e un
violoncello.

Prox volta 3 e 4 movimento. Bach sperimentava linguaggi e stili, generi ita, fra, ted all’interno di stessa
composizione, come se volesse mettere dentro tutto a quello che faceva.

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