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Nonostante le critiche, più che i divieti, dei giornali del Regime, la musica dei “negri” e degli americani ebbe
grande successo in Italia nell’infausto Ventennio. Tutti ascoltavano e ballavano il “jazz”, vero o annacquato
che fosse. Anzi, tanto di moda era quel nome o quel ritmo che ogni musica per avere successo doveva essere
“jazz-band”. E i gerarchi? E Mussolini? Bastava dire che si trattava di un valzer o una mazurka. Così, con
qualche trucco, lo si suonava e ascoltava perfino dopo le leggi razziali e anti-americane, durante la guerra e
nell’Italia divisa. E ci furono addirittura generali della Wermacht e fascisti che organizzarono orchestre jazz.
E anche i jazzisti, alla radio (radio Bari contro radio Salò), a modo loro “fecero la guerra”…