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AUGUSTIN BARRIOS
“Il Chitarrista Viandante”
(Un compositore per sé stesso)
Candidato
Francesco Magistro
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Agustin Barrios”Mangorè”
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INDICE
1. Introduzione pag. 4
5. Conclusione pag. 23
7. Bibliografia pag. 28
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1. Introduzione
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2. Vicende biografiche
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Nei primi anni del secolo Barrios studia teoria e composizione con il
violinista italiano Nicolino Pellegrini.
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Cacique «Nitsuga Mangorè»
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Mangoré era stato il capo dei timbúes, uno dei ceppi costituenti la
nazione Guaraní, la quale si estendeva — prima della conquista
spagnola — dalle Ande orientali fino alla costa dell'odierno Brasile
meridionale. La leggenda narra che, dopo l'arrivo degli spagnoli,
Mangoré si invaghì di una donna bianca, la quale però rifiutò il suo
corteggiamento; allora Mangoré organizzò un assalto per rapirla, ma
rimase ucciso. Questa autoctona versione del tema "amore-morte"
affascina Barrios, che trova nella passione per il suo strumento motivi
di espressione e di sofferenza. L'operazione di recupero etnico
assume, suo malgrado, le caratteristiche di "marketing" ante-litteram:
il pubblico è attratto dal sincretismo scatenato dal contrasto fra un
costume variopinto e chiassoso (talvolta, come a San Salvador,
condito da un palcoscenico ornato di palme e bambù) e la chitarra,
silenziosa e scarna. Battendo territori mai lambiti da altri chitarristi
classici, il maestro paraguayano propone i suoi programmi divisi in tre
parti: quella centrale è ancora dedicata alle trascrizioni da Beethoven,
Chopin o Schumann, ma l'inizio e la fine sono farciti della sua miglior
musica, con qualche incursione di Coste, Sor o Tárrega (l'epoca del
puro folclore è dunque finita).
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Nel peregrinare di Barrios, al Venezuela seguiranno (oltre San
Salvador, di cui si è accennato) Costa Rica, Guatemala, Honduras e
Messico.
In quest'ultimo paese si imbatte però nella concorrenza di Segovia,
che ha una tournée in loco; incontra anche l'ambasciatore del Paraguay
in Messico (Tomás Salomoni), che lo persuade a dismettere il costume
guaraní (a suo avviso poco dignitoso) e lo sprona a tentare l'avventura
europea: anzi, si offre d'accompagnarlo lui stesso in occasione di una
visita ai figli (residenti a Bruxelles)
Così Barrios (in giacca e cravatta !) si imbarca per il Belgio insieme
alla compagna Gloria Beson (conosciuta cinque anni prima), facendo
una tappa intermedia a Cuba, dove miete significativi successi.
Nell'estate del 1934 avviene l'approdo in Europa: Barrios suona anche
al conservatorio di Bruxelles, lasciando indifferenti gli esperti
ascoltatori nella prima parte del concerto (quella dedicata alle
trascrizioni), ma muovendoli ad entusiasmo all'ascolto delle sue
composizioni originali. Purtroppo, però, nei tredici mesi successivi
(trascorsi nella Berlino hitleriana) il chitarrista non suona una volta in
pubblico, partecipando solo a qualche sporadica emissione
radiofonica: nell'atmosfera plumbea e ferocemente ostile alle diversità
della Germania nazista, l'affermazione di un indio appare impossibile.
Nel dicembre 1935 approda con la famiglia Salomoni a Lisbona: lì
l'ambasciatore si congeda dai Barrios (diretti in Spagna), non senza
garantire loro il sostegno finanziario per sei mesi. A Madrid l'artista
paraguayano conosce Regino Sainz de la Maza e Federico García
Lorca, e riesce a suonare anche per la regina.
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Le successive peregrinazioni in vari paesi del Sudamerica sono
condizionate da uno stato di salute sempre più precario, ma anche
dallo sbilanciamento dell’attività dal concertismo verso
l'insegnamento: a El Salvador un gruppo di studenti lo descrive come
maestro severo, impegnato a rendere chiare e partecipate le letture, a
offrire le chiavi per impossessarsi del più evoluto bagaglio tecnico e
insieme a ispirare passione ed entusiasmo, talvolta improvvisando
estemporaneamente sulle esecuzioni degli allievi. Non è un caso che la
produzione dei suoi studi si intensifichi negli ultimi quattro anni della
sua vita e che anche altre composizioni che risalgono allo stesso periodo
siano corredate da una premessa didattica.
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3. Lo stile Musicale e analisi di alcuni brani
"Confesión"
Scritto nella prediletta tonalità di SOL minore, questo brano elegiaco
prevede l'abbassamento delle due corde più gravi di un tono, a
conferire scurità greve, ma flebile, all'ambiente sonoro.
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Tale "confidenza sonora" è affidata a una melodia violoncellistica dal
ductus misurato, che gioca su frammenti di tre note (ora ascendenti,
ora discendenti, ora a piramide) combinati in modi differenti —
trasposti verso registri acuti o gravi — a cantare passione e perdita
insieme, mentre diradati, delicatissimi inserti accordali accennano a
dolenti passi di valzer:
Moderat
con alm
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La conoscenza dei compositori barocchi (come Corbetta, Sanz e
Visée) lo ispira invece nella stesura della Gavota al estilo antiguo e
del Medallón antiguo. Il compositore è maestro anche nell'arte
dell'improvvisazione, che coltiva nelle occasioni informali in cui si
trova a esibire il suo naturale talento per folgorare gli astanti (come
nel negozio musicale "Trápani" di Montevideo) o davanti agli allievi.
Anche in alcune sue composizioni adotta uno stile improvvisativo, o
comunque di scavo nella materia sonora per voce di chitarra, magari
ripercorrendo stili di autori extra-chitarristici, come nei preludi e nei
pochi studi da concerto.
La musica
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L'interprete
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Barrios Compositore
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Nel 1919 e nella prima metà del 1920, compose, mentre era ancora
in Brasile, la Romanza ad Imitazione del Violoncello, Studio da
Concerto, Mazurca Appassionata, Valzer n. 3, Allegro Sinfonico.
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Lo schema è A-B-C-D-A. Tenendo conto che in mente aveva uno
scopo didattico (controllo della tecnica dell'arpeggio), questo studio
notevole fa lavorare ambo le mani: la destra ripete incessantemente
(ma alternandolo anche) il modello a-m-i-p-i-m-a-m, con la melodia,
passando a volte sulla terza corda, e la sinistra, con cambi di
posizione sulla tastiera almeno una volta ed anche due per ciascuna
misura, utilizzando tutte le posizioni, dalla prima fino alla
quattordicesima. La opportunità di scrivere questo tipo di tessitura è
di fare un'armonia "disposta" correttamente sulla tastiera, in modo
che la destra possa tenere un ordine ed una proporzione costanti al
ripetersi della sequenza. L'intera opera si basa su un movimento
lineare di voci parallele, come si vede nell'esempio, misure da 10 a
16:
Esempio n. I Studio, battute da IO a 16
Amaj.7
Bå 7
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Stesso dicasi del Fa# settima aumentata (accordo n. 5) - La nota
melodica Re potrebbe suggerire la radice della sottodominante, ma
qui è trattata come quinta aumentata (scritta più correttamente come
Do ##). L'uso di Do# su Re# minore 5b (accordo n. 6), crea una 7ma
bemolle sul minore (una sonorità tipica del Jazz del 200 secolo anziché
della musica degl'inizi del 190). Tuttavia si adatta perfettamente a
questo genere "classico", aggiungendo colore mentre al contempo
preserva la tensione armonica e logica dei movimenti lineari delle
voci, risolvendo perfettamente sulla quinta della settima di dominante
(la nota Si sulla seconda corda libera) che, a sua volta, risolve sulla
tonica della terza corda. Il movimento delle voci negli accordi, in
relazione alle corde sulle quali si trovano, è realizzato perfettamente.
L'idea melodica, la tecnica di coordinazione dei movimenti delle
mani, e la continuità sono completamente unificati. Un effetto simile
si trova nelle battute da 22 a 26 di Las Abejas, il suo diabolico studio
di arpeggi:
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In Barrios si trova onestà, a prescindere dalla complessità che l'opera
in questione implichi.
Il Sogno della Muñequita, anche se è uno dei suoi pezzi più semplici
(da un punto di vista tecnico), raggiunge comunque un effetto
incantevole, profondamente commovente, ed evoca la bellezza e
l'innocenza di una bambina che dorme (vedi spartito pag. 26-27).
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Il livello più alto della sua attività di compositore ed artista lo
raggiunse nell'improvvisazione spontanea. II musicista deve
coordinare ogni cosa, nel tempo e nello spazio, cercando di ottenere
l’espressione e le forme strutturali che siano belle ingegnose e
virtuosistiche. In altre parole, nell'improvvisazione tutto ciò avviene
nello stesso momento.
Savio ricordava come, nel Trápani Music Store di Montevideo, dove
"era sua abitudine andare ogni sera", Barrios improvvisava, "su quelle
sei corde, frasi musicali estremamente belle che catturavano
l'attenzione di tutti". In San Salvador, Trejos conferma che Barrios,
molte volte, chiedeva ad uno studente di scegliere una tonalità, sulla
quale poi cominciava ad improvvisare in modo sorprendente frasi
musicali attraenti e complesse.
René e Cortés Andrino raccontano di una volta, in San Salvador,
dove un chitarrista e mandolinista popolare locale "semi-letterato",
Miguel Angel Ayala, una mattina andò a visitare Barrios e suonò per il
maestro due semplici valzer di sua creazione - uno in Mi maggiore ed
un altro in Re minore. Voleva che li ascoltasse e li "correggesse".
Dopo aver terminato il primo, Mangoré prese la chitarra e suonò il
pezzo intero, arricchendolo di abbellimenti ed armonici, senza
sbagliare. Ayala suonò quindi il secondo valzer e di nuovo accadde la
stessa cosa! Gli Andrino ricordano che, dopo questo accaduto, Barrios
era esausto (a causa dello stato di salute precario in quegli ultimi anni
e sottolineando che l'atto dell'improvvisazione è un esercizio fisico e
mentale gravoso).
Il lettore ricorderà che Barrios improvvisava musica su un organo,
quando stava nell'appartamento di Tomás Salomoni, affittato a Berlino
nel 1935.
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Barrios pensava in termini strettamente musicali e conosceva la
scienza dell'armonia. La sua mente percepiva i suoni prima di cercarli
con le dita, per cui non era importante il mezzo con cui esprimere le
relazioni amoniche tra i suoni naturalmente preferiva la sua chitarra,
ma poteva farlo sulla tastiera, e probabilmente, su ogni tipo di
strumento su cui si fosse applicato.
Alcuni dei suoi pezzi scritti risultano attualmente "improvvisati". Il
Preludio in Si minore che scrisse a La Havana nel 1938, è una delle
più grandi creazioni ed ha questa caratteristica. La melodia inizia in
14ma posizione, c l'accompagnamento, sottolineato dall'arpeggio,
utilizza ingegnosamente la seconda corda libera, Si, contro le note
sulle corde terza e quarta: nella decima e undicesima posizione. In
questo interessante Preludio il suo sottotitolo "Saudade" (in
Portoghese è approssimativamente "nostalgia" o "struggimento per") -
viene espresso eloquentemente.
Morales dice che lo senti’ molte volte improvvisare sulle sue stesse
opere, e quando dopo chiedeva perché avesse "cambiato" un pezzo,
egli rispondeva "Mi è venuta un'ispirazione, ed ho dimenticato che
stavo dando un concerto!
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Conclusione
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“Barrios è una fonte di orgoglio nazionale e di gloria per l’America.
Coloro che hanno ascoltato i più famosi chitarristi di oggi – Manjón,
Tárrega, Llobet, Garcìa, Sagreras, Robledo, ecc. – confermano che
nessuno di loro raggiunge il suo livello, e nell’eseguire, e nel sentimento.
I critici Argentini e Brasiliani sono unanimi nell’affermarlo. Il grande
merito di Barrios è accentuato se si considera che è autodidatta. Ha
imparato da sé, dato che la terra paterna non gli ha fornito altro che
un’educazione di base.”
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APPENDICE: Tavola Delle Opere
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Bibliografia
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