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LEZIONE 11

Don Giovanni, fa parte trilogia opere buffe 86-90 inseieme a Lorenzo da Ponte, figura romanzesca di poeta
librettista che nella sua vita in realtà passa mille esperienze diverse, poeta librettista è una delle tante. Su
Treccani dizionario biografico degli italiani. Nato a Vittorio Veneto di famiglia ebrea convertitasi al
cattolicesimo, padre vedovo aveva convertito tutti per sposare cristiana. Lorenzo Conegliano venne preso
sotto le cure di un prelato che gli cambiò il nome, meno ebraico di Conegliano, nome più cattolico, e lo
mandò in seminario, non era portato per vita religiosa, fece gli studi in seminario, lettere, latino e greco,
divenne abilissimo nell’oratoria e nella scrittura, di mestiere cominciò a tenere orazioni (conferenze) e a
scrivere. Prese gli ordini, ma lui era interessato alla bella vita. I primi anni da prete sono passati a
corteggiare donne e venezia, accanto a casanova, diventano compagni di imprese. La vita è molto libertina,
notizia di processi penali contro di lui per oltraggio alla pubblica morale, suonava il violino nei casini, faceva
cosa che non si potevano fare. Veniva accusato di essersi mostrato nudo alla finestra con l’amante, aver
alzato le gonne a signora per strada. Accusato di dir messa e guardare donne troppo belle. Deve andare via
da venezia per non venir messo in carcare. Arriva poi a Vienna e comincia a fare il librettista, ad un certo
punto incappa in Mozart. Nell’86 nozze di figaro, 87 don giovanni, 90 così fan tutte. Molto ben visto a corte,
continua a scrivere libretti, deve fuggire da vienna per essere diventato amante. Comincia a convivere,
scappa in inghilterra, poi va in america, libraio, antiquario, insegnante di italiano, diventa poi il primo
insegnante di letteratura italiana in un università americana, nasce 1749 e muore nel 1838, quasi
novantenne a New York, muore pentendosi dei suoi peccati e confessandosi, dopo aver raccontato in
autobiografia della sua vita. Rapporto con Mozart è cuore di tutta la sua attività.

3 opere che scrive per Mozart hanno tutte lo stesso argomento: l’amore, declinato in tutte le possibilità.
Amore più pudico, tradimento, amore tra adolescenti, amore delle anziane per i più giovani (contessa con
ragazzino cherubino), desiderio di andare a letto con le serve, ricchi per le serve, sex addicted nel caso di
don giovanni, così fan tutte scambio di coppia. Non c’erano limiti, una sorta di Bibbia dell’erotismo.

Nozze di figaro basato su commedia di enorme successo di Beaumarchais di quegli anni, ma di grande
scandalo. Il matrimonio di figaro, era stata bandita dalla corte di francia e dalle altre corti europee perché
troppo rivoluzionaria si raccontava di come i servi si ribellano a padrone nobile, padrone che voleva andare
a letto con serva susanna prima di darla in nozze a figaro. Qualcuno vi ha visto una sorta di preconizzazione
della rivoluzione francese. Mozart riceve il permesso di musicarla con molta difficoltà, non si poteva vedere
parlata figuriamoci se cantata.

Don giovanni, burlador de sevilla, rielaborazione di mito moderno, figura che nella letteratura e teatro
compare cristallizzata nel 500, tirso de molina, primo drammaturgo, viene da storie, leggende che ha
sentito e riversato in teatro, uomo che non è mai pago dell’amore, in origine è figura quasi diabolica nel
mito di tirso de molina. Colui che si prende purla della religione, di dio, quasi malefico, allos tesso tempo
anticonvenzionale, nonsolo non crede, vive vita sa che non c’è aldilaà, mette in crisi le convinzioni del
tempo. Prende in giro le convenzioni, soprattutto burlador dei morti, scena del cimitero, il commendatore,
colui che ha ucciso, dio arriverà e chiederà il pegno. Fino all’ultimo, negherà di fronte all’evidenza, rimarrà
sulle sue. Modernissima figura di contestatore ante litteram.

Nozze di figaro e don giovanni amate tantissimo nel mondo austro tedesco, soprattutto don giovanni, c’è
l’elemento soprannaturale, il romanticismo vive della statua del commendatore che prende vita, vicina
all’idea. Nelle nozze vede borghese che prende in mano la vita del nobile.
Vede malissimo così fan tutte l’800 austro tedesco, fino a poco fa considerata caduta di stile, beethoven un
po’ bigotto la considerava troppo libertina e italiana, si è fatto deviare da questa sua serietà tedesca,
deviare da lorenzo da ponte, immorale, parlava di 2 coppie di fidanzati che si scambiano per scommessa le
fidanzate, funziona meglio lo scambio delle coppie vere, tipica trama d’opera italiana, travestimento,
scambio, scommessa, la geometria che guida l’opera.

Racconta storia del burlador, aveva avuto altre incarnazioni dopo tirso in moliere teatro prosa, ma anche
nel teatro musicale, nell’opera, pochi mesi prima che da ponte lavorasse sul dong, a venezia bertate e
gazzaniga avevano messo in scena altro dong, da ponte prende a piene mani, prassi abbastanza comune,
copiare senza ritegno da altri, rimodellando però, più interessante drammaturgicamente, pietra angolare
nella storia del dong. Sviluppato nell 800 partendo da mozart, kierkegaard in filosofia. Uno dei melodrammi
che vanno al di là del ruolo musicale ed entrano in un dibattito culturale ampio che travalica aspetto
teatrale e musicale.

Il mondo di don giovanni, ambientato in spagna, si divide 2 categorie sociali, don appellativo per nobili,
dall’altra parte ci sono servi o contadini, le classi più basse. Questa distinzione di ceti non è indifferente per
come agiranno sulla scena o canteranno. I nobili canteranno a maniera opera seria arie virtuosistiche e
serietà nel porsi. Contadini e servi melodie più orecchiabili, zampettanti, più leggere. Ci sono 2 personaggi
che stanno a metà di questi mondi tra nobiliari ed umili. Don Giovanni e servo Leporello, 2 bassi, oggi bassi-
baritoni, sono la stessa voce, nell’opera conta tantissimo il tipo di voce più che fisionomia o nome. Sono un
po’ la stessa cosa, 2 facce di una stessa medaglia, c’è il nobile e servo che vorrebbe essere nobile, disprezza
ma invidia il padrone. Vorrebbe essere come lui. Ad un certo punto si scambiano i vestiti. Leporello è
moralaista, specchio di don giovanni, lo invidia ma lo brontola. È un conquistatore di donne di qualsiasi ceto
sociale e aspetto fisico. È una figura che dal punto di vista musicale si maschera tantissimo, nobilmente
quando parla con pari, ma può scendere a patti con vocalità contadinesca quando ha a che fare con ceti
sociali più bassi. Può diventare quasi un leporello. 2 protagonisti maschili.

Poi ci sono i nobili: Donna Elvira, donna sedotta e abbandonata, lo insegue perché vuole che mantenga la
promessa di sposarla, spina nel fianco del povero cavaliere, soprano. Poi donna anna altro soprano nobile,
figura molto lunare, più seriosa di donna elvira, più combattiva ed indipendente, andata via dalla sua città
per farsi giustizia da sola. Opera inizia con dongiovanni tenta di violentarla, non si sa se ci riesce, non si sa
se lo riconosce in camera, urla, esce il padre di donna anna dal palazzo, don giovanni scende da terrazza.
Basso padre di donna anna, il commendatore, viene ucciso in duello da don giovanni, per tutta l’opera
cupa, cerca l’assassino del padre e chi ha tentato di violentarla. Accanto a donna anna fidanzato don
ottavio, tenore, figura passiva, a cui mozart affida belle melodie ma non momenti d’azione, è succube di
questa donna che vuole vendetta, non prende davvero l’iniziativa, vista come contraltare del don giovanni,
da una parte maschio alfa e dall’altra figura quasi femminea. Complessità del rapporto tra donna anna e
don ottavio e donna anna e don giovanni, forse vorrebbe stare con don ottavio. I caratteri sono ben
architettati e l’opera si presta a interpretazioni psicanalitiche

Masetto basso e zerlina soprano, contadini appena sposati, appartengono a feudi di dong, appena vede
zerlina decide che non deve stare con masetto ma con lui, comincia a acorteggiarle, è un po’ furbetta
innamorata di masetto che è tontolone, le fa piacere ssere corteggiata da nobile, per tutta l’opera c’è tira e
molla tra dong e zerlina.

Tutto va avanti finchè dong e leporello si trovano in cimitero in cui è sepolto commendatore, dong prende
in giro il monumento funebre, la statura parla, cosa curiosa, l’opera buffa di solito è basata sul realismo,
non c’è in questo caso: intervento forte dell’aldilà, parla. Dong lo invita per beffa a cena, ma lui ci va
davvero perché vuole fare i conti. Adesso hai vissuto vita libertina al di fuori di leggi uomini e dio. Dong non
si pente e viene risucchiato negli inferi. È un opera buffa ma dai tratti noir, per questo piaceva molto ai
romantici.

Sul piano musicale è partitura a pezzi chiusi come tutte partiture del 700 d opera e oratorio, se prendiamo il
libretto, pezzi musicalmente autonomi.

Ouverture, introduzione, recitativo drammatico, n. 3 aria, n . 4 aria di leporello, n . 5 coro dei contadini, n.6
aria di masetto, n. 7 duettino. Ognuno di questi numeri è separato da recitativo secco.

Risente nell’idomeneo opera seria di gluck.

In forma sonata introdotta da adagio rullo di timpani di haydn, di solito è l’ultimo pezzo che il compositore
scrive a volte pochi minuti prima, prime cose scritte le arie, l’orchestra poteva leggere a prima vista. In
quest’ ouverture c’è richiamo fortissimo a commendatore che arriva a casa di dong, filo che lega. Va in
scena a praga per la prima volta, perché è una città mozartiana, lo adora più di vienna, erano state replicate
le nzoze di figaro dopo la prima viennese, sente la musica del figaro dai suonatori ambulanti. Era una star
più che a vienna, praga gli commissiona la sinfonia Praga, e poi gli commissiona quest’opera.

Allegro in forma sonata. La sinfonia non finisce, rimane su accordo sospeso, un po’ gluckianamente tende a
non chiudere numeri, ma a tentare un collegamento tra i vari blocchi.

L’introduzione è un blocco musicale in cui la storia si avvia, incominciamo e conoscere personaggi, dal
punto di vista musicale insieme di tanti tasselli diversi per tempo, tonalità, metro, carattere, personaggi, è
come se fossero tante arie, duetti terzetti collegati assieme, unico blocco diviso in tanti piccoli settori,
ognuno dei quali si riversa nell’altro, è un tassellone piuttosto grande, 10 min, all’interno di cui succedono
cose diverse sia musicali che scenici, non è aria recitativo duetto, tante cose insieme tutte all’interno dello
stesso blocco.

Leporello si lamenta del padrone. Cambia tutto ora, situazione tonalità. donna anna e don giovanni. Si
trasforma in terzetto. Altra situazione, entra il commendatore. L’intro finisce con morte commendatore.
All’inizio comincia come se fosse opera buffa, ma appena entra dong sembra opera seria, mix tra due
generi, averli così bene amalgamati. A rigore è opera buffa, ma mozart vi riversa stili e scritture diverse.

??? Studiosi più psicanalitici si sono chiesti è un caso che abbia scelto dove viene ucciso padre e
rapporto ??? curiosa questa concomitanza di fatti e scelte artistiche. Padre viene ucciso, ma alla fine il
commendatore ritorna, esattamente come mozart ha scelto di andare via da salisburgo, forse una sorta di
leopold?.

Recitativo secco. Si accorgono donna anna e don ottavio che è morto. Salto e vediamo entrata donna elvira.
Recitativo. Aria di sortita di donna elvira di opera seria, virtuosismo, dignità con da capo. Tipica situazione
da opera seria, donna tradita, anche il linguaggio: empio. Daccapo. Fè fede tipica dell’opera seria. L’aria non
è finita che già incomincia recitativo, dialogo tra loro. Fellone è da opera seria. Iniquo. Questa è l’aria del
catalogo, aria buffa, da basso buffo, in cui il basso deve non solo cantare ma pronunciare bene le parole,
sparare le sillabe e divertire il pubblico sulla scena, presentazione di don giovanni. Quasi parlata, ribatte
stessa nota. Aria si trasforma in minuetto. Come se queste donne danzassero intorno ad elvira.

Pochi mesi prima muore leopold, chi si occupa di questioni musicali da un punto di vista psicanalitico, si è
chiesto, strano tema in cui ci sia figura paterna, padre che viene ucciso e poi commendatore che torna a
chieder conto delle scelte che ha fatto, commendatore è figura paterna, poi idea di dio in quanto figura
paterna, commendatore diventa messo di dio, dio, Padre chiede conto di essersi comportato male, così
come leopold che aveva dominato vita di mozart finchè se n’era andato a vienna, chiedva conto perché non
è rimasto a salisburgo, è andato a mettersi con donnaccia sua moglie, non aveva situazione lavorativa
stabile. Legame? Primo pezzo scritto pochi giorni dopo è pezzo comico ein musikalisches spass, figlio a cui
muore padre cui era legato in maniera morbosa, prima cosa è roba da ridere.

In tutto il dong regna atmosfera funebre, la tonalità d’impianto è re minore, inizio e fine sono i re minore, in
mozart è una tonalità funebre, il requiem è in re minore, il concerto k466, uno che i concerti amarono i più
il più tragico. Forte senso di morte. Non solo per morto in scena. Questa regia di strehler è funebre, 700
fosco con grandi costruzioni, calca molto su quest aspetto di opera seria. Si può leggere in vari modi, regie
più vivaci brillanti che funzionano allo stesso modo.

Momento in cui dong incontra zerlina la contadinetta che si sta sposando. Dong l’ha separata dal marito
durante la festa di nozze e le dice che non si merita contadinaccio ma di meglio, lei fa finta di cascarci.
Famossissimo duetto, là ci darem la mano, dong canta come zerlina vuol sentire, melodia lineare, semplice
adatta ad orecchie di contadinella, perché possa cantare con lui, una delle maschere di dong.

Finora duetto di botta e risposta, adesso cantano insieme, segno tipico dell’opera, quando cantano insieme
significa che stanno insieme, 2 linee combaciano 3 o 6, omoritmicamente, significa che l’affare è fatto, si
sono in qualche modo sposati secondo la musica. Recitativo e dong e zerlina vengono fermati. Nelle società
i antico regime il rito di matrimonio non c’era sacramento bastava dire ti sposo, viene fissata nell’ottocento
idea del matrimonio di questo tipo, bastava scambiarsi la fede: dire io sono tuo e tu sei mia davanti a
testimoni. Lui si era sposato un sacco di volte.

Da Ponte → come dev’essere il finale del primo atto, autobiografia, nozze di figaro sta a fine 2 atto, sta in
mezzo all’opera, vi rimarrà fino a Verdi. È il punto cruciale e dal punto di vista drammatico e compositivo,
spiega come costruirlo da librettista, deve avere un senso a prescindere da ciò che lo circonda, bisogna
inventarsi qualcosa di interessante, maestro di cappella=compositore. Il recitativo ne è escluso, tutti i versi
sono cantati, arie, duetti, terzetti, quintetti, sestetti, tutti i blocchi insieme, come nell’introduzione ma
molto più in grande, sorta di crescendo questo finale, una sorta di esplosione, Rossini e i suoi librettisti
saranno maestri. Si chiama “chiusa o stretta”, devono comparire tutto cantanti. Poetica di aristotele,
teorizzato il teatro. Fare in modo che tutti i cantanti cantino nella stretta finale assieme.

Questo è il finale centrale, pezzo clou dalla metà del 700, anni 60-70, va avanti finché verdi negli anni 50
dell’800, opera italiana, non scardina. Vale per l’opera buffa e anche seria, da metà Settecento comincia a
prendere da opera buffa, incomincia a prendere forme dialogiche, comincia ad essere più mossa nella
congiunzione di cantanti. Sorta di chiave di volta di tutta l’opera.

Recitativo che introduce il finale, masetto arrabbiato con zerlina, ma lei è riuscita a farsi perdonare, 1.14.13.
don giovanni sta organizzando festa a casa sua. Questa è orchestra vera dietro le quinte, che sta suonando
a casa di san giovanni. Cambia situazione, personaggi, tonalità carattere, donna elvira, ottavio e anna
mascherati che stanno cercando l’assassino del commendatore. Non sanno che è don giovanni. Di nuovo
orchestra che non è quella in buca. Altra situazione, terzetto d’opera seria, astrale, notturno,
contrappuntistico, potrebbe essere parte di una messa. Altra situazione tonalità carattere personaggi
diversi. Altra situazione musicale, adesso sono tutti i personaggi sulla scena.
2 minuti viva la libertà, in tanti si sono chiesti, come mai sta tanto su questi versi? Inno a mondo nuovo,
caduta antico regime 1787, nozze di figaro già sovversive. Curioso questo sfarzo di trombe timpani, solo per
dire che casa di don giovanni è aperta a tutti.

Comincia scena di danze, orchestra di don giovanni che accompagna di danze e in buca che accompagna la
scena, orchestra narrativa. Si divide a seconda dei balli che danzano gli ospiti, vari livelli sociali, l’orchestra si
divide in 3 sul palcoscenico per suonare 3 tipologie di danze, donna anna e don ottavio danzano minuetto,
danza di corte per eccellenza, in 3, don giovanni si prende zerlina e balla con lei, unica danza che era
possibile ballare tra nobili e plebei, contraddanza in 2, chiede a leporello di deviare attenzione di masetto, 2
plebei danzano un Ländler + agitato del minuetto, sorta di nonno del valzer, danza popolare, terrosa, in 3.
Strana cosa, orchestra in buca che accompagna + orchestra su scena 3+3+2, poliritmia stravinskiana, c’è
questa sorta di dissonanza cacofonica, per rappresentare il casino della festa di dong.

Minuetto, lei ha capito che dong è l’assassino e violentatore; comincia contraddanza, comincia anche
laendler. Si interrompe tutto con l’urlo di Zerlina. Altra scena, altra tonalità, altro metro, qui viene
smascherato pubblicamente dong. Questo è il fulcro della storia, deve prendersi la sue responsabilità
davanti agli uomini e a dio. Questa è la stretta trema o scellerato.

La stretta rappresenta anche musicalmente il momento di maggior complessità della trama, ognuno dice
qualcosa di differente, non importa capire cosa dicono, tutti sono nervosi e hanno qualcosa di dongiovanni,
musica mette insieme differenti psicologie, non si può fare né al cinema né teatro di prosa. Aveva inventato
l’opera buffa, prima 2 voci, poi più e più.

Questo finale è un po’ il contraltare dell’intro, sempre tanti piccoli mattonicni, qui molti di più in cui tanti
personaggi arrivano sulla scena.

Finale mezzano poi trasportato anche nell’opera seria. L’opera buffa ha sempre parlato d’amore, anche la
seria. Cimitero e arrivo commendatore prox volta. Una parte della Juppiter e poi parte del flauto magico
per capire cos’è singspiel.

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