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Singoli temi come personaggi di 1 racconto. Musica 700 melodramma per 80x100.

Primo mov forma sonata


- Anche in musica strumentale si cerca di rendere elemento drammaturgico. Forma sonata fortemente
drammatizzata.
Secondo movimento riprende aria d’opera con struttura ABA, aria col da capo. Ripetizione di parte A variata
fatta direttamente dal cantante che mostra abilità. Ripetizione nasce per questo.
Terzo mov elemento tipico di musica settecentesca, movimento di danza tipico, omaggio all’aristocrazia,
minuetto. Fra 7 800 da aristocrazia a borghesia, minuetto superato. Da beethoven diventa scherzo,
struttura formale uguale, ma carattere agogico diverso, diventa in uno.
Quarto movimento brillante trionfale come il pubblico si aspetta. Allegro diverso dal primo mov, non ha
elementi drammatici, non vuole creare tensione, deve essere brillante, esaltante, niente contrapposizioni.
Tema principale ritorna ripetutamente – rondò. Se si usa forma sonata si stemperano elementi drammatici
(31)
Sonate per piano non hanno minuetto, ogni forma ha eccezioni e c’è sempre una ragione per un
cambiamento formale.
CONCERTO SOLISTICO Origine inizio 700. Allegro Adagio Allegro.
FORMA SONATA cuore del periodo classico. A Vienna si perfeziona, diventa riferimento classico, perché
attinge a forme classiche, equilibrio fra le parti. Forma è il valore finale. Ricerca costruttiva, forma non è
precostituita e immutabile, non è uno schema ma un processo compositivo (de Natale). Ogni composizione
è diversa dalle altre perché modo di scrivere tema è diverso ed è diverso modo di andare al secondo tema.
(38) forma è scheletro iniziale.
Melodramma è genere dominante – stessa architettura formale in forma sonata, opera per soli strumenti.
Familiare al gusto del tempo. Secondo movimento carattere cantabile lirico. Può esserci comunque forma
sonata variata. Deriva da forme binarie a tre sezioni, usata da compositori (Mozart) ma mai teorizzata fino a
800 anni 40 ad opera di insegnanti (Reicha, Czerny, Marx) per insegnamento della composizione, quando
però non si usava più, perché teoria uccide la composizione, la fantasia, cristallizzando un processo. Forma
sonata non è fissa. Ci sono diversioni rispetto al percorso teorico. Logica drammaturgica – personaggi
entrano in scena e si presentano in maniera semplice e lineare per farsi comprendere. Protagonista e
antagonista, con interposizione di terzo individuo - primo e secondo tema con altri elementi tematici.
Esposizione della vicenda, intreccio delle vicende è lo sviluppo. Dramma a lieto fine, sempre. Dramma per
musica, non tragedia.
Forma sonata struttura ternaria ABA (in Beethoven 4 parti) Esposizione, sviluppo, ripresa
Esposizione T -> D
Sviluppo e ripresa insieme ritornellate, perciò forma binaria a tre sezioni come nel minuetto (Charles
Rosen).
Forme elementari 1 tonica dominante 2 dominante tonica. Nella suite singole danze costruite così, due
parti equivalenti ritornellate t-d, d-t , percorsi più o meno lineari. Forma binaria tipica. Se è minore da
tonica maggiore a relativa minore e viceversa. Nel minuetto seconda parte molto più lunga della
precedente. Prima sezione t-d, seconda parte arricchimento ulteriore modulazione, ripresa variata e
conclusiva. Ripresa di A inizia e finisce alla tonica. AA BA BA -> binaria ma a tre sezioni perché parte B ha
due sezioni. Differenza con forma ternaria è percorso armonico. Forma aperta presuppone unico arco di
tensione che riporta alla tonica solo alla fine. Nelle forme ternarie ogni sezione è indipendente e conclusa
in se stessa perché chiude alla tonica.
Riascolta prima parte secondo audio
DA CAPO
FORMA NEL PERIODO CLASSICO
Compositore di fine 700 quando scrive musica lo fa a partire da mestiere acquisito durante la formazione e
fatto da elementi musicali: solfeggio, armonia, basso continuo, contrappunto, forme musicali. Non studiava
come Beethoven e i romantici la letteratura, giurisprudenza o filosofia, che non erano considerate
necessarie per scrivere musica. Questa è una grande differenza fra 700 e 800 musicale. Ancora all’epoca di
Haydn e Mozart al compositore si richiedeva di conoscere la musica nei suoi elementi costitutivi. Ingredienti
(armonia, contrappunto, solfeggio etc.) devono essere inseriti in un contesto formale. Dove nasce idea della
forma musicale? Origine storica si colloca intorno al 1500. Fino al 1500 la produzione di musica colta era di
tipo vocale: mottetti, messa, anche mottetti profani, ma comunque a partire da sistema contrappuntistico
che partiva comunque da un testo. Il risvolto pratico è che la forma ella composizione segue il testo. Su ogni
verso si costruisce una sezione e si va avanti finché c’è un testo da musicare. Organizzazione delle singole
sezioni sta alle regole del contrappunto. Quando nel 1500 si sente necessità di scrivere musica solo
strumentale c’è problema per il compositore perché non si sa come fare e nessuno ha mai proposto una
soluzione formale, quindi c’è un tema da sviluppare e capire come elaborarlo. Presero come riferimento le
forme che conoscevano, ossia quelle vocali e cominciarono a scrivere come se avessero un testo da
musicare. Nascono composizioni con titolo indicativo come “canzona da sonare” di Gabrieli, che ci fa capire
che pensavano a forma vocale resa strumentalmente. In assenza di un testo si elaborano forme libere come
il ricercare, l’invenzione, il preludio, forme che presuppongono libera invenzione non organizzata
strutturalmente. Periodo di transizione fra 500 e 600. Nel 600 c’è fenomeno straordinario che sconvolge
composizione, ossia introduzione della tonalità, che è correlata a nascita della musica strumentale, quindi
introduzione della tonalità dà origine alla nascita delle prime forme elementari, binarie e ternarie che sono
il nucleo costitutivo fondamentale su cui organizzare il materiale musicale. Inizialmente si usano forme
elementari che producono composizioni brevissime anche di una sola pagina, quindi per avere forme più
complesse il compositore crea raccolte di piccoli brani. Infatti forme strumentali tipiche del tardo 600 sono
suite e sonata, ossia insieme di brani messi uno dopo l’altro caratterizzati sul piano agogico che usano
forme prestabilite come le danze. Suite successione di danze, sonata successione di movimenti. In
entrambe la successione delle sezioni è determinata da carattere agogico differente, cercando varietà.
Prendendo in considerazione i singoli movimenti della suite e della sonata tutti hanno struttura formale che
inizia a definirsi che riconosciamo come forma binaria o ternaria. Forme di questo periodo sono insieme di
più elementi distinti sul piano agogico. Nelle sonate barocche da chiesa o da camera c’è alternanza di
movimenti lenti e veloci. Sonata da chiesa generalmente in 4 movimenti con adagio iniziale, allegro in
forma di fugato, terzo adagio e ultimo in tempo ternario su modello della giga. Nel complesso queste forme
non vanno mai oltre i 10/15 minuti di musica. Alternativa a queste composizioni costruite sul piano delle
tensioni tonali è continuare a usare meccanismi della composizione contrappuntistica, cioè forme del
contrappunto imitato come per esempio la fuga che per tutto il 600 e parte del 700 rappresenta alternativa
formale. Forme del periodo classico, fine 700, musica sinfonica e musica da camera: sinfonia e concerto
solistico; quartetto a partire da Haydn (che diventa riferimento assoluto per la musica da camera nel
periodo classico e romantico) e sonata per pianoforte, strumento che a partire da 1770 esplode e diventa
protagonista assoluto del primo romanticismo 800esco.
Sinfonia quartetto e sonata hanno struttura formale molto simile, quasi sovrapponibile. Concerto prende
via diversa perché ha origine storica differente. Distinzione fondamentale fra sinfonia e concerto è che
sinfonia viene da “siun foné-suonare insieme” ed è composizione in cui più strumenti suonano insieme,
termine è già presente nel 500 con questo significato, cioè qualsiasi forma di musica da camera. Dal 700
indica insieme strumentale di grandi dimensioni (20/25 esecutori in su) in cui nessuno prevale sugli altri.
Caratteristica della sinfonia rispetto al concerto è che dà uguale valore alle parti, mentre nel concerto ci
sono uno o più solisti che si contrappongono all’orchestra, infatti concerto forse deriva da latino
“concerere” contrapporre, o forse concertare che vuol dire il contrario cioè mettere insieme, ma
caratteristica del concerto, sia che sia concertante sia che sia solistico, è l’idea di avere uno in opposizione
al tutti. Nella sinfonia non c’è contrapposizione. Sinfonia quartetto e sonata nel classicismo si strutturano
secondo macro forma in 3 o 4 movimenti. Nella forma in 4 movimenti ogni movimento risponde a precisa
struttura formale. Per esempio sinfonia classica: struttura generale in 4 movimenti con allegro iniziale,
secondo adagio, terzo minuetto e quarto finale brillante. Schema formale tipico della sinfonia è questo. Il
compositore nel 700 non doveva creare disturbo o disorientare l’ascoltatore, scrive su commissione di
cappella per pubblico che vuole intrattenersi e non vuole sorprese, quindi uso di struttura formale
consolidata rafforza idea di assimilazione rispetto al pubblico, che sa cosa aspettarsi. Maggioranza delle
composizioni di questo periodo rispondono a questa articolazione. Ogni movimento risponde a uno
specifico carattere, come i movimenti delle danze di una suite.
Primo movimento è un allegro in forma sonata, l’ascoltatore si aspetta di trovare primo gruppo tematico,
secondo gruppo tematico contrastante, sviluppo, ripresa. Questi elementi sono riassunti perché nella logica
della composizione 700esca i singoli temi sono vissuti come i personaggi di un racconto. Musica del 700 era
per l’80% melodramma, che rappresenta lo standard di riferimento a cui rapportarsi. Anche nella musica
sinfonia si cerca di tradurre in musica strumentale i caratteri di un brano operistico con relativi personaggi
(protagonista, antagonista, ruoli minori). La fortuna della forma sonata in epoca classica è dovuta al fatto di
essere riusciti con elementi esclusivamente musicali lo spirito drammaturgico che era espressione più tipica
dell’estetica musicale del 700. Forma fortemente drammatizzata che è la forma sonata e trova ospitalità nel
primo movimento di sinfonia, quartetto, sonata. Secondo movimento, secondo logica dell’alternanza
agogica dopo un movimento allegro ci si aspetta qualcosa di cantabile, lirico, lento. Si attinge all’aria
d’opera che in quel periodo erano strutturate sulla forma dell’aria col da capo, infatti forma ternaria si
chiama così, ABA. La sezione finale non veniva nemmeno scritta perché origini storiche dell’aria sono nella
possibilità che veniva data al cantante di ripetere la parte A variata, quindi non era necessario scriverla
perché le variazioni non erano scritte, ma erano introdotte dal cantante che faceva bella mostra delle sue
abilità. Struttura pratica nasce quindi dall’esigenza di dare al cantante la facoltà di sfoggiare le sue qualità
nella ripetizione variata. Terzo movimento destinato all’assimilazione di un elemento tipico della musica
700esca, omaggio al proprio tempo e all’aristocrazia che commissiona la composizione, cioè un movimento
di danza che esprime il mondo aristocratico: il minuetto. A cavallo fra 700 e 800, nel passaggio da
dimensione aristocratica a borghese, il minuetto viene superato perché non ha più senso omaggiare
aristocrazia. Da Beethoven in poi il minuetto si trasforma in scherzo: struttura formale è uguale ma cambia
carattere agogico, movimento ternario diventa in uno, tipico del motorismo delle città del primo 800,
adeguando la composizione allo spirito del proprio tempo. Finale brillante porta l’applauso conclusivo, non
deve creare tensioni (come Patetica), deve finire come festa. È un allegro diverso da quello iniziale che ha
carattere drammaturgico e elementi creano tensione soprattutto nello sviluppo. Nel finale non serve
tensione, deve essere divertente, quindi si limitano elementi di contrapposizione a vantaggio di un tema
principale che ritorna ripetutamente, infatti la forma tipica è quella del rondò, con le varianti del rondò
sonata o anche forma sonata ma in forma drammaturgicamente attenuata, con elementi di tensione
stemperati, temi non più così contrastanti, parti di modulazione ridotte, sviluppo ridotto e talvolta
scompare. Spesso sonate per pianoforte non hanno minuetto, possono sempre esserci eccezioni e
dobbiamo chiederci perché, c’è sempre una ragione.
Concerto solistico ha invece organizzazione in tre movimenti, sin dalle origini del concerto che risalgono agli
inizi del 700. Primo allegro, secondo adagio e finale allegro in forma ternaria. Forma dei singoli movimenti è
leggermente diversa perché presuppone l’alternarsi di parti riservate al solista in opposizione al tutti.
Forma sonata: cuore del periodo classico, perché raggiunge un tale livello di perfezione da essere
ricondotta a un modello classico. L’idea stessa di forma attinge all’idea di forma dall’antichità, che
costruisce la forma sull’idea di equilibrio fra le parti. Non si cercano elementi extramusicali, tutto è
all’interno della forma musicale. L’importanza che il compositore dà alla forma è talmente grande da
costituire il valore fondamentale della composizione musicale. Se una composizione è ben costruita, avrà
un grande valore, perciò compositori danno rilievo alla fase di ricerca costruttiva. Non dobbiamo
immaginare la forma come qualcosa di precostituito e immutabile, non è uno schema ma è un processo
compositivo (De Natale, prof di Fico). La forma sonata non è uno schema che va semplicemente applicato.
Gli elementi hanno una logica strutturale nel progredire della composizione. Ogni composizione è diversa
dalle altre perché percorso prestabilito viene contestualizzato in ogni circostanza. Il modo di costruire il
primo tema o di andare all’altra area armonica è diverso da una composizione all’altra. Processo è uguale
ma risponde a logiche della singola composizione, si plasma sulla composizione. Forma è lo scheletro
iniziale, poi ogni compositore dà alle singole sezioni importanza diversa.
Forma sonata è quella che si avvicina di più all’epoca storica di cui ci occupiamo, caratterizzato dal
melodramma, genere dominante, più familiare al gusto e all’estetica del 700. L’opera si costruisce a partire
da un canovaccio in cui alcuni personaggi hanno ruoli principali rispetto ad altri che hanno ruoli comprimari
o secondari nella storia. Stessa architettura formale viene riprodotta nella forma sonata, attraverso di essa
compositore scrive un’opera per soli strumenti. L’idea del melodramma si trova anche negli altri movimenti
oltre il primo. Il secondo movimento ha carattere cantabile lirico, non di tensioni drammaturgiche, quindi si
mettono primo e secondo tema non in contrasto ma in continuità. La forma sonata può presentarsi anche
negli altri movimenti ma sempre adattato alle necessità compositive del singolo movimento.
Forma sonata permea tutte le composizioni dell’epoca classica: il periodo classico è caratterizzato dall’uso
sistematico della forma in generale e in particolare della forma sonata. Il paradosso è che il compositore
classico (Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert anche) usa ampiamente questa forma, ma nessuno l’ha mai
descritta, lo fanno e basta, è nella prassi compositiva, sanno perfettamente come funziona e hanno chiari
gli elementi costitutivi. Tutti gli scritti teorici sulla forma sonata infatti sono della metà dell’800, quando
ormai non era più usata o comunque non allo stesso modo, perché ”la teoria uccide la fantasia”. Nel
momento in cui intervengo teoricamente cristallizzo un processo, trasformo un processo compositivo in
uno schema compositivo. Questo ha funzione didattica, ma porta tutti a fare praticamente la stessa cosa.
Cristallizzazione della forma sul piano teorico avviene nella seconda metà dell’800 a opera di compositori
che facevano gli insegnanti: Reicha, uno dei primi insegnanti di composizione del conservatorio di Parigi,
Czerny nel metodo di composizione pratica e Marx sempre per l’insegnamento. Questo è un limite che ci ha
indotti a pensare che la forma sonata sia qualcosa di fisso, ma sicuramente non era vero per i compositori
che la usavano, sempre in forma libera e presenta anomalie rispetto al percorso teorico. Alla base della
forma sonata c’è logica drammaturgica, quindi bisogna intendere composizione come insieme di
personaggi che entrano in scena e si presentano qualificandosi per il pubblico in modo semplice e lineare,
poi i personaggi iniziano a dialogare, con l’interferenza anche di altri personaggi. Fra protagonista e
antagonista si frappone sempre qualcun altro che muove la trama. Anche nella forma sonata ci sono diversi
elementi tematici. Come in canovaccio drammaturgico c’è una prima parte in cui protagonisti entrano in
scena e si presentano, poi inizia l’intreccio che equivale allo sviluppo, fino a ripresa in cui elementi di
contrasto si risolvono, con lieto fine come tipico del 700, come Orfeo ed Euridice che viene risolto
positivamente.
Struttura della forma sonata: spesso la si descrive come una forma ternaria con esposizione, sviluppo e
ripresa. Ma per esempio nelle sonate di Beethoven dopo queste tre sezioni c’è una coda conclusiva talvolta
più importante delle sezioni precedenti. A esposizione generalmente ritornellata, sezione in cui
generalmente si va dal primo gruppo tematico alla tonica verso una sezione autonoma di ponte modulante
verso una seconda sezione che è il secondo gruppo tematico alla dominante. Sviluppo e ripresa fanno parte
di un unicum formale che prevede un ritornello, come se la forma a tre sezioni rimandasse a una cosa
diversa, ossia ciò che Charles Rosen chiama forma binaria a tre sezioni che è tipica della forma del
minuetto.
Forme binarie e forme ternarie: forme che costituiscono suite e sonate barocche, primi esempi di
costruzione formale a partire da un percorso armonico.
Forme elementari partivano da idea di costruire un percorso formale in due parti in cui nella prima si va da
tonica a dominante e nella seconda il contrario, quindi si applica principio della successione armonica e
ritmica a un livello più ampio formale. I movimenti di una suite sono fatti così. I percorsi possono essere più
o meno lineari e possono avvenire in due maniere. Di solito le due parti sono più o meno equivalenti come
numero di battute, questa è la tipica forma binaria (nel modo maggiore tonica-dominante e inverso, nel
modo minore da impianto a relativo maggiore e inverso), con percorso simmetrico ed equivalente. Altra
forma tipica del minuetto che ha sempre due sezioni in cui la seconda parte è molto più lunga della
precedente, per esempio prima di 8 e seconda di 16. La seconda è molto più lunga perché prevede
diversione rispetto a tema originale, modulazione ulteriore che porta a ripresa dell’elemento inziale variato,
perché in un caso dalla tonica si va alla dominante, nell’altro si rimane alla tonica perché il brano deve
terminare. Minuetto barocco è costituito da danza, trio e ripetizione della danza. Quindi forma complessiva
del minuetto è AA BA BA. Perciò questa forma è binaria perché ha due parti ritornellate, ma a tre sezioni
perché parte B ha due sezioni. Differenza fra forma binaria a tre sezioni e forma ternaria è il percorso
armonico. Nella forma binaria a tre sezioni di va dalla tonica alla dominante poi c’è intensificazione
armonica che porta alla ripresa di A che dalla tonica va alla tonica. Complessivamente la forma può essere
descritta, come tutte le forme binare, come forma aperta, cioè con un’unica curva di tensione che
raggiunge punto di massima intensità al termine della sezione A e torna a tonica solo alla fine del brano.
Nelle forme ternarie ABA’ la parte A è una forma chiusa, cioè non chiude alla dominante, ma crea tensione
interna per cui c’è tonica dominante tonica già nella parte A e ogni sezione potrebbe essere separata dalle
altre.
La forma nel sistema tonale
Come per l’armonia, l’inciso e la costruzione del periodo, curve di tensione riguardano anche le forme più
grandi. Principio di tensione e distensione vale da fine 600 a 800. Le forme più semplici sono due: binarie e
ternarie. Secondo definizione di Charles Rosen forme ternarie sono chiuse, mentre forme binarie sono
aperte. Ternarie hanno tre parti distinte, binarie possono presentarsi in tre soluzioni diverse: 1 forma
binaria di movimento lento 2 forma a due sezioni 3 forma binaria a tre sezioni.
Forma ternaria: forme sono costruite in modo da avere indipendenza nelle singole sezioni, ogni parte della
forma è compita, tensioni armoniche vengono risolte. La forma tipica ternaria è l’aria col da capo ABA,
spesso si trova scritto d.C. al Fine perché in origine si ripeteva la parte perché il cantante potesse variarla.
Quindi A e A’ sono la stessa cosa e non si riscrive nemmeno. Bisogna quindi fare in modo che A abbia
carattere conclusivo, quindi deve concludersi alla tonica, perciò A deve essere una sezione chiusa. Quindi
anche seconda parte deve essere una sezione chiusa, ma per non essere ripetitivo, avendo già sfruttato il
rapporto con la dominante all’interno della singola sezione, tutta la sezione B è in una tonalità diversa,
generalmente la sottodominante se la tonalità è maggiore o alla relativa maggiore se la tonalità è minore.
Es. marce funebri hanno sezione B maggiore. Due livelli di organizzazione tonale, uno che vede le singole
sezioni risolte in se stesse e uno macrostrutturale che vede ogni sezione costruita in una tonalità diversa:
tonica, sottodominante, tonica: ulteriore elemento si staticità non usare la dominante.
Forme aperte: sono quelle in cui il ritorno alla tonica avviene alla fine dell’intero brano, dove la singola
sezione è una forma aperta inserita in un contesto di forma chiusa. Ogni singola sezione articola all’interno
un percorso tonica-dominante-tonica, che al loro interno sono forme aperte, ma complessivamente
costruiscono una forma chiusa. (?)
Per forma aperta intendiamo percorso formale che dalla tonica va alla dominante e dalla dominante va alla
tonica. Schema si adatta alle singole sezioni. Forma aperta può prendere tre diversi percorsi. Più
elementare, quello più tipico che si trova nelle suite, specialmente quelle bachiane, ossia costruzione
complessa in cui c’è percorso che porta alla dominante, da dominante alla tonica e se si vuole arricchire
percorso armonico ci sono tappe intermedie con modulazioni nell’andata alla sottodominante, nel ritorno
al relativo minore. Entrambe le parti ritornellate.
In ognuno dei tre casi c’è percorso di andata e ritorno che si incentra sulla dominante.
1 forma binaria di movimento lento: di solito adagio, non è presente ritornello, unico movimento articolato
in due parti, quindi forma binaria racchiusa in un’unica sezione. Molto raro trovarla in questa forma, tipica
del primo 700, si trova più spesso come parte costitutiva di una forma ternaria, potrebbe essere la sezione
A della forma ternaria.
2 forma a due sezioni: due parti che costituiscono la forma sono evidenti grazie a ritornello (td-dt), schema:
prima frase alla tonica, seconda di modulazione alla dominante, terza modula a tonalità vicina per tornare
solo alla fine alla tonica. Percorso univoco, c’è un’unica curva di tensione.
3 forma binaria a tre sezioni, tipica del minuetto: due parti molto evidenti con ritornello, con prima parte
molto più breve della seconda, perché la seconda è composta da due sezioni distinte, nella seconda parte
c’è una parte di diversione e una di ripresa variata. È binaria perché le parti sono due, ma è a tre sezioni
perché ci sono tre sezioni distinte A-BA. Differenza fra questa e quella ternaria è il percorso armonico: nella
forma ternaria il percorso armonico si esaurisce all’interno di ogni singola sezione. Quindi forma binaria è
aperta, forma ternaria è chiusa.
Forma sonata legata a forma binaria a tre sezioni: così come nella forma binaria a tre sezioni c’è prima
parte, seconda parte che prevede una sezione di diversione che diventa uno sviluppo e una ripresa della
parte iniziale. Lo schema fondamentale è sovrapponibile, anche se forma sonata è più complessa. Anche
percorso armonico è sovrapponibile. Come nella forma binaria a tre sezioni da tonica a dominante, ci si
allontana e si ritorna alla tonica solo con ripresa. Forma sonata fa parte delle forme aperte, mentre
secondo movimento fa parte delle forme chiuse.
Forma sonata: mentre per quanto riguarda gli elementi tematici possono esserci molte variazioni, il
percorso armonico è costante. Una sezione alla tonica, una sezione modulante che dalla tonica ci porta alla
dominante, un’ulteriore grande sezione del secondo tema. Questo schema risponde a un determinato
percorso armonico che si riempie di elementi tematici e motivici. Elementi tematici caratterizzano la
struttura, sono i personaggi che interagiscono in uno scheletro armonico. Per comprendere la forma sonata
bisogna prima analizzarla nel percorso armonico per poi guardare quali sono gli elementi che la
costituiscono. C’è un livello strutturale armonico che c’è sempre in qualsiasi sinfonia, ma cambia il modo di
costruire il percorso. Nell’esposizione c’è sicuramente un primo tema, ma di solito non è sufficiente
presentarlo, di solito il compositore sente la necessità di farlo riascoltare per rafforzarne l’identità
rendendolo riconoscibile come elemento tematico. Il primo gruppo tematico si esaurisce nella
presentazione, poi inizia sezione modulante che ha suo personaggio diverso da primo e secondo tema. In
alcune sonate di Beethoven il ponte modulante è talmente ben definito che ha portato alcuni studiosi a
parlare di sonate tritematiche. Ponte modulante non è una modulazione con semplice funzione strutturale,
fa parte della composizione ed è funzionale al tutto, presenta un ulteriore personaggio, talvolta più
significativo sul piano tematico rispetto al secondo tema. Due strategie per costruire ponte modulante
(percorso tonica-dominante): 1 ripercorre il primo tema legando elemento tematico a sezione A: dopo aver
proposto sezione A, la faccio riascoltare in versione modulante segandolo a qualcosa di nuovo che non ho
ancora sentito, fino ad arrivare a cadenza alla dominante che prepara intervento del secondo tema. 2
elemento tematico nuovo viene presentato subito, quindi presentazione del tema, ripetizione, cadenza
forte, piccola pausa e poi inizia cosa diversa che fa già parte del ponte. Termina ponte e inizia secondo
gruppo tematico che può avere articolazione anche molto complessa. Sezione C è il secondo tema vero e
proprio, quello alla dominante. In Beethoven spesso non è un vero e proprio tema, spesso elemento B del
ponte è più lirico e cantabile di C, ma B non ha stabilità armonica perché è modulante, mentre C sì.
Sezione D è un primo tentativo di sviluppo, con principio di elaborazione motivica, molta tensione interna
all’esposizione. In Beethoven spesso è così sofisticata che si parla di primo sviluppo, come se fosse
anticipazione dello sviluppo e ci sono modulazioni a toni lontani, quindi è necessaria ulteriore sezione
conclusiva dell’esposizione con cadenze alla dominante, ossia codette.
Riassumendo: Primo gruppo tematico che presuppone un elemento tematico molto ben definito e
caratterizzante (semplice), poi tema riproposto e riproposizione può essere legata a elemento del ponte
oppure concludersi con cadenza perfetta dando così al ponte indipendenza. Raggiunta la dominante, inizia
secondo gruppo tematico, con una sezione di secondo tema, primo sviluppo più o meno complesso con
modulazioni a toni lontani, poi si torma alla dominante per concludere l’esposizione. Ascolto di primo
tempo di prima sinfonia di Mozart che rispecchia tutte le caratteristiche elencate.

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