Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Lorenzo Fattambrini
GRIOT / BLUESMAN
A metà strada tra sciamano e menestrello, il Griot è una figura predominante nella
cultura Africana. Depositario della saggezza degi anziani, esperto delle condizioni di
trance e in continuo rapporto con gli spiriti egli utilizzava la musica per raccontare le
gesta degli antichi e tramandare alle nuove generazioni il sapore del passato.
Ascolti: https://www.youtube.com/watch?v=QdrPmZwsXiM
https://www.youtube.com/watch?v=u6MY3v-WA94
https://www.youtube.com/watch?v=Ig91Z0-rBfo
GRIOT / BLUESMAN
In Africa tuttavia la musica, che aveva fortissime componenti rituali,
intrisa di fenomeni naturali, non era Creazione bensì un MEZZO per
arrivare allo spirito: cantare equivaleva a “liberarsi”, poiché questa vita
non è che un passaggio e una prova.
L’Afro -Americano conia una musica sul battito del proprio cuore; non c’è
armonia nelle note ma senso ritmico. Unico strumento di valore, la VOCE.
GRIOT / BLUESMAN
Anche il Bluesman è solo, ma per motivi diversi.
La schiavitù lo ha privato della propria inividualità e non ha diritti.
Non ricorda più le favole della sua terra e disperatamente ne inventa di nuove
per ricordare a se stesso di essere ancora un uomo.
Anche lui si accompagna quotidianamente ad uno strumento a corde, che non è
più quello Africano ma uno strumento nuovo che lui chiama Banjo.
Poiche’ non ha ricordi da raccontare, canta se stesso utilizzando la musica per
scacciare la solitudine e guarire dalla rabbia e dalla fustrazione.
(da Patrizia Barrera – L’anima nera del blues)
All’inizio nacquero forme di comunicazione vocale e musicale chiamata
“calls” (richiami) e “cries” (grida); i “calls” costituirono essenzialmente
elementari sistemi di comunicazione per trasmettere veri e propri messaggi
tra lavoranti mentre i “cries” furono vere e proprie esternazioni sentimentali.
SPIRITUALS
Gli spirituals si possono distinguere fondamentalmente in tre tipi:
Uno responsoriale, con solista e coro che si alternano come nei canti tribali africani.
Ad esempio "Swing low sweet chariot" oppure "Go down Moses".
Un secondo detto sorrow song (canto di dolore) in genere corale, lento e maestoso come
"Deep river" o come "Sometimes I feel like a motherless child".
Un terzo più ritmico e sincopato tipo "Down by the riverside" o "Dry bones".
Un caso a parte sono i cosiddetti shouts o ring shouts (urla) sorta di spirituals
frenetici, urlati e danzati, eseguiti solo al termine del servizio religioso.
GOSPEL
Con l’affermarsi del Gospel di Dorsey inizia il vero e proprio decollo dei “canti
del Vangelo” in tutto il mondo, e la musica afro-americana esce dalle chiese
dei neri d’america, dove era rimasta confinata fino alla metà degli anni ’50,
per essere definitivamente proiettata in un tutto il mondo grazie alla sua
intensità, profondità e stravolgente religiosità che porta tutti i fedeli neri a
divenire i protagonisti delle loro lodi al Signore e grazie soprattutto, alle voci di
grandi interpreti quali Mahalia Jackson, Sallie Martin e Roberta Martin.
Il canto Afro-americano, in tutte le sue sfumature,è il prodotto di una
evoluzione canora con cadenze simili alla musica sacra e belcantistica
europea (soprattutto a partire degli anni anni ‘40)
Anche qui è fondamentale l’appoggio sul diaframma portando avanti la
voce, al fine di produrre un timbro di suono udibile sopra gli strumenti e
negli ampi luoghi di esibizione (chiese e teatri) pur senza la tipica sonorità
della“copertura” operistica che è sostituita da suoni più aperti e brillanti,
potenti, comprensibili e ricchi di armonici e sfumature melismatiche.
LA VOCE
L’ emissione vocale a “registro pieno”, in consonanza di petto (suoni medio-
gravi) e consonanza di testa (suoni acuti), sia per le voci femminili e maschili, è
presente in quasi tutto il canto moderno (dal jazz, al soul, al belting..)
Il Falsetto (correntemente poco usato) è lasciato al solista-leader ed ai vocalist .
Si ottiene la pentatonica maggiore togliendo quarto e settimo grado (in questo caso fa e si):
Dividiamo la scala in blocchi di quattro note, partendo da tutte le note della scala:
Cantate sia la serie ascendente che quella discendente dei blocchi, ripetendola diverse volte,
sempre con il nome delle note, aiutandovi con uno strumento per controllare l'intonazione.
Successivamente, inserite al posto del nome delle note sillabe a piacere: fate caso a come le
diverse vocali offrano risorse timbriche (oppure resistenze) a seconda della zona grave o
acuta.
tratto da:
Linda Valente – lezioni su jazzitalia.net
- dedicare un tempo sufficiente al warm-up
- esigere la comprensione testuale, storica, stilistica e, perché no, armonica del brano
- esperienza ritmica e sensibilizzazione del corista/cantore alla pulsazione
- uso del corpo come elemento percussivo ( body percussion )
- attenzione mirata alle articolazioni delle consonanti
INDICAZIONI
- uso del circle singing (canto in cerchio).
- cantare il testo in modalità “rap” (precisione e recupero della funzione ritmico-tribale)
- ear trainig ed esercitazioni a due voci
- ascolto, ascolto e ascolto!
LO SWING
Per approfondimenti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Swing_(musica)
ALCUNI ESERCIZI
FONTI
GRAZIE!
Link:
http://bes.biblia.org/secondaria-di-ii-grado/le-radici-bibliche-del-rock.html?showall=&limitstart=
Tibur Community Gospel Choir - Gian Luigi Zucchi (dir) e Caterina Federico
https://www.youtube.com/channel/UCJNhYFjfZWG-spVFcUDTnFQ