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Folk Revival

bl Alberto Favara
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e le trascrizioni delle musiche siciliane
di Giorgio Gregori

Nella puntata di marzo abbiamo parlato di Giusep-


pe Pitrè, che alla fine dell’800 concepì un enorme
lavoro di ricerca sulle tradizioni e le canzoni popo-
lari della Sicilia. Com’era consuetudine all’epoca, la
sua documentazione è stata però esclusivamente
di tipo letterario e, nei due volumi dedicati nel 1871
ai Canti popolari siciliani all’interno della collana
“Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”, si tro-
vano pochissimi accenni alla parte musicale. È qui
che entra in gioco Alberto Favara (Salemi 1863-Pa-
lermo 1923).

Vediamo come lo descrive la figlia Teresa Sa-


monà Favara nella sua “Premessa” ad Alberto Fa-
vara. Scritti sulla musica popolare siciliana, una rac-
colta postuma di scritti del padre da lei curata nel Alberto Favara
1959 (p. 5): «Egli iniziò la sua raccolta di canti negli
anni giovanili, cioè verso il 1898; a completamen- forme melodiche e ritmiche fu resa accessibile dalle
to quasi dell’opera prodigiosa di Giuseppe Pitrè, il ricerche, dallo spirito di ricerca. L’arte moderna tro-
quale – come si sa – essendo digiuno di nozioni verà in questi prodotti popolari una ricca messe di
musicali, non si occupò della musica popolare della nuovi ed eleganti motivi. Io trascrivo i canti e i ritmi
sua isola. Continuò le sue ricerche fino al 1905, con che ho trovati, sforzandomi di riprodurli esattamen-
un intuito e una sapienza che si andavano sempre te quali mi apparvero; senza pensare a stilizzarli;
più affinando ed arricchendo. lasciando questo all’opera ulteriore dell’artista.»
Furono anni di dura fatica, nei quali egli in perfetta
solitudine, senza aiuti finanziari né incoraggiamenti Estraiamo dal bel sito di Sara Cappello dedicato
morali, e senza gli ausili che la tecnica moderna of- alla musica popolare tradizionale siciliana, “La Mu-
fre oggi agli studiosi di folklore musicale, percorse sica del Sole”, una sintesi sulle caratteristiche della
campagne e marine, visitò quartieri popolari delle musica siciliana:
città della sua isola, instancabile sotto il sole e sotto «La canzuna è chiamata strambottu in Caltanis-
la pioggia, con carta e matita in mano, trascrivendo setta, sturnettu all’Etna, in S. Agata è detta barcaro-
melodie, ritmi di danze e di lavoro, musiche stru- la, marinara; è detta a la furnarisca, a la campagno-
mentali, grida di venditori, e annotando anche le la, a la vicariota, a la carrittera perché cantate alla
varianti che il cantore eseguiva, e i suoi commenti maniera dei carcerati, dei contadini, delle tessitrici
estetici, e le notizie che spesso dava sull’origine e (carere), dei carrettieri che ne cantavano tantissi-
lo scopo del canto.» me.
In quegli anni, quando Favara parlava a qualche Il metro della canzuna siciliana è l’ottava di en-
collega o amico di questo suo lavoro, incontrava di- decasillabi, con alterne rime.
sinteresse, incomprensione, spesso anche ironia; la I CIURI sono gli stornelli da due a tre versi detti
stessa cosa accadeva se si rivolgeva agli uomini di anche ciuretti o muttetti.
governo, che avevano in mano le sorti della cultura Il ciuri, componimento non molto pregiato, era co-
italiana. Fu così che, verso la fine del 1905, costretto munissimo in carcere e nei chiassi [‘vicoli’ o ‘bordel-
dalla scarsezza dei mezzi personali coi quali fino ad li’ – ndr].
allora aveva finanziato il suo peregrinare, stanco e LE ARIE o ARIETTI, si cantavano con accompa-
rattristato dalla sua solitudine spirituale, abbandonò gnamento di chitarre, quando si facevano serenate
le ricerche sistematiche, limitandosi da allora in poi o mattinate alla bella.
ad annotare qualche canto in maniera saltuaria. LE STORII sono le leggende, narrazione cantata di
In alcune pagine di un suo quaderno di appunti, ri- avvenimenti che colpirono l’immaginazione popolare.
cordate nella succitata “Premessa” della figlia (p. 6), LI JOCURA sono i giochi fanciulleschi, le fila-
così scriveva: «Al più degli uomini è ignoto il mondo strocche etc…
di melodie e di ritmi che vivono celati nella profon- LE ORAZIONI sono brevi leggende sacre, ende-
dità della vita popolare; ignoto alle classi dette colte casillabo è il loro verso, ottave, sestine, quartine le
e superiori. La straordinaria abbondanza di queste strofe che venivano cantate la sera lungo le vie o da-

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vanti le case di devoti, cantate da ciechi cantastorie,
che celebravano le ricorrenze dei santi venerati dal
popolo. I mercoledì di San Giuseppe, i Venerdì del-
cata postuma dal genero Ottavio Tiby, con il titolo di
Corpus di musiche popolari siciliane in due volumi.
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la Passione, le Novene di Natale, dell’Immacolata, Come riportato precedentemente, Favara lascia
della Madonna del Carmine, delle Anime dei corpi agli artisti la facoltà di ‘stilizzare’ i brani. E a questo
decollati, la tredicina in onore di S. Antonio ecc… punto è d’obbligo citare Viaggio in Sicilia. Suoni della
Tra i canti sacri ci sono pure le diesille per suffra- tradizione popolare per chitarra fingerstyle di Paolo
gare le anime dei defunti.» Capizzi (Fingerpicking.net, 2018). Capizzi scrive nel-
(http://www.palermoweb.com/lamusicadelsole/la- la “Presentazione”: «Ho creato degli arrangiamenti
musica/ilcantopopolare.asp) per chitarra acustica fingerstyle, che riproducono fe-
delmente le melodie riportate nelle trascrizioni origi-
Si tratta di ascolti non facili, lo stesso Favara così nali, integrandole con delle parti di accompagnamen-
scrive (in Scritti sulla musica popolare siciliana, to e di armonizzazione. Nel CD Viaggio in Sicilia una
cit., p. 80): «La melodia della Razioni [di San Sta- parte dei brani è stata arrangiata con l’inserimento di
nislao] è così triste, così dolorosa nei suoi melismi alcuni strumenti tradizionali, come il mandolino, il fri-
singhiozzanti e nelle sue lugubri cadenze doriche, scalettu [‘zufolo di canna’ – ndr], la chitarra battente,
che le popolane di Palermo la chiamano tirrurusa: il l’organetto, il marranzano, il tamburello, oltre che del
canto che atterrisce. Essa è di cattivo presagio pei basso acustico, nel tentativo di ricreare le atmosfere
fanciulli ammalati, e il meglio è non cantarla, come tipiche di questo stile musicale.»
non esistesse. Una povera donna che ad ogni an- Nelle note introduttive Andrea Carpi aggiunge:
niversario della morte di un suo «L’approccio di Capizzi al
figliuolo voleva rendere alla cara folklore musicale della sua Si-
memoria questo melodioso tri- cilia non è di natura ‘speciali-
buto di affetto, doveva ogni volta stica’ e ‘filologica’, e natural-
rinchiudersi ben bene nella sua mente non è un orientamento
casetta e cantare nell’oscurità, di questo genere che si po-
per non rattristare il vicinato.» trebbe pretendere da un mu-
sicista, che sempre si lascia
Favara raccolse un migliaio di condurre in primo luogo dalla
canti popolari e i risultati delle propria sensibilità musicale.
sue ricerche furono pubblicati in […] la maggior parte degli ar-
vari libri: Le melodie di Val Ma- rangiamenti chitarristici di Pao-
zara (1903), Canti e leggende lo proviene dall’adattamento di
della Conca d’Oro (1903), Il rit- trascrizioni musicali contenute
mo nella vita e nell’arte popolare in una pietra miliare degli studi
in Sicilia (1904). In quest’ultimo sulla musica di tradizione orale
ipotizzava, sulla base di una della Sicilia, il Corpus di musi-
approfondita conoscenza del- che popolari siciliane di Alber-
la metrica greca, il sussistere to Favara […] Questa scelta
di analogie non trascurabili fra i costituisce così un evidente
ritmi popolari siciliani e l’esametro omerico, fra le punto di merito per Paolo Capizzi e assegna al suo
danze popolari dell’Isola e i ritmi di Eschilo, Saffo, lavoro un importante valore aggiunto. Viaggio in Si-
Aristofane. Si trattava insomma di una ipotesi circa cilia, con i suoi arrangiamenti e le sue note tecniche
la diretta filiazione dei canti popolari siciliani dalla e stilistiche, saprà offrire sicuramente preziosi sti-
musica greca antica. moli ai chitarristi acustici e incoraggiare un ulteriore
Chi volesse ascoltare un tentativo di ricrearla da approfondimento e un ampliamento ad altre regioni
papiri corrotti e iscrizioni varie, cerchi l’album musi- italiane della conoscenza delle nostre tradizioni mu-
cale Musique de la Grèce antique dell’Atrium Musi- sicali popolari.»
cae de Madrid diretto da Gregorio Paniagua (1979).
Tra gli strumenti utilizzati anche la kithara a 7 corde, Per chi volesse approfondire la figura di Favara
che le note di copertina definiscono così:«[…] se nel più ampio quadro dell’etnografia musicale euro-
la lira rimane uno strumento ristretto ai dilettanti, la pea, rimando al volume Figure dell’etnografia musi-
kithara era usata dai professionisti e veniva definita cale europea. Materiali Persistenze Trasformazioni,
da Aristotele organon technikon (strumento profes- a cura di Sergio Bonanzinga e Giuseppe Giordano
sionale). Niente a che vedere, come forma, rispetto (2016).
alla chitarra che conosciamo. Nella prossima puntata andremo all’estero: dopo
Successivamente, per tornare alle opere di Fava- Costantino Nigra, Giuseppe Pitrè e Alberto Favara,
ra, la Ricordi stampò in tempi diversi (1907, 1921, il terzo ‘mostro sacro’ degli studiosi di fine ’800 sarà
1954 e 1959) quattro volumi di Canti della terra e Sir Francis Child.
del mare di Sicilia, trascritti per canto e pianoforte.
Nel 1957, finalmente, la sua opera omnia fu pubbli- Giorgio Gregori

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