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STORIA DEL JAZZ

Schiavi africani- BLACK HOLOCAUST

Lo storico Patrick Manning ci ricorda che ‘’ le migrazioni, che siano su distanze (o durate brevi) o
lunghe, sono centrali per l'esperienza umana’’. La migrazione comporta tra le comunità che si
incontrano una condivisione di abitudini, costumi, lingue. Cosa ci guadagna l'umanità a muoversi
tanto? L'apprendimento. La conoscenza sorge dalla migrazione.

La tratta transatlantica degli schiavi verso le Americhe va inquadrata in questo complesso fenomeno
di convergenze globali e locali. Il commercio degli schiavi ha investito l'intera costa atlantica del
continente africano generando sulle corrispondenti sponde americane forme culturali del tutto
nuove. Il jazz è una di queste: è un prodotto della convergenza di culture africane ed europee nelle
colonie nordamericane.

Tra il XVI e il XIX secolo, sono stati catturati circa 20 milioni di schiavi africani. Da un lato troviamo le
colonie inglesi, poi divenute indipendenti, Virginia, nord e sud Carolina, Georgia che appartengono
ad un complesso culturale anglo europeo: sono protestanti.

Dall'altro vi è New Orleans, appartenente ad un complesso culturale profondamente diverso:


cristiano e caraibico. Colonia francese poi divenuta spagnola ed infine americana.

Il Petting Juba

I primi schiavi africani arrivarono in Virginia nel 1619, ma fino al 1800 le descrizioni di attività
musicali rimangono rare: gli africani erano considerati mera forza lavoro e nessuno era interessato al
loro modo di esprimersi. Occasionalmente qualcuno notava gli strumenti che gli schiavi avevano
portato dall'Africa. I tamburi erano usati nelle piantagioni per inviare segnali in codice nelle lingue
tonali bantu. Quando i padroni se ne accorsero, ne proibirono tassativamente l'uso.

Le composizioni ben temperate degli africani, con ripetizioni quasi modali e diversi melismi mi
scioccano i compositori occidentali. Specialmente nella zona islamica dell’Africa.

In questo modo, nel corso delle numerose occasioni pubbliche in cui gli schiavi danzavano, il ruolo
dell'accompagnamento ritmico fu assunto dal banjo, dal battito delle mani e dalla sua estensione
complessa: il petting Juba.

Quest'ultima diventa una pratica di resistenza: non mi dai lo strumento? Percuoto il mio corpo.

L’acculturazione investì anche la musica: non erano rari gli schiavi che suonavano il violino: i padroni
ne incoraggiavano l’uso sia per accompagnare le danze africane e sia per allietare le proprie feste
private.

Uno dei generi più diffusi tra gli schiavi era il canto di lavoro. I canti seguivano modalità tipiche delle
culture bantù: un solista chiama e il coro risponde con una melodia eterofonica (una sorta di unisono
corale approssimativo ed imperfetto). A volte il coro attacca sulle ultime note del solista.

I canti di lavoro erano seguiti da piccoli gruppi di schiavi, ma nelle piantagioni risuonava anche il
solitario field holler, un richiamo che soddisfaceva varie funzioni, ad esempio formulare una richiesta
o comunicare un bisogno. I lamenti (cries) erano espressioni emotive, modi di comunicare erano
espressioni emotive, modi di comunicare tristezza, solitudine, fatica tristezza, solitudine, fatica.

🎶Work song: Cannonball Adderley Sextet 1962


Spirituals e Ring Shout- THE GREAT AWAKENING

Tra il 1740 e il 1800 le colonie inglesi furono spazzate da un'ondata di fervore religioso che prese il
nome di grande risveglio. Così molti coloni si convinsero ad avvicinare gli schiavi alla religione,
attraverso una vasta campagna di conversione, la quale consentiva loro di partecipare anche ai
servizi in chiesa. Gli schiavi rielaboravano il repertorio dei canti metodisti dei loro padroni
aggiungendo ritornelli di loro invenzione oppure creando melodie originali dal forte carattere
ritmico. Questo vario repertorio di brani sacri composti da schiavi convertiti prese il nome di
SPIRITUAL. Per decenni gli schiavi del sud degli US praticavano clandestinamente il loro culto
cristiano, che di solito passava dalla parola al canto. Il canto coinvolgeva tutti i presenti ed era
accompagnato dal battito delle mani e da movimenti del corpo.

Nonostante il carattere sacro, gli spiritual non differivano più di tanto dai canti di lavoro: un solista
chiama e varia la melodia ed il coro attacca una risposta eterofonica. Il ritmo regolare, scandito dal
battito delle mani e dei piedi, sollecitava a danzare.

La diffusione orale degli spiritual afro giunse con il tempo ad influenzare anche le pratiche religiose
più formali. Infatti, nel 1801 venne pubblicato un innario con tutte le innovazioni dello spiritual.

Dopo il 1861 gli spiritual iniziarono anche a circolare in edizioni a stampa. Nel 1867 infatti venne
pubblicata una raccolta di 136 spiritual: Slave Songs of the United States.

I Fisk jubilee singers (neri) che studiano a scuola con la formazione di un coro europeo con il metodo
classico, con un repertorio però della cultura africana queste Slave Songs.

Al fianco delle cerimonie religiose ufficiali e riconosciute, esisteva un mondo rituale clandestino: si
trattava del ring shout. La parola shout deriva dall’arabo saut –danzare in circolo-, indizio dell’eredità
culturale dell’africa islamizzata. Vi si praticava il culto di divinità, la cui evocazione avveniva in danze
circolari effettuate in senso antiorario, strisciando i piedi senza incrociarli. Solista e coro, battendo le
mani, si incalzavano con brevi frasi di botta e risposta.

Il principio di botta e risposta è lo stesso del blues che è la risposta al bluesman.

La resistenza degli schiavi africani passa attraverso la risignificazione ironica del mondo dei padroni.
Gli schiavi Raccolgono espressioni, gesti e storie dei padroni rovesciandoli però in maniera ironica:
signifying. Riplasmando a proprio uso e costume il materiale dato, fanno del ring and shout il luogo
centrale di resistenza ma anche una sorta di matrice espressiva che ha plasmato le esperienze
musicali afro.

New Orleans-La Nouvelle Orleans

Fondata nel 1718 dai coloni francesi, collocata lungo il fiume Mississippi. Doveva essere lo sbocco a
sud del commercio francese ma in realtà era una zona insalubre, abitata da reietti, criminali e
prostitute deportate. A partire dal 1719 iniziarono ad arrivare gli schiavi africani. Questi erano creoli,
cioè nato nelle colonie. Il termine si riferiva ai neri di pelle chiara nati da genitori misti con nomi
francesi e che ironicamente avevano più diritti delle persone con la pelle più scura.

Una significativa interazione fu quella con i nativi americani che generarono una grande prole ed una
grande etnia. Nella cultura Baramba prevaleva una musica swingante e melismatica, influenzata
dalla cantillazione coranica. I violini giunsero in Louisiana dall'EU e dall’Africa.
La musica prodotta dagli schiavi nelle colonie inglesi era molto diversa da quella che gli schiavi
africani suonavano nella Nouvelle Orleans.

Quando i francesi cedettero la Louisiana nel 1763 agli spagnoli, questi ultimi fecero di New Orleans
una vera e propria città. Ma le loro politiche schiavistiche erano diverse rispetto le francesi e, per
questo motivo, trattavano solamente schiavi provenienti dalla zona del Kongo-Angola. Sparirono così
arpe e banjo, rimpiazzati dai tamburi tipici delle colonie bantu. Al posto dei melismi dei Bambara si
impose un canto a frasi brevi e sillabiche.

Iniziarono così ad apparire parole di danze di origine bantu come zarabanda, bamboula. In
un’ordinanza del 1786 il governatore di N.O. cita per la prima volta ‘’i tangos o bailes de negro’’ in un
documento scritto ed è significativo che questo accada a N.O. e non in Argentina.

Ma infatti tutti i ritmi come Tango, Mambo, Rumba, Sono tutti ritmi che provengono dalla musica
africana, la musica latina è praticamente un’invenzione.

Gli spagnoli fecero di N.O. una città danzante, fu aperta nel 1796 la prima sala da ballo.

La zona di N.O., dell’Havana, di Lisbona, Siviglia erano legata dalla musica, dai balli e dalla cultura
data dall’unione delle diverse etnie di persone. Con la dominazione spagnola la musica afro-
mediterranea-cubana prese a fluire verso N.O. Fra queste, la bamboula, una danza di origine bantu.

Nel 1849 il compositore e pianista di N.O. Gottschalk suonò e diede alle stampe, una composizione
intitolata Bamboula, dal profilo ritmico totalmente estraneo alla tradizione europea.

🎶Bambula. La novità è l’utilizzo del tresillio (rhtym) che poi verrà ripreso dalla musica Latina, dal
jazz.

Il sincretismo africano

è frequente nelle colonie cattoliche ma più raro in quelle protestanti. Nei territori francesi e
spagnoli la domenica era concesso agli schiavi di riunirsi pubblicamente con feste e balli. Fu loro
concesso anche di partecipare a cerimonie religione cristiane. In queste erano autorizzati a cantare e
danzare la propria musica, a patto di ossequiare santi e valori cattolici. Questa opportunità favorì il
sincretismo tra le religioni afro e cattoliche: Santeria a Cuba, Candomblé in Brasile e Vodo a Saint-
Dominigue (Haiti).

Nelle colonie britanniche invece gli assembramenti di schiavi erano proibiti. Così comparvero
strumenti come violino e banjo, dai volumi non troppo alti per non essere uditi dalla piantagione
vicina.

Rispetto questi riti si creano due approcci diversi alla questione:

• Da una parte la chiesa che cerca di mantener un tipo di rito diverso da quello dei credenti
bianchi ma più contenuto ed istituzionale
• Dall’altra la cultura protestante che iniziano delle pratiche che sono nascoste e clandestine.
Il ring shout è una di queste pratiche che sono nascoste.
Haiti

Saint-Dominigue fu terreno della più lunga e importante rivolta di schiavi della storia. Divenne una
rivoluzione che portò nel 1804 alla proclamazione della repubblica autonoma di Haiti. La terza mai
proclamata nel mondo e la prima governata da ex schiavi.

Nel 1801 la Louisiana torna nelle mani dei francesi per essere venduta da Bonaparte agli US. Dopo il
1809 migliaia di dominguani furono costretti a fuggire presso N.O. quando gli spagnoli ordinarono di
espellere da Cuba tutti i francesi. Lì portarono tutte le tradizioni di danza, religione e strumenti che
mutarono la cultura della Louisiana.

Il commercio di schiavi dall’Africa, salvo eccezioni, era stato abolito nel XVIII nei vari stati americani e
dal 1805 era permessi solamente quello interno agli US. Sorse allora il problema della forza lavoro: i
padroni avviarono un programma di allevamento di schiavi. Venivano fatti accoppiare in modo da
produrre prole. Questa pratica disumana ebbe enormi conseguenze sul piano culturale. Gli schiavi
nati nel territorio americano non avevano ormai più nessun legame con le culture africane di origine.

Possiamo dire quindi che la cultura di N.O. si compone di tre strati:

• Bambara: legato al colonialismo francese


• Kongo: legato al colonialismo spagnolo
• Misto: profughi di Haiti e schiavi americanizzati

Il ballo

La musica nelle sale da ballo la fornivano principalmente i neri. Erano solitamente piccoli complessi
con violino, flauto e piffero. La gente ballava svariati generi che spaziavano dal valzer alla polka,
danze cubane. Spiccavano però quelli degli schiavi che si tenevano la domenica.

L’architetto Benjamin Latrobe nel 1819 racconta che in questi incontri (CAMP MEETING) si
arrivavano a contare fino a 600 danzatori disposti in gruppi circolari e fino a 3mila persone che
assistevano. I canti erano bantu, con brevi frasi a botta e risposta tra solisti e coro.

Il vodò continuo ad essere praticato clandestinamente, proibendone la pratica privata.

Negli anni 40 e 50 sbarcarono a N.O. grosse ondate di irlandesi che scappavano dalla fame, tedeschi
e a fine anni 80 anche moltissimi italiani, vittime di feroci discriminazioni.

Ministrel Show

La società in cui quasi tutti i cittadini di origine africana sono schiavi, non permetteva ai neri di
prendere posto a teatro, né come attori né come spettatori. Tuttavia, in città più tolleranti come
New York, New Orleans, si aprirono degli spazi che permisero a metà dell'Ottocento l'ascesa di
intrattenitori neri quali master Juba e Harry Lane.

Master Juba divenne il primo maestro riconosciuto della Clog Dance, cioè quella danza che 10 anni
dopo divenne il tip tap . Fu però Thomas Rice, un comico bianco a raggiungere una grande fama con
la canzone Jim Crown del 1833 che aprì negli anni 40 la strada al minstrel show, lo spettacolo
itinerante in cui comici bianchi del nord, provenienti da esperienze circensi, mettevano in scena con
il volto dipinto di nero, una galleria di stereotipi tratti dal mondo della schiavitù: personaggi dal
nome di Jim Crown e Zip Coon divenuti poi espressioni del razzismo più duro e derisorio.
All’interno di questi show c’era varietà, danze e assoli strumentali. Il grande ballo conclusivo, con la
faccia dipinta di nero, era noto come Walk-around, il più famoso esempio è Dixie’s Land. Questi
gruppi pretendevano di rappresentare l’autentica vita degli schiavi ma spesso venivano raccontate le
vicende nelle piantagioni con un tono nostalgico e sentimentale, depurato da violenza e dolore,
molto lontano dalla realtà.

Gli spettacoli rappresentavano il mezzo più diffuso mediante il quale i bianchi entrarono in contatto
con la cultura afro. Lo fecero però in modo tortuoso: assumendo le fattezze di individui che
disprezzavano. Un’identificazione paradossale ma perfettamente funzionale.

I ministrel bianchi compresero che la faccia nera li liberava e potevano scrollarsi le buone maniere e
comportarsi con i modi che la società beneducata trovava incivili. Così iniziarono a fare anche
commenti critici sulla società, la politica e la cultura.

A metà degli anni ‘50 gli stessi neri entrarono nelle compagnie di ministrel, anche loro si scurivano il
volto ma nelle voci, nelle danze e nei gesti, essi cercavano di indirizzare una visione un po' meno
razzista della propria cultura. Gli strumenti utilizzati erano chitarre, banjo, mandolini, pianoforti e
per la prima volta il sassofono.

Fin dal XVIII secolo è documentata una piccola ma significativa produzione musicale scritta da neri
liberi che avevano l’opportunità di studiare musica ed intrapresero questa carriera. Il più importante
è Johnson, il primo compositore nero a pubblicare musica.

Per i compositori neri le opportunità si fecero più realistiche dopo la guerra civile. Nel 1890 nel Sud
andava prendendo corpo una scuola pianistica, i quali compositori cucivano insieme danze orali e
sincopi afro. Questo stile qualche anno dopo prenderà il nome di ragtime.

Philip Sousa

La sua origine venne influenzata anche dalla marcia per banda, celebri quelle di Sousa, ottimiste e
super energiche. La marcia diviene uno dei generi di massa della musica americana.

RAGTIME: un signifying verso i bianchi

Nel ragtime confluì anche la tradizione afro del cake-walk, una danza che risaliva alla schiavitù, in cui
coppie di danzatori camminavano con passi pomposi ed esagerati. La musica era fortemente
sincopata ed accompagnata da un banjo o violino. La coppia più fantasiosa riceveva come premio
una torta, da cui il nome della danza. I bianchi videro l’espressione goffa di persone semplici ma non
si accorsero che il cake-walk era la parodia della cerimonialità dei padroni, dunque una forma di
signifying fondata sulla derisione.

I passi e le melodie del cake-walk furono assorbiti anche nei minstrel show e nel 1895 Ernest Hogan
colse un enorme successo con ‘’All coons look alike to me’’. La canzone lanciò la moda delle coon
songs: i testi grondavano di stereotipi razzisti (nero:coon:procione) ma la musica trasferiva su carta
la complessità ritmica del cake-walk unita alla tradizione orale afro. È proprio con questo All Coons
che per la prima volta appare la parola ‘’rag’’ ad indicare un ritmo sincopato (ragged).

Dopo il 1893 il ragtime andò definendosi come un genere pianistico modellato anche sul cake-walk.
Nel 1897 il compositore bianco Krell pubblicò MISSISSIPPI RAG, il primo vero brano pianistico a
recare le parole rag. St. Louis emerse come il centro più importante di produzione del ragtime
SCOTT JOPLIN:

Formatosi a St. Louis, lì nel 1899 pubblicò ‘’MAPLE LEAF RAG’’ il primo rag a raggiungere successo
nazionale e che poi divenne modello per la composizione di centinaia di rag. Pianisticamente la
scrittura è disposta su due strani: la mano sinistra che spinge il movimento di marcia, ricco di
fermate e contrappunti; la destra, di chiara potenza bantu, innesta poliritmi.

Con la morte di Joplin il rag raggiunse lo status di moda nazionale di vasto consumo.

Il rag si diffuse attraverso gli spartiti a stampa anche per bande, ed attraverso il disco: una nascente
industria che crebbe la diffusione del genere.

VAUDEVILLE

Ai primi del 900 il minstrel era già uno spettacolo in decadenza. Un nuovo formato di varietà era
stato ideato. Più rispettabile ed articolato, il Vaudeville raggiunse in pochi anni buona parte degli US.
Questo varietà fornì ai musicisti occasioni di lavoro continuo e stabile che funzionò come un sistema
di promozione dei primi gruppi jazz e delle cantanti blues.

SONG PLUGGERS E TIN PAN ALLEY.

Gli editori che ricevevano proposte dai compositori provavano a piazzare la canzone presso i
cantanti più in vista, sperando che ne facessero successo. All’inizio gli editori stessi facevano da song
pluggers, girovagando di notte per locali cercando di convincere le star ad adottare qualche canzone.
Con il tempo questo lavoro venne affidato ai pianisti che snocciolavano uno dopo l’altro i pezzi del
catalogo ai bandleader. Tra Broadway e la 5a Avenue, ribattezzata poi TIN PAN ALLEY, gli editori
trovarono gli uffici dai quali piovevano canzonette a tutte le ore. Con il tempo anche gli artisti neri
aprirono uffici su Broadway, un’area che prese il nome di BLACK TIN PAN ALLEY.

Fu grazie a Broadway quindi che si aprì un decennio di teatri newyorkesi frequentati da un pubblico
misto, invasi da produzioni gestite da bianchi ma interamente realizzate dagli artisti neri. Gli artefici
di questa conquista furono compositori come JOHNSON E WILL MARION COOK: primo grande band
leader

EUROPE ( Eubie Black ‘’The Martin Luther King of music’’)

Negli anni in cui la salute di Joplin andava declinando, New York conobbe un'altra grande personalità
musicale: il direttore e compositore EUROPE. Nel 1910 aveva fondato il Clef Club, un’importante
organizzazione che per la prima volta tutelava i musicisti afro fungendo da agenzia di ingaggi. Europe
divenne re dei balli della società aristocratica che impazziva per i nuovi ritmi neri.

L’orchestra divenne partner ufficiale di Vernon e Irene Castle: una coppia di ballerini bianchi che
ignoravano i tabù del periodo e lavoravano con un'orchestra di neri. La fama dei Castle crebbe nel
1914 quando la manager decide di organizzare un tour di 32 città negli USA. I ballerini ballavano in
grandi sale davanti a centinaia di coppie che li imitavano. Nacque così la cultura della sala da ballo
pubblica e di massa: uno spettacolo di bianchi (castle) e neri (Europe) in cui si suonava e ballava
musica afro. I Castle lanciarono anche la moda del fox trot: sui dischi iniziarono anche ad apparire le
indicazioni per i passi di danza. La vendita musicale è quindi connessa al ballo.

Con la Prima guerra mondiale Europe portò in Francia una banda di soldati-musicisti, gli
HELLFIGHTERS con un repertorio di marce,rag e canzoni blues. Nel 1919 registrò anche lo storico The
Memphis Blues, prima di essere ucciso da un suo orchestrale.
LA DIFFUSIONE DEL BLUES:

Con la proclamazione di emancipazione degli schiavi nel 1863, Il Presidente Lincoln aveva liberato gli
schiavi e li aveva dichiarati cittadini americani almeno formalmente. Tutte queste persone si
ritrovarono a dover definire il proprio ruolo nella società Americana. Ma in realtà la fine della
schiavitù non rappresentò una reale emancipazione, diversi Black code: insieme di Norme e leggi
promulgate dai singoli Stati, Ne limitarono fortemente i diritti.

I testi blues si stabilizzarono in una forma astrofica AAB verso la fine del secolo, in molti Stati del sud,
situazione dei contadini si fece sempre più difficile. Dal 1890 diversi Stati promulgarono contro i neri
le leggi Jim Crow, dal nome verso la fine del secolo, in molti Stati del sud, situazione dei contadini si
fece sempre più difficile. Dal 1890 diversi Stati promulgarono contro i neri le leggi Jim Crow, dal
nome del personaggio del minstrel. I diritti vennero ostacolati, mentre organizzazioni terroristiche
come il kkk uccidevano gli afroamericani aizzavano la popolazione bianca linguaggio dei neri. È in
questo quadro che è intorno al 1890 nasce il blues: una lirica musicale di ambiente rurale per voce
solista e strumento accompagnatore. L'area di origine va dall'interno della Georgia al Texas
orientale.

L'area di origine va dall'interno della Georgia al Texas orientale. Il blues fu il frutto culturale della
prima generazione di neri contadini nati dopo la schiavitù. All'origine del blues ci sono i field hollers :
canzoni da lavoro che venivano cantate dagli schiavi nei campi. Il blues ha assorbito molti di questi
richiami, essi si incrociarono con un genere tutto nero americano, quello della ballata popolare. Ogni
strofa del testo aveva tre versi differenti di cui il terzo faceva da ritornello, mentre gli accordi
giravano su un, I-IV-V. Probabilmente fu il ballo a trasformare la ballata il blues: i rapidi balli di
gruppo stavano cedendo il passo a balli di coppia tempo più lento. Molto Probabilmente fu il ballo a
trasformare la ballata in blues: i rapidi balli di gruppo stavano cedendo il passo a balli di coppia
tempo più lento. Molto probabilmente il modello di 12 battute della ballata blues veniva suonato da
band e chitarristi a un tempo più lento come pezzo da ballo e poi alcuni ci hanno aggiunto il canto
derivato dai field hollers . Ad un tempo più lento diventava possibile fare delle pause più lunghe
dopo le prime due line vocali per lasciare che gli strumenti rispondessero al canto.
I testi blues stabilizzare in una forma AAB, due versi ripetuti ed uno conclusivo.

Le canzoni affrontano le emozioni umane e descrivono gli alti e bassi della vita quotidiana. Amore,
sesso, viaggio, lavoro, povertà, disoccupazione, alcol, droghe, gioco d'azzardo, problemi con la legge,
malattia, morte, e magia e voodoo sono gli argomenti dominanti. Questo aspro realismo ha indotto
la parte più bigotta della società nera a considerare il blues come una musica del diavolo.

IL BLUES RURALE

Il cantante blues si accompagna con una chitarra che diventa una vera e propria seconda voce,
alimentando il tipico gioco di botta e risposta tipico africano.

Il cantante blues inoltre adotta un sistema intonativo specificamente africano e non ha riscontro in
altre musiche del mondo. Si tratta della trasformazione di scale caratteristiche africane. Queste scale
che ne derivano sono scale con le consuete note della scala maggiore con un’area di altezza
variabile: la terza blue e la settima blue.
Il blues si diffonde seguendo due strade molto diverse:

• Cantanti itineranti: vagabondando in aree piuttosto ristrette riuscirono a trasmettere


oralmente versi, melodie e stili di melodie. Il tutto si consolidò in vere e proprie scuole
regionali.
• Bluesman in aree lontane: favorirono lo scambio fra territori rurali.
• Lo spartito: la musica scritta, solitamente ritenuta estranea al blues, ne cambiò
profondamente la natura. I compositori di rag iniziarono ad incorporare frasi e accordi blues
come Antonio Maggio nel 1908 con I GOT THE BLUES: il maestro aveva incrociato un nero
con la chitarra che suonava un riff africaneggiante di tre note. Tornato a casa scrisse questo
rag per pianoforte con 4 temi, di cui il primo consiste di quel motivo sentito dal nero.
• Quindi matrimonio del rag con il blues.

Privi di istruzione musicale, i cantanti blues suonavano senza rispettare alcuna quadratura musicale.

Centro di produzione del blues a stampa era Memphis, dove nel 1909 si trasferì W.C.Handy che poi
pubblicò The Memphis Blues che non ebbe successo. La svolta arrivò nel 1914 con la pubblicazione
di St. Louis Blues destinato a diventare il blues più famoso della storia.

Handy introdusse anche soluzioni strumentali nuove come i break o giochi poliritmici bantu che
qualche anno dopo prenderanno il nome di secondary rag.

La professionalizzazione del blues nei teatri causò un rapido slittamento del cantante maschile, che
dominava la scena rurale, alla cantante femminile che si impose come la protagonista del
palcoscenico. La più importante delle cantanti fu MA RAINEY (1888-1939).

I gruppi diretti dalle cantanti furono una notevole palestra professionale per innumerevoli giovani
strumentisti.

Il blues trovò presto terreno fertile anche nei teatri grazie al pianoforte per le occasioni più d'élite
ma non mancavano gli strumenti malmessi che si suonavano nei locali (fast texas).

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