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MUSICA POPOLARE SICILIANA

Molta musica popolare è legata ad aspetti culturali e di natura regionale, ma si possono trovare dei tratti
comuni. Per esempio spesso è composta per accompagnare le danze, come nel caso del tango dei quartieri
popolari di Buenos Aires. Per rimanere più vicini alla nostra cultura, in Sicilia hanno particolare rilievo il
ballo della cordella, o l'antica Siciliana, di carattere pastorale, in movimento moderato, tempo 6/8, 12/8 o
6/4, entrata poi nella sfera della musica colta. Vi sono le danze funebri, oggi pressoché scomparse, e il
Tataratà, una danza armata e propiziatoria, risalente al periodo di dominazione islamica dell'isola. Le
musiche popolari sono infatti spesso in stretta correlazione con le vicende storiche e le dominazioni
succedutesi nei secoli in un determinato luogo.

La musica popolare siciliana affonda le proprie radici nelle elegie funebri e negli inni sacri introdotti dai
greci, dagli arabi e successivamente dai normanni con la loro musica strumentale.

Spostandosi da una zona ad un’altra si può osservare un mutamento delle scale impiegate, ognuna delle
quali identifica il proprio paese, ma che si collegano sempre agli antichi modi greci. Le ascendenze elleniche
si possono rinvenire anche nell’uso di melismi e fioriture di suoni che poiché inglobano intervalli inferiori al
semitono, potrebbero derivare dalle “chroai” del genere enarmonico ellenico. Le ascendenze saracene si
fanno sentire, invece, nelle modalità di intonazione tese e aspre della voce. La tradizione ellenica riappare
nello strumento principale dell'isola, il mariòlu, simile all'antica lyra, e alle sue sonorità si attribuiscono
poteri terapeutici.

Ogni musica popolare si distingue per i suoi strumenti tipici. Nel folklore siciliano esistono lo zufolo o
friscaletto, il marranzano o scacciapensieri, il tamburello, la quartara, l’organetto, la ciaramella, la
fisarmonica, la chitarra battente e la zampogna.

Un’altra caratteristica che contraddistingue la musica popolare è che essa è concepita in modo che
potessero eseguirla anche suonatori non professionisti.

Molti canti popolari sono legati alla religione. Lamenti, sostenuti da tamburi e strumenti a fiato, (nel
racconto della Passione di Cristo, ad Agira), o i canti di giubilo (nelle rappresentazioni del presepe vivente di
Cianciana (Agrigento)) o ancora le novene e i canti di Natale che rappresentano, ancora oggi, un’occasione
di incontro per le persone che si raccolgono nelle piazze o nelle chiese. Nella maggior parte dei casi infatti la
musica popolare nasce o ha la sua principale espressione in momenti di aggregazione sociale come feste,
sagre o celebrazioni religiose e non.

Esiste poi l'arte interpretativa del cantastorie che ha il compito di narrare delle storie attraverso il canto.
(Un tempo in Sicilia ne esistevano due gruppi: i cantori ambulanti, dediti alle ballate cavalleresche e alle
storie profane, e gli “orbi”, nomadi e specializzati nelle narrazioni e nei canti religiosi.

Una prima tipologia musicale legata alla tradizione siciliana è costituita dai canti di lavoro. Essi venivano
eseguiti durante i lavori quotidiani per coordinare al meglio i gruppi, come avvenne anche oltreoceano alle
origini del jazz. (Alcuni antichi mestieri, come la battitura del frumento, producevano rumore e ciò serviva a
creare la base per il ritmo.)

Infine, ci sono i canti di dolore che venivano intonati senza musica.

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