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Il fascino arcaico del Canto georgiano (ieri ed oggi)

"...Le registrazioni di inizio ’900 delle musiche polifoniche del popolo georgiano mi suscitano
una profonda impressione. Sono la testimonianza di una tradizione viva della musica
popolare georgiana, la cui origine nasce da un passato antichissimo. È una scoperta
meravigliosa e può suggerire molto ai compositori, più di quanto possa fare tutta la musica
moderna... "
Igor Stravinskij, 1967

La Georgia - piccolo Stato sulle rive del Mar Nero -1 vanta una
lunghissima ed affascinante storia musicale di tradizione orale e tuttora
presenta molteplici e sorprendenti stili e pratiche esecutive, sia in ambito
sacro che profano. Soprattutto in ambito sacro il repertorio storico
georgiano è riuscito con mille peripezie a superare secoli di divieti,
persecuzioni e tentativi sistematici di cancellazione culturale: proprio per
questa caparbietà di persistenza della memoria, in questi ultimi
decenni la Georgia è diventata importante terreno di ricerca per
etnomusicologi di tutto il mondo. In questo scritto mi soffermerò sulla
storia del canto georgiano inteso come la polifonia a tre parti a
cappella che costituisce il corredo musicale sviluppatosi nel
corso di diversi secoli della Chiesa ortodossa. L’organizzazione
del canto è su polifonia a tre parti in lingua georgiana, scala di
8 note, un impianto di stampo modale molto vicino agli antichi
modi greci ed una particolare forma di accordatura vocale,
ovvero una modalità esecutiva che prevede un temperamento
differente dal sistema tonale occidentale2. Grazie alle ricche
risorse audio/video/bibliografiche - ora disponibili anche in rete -
questo patrimonio comincia ad essere noto anche al pubblico
occidentale, tanto che il Canto Polifonico Georgiano è stato
riconosciuto Patrimonio Culturale Immateriale Unesco nel
2008.

1
La Georgia è situata su una delle linee di separazione tra Europa ed Asia. Dal punto di vista
storico/culturale è spesso considerata vicina all'Europa orientale, ma geograficamente fa
parte dell'Asia. Tappa obbligata dell’antica Via della Seta, è da sempre in ricca e complessa
relazione - anche musicale - con le attuali Turchia, Armenia, l'Azerbaigian e Russia, di cui era
parte.
2
Per approfondimenti vedi: http://www.georgianchant.org/georgian-modal-system/
Origini del Canto Georgiano

La storia del canto georgiano è direttamente collegata all'introduzione e


alla diffusione del Cristianesimo in Georgia: nel IV secolo dC lo stesso
tipo di canto - presumibilmente in greco - era presente in Georgia come a
Bisanzio. In seguito, il canto divenne parte sempre più inseparabile della
cultura georgiana e si sviluppò soprattutto in centri monastici che dal X
secolo produssero anche forme di notazione. Questi primi tentativi di
fissare su carta il canto convivono con figure leggendarie di cantori che
conoscevano a memoria e trasmettevano ad altri monaci i canti per tutto
l'anno religioso. Dal Medioevo fino al XIX secolo chiese e monasteri in
quasi tutte le province della Georgia avevano delle vere e proprie scuole
di canto dove si svilupparono i differenti linguaggi musicali che portano i
nomi di questi stessi monasteri, come ad esempio la scuola di Gelati,
dove fin dal XII secolo era presente un importantissimo centro musicale.

Dai monasteri alle famiglie

Nel 1811 quando la Georgia fu inclusa nell'arena culturale e politica


dell'impero russo in espansione, l'introduzione della liturgia in lingua
russa con canti russi costituì una grande minaccia per il repertorio antico
e varie forme d'arte iniziarono a trovarsi nel mezzo di sconvolgimenti
sociali, persecuzioni, se non di soppressione diretta. Il canto
georgiano e l’insegnamento del repertorio tradizionale fatto
da secoli nelle scuole di canto furono vietati ma - per fortuna! -
sopravvissero nascosti nell’ambito domestico di alcune
famiglie che tenacemente ne custodirono la memoria.

La conoscenza di questi canti si basava su una rigorosa formazione


pluriennale con maestri cantori ma quando, all'inizio del diciannovesimo
secolo, i seminari e altre istituzioni divennero sempre più russificati questi
processi di trasmissione orale furono interrotti. A fine 1800, solo
poche famiglie di cantori rurali, come la famosa famiglia Karbelashvili
mantennero la conoscenza dei sistemi di canto più complessi.

La persistenza della memoria: le trascrizioni e le prime


registrazioni (inizio XX secolo)
La trascrizione del canto georgiano ruota attorno agli sforzi di
una figura straordinaria, Pilimon Koridze (1835-1911),
nominato santo della Chiesa ortodossa nel 2011, anche per meriti
musicali! Koridze è stato cantante d'opera molto noto sui palchi dei teatri
d'opera italiani e russi, ma nel 1881 abbandonò la carriera internazionale
su richiesta del vescovo di Tiblisi che, animato da fervore nazionalista
filo-georgiano, cercava un “patriota” della Georgia che si
assumesse l'arduo compito di trascrivere il vasto repertorio
liturgico orale in notazione europea. Koridze decise di usare il suo
talento musicale e il suo status di celebrità per difendere la difficile
situazione del canto georgiano. Questo avvenne quando ormai solo una
manciata di cantanti anziani poteva ricordare le varianti più sofisticate e
rare della complessa abilità dell'armonizzazione improvvisata a tre voci:
si temeva davvero che il canto tradizionale fosse perduto! Invece,
Koridze ed alcuni appassionati collaboratori trascrissero tra
1860 e 1920 ben ottomila inni che rappresentano attualmente il
tesoro della musica sacra della chiesa georgiana. La sensazione di
imminente perdita della tradizione ed il lavoro per salvarne almeno una
parte sono stati davvero straordinari, se pensiamo al periodo3! Negli
stessi anni furono effettuate anche le prime cinque registrazioni
audio, preziosissime per la comparazione con le trascrizioni ed avere
indicazioni sull'estetica esecutiva dei cantori, diretti eredi di
una tradizione di canto secolare.

Una voce dal passato: Artem Erkomaishvili

Altre registrazioni furono effettuate nel 1949 ma la più imponente


raccolta di registrazioni avvenne nel 1966, ovvero le 101
registrazioni audio eseguite da Artem Erkomaishvili (1887–1967),
uno degli ultimi maestri cantori della musica georgiana. Convocato nel
Conservatorio statale di Tbilisi, l'anziano Erkomaishvili eseguì
canti a tre parti sovrapponendo lui stesso le singole voci. In
questo modo, Erkomaishvil fu in grado di accompagnare e abbellire le
proprie registrazioni, fornendo un’autentica fonte di pensiero
musicale che affonda nel passato. Il risultato è una straordinaria
raccolta che comprende vari tipi di canti tra cui inni pasquali, natalizi o
3
Le migliaia di canti trascritti sono ora conservati presso il National Center for Manuscripts
di Tbilisi.
cerimonie nuziali, tutte di enorme importanza per la ricerca
etnomusicologica.

Artem Erkomaishvili è stato uno dei giganti della musica vocale tradizionale
georgiana del XX ° secolo. Con le registrazioni del Tbilisi State Conservatory
del 1966, una selezione rimasterizzata delle quali è stata recentemente
pubblicata sotto il nome Pearls of Georgian Chant (2016), Artem
Erkomaishvili ha lasciato un'eredità inestimabile sotto molti aspetti. Dal
momento che il canto era proibito durante il periodo sovietico, molti studiosi
hanno sostenuto che senza queste registrazioni la tradizione della scuola di
canto potrebbe non essere sopravvissuta al secolo scorso.

L’interesse per il sistema di accordatura ascoltato nelle registrazioni


del 1966 di Artem Erkomaishvili ha portato ad un ampio studio dei
cantanti di tradizione attuali, che utilizzano ancora un sistema di
accordatura vocale unico, indagato attraverso anni di spedizioni
etnomusicologiche con microfoni laringei che migliorano la capacità di
analizzare le frequenze vocali.

L'importanza del repertorio tradizionale oggi: confronti e


considerazioni tra Georgia ed Italia

In Georgia l’importanza di tutta la musica tradizionale e la


consapevolezza della particolarità del canto sia profano che sacro,
godono ancora oggi di grande vitalità, considerazione e diffusione. Il
Patriarcato ortodosso sostiene e promuove i servizi liturgici con una
collana editoriale molto accurata di libri - Georgian Church Chant -
reperibili anche su Amazon. Vi si trovano gli antichi canti liturgici a tre
voci in lingua georgiana con traslitterazione in lettere latine, oltre che ad
un'ampia introduzione e informazioni biografiche sui santi georgiani con
traduzione in inglese. Praticamente, in tutte le chiese la liturgia viene
intenzionalmente accompagnata solo dagli antichi canti!
L'attenzione, lo studio, la ricerca e la volontà di condivisione con la
popolazione locale (ma anche con gli addetti ai lavori) del repertorio
musicale tradizionale sono decisamente di alto livello ed ammirevoli e ci
rammentano ancora una volta che in buona parte del mondo la
musica etnica è parte fondante e rappresentativa dell'identità
musicale nazionale.
Da questo punto di vista spicca il contrasto con la situazione Italiana,
dove la tardiva unificazione nazionale e l'incredibile entusiasmo
romantico per il teatro musicale (che sicuramente è stato un enorme
collante culturale), hanno in parte obnubilato e messo in secondo piano
il ricchissimo e variegato repertorio di tradizione: la canzone popolare in
Italia non è mai stata simbolo nazionale, se non - forse - nel caso più
recente di Bella Ciao.
In conclusione, abbiamo certamente interessanti elementi di riflessione e
di indagine sulle dinamiche storico-musicali del nostro passato e per
fortuna spazi di esplorazione ancora molto ampi.
Buon lavoro a noi!

Bibliografia:

Erkvanidze, Malkhaz (comp.). (2006). Kartuli saeklesio galoba, t. IV (Canto della


Chiesa georgiana, vol. IV). Tbilisi: Centro per il canto del patriarcato georgiano.

Erkvanidze, Malkhaz (comp.). (2008). Kartuli saeklesio galoba, t. V (Canto della


Chiesa georgiana, vol. V). Tbilisi: Centro per il canto del patriarcato georgiano.

Erkvanidze, Malkhaz (comp.). (2014). Canto della Chiesa georgiana, Scuola della
Georgia orientale (Modalità Karbelashvili), Inni delle dodici feste di Nostro Signore,
Feste inamovibili, Triodion quaresimale e Pentecostarion. vol. VII. Tbilisi: Centro per
il canto del patriarcato georgiano.

Sitografia

International Research Center for Traditional Polyphony

Georgian Archival Recordings

Georgian Chant

The GVM-Interface - Computational Ethnomusicology - SeismoSoundScape-Lab -


University of Potsdam

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