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Regno di Navarra

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Il Regno di Navarra (in basco Nafarroako Erresuma) fu uno


Regno di Navarra
Stato europeo che esisteva sul territorio che si estende dalle due
parti della catena pirenaica, sull'Oceano Atlantico. La Navarra, in
alcuni momenti della sua storia, corrispose molto
approssimativamente ai territori occupati dal Popolo basco.

Sebbene i dettagli siano abbondantemente leggendari, il Regno


di Pamplona, più tardi chiamato Navarra, fu un'evoluzione
della contea di Pamplona, la sua capitale tradizionale, allorché (dettagli) (dettagli)
l'esponente basco Íñigo I di Pamplona o Enneco Aresta (in basco:
Eneko Haritza , in spagnolo: Iñigo Arista o Aiza) fu prescelto
quale re a Pamplona (tradizionalmente nell'824) e guidò una
rivolta contro i Franchi.

La parte meridionale del regno, l'Alta Navarra, fu occupata


(1512) dalle truppe castigliano-aragonesi e annessa alla corona
d'Aragona, nel 1513, ed infine, nel 1515, divenne parte della
Corona di Castiglia e quindi del Regno di Spagna unificato. La
parte settentrionale del regno, la Bassa Navarra, rimase
indipendente, ma fu annessa alla Francia con un'unione personale
nel 1589, quando re Enrico III di Navarra ereditò il trono francese
come Enrico IV di Francia e nel 1620 fu annessa al Regno di
Francia.

Dati amministrativi
Indice Nome Reino de Navarra
ufficiale
Etimologia
Lingue latino
Storia primitiva e inizio del Regno ufficiali
Regno Lingue navarro romanzo e
Decadenza e massima espansione (Re della casa parlate basco. Il castigliano si
di Navarra)
diffuse in un periodo
Diocesi nel regno di Navarra successivo, facendo
Smembramento della Navarra scomparire il navarro.
Prima spartizione
Capitale Pamplona
Ritorno all'indipendenza e seconda spartizione
Re della Casa di Champagne Altre Nájera
capitali
Re della dinastia dei Capetingi
Re della Casa di Évreux Dipendenze Signoria di Biscaglia
Re della casa di Aragona (dinastia dei Trastámara) Politica
Re della casa di Foix Forma di monarchia ereditaria
Re della casa di Albret Stato
Re di Re di Navarra
Note Pamplona,
Bibliografia sino all'XII
secolo (ca.
Voci correlate
1135), poi
Altri progetti Re di
Collegamenti esterni Navarra
Nascita 824 con Íñigo I Íñiguez
Arista
Etimologia Causa All'inizio del IX secolo
Íñigo I Íñiguez Arista si
Vi sono toponimi somiglianti già in età antica, ma la prima
documentazione[1] del termine latino navarros appare nella rese indipendente dai
Cronaca delle Gesta di Carlo Magno, composta da Eginardo. Franchi che stavano
Altri Annali Regi Franchi danno il termine nabarros. Esistono creando in tutta la zona
due ipotesi etimologiche per il nome di a sud dei Pirenei, la
Navarra/Nafarroa/Naparroa: marca di Spagna.
Fine 1512- Annessione
Basco nabar (sostantivo singolare nabarra):
"brunastro", "multicolore" (dal fatto che esiste un dell'Alta Navarra al
contrasto di verdi delle terre montane settentrionali, a Regno di Castiglia e
nord dell'originale Contea di Navarra). León con Caterina di
Basco naba / Castigliano nava ("vallata", "pianura") + Navarra
il termine basco herri ("popolo", "terra"). Causa Occupazione del
territorio a sud dei
Nota che Joan Corominas non considera naba un termine di
chiara origine basca, ma facente parte del più ampio sostrato Pirenei da parte degli
linguistico pre-romano. aragonesi ed il regno fu
diviso in Alta Navarra a
sud e Bassa Navarra a
Storia primitiva e inizio del Regno nord dei Pirenei.

Il regno di Pamplona e poi di Navarra fecero parte del Territorio e popolazione


tradizionale territorio dei Vasconi, una tribù pre-romana. Essa Bacino Nord-centro della
occupava il fianco meridionale dei Pirenei occidentali ed era parte geografico penisola iberica
del litorale della Baia di Biscaglia. L'area fu interamente
Territorio Pamplona e tutto il
conquistata dai romani nel 74 a.C. Dapprima parte della provincia
romana Hispania Citerior, poi della provincia Hispania originale territorio che dalla città
Tarraconensis e dopo di ciò del conventus Caesaraugustanus. arrivava agli alti Pirenei
Roma lasciò una chiara impronta nell'area nell'urbanizzazione, e alla valle del fiume Irati
nel linguaggio, nelle infrastrutture, nel commercio e nell'industria. Religione e società
Dopo il declino dell'Impero Romano d'Occidente, né i Visigoti, Religione di cattolica
né gli Arabi riuscirono mai a occupare stabilmente i Pirenei Stato
occidentali. I valichi pirenaici occidentali erano i soli a consentire Religioni ebraica e musulmana
un agevole transito attraverso le montagne, al contrario di quelli minoritarie
pirenaici orientali. Ciò rese la regione strategicamente importante Evoluzione storica
fin dall'inizio della sua storia.
Preceduto al-Andalus
I Franchi sotto Carlo Magno estesero la loro influenza e il loro da
controllo verso sud, occupando numerose regioni del nord e Succeduto Regno di Bassa
dell'est della Penisola iberica. Non è chiaro quanto solido fosse il da Navarra (la parte del
controllo franco di Pamplona. Il 15 agosto 778, dopo che nella regno a nord dei Pirenei)
sua ritirata Carlo Magno ebbe demolito le mura di Pamplona, le
tribù basche annichilirono la sua retroguardia, comandata da
Orlando (Rolando), in un confronto avvenuto in una gola di poi annessa dalla
passaggio fra i monti passato alla storia come Battaglia di Francia
Roncisvalle, a cui, secondo la leggenda, Íñigo I Íñiguez Arista,
all'età di sette anni, partecipò con il padre, Íñigo Jiménez Arista († Regno di Alta
781), sembra, discendente dalla casa dei duchi di Guascogna. Navarra (la parte del
regno a sud dei
Comunque Íñigo Íñiguez, alla morte del padre, ereditò Pamplona
Pirenei) annessa alla
e tutto il territorio circostante, mentre la madre rimasta vedova si
corona di Castiglia
sposò, in seconde nozze, con il signore di Tudela, (Musá ibn
Fortún, della famiglia dei Banu Qasi signori dell'alta valle
dell'Ebro). Il patrigno l'aiutò a mantenere la sua signoria su
Pamplona e sui territori limitrofi.

Nell'806 e nell'812 Pamplona cadde ancora nelle mani dei Franchi, guidati dal re d'Aquitania, Ludovico il Pio,
che non riuscendo ad assoggettarla, dovette riattraversare i Pirenei.
Dopo questo successo Inigo ottenne il controllo assoluto di Pamplona e, sia perché gli imperatori franchi,
incontrando difficoltà in patria, non furono più in condizione di riservare la propria attenzione alle regioni
frontaliere del loro impero, sia perché l'alleanza con i Banu Qasi della valle dell'Ebro, che aiutava Pamplona a
difendersi contro gli attacchi dell'emirato di Cordova di al-Andalus (l'emiro ʿAbd al-Raḥmān I ibn Muʿāwiya
era stato l'ultimo emiro ad occupare Pamplona, nel 781) il Paese, poco a poco, riuscì a rendersi indipendente sia
dagli uni sia dagli altri e, nell'824, il capo basco Íñigo I fu scelto quale Re di Pamplona, che poi diventò noto
come Regno di Navarra o regno dei Baschi, nato da un'alleanza tra cristiani e musulmani, che si aiutarono,
imparentandosi tra loro: l'alleanza tra gli Arista ed i Banu Qasi sarebbe durata circa 150 anni.

Íñigo I regnò sino all'851, ma pare che dall'841, fosse affiancato da un co-regnante, Jimeno I Garcés, della
dinastia Jiménez, a sua volte co-regnante con il figlio legittimo di Íñigo I Íñiguez Arista, García I Íñiguez. Tra
gli anni 851 ed 882 si hanno notizie incerte di sovrani che avrebbero co-regnato insieme, sia della dinastia
Jiménez sia di quella Arista. I re storicamente accertati sono García I Íñiguez e Fortunato Garcés conosciuto
come il Monaco, questi due sovrani avrebbero co-regnato rispettivamente con due re della dinastia Jiménez,
Jimeno I Garcés ed García II Jiménez probabile fondatore della dinastia Jiménez.

Nell'859 García I Iñiguez, pressato da una spedizione di Vichinghi, si alleò con il re delle Asturie, Ordoño I e
assieme trionfarono sugli Scandinavi, nella battaglia di Albelda.
Questo cambio di alleanza portò, nell'860, all'imprigionamento da parte dei Mori, di suo figlio, Fortunato, che
languì in carcere a Cordova, per circa 20 anni.

Quando García I morì, nell'870, poiché il figlio, Fortunato, era a Cordova, prigioniero dei Mori di al-Andalus,
García II Jiménez, divenne reggente anche dell'altra metà del regno, e molto probabilmente fece uso del titolo di
re e, alla liberazione di Fortunato, nell'880, tornò ad essere co-regnante.
García difese il territorio dagli attacchi dei Mori di al-Andalus e morì in battaglia ad Ayhar, nell'882,
combattendo l'emiro di Cordova, Muḥammad I ibn ʿAbd al-Raḥmān.
Durante il regno di Fortunato, l'esercito di al-Andalus, prima con l'emiro Muḥammad I e poi anche coi nuovi
emiri al-Mundhir ibn Muhammad I (886-888) e ʿAbd Allāh ibn Muḥammad (888-912) compì diverse
incursioni nel territorio della Navarra, saccheggiando e distruggendo, con la complicità dei Banu Qasi (non più
alleati del re di Pamplona), di Lope ibn Muhammad, pronipote di Musa II.

Fortunato, successivamente, ritornando alla tradizionale politica della famiglia Arista, stabilì buoni rapporti con
i Banu Qasi, politica che non fu gradita da suo genero Alfonso III delle Asturie, ed al conte di Pallars, che,
nemici dei Banu Qasi, organizzarono la deposizione di Fortunato (forzato a farsi monaco, nel monastero di
Leyra), che avvenne nel 905 a favore di Sancho I Garcés, figlio di García II Jiménez.

Nell'anno 905, una Cronaca leonese ricorda per la prima volta l'estensione del Regno di Pamplona, facendo
chiarezza che esso si estendeva fino a Nájera e Arba (probabilmente l'Álava), cosa che in qualche modo
implicava che il regno includeva anche le regioni basche occidentali:
(LA) (IT)

«In era DCCCCXLIIII surrexit in Panpilona «Nell'anno 944 [905] sorse a Pamplona un
rex nomine Sancio Garseanis. Fidei Xpi sovrano chiamato Sancio Garseanis. Era
inseparabiliterque uenerantissimus fuit, un uomo di grande devozione per la fede di
pius in omnibus fidefibus misericorsque Cristo, pio verso ogni uomo di fede e
oppressis catholicis. Quid multa? In misericordioso verso i cattolici. Che dire di
omnibus operibus obtimus perstitit. più? In tutte le sue azioni egli si conduceva
Belligerator aduersus gentes Ysmaelitarum da grande guerriero contro il popolo degli
multipficiter strages gessit super Ismailiti; egli inflisse loro ripetute disfatte.
Sarrazenos. Idem cepit per Cantabriam a Egli stesso conquistò tutte le piazzeforti in
Nagerense urbe usque ad Tutelam omnia Cantabria, dalla città di Nájera a Tudela.
castra. Terram quidem Degensem cum Davvero egli dominava su tutte le contrade
opidis cunctam possideuit. Arbam namque di Degium [Monjardín, presso Lizarra] con
Panpilonensem suo iuri subdidit, necnon le sue città. L'"Arba" di Pamplona fu da lui
cum castris omne territorium Aragonense sottomessa alla sua legge, ed egli
capit. Dehinc expulsis omnibus biotenatis conquistò anche tutto il paese di Aragona
XX' regni sue anno migrauit a seculo. [poi Jaca e le terre vicine] con le sue
Sepultus sancti Stefani portico regnat cum fortezze. Quindi, dopo aver soppresso tutti
Xpo in polo (Obiit Sancio Garseanis era gli infedeli, il ventesimo anno del suo regno
DCCCCLXIIII» egli depose la spada. Sepolto nel portale di
Santo Stefano [Monjardín], egli regna con
Cristo nei Cieli.»

(Dalla Cronaca leonese[2])

La scelta di Sancho I Garcés di Navarra (905–25),


fu appoggiata dal popolo di Pamplona anche
perché aveva sposato Toda Aznárez, figlia di
Aznar Sánchez, signore di Larraun, e di Oneca
Fortúnez, la figlia del re Fortunato, della dinastia
Arista. Sancho I combatté contro i musulmani,[3]
cogliendo ripetuti successi, tra cui, alleatosi con il
re di Galizia e León, Ordoño II, la vittoria di San
Esteban de Gormaz, nel 917, riuscendo in tal
modo a unire l'Ultra-Puertos, o Bassa Navarra, ai
suoi domini ed estendendo i suoi territori fino a
Nájera.

Nel 924, fondò il monastero di Albelda, come


ringraziamento per tutte le vittorie riportate sui
musulmani. Nello stesso anno, però, la sua
Il Regno di Pamplona ai primi del X secolo
capitale Pamplona fu saccheggiata dal califfo
ʿAbd al-Raḥmān III e la capitale fu spostata
temporaneamente a Nájera.

Nel 922, alla morte del conte di Aragona, Galindo II Aznárez, che era fratello della sua prima moglie, Sancho
aveva occupato la contea d'Aragona, ignorando il diritto di successione di tutti gli altri pretendenti, tra cui la
figlia di Galindo, Andregoto Galíndez ed il governatore musulmano di Huesca, al-Tawīl, sposato con un'altra
sorella del conte, Sancha. Le tensioni cessarono quando il figlio di Sancho García fu promesso in sposo ad
Andregoto. Durante il regno di Sancho il regno di Pamplona cominciò a battere moneta.
Prima della sua morte, tutti i musulmani erano stati espulsi dal Paese.
Il suo successore, García I Sánchez (925–70),
iniziò a regnare sotto la reggenza della madre,
Toda e dello zio Jimeno II Garces, che fece uso
del titolo regale, e pur essendo anche conte
consorte d'Aragona, ereditò un possedimento
debole, per le sconfitte subite da suo padre.

L'emirato di al-Andalus, invece, sotto la guida di


ʿAbd al-Raḥmān III che, nel 929, era diventato
califfato, nel 932, aveva riconquistato Toledo, e,
nel 934 aveva umiliato la reggente, sua madre
Toda, imponendogli un formale atto di
sottomissione. Nel 937, García I dovette
nuovamente fare atto di vassallaggio al califfo di
al-Andalus, ʿAbd al-Raḥmān III. La penisola iberica nel 1030

Nel 939, però si alleò con il re di León Ramiro II,


e al comando di truppe leonesi, asturiane, galiziane e castigliane impartì una dura disfatta ad ʿAbd al-Raḥmān
III nella Battaglia di Simancas dopo la quale ʿAbd al-Raḥmān III, al-Nāṣir li-dīn Allāh (difensore della fede)
non partecipò più, in prima persona, alle operazioni belliche.
Nel 958, García I fu coinvolto nella guerra civile leonese tra Sancho il Grosso e Ordoño IV: Sancho chiese
aiuto alla nonna, Toda (la madre di García I) che glielo concesse riuscendo a farsi ricevere, assieme a García e a
Sancho, a Cordova, alla corte del califfo ʿAbd al-Raḥmān III, dove Sancho, garante García, in cambio
dell'aiuto delle truppe di al-Andalus, promise che se rientrava in possesso del trono, avrebbe consegnato al
califfo dieci castelli leonesi.
Dato che alla morte di ʿAbd al-Raḥmān III, Sancho e García non avevano ancora rispettato l'impegno, il nuovo
califfo, al-Ḥakam II, dichiarò guerra ai regni cristiani ed invadendo e saccheggiando León, Castiglia e Navarra,
costrinse i rispettivi sovrani, Sancho I, Fernán González e García I Sánchez, imitati subito dopo dai conti di
Barcellona, Mirò ed il fratello Borrell II, a chiedere la pace (963).

Regno

Decadenza e massima espansione (Re della casa di Navarra)

Il figlio di García Sánchez, Sancho II Garcés, soprannominato Abarca, gli succedette come re di Pamplona e
conte di Aragona dal 970 al 994. La contea di Aragona l'aveva ereditata tramite sua madre.
Dopo aver subito una sconfitta a San Esteban de Gormaz, nel 975, l'anno dopo, alla morte del califfo al-Ḥakam
II ibn ʿAbd al-Raḥmān, in sintonia con il re del León, Ramiro III, e con il conte di Castiglia, García Fernández,
con cui era stata sviluppata una politica matrimoniale, che aveva portato ad un coordinamento tra i vari sovrani,
i regni cristiani cercarono di trarne profitto, creando una coalizione anti-islamica fra i regni di León, di Castiglia
e di Navarra, in quanto il nuovo califfo omayyade, Hisham II era solo undicenne. la coalizione, nel 981,
ammassò le truppe nella valle del Duero; però il potere, a Cordova, era finito nelle mani dell'hajib (governatore)
Almanzor, che si rivelò anche ottimo generale, che marciò celermente contro il nemico e lo sbaragliò nella
battaglia di Rueda, 40 km circa a sud-est di Simancas. Fu dopo questa brillante vittoria che Almanzor si fece
attribuire il laqab con il quale è noto: al-Mansūr bi-llāh ("Colui che è reso vincitore da Dio").

Sancho, allora si dovette recare a Cordova, come ambasciatore del proprio regno, portando parecchi regali per
il vittorioso hajib, Almanzor, e riuscì ad ottenere un trattato di pace, dandogli però sua figlia Urraca in moglie.
La Historia General de Navarra di Jaime del Burgo afferma che in occasione della donazione della villa di
Alastue da parte del re di Pamplona al monastero di San Juan de la Peña nel 987, egli stesso si firmò "Re di
Navarra": fu la prima volta che questo titolo fu usato. In vari posti appare come il primo Re di Navarra e in altri
come il terzo; tuttavia egli fu quanto meno il sesto Re di Pamplona, e contando i coregnanti il nono o il decimo.
Nel 994, gli subentrò nel titolo di re di Navarra e conte di Aragona al figlio primogenito García II Sánchez, che
confermò recandosi a Cordova, il vassallaggio nei confronti di al-Andalus, che il padre aveva accettato, ma nel
997, organizzò una spedizione contro i mori dei territori intorno a Calatayud, e, nel 1000, alleatosi con il conte
di Castiglia, Sancho Garcés ed il re del León, Alfonso V, partecipò alla battaglia di Cervera de Pisuergase,
nella provincia di Palencia, dove perse la vita.

Il figlio, Sancho III Garcés il Grande (reg. 1000–35), gli subentrò nei
titoli di re di Navarra e conte di Aragona, sotto la tutela della madre e
di un consiglio di reggenza, formato da nobili e dall'alto clero, sino a
quando, arrivato alla maggior età, esercitò direttamente il potere, spostò
la residenza reale da Pamplona a Nájera e, nel 1010 sposò Munia, la
figlia del conte di Castiglia Sancho Garcés, avviando un periodo di
buon vicinato con la contea di Castiglia, che portò, nel 1016, a fissare
Arrano beltza (l'Aquila Nera), simbolo
correttamente le frontiere tra i due stati. Tra il 1016 ed il 1019 riuscì ad
della Navarra durante il regno di
impadronirsi delle contee di Sobrarbe e Ribagorza. In seguito avviò
Sanzio il Grande
una politica di scambi, politici, religiosi ed intellettuali con il ducato di
Guascogna, che lo portò a creare, tra il 1021 ed il 1025, a nord dei
Pirenei, le contee di Labourd, Bayonne e Baztán.

Dopo come tutore del conte di Castiglia, il cognato, García Sánchez, ancora bambino, Sancho, lo aiutò contro il
León di Alfonso V. Nel 1029, La contea di Castiglia passò a sua moglie, Munia, che la governò assieme a
Sancho sino al 1032, quando Munia si ritirò e Sancho fu incoronato conte di Castiglia a patto che alla sua morte
il regno di Castiglia tornasse a essere indipendente dal regno di Navarra.

La guerra con il León riprese contro il nuovo re di León, Bermudo III, con la conquista, di territori nella
regione di Palencia, sino a che fu siglata la pace, con il matrimonio tra il primogenito di Sancho e Munia,
Ferdinando, e la sorella di Bermudo, Sancha, nel 1032. Poi però, nonostante il matrimonio, la contesa con il
León fu ripresa con la conquista di Zamora, Sancho nel 1034 occupò Astorga e la stessa León, capitale del
regno, costringendo Bermudo a rifugiarsi in Galizia. Quindi e comprendeva: il regno di Navarra, la contea di
Aragona, il regno (ex contea) di Castiglia ed il regno del León.

Dal 1034 Sancho si fece chiamare Imperator Totus Hispaniae e con questo titolo batté moneta. Sotto di lui il
reame giunse al suo zenit: egli aveva riunito la quasi totalità della cristianità in un unico stato che si estendeva, a
nord del fiume Duero, dalla Galizia alla contea di Barcellona regnò su Pamplona, Castiglia, Aragona, le contee
di Sobrarte e Ribagorza e la regione di Pisuerga e del Cea, che era pertinenza del Regno di León, esercitando
inoltre un protettorato anche su León e la Guascogna. Sotto il dominio di Sancho il Grande (el Mayor), il Paese
raggiunse la massima prosperità della sua storia, in questo facilitato dalla la crisi di al-Andalus, che iniziata con
la morte di Almanzor (1002) e terminò con la soppressione del califfato di Cordova (1031), che portò alla
costituzione dei Regni di Taifa.
Domini di Sancho III il Grande
·Rosso: Regno di Pamplona - ·Arancio: altri possedimenti - ·Rosa: influenza diretta

Sancho morì nel 1035, dividendo il suo "impero" tra i quattro figli maschi:

a Ferdinando la contea di Castiglia e parte del León, fu il capostipite della linea navarrese di
Castiglia e fu il primo a usare il titolo di Re di Castiglia e riunì il regno di León con il Regno di
Castiglia.
a García il regno di Pamplona
a Gonzalo le contee di Sobrarbe e Ribagorza
a Ramiro, il bastardo, capostipite della linea navarrese di Aragona, la contea d'Aragona.

García III (1035–54) ereditò un regno di Navarra che includeva tutte le province della moderna Spagna; le
pendici settentrionali dei Pirenei occidentali, chiamate dagli abitanti della Penisola Iberica l'ultra puertos
("paese al di là del quale passano le montagne") o Navarra francese; le province basche di Spagna e Francia; la
Bureba, la vallata cioè fra le montagne basche e i Monti de Oca a nord di Burgos; la Rioja e Tarazona nell'alta
valle dell'Ebro.

Nel 1037 aiutò il fratello Ferdinando nella guerra contro il re di León, Bermudo III, ottenendo, in cambio
dell'annessione alla Navarra, il resto del Paese basco arrivando sino al porto di Santander.

Nel 1043 respinse le pretese di supremazia sulla Navarra del fratellastro Ramiro I d'Aragona, che aveva invaso
la Navarra, sconfiggendolo nella battaglia di Tafalla.

García allora cominciò ad appetire i domini del fratello Ferdinando e la rivalità nei confronti del fratello portò
ad una guerra; nel 1054, García invase la Castiglia, ma fu sconfitto e ucciso in battaglia ad Atapuerca.

Diocesi nel regno di Navarra

In questo periodo d'indipendenza, gli affari ecclesiastici del Paese giunsero a un alto grado di sviluppo. Sancho
il Grande spostò, per qualche tempo, la sede vescovile della diocesi di Pamplona a Leyra dove convocò un
sinodo, nel 1022, per poi convocarne un altro a Pamplona, nel 1023. Accanto a questa diocesi c'era il
vescovado di Oca, che poi, nel 1079, fu unito a quello di Burgos. Nel 1035 Sancho il Grande ripristinò la
diocesi di Palencia, che era stata stato soppressa dopo la conquista araba. Quando, nel 1045, la città di
Calahorra, dopo oltre trecento anni di occupazione araba, fu strappata al regno di Cordova, vi fu creata una
diocesi, che nello stesso anno assorbì quella di Nájera e, nel 1088, quella di Álava, la cui giurisdizione copriva
quasi tutto il territorio dell'attuale diocesi di Vitoria. La diocesi di Pamplona accrebbe la sua importanza e con i
vari sinodi Sancho il Grande riuscì a impostare una riforma della vita ecclesiastica con al suo centro il convento.
Smembramento della Navarra

Prima spartizione

A García III succedette Sancho IV (1054–76) di Peñalén, che si alleò con lo zio, il re di Aragona Ramiro I ed
attaccarono ed assediarono la taifa di Saragozza, obbligando il re di Saragozza, al-Muqtadir a pagar loro un
tributo.

Dopo che, nel 1065, Sancho II il Forte era successo al padre Ferdinando I erano iniziati conflitti con il regno di
Castiglia, che sfociarono, nel 1067, in quella che fu denominata la guerra dei tre Sanchi, che vide contrapposti
al re di Castiglia Sancho II il Forte i re di Navarra, Sancho IV, e di Aragona, Sancho I.

I castigliani, guidati da El Cid, riportarono un'iniziale vittoria ma la guerra terminò nel 1068, con la sconfitta
della Castiglia che dovette rinunciare alle pretese territoriali sulla Navarra. Sancho fu assassinato a Peñalén,
víttima d'una congiura politica ordita dai suoi fratelli. La sua morte provocò l'invasione del regno di Navarra da
parte dei cugini:

Alfonso VI, succeduto, nel 1072 al fratello, Sancho il Forte, sul trono di Castiglia, che portò a
termine l'occupazione della Bureba, l'Álava e la Rioja, rientrando quindi in possesso dei
territori, tra cui Atapuerca-Santander, ceduti dal padre Ferdinando I al fratello e re di Navarra,
García III Sánchez, portando il confine con la Navarra nella valle dell'Ega, vicino Estella
Sancho Ramírez, re d'Aragona, che occupò la Navarra e si fece proclamare re di Navarra
assumendo il nome di Sancho V di Navarra (1076–94).

Sancho V rinforzò le difese del regno, con la costruzione di nuovi


castelli, e migliorò le relazioni con il regno di Castiglia, aiutando il re
Alfonso VI nella battaglia di Sagrajas, nel 1086, e nella difesa di
Toledo, nel 1090; infine siglando un trattato di mutua assistenza con il
Cid Campeador, nel 1092.

Morì, colpito da una freccia, all'assedio di Huesca (1094).

Gli succedette il figlio primogenito, Pietro (1094–104), che conquistò


Huesca, nel 1095, dopo aver sconfitto, nei pressi della città, alla
battaglia di Alcoraz, il re di Saragozza, Al-Musta'in II.
Nel 1096, si alleò con El Cid, che aveva occupato Valencia, con il
proposito di fermare insieme l'avanzata almoravide; cosa che avvenne
alla battaglia di Bairén.
Nel 1101 prese Barbastro e Sariñena, tentò inutilmente di occupare
Saragozza e, nel 1104, assediò Tamarite de Litera. Alfonso I "il
Battagliero", 1104–34, fratello di Pedro Sánchez, che gli succedette,
continuando le campagne militari del fratello, garantì l'espansione
territoriale del regno.

Sancho Ramírez di Aragona Nel 1009, sposò la regina di León e Castiglia, Urraca. Fu un
matrimonio disgraziato che venne annullato da papa Pasquale II, nel
1114 (anno in cui aveva strappato Tudela ai musulmani), ma lasciò una
controversia per i confini dei regni, che Alfonso I risolse, dopo la morte(1126) di Urraca, con il successore,
Alfonso VII occupando alcuni territori castigliani (Calahorra, e le province di Guipúzcoa e di Álava).

Nel 1118, Saragozza fu liberata dai Mori e divenne la capitale del regno d'Aragona. Poi conquistò anche
Fuentes de Ebro, Tudela, Cervera, Tarazona, Magallón, Borja, Alagón, Novillas, Mallén, Rueda ed Épila
(1119). Ripopolò Soria ed i suoi dintorni; nel 1119, dopo aver posto l'assedio a Calatayud, dovette far fronte ad
un esercito di almoravidi, che sconfisse nella battaglia di
Cutanda, Calamocha, in provincia di Teruel, poi tornò a
Calatayud e la conquistò; inoltre, nel 1120, occupò Bubierca,
Alhama de Aragón, Ariza e Daroca.

Nel 1131 pose l'assedio a Bayonne, dove redasse il testamento


che lasciava tutti i suoi regni all'Ordine del Tempio del Santo
Sepolcro, che conquistò dopo un anno di assedio e annesse il
Labourd.
Cercando di conquistare tutta la valle dell'Ebro, sino alla foce
del fiume, assediò ed occupò Mequinenza, nel 1133. Poi assediò
Fraga con soltanto 500 cavalieri, tra i quali García IV Ramírez,
futuro re di Navarra, ma il 17 luglio del 1134 fu sconfitto. Allora
passò ad assediare il castello di Lizana, nella zona di Huesca,
dove morì, il 7 settembre 1134, in seguito alle ferite ricevute
nella battaglia avvenuta tra le località di Sariñena e Grañén.

Il suo testamento non fu accettato né dalla Chiesa né dalla


nobiltà che, dato che Alfonso non aveva eredi, decisero per la
separazione dei due regni:

la Navarra andò a García IV Ramírez, il Restauratore,


discendente dal re di Navarra, García III Sánchez
l'Aragona andò al fratello di Alfonso, Ramiro II il
Monaco. Pietro I di Aragona

Ritorno all'indipendenza e seconda spartizione

García IV Ramírez di Navarra (1134-50), conosciuto come il Restauratore, fu il primo Re di Navarra ad usare
tale titolo. Signore di Monzón e nipote di Rodrigo Diaz di Vivar, El Cid, era figlio di Ramiro Sánchez, (figlio di
Sancho Garcés di Navarra, figlio illegittimo del re di Navarra García III Sánchez) e di Cristina Diaz di Bivar,
figlia del Cid Campeador.

Appena eletto re la Navarra, assieme all'Aragona, venne invasa ed occupata dal re di León e Castiglia Alfonso
VII a cui García dovette fare atto di vassallaggio. Tra il 1139 ed il 1140 a Carrión de los Condes fu stipulato un
trattato tra Alfonso VII ed il principe d'Aragona e conte di Barcellona Raimondo Berengario IV, che fissava i
confini tra Castiglia ed Aragona e li impegnava in una guerra di conquista contro la Navarra e, dopo una prima
sconfitta, García si confermò vassallo di Alfonso VII firmando, nel 1140, a Tudela, una pace separata con
Alfonso VII. Nel 1147 García IV partecipò, al fianco del re di Castiglia, alla campagna d'Almería e nel 1149
firmò un trattato di pace con il conte di Barcellona e principe d'Aragona, Raimondo Berengario IV.

Gli succedette il figlio Sancho VI di Navarra (1150-94), conosciuto come "Il Saggio", che, nel 1151, si
riconfermò vassallo di Alfonso VII e poi, nel 1157, del nuovo re di Castiglia, Sancho III, mentre, con l'accordo
di Soria, i confini tra Navarra e Castiglia erano stati confermati.

Però, nel 1158, con l'ascesa al trono del nuovo re Alfonso VIII di Castiglia, un bambino di tre anni, Sancho VI
riuscì a riportare sotto il suo controllo alcune città della Rioja.

Nel 1162, dopo la morte del principe d'Aragona Raimondo Berengario IV, i rapporti tra Navarra ed Aragona
migliorarono e con il nuovo re d'Aragona, Alfonso II il Casto, firmò un patto di alleanza, rinnovato nel 1190.
Nel 1177, essendo il re di Castiglia, Alfonso VIII, ormai adulto, la disputa fu sottoposta all'arbitrato dal re
inglese plantageneta Enrico II. Il Navarrese basò le sue rivendicazioni sulla "provata volontà delle popolazioni
locali" e sulla storia, mentre il Castigliano li basò sui meriti guadagnati nelle crociate contro i musulmani nella
Penisola iberica. La decisione inglese divise così i territori: alla Navarra andò l'Álava, Biscaglia e Guipúzcoa,
alla Castiglia La
Rioja e gli altri
territori
dell'ovest. E
così, nel 1180,
Alfonso VIII
riuscì a togliere
a Sancho VI
nuovamente le
città della Rioja.

Statua di Alfonso I a Saragozza.

Ritratto di Alfonso il Battagliero, re d'Aragona,


eseguito da Manuel Aguirre y Monsalbe, 1885

Negli ultimi anni di vita, per l'insicurezza delle alleanze con Aragona e
Castiglia, cercò legami matrimoniali con i sovrani del nord: sua figlia,
Berengaria, accompagnata dall'anziana madre, Eleonora d'Aquitania, e
Statua di García Ramírez a
dal promesso sposo Riccardo Cuor di Leone, dalla Navarra
Pamplona (1750-53).
raggiunsero la Sicilia, dove poi si imbarcarono per Cipro, dove, nel
1191, il matrimonio fu celebrato. Rientrati in Europa, Berengaria visse
in Francia, nel Poitou, dove risiedeva sua suocera. Fu la sola regina
d'Inghilterra che non mise mai piede nel suo nuovo reame. Comunque Sancho VI García il Saggio fortificò la
Navarra e non fu mai sconfitto in battaglia.

Gli succedette il figlio, Sancho VII il Forte (Sancho el Fuerte) (1194–234), che fu l'ultimo re della dinastia
maschile di Sancho il Grande e dei Re di Pamplona. Nel 1196, arrivò in ritardo ad Alarcos, dopo che la
battaglia si era risolta in un disastro per i castigliani di Alfonso VIII ed i rapporti tra i due re si guastarono e
nella guerra che ne seguì Sancho devastò Soria e Almazán e Alfonso VIII chiese la pace di Tarazona. Sancho
si alleò con il califfo Yacub ben Yussuf degli Almohadi, e fu scomunicato dal papa Innocenzo III, con una bolla
del 1198 (annullata poi nel 1199).

Mentre Sancho VII a fianco del suo alleato, Yacub, stava combattendo in Murcia, Andalusia e Nordafrica,
Alfonso VIII ne approfittò per sottrarre, nel 1200, alla Navarra la sua zona costiera, Álava, Guipúzcoa, regione
strategica che avrebbe permesso un più facile accesso ai mercati europei delle lane alla Castiglia ed inoltre
avrebbe isolato pure la Navarra (le città di Vitoria e Treviño tentarono di resistere all'assalto dei Castigliani, e
quando capirono che non sarebbero giunti rinforzi, Vitoria si arrese mentre Treviño fu conquistata con le armi);
Treviño ed Oñati furono annessi
direttamente alla Castiglia, mentre L'Alava
divenne una contea, la Biscaglia una
Signoria e Guipuscoa solamente una
provincia. Poi, nel 1207, la situazione fu
confermata dal trattato di Guadalajara.
Lasciata l'alleanza con gli Almohadi, la sua
presenza alla battaglia di Las Navas de
Tolosa fu determinante per la coalizione di
Castiglia, Navarra, Aragona e Portogallo,
che, nel 1212, sconfisse duramente il califfo Il nuovo scudo di
almohade Muhammad al-Nasir. Navarra, modificato dopo
La tradizione vuole che le sue truppe la battaglia di Las Navas
navarresi fossero arrivate sino alla tenda del de Tolosa.
califfo (conosciuto anche come
Miramamolin) dopo aver tagliato
le catene dorate che la
proteggevano, e che ne
trattenevano la guardia del corpo
personale, formata da schiavi;
sarebbe questa l'origine
dell'adozione delle catene d'oro
come emblema personale del re,
in seguito divenuto distintivo
della stessa monarchia di Stendardo dei Re di Navarra dal
Navarra[4] Sebbene alcuni studi 1212.
Sancho in una vetrata della
abbiano mostrato come la questa
chiesa di Roncisvalle.
tradizione possa in realtà essere
stata elaborata successivamente, per la precisione intorno al XVI secolo, è
certo come Sancho VII fu il primo ad adottare il simbolo divenuto
caratteristico della Navarra per primo[5].

Dopo la battaglia si ritirò in convento, lasciando la reggenza alla sorella, Bianca di Navarra, contessa di
Champagne.

Alla morte della sorella, nel 1229, la reggenza passò alla sorella maggiore, Berengaria, che a sua volta morì nel
dicembre del 1230.

Con Sancho VII finì il dominio spagnolo sulla Navarra, in quanto alla sua morte (1234) non avendo
discendenti diretti maschi, le Cortes di Navarra rifiutarono l'unione al regno d'Aragona, come avrebbe dovuto
essere per il trattato di Tudela, del 1231, firmato, dopo la morte delle due sorelle, con il re d'Aragona Giacomo
il Conquistatore (che inutilmente lo reclamò), che prevedeva che colui che fosse sopravvissuto avrebbe
occupato il regno dell'altro, e votarono che il regno fosse ereditato da Tebaldo I di Navarra, che era figlio di
Bianca di Navarra, sorella di Sancho VII e di Tebaldo, conte di Champagne e Brie.

Re della Casa di Champagne

Nel 1234, Tebaldo (1234-53), già conte di Champagne, alla morte dello zio, Sancho VII il
Forte, ricevette la corona di Navarra. Dopo essere stato incoronato a Pamplona, rientrò in
Francia per riprendere la sua attività di cospirazione contro il potere del re di Francia. Nel
1236, fu convocato alla corte di Parigi, per rendere conto del suo operato al re, Luigi IX il
Santo e mentre, inginocchiato, chiedeva il perdono di Luigi, il giovane fratello del re, Roberto
I d'Artois, gli fece gettare in testa dello sterco, umiliandolo e ridicolizzandolo. Tebaldo partì
per la Navarra e pur ritornando in Francia, per seguire il governo della sua contea, non si interessò più della
politica del regno di Francia. In Navarra, fu seguito da alcuni nobili della contea di Champagne, cui diede
diversi incarichi e, in politica estera, mantenne buoni rapporti con i regni di Aragona, Inghilterra e Castiglia.

Nel 1238, Tebaldo ebbe il comando di un esercito crociato in Terra Santa, dove, pur essendo stato sconfitto,
riuscì ad ottenere dai musulmani, Gerusalemme, Betlemme e Ascalona. Ritornò dalla crociata nel 1240, e passò
il tempo del suo regno tra la Navarra e la contea di Champagne e pur non avendo buoni rapporti con il vescovo
di Pamplona, Pedro Jiménez de Gazólaz, rifiutò sempre i tribunali papali, ma il papa Innocenzo IV, gli
concesse uno speciale privilegio che nessuno avrebbe potuto scomunicarlo senza il permesso papale. Tebaldo I,
alla corte dei conti di Champagne, aveva promosso lo sviluppo di un centro in cui la poesia dei Trovatori era
accolta favorevolmente e anche lui, detto Thibault le Chansonnier, scrisse poesie e canzoni, soprattutto per la
regina madre di Francia, Bianca di Castiglia.

Tebaldo II di Navarra (1253-70) succedette al padre, nel 1253, quando aveva soli 14 anni, con la reggenza
della madre, Margherita di Borbone-Dampierre († 1256) e con l'aiuto di Giacomo I d'Aragona. Firmò il Fuero
general de Navarra, ovvero la "Carta generale del Regno di Navarra": raccolta di leggi che limitava anche il
suo potere, delegandolo a un consiglio di dodici nobili, quindi una sorta di costituzione che definiva il potere
del re e quello dei nobili e le procedure giudiziarie. Tebaldo ricevette il rito dell'unzione e dell'incoronazione da
papa Alessandro IV, rispettivamente nel 1257 e nel 1259, importando per la prima volta in Navarra il concetto
di investitura divina del monarca.

Aiutò il re di Francia, Luigi IX il Santo, di cui sposò la figlia Isabella, contro le pressioni dei suoi vassalli,
diventando un suo consigliere, mentre re Luigi intervenne spesso come arbitro nei problemi interni della
Navarra, ma soprattutto fu giudice nelle controversie di Tebaldo contro la sorella Margherita e suo marito,
Federico III di Lorena, inerenti a contese tra la contea di Champagne ed il ducato di Lorena. Ottenne i porti di
Fuenterrabía e San Sebastián dalla Castiglia.

Nel luglio 1270 si imbarcò con il suocero, per l'ottava crociata alla volta di Tunisi, dove si ammalò di
dissenteria durante l'assedio della città, prima di morire, senza figli a Trapani, durante il viaggio di ritorno. Gli
succedette il suo fratello minore Enrico I di Navarra, che già aveva la luogotenenza.

Enrico I (1270-74), che aveva sposato Bianca d'Artois, figlia di Roberto I d'Artois, unto e incoronato
rispettivamente nel 1271 e nel 1273, regnò per circa quattro anni, dimostrandosi attento ai problemi dei suoi
sudditi, concedendo privilegi a paesi e città come Estella, Los Arcos e Viana ed inoltre ebbe un ottimo rapporto
con la nobiltà navarrese. Morì, nel 1274, all'età di trent'anni, sembra a causa dell'obesità, lasciando il regno alla
figlia Giovanna.

Giovanna (1274-305), era una bambina di tre anni, che la reggente, la madre, Bianca, portò con sé a Parigi, alla
corte di Francia, presso il cugino, Filippo III l'Ardito, il cui figlio, Filippo il Bello era stato promesso sposo a
Giovanna. In conseguenza di quel fidanzamento le truppe francesi occuparono il regno di Navarra, che fu
governato da funzionari francesi. Le contee di Champagne e di Brie, invece continuarono ad essere governate
dalla reggente, Bianca d'Artois, che nel 1276, si sposò in seconde nozze con Edmondo, 1º conte di Lancaster,
fratello del re d'Inghilterra, Edoardo I e continuarono a governare le due contee anche dopo che Giovanna
aveva raggiunto la maggiore età.

Il 16 agosto del 1284, Giovanna, all'età di 13 anni, sposò, nella cattedrale di Parigi, Notre-Dame, Filippo il
Bello, che divenne Filippo I di Navarra, e l'anno seguente, nel 1285, assieme al marito, divenne regina di
Francia.

Re della dinastia dei Capetingi

Il regno di Navarra fu governato per circa quarantatré anni dai re di Francia, pur mantenendo le sue leggi ed
un'amministrazione separata, dai seguenti re:

Filippo I il Bello (1284-1305)


Luigi I l'Attaccabrighe (1305-1316)
Giovanni I il Postumo (1316)
Filippo II il Lungo (1316-1322)
Carlo I il Bello (1322-1328)

Giovanna II (1328-1349), che divenne regina di Navarra, alla morte dello zio Carlo il Bello,
era stata privata del trono di Francia e di Navarra, alla morte del padre Luigi
l'Attaccabrighe, e del fratellastro, Giovanni il Postumo, a favore dello zio, Filippo
il Lungo, per due motivi:

la condanna di sua madre, Margherita di Borgogna (1290-1315),


riconosciuta colpevole di adulterio fin dal 1311 con il cavaliere
normanno Philippe d'Aunay, e quindi per dubbi sulla legittima
paternità.
una vecchia legge mai utilizzata sul diritto alla successione al trono
per le discendenze femminili.

In compenso a Giovanna era stata concessa una rendita di 15.000 lire tornesi, la
promessa della contea di Champagne e di Brie, se Filippo fosse morto senza eredi
Scudo di Navarra, dopo
maschi, e la mano del cugino del padre di Giovanna, Filippo, conte d'Évreux. Ma,
che le contee di Brie e di
alla morte di Filippo il Lungo (1322), senza eredi maschi, continuando a
Champagne furono
trascurare i diritti di Giovanna, gli succedette, sia sul trono di Francia che su
annesse alla Francia nel
quello di Navarra, il fratello Carlo il Bello. 1316

E quando, nel 1328, anche Carlo il Bello morì senza erede maschio, un cugino
del re, Filippo VI di Valois, divenne il nuovo re di Francia, che le riconobbe i suoi
diritti sulla corona di Navarra e Giovanna, in cambio, dovette rinunciare ai suoi diritti sulla corona di Francia e
cedere le contee di Champagne e di Brie al Dominio reale francese. Nel 1328, sposò suo cugino Filippo, conte
di Évreux, e, incoronato Filippo III di Navarra (1328-43), governò, insieme alla moglie, fino alla sua morte,
all'assedio di Algeciras, durante la crociata contro il re musulmano di Granada. I sovrani di Navarra mantennero
ottime relazioni con il re di Francia, Filippo VI; e, dopo la guerra del 1334, anche con quello di Castiglia,
Alfonso XI. Durante il loro regno si consolidarono le Cortes di Navarra composte dai tre stati: clero, nobiltà e
borghesia; protessero la borghesia urbana nei contrasti con la piccola nobiltà; migliorarono l'amministrazione;
ed infine approvarono una politica di persecuzione degli ebrei.

Re della Casa di Évreux

A Giovanna II succedette il figlio, Carlo detto il


Malvagio (1349-87), che pur avendo sposato
Giovanna di Francia, figlia del re di Francia Giovanni
II il Buono, fu costantemente in guerra con il suocero
e poi con il cognato, il delfino Carlo il Saggio, in
quanto durante la guerra dei cent'anni, iniziata dal re
d'Inghilterra, Edoardo III, nel 1337, che nel 1355 aveva ripreso vigore,
fu fedele alleato degli inglesi.

Nel 1356 Carlo il Malvagio fu imprigionato in Normandia, ma dopo


che il principe di Galles, l'erede al trono inglese, Edoardo il Principe
Nero, sconfisse i francesi nella Battaglia di Poitiers, dove il re di
Carlo il Malvagio di fronte a Giovanni Francia Giovanni II fu fatto prigioniero, nel 1357, riuscì ad evadere dal
II il Buono. castello di Arleux e raggiunse Parigi, dove fece nominare il delfino di
Francia reggente del regno.
Il delfino però, con un pretesto, lasciò Parigi e attaccò il re di Navarra e
la città di Melun fu assediata; poi, per paura che Carlo il Malvagio
ottenesse l'aiuto inglese, nel 1359, fu siglata la pace.

Dopo altri combattimenti, a Pamplona, fu firmata la pace tra il re di


Francia e Carlo il Malvagio, che rinunciava ad ogni pretesa sul trono di
Francia, e in cambio ricevette la sovranità su Montpellier.

Nel corso della guerra civile di Castiglia tra il re Pietro I il Crudele ed il


fratellastro Enrico di Trastamara, il re di Navarra, assieme agli inglesi
del Principe Nero, si schierò con il primo e ne approfittò per sottrarre
dei territori al Regno di Castiglia. Però, nel 1369, Enrico II ebbe la
La Penisola iberica nel 1360
meglio sul fratellastro e si scagliò contro la Navarra, riconquistando il
territorio castigliano che era stato tolto e imponendo a Carlo il
Malvagio il primo trattato di Briones, del 1373. Nel 1378, la Navarra
veniva attaccata dal re di Castiglia che l'invase, assediò Pamplona, gli tolse una quindicina di castelli e dovette
subire l'umiliante pace della Castiglia, nel 1378: con il secondo trattato di Briones riconobbe alla Castiglia la
proprietà, per dieci anni, dei castelli conquistati.

Gli succedette il figlio, Carlo il Nobile (1387-1425), che, nel 1390, sul grande scisma aperto dalla doppia
elezione (1378) di papa Urbano IV e antipapa Clemente VII, si pronunciò a favore di Clemente. Carlo a tutte le
più importanti cariche amministrative e di governo nominò navarresi e non più francesi, come aveva fatto suo
padre, portando il regno e quindi la casa d'Évreux alla navarrizzazione; inoltre, tra i suoi interventi si deve
annoverare la creazione della Cort o tribunale supremo (1413). Protesse le arti, portò a termine la costruzione
della cattedrale gotica di Pamplona e fece costruire i palazzi reali di Tafalla e d'Olite. Costruì canali e rese
navigabile l'Ebro nella parte che attraversa la Navarra. Per l'erede al trono del regno di Navarra creò il titolo di
principe di Viana (1423) ed il primo principe fu suo nipote Carlo

Gli succedette la figlia Bianca di Navarra (1425-42), che aveva sposato, in seconde nozze, il duca di Peñafiel e
futuro re della corona d'Aragona, Giovanni (1397-1479). Lasciò il governo nelle mani del marito, Giovanni,
che in quegli anni era coinvolto nelle questioni interne della Castiglia assieme al fratello, Enrico (erano detti gli
infanti d'Aragona), e dopo le sconfitte subite, nel periodo 1428-1429, la Navarra dovette cedere alla Castiglia
alcune zone di confine.

Alla morte di Bianca, 1441, Giovanni usurpò il trono di Navarra al figlio Carlo, assunse il titolo di re di
Navarra, lasciando al figlio il titolo di governatore. Questa situazione tra padre e figlio li portò alla guerra civile,
che esplose nel 1451.

Re della casa di Aragona (dinastia dei Trastámara)

Alla morte della madre, nel 1441, Carlo IV di Navarra divenne re di Navarra, ma in realtà non
governò mai, perché suo padre usurpò il trono di Navarra al figlio, assumendo il titolo di re di
Navarra come Giovanni II, che permise al figlio di continuare a governarla. Verso il 1450,
Carlo si riconciliò con il governatore del regno di Castiglia, Álvaro de Luna, acerrimo
avversario della famiglia Enríquez, la famiglia della nuova moglie di suo padre, Giovanna
Enríquez, per cui il padre si oppose alla riconciliazione. Si formarono due partiti, i
beamonteses, seguaci della famiglia Beaumont, partigiani di Carlo e gli agramonteses partigiani dell'antica casa
nobiliare degli Agramont, favorevoli al re Giovanni II. In poco tempo il clima si surriscaldò e, nel 1451,
scoppiò la guerra civile tra Carlo e suo padre, Giovanni, che ebbe la meglio, nella battaglia di Aibar, nel 1452,
nonostante che Bianca, sorella e figlia dei due contendenti, nonché moglie dell'erede al trono di Castiglia,
Enrico l'Impotente, chiedesse al suocero Giovanni II di Castiglia di aiutare il fratello, Carlo.

Carlo fu fatto prigioniero e dovette promettere al padre che avrebbe rispettato le volontà testamentarie della
madre e avrebbe preteso la corona di Navarra solo alla sua morte.
Quando Carlo fu liberato si
recò in Italia, presso lo zio, il
re della corona d'Aragona e di
Napoli, Alfonso V, che
l'appoggio, così come il papa
Callisto III. Nel 1458,
Alfonso, lo zio di Carlo, ed il
papa ottantenne morirono.
Carlo, accompagnato da un
buon numero di Catalani,
abbandonò la penisola e si
recò in Sicilia, che faceva
parte della corona d'Aragona,
che era stata ereditata da suo
padre Giovanni (e Carlo
aveva ricevuto il titolo di
principe di Gerona, cioè erede
del trono della corona
d'Aragona), e raccolse il
favore di molti siciliani, che,
Principe Carlo di Viana. memori della regina di Sicilia, Giovanni II di Aragona contrastò per
Bianca, sua madre, lo tutta la vita l'ascesa di Carlo alla
avrebbero visto di buon corona di Navarra.
occhio sul trono di Sicilia.

Carlo rifiutò e, preferendo mantenere un buon rapporto con il padre, rientrò nel regno d'Aragona (1459). Un
anno dopo, Giovanni ordinò che Carlo venisse arrestato a causa di una controversia sorta tra Carlo, che aveva
intavolato trattative per unirsi in matrimonio con la sorellastra del re di Castiglia, Enrico l'Impotente, Isabella di
Castiglia, e la matrigna, Giovanna Enríquez, che si opponeva perché nelle sue intenzioni Isabella avrebbe
dovuto sposare suo figlio Ferdinando. Le cortes catalane si riunirono nel 1461 e decretarono che il re dovesse
liberare il figlio, cosa che avvenne immediatamente, e imposero al re il concordato di Villafranca, in cui Carlo
risultava essere il re legittimo di Navarra ed il luogotenente della Catalogna.

Carlo però morì circa tre mesi dopo, senza essere riuscito ad ottenere l'incoronazione a re di Navarra. La morte
di Carlo venne attribuita alla sua matrigna, la regina Giovanna, accusata di avvelenamento, perciò si riaccese la
guerra in Catalogna ed Aragona, che si ribellarono ai sovrani e diedero inizio alla guerra contro Giovanni II,
che durò una decina d'anni.

Alla morte di Carlo, sul trono di Navarra, gli sarebbe dovuta succedere la sorella Bianca, che però venne
arrestata dal padre Giovanni II, il quale continuò a regnare sulla Navarra e, nel 1462, firmò il trattato di Olite, in
cui l'altra sua figlia, Eleonora, da sempre alleata sua e della matrigna, Giovanna Enríquez, riconobbe il titolo
regale di Navarra al padre, che, a sua volta, la riconosceva luogotenente di Navarra assieme al marito, Gastone
de Grailly (1425-1472), mentre Bianca, pur avendo l'appoggio del partito dei beamonteses, veniva imprigionata
e consegnata a Gastone, che la faceva trasferire nella contea di Foix, e precisamente la fece rinchiudere nel
castello di Moncada, a Orthez, dove Bianca, nel 1464, morì avvelenata, molto probabilmente per ordine della
sorella, Eleonora. Un cronista dell'epoca definì la morte di Bianca una grande infamia commessa dal conte
Gastone IV di Foix e da sua moglie, la principessa donna Eleonora . Quindi, con la morte dei fratelli, Carlo e
Bianca, Eleonora divenne la legittima erede del trono navarrese, che portò in dote alla Casata di Foix.
In quegli anni Eleonora recuperò il rapporto con i beamonteses e nel 1468, si trovò ad opporsi al padre, che con
l'appoggio degli agramonteses ebbe la meglio su di lei e la privò del titolo di luogotenente di Navarra, che
diede al figlio di Eleonora, Gastone. Però, dopo la morte del figlio Gastone (1470), Eleonora ritrovò un accordo
con il padre che, nel 1471, gli restituì la luogotenenza perpetua sulla Navarra, in cambio della rinuncia ad ogni
rivendicazione sulla corona d'Aragona.
Alla morte del padre, Giovanni II, nel 1479, Eleonora con l'appoggio degli agramonteses, riuscì a farsi
incoronare, a Tudela. Eleonora morì dopo circa due settimane, lasciando il tono al nipote, Francesco Febo,
raccomandandogli di appoggiarsi al regno di Francia.

Re della casa di Foix

Francesco Febo (1479-83), divenne re di Navarra, sotto la reggenza della madre, Maddalena
di Francia. Lo zio, Giovanni, terzogenito di Eleonora e Gastone, avrebbe voluto succedere
alla madre, ma il testamento di Eleonora fu chiaro e la successione avvenne senza problemi.

Maddalena di Francia tenne la reggenza, con fermezza, resistendo alle pressioni delle corti di
Francia e di Castiglia, che tentarono di fare sposare Francesco Febo ad una delle principesse
delle rispettive case reali. Francesco Febo fu incoronato, a Pamplona, nel 1481. Però morì, senza aver
governato e prima di potersi sposare, nel 1483, molto probabilmente per avvelenamento, lasciando tutti i suoi
possedimenti alla sorella minorenne, Caterina, per cui la madre Maddalena continuò ad avere la reggenza.

Anche Caterina (1483-18) e la madre subirono delle pressioni dalle corti di Francia e Castiglia per fare sposare
Caterina ad uno dei loro principi; ma Caterina, accettò l'offerta della famiglia del signore d'Albret e visconte di
Tartas, Giovanni d'Albret, cognato di Cesare Borgia. La madre Maddalena, che tenne la reggenza sino al 1494,
dovette anche lottare contro lo zio, il visconte di Narbona, Giovanni di Foix, che pretendeva di essere, per la
legge salica, in quanto maschio, l'erede di Francesco Febo. Giovanni di Foix iniziò una guerra civile, che durò
una decina di anni. Caterina ed il marito poterono essere incoronati re di Navarra solo nel 1494, nella cattedrale
di Pamplona. La pace fu siglata a Tarbes, nel 1497.

Nel 1512, Caterina e Giovanni firmarono a Blois un accordo con il re di Francia Luigi XII, che prevedeva una
clausola segreta che vietava il passaggio delle truppe castigliane sul suolo navarrese. Ferdinando, venuto a
conoscenza della clausola segreta del patto firmato tra Francia e Navarra, chiese il permesso di passaggio sul
suolo navarrese per attaccare la Francia, ma ottenuto un rifiuto, Ferdinando dichiarò guerra a Caterina, e
l'esercito castigliano entrò a Pamplona ed in capo a due mesi la Navarra a sud dei Pirenei fu conquistata, anche
perché Giovanni d'Albret non aveva combattuto e si era rifugiato a Parigi.

L'entrata delle truppe spagnole in Navarra era stata preceduta da una bolla di papa Giulio II, che scomunicava
Caterina e Giovanni e li privava dei loro titoli e dei loro territori. Una seconda bolla del 18 gennaio 1513
confermava la scomunica e assegnava i territori a chiunque li avesse conquistati (cioè Ferdinando II).

Così il regno di Navarra venne diviso in due parti:

la Bassa Navarra, la parte del regno a nord dei Pirenei che rimase in possesso della regina
Caterina e continuò ad essere legata alla Francia
l'Alta Navarra, la parte del regno a sud dei Pirenei che fu annessa alla corona d'Aragona. Il 23
marzo del 1513 le cortes di Pamplona dichiararono l'annessione al regno d'Aragona e poi, nel
1515, le cortes castigliane, a Burgos, dichiararono l'Alta Navarra parte del regno castigliano, la
nascente Spagna.
Comunque il regno di Navarra mantenne le sue leggi e le sue autonomie, almeno sino al XVIII
secolo, nell'ambito del regno di Spagna.

Re della casa di Albret

La Bassa Navarra continuò ad essere indipendente con i re della casa di Albret:

Enrico II (1517-55)
Giovanna III (1555-72)
Nel 1548 Giovanna III sposò Antonio di Borbone, duca di Vendôme; il loro figlio Enrico IV nel 1589 divenne
re di Francia e primo dei Borbone regnanti su quel paese fino al 1830, mentre il regno di Navarra entrò
definitivamente a far parte della monarchia francese.

Note
1. ^ Si veda l'articolo di Bernardo Estornés Lasa su Navarra (http://www.euskomedia.org/aunamen
di/96788), tratto dall'Auñamendi Entziklopedia
2. ^ Crónica Albeldense (CSIC) (http://www.ih.csic.es/departamentos/medieval/fmh/albeldensia.ht
m) Archiviato (https://web.archive.org/web/20070214140328/http://www.ih.csic.es/departamento
s/medieval/fmh/albeldensia.htm) il 14 febbraio 2007 in Internet Archive.
3. ^ Spesso chiamati "Mori" nelle cronache, perché in parte originari dell'Africa, soprattutto dalla
Mauritania importante e nota regione fin dall'antichità.
4. ^ (ES) C. Cervera, La cadena de esclavos que adorna el escudo de Navarra, in ABC Espaňa,
13 settembre 2014. URL consultato il 6 marzo 2020.
5. ^ (ES) J. Martinez de Aguirre, Así llegaron las 'cadenas' al escudo y la bandera de Navarra, in
Diario de Navarra, 30 novembre 2015. URL consultato il 6 marzo 2020.

Bibliografia
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Forschungsarbeiten zur Kontaktlinguistik. Dümmler, Bonn 1997. ISBN 978-3-537-86419-2
Bascle de Lagreze, La Navarre française (Paris, 1881)
Blade, Les Vascons espagnols (Agen, 1891)
Pierre Boissonade, Histoire de la reunion de la Navarre à la Castille (Paris, 1893)
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Voci correlate
Navarra
Paesi Baschi
Carlo IV di Navarra
Compromesso di Caspe
Sovrani d'Aragona
Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica
Conti di Barcellona
Sovrani di Castiglia
Guerra contro Giovanni II
Re di Navarra
Isabella di Castiglia
Ferdinando II di Aragona

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Collegamenti esterni
Encyclopaedia Britannica, 1911: (https://web.archive.org/web/20041011091727/http://69.1911e
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VIAF (EN ) 147353898 (https://viaf.org/viaf/147353898) · LCCN (EN ) n80123151 (http://i
d.loc.gov/authorities/names/n80123151) · BNE (ES) XX451507 (http://catalogo.bne.es/
Controllo di
uhtbin/authoritybrowse.cgi?action=display&authority_id=XX451507) (data) (http://dato
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s.bne.es/resource/XX451507) · WorldCat Identities (EN ) lccn-n80123151 (https://www.
worldcat.org/identities/lccn-n80123151)
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