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Laguna di Venezia

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La Laguna di Venezia, o Laguna veneta (in dialetto


Laguna di Venezia
veneziano Ƚaguna de Venesia o Ƚaguna vèneta), è una
laguna italiana dell'Alto Adriatico, lungo le coste centro-
settentrionali e meridionali del Veneto.

È la laguna più estesa del mar Mediterraneo[1], con una


superficie di circa 550 km², di cui l'8% formati da terraferma
(Venezia stessa e molte isole minori), circa l'11%
permanentemente composto d'acqua o canali dragati e circa
l'80% costituiti da piane di marea o le artificiali casse di
colmata. Vista aerea della Laguna di Venezia
Parte di Mar Adriatico
L'intero territorio è stato inserito nel 1987 nella lista del
patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO[2]. Stato Italia
Regione Veneto
Provincia Venezia
Indice
Padova
Storia
Preistoria ed età oscura Comune Venezia
Campagna Lupia
Periodo romano
Cavallino-Treporti
Medioevo
Chioggia
Geografia Codevigo (PD)
Geografia umana Jesolo
Suddivisione amministrativa Mira
Isole Musile di Piave
Isole maggiori Quarto d'Altino
Litorali San Donà di Piave
Isole minori della Laguna Nord Coordinate 45°24′47″N
Isole minori della Laguna Centro-Sud 12°17′50″E
Isole fortificate
Altitudine 3 m s.l.m.
Isole scomparse
Isole e località minori Dimensioni
Superficie 500 km²
Geologia
Lunghezza 49 km
Ecologia
Ecosistema Larghezza 13 km
Erosione Profondità 21,5 m
Inquinamento massima
Il problema delle maree a Venezia Idrografia
Note Salinità da 8 a 32‰
Bibliografia Isole 62 isole
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia

Preistoria ed età oscura Laguna di


Venezia

Durante le ere glaciali, la regione era occupata da terre


emerse che non escludono l'esistenza di villaggi preistorici.
Circa 6.000 anni fa, in seguito all'ingressione marina
olocenica, si formò la laguna ma, come provato da studi
basati, ad esempio, sui carotaggi, la zona fu per molto tempo
instabile, con continue variazioni del livello del mare e della
posizione dei litorali. Questi fenomeni possono aver
contribuito a cancellare o a meglio nascondere le tracce della
presenza umana in età antica che, per questo motivo, è assai
controversa e descritta solo da supposizioni.

I pochi ritrovamenti constano in manufatti di selce, punte di


frecce e simili, alcuni databili al II millennio a.C. Ben diversa
la situazione nell'immediato entroterra, dove sono stati
rinvenuti addirittura resti di villaggi. Si può dunque supporre
che allora la laguna fosse frequentata come fonte di
sostentamento in cui praticare caccia, pesca e raccolta, ma
mai come luogo abitato stabilmente. Carta della Laguna di Venezia

Dopo il 1000 a.C. il clima, fattosi più freddo e piovoso, ha in


breve tempo reso più stabile geologicamente la laguna, Bene protetto
favorendo l'intensificarsi della presenza umana. Sono di dall'UNESCO
questo periodo i primi reperti di quelle che diverranno poi
Altino, Spina, Adria e Aquileia. Questi primi insediamenti Venezia e la sua laguna
erano ben lungi dal divenire i grandi centri portuali che Patrimonio dell'umanità
saranno poi, ma la laguna era già allora coinvolta, come
testimonia la presenza di manufatti etruschi e greci, in intensi
traffici commerciali.

Periodo romano

Nonostante la presenza di grandi centri portuali


nell'entroterra, non è mai stata chiarita la consistenza della
presenza umana nel luogo in età romana. Numerosi sono i
riferimenti nelle opere antiche, ma non hanno risolto molto i Criterio (i)(ii)(iii)(iv)(v)(vi)
dubbi, non essendo mai molto approfondite. Strabone parla Pericolo Non in pericolo
del clima (buono, anche se umido e instabile) e di villaggi
eretti su palafitte e collegati al mare da canali; Vitruvio pure Riconosciuto 1987
ne sottolinea il clima salubre; Plinio il Vecchio parla di canali dal
artificiali trasversali usati per facilitare la navigazione; Scheda (EN) Venice and its
Marziale addirittura loda i lidi di Altino paragonandoli a UNESCO Lagoon (http://whc.une
quelli di Baia, che era tra le più rinomate località di
sco.org/en/list/394)
villeggiatura del tempo.
(FR) Scheda (http://wh
I reperti archeologici riescono a dare un quadro più preciso. c.unesco.org/fr/list/39
Sono frequenti, specie nella laguna settentrionale, i 4)
rinvenimenti di anfore, cocci di vasellame e simili.
Ritrovamenti importanti sono stati fatti a Torcello, Mazzorbo
e presso le scomparse Costanziaco e Ammiana, segno di una
presenza sparsa, ma stabile. Sicura da tempo è l'esistenza del porto
di Clodia, l'attuale Chioggia. Addirittura, presso Malamocco sono
stati rinvenuti i resti di una cinta muraria, con materiale risalente
all'età romana e alcuni reperti nei dintorni di Torcello proverebbero
l'esistenza di vere e proprie ville. Altro materiale dimostra
l'esistenza di saline e mulini, che fanno pensare ad aree bonificate e
coltivate.

Si può pensare allora a una laguna vitale. Sulle sue rive si


affacciavano i porti che attiravano le rotte commerciali. All'interno
Veduta aerea con vista su barene
si avevano vaste zone sfruttate per la caccia e la pesca, ma anche
saline e campagne bonificate, con centri abitati e apprezzate
"località turistiche". Molto probabilmente a quel tempo la laguna
era divisa nei quattro bacini attuali, ma con terre emerse a dividerli
in corrispondenza degli attuali spartiacque. Solo così viene a
spiegarsi la funzione di porto padovano per il borgo di
Malamocco, che si trova al centro di uno spartiacque.

Medioevo

Un popolamento più
Tramonto in laguna
denso e stabile si ebbe
però a partire dal V-VI
secolo d.C., Gli antichi centri lagunari
quando la laguna
servì da rifugio
Nel corso dell'Alto Medioevo, con lo
alle genti romane
spopolamento dei maggiori centri urbani
in fuga dalle
della terraferma, la laguna di Venezia fu
invasioni
L'isola di Torcello vista dalla laguna un fiorire di centri urbani più o meno
barbariche. La
importanti, che declinarono poi
crisi e la
successivamente con il parallelo
conseguente
sviluppo di Venezia, sino a scomparire in
caduta di Roma aveva infatti provocato il deterioramento
gran parte.
delle infrastrutture e delle vie di comunicazione, sicché la
Laguna si trovò di fatto a essere isolata.
Albiola (scomparsa)
A questo concorse anche l'alluvione del 589 (la cosiddetta Ammiana (scomparsa)
Rotta della Cucca) che mutò il corso dei maggiori Ammianella (scomparsa)
immissari, quali il Brenta e il Sile e che probabilmente Bureana (odierna Burano)
sommerse gli spartiacque unendo i quattro bacini a Clodia Maior (odierna Chioggia)
formare un'unica laguna come oggi la conosciamo. Il Clodia Minor (odierna Sottomarina)
flusso di profughi si intensificò con l'arrivo dei Costanziaco (scomparsa)
Longobardi (641) e a questo periodo risale la fondazione Lio Maior (scomparso)
dei maggiori centri quali Torcello, Murano, Burano, Lio Minor (odierno Lio Piccolo)
Mazzorbo, Ammiana e Costanziaco. Precedente forse la Maiurbo (odierna Mazzorbo: semi-
fondazione di Rialto (V secolo) e delle altre isole che oggi disabitata)
compongo Venezia, tuttavia, almeno per tutto l'Alto Metamauco (scomparsa)
Medioevo non ebbero un ruolo fondamentale nella storia Mureana (odierna Murano)
della laguna, oscurate dall'importanza degli insediamenti Olivolo (odierno Castello, oggi parte di
appena citati. Venezia)
Pastene (odierna Pellestrina)
In epoca romana Venezia era il nome della regione Popilia (odierna Poveglia: disabitata)
nordorientale d'Italia, la Regio X Venetia et Histria, ma in Rivoalto (odierno Rialto, oggi parte di
questo periodo passò a designare, col nome di Venezia Venezia)
marittima, la sola fascia costiera tra le lagune di Venezia e Spinalonga (odierna Giudecca, oggi
Grado. In seguito alle campagne di Giustiniano, la regione parte di Venezia)
fu sottomessa, sebbene con una certa autonomia, Turricello (odierna Torcello: semi-
all'Impero Bizantino e vi rimase anche quando il resto del disabitata)
Veneto fu assoggettato ai Longobardi. Tre Porti (odierna Treporti)
Vigilia (scomparsa)
Testimonianza della vita lagunare di allora è una lettera
che Cassiodoro indirizza ai responsabili della Venezia A queste si aggiungevano poi una
marittima. Il noto letterato si dilunga a un certo punto, miriade di isole minori e insediamenti
sulla descrizione del posto: la gente, indipendentemente monastici.
dall'estrazione sociale, si ciba essenzialmente di pesce; tra
le attività principali, spicca l'industria del sale, prodotto
che viene utilizzato persino come merce di scambio; ogni famiglia possiede una barca che utilizza sovente
negli spostamenti, analogamente ai cavalli in terraferma; le costruzioni "ricordano i nidi di uccelli marini",
costruite tra i canneti o addirittura galleggianti sull'acqua.

Geografia
È collegata al mar Adriatico da tre bocche di porto. Nell'ordine, da nord:

1. Lido-San Nicolò,
2. Malamocco,
3. Chioggia.

Essendo situata all'estremità di un mare chiuso, la laguna è soggetta a grandi escursioni del livello delle
acque, le più vistose delle quali (soprattutto nei periodi autunnali e primaverili) provocano fenomeni come
l'acqua alta, che allaga periodicamente le isole più basse, o l'acqua bassa, che rende talvolta impraticabili i
canali meno profondi. Per agevolare la navigazione, i canali lagunari sono segnalati attraverso file di pali: le
bricole. Si affaccia sulla laguna nella sua parte centrale la Riviera del Brenta.

L'accesso al mare in futuro dovrebbe essere regolato dalle colossali opere del progetto MOSE.

Geografia umana

Nella zona centro-settentrionale della laguna sorge la città di Venezia, a 4 km dalla terraferma e a 2 km dal
mare aperto. Si estende inoltre ampiamente sull'immediata terraferma con la conurbazione di Mestre-
Marghera-Favaro Veneto. All'estremità meridionale sorge invece la città di Chioggia, mentre all'estremità
orientale i piccoli centri compresi nel comune di Cavallino-Treporti, lungo il litorale del Cavallino.
A marzo 2008, nel centro storico di Venezia si contavano 60 680 abitanti e nelle isole dell'estuario 30 568.
Se a questi si aggiungono gli abitanti del centro storico di Chioggia (circa 20 000), si può arrivare a dire che
sulle isole della Laguna vivono grossomodo 110 000 abitanti. Non si tiene però conto dei 10 000 abitanti
del comune di Cavallino-Treporti, dei quali una buona parte vivono a tutti gli effetti in Laguna.

Gli abitanti della Laguna vivono dunque in massima parte nei centri storici di Venezia e Chioggia. Secondo
l'ultimo censimento dell'ISTAT, le isole abitate sono il litorale del Lido (17 848 ab.), Murano (4 968),
Pellestrina (4 471) Burano (3 267), Sant'Erasmo (771), Mazzorbo (364), le Vignole (69), Torcello (25),
Mazzorbetto (10) e San Clemente (1). A San Giorgio Maggiore, San Lazzaro degli Armeni, San Michele e
San Francesco del Deserto, ospitanti conventi, vi sono rispettivamente 11, 22, 11 e 9 residenti.

Suddivisione amministrativa

La Laguna di Venezia ricade quasi interamente nel territorio della città metropolitana di Venezia (già
provincia di Venezia) e si suddivide essenzialmente tra i comuni di Venezia, Cavallino-Treporti e Chioggia.
Parti ricadono però nei comuni di Jesolo, Quarto d'Altino, Mira, Campagna Lupia, San Donà di Piave,
Musile di Piave e Codevigo (quest'ultimo in provincia di Padova). Sulle acque lagunari hanno giurisdizione
anche altri enti pubblici, quali le Capitanerie di Porto di Venezia e di Chioggia.

Isole

Isole maggiori

Isola Superficie in ettari


Casse di colmata 1154,52
Venezia 516,53
Sant'Erasmo 325,73
Murano 117,16
Vignole 69,20
Chioggia 66,53
Giudecca 58,90
Mazzorbo 51,79
La Laguna vista da satellite
Torcello 44,17
La Certosa 24,20
Burano 21,08

Litorali

Litorali Superficie in ettari


Lido di Venezia 400
Pellestrina 200
Sottomarina 1000
Isole minori della Laguna Nord

Isola Superficie in ettari


San Michele 15,95
Santa Cristina 13,62
Lazzaretto Nuovo 8,72
Isola dei Laghi 8,50
La Cura 8,13
La Salina 5,34
San Francesco del Deserto 3,68 Le isole della Laguna

Sant'Ariano 2,57
San Giacomo in Paludo 1,25
San Secondo 1,21
Motta di San Lorenzo 0,61
Madonna del Monte 0,54
Motta dei Cunici 0,53
Crevan 0,37
Monte dell'Oro 0,13
Una delle quattro statue di leone che
Sant'Andrea
decorano il Ponte Vigo si staglia
Mazzorbetto sullo sfondo del Canal Vena, a
Chioggia

Isole minori della Laguna Centro-Sud

Casse di colmata

Venezia
Isola Superficie in ettari
Tronchetto 18,43
Sacca Fisola 18,07
Sacca Sessola 15,64
San Giorgio Maggiore 9,98
Poveglia 7,51 Sant'Erasmo
San Clemente 6,74
San Servolo 4,84
Santa Maria della Grazia 3,81
San Lazzaro degli Armeni 3,27
Lazzaretto Vecchio 2,58
Santo Spirito 2,38
Murano
San Giorgio in Alga 1,51
Sant'Angelo della Polvere 0,52
Spignon 0,02
Motte di Volpego
Sacca San Biagio

Isole fortificate
Batterie:

Isola Superficie in ettari Collocazione Vignole

Campalto 2,92 Laguna Nord


Buel del Lovo 0,65 Laguna Nord
Tessera 0,63 Laguna Nord
Carbonera 0,59 Laguna Nord
Campana o Podo 0,59 Laguna Sud
Ex Poveglia 0,57 Laguna Sud
Trezze 0,52 Laguna Sud
Fisolo 0,48 Laguna Sud Chioggia

Ottagono San Pietro 0,33 Laguna Sud


Ottagono Abbandonato 0,30 Laguna Sud
Ottagono Poveglia 0,28 Laguna Sud
Ottagono Alberoni 0,25 Laguna Sud
Ottagono Ca' Roman 0,20 Laguna Sud

Isole scomparse
Ammiana
Costanziaco
San Marco in Boccalama
Vigilia
La Caderna

A proposito delle modifiche naturali avvenute nella laguna di


Venezia nel corso dei millenni, secondo il Rivio, al secolo
l’avvocato inglese Thomas Ryves[3], del quale non conosciamo Giudecca
però le antiche fonti, nella laguna di Venezia si scorgevano settanta
isole, delle quali le principali erano:

Rialtus (isola così chiamata perché antistante la foce di


un antico ramo del fiume Brenta chiamato, oltre che
Una, anche Prialto. Il Sabellico la chiama però
Rivumaltum, ossia "Canale terroso");
Caprulae ("Caprioli");
Equitium ("Mandria equina");
Metamaucum (perché antistante alla foce del Rivus
Medoacus, poi Brenta. Il Dandolo la chiama
Mathemaucum);
Mazzorbo
Albiola ("Bianchina");
Philistina (perché antistante alla foce dei canali detti
Fossiores Philistinae o anche Rivus Tartarus; poi
Palaestrina in Andrea Dandolo. Oggi è Pellestrina);
Fossa Clodia (perché antistante alla foce del Canale
Claudio; è successivamente diventata nota come
Chioggia);
Turcellum (da Turricellum, cioè "torricella"; è
successivamente diventata Torcello);
Maiorbium;
Boreanum (cioè "Isola settentrionale", è
successivamente diventata Burano); Torcello
Amianum;
Constantiacum;
Amorianum (è poi nel Medioevo diventata Murianum e
infine l'odierna Murano);

Isole e località minori


Castratia (evidentemente perché una volta fortificata);
Castropuntium (come sopra);
Vigilia (cioè "Isola di guardia");
Burano
Marcelliana;
Centenaria ("Centesima isola");
Mussiones (Musiones, cioè "Isola dei gatti");
Barbaria ("Isola in cui risiedono stranieri");
Brentillae (perché antistante alla foce di un antico ramo fluviale del fiume Brenta chiamato
appunto Brentilla);
Babiae o Baebiae;
Caput aggeris (cioè "Estremità dell'argine");
Brondulus.

La frequenza con cui i nomi delle isole richiamano foci di rami


fluviali fanno capire come esse siano di origine alluvionale, cioè
formatesi nei millenni con i depositi dei detriti che quei corsi
d’acqua trascinavano, e come in un tempo, appunto lontano,
l'odierna laguna marina fosse stata tanto più terrosa e paludosa - Lido di Venezia
non a caso infatti per la vicinanza della città di Adria era chiamata
dagli antichi romani Paludes Hadrianae - da permettere ai tanti
corsi d’acqua della regione di percorrerla, andando a sfociare
quindi molto più avanti di quanto quelli superstiti facciano oggi.
L’instabilità e la potenziale mutevolezza della conformazione
territoriale lagunare sono significate dal Rivio laddove dice che le
isole minori per la maggior parte non avevano nome (nomine
carentes insulae):

«Le altre infatti, per la maggior parte, erano basse e


depresse al punto che, se bagnate da flutti del Sottomarina
mare che non fossero del tutto inerti, avrebbero
potuto restarne facilmente ricoperte; ed infatti in
verità si sarebbe dovuto dire esser sorti piuttosto
dei cumuli rialzati di sabbia che delle isole ([4]»

Egli, a giudicare dagli imperfetti che usa, sembra aver personalmente veduto le isole della laguna di
Venezia, anche se poi nel suo libro vuole riportarne i nomi antichi e non quelli di santi ormai già da molti
secoli in uso al suo tempo[5].

Geologia
L'attività umana ha profondamente modificato l'aspetto e
l'equilibrio idro-geografico della laguna, fin dall'epoca dei primi
insediamenti: nel corso dei secoli le bocche di porto, inizialmente
più numerose, sono state ridotte alle attuali tre, i cordoni sabbiosi (i
lidi) che separavano la laguna dal mare sono stati rinforzati e
stabilizzati con le poderose opere dei Murazzi (lunghissime dighe
settecentesche in pietra d'Istria poste a difesa del perimetro esterno
lagunare), mentre le foci dei fiumi Sile, Piave e Brenta sono state
deviate al di fuori della gronda lagunare per prevenirne
l'interramento. Questo ha spesso compromesso l'antico equilibrio, I murazzi tra Pellestrina e Ca' Roman
comportando anche la decadenza di numerosi centri abitati, quali
Torcello, Costanziaco e Ammiana.

Ancora oggi la laguna fornisce un'ottima base per il porto di Venezia (commerciale e industriale) e per
quello di Chioggia (commerciale e peschereccio) e per l'Arsenale della Marina Militare e per diverse attività
riguardanti la cantieristica navale (a Venezia, Marghera, Chioggia e Pellestrina), oltre che la cantieristica
minore e da diporto.
La laguna è un ecosistema complesso e abbastanza distinto da quello del mare aperto (non mancano
comunque visite inusuali come quelle del delfino)[6] e è inoltre un ambiente adatto per la pesca, oltre che per
una quantità limitata di caccia e per la nuova industria dell'allevamento ittico. Tipiche abitazioni della
laguna sono tuttora i casoni, costruzioni in legno e canne di palude, utilizzati come rifugio per i pescatori
che un tempo vivevano in queste zone.

Alcune delle isole più piccole sono interamente artificiali, mentre gran parte delle aree attorno al porto di
Marghera sono esito di massicce attività di bonifica. Sabbiose sono invece le grandi isole della striscia
costiera (Lido, Pellestrina e Treporti). Le isole rimanenti sono in pratica degli affioramenti più o meno
consistenti e più o meno stabili denominate barene, motte o velme.

Ecologia

Ecosistema

L'ambiente della laguna è un territorio umido di grande interesse


naturalistico, ecologico e commerciale. L'alto numero di specie
ittiche, insolito per uno specchio d'acqua a fondale sabbioso, è
dovuto alla complessità del territorio lagunare, formato da foci
fluviali, bassi fondali (fino ad un massimo di 10 metri), barene,
isole, canali artificiali e bocche di porto. La salinità dell'acqua varia
dal 27 ‰ al 34 ‰ , con picchi più alti o più bassi secondo le
stagioni, così come la temperatura.
Pesce della laguna
Erosione

La progressiva erosione della laguna, processo che comporta la scomparsa di ampie superfici coperte da
velme e barene e, in generale, l'abbassamento dei fondali e il livellamento delle differenze morfologiche
interne, associato a una costante perdita di sedimenti dalle bocche di porto ben superiore agli input dal
bacino scolante, e l'inquinamento conseguente alla città, al porto e alle immissioni d'acqua dal bacino
scolante, sono solo alcuni dei problemi che assillano questo ecosistema unico al mondo, riconosciuto
dall'UNESCO insieme alla città, Patrimonio dell'Umanità. Alcuni dei fattori che hanno aggravato il
processo erosivo della laguna sono l'ampliamento delle bocche di porto e lo scavo del canale di
Malamocco-Marghera. L'aumentato afflusso di acqua ha aumentato le correnti e di conseguenza anche i
quantitativi di sedimenti strappati alla laguna e riversati in mare.[7]

D'altra parte il progetto MO.S.E. per la costruzione di una sorta di diga mediante l'innalzamento di paratoie
mobili flottanti dinanzi alle tre uscite verso il mare, allo scopo teorico di contrastare i fenomeni estremi di
inondazione che vanno sotto il nome di acqua alta, costituisce un ulteriore fattore di rischio ambientale per
la laguna, limitando in fase operativa il ricambio di ossigeno del corpo idrico, già molto limitato.

Inquinamento

La zona di porto Marghera ha visto negli anni la creazione di un'ampia zona industriale (30 000 occupati
nel 1983) con la creazione di industrie pesanti quali cantieristica navale, centrali termoelettriche, industrie di
fertilizzanti e impianti petrolchimici.[8] Il traffico marittimo (circa 400 navi) rappresenta più di 10 milioni di
tonnellate di prodotti petroliferi, di cui 5,8 milioni di tonnellate di greggio. Per molti anni, prima di severe
normative ambientali, gli scarichi sono sempre pervenuti in laguna senza trattamenti preliminari a causa di
ritardi tecnologici ed elevati costi.[8]
Nel 1983 ad esempio la laguna risultava nel complesso
moderatamente inquinata.[8] In particolare si riscontrava una
presenza elevata di metalli pesanti nella sua porzione centrale, con
concentrazioni critiche di mercurio, rame, cadmio e piombo ma
non di nichel, cromo e cobalto.[8] Gli indicatori dell'inquinamento
organico mostravano una COD elevata nella porzione sud-ovest e
inusualmente bassa nella zona centrale, mentre la distribuzione di
azoto totale risultava massima e a livelli fuori norma a sud-ovest e
a nord-est.
Porto Marghera

Il problema delle maree a Venezia

Nel corso della storia recente e no, la laguna Veneta è stata oggetto
di inondazioni. La più devastante avvenne il 4 novembre 1966,
con acqua alta 1,94 m solo nel capoluogo Venezia e sfollati nella
vicina isola di Pellestrina. Di rilievo anche un'altra inondazione,
avvenuta il 12 novembre 2019 sempre a Venezia e dintorni,
raggiungendo il picco massimo di 1,87 m di maree, provocando
disagi nel capoluogo e isole vicine, per via del forte maltempo.
Acqua alta a Piazza San Marco

Note
1. ^ Bruno Matticchio, Luca Carniello, Devis Canesso, Elena Ziggiotto e Marco Cordella,
Recenti variazioni della propagazione della marea in Laguna di Venezia: effetti indotti dalle
opere fisse alle bocche di porto (PDF), in La Laguna di Venezia e le nuove pere alle bocche,
III, Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti - Commissione di studio sui problemi di
Venezia, dicembre 2017, p. 157. URL consultato il 1º dicembre 2019 (archiviato il 1º dicembre 2019).
Ospitato su weareherevenice.org.
2. ^ Sito UNESCO, su whc.unesco.org.
3. ^ Historiae navalis mediae libri tres, p. 134. Londra, 1640
4. ^ ib. Tr.d.A.
5. ^ da Guglielmo Peirce, Le origini preistoriche dell'onomastica italiana. P. 131-133.
Smashwords, 2010
6. ^ Sabrina Ferretti e Giovanni Bearzi, Rare Report of a Bottlenose Dolphin Foraging in the
Venice Lagoon, Italy (PDF), Tethys Research Institute. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato
dall'url originale il 2 aprile 2015).
7. ^ Andrea Rinaldo, Il Porto di Venezia, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti,
2014.
8. Guido Perin, Inquinamento chimico nella laguna di venezia. nutrienti e metalli pesnati nei
sedimenti, in Acqua-Aria, n. 6, 1983, pp. 623-632.

Bibliografia
Salvino Chiereghin, Venezia e la sua laguna, con disegni di Teonesto Deabate, Società
Editrice Internazionale, Torino, 1957
Stefano Guerzoni e Davide Tagliapietra, Atlante della Laguna Venezia tra terra e mare,
Marsilio Editori, Venezia, 2006
Davide Busato, Metamorfosi di un litorale, Marsilio Editori, Venezia, 2006
Davide Busato - Paola Sfameni, L'isola della Certosa di Venezia, ambiente e storia tra
passato e presente, Centro Studi Editore, Venezia, 2009
Lidia Fersuoch, Confondere la Laguna, Collana Occhi aperti su Venezia, Corte del Fontego
editore, Venezia 2013
Andrea Rinaldo, Il Porto di Venezia, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti,
2014.1 (http://www.istitutoveneto.org/pdf/Commissione%20di%20studio%20sui%20problem
i%20di%20Venezia_I_Il%20porto%20di%20Venezia.pdf)
Ricardo Rabagliati, Problemi ambientali nella Laguna di Venezia (http://sehumed.uv.es/revis
ta/SEHUMED_03_P0103.PDF) dal "Bolletin SEHUMED - Sede para el Estudio de los
Humedales Mediterráneos - (Università di Valencia), 1997, Anno 1, n. 3, settembre 1997
ISSN 1137-7747.
AA. VV.Venezia ed i problemi dell'ambiente. Studio e impiego di modelli matematici,
Società editrice il mulino, Bologna, 1975.
Thomasus Rivius, Historiae navalis mediae libri tres. Londra, 1640.
Guglielmo Peirce, Le origini preistoriche dell'onomastica italiana. Smashwords, 2010.
Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, La ricerca scientifica per Venezia : il progetto
Sistema lagunare veneziano, Venezia, Istituto veneto di scienze lettere ed arti, 2000.

Voci correlate
MOSE
Casse di colmata
Gronda lagunare
Sistema difensivo della laguna di Venezia
Opere idrauliche della laguna di Venezia
Pesci della Laguna veneta

Altri progetti
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene
immagini o altri file su Laguna di Venezia (https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor
y:Venetian_lagoon?uselang=it)
Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Laguna di Venezia

Collegamenti esterni
Atlante della laguna - il geoportale della laguna, del territorio e della zona costiera di
Venezia, su silvenezia.it.
Atlante della Laguna: versione online del volume 2006 (103 tavole grafiche con testo
esplicativo (http://atlante.silvenezia.it))
Informazioni sulla laguna, su salve.it. URL consultato il 21 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 20
agosto 2004).
Google Maps, su maps.google.com.
MILVa - Mappa Interattiva della Laguna di Venezia, su istitutoveneto.org.
Comune di Venezia / Cartografia tematica della Laguna di Venezia, su comune.venezia.it.
Archivio fotografico della Laguna di Venezia , su 172.22.10.54.
(EN) Natura 2000 - Standard data form IT3250046, su Natura2000 Network Viewer, Agenzia
europea dell'ambiente.
(EN) Natura 2000 - Standard data form IT3250030, su Natura2000 Network Viewer, Agenzia
europea dell'ambiente.
(EN) Natura 2000 - Standard data form IT3250031, su Natura2000 Network Viewer, Agenzia
europea dell'ambiente.
La Laguna di Venezia oggi - Luigi D'Alpaos, su youtube.com.
VIAF (EN ) 173091625 (https://viaf.org/viaf/173091625) · LCCN (EN ) sh85142737 (ht
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