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Spagna romana (Hispania) si intende quel periodo storico in cui la penisola iberica passò
sotto controllo romano.
Espulsi i Cartaginesi dalla costa mediterranea occupata della Hispania nel corso della seconda guerra
punica (206 a.C.), Roma fondò la nuova provincia[1] e iniziò una lenta occupazione della penisola, che
si prolungò per buona parte del II secolo a.C. Le province iberiche vennero, infatti, interessate da una
serie di rivolte e azioni di conquista, che comportarono frequentemente l'invio di eserciti guidati
dai consoli. Nei primi decenni dell'occupazione infatti i romani si trovarono di fronte alla guerriglia
scatenata dal capo lusitano Viriato, che culminò con la presa della città celtibera di Numanzia (133
a.C.). Solo al termine di tali eventi bellici (a cavallo fra la fine del II e i primi anni del I secolo a.C.),
che successivamente si salderanno con le guerre civili della tarda età repubblicana, combattute in
parte in Iberia, il potere romano sulle due province poté considerarsi pienamente consolidato (anche
se si estenderà a tutta la penisola solo dopo l'assoggettamento dei Cantabri in età augustea).
L'occupazione romana culminò con la creazione delle province hispaniche. Il nome deriva dal
termine di probabile origine fenicio Hispania o Ispania, che significa terra di conigli. Appare in
letteratura e in storiografia fin dalla tarda età repubblicana: anche Tito Livio utilizza i termini
di Hispania e di Hispani (o Hispanici) per designare il territorio iberico e i popoli che lo abitavano.
Dopo quasi sette secoli di ininterrotta dominazione romana, l'Hispania assorbì totalmente la cultura
latina, ne adottò la lingua, i costumi e le leggi, acquisendo un'importanza fondamentale all'interno
dell'Impero romano, tanto da dare i natali ad alcuni imperatori: Traiano, Adriano, e Teodosio I.
Inoltre naquero lì anche alcuni importanti scrittori (fra cui Seneca e Marziale).
Indice
Statuto
Storia
Tra Iberi e Celti
Occupazione cartaginese
Inizio della conquista romana (218 - 205 a.C.)
Consolidamento del dominio romano (197 - 102 a.C.)
Guerre civili e fine della Repubblica (83-31 a.C.)
Periodo imperiale (29 a.C. - 409 d.C.)
Fine della Spagna romana
Difesa ed esercito
Legioni e fortezze legionarie
Geografia politica ed economica
Maggiori centri provinciali
Principali vie di comunicazione provinciali
Religione
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Statuto
La nuova provincia di Hispania venne fondata secondo lo storico francese André Piganiol, nel 206
a.C..[1]
La stessa fu divisa in Hispania Citerior (Spagna citeriore) e la Hispania Ulterior (Spagna
ulteriore) furono due province romane con capitali, rispettivamente, Tarragona e Cordova, nel 197
a.C., dopo pochi anni dalla fine della seconda guerra punica. Erano separate da una linea di
demarcazione che dalla città di Carthago Nova (Cartagena), o dalle sue immediate vicinanze,
attraverso la meseta, raggiungeva i Pirenei occidentali. Era dunque una frontiera che si discostava
alquanto da quella precedentemente delimitata dal fiume Ebro, che aveva costituito il limite
all'espansione cartaginese in Spagna, fissato con il trattato del 226 a.C.[2]
Sotto Ottaviano Augusto, nel 27 a.C. le due province furono abolite e i territori spagnoli furono
suddivisi nelle tre nuove province di Lusitania (Lusitania), Betica (Hispania Baetica)
e Tarraconense (Hispania Tarraconensis). Capitali delle tre province erano,
rispettivamente, Emerita Augusta, Corduba e Tarraco.
Agli inizi del III secolo l'imperatore Caracalla fece una nuova divisione che però durò poco tempo.
Separò l'Hispania Citerior in due nuove porzioni, creando le nuove province di Provincia Hispania
Nova Citerior e Asturiae-Calleciae. Nel 238 fu ristabilita la provincia Hispania Tarraconensis.
Nell'epoca degli imperatori-soldati, nel corso del terzo secolo d.C., la Hispania Nova, la parte
nordoccidentale della Spagna, fu distaccata dalla Hispania Tarraconensis, e divenne una piccola
provincia. Nella tarda Antichità con la riforma di Diocleziano si formò la diocesi Hispaniae,
governata da un vicario, sottoposto al prefetto del pretorio delle Gallie, con capitale Emerita
Augusta, che comprendeva le cinque province iberiche peninsulari, Baetica, Gallaecia e Lusitania,
queste tre sotto un governo consolare, Hispania Carthaginiensis e Hispania Tarraconensis, queste
ultime due rette da un praeses, le Isole Baleari e la Mauretania Tingitana.
Storia
Occupazione cartaginese
236 a.C. - il generale cartaginese Amilcare
Barca sbarca in Iberia con le sue armate
attraverso Cadice.[3]
228 a.C. - Amilcare Barca morì in battaglia. Gli
successe nel comando delle armate cartaginesi
in Iberia il genero, Asdrubale, il quale ampliò le
conquiste con abili azioni diplomatiche,
consolidando poi il tutto con la fondazione
di Nova Carthago, divenuta ora capitale della
nuova provincia.
226 a.C. - Asdrubale, ora sufficientemente
indipendente da Cartagine, siglò il trattato
dell'Ebro con Roma, il quale fissava al
fiume Ebro i limiti tra le due potenze
mediterranee. Le condizioni del trattato Popoli dell'antica Spagna attorno al 300 a.C., prima
indicavano che Cartagine non poteva espandersi della conquista cartaginese
[4]
a nord del fiume, Roma invece a sud.
221 a.C. - Asdrubale fu ucciso da un celta.
È Annibale a succedergli. Era il maggiore dei figli di Amilcare Barca. Fu acclamato dalle truppe e
riconosciuto poco più tardi dallo stesso Senato cartaginese.[5]
220 a.C. - Annibale conquistò la capitale dei Vaccei, Helmantica (Salamanca) oltre
a Arbucala (Zamora).[5][6]
219 a.C.
Annibale sconfisse un esercito di Vaccaei, Olcadi e Carpetani, riuscendo così a completare la
sua conquista della Spagna a sud dell'Ebro, con l'eccezione della città di Sagunto.[5]
Poco dopo iniziò l'assedio di Sagunto. La città richiese l'aiuto di Roma, inviando ambasciatori
per chiedere la sua protezione, senza però che ciò distogliesse Annibale dai suoi propositi.[5]
218 a.C.
Annibale riuscì ad espugnare Sagunto con l'aiuto della popolazione locale dei Turboletae e
partì per l'avventura italica con l'obbiettivo di attaccare i Romani sul loro stesso territorio.
Lasciò al suo giovane fratello, Asdrubale Barca il comando delle truppe cartaginesi in
Iberia.[5]
Inizia la seconda guerra punica tra Cartagine e Roma.[5]
Un esercito romano fu inviato in Iberia sotto il comando di Gneo e Publio Cornelio Scipione,
riuscendo a sconfiggere i Cartaginesi a Cissa.[5]
I due Scipioni svernarono poi a Tarraco, mentre Asdrubale si ritirò a Nova Carthago, dopo
aver rinforzato le postazioni militari a sud dell'Ebro[5]
217 a.C.
Asdrubale barca lanciò una spedizione per distruggere la base dei Romani a nord dell'Ebro,
ma è sconfitto dopo un attacco a sorpresa dalle navi romane, che distruggono
completamente il contingente navale cartaginese.[7]
Dopo la battaglia del fiume Ebro, Asdrubale respinse gli attacchi degli Iberi, scatenando una
ribellione tra i Turdetani.
Durante la calata, Publio Cornelio Scipione si unì al fratello Gneo Cornelio Scipione Calvo,
rinforzando le armate romane.[7]
216 a.C.
I due Scipioni cominciarono a colpire i
possessi dei Barcidi in Iberia e nelle isole
Baleari, reclutando truppe ausiliarie indigene
e consolidando le loro posizioni a nord
dell'Ebro. Incoraggiarono, poi, anche le tribù
iberiche alleate dei Romani a compiere per
loro conto attacchi contro i possedimenti
cartaginesi a sud dell'Ebro.
Asdrubale spese l'anno a sottomettere le
tribù dell'Iberia, con sforzi limitati nei
confronti dei Romani.
215 a.C.
Conquiste romane in Iberia a danno dei
I Romani posero l'assedio ad Ibera, una Cartaginesi.
piccola città alleata di Cartagine. Frattanto
Asdrubale decise di contrattaccare le
postazioni romane, marciando a nord
dell'Ebro, assediando quindi la città alleata dei Romani, Dertosa. Gli Scipioni, allora,
abbandonarono il loro assedio e mossero per combattere Asdrubale, riuscendo a batterlo
nella battaglia di Dertosa.[8]
I Romani allora riuscirono a rioccupare Sagunto, penetrando in profondità in Spagna.
212 a.C. - I Romani e gli alleati Edetani invasero la Turboletania, assaltando la capitale Turba e
radendola al suolo, vendendo poi tutti i suoi abitanti come schiavi.[9]
211 a.C.
Una grande contro-offensiva cartaginese fu condotta da Asdrubale Barca, insieme al
fratello Magone Barca e Asdrubale Giscone e portò alla sconfitta e morte dei due Scipioni,
Publio e Gneo nelle battaglie del Baetis superiore.[8]
Roma si decise, così, a inviare nuovi rinforzi in Iberia sotto il comando di Gaio Claudio
Nerone, ma quest'ultimo non riuscì a ottenere sufficienti successi.[10]
210 a.C.
Fu inviato in Iberia Publio Cornelio Scipione Africano, il figlio di Publio Scipione, con 10.000
armati.[10]
Il generale romano, riuscì nel corso del primo anno di campagna militare a conquistare Nova
Carthago.[10]
209 a.C. - I Cartaginesi divisero la loro armata in tre parti, dando così la possibilità ai Romani di
batterli separatamente, uno alla volta.
208 a.C.
Scipione mosse per primo contro Asdrubale, la cui forze avevano svernato presso Baecula, e
qui riuscì a sconfiggerlo, infliggendogli numerose perdite.[8]
Dopo questa battaglia, Asdrubale condusse la sua armata in Gallia, attraverso i passi dei
Pirenei, per poi raggiungere l'Italia per ricongiungersi alle forze del fratello Annibale.
Scipione si ritirò per l'inverno a Tarraco, assicurandosi l'alleanza della maggior parte delle
genti iberiche, che passarono dalla sua parte dopo la recente vittoria.
207 a.C.
Rinforzi cartaginesi sbarcarono in Iberia sotto Annone, e si unirono a Magone Barca. Misero
così insieme una potente armata, reclutando anche soldati tra i Celtiberi.
Asdrubale Giscone avanzò con la sua armata da Gades fino all'Andalusia.
Scipione intanto mandò distaccamenti sotto Silano a colpire per primi Magone. Riuscendo a
colpire in modo tanto inaspettato, Silano prese l'accampamento cartaginese, disperdendo
l'armata celtibera di Magone e catturando Annone.
206 a.C.
Scipione ottenne una vittoria schiacciante ad Ilipa (nei pressi di Siviglia), distruggendo le
armate cartaginesi comandate da Asdrubale e Magone. Le conseguenze furono la definitiva
evacuazione della Spagna da parte dei Cartaginesi.[8]
Cadice si arrese poco dopo senza combattere.
205 a.C. - Gli esausti Turboleti chiesero la pace, in cambio il Senato di Roma li costrinse a
pagare una grossa somma agli abitanti sopravvissuti di Sagunto.
202 a.C. - Finisce la seconda guerra punica che vide la sconfitta di Annibale a Zama da parte di
Scipione.[8]
200 a.C. - Il poeta latino Quinto Ennio menziona, per la prima volta, l'uso della
parola Hispania per indicare la penisola iberica (derivante da un nome punico).
79 a.C.
Le armate di Quinto Sertorio controllavano
ora la maggior parte della Hispania Ulterior e
parte della Hispania Citerior.[24]
Il governatore della Hispania Ulterior, Quinto
Cecilio Metello Pio, attaccò le armate di
Sertorio
«Infine vi fu l'assedio del monte Medullio. I Romani dopo aver circondato il luogo con un
fossato lungo 15 miglia, attaccarono contemporaneamente da ogni parte, ma i barbari che si
erano accorti che era giunta la loro fine, si uccisero a gara con il fuoco, con il ferro delle
armi, banchettando con il veleno...»