Nel 768 muore Pipino il Breve e salgono al potere i suoi due figli: Carlo
Magno e Carlomanno. Non c’è ancora una legge sull’ereditarietà, per cui
il potere spetta un po’ a tutti i figli del re; questo comporta però un
indebolimento del regno, per cui Carlomanno viene chiuso in monastero
e il potere rimane nelle mani di Carlo Magno.
Nei primissimi anni del suo regno, Carlo Magno, spinto dalla madre Berta,
tenta una politica non ostile nei confronti dei Longobardi; anche per
questo sposa Ermengarda, figlia di Desiderio. Nel momento in cui decide
però di portare avanti una politica anti-longobarda, Ermengarda viene
ripudiata. Nel 773 i Franchi attraversano le Alpi e nell’anno successivo,
nella battaglia di Pavia, viene sconfitto Desiderio e i Longobardi perdono
il regno: Carlo Magno si fa incoronare re.
Nei documenti Carlo Magno adotta tre titoli: re dei Franchi, re dei
Longobardi e patrizio dei Romani (patricius romanorum). L’ultimo titolo
allude al ruolo di difensore del papa e dei Romani; i Franchi sono naturali
alleati del papa, sempre pronti a difenderlo nel momento in cui viene
attaccato.
Carlo Magno domina ora su un territorio più vasto rispetto a quello
lasciatogli dal padre, e negli anni successivi si estenderà grazie a vittorie
nei confronti di alcuni popoli:
- Sassoni, stanziati nella Sassonia, a nord-est del Reno, popolazione
pagana, nomade ed organizzata in tribù; come tutti i popoli nomadi
portavano avanti delle razzie nei confronti dei territori confinanti. Le
guerre coi Sassoni terminano intorno al 790/791 con la loro
sottomissione e la costrizione ad accettare il battesimo; il loro capo,
Vidukindo, diviene alleato di Carlo Magno;
- Avari, parenti di Unni e Ungari, popolazione di stirpe turca,
stanziati nell’Europa orientale, che portavano anch’essi avanti delle
razzie;
- Arabi, indeboliti da lotte interne tra Abbasidi e Omayyadi, i quali si
stanzieranno in Spagna e non saranno completamente in linea con
la politica del califfato di Baghdad. Ciononostante, ha strappato loro
solamente il territorio di Barcellona. Nella realtà storica, a differenza
della vicenda narrata nella Chanson de Roland, i paladini di Carlo
Magno non sono stati sconfitti dagli Arabi ma dai Baschi.
Carlo Magno è analfabeta, ma percepiva l’importanza della cultura; per
questo chiama a corte una serie di intellettuali: Paolo Diacono,
Angilberto, Alcuino. Quest’ultimo è un monaco anglosassone, che diventa
abate del monastero di San Martino di Tours, e diventa capo della scuola
palatina.
Dopo Leone III e Costantino V, erano saliti al trono bizantino prima Leone
IV il Cazaro e poi Costantino VI. Quest’ultimo era però minorenne e il
governo lo assunse in sostanza la madre Irene; si dice che abbia fatto
accecare il figlio per governare.
Agli occhi di Alcuino, il potere in mano ad una donna è qualcosa di
inconcepibile; questo anche perché la Legge Salica esclude totalmente le
donne dall’assunzione del potere. Carlo Magno, quindi, viene identificato
come l’unico in grado di guidare l’Europa.
Si pongono le premesse per l’incoronazione imperiale. Carlo Magno salva
papa Adriano da una rivolta e viene incoronato nella notte di Natale
dell’800.