Sei sulla pagina 1di 36

Instituto Superior del Profesorado.

Profesorado de Italiano.
• Materia: Culture Regionali.
• Professoressa: Rossana Tadini.

• Studente: Marcella Spighich

• Tema a svolgere: La Campania. Storia a Vicenda. “Un piccolo viaggio


sulla storia di Campania e le sue province”.
1
1. “STORIA A VICENDE”.
• LA CAMPANIA E IL SUO PERCORSO «MOLTO PARTICOLARE».

2
3
Campania divisa in cinque provincie. Alcune cose sulle etimologie e
la Toponimia. Quanto ci dice il nome?

• CAMPANIA. OSCO KAMPANUM/LATINO CAMPUS/CAPUA


• Napoli . NEAPOLIS. Magna Grecia.
• Avellino. ABELLINUM.
• Benevento. Benevento è dove nessuno la nota, guardandola da lontano. Al
centro dell'Italia, tra i due mari, a metà strada tra l'Adriatico e il Tirreno.
• Caserta da Casa Hirta, ovvero posta in alto, attualmente la zona è
rintracciabile nel borgo medioevale di Casertavecchia. 
• Salerno. Origine di “Salernum” potrebbe essere ricondotta ad una colonia
greca ed il suo nome sembra derivi da “Salum” (mare) ed “Irnum”.

4
CUMA. IL LEGAME DALLA MAGNA
GRECIA. Kyme in greco - l’onda in italiano.

5
ROMA HA COME OBIETTIVO QUESTA REGIONE dove sanniti invassero
la regione nella seconda metà del V secolo a.C ma la Regione ma dopo nel IV
secolo a.C., che cominciò il dominio dai romani su tutto il territorio sino alla
caduta dell'Impero Romano.

6
 
Secondo la divisione amministrativa operata da Augusto, insieme con il Lazio la fece parte della Regio I,
per acquisire in seguito autonomia di provincia ai tempi di Diocleziano.

• Le campagne producevano in abbondanza cereali, olio, agrumi e vini prelibati,


come il noto falerno. durante l'Impero fu economicamente florida e divenne
famosa sia come centro culturale, sia per le bellezze naturali diventando il
luogo di villeggiatura favorito dei nobili romani.

7
AUGUSTO E IL SUO PADRE, UN UNICO
DESIDERIO.
• A Nola, luogo di memorie familiari, dove il padre C.
Octavius possedeva una villa e aveva esalato l’ultimo respiro, si
concluse l’esperienza umana di Augusto, che prefigurando la
propria morte annunciata da presagi infausti, aveva voluto, in un
ultimo viaggio, ritornare nel golfo di Napoli.

8
IV SECOLO DOPO CRISTO

La Campania divenne per breve tempo nel 378 sotto Graziano "provincia


consolare" nel tentativo di frenare tendenze in campo scissioniste religioso,
affidando governatori ortodossi che avevano un'ampia gamma di potere di
intervenire in questioni di capillare importanza.

La denominazione ancora in uso di “Campania Felix”


conferita alla Campania in epoca romana rimanda dunque
a quell’ampia fase di unificazione politica che vide un
territorio di ampie dimensioni rifondato come un’unica
grande struttura agricolo-urbana, a seguito della guerra
annibalica che segnò la confisca dell’agercampanus ai
Capuani sconfitti.

9
CHI SONO STATE NELLA REGIONE DI CAMPANIA ANCHE
LASCIATO SUE TRACCIE?

• Dal quinto secolo arrivò il turno dei Visigoti, dei Bizantini, degli
Ostrogoti e dei Longobardi.

10
LONGOBARDI Regno Longobardo o Regno dei Longobardi (latino: Regnum
Langobardorum) fu l'entità statale costituita nell'Italia longobarda tra il 568-569 (invasione
dell'Italia) e il 774 (caduta del regno con l'arrivo dei Franchi di Carlo Magno), con capitale Pavia .

Già prima della loro discesa in Italia la


principale espressione artistica
dei Longobardi era legata all'oreficeria.

11
..»Il longobardo Zottone che, a capo di una schiera di longobardi, conquistò la città di Benevento e si fece
eleggere duca..» La Langobardia Minor comprese i due ducati longobardi di Spoleto e Benevento fino
all’arrivo dei Normanni nei primi decenni del secolo XI.

Lastra in marmo (pluteo)


esposta nella mostra sui
Longobardi.

“popolo dalle lunghe barbe”

12
PRINCIPATO DI SALERNO E
PRINCIPATO DI BENEVENTO
Alla caduta del regno longobardo per opera di Carlo Magno
(774), il ducato beneventano fu elevato a principato. Dopo
lotte intestine si divisero in Salerno e Benevento.

https://youtu.be/_wPsncUDq2c

13
ITALIA NELL’ANNO MILLE

14
Nel 1077, con la morte dell'ultimo principe beneventano, Landolfo
VI, il principato ebbe fine e passò sotto il dominio della Chiesa.

15
LE CROCIATE. L’IMPORTANZA DEI
PAPATO.

16
NORMANNI E ARABI

17
LE CITTA MARINAIE. LA COMPETIZIONE E LA COOPERAZIONE SAREBBE IL MODO CON IL
QUALE SI COLLEGAVANO TRA LORO, PRIMA E DOPO IL PROCESSO STORICO DELLE
CROCIATE.
Amalfi, forse la prima repubblica
marinara a raggiungere la ribalta,
aveva sviluppato un intenso Il toponimo “Amalfi” deriva sicuramente dal
commercio con Bisanzio e l'Egitto. I latino: esso, secondo la saga di origine
mercanti amalfitani ruppero il principale, deriverebbe da Melfi, un villaggio
marittimo lucano, oppure potrebbe
monopolio arabo sul commercio
corrispondere al cognome di una gens romana
mediterraneo e nel X secolo del I secolo d.C. (Amarfia).
fondarono basi mercantili nell'Italia A seguito delle incursioni germaniche del V
meridionale e nel Medio Oriente. Fu secolo d.C. molti profughi romani delle città
saccheggiata dai pisani nel 1137, in campane ormai preda delle orde barbariche si
rifugiarono sui Monti Lattari e, dopo breve
un momento in cui era stata tempo, popolarono il piccolo villaggio di
indebolita da disastri naturali (gravi Amalfi, trasformandolo in una città, che era già
inondazioni) e dall'annessione al sede vescovile nell’anno 596.
regno normanno. Dopo essere
stato conquistato dai Normanni,
iniziò un rapido declino e fu
sostituito nel suo ruolo di potenza
mercantile dal Ducato di Napoli.

18
DINASTIA ANGIOINA. CASTEL NUOVO A NAPOLI “MASCHIO ANGIOINO” per vedere
un po di più sul Regno delle Due Siciliahttps://youtu.be/l194rI9rqZg

Storia del Regno di Napoli è un
saggio storico
di Benedetto Croce scritto nel 1923,
apparso dapprima a puntate, fra il
1923 e il 1924, sulla rivista La Critica
L'impero angioino è un
con il titolo Intorno neologismo coniato per
alla storia del Regno di Napoli, e designare i territori dei
pubblicata infine in volume dalla Plantageneti: Enrico II e i
Laterza nel 1925. suoi figli Riccardo e Giovanni.
Il termine stesso "angioino"
è un aggettivo applicato agli
abitanti dell'Angiò e della
Dal 1266 al 1442, gli Angioini furono sua capitale storica Angers; i
al comando di Napoli fino a quando Plantageneti erano
Alfonso V prese il potere. Carlo I discendenti di Godfrey,
d'Angiò, che nel 1266 fu nominato conte d'Angiò, da cui il
rex utriusque Siciliae dal vescovo di termine deriva.
Roma.
19
UNA FERMATA….
Era il 1130, e con queste parole, l’antipapa Anacleto II riconosceva a Ruggero II il titolo di Rex Siciliae, re di
Sicilia.
Insieme alla corona, nasceva ufficialmente anche il Regno di Sicilia dalla fusione della Contea di Sicilia e il
Ducato di Puglia e Calabria: quest’ultimo, a parte le regioni nominate nel suo titolo, comprendeva anche
parte del Molise, la Campania sud-orientale e la Basilicata. Nella sua inarrestabile espansione, il re
normanno travolse anche il Ducato di Napoli, che entrò a far parte del suo regno nel 1137, con la sconfitta
del duca Sergio VII.
 Da questo momento, e per i successivi sette secoli, le sorti della Sicilia e di Napoli furono
indissolubilmente legate. Nonostante fossero due realtà indipendenti, per un lunghissimo arco di tempo, si
influenzarono a vicenda.
La nascita del Regno di Napoli come stato sovrano separato dal regno di Sicilia fu una conseguenza della
Pace di Caltabellotta del 1302, che non ebbe però gli esiti auspicati: l’accordo prevedeva infatti una
separazione dei regni solo temporanea, poiché alla morte di Federico III d’Aragona il Regno di Trinacria
(comprendente la sola isola siciliana e i suoi arcipelaghi) sarebbe dovuto passare nuovamente sotto l’egida
angioina, a cui spettava invece il Regno di Sicilia (che comprendeva le regioni meridionali continentali a sud
dei fiumi Tronto e Liri

20
Il Regno di Napoli, sotto gli Angioini (francesi) fino al 1442, poi sotto gli
Aragonesi, che si unirono alla Sicilia, che già possedevano.

21
ALFONSO V DI ARAGONA.
Tra il 1442 e il 1458 re di Napoli

Alfonso V d'Aragona (Medina del Campo, 1396 - Napoli, 27


giugno 1458), conosciuto anche come il Magnanimo e il
Saggio, tra il 1416 e il 1458 fu re d'Aragona, Valencia, Maiorca,
Sicilia, Sardegna e conte di Barcellona; e tra il 1442 e il 1458 re
di Napoli. Nel 1442, Alfonso V d'Aragona strappò la corona di
Napoli all'ultimo degli angioini e l'anno successivo dichiarava
l'unione dei regni.

22
Il successivo governo degli spagnoli (1503-1713)
LE LOTTE CONTINUANO AD ESSERE PRESENTE
•  Ilsovrano francese, che rivendicava il trono di Napoli in qualità di discendente degli Angioini,
adottò nel 1501 il titolo di Rex Neapolis. Per circa due secoli con il periodo dei viceré tutto il
mezzogiorno divenne una provincia spagnola in cui si avvicendarono 40 vicerè e 20 luogotenenti che
curavano i soli interessi dei reali spagnoli. Il Regno di Napoli da grande potenza, È INIZIATO IL
PERIODO PIÙ. NEL SECOLO QUINDICI....Un’altra guerra che in modo diverso interessò gli Stati italiani, fu
quella che si combattè nel Meridione fra Renato d’Angiò e Alfonso d’Aragona, per la successione della
regina Giovanna II. Grande e abile condottiero, Alfonso D’Aragona sconfisse il rivale e conquistò l’intero regno,
fondando la nuova dinastia degli Aragona. Nel 1441, a seguito della Pace di Cremona, egli venne riconosciuto
come re di Napoli dagli altri Stati italiani. Sotto il suo regno e quelli dei suoi successori, le popolazioni meridionali
poterono finalmente godere di alcuni decenni di pace, dopo quasi un secolo di continue guerre civili.
La Pace di Lodi segnò per l’Italia l’inizio di un quarantennio di pace, interrotto solo da alcuni scontri di scarsa
importanza. Questo buon risultato fu dovuto principalmente alla partà di forze dei maggiori Stati italiani, che si
risolse successivamente in un grave danno per la nazione, poichè impedì l’unificazione dell’Italia in un unico
organismo statale. Presto i piccoli Stati italiani caddero preda delle potenze straniere, e il Paese divenne un
grande campo di battaglia per gli eserciti delle maggiori potenze europee.
Nella seconda metà del Quattrocento, gli Stati italiani attuarono una politica di equilibrio, che consisteva
essenzialmente nel bilanciarsi a vicenda, in modo tale da impedire modificazioni delle condizioni territoriali e dei
rapporti di potenza tra gli Stati BUIO. ALEJANDRO VI BORGIA PER FAVORIRE I SUOI PROPRIE INTERESE
HANNO

23
Guerra di successione spagnola (1701-
1714) Gli due contendenti della guerra
successione spagnola (1701-1714): a sinistra 
di

Filippo d'Angiò, a destra Carlo d'Austria. Al


termine del conflitto il primo conservò il trono di
Spagna e le colonie americane, mentre il
secondo – divenuto nel frattempo imperatore –
ottenne i regni di Napoli e Sardegna, il ducato
di Milano e le Fiandre.

24
I parentesi austriaca (1707-1734)
CARLO D’AUSTRIA.

25
Borbone di Spagna durante la guerra di successione
polacca; il nuovo sovrano di Napoli Carlo di
Borbone intraprese moderate riforme
Nel 1744, riuscì a sconfiggere un esercito
austriaco a Velletri, mettendo fine alle pretese
asburgiche su Napoli. Con questa vittoria, Carlo
divenne re di Napoli e il Regno divenne
indipendente. Divenne più chiaro nel 1746, con
la morte di Filippo V di Spagna. Carlo svegliò
Montealegre e chiamò Fogliani. Valsecchi scrive:
"Il Regno di Carlo era una monarchia ispano-
italiana: d'ora in poi comincia a trasformarsi in
una monarchia italiana". 

26
L'Università degli Studi di Napoli Federico II è la principale università napoletana e una delle
più importanti in Italia. È la più antica università laica e statale del mondo, essendo stata
fondata nel 1224.Nella seconda metà del Settecento a Napoli, sede universitaria e una tra le
principali città europee per numero di abitanti e attività mercantili, si organizzò un vivace
gruppo di intellettuali illuministi

Filangieri è una figura di primo piano nell’Europa


della seconda metà del Settecento: riceve a più riprese
Goethe e intrattiene rapporti con il fior fiore
dell’intellettualità europea. I suoi lavori vengono
tradotti in molte lingue straniere (Venturi 1962). La
sua opera principale, La scienza della legislazione, è
una costruzione intellettuale lucidamente utopica e al
contempo tecnicamente raffinata e moderna; tra
l’altro, essa mette in rilievo l’interdipendenza delle
leggi della politica e dell’economia, delinea un’analisi
del sistema economico di impronta fortemente
fisiocratica, aperta alla concorrenza e al libero
scambio, e individua per l’Europa e per Napoli
l’urgenza di una radicale riforma agraria. 27
Repubblica Partenopea di Napoli (1799) Obiettivi: smantellare le
istituzioni dell’antico regime, così come fece di lì a poco Gioacchino
Murat
PRINCIPALE
CONTRIBUTO. soprattutto il
suo regno vide la dissoluzione
dell'ancien régime nel
Mezzogiorno, con l'eversione
della feudalità, l'introduzione
del codice Napoleone, il
miglioramento dell'istruzione,
i lavori pubblici, e la
creazione di un esercito
nazionale: egli tentò così di
dar vita a una nuova classe
dirigente meridionale. Ma le
velleità d'indipendenza di G.,
non insensibile agli
entusiasmi e ai desiderî dei
suoi sudditi, provocarono i
suoi primi dissidî con
Napoleone. 28
Espansione napoleonica

29
ALLO STESSO TEMPO CHE SI SONO Reintegrati i Borbone con il congresso di Vienna, non si spensero
le idee di rinnovamento costituzionale e liberale, diffuse nelle società segrete, in particolare nella
Carboneria.
IDEALI LIBERALI…I CARBONARI…INCOMINCIA UN PROCESSO STORICO CHE PORTERÀ
ALL'UNIFICAZIONE.

30
Nel 1861 entrò nell'orbita del Regno di Italia la nostra Campania.
L'ITALIA HA DOVUTO AFFRONTARE GRANDI PROBLEMI
FIN DALLA SUA UNIFICAZIONE

31
Una legge speciale approvata nel 1904 portò alla costruzione del polo
siderurgico di Bagnoli, mentre nelle campagne giungeva contemporaneamente
a termine la lunga opera di bonifica delle molte aree malariche, intrapresa due
secoli prima.
LIVA

32
Ci sono molte prime e bellezze che fanno grande Napoli. Il suo patrimonio culturale è infinito, la sua storia è stratificata e complessa, ma tra le tante ricchezze che dovrebbero renderci orgogliosi di
essere napoletani, spesso ne dimentichiamo una, e non di poco conto: Napoli era la capitale, tra le più importanti e grandi d'Europa.

33
MA LE VICENDE SONO MOLTI. Tuttavia la regione si impoverì demograficamente per una massiccia emigrazione di forza-lavoro contadina, diretta principalmente all’estero. Durante la seconda guerra
mondiale la Campania fu teatro di decisive operazioni militari.
 

34
Nel dopoguerra la Campania ha vissuto le potenzialità e i limiti delle politiche
per il Mezzogiorno, caratterizzate da nuovi poli dell’industria pubblica ma
altresì da intermediazioni partitiche che ne hanno minato l’efficacia
complessiva.

• L'ITALIA HA DOVUTO AFFRONTARE GRANDI PROBLEMI FIN DALLA SUA


UNIFICAZIONE, IN PARTE A CAUSA DELLA FRAMMENTAZIONE DEL SUO
TERRITORIO PER MOLTO TEMPO, CHE LE HA IMPEDITO DI PRENDERE MISURE PIÙ
APPROPRIATE O ADATTATE, O DI EVOLVERE IN ALCUNI ASPETTI. HA AFFRONTATO
MOLTE SFIDE NEL CORSO DEL XX SECOLO, MA OGGI, NONOSTANTE TUTTE LE
DIFFICOLTÀ, CONTINUA AD ESSERE PORTATRICE DI CULTURA PER L'UMANITÀ,
OLTRE ALLA SUA.

35
FINE

36

Potrebbero piacerti anche