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STORIA DEL JAZZ I

Ted Gioia: Storia del jazz

Primo album: <Livery Stable Blues>, Original Dixieland ‘Jassʼ Band, febbraio
1917
– battello Palermo-New Orleans, cʼera un cornettista italiano
– il jazz non nasce con loro
– orchestra di New Orleans, suona a Chicago e registra a New York
– Forma basata sul tresillo (due semiminime puntate + semiminima, 3 3 2,
retaggio afro-cubano), break cabarettistici, stile tailgate (trombonisti fanno
gioco), imitazione mondo animale, vaudeville
– impro sono variazioni imparate ad orecchio
– Non cʼera radio, solo spartiti e pochissimi dischi: ma questo disco ha
successo planetario, primo repertorio jazz internazionale, solo perché sono
il primo a fare dischi
– 1919: clamoroso successo alla corte inglese, a Versailles, tournée europea

The Original Creole Orchestra, gruppo del cornettista Freddie Keppard


– Tromba non ha ancora pistoni, si usava cornetta nei primi 20 anni ‘900: poi
1926 Armstrong shifta alla tromba e tutti lo imitano
– Cornetta fa tema, clarinetto (Sidney Bechet) arpeggi e abbellimenti,
tromboni glissati o seconde voci, poi ritmica contrabbasso, tuba/bassotuba,
percussioni, raro il pianoforte o chitarra o violino
– Improvvisazione polifonica a New Orleans, poi soloismo e in futuro torna
polifonia
– Keppard descritto come alcolista da Armstrong, 1915 gli viene proposto di
fare un disco jazz: lui rifiuta, troppi pochi soldi; la casa discografica Victor
voleva provare a registrare la massa sonora per vedere se mezzi tecnici
sono adeguati = sonorità è innovativa, forti dinamiche per il tempo
contando che erano gruppi piccoli
– Il succo dellʼorigine del jazz: propria identità attraverso delle sonorità
– Parola nuova per musica nuova: jas/jass/jazz, prima volta in ambito sportivo
in California, cartolina con Ben Anderson, giornale 1912 (musica venduta
connotata, paradosso per il jazz che è vario): farà una “jazz curve”, palla
imprendibile ma poi perde la partita -> la parola deriva forse da ‘jasmʼ, slang
della west coast, cose potenti, cariche ed erotiche, oscillante
– Parola associata alla musica a Chicago (a New Orleans veniva definito
ragtime a volte) con la band di Tom Brown, musicisti di Dixieland che fanno
musica jazz

Paul Whiteman: the King of Jazz negli anni ʼ20


– Migliore orchestra negli USA, lui è violinista: musica da ballo, sweet music,

ma in contesto più sinfonico ->lui percepisce la novità del jazz che in
Europa rielaborano a modo loro, e decide di portarla a un alto livello
– “An Experiment in Modern Music”, 12 febbraio 1924 alla Aeolian Concert
Hall: serata didattica dalle origini del jazz al presente secondo lui ->
coinvolge Zez Confrey (novelty ragtime: finto jazz, utilizza elementi jazz
come i runs ma per musica senza contenuti -> il primo jazz che si diffonde
non è quello autentico, ma quello alleggerito ed edulcorato, mischiato con
musica da ballo) e George Gershwin (nasce come song plugger, autore
scriveva canzoni, lui gli suonava piano, oppure nei negozi di partiture
suonava per chi voleva comprare le partiture)
– Gershwin si forma a NY, vicino a musicisti afroamericani: chiede lezioni a
Ravel, che scrive a Nadia Boulanger per istruirlo al suo posto

Minstrel Show e razzismo


– Fascinazione europea jazz: Revue Negre, a Parigi nel 1925
– Josephine Baker: prima donna afroamericana entra nel pantheon parigino,
cantante e performer
– Jean Renoir fa film muto, Charleston Parade: jazz arriva in Europa come
danza, scoperta corpo femminile, forma di spontaneità con retaggio
razzista
– Al Johlson, film sonoro Il cantante di jazz (immagine + disco che suonava),
riporta in auge vecchia pratica: Jim Crowe è personaggio inventato da
attore Thomas Chrise, si trucca faccia di nero e imita afroamericani, parla
male, sciancato, scarpe rotte -> nasce spettacolo varietà popolare:
Minstrels Show, afroamericani messi in scena e ridicolizzati, America è
nazione coloniale, comunità con genealogia senza identità, hanno super
successo verso fine metà ‘800
– Termine Dixieland: origine razzista, deriva dal quarto momento del Minstrel
show, canzone “I wish I was in dixie” -> dixie=sud, vita semplice, si canta,
si ride…
– Parodie del mondo afroamericano vengono diffuse, movimenti disinibiti,
goffi: bianchi scoprono la loro rigidità e assumono le movenze di chi
denigrano

Tratta Atlantica schiavi africani


– Funzione domestica in Portogallo
– Influenza mondo africano agisce parallelamente anche in Europa e in
musica classica (ciaccona, sarabanda)
– Senegambia e Congo: due realtà diverse, la prima è islamica la seconda
animista -> in America del nord arrivano meno schiavi rispetto al sud, i
primi nel 1619 in Virginia portano con sé strumenti musicali: la musica li
calmava e gli faceva sopportare la tratta
– Composizioni non temperate, sequenze ripetute con piccole variazioni,
modale, ritmi sincopati: africa islamica ha grande cultura di strumenti
corsali e canto melismatico, spesso per accompagnare lavori ripetitivi ->
negli stessi anni si sviluppano parallelamente in altri generi o anche più di

recente (Watermelon Man, Hancock)

Richard Allen, African Methodist Episcopal Church (1794)


– Innario, poi slave songs: mondo sonoro che prepara il jazz -> tradizione
religiosa protestante
– 2nd religious awakening: Camp Meeting, forme di ritrovo estemporanee
parallele a chiese nei boschi, predicatore e folla fedeli -> interrazziali,
padroni e schiavi (Santeria cubana, riti sincretici, con manifestazione
esterna verso figure cristiane ma anche pratiche di resistenza della
tradizione, la domenica ha importanza simbolica per cultura afroamericana
e lʼAfrica animista vede nellʼoggetto di culto un vero e proprio tramite con la
dimensione divina, mentre per i cristiani è più metaforico)
– Si mantengono forme religiose straniere mascherate con rito cristiano:
musica afro-cubana è link diretto con la cultura (samba)
– America nord: mondo protestante anglicano sopprime questa pratica -> la
musica che si sviluppa qui è diversa (swing), il rapporto con la tradizione
orale diventa più sfumato
– Unire afroamericani con ritmi afro-cubani: fine anni ʼ50 (grandi lotte, Civil
Right Acts, fine segregazione), risveglio e interesse maggiore verso lʼAfrica
– Mito legame Africa-jazz
– Wandering refrains: nei camp meeting afroamericani nellʼinno (forma AAAA)
venivano inseriti altre frasi -> destrutturazione testo originario e ripetizione
continua, improvvisazione = stesso principio del jazz, cambio ritmo e
melodia di uno schema semplice
– Chiesa istituzionale bandisce i Camp Meeting, mentre la cultura protestante
inizia pratiche clandestine

Ring Shout
– Da Armstrong a Parker a Prince: ʼshoutʼ deriva da una danza circolare,
antica pratica islamica -> pratica di resistenza cultura della società
afroamericana, con diretti connessioni con lʼAfrica
– Call and response: elemento antifonale, caratterizzante tutta la musica,
coro eterofono

Slave Songs of the United States, 1897


– Fisk Jubilee Singers: gruppo che li diffonde, nella Fisk University George
White utilizza questi spiritual come materiale per insegnare canto corale,
formazione di alto profilo ma repertorio personale che li porta al successo
mondiale alla fine dellʼ800
– Buona parte afroamericani si mette nei panni della borghesia dominante
incarnando ideali morigerati moralmente, tradizione nel jazz da Ellington
(elegantissimo stile nero di Green Book)

Patting Juba
– Origine africana e pratica di resistenza culturale: sottratti strumenti ritmici
nel nord, sostituiti col corpo: il jazz/musica afroamericana porta il corpo

nella musica, percezione fisica arriva prima di quella intellettuale


Work Song
– in piantagioni o mandrie buoi
– (Cannonball Adderley, tinta blues perché della Florida, Joe Zawinul pianista
austriaco vince borsa studio Berkeley negli anni ʼ50 e si inserisce in gruppo
afroamericani e darà lʼimpulso a Davis del jazz rock/fusion ed è co-
fondatore dei Weather Report)

La Nouvelle-Orléans (1718)
– Culla del jazz, si muove verso nord, a Chicago diventa jazz, arrivando a
New York
– Si affaccia sul Golfo del Messico ed è collegata allʼHavana e ad Haiti
– Schiavi venivano dal Senegambia e sud Marocco (Bambara)
– Musica latina: degli afro-discendenti (tango mambo rumba -> ritmo Africa
centrale)
– Dal 1801-1803 Louisiana torna francese e poi Napoleone la vende agli Stati
Uniti
– Haiti è stata terza repubblica del mondo dopo USA e Francia: profughi di
origine francese scappano da Haiti e vanno a New Orleans
– Indians a New Orleans, discendenti nativi americani
– 1807: finisce tratta atlantica degli schiavi e rimane a livello interno
illegalmente
– Melting pot: francese, spagnolo, discendenze Haiti, tratta interna schiavi,
nativi americani e poi dalla seconda metà ‘800 italiani (battello Palermo-
NO, piroscafo Montebello “Lʼorda” di Gian Antonio Stella), poi irlandesi e
tedeschi (ottone),
– Appunti Benjamin Ladrobe: spettacoli di domenica di danze e ritmi
(Bamboula) che coinvolgono tantissime persone, mischiando tradizione
africana
– Louis Moreau Gottschalk: creolo, pianista virtuoso, piaceva a Chopin, ha
suonato tantissimo, musicista colto che introduce in scrittura romantica
ritmi africani come la bamboula
– John Philip Sousa, musica da banda: orchestre di ottoni, repertorio di
Sousa: cornette, flicorno baritono
– Ragtime di Scott Joplin: film “La stangata” riporta in auge questo genere
negli anni ʼ70, ambientato negli anni ʼ30 cʼè equivoco storico perché
ragtime non lo conosceva nessuno, cʼera lo swing (Benny Goodman) ->
negli anni ʼ20 ha successo con il Novelty, artisti bianchi che semplificano
quel genere mantenendo aspetti esteriori spettacolari
– Maple Leaf Rag: deriva da Polka per 2/4, elemento binario + ciclo ternario
crea sfasamento e ha successo

Blues
– Famiglie: blues rurale e da stampa
– Forma 12 battute: pratica di tradizione individuale, musica praticata da
musicisti solitari nelle piantagioni che si trovavano lontane dalla civiltà,

vagavano nelle stazioni -> AAB, domanda, domanda e risposta, ultimo


decennio ‘800, ha successo coi chitarristi e nasce da musicisti senza
formazione musicale che conoscono solo i tre gradi fondamentali in forma
tripartita
– in realtà non prevede battute, nasce irregolare, retaggio musica brasiliana
(Pony Blues, Charley Patton, si muove sul testo -> influenze su rock più che
sul jazz, Bob Dylan, Jimi, solo Mingus e Coleman con Blues Connotation, 11
battute e mezzo, Devil Woman), per stamparla si introduce forma standard:
paradosso, si conosce il blues da stampa
– Antonio Maggio pubblica I Got the Blues (1908): lo sente in giro e lo
introduce in questo pezzo, primo caso blues scritto: introduzione 4 misure,
poi forma standard
– William Christopher Handy, Saint Louis Blues (1914): trasferito a Memphis
pubblica il primo grande blues di successo -> bitematismo, blues e
habanera, in realtà lui ha formazione bandistica

John Coltrane
– Album Ballads
– Round Midnight (film con Dexter Gordon): film con riferimenti a Bud Powell
– Live al Laugh Note (John Coltrane)
– Ascolto passivo e lavoro sulla melodia per improvvisazione

Cultura New Orleans


– French Opera House: opere liriche influenzano Bechet e Armstrong, creoli
andavano
– Il jazz non nasce così spontaneamente, è frutto di influenze, fra cui la
lirica, linguaggio solistico di Armstrong si basa proprio anche sulle arie
dei tenori (Bechet cita il Trovatore)
– Creoli avevano più vantaggi degli afro-discendenti essendo provenienti
dalle colonie -> fine ‘800 invece una sentenza per cui chiunque avesse un
discendente nero sarebbe stato nero, “octorun”, segregazione
– i creoli rivendicheranno sempre loro superiorità, razzismo stratificato,
ma cominciano a miscelarsi ampliando melting pot
– Second Line: ritmo tipico New Orleans, prende vita da ritmo parate/
marching band e funerali -> seconda fila delle marchino band faceva
ragging e variazioni ritmiche e melodiche, così nasce idea di rielaborare
tema principale e improvvisazione
– Riti sincretici: piano espressione e piano contenuto si mescolano per
sopravvivere, il rito del funerale di NO prende spunto dalle pratica Voodoo e
raggiunto il cimitero partiva il groove swing (Second line) per dimenticare le
sofferenze e festeggiare il passaggio del deceduto a nuova vita
– Nelle Second line si crea questo atteggiamento “jazz”: ragtime (impianto
formale e melodico), banda e musica cubana e caraibica -> inserimento
della cornetta genera impatto sonoro nuovo

Buddy Bolden
– nato nel 1877, a trentʼanni in manicomio per abuso di alcol e muore anni
dopo -> il suo personaggio è narrazione, frutto di ricerca del vero iniziatore
del jazz, per questo i musicisti di allora si invecchiavano per poter dire di
aver visto i gruppi di Buddy Bolden (musiche passate oralmente)
– Non ha mai registrato nulla, nessuno lʼha cercato fino alla morte, mito
postumo
– Wynton Marsalis: trombettista e politico afro-americano, attivo nella
scena jazzistica con azione conservatrice -> emerso negli anni ʼ80, nel
gruppo di Blakey Jazz Messengers, poi quartetto Miles (Tony Williams,
Herbie), ispirato a Woody Show, poi ha proposto ritorno al passato
criticando il jazz rock di Davis
– Grande operatore culturale (Jam session, live at house of tribes)
– Musica da ballo, polka in 2/4, inni di chiesa e ragtime: novità è impeto
ed elemento blues che proveniva dalla periferia di NO, suonava
Carnevale di Venezia, valzer (3/4 non esisteva nel jazz prima degli anni
ʼ50 a parte Jitterbag Waltz)
– Pratica del “ragging”, variazione tematica
– Bunk Johnson, Make me a Pallet on the floor: pezzo forte orchestra di
Bolden
– Buddy Bolden Blues di Marsalis (dischi di Morton - sassofonisti e
violinisti, solo a partire da Coleman Hawkins il sax assume il suo
linguaggio)
– Cornetta espone e varia tema, clarinetto fra arpeggi perchè agile,
trombone fa controcanto e tailgate (suonavano nello storyville, bordelli
e altro, piccoli gruppi -> pubblicizzavano serate con camioncini
suonando girando per NO e il trombone suonava di spalle nel retro e
faceva tailgate per attirare attenzione
– Storyville/The District, Sydney Story era sindaco che ha creato questo
distretto pieno di bordelli
– Jelly Roll Morton: Ferdinand Joseph Lamotte, creolo, nome da dolce
tipico (rolade) e anche organo sessuale femminile, un pappone,
mitologia divulgata nel libro di Lomax
– riconosceva Tony Jackson come migliore di lui, leggenda che si
fosse costruito un clavicembalo, nessuna registrazione
– Morton si definiva inventore del jazz: grande contributo, rende
sincopazione dal ragtime suo elemento caratteristico e nel 1907 lascia
NO, variazioni melodie scritte, sistema a riff, nuovi modi esecutivi mano
sx
– Jazz non esiste senza sapore spagnolo (afro cuban)
– Dal 1910 cʼè Great Migration verso nord: Chicago accoglie molti
musicisti del sud
– 1917: Original Dixieland Jazzband, primo disco jazz (anche se non
rappresentativo)
– 1922: prima incisione di afroamericani e Louis Armstrong raggiunge
maestro Joe “King” Oliver -> processo di innovazione delle
proprietà linguistiche ed espressive del jazz, mentre Morton, anche

lui a Chicago non suonava, problematico, giocava a biliardo


professionalmente e ogni tanto vendeva partiture
– Seconda metà anni ʼ20: Morton ricostruisce vecchio jazz, poca
improvvisazione, tutto scritto -> linguaggio pianistico è polifonico,
riproduceva il gruppo completo (banjo, cornetta, trombone, sez
ritmica fra cui basso
– Jelly Roll Blues dei Red Hot Peppers (idea commerciale/pubblicitaria):
break che poi diventano elemento comune (Edward “Kid” Ory
trombonista, Johnny St Cyr banjista)
– Black Bottom Stomp: stili di danza e jazz vanno di pari passo per un poʼ,
incide con lo stesso gruppo

Louis Armstrong
– Bob Thiele: produttore etichetta impulse!, etichetta Coltrane, autore What a
Wonderful World
– Consapevole innovazione portata con canto nel jazz, sapeva di dover
tutelare sue memorie
– Nato 4 agosto 1901
– Scrive autobiografia “Swing that music” a 34 anni, libro promozionale:
già celebre anni ʼ30, altri rimangono sconosciuti e disoccupati
– Swing indica anche genere che diventa popular music con Benny
Goodman e con orchestre bianche e successo balli
– Anni ʼ50 “La mia vita a New Orleans”: si è formato lì ma incide a
Chicago nel ʼ23 e artisticamente non tornerà a NO, girerà il mondo
– Lavora da bambino portando carbone nei bordelli: storie raccontate sempre
senza pieghe drammatiche, idea filosofica che corrisponde con la sua
musica, espressione di gioia (cultura odierna vede nella tristezza i prodotti
più significativi invece)
– In riformatorio a 11 anni per aver sparato: qui gli viene regalata una
cornetta con fini didattici
– Eredita passione per canto da famiglia Karnosky, canzone Russian
Lullaby
– Tra 13-18 anni lavora distribuzione carbone e studia cornetta: musica è
momento di luce in una vita dura e faticosa
– Formazione musicale: Second line (sviluppa capacità di
improvvisare linee melodiche unisono e armonizzate) +
“conservatorio” con Fate Marable (pianista, nei bordelli cʼera
grande libertà musicale perché erano di sottofondo, infatti le band
grandi non suonavano lì, ma nelle bettole, parchi allʼaperto e sui
battelli -> Marable influenzato da ragtime newyorkese e vuole
mettere su band e li va a pescare a NO, qui sono passati i migliori
musicisti “game changer” fra cui Jimmy Blanton)
– Suonavano musica scritta: nessuno improvvisava, a parte
Armstrong, ma le partiture venivano lette con un ritmo più morbido
– Seconda metà anni ʼ10 chiude quartiere Storyville e cʼè Great
Migration verso nord o California degli afroamericani: i migliori

cornettisti sono già andati via da NO, Armstrong diventa il migliore


– A Chicago scopre che anche i bianchi suonano bene
– ʼ23 prima incisione jazz afroamericano con Armstrong e Joe King Oliver (cʼè
già stata per il blues)
– Nel ʼ22 cʼè incisione interrazziale con bianchi e Jelly Roll Morton: Oliver,
cornettista, chiama altro cornettista a Chicago dove cʼera più lavoro
che a NO
– Inizio di musica principalmente solistica: Armstrong definisce
linguaggio solistico per la prima volta
– Dipper Mouth Blues, in due versioni per due etichette: suono
potentissimo di Armstrong, suonava in fondo alla sala perchè non
coprisse suono di Oliver, cornetta principale
– Musica da ballo, non ancora jazz con regole e confini, suonavano al
Lincoln Garden, più blues quando si svuotava sala
– A conquistare il pubblico è lʼimprovvisazione armonizzata sui break di
Armstrong e Oliver

Anni ʼ20: grande fenomeno blues


– Discografici (tutti bianchi) notano mercato non sfruttato: afroamericani
arrivati dopo grande migrazione riempiono quartieri e vogliono comprare
dischi
– Race records: blues, dischi compatibili (Victor e Columbia erano i due
colossi discografici) da etichetta OKEH, di Bessie Smith e poi di jazzisti
– Cantante blues di Vaudeville e musicisti newyorkesi montati ad arte da
produttori per incidere
– si giocava sul fatto che fossero neri a suonare
– Oliver e Armstrong: due livelli diversi, il primo più limitato, Armstrong è
novità e farà evolvere jazz anche se ammette di non raggiungere intensità
Oliver
– Molti musicisti non giocavano sul fraseggio ma sui colori, timbri,
sfumature… solo da Armstrong diventa importante il fraseggio
– Dipper Mouth Blues: assolo è momento solistico che punta su timbro e
riff, quello di Oliver è uguale in tutte e due le versioni -> il linguaggio
era la novità, non lʼimprovvisazione, quindi si replicavano forme che già
funzionavano

Di nuovo Armstrong
– cominciano ad esserci soli con frasi più lunghe e strutturate
– Il gruppo si scioglie poco dopo per questioni di soldi (biografia di Ellington
”Music is my Mistress”: parla bene di tutti per non inimicarsi nessuno)
– Oliver fa altri gruppi con sax: strumento ancora non strutturato nel jazz,
solo da Coleman Hawkins acquisisce la propria sonorità e il proprio
fraseggio
– Andrà avanti e poi morirà in miseria
– Inaugurazione età dei solisti
– Relazione con ambita pianista Lil Hardin, ruolo fondamentale: lo convince

ad andare a NY a metà del ʼ24, dove viene assunto da Fletcher Henderson
(che creerà linguaggio big band, con trombettista Don Redman, andrà a NY
per fare farmacista, carattere mite che però guida gruppi importanti,
comincia a strutturare a sezioni lʼorganico, oltre la polifonia)
– Moglie convince Armstrong a tornare a Chicago nel ʼ25 dove può
essere un leader: gruppo Hot Five (poi Seven), suonavano per
sonorizzazioni film, sale da ballo
– Arm passa alla tromba per avere suono più potente, brillante e nobile
– Oriental Strut: idea di esotismo legata a musica nuova, prime incisioni
col gruppo, le successive sono capolavori più maturi con grandi esempi
jazz improvvisato anni ʼ20

Pianoforte nel jazz, NY


– da anniʼ20: autonomo, col boogie-woogie (radici nellʼ800, successo fino
agli anni ʼ40)
– Storia parallela, pianisti hanno avuto influenza su compositori
importanti (Ellington, Gershwin)
– James P. Johnson:
– Diffusione enorme pianoforte a cavallo fra ‘800 e ‘900: “cosʼè la casa
senza un piano?” -> fonografi erano gracchianti e unico modo per
ascoltare musica era suonarla, “un pianista è importante per la
comunità”, si diffondono gli armonium
– Primi anni ‘900 (non si parla ancora di jazz, nessuno a nord sa cosa
succede a New Orleans) in molti locali di NY pianisti suonavano
repertorio classico europeo
– Si generano forme/formule su cui tutti si confrontano, una di queste è
una sua composizione: Carolina Shout, uno standard del periodo (il
primo a presentarsi come compositore però sarà Ellington, prima di lui
sono intrattenitori)
– Pronuncia diversa rispetto al ragtime e ai musicisti di NO: salti
sempre più ampi, elementi di walking bass, accompagnamento
include le decime, scomposizione ritmica del movimento della sx
(composizioni ancora scritte e strutturate), controtempi
– Vocazione sinfonica fine anni ʼ20
– Eubie Blake:
– Associato al ragtime, fine ‘800, si esibiva nei Medicine Show e nei
varietà di Vaudeville, scrive Memories of you
– Shuffle Along: compagnia teatrale, spettacolo con cast interamente
afroamericano con Noble Sissle e Eubie Blake
– Harlem Renaissance: fenomeno teatrale, anni ʼ20, ambizione comunità
afroamericana, inizio della loro borghesia (poeta Langston Hughes)
anche se cultura permeata da retaggio “vaudeville”
– Charleston Rag: charleston era ballo di moda allʼepoca, Eubie Blake non
scriveva musica ma la imparava a memoria (come altri in quel periodo)
– Retaggio boogie woogie per bassi che scendono, salti del ragtime
– Atlantic City: luogo di turismo, bettole, luoghi di evasione, humus

perfetto per jazz -> Blake si sposta qui da Baltimora, e qui si
concentrano tutti i pianisti protagonisti della scena newyorkese anni
ʼ20 dello stride piano (= suonato in solitudine, la mano sx fornisce
sostegno ritmico autosufficiente)
– Colpito da Rachmaninoff, tardo romanticismo, enorme influenza negli
Stati Uniti come esecutore (anche su Bill Evans)
– Fenomeno dei Rent parties ad Harlem: affitti erano troppo alti e con
queste feste se li pagavano, musica gestita da un pianista che doveva
avere livello tecnico e di energia piuttosto alto (ritmo continuo mano sx
per diverse ore, come Jelly Roll nei bordelli) -> posti ambiti e maggiori
fonti di guadagno
– Willie The Lion Smith:
– Personaggi con forte qualità teatrale, ruoli importanti nella comunità
– Fingerbuster: elementi tardo romantici (arpeggi, trilli, cultura classica
reinterpretata) -> tradizione tornata negli ultimi anni (Trinkle Tinkle,
Kenny Barron, non cʼè vero linguaggio stride, ma accenni con mano sx)
– Echoes of Spring
– Lucky Roberts:
– Acrobata da bambino
– Donald Lambert:
– Anitraʼs Dance
– Dave McKenna:
– Luluʼs Back in Town: walking bass, anni ʼ70, un poʼ fuori contesto (come
Jaki Byard free jazz con elementi stride)
– Thomas Fats Waller:
– Nasce nel 1904 a NY, nonno violinista (strumento fondamentale per
musicisti afroamericani, già nel ‘600), buona educazione musicale
formale, ma poca disciplina da diventare concertista
– primo grande organista jazz: idea orchestrale del pianoforte in quegli
anni (effetti e massa sonora), per molto tempo pianisti riducono
arrangiamenti orchestre su pianoforte
– Lo definisce strumento del suo cuore (pianoforte del suo stomaco)
– Scappa di casa a 16 anni e si rifugia da un amico e così conosce James
P Johnson: lavorano a fortificare e fluidificare mano sx, strati di suono
(dinamiche ed espressione)
– Si mantiene suonando in un cinema e registra prime tracce alla OKEH
(grazie a Willie the Lion Smith) nel 1922 (antecedente ad Armstrong),
turnista dei Race Records, contattato da QRS che produce rulli di
pianola
– Divorzia dopo un anno e compone e vende sua musica: produzione
continua, viveva nel presente senza vere prospettive e ambizioni per
futuro (vendeva musica per panini)
– Hot Chocolates, 1929: spettacolo/review con Andy Razaf -> vendono a
Mills i diritti
– James P Johnson chiama a suonare Fats nel 1928: Yamekraw
– 1929 inizio depressione economica, ma Waller diventa grande

personaggio radiofonico, era anche cantante; metà anni ʼ30 firma con
la Victor
– Molta competizione nel circuito musicisti di Harlem, i pezzi sono
sempre gli stessi e ci si confronta su questi
– Carolina Shout: rispetto a J. P. Johnson, cʼè prassi tecnica e
dinamica classica
– Honeysuckle Rose (ʼ37): jam session con Tommy Dorsey e Bunny
Berigan (trombettista di Benny Goodman)
– Morto nel ʼ43 assiderato in un treno in cui non andava riscaldamento,
salute già precaria, vite al limite -> cʼera anche stato sciopero
associazione musicisti che non potevano più lavorare
– Turn-about: movimento della sx include varianti tecniche
– James P. Johnson, ʼ29, Riffs: decime con quinte interne mosse con
velocità
– Poi Art Tatum alza lʼasticella tecnica del piano (Gunther Schuller non è
dʼaccordo ma il resto del mondo sì), dopo Fats Waller
– 1929: crollo borsa, crisi economica degli spettacoli e Louis Armstrong si
salva reinventandosi come cantante

Organo Hammond
– Dal 1935 (famoso con Jimmy Smith che suonava con Coltrane negli anni
ʼ50, Hammond con percussioni, permettono armonici di 8va sopra o 12ma)
– Fats Waller suonava organi (Wurli…)
– Max Roach: Jazz in 3/4 Time, con Sonny Rollins, 56-57: fino a quel
momento il tempo ternario è poco utilizzato nel jazz
– Eccezione: Jitterbag Waltz (ʼ42), sonorità molto moderna dellʼorgano
– Tecnica strumento: amplificatore Leslie, vibrato fa anche parte del gusto
dellʼepoca

Chicago
– Si formano compositori e musicisti bianchi negli anni ʼ20 (Benny
Goodman…) che sviluppano un culto dei neri
– Forte impatto dei New Orleans Rhythm Kings (inizialmente Fryas Society
Orchestra, locale in cui lavoravano), gruppo fondamentale storia jazz
classico, tutti bianchi (Lion Roppolo clarinettista, Paul Mares trombettista/
cornettista)
– Incidono con Jelly Roll Morton, primo esempio jazz interrazziale
– Dopo cʼè il trio di Benny Goodman nel 36-37 con Terry Wilson pianista
– Film “Check and double check”, anni ʼ30: Ellington e la Cotton Club Band,
trombonista Juan Tizol bianco portoricano dipinto di nero perché era
inconcepibile il gruppo fosse misto
– Bix Beiderbecke:
– dellʼIowa, jazz è via di fuga da normalità borghese
– primo modello è stato Nick Larock trombettista: jazz è musica molto
fonografica, connessa al disco!
– Formazione autodidatta, gestione tecnica della cornetta era sbagliata,

ma con modo di suonare molto personale, allo stesso modo suonava il
piano
– Bix girava con grammofono portatile (come lui Robert Johnson,
personaggio blues anni ʼ30, ha imparato dai dischi)
– Se Armstrong fa solismo affermativo, Bix incarna nuova estetica più
minoritaria (come Lester Young o Davis), solismo allusivo/sottrattivo/
lirico, introverso e distaccato
– Bud Livingstone arrangiatore ha arrangiato un suo solo, anche
Carmicheal si ispira a suo linguaggio melodico
– Bix and his Rhythm Jugglers, Daveport Blues: esempio linguaggio più
allusivo nel solo
– Iʼm coming Virginia (ʼ27): banco prova trombettisti primo jazz (versione
Benny Berrigan, più virtuoso, cresciuto col modello di Bix), chitarrista
Eddie Lang (aka Salvatore Massaro) uno dei primi chitarristi con ruoli
solistici nella storia del jazz
– Produzione novelty: influenze tardo-impressionismo musicale,
arrangiata nellʼorchestra di Whiteman -> In a mist, scritta da Bix al
pianoforte, suggestiva
– Paul Whiteman:
– Violinista e direttore dʼorchestra, “King of jazz”, nel 1924: “An
Experiment in Modern Music”, la prima di Rhapsody in Blue, con lui cʼè
Zez Confrey, famoso per novelty ragtime (Kitten on the Keys 1921: jazz
ha prodotto sempre un falso jazz per il suo successo popolare,
linguaggio impoverito, stride o ragtime semplificato), accostato a
Gershwin
– Nel 1930 diventa protagonista di un cartone animato “The King of
Jazz”: super famoso, epoca pre-swing, uno dei primi film a colori
– Debutto di Bill Crosby
– Voleva portare il jazz fuori dalle baracche dove si ballava il tango: era
un prodotto grezzo che necessitava di un arrangiamento per ripulirlo
(Huge Banassiè)
– Orchestra che pagava meglio di tutte, quasi musica popular che
jazz in questo senso
– Il jazz era innovazione nei ritmi e nel linguaggio melodico e
armonico secondo lui
– Poi entrò in crisi ma va ricordato perchè ha anticipato fenomeno della
big band:
– pratica orchestrale di chorus per sassofoni -> sax ha storia più
tarda nel jazz, si definisce con Coleman Hawkins
– Whispering 1920 (da cui Groovin High): in fox trot
– Lʼampiezza del gruppo di Whiteman lo ha fatto tacciare di falso
jazz, simile a orchestra da ballo (sweet, Ray Noble, scena finale
Shining), diverso dai sestetti hot jazz di NO
– In realtà ha dei precedenti:
– Territory band, con organici numerosi
– The Southern Syncopated Orchestra: ampia compagine e di

successo nel primo dopoguerra
– Alcuni suoi aspetti idiomatici vengono trasposti in una musica leggera e
semplificata (“falso jazz”), lui può essere definito quasi padre della
popular music più che del jazz

– Darius Milhaud:
– Nel ʼ23 debutta con La création du monde, anticipando sinfonismo
jazzistico, Milhaud era stato influenzato da cultura afro-americana e poi
brasiliana, era stato ad Harlem
– Con Cole Porter

– Si diffondono radio a inizio anni ʼ20 che trasmettevano concerti, non dischi:
fenomeno del ballo si amplifica
– Esplode parallelamente la discografia (che si ferma nel ʼ29)
– Ambito afro-americano: Fletcher Henderson (pianista) è ideatore big band,
da modello precedente di piccoli combo o orchestre di New Orleans,
coinvolge Don Redman e Coleman Hawkins
– Orchestra si basava su materiale scritto (Stocks arrangements): idea di
abbandonare polifonia NO, puntato sui ruoli delle sezioni, creando
suono della big band che poi influenzerà lʼetà dello swing

Coleman Hawkins
– Educazione formale, musicista per review teatrali, ha definito il suono del
sassofono jazz
– Frankie Trumbauer, seamelody in C, amato da Lester Young
– Fletcher Henderson, The Stampede: fraseggio del sax, Don Redman
arrangiatore -> crea sound della big band: scrittura inizia a considerare le
sezioni
– Linguaggio ragtime di Hawkins: influenzato da Armstrong che era stato
nella stessa orchestra
– Queste orchestre suonavano nel Roseland Ballroom: sale da ballo a NY
(come al Savoy, dagli anni ʼ30 battaglie tra orchestre)
– Sydney Bechet: clarinetto/sax soprano, uno fra i primi grandi solisti del jazz
con linguaggio autonomo
– Soprano: dimenticato per anni fino a Coltrane
– Bechet lo usava per proiezione sonora che il clarinetto non gli
permetteva
– Andrà in Europa dal ʼ19
– Coleman si trasferisce in Europa nei primi anni ʼ30: musica nuova
americana gira il mondo

Duke Ellington
– Musicista assume validità di compositore
– A NY nel ʼ23 col gruppo Washingtonians, poi Kentucky Club Orchestra
– Suonava a feste da ballo, interessato alla grafica, vendeva concerti già da
piccolo (artista completo: scrive, guida gruppi…)
– Suonavano Stock arrangements con Otto Hardwick (sax alto), Bubber Miley
(tp-> porta avanti percorso che stava andando in declino, poche note e più
vocalità strumento, come King Oliver), Joe ‘Tricky Samʼ Nanton (tb: grande
utilizzatore wah wah), Sonny Greer (dr: gong e altro)
– Ellington gioca con colori strumenti, crea musica dʼatmosfera
– Autodidatta, prende lezioni da Will Marion Cook: uno dei primi grandi
compositori afroamericani che insieme a James Europe è un precedente di
Ellington
– Creole Love Call, 1928: Adelaide Hall (vocal)
– Idea formale precisa su utilizzo clarinetti, note acute
– Solo di Miley
– Basato sul Camp Meeting Blues (incontri religiosi ‘800,
autodeterminazione comunità afroamericana)
– anni ʼ30 comincia a scrivere canzoni standard (32 bars)
– Sophisticated Lady, Prelude to a kiss, In a sentimental mood: sempre
affiancato da Irving Mills = impresario mafioso, aveva grande
percentuale su introiti di Ellington, ma grazie a lui avrà la scrittura al
locale Cotton Club di Harlem nel 1927
– Intrattenitori erano neri, ballerine creole e pubblico era bianco
– East St. Louis Toodle-Co, 1926, Kentucky Club: bitematico, minore
e maggiore, suono “umano” di Miley
– Mills propone materiale promozionale nei cinema: cortometraggio di Dudley
Murphy, 1928, Black and Tan Fantasy (blues)
– Allusione a ballerina Florence Mills
– Scene al vero Cotton Club
– “Jungle style”: The Mooche -> cadenza sul VIb, tratto ellingtoniano,
esempio unicità sonorità Miley (piuttosto che fraseggio)
– In quel periodo entrano in orchestra due clarinetti e sax alto Johnny
Hodges (Rabbit), a sostituire Bubber Miley è Cootie Williams
– Echoes of the jungle, 1931: tripartito
– A seconda dei musicisti crea contrasti di colori
– Banjoista Fred Guys fa risposte
– Ellington comincia a voler usare forme estese: primo esperimento è Creole
Rhapsody e non ha precedenti
– Aggiunge 3 tromboni (Juan Tizol, Lawrence Brown e Joe Nanton), e li
manterrà anche quando nelle altre orchestre saranno 4

*Ahmad Jamal
– Chamber music of the new jazz: pf, cb, gt (formato Nat King Cole) ->
classico trio con dr cʼè dagli anni ʼ50
– Per lui cʼerano orchestra e small combo, trio era piccola formazione
orchestrale
– It Ainʼt Necessarily So
– Live at the Pershing: But Not For Me: batterista Werner Fournier (spazzole)
– Poinciana: successo commerciale, si compra un locale per suonare
(mai un sideman, ha influenzato Miles degli anni ʼ50 e altri pianisti) ->

andamento ritmico che può essere usato per altri arrangiamenti


– Contrappunto col basso
– Trio con Idris Muhammad (dr), suonava con ritmica alle spalle come Oscar
Peterson (basso vicino e batterista vede le mani del pianista)
– The Awakening
– Utilizzo di pedali e manipolazione tematica nei soli, stretch della cesura
delle battute: influenzerà bebop anni ʼ50

Storia del jazz di Arrigo Polillo: articolo che stronca Coltrane per concerto a
Milano fischiatissimo, poi si ricrederà -> Coltrane negli anni ʼ60 è da unʼaltra
parte, studia live

Era dello Swing


– King Porter Stomp, Fletcher Henderson
– tema tritematico
– Dalla versione del 1928 al 1932 si passa allo swing: periodo grande
depressione
– Lindy Hop: produzione afroamericana che influenza il jazz portandolo verso
lo swing
– Nome da Charles Lindbergh: primo volo transatlantico, popolare fra i
giovani
– Associato al rock n roll, in realtà è molto precedente: lʼera dello swing
parte ufficialmente dal 1935 ma comincia prima
– I cantanti in questo periodo non sono i leader, sono parte
dellʼorchestra, ha più importanza il capo orchestra -> solo dagli anni
ʼ40 il cantante diventa figura più popolare
– Dal ʼ29 cʼè poco spazio per le big band, pochi soldi per permettersele,
in più pagavano ballerini che viaggiavano con lʼorchestra
– Anni della radio, cala mercato del disco dopo che era esploso negli anni
ʼ20: si ascoltano concerti dal vivo e radio
– 1933: abolizione proibizionismo
– 1935: New Deal rooseveltiano
– Jukebox: elemento significativo di mercato, nasce concetto di hit
– Martin Block: primo dj della storia
– Benny Goodman
– ebreo (jazz si sviluppa sempre in comunità marginali), repertorio
klezmer, gli viene affidato clarinetto
– Influenze: Ted Lewis -> comico, con grammofono ascolta musica di
vaudeville e di varietà, Original Dixieland Jazz Band, poi musicisti di
Chicago (Jimmy Noon, Johnny Dots?), Bix Beiderbecke
– A 16 anni è già musicista professionista a Chicago: collabora con Glenn
Miller
– Goodman si sposta a NY negli anni della depressione: qui fa
lʼorchestrale/turnista (suona alla prima di Girl Crazy nel 1930 a
Broadway)
– Licenziato da albergo in cui lavorava ma ottiene ingaggio come

musicista in programma radiofonico “Letʼs dance”
– Ken Murray (orchestrale che fa musica sweet, leggera da ballo) e
Xavier Cougat? (Ritmi afrocaraibici)
– Parte di Goodman era in terza serata col suo swing: poco pubblico
– John Hammond
– Ruolo fondamentale dal punto di vista produttivo: si mette in proprio
– Poche incisioni interrazziali, locale Onyx frequentato per jam session da
musicisti bianchi
– Hammond miliardario frequenta sto locale ma scopre il jazz a Londra:
ascolta Jimmy Dorsey sax -> antesignano del termine radical chic
(giornalista di NY Tom Wolf conia questo termine nei primi anni ʼ70
quando si sposava causa estrema dei Black Panther, gruppo che
rivendicava diritti neri, ma nellʼupper east dove vivono direttori
dʼorchestra come Bernstein), si interessa alla musica afroamericana e
anche ala politica come hobby
– Entra in contatto con la Columbia inglese e lo convince a registrare
session jazz: organizza gruppi interrazziali (Goodman, Coleman
Hawkins, Benny Carter, Fletcher Henderson) -> propone jazz dallʼaria
improvvisata
– Scopre Teddy Wilson
– propone a Goodman di creare orchestra con Fletcher Henderson come
arrangiatore: portare al pubblico bianco musica nera di Harlem, creare
gruppi interrazziali
– Scopre cantante Billie Holiday
– lancerà anche Count Basie fino a Bob Dylan, Bruce Springsteen, Aretha
Franklin
– What a little moonlight can do: orchestra di Teddy Wilson (Roy
Eldridge, Goodman, Ben Webster…) con vocal chorus di Billie Holiday -
> considerata popular music
– Fletcher Henderson
– Trasformazione temi in riff
– Dialogo serrato fra ance e ottoni (linguaggio big band)
– Insistenza su turnaround (forma I Got Rhythm)
– Chorus solistici

– Goodman instaura regime militare nella sua orchestra: perfezionismo


– Chiamato “the ray” o “Orphan Annie” (sguardo inquietante di sta
bambina): atteggiamento glaciale, rigore classico alla Toscanini
– Pratica classica: prove divise per sezioni, non tutti insieme, ma dai fiati
alla ritmica
– Con Letʼs dance vanno in tour da est a ovest, quindi cambia fuso orario e
pubblico che ascolta la sua parte: scoprono di avere dei fan
– Al Palomar il pubblico ama lo swing
– Diversa ricezione in Europa: nel 35 cʼè nazionalsocialismo e jazz è nero
ed ebreo
– Programma Camel Caravan
– King Porter Stomp di Goodman nel 1935: swing più nitido di Fletcher
Henderson e sarà modello dellʼera dello swing, più dritto e appoggiato,
meno oscillante anche nellʼintonazione
– Lindy Hop: grande fenomeno, si sviluppa tutto un vocabolario
– Scena in Hellzapoppinʼ del 1941
– Forma trio interrazziale con Teddy Wilson e Gene Krupa a cui si aggiunge
Lionel Hampton (vibes, strumento che nasce effettistico -> prima di lui Red
Norvo suonava xilofono nel jazz)

– Concerto di Goodman 16 gennaio ʼ38 al Carnegie Hall


– Legittimazione della popular music americana come musica colta
– Note di sala come in un concerto classico: apologia dello swing
– Tanti musicisti classici nel pubblico
– Omaggio alla storia del jazz, dalle origini (Dixieland)
– Finito il concerto i musicisti di Count Basie (con Billie Holiday) vanno al
Savoy a fare la battle of swing contro lʼorchestra di Chick Webb (con
Ella, che con lui fa il suo esordio), che vince
– Apollo Theatre: serate che lanciano cantanti (come Ella, Sarah
Vaughan) -> Ella dal ʼ35 è ufficialmente nellʼorch di Webb,
repertorio di brani leggeri che esaltano la sua voce definita
– Morto Webb lei potrà avanti la sua orchestra
– Sing, sing, sing (di Louis Prima) con Christopher Columbus: il pianista
fa un solo imprevedibile e spiazzante, un poʼ impressionista
– Panico morale: diffuso ogni volta che si diffondeva un nuovo stile di ballo/
musica, che poi funge ancora di più da veicolo promozionale
– Benny Goodman lancia chitarrista el. Charlie Christian
– Dal ʼ39 dopo spinta di Hammond: glielo fa ascoltare senza ampli e
Goodman non rimane colpito -> unʼaltra volta lo butta sul palco in una
jam sessione e viene arruolato
– Come Jimmy Blanton (bassista di Ellington) muore nel ʼ42 ed è
personaggio decisivo nello sviluppo dei loro strumenti nel jazz senza
esserne protagonisti
– Influenza del blues, country e musica hawaiana
– Christian frequentava il Minton
– Goodman prova a uscire da questo linguaggio swing di moda creando un
sestetto con lo svedese Stan Hasselgard nel ʼ48 ma non arrivano da
nessuna parte
– Trio di Bill Evans suona di contorno a quello di Goodman: rimane in
voga per un sacco di tempo -> gli altri musicisti venivano trattati come
sfigati, si forma un poʼ a caso il trio La Faro-Motion
– Giugno 66 Goodman chiama Hancock: Honeysuckle Rose e Hancock fa
swing
– Goodman commissiona lavori a compositori classici: Bartok, Malcolm
Harnold, Morton Gould, Aaron Copland
– Ebony Concert di Stravinski ha come clarinetto Goodman
Europa
– Jazz nasce come fenomeno globale: elementi intellegibili
– Competenza opera: Lieder, arie di Bellini e Donizetti -> diffuse
– Will Marion Cook, Southern Syncopated Orchestra: Sydney Bechet
(clarinetto)
– Suona a Londra nel ʼ19 e colpisce Ernest Ansermet: equipara Bechet a
Bach, rimane stupitissimo dal blues
– Sax soprano: strumento fuori dallʼordinario, anche in My favourite
things di Coltrane è una novità -> Bechet lo usa per avere più volume
– Revival jazz classico metà anni ʼ40: sax soprano verrà riutilizzato, ma
non cʼè nel bop -> Steve Lacey: passava da jazz classico
allʼavanguardia, caso unico
– Tournèe anni ʼ50: a Coltrane viene regalato un soprano e lui lo
reinventa -> fine anni ʼ60 Miles vuole solo soprano (Shorter, Gross)
– Revue Negre, anni ʼ50, Parigi: spettacolo lancia Josephine Baker
– Bechet fa parte dello spettacolo e poi si stabilisce in Francia
– Anni ʼ20: sperimentazioni artistiche (Paul Colin, rappresenta
visivamente moda del jazz, arte primitivista)
– Nel ʼ26 libro “Le jazz”: primo libro critico di jazz
– Hugues Panassié: prima storia del jazz, “Le jazz hot”

Django Reinhardt
– Rom: origine genealogica orientale
– Famiglia di artisti di strada, musica tramandata oralmente, imparata per
imitazione
– Vero nome: Jean / Jeango (“mi sveglio”)
– Inizia a suonare il banjo negli anni ʼ20: musica diffusa a Parigi è la
musette, musica di intrattenimento più popolare, da “cornamusa”,
strumento portati dai montanari
– Gli italiani portano la fisarmonica e superano la cornamusa: i waltz
musette sono il principale repertorio su cui si forma Django
– Orchestre suonavano a gettoni, canzoni su richiesta
– Conosce jazz attraverso minstrel show, James Europe, Revue Negre e
soprattutto il novelty: pezzi comici o dʼeffetto
– Billy Harnold è uno dei primi a mettere su band novelty
– Django ne rimane folgorato, europei non avevano ancora accesso a
musica jazz americana
– Assunto dalla band di Jack Hylton: incendio del carrozzone, ustione
mano sinistra e perde utilizzo tre dita mano
– Tecnica: ristrutturazione prassi esecutive, sviluppa sulla chitarra una
tecnica verticale
– grazie a Savitry (?) scopre Louis Armstrong e il vero linguaggio jazz
(hot jazz)
– Per sdebitarsi degli ingaggi che gli aveva trovato spende tutto in un
ristorante
– Ingaggio hotel nel ʼ34: incontra violinista Stephane Grappelli
– Panassié viene chiamato per ascoltare questi fare jazz: lui crea
lʼHot Club -> jazz in Europa è super elitario perchè un poʼ
esoterico, dare validità artistica al jazz è una cosa europea
– Personaggio provocatore, conservatore, monarchico, ricco e
paralitico: sarà critico verso il bebop
– Charles Delaunay: crea prima discografia compiuta del jazz
– Hot Club de France: nasce quintetto con Django
– Novità: la formazione è jazz ma mancano tromba e batteria -> 3
chitarre, cb e violino
– Session di registrazione: ʼ34
– Cominciano a fare dischi con grandi musicisti (Coleman Hawkins)
– Mario Maccaferri: crea chitarra manouche (sistema non esofonico con
più volume)

Canto jazz
– Canto jazz si sviluppa da musica strumentale e jazz strumentale imita
vocalità
– Armstrong è pioniere: pratica diffusa “sket”, salva sua carriera dalla crisi del
29
– Brani musical che non entrano nel repertorio standard (Cole Porter,
Anything Goes; Irvin Berlin, Putting on the Ritz): servono qualità che si
prestino allʼimprovvisazione
– Dagli anni ʼ30 si crea questo repertorio: maggior parte brani interpretati
vocalmente da Armstrong
– Stardust (Carmicheal): disinibizione verso testo e linea melodica
– Ethel Merman, I Gotta Right to sing the Blues -> cantante pop anni 30
– Versione di Armstrong successiva: reinterpretazione di tempo,
pronuncia e sentimento, più improvvisazione
– Billie Holiday
– crea linguaggio su modello di Armstrong: rivisita tema
– Eleonora, nata a Baltimora: soprannome di Lady Day dato da Lester
Young, sua controparte -> influenza reciproca
– Atteggiamento aristocratico fin da piccola, nonostante la sua
condizione
– Illuminazione dopo ascolto di West End Blues di Armstrong + Bessie
Smith, Ethel Waters…
– Repertorio di standard, povero di blues: ma incarna il blues, senza
sfoggiare ampio registro vocale
– Blues è prodotto rurale degli anni ʼ20: dalla Fitzgerald, Vaughan ci
si rifiuta di farlo perché molto connesso a brani dei neri
– Riferimenti di Ella: Boswell Sister, cantanti bianche con
arrangiamenti vocali; riferimento di Vaughan: Marian Anderson,
cantante lirica afroamericana (canta Freedom Ring in cerimonia
pubblica) = estranee al blues!
– Notata da John Hammond (creatore Benny Goodman): ambizione delle
session interrazziali
– La fa incidere a 18 anni (Your Motherʼs Son in Law)
– Poi con pianista Teddy Wilson, dei gruppi di Goodman, What a little
moonlight can do: più matura
– Iʼll be seeing you: senza retorica, più caustica e autoironica ->
interpretazione vocale va di apri passo con il testo
– Strange Fruit: vicenda di Barney Josephson, fondatore del Cafe
Society (a nord di Greenwich Village) -> club con pubblico
selezionato, locale misto, intellettuali, bohémienne
– Billie assunta diventa personaggio del locale, non aveva scambi
col pubblico, backstage -> lo staff del club faceva sì che il
pubblico stesse zitto
– Metafora sugli afroamericani linciati e impiccati nel sud:
Josephson le ordinava di chiudere con questo brano e uscire
senza inchini, tutto buio tranne faro puntato su di lei, il servizio
si interrompeva -> lei diventa chanteuse (cantante-interprete),
dimensione drammatica
– Precedente brano su diritti razziali è di Armstrong: Black and
Blue nel musical Hot Chocolates (poi Mingus e Roach: Mingus
vede musica come strumento mezzo di messaggi politici, dopo
aver visto Need for joy di Duke sul ruolo di intrattenitore dei
neri)
– God blessed child: brano rappresenta mito Holiday
– Fine and mellow: jam session 57, blues, con Ben Webster (tenore di
Duke), Lester (alto di Basie), Jerry Mulligan, Coleman Hawkins, Roy
Eldridge
– Ella Fitzgerald
– origini umilissime, nasce in Virginia, padre le lascia e si spostano verso
NY: migrazione dal sud al nord
– Ascoltava le Boswell Sister: canzoni americani grandi compositori, pop
americano, NON blues
– Amateur night: Apollo Theatre, dal ʼ34 ogni mercoledì sera con premio
una settimana di programmazione al teatro -> va lì per ballare ma
allʼultimo canta
– Assume titolo di Firtst Lady of Swing: nuove canzoni venivano fatte
cantare da lei per assicurarsi che diventasse un successo
– A Tiscket a Tascket, ʼ38: canzone banale dellʼ800, sua idea, perfetta
per voce apollinea (diversa da quella della Holiday)
– Prima donna a guidare unʼorchestra: con crisi sindacato musicisti
ASCAP i cantanti possono continuare a pubblicare perché considerati
attori, si passa da cantante a band leader
– Sket singing: Flying Home -> lei canta il solo di sax Illinois Jacquet
(Blues n. 2 -> nasce il rock n roll), tutti lo conoscevano, era quasi pop
– ʼ55 esplode rock n roll: ogni gruppo ha sax, poi chitarra diventa
simbolo
– Diminuendo and Crescendo in Blue: solo di Paul Gonsalves

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