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Il jazz

Il jazz nasce negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo come espressione
musicale della minoranza etnica afroamericana. Tra le caratteristiche
del jazz quella più evidente è la sonorità, così diversa e unica dagli altri
generi musicali: ,mentre nell’orchestra classica si cerca la massima
uniformità tra gli strumenti, nel jazz invece i suoni restano “slegati” tra
loro perché rispecchiano la personalità del musicista: il risultato è una
sonorità poco amalgamata, molto vivace e brillante.

Nel ‘6oo inizia la tratta degli schiavi neri, venivano presi dall’Africa e
portati nelle Americhe. Nel Sud degli Stati Uniti il lavoro degli schiavi
delle piantagioni viene accompagnato dalle work songs ,che trattavano
argomenti legati alle condizioni di vita degli schiavi, quindi erano anche
una specie di protesta sociale. Le work songs erano dei canti vocali con
un testo semplice ed una melodia ripetitiva. Spesso c’era un solista che
intonava le strofe ed il coro che rispondeva ad ogni strofa. L’abolizione
della schiavitù avviene nel 1865 e coincide con la nascita del jazz, nato
dalla fusione della Musica Africana e quella dei bianchi. Molti ex schiavi
continuarono a lavorare nelle piantagioni, altri invece si trasferirono
nelle città vicine, come per esempio New Orleans, in cerca di una nuova
vita. Trovare lavoro però è difficile così si mettono a suonare a
pagamento, la loro musica ha un ritmo travolgente e ha un grande
successo anche tra i bianchi. Così nasce il blues. Dall’unione delle work
songs e il blues nasce il jazz. Il jazz è una musica fatta al momento
improvvisata in base allo stato d’animo dell’esecutore. Molti musicisti
migrarono a nord e così il jazz si diffuse in tutta l’America e in seguito in
tutto il mondo.

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