Sei sulla pagina 1di 3

Ventennio fascista.

C'è una situazione di straordinario benessere, anche in campo musicale e culturale, fra 1905 e guerra.

Guerra viene presentata come una necessaria pulizia per rimettere ordine. Dopo il conflitto in Europa
non ci sono vinti né vincitori. Italia è in ginocchio. In Italia non c'era ancora una vera identità nazionale,
divisioni fra nord e sud, riforma industriale non era mai decollata. C'è crisi economica. Agricoltori
abbandonano terre per andare a combattere, crollo economico. Inflazione. Da economia di guerra si
deve tornare a economia di pace. I due anni che seguono la guerra sono anni di tensione. Fallimenti di
banche e eziende. Scontri sul territorio. Classe borghese è in crisi, si fa spazio nuova società mondiale
diversa da quella dell'800. Il 900 è detto secolo breve perché lo si fa partire dal 1918.

Nascono fasci di combattimento che con la violenza fanno ordine nella società allo sbando 1919.

Dopo la guerra ci sono numerosissimi scioperi, episodi gravissimi di proprietari terrieri che sparano agli
scioperanti, fabbriche occupate. Questo spiega anche perché certa borghesia vede con favore Mussolini,
stava mettendo ordine in uno stato allo sbando. Nel 1921 Giolitti si dimette e indice nuove elezioni.
Nasce il partito nazionale fascista. Nasce anche partito comunista. Entrambi partiti estremi che cavalcano
il disagio sociale con l'estremismo.

In questo momento il partito fascista è uno come tanti altri, ma in forte ascesa. 26 ottobre 1922 Marcia
su Roma, conquista del potere con la forza. Mussolini convince il re Vittorio Emanuele, parlamento
sciolto e Mussolini incaricato di formare un nuovo governo. In questo momento il fascismo non è ancora
quello che abbiamo in mente oggi, Mussolini aveva grande favore. Presa del potere non è immediata.
Nei primi anni di governo fascista il regime prova a darsi un'immagine positiva di chi cerca di ricostruire.
Consenso di Mussolini cresce e porta a nuove elezioni nel 24 in cui il partito fascista prende potere
assoluto. Favorito da legge elettorale fatta apposta e brogli elettorali che Matteotti prova pubblicamente
a denunciare per essere poi assassinato. Cade la maschera e il regime si mostra come una dittatura.
Inizia il 3 gennaio 1925, Mussolini in discorso alle camere, forte di potere assoluto, dichiara sue
intenzioni, squadre di azione, limitata libertà di stampa. Dopo discoro Mussolini chiama a raccolta
persone che possono sostenerlo. Squadre di azione fatte da persone violente e squallide. Per ridarsi
un'immagine chiama intellettuali importanti come D'Annunzio e Gentile (futuro ministro dell'istruzione),
filosofo e ideologo che legittima e teorizza l'avvento del fascismo in chiave di rinascita dell'Italia che con
la guerra cade in basso. Si organizza convegno degli intellettuali e musicisti prendono parte e
sottoscrivono manifesto degli intellettuali fascisti stilato da Gentile. Fino a metà anni 20 fascismo convive
con territorio e mondo culturale, cerca di sostenerlo per essere sostenuto. Quei 20 anni sono divisi in
due tronconi: primo decennio circa anni 20, secondo decennio anni 30 fino a caduta del regime.

Periodi molto diversi. Primo decennio di affermazione del regime ha reciproco sostegno fra avanguardie
e politica. Poi il regime non ha più bisogno di queste persone e impone assimilazione di arte cultura
giornali con censura. La cultura diventa promozione e propaganda, esiste solo finché è al servizio del
regime. Questo vale in qualsiasi regime.

Qualsiasi prodotto artistico deve passare attraverso controllo e censura, come la favola del figlio
cambiato di Pirandello. Produzione è orientata al passato che è più nazional popolare perché non
bisogna rompere gli equilibri. INCOLLA QUI

il sistema di controllo e rigorosissimo e passa attraverso il ministero della cultura popolare noto con la
sigla di minculpop. Alcuni artisti cercano di ritagliarsi il proprio spazio in una sorta di isolamento ideale
come pizzetti,    altri aderiscono al partito e altri ancora cercano di scivolare da una parte all'altra come fa
a casella trovando una posizione di equilibrio per non infastidire il regime ma al tempo stesso portare
avanti un'idea di identità nazionale.

Correnti musicali: ci sono ancora la giovine scuola, futurismo, generazione dell'80, sono passati solo
10/15 anni. (Riascolta Puccini)

Così come nel futurismo anche gli altri autori cambiano fra il primo e il secondo periodo fascista.

Giovine scuola

Emersi negli anni 90 dell’Ottocento quindi sono ormai adulti, qualcuno di loro è morto come leoncavallo,
altri come franchetti o cilea non scrivono più da anni perché si sono dati all'insegnamento, del gruppo
non rimane granché. Rimane Mascagni, Puccini muore nel 24 Quindi non ha il tempo di prendere una
posizione a riguardo. La Giovine scuola aveva l’obiettivo di rinverdire i fasti dell’opera italiana però negli
anni 20 il movimento operista deve fare i conti con una svolta epocale, si sta diffondendo il
cinematografo Che sta uccidendo il mondo dell’opera. infatti i teatri soprattutto quelli più piccoli si
stanno convertendo da sala di rappresentazione o per istica in sala cinematografica. Questo dipende dal
fatto che dopo la guerra la classe sociale media che frequentava i teatri non può più farlo perciò non si
possono sostenere i costi dell'opera che sono elevatissimi. proiettare una pellicola è molto più
economico. Si può tenere un gruppo di strumentisti che suonano la colonna sonora. L’affermazione del
cinematografo e la condanna a morte dei teatri d’opera. Negli anni 30 il fascismo prova a dare vitalità e
vigore all'opera con un'iniziativa di carattere popolare Che è il carro di tespi ossia delle compagnie di giro
finanziate dallo stato che portano nelle piccole città rappresentazioni teatrali con prodotti riconfezionati
orientati a portare l’opera fra la gente comune. Serviva a mostrare quanto era bravo il governo a portare
l’opera alla portata di tutti. Ma da un punto di vista ufficiale l’opera rimane un’esclusiva dei grandi teatri
come la scala, l’opera di Roma, il Regio di Torino. Anche la produzione di opere nuove si riduce
drasticamente e la Giovine scuola esaurisce così la sua forza. spesso vengono messi a comporre opere
persone e non c’entrano nulla con la musica solo perché aderiscono al partito fascista. Puccini e
Mascagni sono chiamati a dimostrare adesione al fascismo con composizioni di circostanza come alcuni
inni perché il fascismo doveva poter vantare l'adesione di questi artisti al proprio movimento appunto
uccidi nel 19 scrive un inno A Roma dedicato a iolanda di Savoia, questo inno viene riutilizzato nelle
cerimonie ufficiali del regime. Mascagni scrive un inno per gli avanguardisti che erano i giovani fascisti
che dovevano contrapporsi ai balilla. Giordano cerca in tutti i modi di svincolarsi finche nel 32 quando il
regime ha ormai calato la maschera gli viene detto che se vuole continuare a lavorare deve stare con loro
punto è costretto a scrivere l'inno del decennale della marcia su Roma. Molto dall’inno a Roma di
Puccini.

MASCAGNI

Persona semplice e schietta. Un po' nazional popolare sia per cavalleria che è famosissima, sia perché
conosce le persone umili, si compiaceva di attenzione delle masse. Mussolini intuisce la portata
comunicativa di Mascagni, organizza mega raduno di bande nazionali.

Nominato Accademico d'Italia anche se era una persona semplice, insieme a persone come Pirandello e
D'Annunzio. Piange miseria con il capo dello stato.

Potrebbero piacerti anche