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I COLORI DELLA MUSICA_SISTEMI ARMONICI

CENNI STORICI
L’armonia studia le aggregazioni sonore.
La sua dimensione naturale è quindi verticale e questo è un
concetto innovativo rispetto a quello originario della dimensione
orizzontale melodica.
L’ambito melodico sta quindi alla base di tutta la musica antica a
partire dalle prime espressioni monodiche (unica linea melodica)
sino alle più complesse ed evolute produzioni polifoniche (più linee
melodiche).
Si successero sperimentazioni di musicisti di avanguardia come, ad
es. Monteverdi.
Si passa al concetto di basso continuo del ‘600 in cui, la voce grave,
in funzione di sostegno strutturale, costituisce insieme alla voce
guida del soprano, la progressione intervallare vincolante per la
successione cordiale.
Si arriva alla “regola dell’ottava”, schema armonico basato sull’uso
di alcuni accordi principali di tonica dominante e sottodominante.
Al 1722 risale la pubblicazione del “Traité del l’armonia…” di Rameau
dove troviamo una rispondenza in termini teorici alle esigenze della
composizione contemporanea. Vi è la definitiva acquisizione del
basso FONDAMENTALE e la determinazione degli accordi di T, D e
SD.
Da qui in poi il concetto di ACCORDO PARALLELO e
CONTRACCORDO.
- ACCORDO PARALLELO 1_MAGG=una terza min sotto (relativa
minore)
2_MIN=una terza maggiore sopra (relativa
maggiore)
- CONTRACCORDO 1_MAGG =na terza maggiore sopra (terza)
2_MIN= una terza minore sotto (sesta)

La SCALA diventa quindi un sistema aperto fondato sul rapporto


degli accordi con al tonica di riferimento, in cui possono inserirsi
anche accordi con alterazioni ascrivibili ad altre aree tonali, senza
per forza arrivare al concetto di modulazione. Ad esempio la
classificazione di dominante secondaria o interpretazioni
enarmoniche degli accordi.
ENARMONIA=DO#-REb

L’armonia romantica è tesa a ricercare nuovi linguaggi.


Fondamentali furono gli studi di AROLD SHONBERG: tramonto del
sistema tonale, sostituito dalla soggettività di natura etnica,
atonale, politonale, dodecafonica.
ATONALE=che non applica i principi della tonalità
POLITONALE=brano o composizione in cui convivono
simultaneamente tonalità diverse
DODECAFONIA=indirizzo musicale del 900 fondato sul principio
dell’equivalenza armonica dei dodici suoni della scala cromatica i
cui massimi esponenti sono Schonberg, Berg, Webern (1930).

***IL SUONO*** CAP.1


Arnold Shonberg definisce il suono come il materiale della musica
che in primo luogo agisce sull’orecchio. L’armonia quindi studia le
combinazioni simultanee di suoni.
SUONO=frequenza, ampiezza, fase.
Il suono NATURALE viene detto FONDAMENTALE ovvero il suono con
la frequenza più bassa. I suoni puri originati da esso, vengono
chiamati SUONI ARMONICI, detti anche superiori. Sono quindi tutti
multipli della frequenza più bassa.

L’ACUSTICA è la scienza che studia le caratteristiche del suono e


delle forme della sua propagazione e lo fa analizzando le
caratteristiche principali del suono, ovvero intensità, altezza e
timbro.

INTENSITA’ = proprietà per cui il suono si percepisce più forte o più


debole. Muta in base anche alla vicinanza/lontananza di chi ascolta.
Unità di misura DECIBEL.
ALTEZZA = proprietà per cui il suono si percepisce più acuto o più
grave. Si misura in HERTZ.
TIMBRO = proprietà legata alle caratteristiche dello strumento o
della voce da cui proviene il suono. L’evoluzione della
strumentazione nelle diverse ere, dal barocco al classicismo al
romanticismo, ha dato vita a diversi timbri e registri strumentali.
L’impasto strumentale nell’orchestrazione rappresenta un’ideale
tavolozza di colori. Texture.
MUSICA BAROCCA = 1600 (dopo il Rinascimento e prima del
Classicismo). Principale esponente Monteverdi. Stile che puntava a
divertire e stupire l’ascoltatore. Principali caratteristiche: cambi
repentini di tempo, virtuosismo strumentale o vocale, uso del
contrappunto e della fuga e sviluppato senso dell’improvvisazione.
CLASSICISMO = 1700/1800 (tra l’epoca Barocca e il Romanticismo).
Principali esponenti Haydn, Mozard e Beethoven. Caratteristiche
principali: ricerca di linearità e gusto delle simmetrie. L’estetica del
classicismo è caratterizzata da una forte razionalizzazione del
discorso, ricerca di equilibrio attraverso l’adozione di regole
rigorose. Tipico esempio è l’introduzione dello schema noto come
FORMA-SONATA ovvero una struttura basata sulla dialettica tra due
temi e articolata in tre parti (bitemica tripartita): esposizione,
sviluppo e ripresa. In questo periodo si afferma l’opera lirica.
ROMANTICISMO = tutto il 1800. Principale precursore Ludwig Van
Beethoven (che inizio già alla fine del 1700). Con l’Inno alla Gioia di
SCHILLER, nella nona sinfonia, si passa definitivamente a nuove
formae e il musicista diventa, da semplice artigiano, poeta e
ideologo, creatore di miti e profeta di una nuova speranza.
Fondamentale fu anche Richard Wagner.
Il musicista romantico muta la sua posizione sociale: da dipendente
a servizio di chiese o corti diventa libero professionista. Questa
libertà professionale significò la possibilità di esprimere i propri
sentimenti e sensazioni senza dover obbedire alle regole formali del
classicismo.
La melodia diventa veicolo di espressione frenetica o malinconica,
dinamiche irregolari (variazioni agoniche, rallentando, rubati). Brani
talvolta scritti di getto (d’improvviso!) sotto l’impulso
dell’ispirazione. Si sviluppano così intimismo (suoni soffici e
raffinati, evitava le folle per rifugiarsi nei salotti) e virtuosismo
(sonorità imponenti, tempeste di note e arpeggi, ricerca della folla
che andava in delirio).

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