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Il termine Barocco è entrato nel lessico della musica per indicare il periodo cronologico che va dall’ultima
parte del Sedicesimo secolo alla metà del Diciassettesimo secolo, che lo stile di musica tipico di quel
periodo. (Dal 1600 al 1750 circa)
La massima espressioni si ritrova nella musica di J.S.Bach e nella musica di G.F.Handel.
Le caratteristiche della musica barocca sono in qualche modo analoghe a quelle dell’architettura, pittura e
letteratura contemporanee.
È da ritenere che esista in ogni periodo storico, una stretta relazione tra la musica e le altre attività creative
dell’uomo, la musica infatti riflette con il linguaggio che gli è proprio, le medesime concezioni e tendenze
espresse dalle arti ad essa contemporanee.
Il termine ‘’Barocco’’ deriva da una parola portoghese che significa ‘’di forma irregolare’’ e fu allungo usato
nel senso dispregiativo di bizzarro, eccessivo, di cattivo gusto, grottesco.
Tuttavia, la musica scritta tra il 1600 e il 1750 non è più fantastica o grottesca scritta in ogni altro periodo
storico e le connotazioni dispregiative del termine Barocco non si applicano ad essa.
La musica barocca fu dominata dalle idee italiane, l’Italia infatti era la nazione più autorevole dal punto di
vista musicale.
In particolare un ruolo centrale fu assunto dalle città di Venezia,Napoli,Roma (per quanto riguarda la
musica sacra) e Firenze (centro importante per l’opera e la cantata).
Anche l’arte di Bach dovette molto alla musica italiana esattamente come la produzione di Handel
considerata altrettanto italiana che tedesca.
Gli anni 1600 e 1750 furono per l’Europa un periodo di i governi assoluti e molte corti europee erano
importantissimi centri di cultura musicale come ad esempio la corte di Luigi 14 esimo di Francia.
Altri grandi protettori della musica furono pontefici, imperatori, i re d’Inghilterra e di Spagna, e i reggitori
dei piccoli Stati italiani e tedeschi.
Anche le repubbliche cittadine come Venezia patrocinarono e regolarono le istituzioni musicali, sia sacre che
profane.
La stessa Chiesa continuò a sostenere la musica ed in molte città l’attività musicale si appoggiava alle
‘’accademie’’ cioè ad organizzazioni private.
I concerti di tipo commerciale aperti al pubblico che paga il biglietto, NON furono una caratteristica del
Barocco, il fenomeno si diffuse soltanto dopo la metà del 18esimo secolo.
Nell’epoca barocca, insieme alla musica fiorirono la letteratura e le arti, l’Italia ebbe le sculture di Bernini
(Estasi di Santa Teresa) e l’architettura di Borromini (Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma).
Ma il 17 esimo secolo fu soprattutto uno dei grandi periodi per la storia della filosofia e della scienza grazie
alle opere di Bacone, Leibniz, di Galileo, Klepero,Newton.
Il pensiero si rinnovava radicalmente ed allo stesso modo il linguaggio musicale, i musicisti contemporanei
abbandonano i vecchi sistemi scoprendo altri campi emotivi ed un linguaggio più ampio con cui far fronte
alle nuove esigenze espressive.
Come i filosofi che tentarono dapprima di sviluppare le nuove idee entro degli schemi strutturali pre
esistenti, così i musicisti dapprima cercarono di riservare nelle forme musicali ereditate dal Rinascimento i
possenti impulsi verso un più vasto campo ed una maggiore intensificazione del contenuto emozionale.
Monteverdi, ad esempio, distingueva una prima pratica (lo stile di polifonia vocale le cui leggi erano state
stabilite negli scritti di Zarlino, con prevalenza della musica sul testo) ed una seconda pratica (lo stile degli
italiani moderni, con prevalenza del testo sulla musica).
Le due pratiche furono definite anche stile antico e stile moderno.
I compositori cominciarono ad essere affascinati dall’idea di scrivere musica specificamente per un singolo,
ad esempio, il violino o la voce sola.
In Italia i compositori davano vita ad uno stile idiomatico del violino, in Francia si cominciava a coltivare la
viola.
Tra le altre caratteristiche ricordiamo:
- Il perfezionamento della tecnica degli strumenti a fiato che furono usati per il loro colore e
possibilità specifici.
- La nascita di uno stile idiomatico per strumenti a tastiera
- L’apparizione nelle partiture delle indicazioni di dinamica.
- Lo sviluppo virtuosistico dell’arte del canto, proprio in questo periodo infatti iniziarono a
differenziarsi notevolmente lo stile vocale e lo stile strumentale.
Un tratto comune a tutti i compositori barocchi fu lo sforzo compiuto per esprimere o meglio rappresentare,
una vasta gamma di idee e sentimenti con estrema vivacità mediante la musica.
Infatti nel 15 esimo secolo le emozioni prese in esame erano relativamente limitate e la loro
rappresentazione aveva luogo entro una concezione aristocratica di misura e distacco, nel Barocco tali
barriere erano crollate.
Nell’architettura,scultura e pittura del Barocco le forme normali degli oggetti venivano a volte alterate, quasi
per superare i limiti naturali del mezzo e rifletterci l’intensità passionale del pensiero dell’artista ed allo
stesso modo in musica, si superarono i limiti dell’antico ordine delle consonanze e dissonanze e
dell’andamento ritmico regolare e uniforme.
La musica non essendo condizionata come la scultura o la pittura, poteva estendersi in ogni direzione
richiesta dall’immaginazione del compositore.
La musica del Barocco, dunque, non fu scritta esclusivamente per esprimere i sentimenti individuali di un
artista, ma per rappresentare gli affetti, trasmessi mediante un vocabolario sistematico e normativo, un
repertorio comune di figure azioni o di tecniche musicali.
I compositori da Monteverdi a Bach utilizzarono particolari tecniche melodiche, ritmiche, stilistiche, per
illustrare e rafforzare il significato letterale o implicito di parole o passaggi in un testo.
Anche il processo di composizione musicale, in analogia con le regole della retorica, era concepito come
consistente il 3 livelli: l’inventio/invenzione di un soggetto o idea musicale di base, la dispositio/disposizione
delle varie parti del lavoro e la elaboratio/elaborazione del materiale.
L’analogia all’arte della retorica era legata alla concezione della musica come espressione di idee chiare e
distinte.
La musica barocca denota il conflitto e la tensione tra le forze della libertà d’espressione e quelle della
disciplina e dell’ordine nella composizione musicale ed è proprio questo dualismo il più importante
elemento di separazione tra la musica del periodo Barocco e quella del Rinascimento.
Il dualismo è evidente nell’esistenza delle due pratiche di cui parlava Monteverdi ma anche nei due modi in
cui la musica barocca trattò il ritmo: da una parte il ritmo regolare organizzato intorno alla stanghetta di
battuta e dall’altra invece il ritmo libero, a metrico, usato nel recitativo o nell’improvvisazione di pezzi
strumentali assolo.
Verso il tardo Barocco era consuetudine per un compositore stabilire uno schema ritmico preciso all’inizio di
una composizione o di un movimento e attenersi prevalentemente a questo schema di base per l’intero
pezzo ma insieme ad un ritmo rigorosamente misurato, i compositori barocchi fecero uso anche di un ritmo
irregolare, incostante e flessibile in alcune toccate strumentali e nei recitativi vocali.
I due ritmi non si potevano usare simultaneamente ma spesso venivano adottati uno dopo l’altro per dare
vita ad un contrasto, come avveniva nell’accoppiamento di una toccata e di una fuga o di un recitativo e di
un’aria.
L’ideale sonoro di base del Rinascimento era stato una polifonia di voci indipendenti, nel Barocco esso era
invece un basso solido e un soprano fiorito, retti ad un’armonia discreta.
L’idea di una tessitura musicale costituita da un’unica melodia sostenuta da armonie d’accompagnamento.
Le idee barocche furono l’importanza del basso, l’individuazione del basso e del soprano come linee
essenziali della tessitura e l’apparente indifferenza per le linee intermedie della voce.
Il sistema di notazione usato durante il Barocco veniva detto basso continuo: il compositore trascriveva la
melodia e il basso.
Il basso veniva suonato da uno o più strumenti di continuo (clavicembalo, organo, liuto), in genere rafforzati
da uno strumento di sostegno (come una viola da gamba, un violoncello o un fagotto) e sopra le note del
basso, l’esecutore alla tastiera o al liuto completava gli accordi richiesti dal compositore, non scritti.
Se gli accordi erano diversi dalle comuni triadi in posizione fondamentale o erano note armonicamente
estranee (es i ritardi) o se si dovevano aggiungere altri accidenti, il compositore collocava delle piccole
figure o segni d’indicazione sopra e sotto le note del basso.
Il basso continuo per i brani solisti o i duetti era necessario per completare le armonie come pure per dar
vita ad una sonorità piena.
Il basso era come una forza unificante in grado di conferire coerenza formale alla composizione sia vocale
che strumentale, poteva essere ostinato se l’intera stanza poetica si ripeteva dall’inizio e poi di nuovo
ancora, in maniera invariata o altre volte poteva essere trasportato o variato mediante elaborazioni ritmiche
o melodie di poche note essenziali.
Il basso in variazione strofica = non era necessario che fosse identico a ogni ripetizione, la sua linea si
doveva mantenere in modo che, a ogni strofa, si ripresentasse la stessa successione armonica.
Il contrappunto del 17 esimo secolo a differenza da quello del Rinascimento, era ancora una combinazione
di linee melodiche differenti ma queste erano subordinate allo schema armonico e quindi alle successioni di
accordi esplicitamente definite e suonate dal basso continuo, un contrappunto controllato armonicamente.
Entro le armonie definite in questo modo, i compositori riuscirono ad usare in modo libero la dissonanza,
proprio perché le armonie sottostanti erano chiare.
Verso la fine del Barocco le dissonanze furono incorporate in un complesso sistema di organizzazione
tonale.
Come per la dissonanza, i compositori del tardo Barocco fecero libero uso del cromatismo entro la struttura
di un sistema armonico giunto al suo preciso sviluppo ed alla sua perfezione, quel sistema era la tonalità
maggiore-minore.
Tutte le armonie di una composizione erano organizzate in relazione ad una triade sulla tonica, sostenuta
dalle triadi sulla sua dominante o sottodominante e con altri accordi secondari e con passaggi modulanti ad
altre tonalità, senza però sacrificare mai la supremazia della tonalità principale.
Il basso continuo fu importante nell’evoluzione della teoria della tonalità maggiore-minore poiché
enfatizzava le successioni armoniche isolandole.
Il basso continuo fu la via attraverso cui la musica si spostò dal contrappunto all’omofonia, da una struttura
melodica lineare ad una struttura armonico-accordale.
Dopo la metà del 18 esimo secolo il sistema delle relazioni armoniche si era affermato e non era più
necessario renderlo esplicito con l’esecuzione continuata delle successioni degli accordi fondamentali, il
basso continuo gradualmente scomparve.
-il tipo ‘canzona’: brani in contrappunto imitativo discontinuo (cioè suddiviso in sezioni) a volte con inserzione
di altri stili.
La canzona aveva un materiale melodico più vivace e marcatamente ritmico, i compositori tendevano a
suddividerla in sezioni enfatizzano la divisione del materiale.
Si distinguono due diversi procedimenti di affrontare la canzona: uno è la costruzione di varie sezioni
contrastanti, ognuno sviluppata su un tema differente in imitazione fugata; un altro modo, detto canzona
variazione o variata, trasforma un singolo tema in sezioni successive secondo la tecnica della variazione.
Questi pezzi portarono alla sonata da chiesa barocca.
All’inizio del secolo, i pezzi detti sonate erano spesso per uno o due strumenti melodici, in genere violini, con
un basso continuo (la vera canzona per insieme strumentale era scritta tradizionalmente a quattro voci, che
si potevano quasi sempre suonare anche senza un continuo).
Le sonate erano spesso scritte per uno strumento particolare ed avevano un carattere piuttosto libero ed
espressivo (a differenza dalla canzona).
Verso la metà del secolo la canzona e la sonata si fusero completamente insieme, apparve anche la sonata da
chiesa dato che molti brani di questo genere erano utilizzati nelle funzioni religiose.
La nuova forma di sonata fu scritta per diverse combinazioni di strumenti e per tutto il 17 esimo secolo, i
compositori furono attratti soprattutto dalla tessitura in due voci melodiche acute (vocali o strumentali) sopra
un basso continuo = composizioni di questo tipo sono definite sonate a tre.
-brani basati su una melodia data o su un basso: principalmente il tema con variazioni (partita), la pascaglia
o ciacciona, la partita corale e il preludio corale.
Il 17 esimo secolo è stata anche chiamato l’età della variazione perché il principio della variazione permea
molte forme strumentali.
Nei pezzi si usavano tre tecniche:
1)Variazione su cantus firmus: la melodia poteva essere ripetuta con qualche modifica o immutata, ma si
poteva trasferire da una voce all’altra e contornare di un materiale contrappuntistico diverso per ogni
variazione
2)La melodia poteva essere abbellita in modo diverso a ogni variazione: di norma era sempre nella voce più
acuta e manteneva le armonie sottostanti fondamentalmente invariate
3)nel terzo tipo di variazione, l’elemento costante non è la melodia, ma il basso o la struttura armonica.
Spesso al basso si associa anche una melodia alla voce superiore, ma di solito essa viene mascherata dalla
figurazione.
- balli e altri brani con ritmi di danza più o meno stilizzati, o legati insieme in modo non molto rigido o più
rigorosamente integrati l’uno all’altro: la suite.
L’inizio del 17 esimo secolo è notevole per la produzione in Germania di suite di danze per complessi
strumentali.
La spinta a scrivere suite provenne in gran parte dai compositori inglesi che vivevano in Germania.
L’idea di suite come entità musicale, come unica composizione in vari movimenti piuttosto che una semplice
successione di brevi pezzi ognuno con una certa atmosfera e ritmo, fu un apporto tedesco.
In Francia, la grande conquista la grande conquista della metà del 600, fu la definizione di un idioma e di
uno stile caratteristico delle singole danze.
Le suites francesi non erano scritte per un complesso ma per uno strumento solista (prima il liuto e poi il
clavicembalo o la viola da gamba).
L’idiota musicale si diffuse ben presto per gli strumenti a tastiera, si stabilirono come componenti standard
delle suite di danza: l’allemanda, la corrente, la sarabanda con in conclusione una vivace giga.
-brani in stile improvvisativo per strumento a tastiera o liuto, detti toccata, fantasia, preludio.
Le toccate di Frescobaldi.
Il Barocco maturo:
Nella seconda metà del 17 esimo secolo, l’opera si diffusa in tutta l’Italia.
Il centro principale fu Venezia in cui i teatri d’opera erano famosi in ogni Paese d’Europa.
L’opera veneziana del periodo era splendida, le trame erano un inverosimile guazzabuglio di personaggi e
situazioni, un miscuglio irrazionale di scene serie e comiche con sorprendenti effetti scenici, melodie piacevoli
e bellissimi assolo dei cantati.
Il virtuosismo vocale non aveva raggiunto ancora altezze vertiginose, il coro era scomparso, l’orchestra serviva
solo all’accompagnamento ed i recitativi erano di interesse musicale relativo: regnava sovrana l’aria.
I compositori delle nuove arie non trascurarono il testo ma lo considerarono soltanto come un punto di
partenza: erano soprattutto interessati alla costruzione musicale, al materiale che prendevano dai ritmi e
dalle melodie della musica popolare.
In realtà alcune arie erano esplicite canzoni strofiche in stile popolare.
Lo stile veneziano dell’opera barocca su testi italiani, con i suoi grandiosi soggetti e il trattamento in genere
serio della musica, continuò nella Germania meridionale.
In Italia c’erano diverse tendenze dell’opera, ad esempio, a Napoli si sviluppa uno stile di opera più interessato
all’eleganza ed all’effetto esteriore che alla forza drammatica ed al verosimile (stile napoletano).
Un altro elemento rilevante dell’opera italiana del 17 esimo secolo fu l’emergere di due diversi tipi di
recitativo:
Il recitativo secco era accompagnato solo dal clavicembalo e da uno strumento grave di sostegno, fu usato
per portare a termine lunghi brani di dialogo o di monologo il più rapidamente possibile e con una minima
interferenza musicale.
Il recitativo accompagnato/obbligato che si usò per le situazioni particolarmente intense e drammatiche.
I rapidi cambiamenti d’emozione nel dialogo erano rafforzati dall’orchestra che accompagnava il cantante
insieme ne costellava le frasi di brevi interventi musicali.
Un altro tipo di melodia che non era ritmicamente libera come il recitativo e né regolare come l’aria, ma si
situava in mezzo tra i due, è l’arioso.
Alessandro Scarlatti è considerato tra i fondatori della Scuola napoletana.
La cantata:
Nella seconda metà del 17 esimo secolo, insieme all’opera, l’altra importante forma di composizione vocale
italiana fu la cantata.
Dopo i primi anni del secolo, la cantata, da una monodia con variazioni strofiche si era sviluppata in una forma
composta da molte sezioni brevi e in contrasto tra loro.
Nella seconda metà del secolo si stabilizzò in uno schema più definito, in cui si alternavano recitativi ed arie
per voce sola con accompagnamento di continuo, su un testo generalmente di carattere amoroso in forma di
narrazione o di monologo drammatico (l’esecuzione complessivamente durava circa 15 min).
La cantata assomigliava ad una scena staccata dall’opera, da quest’ultima si differenziava soprattutto per il
carattere più interiore sia della poesia sia della musica.
Destinata alla rappresentazione privata, senza scenografie o costumi e per un pubblico più ristretto e
selezionato di quello dei teatri d’opera, la cantata mantenne sempre una certa eleganza e raffinatezza
d’esecuzione.
Tra i più noti compositori di cantate ricordiamo Alessandro Scarlatti ad esempio ‘’Lascia, deh lascia’’.
Un’altra forma a metà tra la cantata e l’opera fu la serenata, un pezzo semidrammatico scritto per occasioni
speciali che aveva testi di carattere allegorico e la cui esecuzione era affidata ad una piccola orchestra o a
diversi cantanti.
La musica sacra:
Lo Stabat Mater di Pergolesi è un esempio della delicata struttura, del fraseggio bilanciato e del tono
liricamente sentimentale di molta musica religiosa italiana del 17 esimo secolo.
I generi di musica sacra:
L’oratorio = si basa su soggetti sacri ma aveva un testo poetico piuttosto che biblico.
L’oratorio non era vincolato dalle convenzionali limitazioni della musica esclusivamente liturgica poiché
veniva inteso come una rappresentazione di qualcosa che si poteva definire un ‘’concerto sacro’’ e serviva
come sostituto dell’opera durante la Quaresima o negli altri periodi di chiusura dei teatri.
L’oratorio volgare invece sostituì i testi in latino con i testi in italiano.
Il mottetto = su testo biblico, si diffuse principalmente presso la Cappella reale di Luigi 14 esimo.
L’era barocca, in particolare dal 1650 al 1750, fu l’età dell’oro per la musica luterana.
VI furono due opposte tendenze entro la chiesa luterana: la corrente degli Ortodossi (favorì l’uso di ogni
possibile risorsa musicale, corale e strumentale, nelle funzioni religiose) e i Pietisti (che diffidavano dal
formalismo e dall’arte elevata nel culto e preferivano esprimere i sentimenti devoti personali in una musica
di tipo più semplice).
Retaggio comune a tutti i compositori luterani era il corale.
La musica sacra luterana adoperò testi sia in tedesco che in latino.
Nel 1700 nasce un nuovo tipo di poesia sacra per arrangiamento musicale, in una forma che prese il nome
di cantata sacra luterana.
L’elemento caratteristico di queste sacre cantate era l’impiego di inserti poetici originali che tendevano a
dilatare il testo biblico e ne chiarivano il senso a ogni fedele attraverso meditazioni devote di carattere
personale.
L’aggiunta poetica era destinata ad essere composta sia come arioso che come aria nella forma con ‘da
capo’ e spesso con recitativo iniziale.
La cantata di questo nuovo tipo fu fondamentale per la musica sacra luterana perché lo schema poetico di
essa riconciliava le tendenze ortodosse e pietiste in una misura soddisfacente di elementi soggettivi ed
oggettivi, formali ed emotivi.
Il più grande compositore di cantate sacre fu Bach.
Fra le forme di musica sacra, nella Germania luterana, ci fu anche l’historia, un adattamento musicale basato
su storie bibliche, ad esempio, la storia di Natale o di Pasqua.
Il più importante tipo di historia fu la Passione.
Si usava il termine clavier (tastiera) per indicare sia il clavicembalo che il clavicordo.
Le due principali forme di tale musica furono il tema con variazione e la suite.
La variazione di un tema fu una delle tecniche più consuete della composizione barocca.
L’arrangiamento di base su un tema seguito da una serie di variazioni, risale agli inizi della storia della musica
strumentale.
Dopo il 1650 molti compositori preferirono scrivere una melodia originale cantabile (spesso chiamata aria)
per il tema piuttosto che prendere a prestito una melodia nota.
La musica per tastiera dalla fine del 17 esimo secolo e dell’inizio del 18 esimo secolo è composta in larga parte
in forma di suite.
Ne esistevano due tipi diversi: suite francesi e suite inglesi.
In Germania si impose un ordinamento preciso di quattro danze per la suite: allemanda, corrente, sarabanda
e giga.
Ad esse si poteva aggiungere un movimento d’introduzione oppure una o più danze a scelta, inserite dopo la
giga o prima/dopo la sarabanda.
Le danze e lo stile di scrittura rivelano l’influenza francese sui compositori per tastiera tedeschi del periodo.
Compositori di riferimento per il genere di suites per tastiere: in Francia = COUPERIN, in Germania =
PACHELBEL,FISCHER, in Inghilterra = PURCELL.
Tra i 4 movimenti standard di danza:
L’allemanda di solito è in tempo binario moderatamente veloce; inizia con un breve stacco in levare e
presenta un dolce movimento continuo di ottavi o sedicesimi, a cui prendono parte tutte le voci.
La tipica Corrente è in tempo di 6/4 moderato; spesso nelle cadenze, l’ultima o le ultime due battute di 6/4
si trasformano in battute di 3/2 con uno spostamento di accento.
La Sarabanda è un lento movimento in 3/2 o ¾, a volte la sarabanda è seguita da una double, cioè da una
variazione ornata della danza originale.
La giga, che termina la suite, a volte è in 4/4 con un ritmo puntato, ma sarà più spesso in 12/8 (o 6/8, o a
volte 3/8 o ¾) con ampi salti melodici ed un vivace movimento continuo di terzine.
Molte volte la giga è in stile fugato o semi fugato; la seconda sezione può avere lo stesso soggetto della
prima, ma invertito.
Il carattere internazionale delle suite del tardo Barocco è dimostrato in modo singolare dalle origini
nazionali dei movimenti di danza: probabilmente l’allemanda è tedesca, la corrente è francese, la sarabanda
spagnola (importata dal Messico) e la figa è anglo-irlandese.
La sonata durante il Barocco era principalmente un tipo di composizione per complessi strumentali ma in
seguito venne trasferita per strumenti a tastiera.
Ci si attendeva sempre dagli esecutori del periodo barocco, l’aggiunta di altre note rispetto la partitura scritta
dal compositore.
La realizzazione di un basso figurato ad esempio era opera dell’esecutore.
Anche il completamento delle parti melodiche soliste, sia vocali che strutturali, mediante abbellimenti,
dipendeva dalle abilità, dal gusto e dall’esperienza dell’esecutore.
La pratica variava da paese a paese e da periodo a periodo.
L’IMPROVVISAZIONE era tipica nella prassi esecutiva barocca.
Gli abbellimenti furono sempre improvvisati e nonostante in qualche tempo successivo furono parzialmente
o interamente trascritti, o indicati con particolari segni, mantennero sempre una certa aria di spontaneità.
Il termine abbellimento ci fa pensare a qualcosa di non essenziale o di superfluo, ciò non era l’intenzione
barocca.
Gli abbellimenti non erano soltanto decorativi: avevano una precisa funzione espressiva, quali mezzi di
comunicazione degli affetti.
Alcuni degli ornamenti più comuni (soprattutto il trillo e l’appoggiatura), aggiungevano un pizzico di
dissonanza che non esiste nella partitura scritta della musica.
I due modi in genere per abbellire una data melodia sono: brevi formule melodiche (come trilli, fioriture,
appoggiature, mordenti) aggiunte ad una o due delle note scritte e che a volte si indicavano con segni
particolari; abbellimenti più estesi che includevano le formule più brevi e anche le scale, salti ed arpeggi.
L’abbellimento più esteso si adattava meglio alle melodie in tempo lento.
Un altro tipo di abbellimento comune nell’opera del tardo Barocco era la cadenza, un elaborato ampliamento
dell’accordo di quarta e sesta di una cadenza finale.
Durante il Barocco gli esecutori erano liberi di aggiungere un proprio contributo alla partitura del compositore
ed erano anche liberi di tagliarla o modificarla in vari modi, nelle opere le arie si potevano omettere o
sostituire con altre arie.
Il primo Settecento:
Con i compositori del periodo tardo barocco, stava crescendo un nuovo stile di musica.
La prima metà del 700 si considera come ultimo periodo della fase del Barocco e prima tappa di inizio dell’età
classica.
La musica della prima metà del 18 esimo secolo, si può esaminare attraverso la vita e le opere dei suoi quattro
maggiori compositori: Vivaldi, Rameau, Bach e Handel.
Tutti e quattro posero fine al conflitto contemporaneo tra stile contrappuntistico e stile omofono, e tutti
furono componenti sia nella composizione strumentale sia in quella vocale.
Tra loro nessuno fu un rivoluzionario nella propria musica, tutti lavorarono all’interno delle forme e degli stili
definiti dal Barocco maturo e la loro originalità consistette nell’usare elementi già noti in un modo
insolitamente eccezionale.
Bach portò a compimento tutte le forme della musica tardo barocca ad eccezione dell’opera.
Vivaldi, Rameau e Handel eccelsero nell’opera; Vivaldi inoltre fu prolifico maestro del concerto barocco
italiano; Handel creò un nuovo tipo di oratorio; e Rameau sviluppò nei suoi scritti teorici, una nuova
concezione dell’armonia e della tonalità.
ANTONIO VIVALDI:
All’inizio del 1700 Venezia era meta di numerosi musicisti, la vita nella città era adatta alla musica come se
fosse una perpetua opera.
La gente cantava per le strade e sulla laguna; i gondolieri avevano il loro repertorio di canzoni e i signori delle
classi dominanti avevano propri teatri d’opera.
Gli spettacoli pubblici erano occasioni di fasto musicale.
La cappella di San Marco era famosa e la città andava super a delle sue tradizioni di centro di editoria musicale,
di musica sacra, di composizione strumentale ed operistica.
Antonio Vivaldi, figlio di uno dei primi violinisti della cappella di San Marco, ebbe un’educazione sia musicale
sia ecclesiastica.
Nel 1703 cominciò i suoi doveri sacerdotali ma per motivi di salute, fu esonerato l’anno successivo dal servizio
effettivo e da allora si dedicò completamente alla musica.
Una combinazione di carica sacra e professione laica non era insolita all’epoca.
Per i capelli rossi Vivaldi fu sempre noto come il ‘’prete rosso’’.
Dal 1704 al 1740 Vivaldi operò contemporaneamente come direttore, compositore, insegnante e
sovrintendente generale di musica al conservatorio della pietà di Venezia, con frequenti licenze per comporre
e dirigere opere e concerti in altre città italiane ed altrove in Europa.
I conservatori di Napoli e Venezia nel 18 esimo secolo erano istituti in origine destinati a dare asilo ad orfani
e figli illegittimi.
L’organizzazione dei conservatori era simile a quella di un convento, ma di norma l’educazione musicale era
una parte importante del programma.
Tipica del 18 esimo secolo fu la costante richiesta di musica nuova da parte del pubblico.
Ogni anno Bach doveva comporre nuove cantate per Lipsia, Handel una o più opere nuove per Londra ed a
Vivaldi fu richiesto di allestire nuovi oratori e concerti per ogni ricorrenza festiva della chiesa della Pietà.
Tali pressioni danno una spiegazione all’enorme produzione di molti compositori del 18 esimo secolo e
soprattutto all’incredibile velocità con cui essi lavoravano: Vivaldi scrisse l’opera Tito Manlio in soli 5 giorni e
lui stesso si vantava di essere capace di comporre un concerto con maggiore velocità di quanto impiegasse il
copista a copiare le parti.
Vivaldi compose ogni lavoro per una precisa occasione e per una particolare compagnia di esecutori.
I suoi doveri alla Pietà lo impegnavano a scrivere oratori e musica da chiesa, soprattutto scrisse concerti, la
forma di musica strumentale comunemente usata nelle funzioni di feste religiose.
Rimangono circa 450 concerti di Vivaldi, 23 sinfonie, 75 tra sonate a solo e sonate a trio, 49 opere e molte
cantate, mottetti e oratori.
I concerti di Vivaldi sono affascinanti per la freschezza delle loro melodie, la loro vivacità ritmica, l’abile
trattamento del colore solista ed orchestrale e la limpidezza formale.
La maggior parte dei concerti di Vivaldi sono per strumento solista con orchestra, in genere per violino ma
anche per violoncello, flauto o fagotto.
Nei concerti per due violini, i solisti di norma hanno eguale importanza dando vita alla struttura di un duetto
per due voci acute tipica del tardo Barocco.
Molti lavori che richiedono diversi strumenti solisti sono in effetti dei concerti solisti o per due piuttosto che
dei concerti grossi, per il fatto che il primo o il primo e il secondo, e sovente anche gli strumenti a fiato, e
persino il mandolino, sono trattati in un modo virtuosistico che li separa nettamente dal resto del concertino.
L’organico orchestrale consueto di Vivaldi, alla Pietà, si componeva di 20/25 strumenti ad arco, con
clavicembalo o organo per il continuo; questo è sempre il gruppo di base anche se in molti suoi concerti
aggiunge flauti, oboi, fagotti e corni, ognuno dei quali può essere usato come strumento solista o nelle
combinazioni di insieme.
La scrittura di Vivaldi è notevole per la varietà di colore che egli riesce a raggiungere coi vari raggruppamenti
di archi, sia solisti che insieme; il famoso concerto de La Primavera (primo della serie dei quattro dell’opera 8
del 1725), che rappresentano a programma le quattro stagioni, è solo uno dei molti esempi del suo gusto
straordinario per le sonorità più adatte a tale organico.
La maggior parte dei concerti di Vivaldi sono nello schema a tre movimenti tipico del 18 esimo secolo: un
Allegro, un movimento lento nella stessa tonalità o in un’altra strettamente affine (relativo minore, dominante
o sottodominante) e un Allegro finale più breve e più vivace del primo.
La tessitura è più omofona che contrappuntistica ma omofona nel significato che aveva nel tardo Barocco,
vale a dire con un grande uso accessori di contrappunto e con un’enfasi particolare delle due voci esterne.
Un’altra caratteristica di Vivaldi e tipica del Barocco maturo è l’uso costante di strutture in progressione.
Lo schema formale dei singoli movimenti nei concerti di Vivaldi è: ritornelli per l’orchestra al completo, che si
alternano ad episodi per il solista (o i solisti).
Vivaldi instaura una particolare tensione drammatica tra la parte solista e l’orchestra, egli non attribuisce
semplicemente al solista una figurazione idiomatica di contrasto ma fa si che esso si ponga come personalità
musicale dominante di contro all’intero insieme, così come avviene nell’opera con il cantante solista rispetto
all’orchestra.
Come nell’aria con ritornello ma con mezzo esclusivamente strumentale.
Il tutti orchestrale preannuncia le frasi che saranno dibattute nel corso del movimento; e gli argomenti che
tali frasi sollecitano danno vita ad una competizione musicale tra il solista e l’orchestra, che termina con una
riconciliazione o sintesi di emozioni e idee.
Vivaldi fu il primo compositore ad attribuire al movimento lento di un concerto la stessa importanza dei due
Allegro.
Il suo movimento lento in genere è una melodia di lungo respiro, espressiva e cantabile, come un’aria o un
arioso di un adagio operistico, a cui l’esecutore doveva aggiungere i suoi propri abbellimenti.
La maggior parte dei movimenti lenti di Vivaldi sono orchestrati in modo leggero: solo i violoncelli e il continuo
suonano con lo strumento solista.
Vivaldi è anche considerato tra i precursori della sinfonia pre classica per: la concisione della forma, la
tessitura omofona, i temi neutri dal punto di vista melodico, il minuetto invale e i manierismi stilistici.
Nella sua musica come i notissimi concerti delle Stagioni, Vivaldi condivise il carattere semiserio e semigiocoso
del 18 esimo secolo, in direzione di un realismo ingenuo, implicito nelle descrizioni musicali di questo genere.
Le Stagioni furono tra le prime di molte composizioni sinfoniche descrittive del 18 esimo secolo che sono
precorritrici della sinfonia Pastorale di Beethoven.
L’influenza di Vivaldi sulla musica strumentale della metà e della fine del 700 fu enorme.
Vivaldi fu una delle figure più importanti nel passaggio dallo stile tardo barocco a quello del primo Classicismo;
l’economia raggiunta dalla sua scrittura per orchestra d’archi fu accettata e sviluppata nel concerto classico;
soprattutto i temi coincisi, la forma limpida, la vitalità ritmica, la continuità logica nel fluire delle idee musicali,
tutte qualità tipiche di Vivaldi che furono trasmesse a molti altri compositori e in modo diretto a Bach che
trascrisse almeno dieci concerti di Vivaldi, sei in arrangiamento per clavicembalo, tre per organo e orchestra
d’archi.
Vivaldi grazie ai suoi concerti riuscì ad imporre al proprio secolo l’idea di un suono strumentale in cui era
importante l’effetto di contrasto tra ‘solo e ‘tutti’.
RAMEAU
Il più importante musicista francese del 18 esimo secolo, attirò su di sé l’attenzione dapprima come teorico e
solo in seguito come compositore.
Il suo famoso trattato dell’armonia fu pubblicato a Parigi nel 1722.
La produzione di Rameau si può riassumere sotto 3 aspetti principali.
Nel maestoso stile eroico delle sue prime opere e balletti d’opera, egli è una figura rappresentativa del
Barocco maturo, paragonabile a Bach e Handel.
Le sue qualità sono sempre accompagnate da tipici tratti francesi di chiarezza, grazie, equilibrio ed eleganza
e dalla costante tensione verso il pittoresco.
Egli è altrettanto philosophe che compositore, analista che creatore e può essere paragonato al suo
contemporaneo Voltaire.
JOHAN SEBASTIAN BACH:
Era nato dalla grande famiglia dei Bach proveniente dalla regione della Turingia, nella Germania centro
settentrionale, una famiglia che nel corso di sei generazioni produsse un numero straordinario di musicisti.
Il giovane Bach ricevette la prima educazione dal padre, un musicista locale di Eisenach, e dopo la morte del
padre dal fratello maggiore Cristoforo, organista ed allievo di Pachelbel.
Bach studiava la musica degli altri compositori mediante il metodo di copiarne o arrangiarne le partiture, in
questo modo gli divennero familiari gli stili dei maggiori compositori francesi, tedeschi, austriaci ed italiani
assimilando i tratti migliori tipici di ognuno.
Lo sviluppo musicale di Bach avvenne sotto l’influenza di cinque fattori: la tradizione familiare di abilità
tecnica, il metodo faticoso ma fecondo di assimilare da tutte le fonti mediante la copiatura delle partiture, il
sistema 700esco dei mecenati-protettori (che potevano essere singole individualità, la Chiesa, le istituzioni
cittadine) e la sua concezione religiosa della funzione dell’arte e dei doveri di un artista.
Bach compose in tutte le forme del tardo Barocco ad eccezione dell’opera.
Bach scrisse soprattutto dietro richiesta delle particolari situazioni.
Durante la sua carriera di successo nella Germania luterana, Bach fu organista di corte a Arnstadt e Weimar,
maestro di cappella alla corte del principe di Cothen ed infine Cantor alla scuola di San Tommaso e direttore
musicale a Lipsia.
Nel primo periodo, dunque, scrisse molte composizioni per organo, in seguito a Cothen parte dei suoi lavori
furono per cembalo o insiemi strumentali, musica per scopi didattici e per intrattenimento privato di corte.
Il periodo più produttivo per le cantate ed altra musica sacra fu quello dei primi anni a Lipsia ed a questo
periodo appartengono anche alcune tra le più importanti composizioni per organo e per cembalo.
La SONATA CLASSICA cosi come appare nelle opere di Haydn, Mozart e Beethoven, è una composizione in tre
o quattro (a volte due) movimenti, contrastanti sia per stati d’animo che per tempo.
Nella forma sonata: vi è la divisione in due distinte parti di cui la prima di solito viene ripetuta e la seconda
non sempre;
nella prima parte, stabilizzazione di una tonica, modulazione alla dominante o alla relativa maggiore e
chiusura su una cadenza nella nuova tonalità;
inizio con la seconda parte, ulteriori modulazioni che incrementano la tensione sino ad un punto situato poco
oltre la metà di questa parte da cui inizia;
un ritorno ben marcato alla tonica, che coincide con una riesposizione riconoscibile del materiale d’apertura
della prima sezione e che costituisce il climax principale del movimento;
continuazione alla tonica con una reinterpretazione del materiale della prima parte e proseguimento fino alla
risoluzione finale sulla tonica.
Altre caratteristiche generali: struttura periodica di melodie con una varietà di ritmi e strutture con continuità;
richiamo o allussione a melodie, frasi e motivi uditi precedentemente; un movimento complessivo dalla
tensione (modulazione che si allontana dalla tonica) alla risoluzione ( ritorno sulla tonica) in cui i punti
culminanti di tensione e di risoluzione sono chiaramente segnalati come ‘’eventi drammatici’’ entro una
struttura simmetrica; un’unità derivante dal continuo ricorrere del processo di tensione-risoluzione, a ogni
livello, dalla singola frase all’intero movimento.
Il profilo della forma sonata si configura con: il momento dell’ESPOSIZIONE (di solito ripetuta) comprendente
un primo tema o un gruppo di temi alla tonica, un secondo tema più lirico alla dominante o al relativo
maggiore, e un tema finale ancora alla dominante o al relativo maggiore - i diversi temi sono collegati da
adeguate transizioni o da passaggi detti ‘’ponti’’; una sezione di SVILUPPO, in cui i motivi o i temi
dell’esposizione sono presentati sotto nuovi aspetti e nuove combinazioni e nel corso della quale possono
avvenire modulazioni a tonalità relativamente lontane; una RIPRESA dove il materiale dell’esposizione è
ripetuto nell’ordine originale, ma con i temi tutti alla tonica; alla ripresa può seguire una CODA.
La definizione si adatta a molti movimenti di sonate della fine del periodo classico ma ce ne sono molte di più
(tra cui la maggior parte delle sonate di Haydn) per le quali tale definizione si adatta solo con difficoltà.
Oltre ai temi, molti altri elementi sono importanti per definire una forma; può non esserci un secondo tema
o quando c’è, può non essere necessariamente di carattere diverso da primo tema; possono essere introdotti
nuovi temi in qualunque momento; lo sviluppo può avvenire in ogni parte del movimento, compresa la coda;
e può non esserci una coda.
Per quanto riguarda la RIPRESA, vi è una differenza da sottolineare tra la SONATA CLASSICA e il CONCERTO
BAROCCO
I ritornelli di un concerto attuano una ripresa del materiale tematico principale del movimento.
Infatti essi asseriscono:’’ Questo è il tema che stiamo trattando’’ e il tema, ogni volta che si presenta, ha
essenzialmente lo stesso significato.
Nella sonata classica ogni volta che il tema riappare, sia letteralmente che variato, assume un significato
diverso; durante il movimento, l’idea musicale è sottoposta ad una continua e dinamica modificazione.
Particolare qualità dinamica (il prodotto di una dialettica musicale), è una delle differenze essenziali tra lo stile
musicale barocco e quello classico!
Come per la sonata e la sinfonia, anche per L’OPERA vi furono nuove forme e stili.
La tragedia lirica francese resisteva al cambiamento e lo stile generale dell’opera barocca veneziana
sopravvisse per lungo tempo in Germania; ma dall’Italia stava arrivando una nuova corrente progressista.
La nuova opera italiana che dominò le scene nel 18 esimo secolo fu un prodotto di quelle stesse forze che
stavano ridefinendo tutte le altre forme musicali nell’età dell’illuminismo; essa mirava alla chiarezza, alla
semplicità, alla razionalità, alla fedeltà alla natura, ad essere di richiamo universale e capace di divertire il
pubblico senza costringerlo ad una eccessiva fatica intellettuale
L’inizio di una riforma in campo operistico coincise con il sorgere dello stile espressivo e come quello, fu un
segno dell’influsso crescente delle idee della classe media sui modelli strettamente aristocratici della prima
metà del secolo.
Uno dei più originali compositori nel nuovo stile fu PERGOLESI.
Sebbene egli sia noto per i suoi intermezzi comici, compose anche opere serie.
Una cantata sulla leggenda di Orfeo, un’opera in miniatura, rivela molti tratti della sua tecnica innovativa.
Essa inizia con un solenne e narrativo recitativo obbligato, accompagnato dall’orchestra composta da due
violini, viola e basso continuo.
Questo conduce ad una bellissima aria lirica in cui Orfeo implora le forze degli inferi idi liberare la sua sposa
Euridice.
Il Recitativo usa molto in maniera efficace, l’accordo di settima diminuita nei momenti drammatici della
narrazione della discesa di Orfeo agli inferi.
Una caratteristica delle arie del periodo è l’uso, simile al concerto, di una doppia esposizione.
Il ritornello orchestrale d’apertura espone alla tonica sia il primo sia il secondo tema che devono apparire
rispettivamente alla tonica ed alla dominante nell’esposizione vocale.
LA RIFORMA DELL’OPERA
Alcuni compositori italiani cercarono di mettere in atto un accordo tra l’opera e i nuovi ideali musicali e
teatrali, i tentativi furono diretti verso un evoluzione più naturale dell’intera forma operistica, più flessibile
nella struttura, più espressiva nel contenuto, meno caricata dalla coloritura e più varia negli altri elementi
musicali.
L’aria col da capo venne modificata ed entrarono nell’uso anche altre forme: le arie e i recitativi si alternarono
con maggiori flessibilità e si ricorse spesso al recitativo accompagnato; l’orchestra ebbe maggiore importanza
sia per le sue qualità intrinseche sia per il contributo armonico che forniva agli accompagnamenti; riapparvero
i cori che erano stati abbandonati da tempo nell’opera italiana.
Il termine OPERA COMICA indica quei lavori stilisticamente meno impegnati dell’opera seria; essi presentano
scene e personaggi comuni piuttosto che soggetti eroici e mitologici e richiedono mezzi relativamente
modesti per la rappresentazione.
L’opera comica assunse forme differenti nei vari Paesi, ma rappresentò ovunque una rivolta artistica contro
l’opera seria o tragica italiana.
I libretti dell’opera comica erano sempre nella lingua nazionale e la musica tendeva ad eccettuare l’idioma
musicale nazionale.
L’opera comica continuò a crescere d’importanza dopo il 1760.
Il suo significato storico fu duplice: corrispondeva all’universale richiesta di naturalezza della seconda metà
del 18 esimo secolo e fu il primo canale di rilievo di quella tendenza al nazionalismo in musica che divenne
importante nell’età romantica.
Un tipo notevole di opera comica italiana fu L’INTERMEZZO = coì chiamato perchè ebbe origine dall’usanza di
presentare brevi intermezzi musicali di carattere comico tra un atto e l’altro di un opera seria.
Uno dei primi maestri nel genere fu PERGOLESI con la SERVA PADRONA (scritta per solo basso, soprano e
orchestra d’archi).
A partire dalla metà del secolo ebbe luogo un miglioramento del libretto d’opera comica dovuto al
drammaturgo italiano Carlo Goldoni; iniziarono ad apparire, oltre ai tradizionali intrecci comici, vicende di
carattere serio, sentimentale e patetico.
In conformità a questo cambiamento, l’antica definizione di opera buffa fu sostituita da -> dramma giocoso
(dramma amabile e vivace, non tragico).
Il BARBIERE DI SIVIGLIA di PAISIELLO era una trattazione semiseria dei problemi politici allora d’attualità.
Un’altra opera famosa del nuovo filone fu il Matrimonio segreto di Cimarosa.
L’opera comica francese, come tutte le forme nazionali d’opera leggera eccetto quella italiana, adottava il
dialogo parlato al posto del recitativo.
Nel 18 esimo secolo si scrissero in ogni Paese canzoni per voce sola, cantate ed altri tipi di musica vocale
profana oltre all’opera, ma un’importanza artistica fu assunta dal sorgere del nuovo LIED tedesco.
Il LIEDER tedesco era in forma strofica con melodie in uno stile naturale ed espressivo, simile a quello dei canti
popolari, l’accompagnamento era semplice e completamente subordinato alla linea vocale.
Schubert nel 1811 cominciò a comporre molti Lieder.
La musica sacra:
L’indole profana e individualistica del 1700 ebbe per effetto di rende la musica sacra conforme allo stile della
musica profana.
La tendenza predominante fu quella di introdurre nella chiesa gli idiomi musicali e le forme dell’opera, con
accompagnamento orchestrale, arie con ‘da capo’ e recitativi accompagnati.
L’elenco dei principali compositori di musica sacra coincide con quello dei principali compositori d’opera.
In Italia l’ORATORIO (più della Messa o del mottetto), arrivò a non potersi più distinguere dall’opera.
La musica sacra luterana perse di qualità e importanza dopo la morte di Bach.
I più importanti risultati dei compositori della Germania del Nord furono legati ad una forma di oratorio, in
parte sacra ed in parte profana.
I migliori oratori di questo periodo furono quelli di Carl Philip Emanuel Bach.
IL TARDO SETTECENTO
I due compositori più notevoli del tardo 700 sono Haydn e Mozart, insieme rappresentano il periodo classico,
nel medesimo senso in cui Bach è Händel rappresentano il tardo Barocco, impiegando il linguaggio musicale
comune del proprio tempo e creando in quel linguaggio composizioni di insuperabile perfezione.
Haydn e Mozart hanno più in comune del fatto di essere contemporanei e simili di idioma, essi divennero
amici personali e ciascuno ammirò e subì l’influenza della musica dell’altro.
Haydn arrivò alla maturità artistica molto più lentamente di Mozart che fu un bambino prodigio.
Mozart era un genio precoce, di temperamento vagabondo e irrequieto, nato per le scene, virtuoso di
pianoforte, esperto drammaturgo musicale, ma sprovveduto nella maggior parte delle situazioni pratiche
della vita.
Haydn aveva un forte autocontrollo, era un lavoratore assiduo e paziente, era modesto, eccellente direttore
d’orchestra ma non un solista virtuoso, minuzioso ed attento nella conduzione dei suoi affari, e una persona
che viveva soddisfatta del sistema delle protezioni.
Nei quartetti di Haydn i quattro strumenti hanno individualità e eguaglianza, ad esempio nel quartetto op 20,
il violoncello comincia ad essere usato come uno strumento melodico e solista.
La struttura è libera da qualsiasi dipendenza dal basso continuo; contemporaneamente, acquista importanza
il contrappunto.
In questi quartetti la scrittura contrappuntistica arrichisce la struttura.
I movimenti in forma sonata si avvicinano ad una struttura tripartita,in cui lo sviluppo dei temi annunciati è
distribuito nell’intero movimento.
Uno degli effetti prediletti di Haydn è quello della falsa ripresa: il tema d’apertura appare improvvisamente
nella tonalità di tonica, a metà dello sviluppo, come se fosse già cominciata la ripresa, ma è un inganno poichè
il tema è solo un punto di partenza per uno sviluppo ulteriore e la vera ripresa viene più tardi.
Sono frequenti ed espliciti i segni dinamici ed espressivi, che mostrano l’attenzione del compositore per i
dettagli dell’interpretazione.
Nei quartetti più maturi i sei quartetti prussiani ed altri, la tecnica e le forme sono simili a quelle delle sinfonie
dello stesso periodo, però nei quartetti i primi movimenti non hanno un’introduzione lenta.
Molti dei movimenti lenti hanno la forma di tema con variazione.
Le sonate per pianoforte di Haydn seguono le stesse linee di sviluppo stilistico delle sinfonie e dei quartetti.
Le sonate più interessanti sono la nr 19 in re maggiore, la nr 40 in la bemolle maggiore, la grande Sonata in
do minore ne 20, è un lavoro agitato molto tipico del cosiddetto periodo romantico di Haydn.
Le sei sinfonie di Parigi dalla nr 21 alla 26 del 1785,e le cinque successive dalla nr82 alla 92 del 1787-88
rappresentano il culmine delle conquiste sinfoniche di Haydn.
La nr 85 chiamata La Reine è un modello di stile classico, la nr 88 e la ne 92 Oxford sono tra le più popolari
sinfonie di Haydn.
Una caratteristica dei primi movimenti di queste sinfonie è l’introduzione lenta, i cui temi sono in relazione
con quelli dell’Allegro seguente.
Haydn evita i temi contrastanti nei movimenti in forma sonata; lo sviluppo tematico pervade ogni parte del
movimento.
Molti movimenti lenti hanno una coda che mette in risalto gli strumenti a fiato.
In tutte le sinfonie Haydn attribuisce ai fiati molta responsabilità.
Un posto speciale tra le opere di Haynd lo occupano LE SINFONIE DI LONDRA.
Nella Sinfonia n 94, l’autore scegli di inserire ad un certo punto del movimento lento, l’esplosione improvvisa
di un fortissimo su tempo debole, a causa del quale è stato attribuito all’intera sinfonia il soprannome di
Sorpresa.
La scelta fu dovuta alla volontà di trovare qualcosa di insolito e sensazionale per cui la gente parlasse dei suoi
concerti.
Altri espedienti furono ad esempio l’uso di strumenti ‘turchi’ come il triangolo, ciambali, tamburo basso e di
fanfare nell’Allegretto della sinfonia Militare n100 oppure come il ticchettio d’accompagnamento nell’andante
della n 101 (l’Orologio).
Tra i temi delle Sinfonie di Londra compaiono motivi tipici di melodie popolari.
Nelle sinfonie londinesi una caratteristica singolare dell’orchestrazione è l’accresciuta gamma armonica.
All’interno dei singoli movimenti ci sono dei cambiamenti improvvisi in tonalità lontane oppure ci sono delle
modulazioni di ampie proporzioni.
Un altro esempio dell’espansione dei confini armonici in Haydn si trova nell’Adagio intitolato Fantasia del
Quartetto op 76 n 6.
L’evoluzione dello stile di Haydn così come la migliore espressione dle suo genio , si trovano nelle sinfonie,
nelle sonate e nei quartetti.
Le sonate ne 50-51-52 appartengono al periodo londinese e la migliore è quella in mi bemolle maggiore in
cui il movimento lento è nella tonalità molto distante di mi maggiore e rivela una qualità quasi romantica nei
suoi abbellimenti chopiniani.
Composizioni vocali:
Haydn scrisse sei operi e tedesche per marionette e molte opere italiane nel genere del dramma giocoso.
Scrisse anche tre opere serie di cui la più famosa è il dramma eroico Armida, notevole per i suoi drammatici
recitativi accompagnati e per le arie di livello eccellente.
Una parte della produzione vocale di Haydn è rappresentata dalle canzoni per voce sola con
accompagnamento di clavicembalo, in particolare le dodici su testo inglese.
Musica sacra:
Tra la musica sacra scritta da Haydn vanno ricordati due lavori particolari: la messa di Mariazeller in cui sono
mescolati elementi barocchi ed elementi del nuovo stile: il Kyrie è una specie di forma sonata con una lenta
introduzione, il Gloria finisce con una fuga molto animata e il Credo comprende le parti dell’Incarnatus e del
Crocifixus che sono particolarmente solenni.
Le ultime sei Messe composte per il principe Nicola II mostrano l’influenza e l’interesse di Haydn per la
sinfonia, le ampie dimensioni delle sei messe impiegano l’orchestra, il coro e quattro cantanti solisti.
Le messe di Haydn come quelle di Mozart e della maggior parte dei compositori della Germania meridionale
del 18 esimo secolo, hanno un carattere sgargiante che si adatta bene con l’architettura delle chiese barocche
austriache.
Il fatto che in queste Messe venga usata un’intera orchestra e che esse adoperino un idioma musicale non
dissimile da quello dell’opera non significa che esse sian poco adatte allo scopo.
Nelle sue ultime messe Haydn alternò le voci soliste al coro ma l’elemento di novità è il ruolo preminente
affidato all’orchestra e la presenza dello stile della sinfonia.
Sono presenti anche elementi tradizionali come il generale stile contrappuntistico della scrittura per voci
soliste e le fughe corali alla conclusione del Gloria e del Credo.
Tra le ultime messe la più nota è la Missa in angustia o Messa Imperiale in re minore.
Tra le sonate per pianoforte più importanti ricordiamo K279-284 e compose anche diverse variazioni per
pianoforte destinate ai suoi allievi.
Le sonate venivano eseguite dallo stesso Mozart come parte del suo repertorio concertistico.
Nei primi anni inoltre Mozart aveva l’abitudine d’improvvisare pezzi durante i concerti.
Le sonate k 279-284 furono destinate a essere pubblicate insieme: ogni sonata è in una delle tonalità maggiori
nell’ambito delle quinte del re al mi bemolle e le sei composizioni mostrano una grande varietà di forma e
contenuto.
Le due sonate di Mannheim hanno Allegri brillanti e pomposi e Andanti delicati e graziosi,
Le sonate di Parigi sono tra le composizioni più conosciute di Mozart in questa forma: la tragica Sonata in la
minore k310 e la sua complementare, leggera in do maggiore K330, la sonata in la maggiore con variazioni e
rondò alla turca K331 e due delle sonate più tipicamente mozartiane, quella in fa maggiore e quella in si
bemolle maggiore K332,333.
Scrisse anche molte sonate per pianoforte e violino,
Per quanto riguarda la musica da camera di questo periodo, il Quartetto con flauto in re maggiore K285 di
stile leggero ed incantevole, il quartetto con oboe K370 lavoro uguale ,a più serio.
La maggior parte della musica di Mozart fu composta o su commissione o per un occasione particolare.
Egli aveva in mente un tipo preciso di potenziale esecutore o di pubblico, di cui prendeva in considerazione le
preferenze.
Mozart fu un ‘’compositore commericale’’ nel fatto che si aspettava che la sua musica fosse eseguita, che
piacesse e ne ricavasse denaro e quindi vi sono alcune sue composizioni il cui significato non va al di là delle
occasioni sociali e commerciali per cui sono state composte ad esempio la raccolta di danza di Mozart che
produsse per i balli a Vienna.
Le serenate sono pezzi che Mozart compose per i ricevimenti all’aperto, matrimoni, concerti privati per i suoi
amici e mecenati e sono scritti come musica da camera, si rifanno allo stile della sinfonia o del concerto e
hanno tutti in comune una certa semplicità sia nel materiale che nel trattamento.
La più familiare tra le serenate di Mozart è Eine Klein Nacht music
(Piccola serenata notturna).
Mozart compose musica sacra abbastanza regolarmente sin dai primi anni, le sue Messe,mottetti e altri
adattamenti di testi sacri non sono considerati i suoi lavori principali.
Le sue Messe, come quelle di Haydn sono per la maggior parte nell’idioma sinfonico-operistico del periodo
mescolato in certi punti al ricorso al contrappunto e sono scritte nel loro complesso per coro e solisti alternati
tra loro liberamente con accompagnamento orchestrale.
La migliore delle messe è quella in do minore k427.
IL PERIODO DI VIENNA:
Risalgono al 1781 quando contro il parere del padre di lasciare il servizio presso l’arcivescovo di Salisburgo, si
stabilì a Vienna.
I primi anni furono prosperosi, il suo Singspiel ‘’Il ratto del serraglio’’ fu eseguito molte volte ed era l’idolo del
pubblico viennese sia come pianista che compositore.
Successivamente il pubblico lo abbandonò, gli allievi diminuirono, le committente divennero poche ed
aumentarono le spese, la sua salute cominciò a declinare e non riuscì a trovare un impiego stabile con un
reddito fisso ad eccezione della carica onorifica che gli dava un salario minimo,
Le pagine più patetiche della corrispondenza di Mozart sono le lettere imploranti scritte tra il 1788 e il 1791
al suo amico e fratello massone, il mercante Puchberg di Vienna.
La maggior parte delle opere che rendono immortale il suo nome furono composte durant gli ultimi dieci anni
della sua vita, a Vienna, quando le meravigliose speranze della sua infanzia e prima adolescenza giunsero a
compimento tra i 25 e i 35 anni.
Erano finalmente raggiunte la sintesi perfetta di forma e contenuto di stile galante e stile erudito, di eleganza
brillante e fascino, di profondità stilistica ed emotiva.
Le influenze di Mozart in questo periodo furono dovuto al suo continuo studio di Haydn ed alla sua scoperta
di J.S.Bach.
Mozart fece la conoscenza con l’Arte della Fuga del Clavicembalo ben temperato, delle Sonate a tre e di altri
lavori di Bach, arrangiò diverse fughe di Bach per trio e quartetto d’archi e come risultato immediato di questo
interesse, scrisse la sua Fuga in do minore per due pianoforti K426.
L’influenza di Bach fu profonda e durevole ed è manifestata dall’uso crescente dello stile contrappuntistico in
tutti gli ultimi lavori di Mozart e nello spirito profondo e serio del Il Flauto magico e del Requiem.
Le più importanti tra le composizioni per pianoforte solo del periodo di Vienna sono la Fantasia e la Sonata in
do minore K475 e 457.
Le melodie e le modulazioni della fantasia fanno presagire Schubert mentre la sonata è chiaramente il
modello per la patetica di Beethoven.
Altri lavori per strumenti a tastiera sono la Sonata in re maggiore per due pianoforti K448 e le sonate a quattro
mani di Mozart ad esempio quella in fa maggiore k4797.
Mozart pubblicò anche sei quartetti dedicati a Haydn in segno di gratitudine per tutto quanto aveva imparato
dal più anziano compositore.
Questi quartetti furono il frutto di uno sforzo lungo e laborioso, egli era stat colpito dai quartetti op 17 e 20
di Haydn e aveva cercato di imitarli nei sei quartetti k 168-173.
I sei quartetti ispirati ad Haydn mostrano la sua capacità di assorbire l’essenza delle conquiste di Haydn senza
divenirne un puro imitatore.
I quartetti ispirati ad Haydn sono uniti e intesi sotto il profilo stilistico, ogni battuta è animata da significato
tematico.
La struttura contrappuntistica è sempre presente e le melodie strumentali hanno un andamento vocale che
riflette l’eredità italiana.
A differenza di Haydn e Beethoven, Mozart rivelò più intensamente il suo genio come compositore di musica
da camera non nei quartetti ma piuttosto nei quintetti.
I Quintetti d’archi in do maggiore k 515 e in sol minore k516.
Un altro capolavoro è il suo quintetto per clarinetto ed archi in la maggiore k 581 composto
contemporaneamente all’opera buffa Così fan tutte e simile ad essa anche nello spirito.
Del periodo di Vienna rientrano anche numerose sinfonie come la sinfonia di Praga, la sinfonia in do maggiore
di Linz e la sinfonia in do maggiore di Jupiter.
Ognuna di esse possiede un proprio carattere e ha una propria persoanlità complessa ma distinta.
La sinfonia in mi bemolle maggiore ha una grazie e una vivacità delicate, quella in sol minore ha una tristezza
struggente e un fatalismo e la Jupiter ha un espressione di vittoria, forza e saggezza.
LE OPERE DI MOZART:
Dopo l’Idomeneo, Mozart non scrisse più opere serie ad eccezione de La clemenza di Tito che fu
commissionata per l’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia, a Praga.
I principali lavori drammatici del periodo di Vienna furono: il Singspiel ‘’Il ratto del serraglio’’, le tre opere
italiane, Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte e l’opera tedesca Il flauto magico.
LE NOZZE DI FIGARO sono il compendio dell’opera italiana del 18 esimo secolo, con il uso libretto vivace e
divertente, le belle arie e gli insiemi magistrali.
È un opera buffa che si allontana dalle buffonate di repertorio di figure tipiche per trasformarsi in una
profonda commedia umana in cui i caratteri sono vere e proprie persone tridimensionali grazie
all’introspezione psicologica di Mozart ed al suo genio per la caratterizzazione in musica.
È da notare che i caratteri vengono delineati non solo nelle arie ma anche nei duetti, trii e insiemi più vasti e
i concertati finali mescolano realismo insieme a irreali azioni drammatiche e a una forma musicale
superbamente omogenea.
IL DON GIOVANNI è un dramma giocoso.
La leggenda medioevale su cui è basata la trama era stata spesso trattata in letteratura ed in musica, sin dal
primo 600; ma con Mozart per la prima volta in opera, il Don Giovanni stesso fu considerato non come una
figura farsesca e orribile peccatore, ma come un eroe romantico, un ribelle contro l’autorità e che disprezza
la moralità comune, un sommo individualista, coraggioso e incorreggibile.
È alla musica di Mozart che si deve la posizione di Don Giovanni e la definizione del suo personaggio.
La qualità demoniaca delle prime battute dell’ouverture, intesificata dal suono dei tromboni nella scena del
cimitero ed all’apparizione della statua finale, piacquero in particolare all’immaginazione musicale romantica.
Alcuni degli altri personaggi, nonostante siano sottilmente messi in ridicolo, devono essere persi sul serio per
esempio la tragica Donna Elvira, che non smette mai di lamentarsi di essere stata piantata in asso da Don
Giovanni,
E il servitore di Don Giovanni, le porcello, è qualcosa di più di un servitore-buffone della Commedia dell’arte,
poichè rivela una profonda sensibilità e intuizione.
La famosa aria ‘’del catalogo’’ di Leporello in cui egli enuncerà le conquiste di Don Giovanni nei vari paesi e le
varietà di tipi femminili che lo attraggono mostra un altro aspetto della serenità dell’arte comica di Mozart.
L’aria è in due parti distinte: un Allegro in quattro parti ed un Andante con moto nel tempo e nel ritmo di un
minuetto.
Il primo, Il catalogo è questo,è una vera e propria enumerazione e l’orchestra con i suoi staccato diventa una
calcolatrice.
Il minuetto prosegue a descrivere le caratteristiche fisiche e le qualità personali delle vittime.
In fine con una sezione cadenzale si ritorna alla musica d’apertura.
COSì FAN TUTTE è un’opera buffa nella migliore tradizione italiana con un brillante libretto esaltato da una
delle musiche più melodiose di Mozart.
L’opera si caratterizza per ironia romantica, psicologia e sentimenti criptorivoluzionari.
IL RATTO DEL SERRAGLIO è una storica comico-romantica di avventura e liberazione adattata in ambiente
orientale, popolare nel 18 esimo secolo; il uso argomento era stato tratto anche da Rameau,Haydn e molti
compositori minori prima di Mozart,
Con quest’opera Mozart innalzò il singspiel tedesco al rango di grande arte senza alterare alcune delle sue
caratteristiche fondamentali.
IL FALUTO MAGICO è apparentemente un Singspel con dialogo parlato al posto del recitativo ed alcuni
personaggi e scene della commedia popolare, la sua azione è ricca di significato simbolico e la sua musica è
senza e profonda da indurre a considerare l’intero lavoro come la prima delle più grandi opere moderne
tedesche.
L’opera è caratterizzata da spirito solenne, si caratterizza per la ricchezza vocale italiana, l’umorismo popolare
delsingspiel tedesco, l’aria a solo, l’insieme buffo a cui si è attribuito un nuovo significato musicale, un nuovo
tipo di recitativo accompagnato da applicare alle parole tedesche; scene corali solenni e la tecnica del preludio
corale barocco con accompagnamento contrappuntistico.
Il REQUIEM, l’ultimo lavoro rimasto incompiuto alla sua morte, prevalgono elementi barocchi.
Il tema della doppia fuga del Kyrie era stato già usato da Bach che da Händel e l’intero movimento ha dei toni
decisamente Handelian e ancora id più lo sono le drammatiche splosioni corali del Dies irae e del Rex
tremenda e majestatis.
Il suo stile tedesco comprese ed amò la tradizione musicale italiana e la interpretò in un modo personale e
perfetto.
LA PRIMA SINFONIA è la più classica delle nove, il suo spirito e molte delle sue caratteristiche tecniche
derivano da Haydn; tutti e quattro i moviementi hanno una forma così regolare che potrebbero servire da
esempio manuale.
L’originalità di Beethoven è evidente nei particolari e nell’importanza inconsueta attribuita ai legni nel
carattere del terzo movimento (uno scherzo anche se definito minuetto) e sopratutto nelle lunghe ed
importanti code degli altri movimenti.
Il segno del crescendo piano è un esempio dell’accurata ATTENZIONE PER LE SFUMATURE DINAMICHE che è
un elemento essenziale nello stile di Beethoven.
Degno di nota è l’Adagio d’introduzione al primo movimento di questa sinfonia, la tonalità è do maggiore ma
l’introduzione inizia con fa maggiore e modula in sol maggiore alla quarta battuta ed evita una cadenza
definita in do maggiore nelle otto battute successive fino al primo accordo dell’Allegro stesso.
Beethoven converge alla tonica da due lati opposti, la sottodominante e la dominante.
La breve introduzione al finale è scherzosa alla maniera di Haydn, il tema è introdotto da un procedimento di
progressivo lasciarsi scappare un segreto.
LA SECONDA SINFONIA in re maggiore è molto vicina allo stile di Beethoven del secondo periodo.
Il lungo Adagio che introduce il primo movimento preannunci un lavoro concepito a un livello ed a una scala
fino ad allora non conosciuta nella musica sinfonica.
L’introduzione si configura sommariamente in 3 parti: otto battute in re maggiore, 16 battute di modulazione
in si bemolle maggiore e poi gradualmente indietro fino alla dominante di Re, dieci battute di preparazione
alla dominante cadenzando sulla tonica all’inizio dell’Allegro.
Il primo movimento presenta una lunga coda che include un nuovo sviluppo del materiale principale.
Il resto della sinfonia ha ampie dimensioni corrispondenti e L’abbondante materiale è tenuto insieme in
perfetto equilibrio formale.
Il Larghjetto è notevole per le grandi quantità di temi e per il suo carattere cantabile,
Lo scherzo ed il finale sono ricchi come il primo movimento, di energia e fuoco.
Il finale. Scritto in una forma di sonata ampliata; la coda è lunga due volta la sezione di sviluppo ed introduce
un nuovo tema.
L’opera il FIDELIO fu composta nello stesso periodo della Terza Sinfonia ed è di carattere simile.
È un’opera della libertà riconquistata della Rivoluzione Francese.
La musica di Beethoven trasforma questo materiale convenzionale facendo della protagonista Leonora un
personaggio di coraggio e di una capacità di sacrificio sublimi, una figura idealizzata.
L’ultima parte dell’opera è dedicata alla celebre azione dell’erotismo di Leonora e dei grandi ideali umanitari
della Rivoluzione.
Fu per Beethoven un opera molto travagliata, i suoi problemi erano complicati dalla presenza di un testo, egli
trovava difficile costruire musica su di un testo.
Beethoven si trovava a disagio nel musicare situazioni di opera comica e Singspiel perchè egli riesce ad
esprimersi meglio solo quando le parole alludono ad emozioni più intense e ad pensieri universali per poter
esprimersi con tutta la sua energia naturale.
Beethoven non scrisse mai nessun’altra opera perchè non riuscì a trovare un altro libretto che lo
soddisfacesse.
I quartetti dell’opera 59 dedicati al conte Rasumovskij sono riccchi di ardore emotivo e originali.
Il conte era ambasciatore russo a Vienna e in suo onore nei Quartetti Rsumovskij Beethoven introdusse una
melodia russa come tema principale del finale del primo quartetto e un’altra nel terzo movimento del secondo
quartetto.
Il pubblico dell’epoca non comprendeva la natura delle opere di Beethoven e ci volle del tempo prima che
comprendessero la logica delle sue innovazioni.
La natura delle sue idee musicali rendeva indispensabile la trasformazione del linguaggio e delle forme
tradizionali.
Nei quartetti op 59 e anche nella Sinfonia Eroica la forma sonata è dilatata a proporzioni prima sconosciute
per la moltitudine di temi,gli sviluppi lunghi e complessi e le ampie code che acquistano l’estensione e il
significato di una seconda sezione di sviluppo.
NB) Beethoven tiene intenzionalmente nascoste le linee di divisione, in passato evidenti, tra le varie parti di
un movimento: le riprese sono celate e variate; temi nuovi si sviluppano in modo impercettibile dal materiale
precedente e l’evoluzione del pensiero musicale ha un carattere dinamico in contrasto con i modelli chiari e
simmetrici del periodo classico,
Il cambiamento è più radicale nei quartetti e nelle sonate per pianoforte rivolte verso quella dissoluzione della
forma tradizionale che più tardi caratterizzò gli ultimi quartetti del periodo.
Tra gli altri lavori da camera vanno ricordate la SONATA A KREUTZER per violino op 47 e la sonata per violino
op 96, il trio in si bemolle maggiore op 97.
Le due sonate per violoncello e pianoforte op 102.
La QUARTA,la QUINTA e la SESTA SINFONIA furono tutte composte tra il 1806 e il 1808.
La quarta e la quinta sinfonia sono state scritte contemporaneamente, i due lavori sono tra loro contrastanti,
come se Beethoven desiderasse esprimere contemporaneamente due stati d’animo opposti.
Allegria e senso dell’umorismo caratterizzano la quarta sinfonia mentre la quinta è interpretata come la
proiezione musicale della risoluta decisione di Beethoven ‘’Io combatterò contro il Destino; esso non riuscirà
a sopraffarmi’’.
La conquista della vittoria attraverso la lotta in questa sinfonia è simboleggiata dal passaggio dal do minore al
do maggiore.
Il primo movimento è dimenato da un motivo di 4 note annunciate solennemente nelle battute d’apertura e
lo stesso motivo ritorna sotto diversi aspetti anche negli altri tre movimenti.
La transizione dal minore al maggiore avviene in un passaggio che conduce senza interruzione dallo scherzo
al finale, dove l’entrata dell’intera orchestra con i tromboni sull’accordo di do maggiore produce un effetto
elettrizzante.
Nel finale della quinta sinfonia compaiono anche un ottavino e un controfagotto, oltre ai tromboni ed al
consueto organico di archi, ottoni e percussioni.
La sesta sinfonia (Pastorale) fu composta subito dopo la Quinta, insieme alla quale fu eseguita per la prima
volta, sotto la direzione dell’autore nella stessa serata.
Ognuno dei 5 movimenti reca un titolo di carattere descrittivo che suggerisce una scena di vita campestre,
programma descrittivo alla consueta forma sinfonica classica, dalla quale si discosta esclusivamente
inserendo dopo lo scherzo (Festa di contadini) un movimento supplementare (Tempesta) che ha la funzione
di introdurre il finale (Sentimenti di riconoscenza dopo la tempesta).
Nella coda dell’Andante (Scena sul ruscello), il flauto, L’oboe e il clarinetto si uniscono armoniosamente
nell’imitare il canto degli uccelli (l’usignolo, la quaglia, il cuculo).
Il compositore le chiama ‘’espressioni di sentimenti più che rappresentazioni’’.
La sinfonia pastorale è una tra i tantissimi lavori che miravano a ritrarre scene naturali o a suggerire stati
d’animo suscitati dalla contemplazione di tali scene ( es i concerti delle Stagioni di Vivaldi); il loro fascino
testimonia non solo l’accuratezza della sua pittura paesaggistica ma il modo in cui le emozioni di un amante
della natura sono state colte e fissare in una grande partitura.
La SETTIMA è L’OTTAVA SINFONIA furono entrambe completate nel 1812.
La settimana come la seconda e la quarta, si apre con una lunga introduzione lenta con modulazioni a tonalità
lontane che conducono ad un Allegro.
Il secondo movimento, nella tonalità minore parallela di La.
Lo scherzo è in fa maggiore, il terzo grado inferiore, abbassato di un semitono, della tonalità principale della
sinfonia; questo movimento è al di fuori della norma per il fatto che il trio (re maggiore) viene ripetuto una
seconda volta, dando vita ad una forma a cinque parti ABABA.
Il finale, un’ampia forma sonata con coda, rimane un esempio di manifestazione trionfale della furia bacchica.
L’ottava sinfonia sembrerebbe una sinfonia in scala ridotta (se non fosse per la lunga coda del primo
movimento e per quella più lunga del finale).
È la più vivace di tutte le nove sinfonie ma il suo umorismo è sofisticato e le sue forme estremamente
concentrate.
Il secondo movimento è un vivace Allegretto, mentre il terzo è un minuetto invece del consueto scherzo
beethoveniano.
Dal punto di vista stilistico, le ouvertures orchestrali di Beethoven sono in attinenza con le sinfonie e
generalmente assumono la forma di un primo movimento sinfonico.
Le SONATE PER PIANOFORTE del secondo periodo presentano grande quantità di stili e di forme.
Tra le sonate ricordiamo: in la bemolle op 26 con la marcia funebre e le due sonate op 27, ognuna definita
:‘’quasi una fantasia’’ e la seconda,conosciuta popolarmente come Sonata al chiaro di luna.
Tra le sonate del secondo periodo, eccellono la Sonata in do maggiore op 53 detta WALDSTEIN (dal nome del
mecenate di Beethoven al quale è dedicata) e l’opera 57 in fa minore chiamata APPASIONATA.
Questi due lavori mostrano cosa avvenne della sonata classica nelle mani di Beethoven. Ciascuna si compone
dei 3 movimenti classici nell’ordine veloce-lento-veloce; ciascuna presenta i modelli delle forme sonata, rondò
o variazioni, con gli adeguati schemi delle relazioni tonali.
Ma la loro disposizione formale è stata ampliata dall’interno, dalla forza che superava ogni ostacolo
dell’immaginazione musicale di Beethoven espressa in temi di una potenza primordiale che richiedono una
struttura di una tensione e una concentrazione fino ad allora sconosciute per sostenere il loro sviluppo e
compimento naturale.
Quando ascoltiamo una sonata di Mozart proviamo piacere all’interno di quella sottomissione, costante e
voluta dal compositore, a un ordine precostituito di elementi musicali; quando ascoltiamo una sonata di
Beethoven ci rallegriamo nello scoprire che il rivoluzionario si sottomette soltanto quando gli piace e che in
altri momenti egli crea un nuovo ordine che prende forma dal vecchio.
Beethoven compose anche concerti per proprio uso da concertista, tra cui il Concerto ne 4 in sol maggiore op
58 e il no 5 in mi bemolle maggiore detto ‘’L’imperatore’’.
I CONCERTI di Beethoven sono collegati a quelli di Mozart come lo sono moltissimo le sinfonie: Beethoven
conservò la divisione del concerto in tre movimenti e lo schema della forma classica ma ne ampliò la struttura
e ne intensificò il contenuto.
Il virtuosismo delle parti soliste è più marcato rispetto ai concerti di Mozart ma non è eccessivo.
Nel Concerto per violino in re maggiore op 61 la parte solista si intreccia all’orchestra.
CLASSICISMO E ROMANTICISMO
I termini usati per definire i periodi storici in musica hanno sempre un doppio significato: indicano determinati
stili musicali e certi spazi di tempo durante i quali predominano questi stili.
Per esempio si usa l’aggettivo classico per indicare sia lo stile di Haydn, Mozart e Beethoven che il periodo
compreso dal 1770 al 1800/1830 durante il quale fiorì quello stile.
È sempre possibile definire in termini generali uno stile e stabilirne più o meno le date di inizio e di fine.
La divisione della storia della musica in periodi stilistici ha la sua utilità, è un modo per rendere giustizia ad
entrambi i principi della storia: la continuità e la trasformazione.
Per quanto possano essere imprecise ed approssimative le classificazione i, riescono di utilità come punti di
riferimento, come direzioni da prendere per avvicinarsi alla musica vera e propria.
I termini ‘’classico’’ e ‘’romantico’’ come definizioni di periodi stilistici sono travagliati per due ragioni:
possiedono una varietà di significati molto più estesa di quella normale attribuita ad essi nell’ambito della
storia della musica; per l’antitesi tradizionale tra classico e romantico.
In realtà non si tratta di antitesi, tra i due stili è più rilevante la continuità che il loro contrasto.
Il significato di ‘’Romanticismo’’ in riferimento alla musica del 19 esimo secolo:
L’aggettivo romantico deriva dal termine romanzo, il cui significato letterario si riferisce ad un racconto o ad
un poema medievale che tratta eventi o personaggi eroici e scritto in una delle lingue romanze (cioè in uno
dei volgari derivati dal latino).
Per esempio i poemi medioevali che narravano le vicende di re Artù erano chiamati romanzi di re Artù.
Quando la parola romantico incominciò ad essere usata verso la metà del 19esimo secolo, essa trascinò con
sé la connotazione di qualcosa di remoto, leggendario, irreale, fantastico e meraviglioso,un mondo
immaginario ed ideale che contrastava con il mondo reale del presente.
Lo spirito romantico inizò a manifestarsi con l’inizio dell’interesse per uno scenario naturale pittoresco e
selvaggio e con la popolarità del giardino all’inglese in cui si aveva l’impressione che la vegetazione fosse
cresciuta in modo naturale e primitivo, invece di essere stata coltivata ed organizzata in forma artificiale.
Intorno alla metà del secolo fu la graduale trasformazione del significato di gotico che da termine dispregiativo
assunse il valore di un elogio, la gente inziò a scoprire le bellezze delle cattedrali medioevali e la complessità
di ogni loro dettaglio, così diverse dalla simmetria e semplicità dell’architettura classica.
Vi fu il sorgere della NOVELLA GOTICA es il Castello d’Otranto di Walpole.
Per il compositore romantico, la natura non fu esclusivamente un soggetto da descrivere, venne percepita
un’affinità tra la vita interiore dell’artista e la vita della natura, onde quest’ultima divenne non solo un rifugio
a anche una fonte di energia, ispirazione e di rivelazione.
L’Ottocento vide anche un rapido espandersi del metodo scientifico e della conoscenza esatta.
La musica id quel periodo viene spinta in un modo costante al di là dei limiti del razionale, verso l’inconscio e
il soprannaturale.
Trae i suoi soggetti dal mondo dei sogni come le Symphonie Fantastique di Berlioz o dal mito come nei drammi
di Wagner.
Anche la natura nell’immaginazione romantica è frequentata in continuazione da spiriti ed è ricca di misteriosi
significati.
Nel tentativo di trovare un linguaggio musicale capace di esprimere queste idee nuove e singolari, l’armonia,
la melodia e il colore orchestrale tendono a estendere il propri domini.
Per quanto riguarda la musica sacra, gli adattamenti musicali di testi liturgici più caratteristici del 19 esimo
secolo furono, come la Messa solenne di Beethoven, troppo personali e troppo vasti per essere adottati nelle
funzioni religiose ordinarie; si pensi al gigantesco Requiem ed al Te Deum di Berlioz, o al Requiem di Verdi.
I compositori romantici fornirono un’espressione alla generalizzate aspirazioni religiose inversioni non
liturgiche come ad esempio il Reequiem tedesco di Brahms, il Parsifal di Wagner e l’Ottava sinfonia di Mahler
Un vasto settore della musica romantica è percorso da istanze idealistiche che si potrebbero definire ‘religiose’
in senso vagamente panteistico.
4)un’altra area di conflitto nel 19 esimo secolo fu di carattere politico: era il conflitto tra la crea sita del
nazionalismo e la nascita di movimenti socialisti internazionalisti delineati nel manifesto del partito comunista
di Marx e Engels e nel Capitale di Marx.
Il NAZIONALISMO esercitò una forte influenza sulla musica romantica.
Furono accentuate le differenze tra i vari stili musicali nazionali e le canzoni popolari finirono con l’essere
venerate come l’espressione spontanea dell’anima nazionale.
Il Romanticismo musicale fiorì sopratutto in Germania sopratutto perché il sentimento nazionale di questo
Paese, che era stato per lungo tempo represso politicamente, doveva trovare un sbocco nella musica e nelle
altre forme d’arte.
Oltre alla concentrazione sulla musica nazionale vi era poi l’interesse per L’ESOTISMO e la simpatia per gli
idomini stranieri.
La musica dei grandi compositori romantici non restò confinata all’interno di ogni singola nazionale, il suo
messaggio era rivolto a tutta l’umanità ma i suoi idiomi erano nazionali a differenza dell’ideale 700 esco di un
linguaggio musicale cosmopolita, in cui le caratteristiche nazionali erano minimizzate.
LA BALLATA era un genere poetico coltivato in Germania su imitazione delle ballate popolari inglesi e scozzesi.
Le ballate consistevano in poemi piuttosto lunghi, in cui il dialogo si alternava alla narrazione in una trama
piena di avventure romantiche ed avvenimenti soprannaturali.
Ad esempio la Ballata del vecchio marinaio di Coleridge.
I compositori si impossessarono di una forma così adeguata ad una versione musicale.
Le ballate romantiche richiedevano un tipo di trattamento musicale diverso da quello del Lied breve, idilliaco
e strofico del 18 esimo secolo.
La loro lunghezza necessitava di una più ampia varietà di temi e tessiture e ciò richiedeva la presenza di
elementi che rendessero unitario l’intero lavoro, la musica doveva riuscire a catturare ed intensificare i
cambiamenti di stati d’animo e ad estendere il concetto di Lied sia nella forma che nel contenuto emotivo.
La parte pianistica, da semplice accompagnamento, assurse alla posizione di partner della voce, contribuendo
in egual misura a sostenere il significato della poesia.
Verso l’inizio del 19 esimo secolo, il Lied era divenuto un medium formale adatto alle massime capacità
espressive di ogni compositore.
FRANZO SCHUBERT proveniva da una modesta famiglia, suo padre era un uomo religioso e severo ma anche
cordiale e rispettabile, era insegnante a Vienna.
L’ambiente in cui il giovane Schubert visse era saturo di musica.
Nonostante fosse stato istruito per seguire la professione del padre, i suoi interessi erano indirizzati
interamente alla composizione.
La sua vita così tristemente breve, come quella di Mozart, illustra la tragedia di un genio oppresso dalle piccole
necessità e noie della vita quotidiana.
Senza un ampio riconoscimento pubblico, sostenuto solo dall’amore di qualche amico, costantemente in lotta
contro la povertà e la malattia, Schubert compose incessantemente.
Morì all’età di 31 anni e sulla sua pietra tombale era scritto ‘’La musica ha sepolto qui un ricco tesoro, ma
speranze ancora più belle’’.
L’opera di Schubert comprendeva 9 sinfonie, 22 sonate per pianoforte e una quantità di brevi pezzi per
pianoforte a due e quattro mani, circa 35 composizioni da camera, 6 messe, 17 lavori operistici e più di 600
Lieder.
I LIEDER di Schubert rivelano il talento che egli possedeva nel comporre stupende melodie.
Molte delle sue melodie conservano la semplicità e l’ingenuità della canzone popolare (La rosellina della
landa; Il tiglio, dove?; La trota); altre sono pervase d un’indescrivibile dolcezza e malinconia romantica (In riva
al mare, Il viandante, Tu sei la quiete); altre ancora sono di carattere declamatorio, intense e drammatiche
(Soggiorno, L’atlante, La giovane suora,Al postiglione Cronos).
Non ci sono stati d’animo o sfumature della sentimentalità romantica che non trovino un’espressione
spontanea e perfetta nelle melodie di Schubert.
Insieme alla melodia si aggiungeva una profonda sensibilità per il colore armonico.
Le modulazioni di Schubert, spesso ampie e complesse, che a volte comprendono lunghi passaggi in cui la
tonalità è tenuta in sospeso, sottolineano in questo modo molto intensamente le qualità drammatiche del
testo di un canto.
Una delle tecniche predilette da Schubert è la sospensione tra la forma maggiore e quella minore della triade
(Serenata e Cantare sull’acqua illustrano questa caratteristica).
Altrettanto particolari e geniali sono gli accompagnamenti del pianoforte nei Lieder si Schubert e spesso la
figurazione del pianoforte è suggerita da qualche immagine pittorica del testo.
Tali caratteristiche pittoriche non sono mai di carattere esclusivamente imitativo, sono delineate, nella
migliore maniera romantica, in modo da intensificare lo stato d’animo della canzone.
Ad esempio le pesanti ottave in terzine del Lieder ‘’Il re degli Elfi’ descrivono contemporaneamente il galoppo
del cavallo e l’ansia frenetica del padre quando corre attraverso la notte e la tempesta con il figlioletto
spaventato fra le braccia.
Schubert ha caratterizzato in maniera ineguagliabile i tre attori del dramma: il padre, l’astuto re degli Elfi e il
bambino spaventato, con le sue grida che salgono di un tono ad ogni ripetizione; l’arresto del movimento e la
linea finale in recitativo costituiscono una chiusa superbamente drammatica.
Molti Lieder di Schubert sono in forma strofica, con ripetizioni uguali della musica a ogni stanza o con
ripetizioni variate.
Altri, quelli su testi più lunghi, alterano lo stile arioso con quello declamatorio.
La forma per quanto complessa, sempre adeguata alle istanze della musica e della poesia.
Schubert per i suoi testi si accostò alle opere di molti e diversi poeti tra cui ad esempio Goethe.
Alcuni dei più belli di Schubert si trovano nei due cicli su poesie di Müller (es La bella mugnaia; Viaggio
d’inverno; Canto del cigno).
I testi scelti da Schubert costituiscono un materiale eccellente per il trattamento musicale anche se disuguale
nella qualità dal punto di vista letterario; la sua musica è capace di glorificare anche una poesia banale.
Furono moltissimi i compositori di lieder romantici ma il primo importante successore di Schubert in questo
campo fu Robert Schumann.
La musica di Schubert sebbene sia romantica per la sua qualità lirica e per il colore armonico, mantenne
tuttavia una certa serenità ed equilibro classici.
Con Schumann ci inseriamo nella corrente agitata del Romanticismo.
I Lieder si Schumann mancano del fascino genuino di quelli di Schubert, gli accompagnamenti sono di
particolare interesse.
La canzone di Schumann è meno dominata dalla melodia ed il commento del pianoforte contribuisce
moltissimo alla comunicazione del significato interiore della poesia.
Alcuni dei migliori Lieder di Schumann sono canzoni d’amore, nell’anno del suo matrimonio con l’amata Clara
Wieck egli scrisse più di cento Lieder compresi i due cicli ‘’Amore di poeta’’.
In queste opere il genio romantico di Schumann raggiunge la perfezione.
Il principale successore di Schumann fu BRAHMS per il quale il Lied si rivelò un medico congeniale e i cui lavori
del genere (oltre 260) furono scritti con costanza durante tutti i periodi della sua vita.
Egli arrangiò molte canzoni popolari tedesche, la semplicità di queste canzoni e l’attenzione a non sminuire la
melodia del canto originale con un accompagnamento troppo complesso sono sorprendenti.
Brahms affermò che la canzone popolare rappresentava il suo ideale e infatti molti dei suoi Lieder sono
esattamente di questo genere come il noto Ninna nanna.
Un simile interesse per il mondo popolare è evidente anche nelle due raccolte dei Lieberslieder Valzer, per
quartetto di voci soliste con accompagnamento di pianoforte a quattro mani.
Nella scrittura liederistica il modello di Brahms fu Schubert e una parte considerevole dei suoi Lieder sono
come quelli di Schubert, in forma strofica trattata piuttosto liberamente.
Tra questi troviamo: Vana serenata, Canzonetta del tamburino,Andando verso l’amata.
La musica di Brahms possiede un’armonia e una tessitura romantiche ma predomina il controllo, una certa
gravità classica ed uno spirito introspettivo.
Qualità espresse in modo chiaro in uno dei Lieder più conosciuti di Brahms, l’Ode saffica.
All’interno dello stile di Brahms, fondamentalmente meditativo, c’è spazio per l’espressione e la passione, più
efficace perchè evita gli eccessi e e viene tenuta costantemente sotto controllo.
Elementi essenziali dei Lieder di Brahms sono la melodia e il basso, lo schema tonale e la forma.
Gli accompagnamenti sono raramente pittorici e non vi sono molti preludi o postludi strumentali cosi
importanti nelle canzoni di Schumann.
E ancora, le parti pianisti che sono meravigliosamente variate nella tessitura, spesso tramite l’uso di una
figurazione d’arpeggio (Oh sapessi la via del ritorno) e di ritmi sincopati.
Ne sono esempi (Soldituine agreste, Sempre più lieve diviene il mio sonno, Al camposanto, La morte è la
fredda notte).
LA MUSICA SACRA:
Il 1800 non fu uno dei grandi secoli di musica sacra.
La migliore musica sacra cattolica è dovuta a Luigi Cherubini ed a Franz Schubert.
Da parte della Chiesa protestante e di quella anglicana vanno ricordati i salmi di Mendelssohn e gli Anthems
di Wesley.
Il Requiem e il Te Deum di Berlioz sono meravigliose composizioni religiose ma non musica per il servizio
religioso.
La loro natura è del tutto originale e romantica.
Sono delle sinfonie drammatiche per orchestra e voci che si ispirano poeticamente a testi che casualmente
sono liturgici,
La tradizioni a cui appartengono non è ecclesiastica ma laica e patriottica,
Il Requiem e il Te Deum sono entrambi lavori di ampie dimensioni, il Te Deum presenta una quantità minore
di esperimenti orchestrali sorprendenti rispetto al Requiem ma il suo stile è più maturo e il pezzo finale Judex
credersi è uno dei movimenti più emozionanti che siano stati scritti per coro ed orchestra.
Liszt scrisse nel suo ideale di musica sacra romantica la Messa Festiva e la Messa per l’incoronazione di
Francesco Giuseppe Re di Ungheria.
L’ideale di musica sacra romantica di Liszt univa il teatro e la chiesa, la composizione era allo stesso tempo
drammatica e sacra, maestosa e semplice, festosa e semplice, ardente e libera, agitata e calma, trasparente
e commuovente.
Il dualismo non fu mai tradotto in uno stile unitario nella musica sacra di Liszt.
Due compositori italiani, ROSSI e VERDI, diedero un contributo importante alla music sacra del 19 esimo
secolo.
Lo STABAT MATER di Rossini è una composizione seria e ben costruita, che contiene alcuni momenti di
eccezionale scrittura corale insieme a certe arie operistiche. La PICCOLA MESSA SOLENNE di Rossini è un altro
esempio interessane di musica sacra del 19 esimo secolo.
Il REQUIEM DI VERDI fu composto in memoria di Alessandro Manzoni, autore de I promessi sposi, il più famoso
romanzo italiano del 800.
Il Requiem è un lavoro immenso, profondamente commovente, intensamente drammatico e nello stesso
tempo di spirito profondamente cattolico - diversamente dal Requiem di Berlioz.
L’ORATORIO ROMANTICO fiorì soprattutto nei paesi protestanti come l’Inghilterra e la Germania e può essere
definito un dramma su soggetto biblico o sacro, ma come dramma libero dai vincoli della messa in scena
dell’epoca.
Può avere una vastità epica e meditativa che non sarebbe possibile in un’opera.
Alcuni esempi: Il giudizio universale di Spohr, il Christian di Liszt, Le beatitudini di Cesar Franck, San Polo e
Elisa di Mendelsshon, La leggenda di Santa Elisabetta di Liszt e L’infanzia di Cristo di Berlioz.
La più intesa efficacia dell’oratorio ottocentesco è posta nell’uso del coro, la sua derivazione dalla forma
stabilita da Händel.
Il REQUIEM TEDESCO DI BRAHMS per soprano e baritono solisti, coro e orchestra, presenta al posto del testo
liturgico della Messa da Requiem latina, brani biblici di meditazione e consolazione, in tedesco scelti dal
compositore stesso.
La musica di Brahms è ispirata da un profondo interesse per il destino mortale dell’uomo e per la sua speranza
nel Cielo; ma nel Requiem Tedesco questi pensieri solenni sono espressi con l’intensità propria del sentimento
romantico e rivestiti con ricchi colori dell’armonia 800 esca, sempre regolata da un’ampia architettura formale
e condotta da una capacità di discernimento infallibile per gli effetti corali e orchestrali.
MENDELSSOHN
Fu egli stesso un grande pianista e virtuoso.
Lo stile è galante e sensibile senza eccessivi passaggi di bravura.
Gli antenati musicali sono Mozart e Domenico Scarlatt.
Le sue composizioni per pianoforte comprendono concerti,sonate, preludi e fughe, variazioni e fantasie.
I preludi e le fughe sono una testimonianza dell’interesse di Mendelssohn per la musica di Bach.
La migliore composizione per pianoforte di Mendelsohn sono la SERIE DI VARIAZIONI in re minore op 54, di
spirito simile ma più brillanteè il Capriccio in fa diesis minore op 5.
I lavori più popolari per pianoforte sono i sei libri sotto il titolo di ‘’Romanze senza parole.’’
Il titolo stesso è tipicamente romantico, vi sono molti esempi diversi di brevi pezzi per pianoforte.
La sua musica ha un andamento sereno e armonico, i profili sono essenzialmente classici, imbevuti di colore
e sentimento romantici ma mai piàù che sfiorati dal pathos e dalla passione del Romanticismo.
SCHUMANN
Dopo gli studi universitari in giurisprudenza, si dedicò con entusiasmo a diventare pianista concertista ma una
lesione alla mano destra gli impedì di continuare su quella strada e così si rivolse interamente alla
composizione ed all’impegno critico sulla Nuova rivista di musica, da lui fondante a Lipsia e della quale fu
direttore.
I suoi saggi e le sue recensioni costituirono un importante spinta progressiva all’interno del movimento
romantico e fu uno dei primi a riconoscere il genio di Chopin e di Brahms.
Molte composizioni di Schumann sono per pianoforte, la fantasia in do maggiore op 17 e la sua serie di
variazioni intitolate Etude Sinfonici sono i suoi principali e più lunghi lavori.
Scrisse anche brevi pezzi di carattere che Schumann spessò raggruppò in cicli organizzati in modo libero sotto
il nome di Papillons,Carnaval, Kinderszenen e brevi pezzi interessanti per bambini sono raccolti nell’Album per
la gioventù pubblicato nel 1848.
Schumann non considerava la sua musica solo come struttura di suoni ma anche come un MEZZO PER
SUGGERIRE IMMAGINI POETICHE EXTRAMUSICALI o per trasferire nella musica forme e spunti letterari =
atteggiamenti tipicamente romantico.
La sua musica incorpora le profondità, le contraddizioni e le tensioni dello spirito romantico: essa è
alternativamente ardente e sognatrice, fantastica e visionaria, stravagante ed erudita.
Anche per Schumann l’influenza di Bach è evidente nel suo stile, Schumann studiava costantemente la musica
di Beethoven e Bach e uno dei suoi consigli ai giovani musicisti era di studiare attentamente le fughe dei
grandi maestri.
Il clavicembalo ben temperato il pane quotidiano per diventare un bravo musicista.
La musica pianisti a di Schumann non mirò mai ad impressionare l’ascoltatore esclusivamente attraverso
passaggi di bravura, essa è scritta in modo idiomatico per lo strumento e l’evento virtuosistico è sempre
subordinato all’idea poetica.
CHOPIN
Le composizioni di Chopin sono quasi esclusivamente per pianoforte.
L e principali opere sono: 2 concerti e pochi altri pezzi di notevoli dimensioni per pianoforte e orchestra, 3
sonate, 27 studi, 4 scherzi, 4 ballate, 24 preludi, 3 improvvisi, 19 notturni, numerosi valzer, mazurche e
polacche, una Barcolle in fa diesis maggiore, una Berceuse in re bemolle maggiore ed una Fantasia in fa
minore.
Sebbene dal 1831 Chopin vivesse a Parigi, non cessò mai di amare la Polonia, sua terra natale, e di soffrire
per le sventure di quel paese.
Le sue mazurche, pervase dai ritmi, dalle armonie, dalle forme e dai tratti melodici della musica popolare
polacca sono tra i primi migliori esempi di musica romantica spiritata dagli idiomi nazionali.
In particolare la quarta aumentata ‘’Lidia’’, caratteristica della musica popolare polacca è presente nei
primissimi lavori di Chopin.
In un certo sento, anche le sue polacche possono essere considerate un’espressione nazionale.
Dal momento che questa particolare forma era apparsa nella musica dell’Europa occidentale già ai tempi di
Bach, inevitabilmente, nel corso di oltre un secolo, essa aveva acquistato un carattere convenzionale; alcune
polacche di Chopin ardono ancora dello spirito cavalleresco ed eroico della sua terra natale - in particolare
quella in la bemolle maggiore op 53 e quella in fa diesis minore op 44.
La maggior parte dei pezzi di Chopin possiede un carattere introspettivo e all’interno di uno schema formale
definito riesce a suggerire la qualità dell’improvvisazione.
Tutti i suoi lavori richiedono all’esecutore non soltanto un tocco e una tecnica perfetti, ma anche un USO
PIENO DI FANTASIA DEI PEDALI e un’applicazione discreta del RUBATO, che Chopin descrisse come una
leggera accelerazione o un trattamento entro la frase nella parte suonata dalla mano destra, mentre
l’accompagnamento della mano sinistra continua in tempo rigoroso.
I notturni e gli improvvisi e i preludi sono le composizioni più intime e personali di Chopin,
Sia il nome che l’idea generale dei notturni derivano dal pianista e compositore irlandese John Field.
Nonostante Field abbia anticipato certi manierismi di Chopin, non poteva essere confrontato con la ricca
immaginazione armonica che sostiene così intensamente le linee liriche di Chopin come nel Notturno in mi
bemolle maggiore.
I PRELUDI furono composti tutti in una volta nel momento in cui Chopin era immerso più profondamente del
solito, nella musica di Bach.
Come i preludi nel Clavicembalo ben temperato, questi brevi e ben definiti ‘quadri sentimentali’ passano
attraverso tutte le tonalità maggiori e minori, se ne Chopin usi la successione restando nell’ambito di circolo
delle quinte (do maggiore-la minore; sol maggiore-mi minore e così via).
I tratti fondamentali dello stile di Chopin sono esposti in modo più completo nelle BALLATE e negli SCHERZI.
Egli fu sicuramente il primo compositore che attribuì ad un pezzo strumentale il nome di ballata, i suoi lavori
in questa forma (specialmente op 23 in sol minore e op 52 in fa minore) catturano il fascino e la passione
romantici delle ballate narrative del grande poeta polacco dell’Ottocento, Adam Mickiewicz, combinando
queste qualità con quei cambiamenti di armonia e di forma sempre nuovi che distinguono la musica di Chopin.
Tra gli scherzi,i principali sono lo Scherzo in si minore op 20 e lo Scherzo in do diesis minore op 39.
Gli scherzi di Chopin non presentano alcune traccia di quella gaiezza della connotazione originale; essi sono
lavori estremamente seri, energici ed appassionati, organizzati (come le ballate) in una forma compatta che
naturalmente cresce e si sviluppa a partire dalle idee musicali.
Allo stesso livello ma più vasta di contenuto è la Fantasia in fa minore op 49 e l’ultima grande opera di Chopin,
la Fantasia polacca op 61 in una forma ancora più libera che insieme alla sonata per violoncello op 65, è
orientata verso nuove direzioni che Chopin avrebbe senza dubbio esplorato se fosse vissuto più a lungo.
Gli STUDI di Chopin sono importanti punti di riferimento nella storia della musica pianistica.
Un’ETUDE, come indica il nome, è prima di tutto uno studio per lo sviluppo della tecnica; di conseguenza ogni
singolo studio, di regola, è rivolto ad un desiderio tecnico specifico ed è basato su di un unico motivo musicale.
Gli etudes di Chopin sono eccezionali studi di tecnica e nello stesso tempo dei poemi sinfonici estremamente
concentrati; hanno tutti un significato preciso.
La BERCEUSE op 57 è come un notturno fiorito sulle armonie insistenti di tonica e dominante mentre la
BARCOLLE op 60 mostra il trattamento, in una forma ampia, di temi lirici con un’ornamentazione molto
elaborata.
Le SONATE in si bemolle minore op 35 e in si minore op 58 sono sonate in senso romantico con una notevole
diversità stilistica tra i movimenti e sono lavori drammatici e commuoventi.
I concerti in mi minore op 11 e in fa minore op 21 presentano stupende scritture pianisti che specialmente
nei movimenti lenti ma l’rochestrazione è confusa e l’effetto totale è di un pianoforte solo con un
accompagnamento ed interludi dell’’orchestra piuttosto che un rapporto paritario tra i due componenti il
concerto.
FRANZ LISZT
La sua vita fu una delle più brillanti del periodo romantico.
Nato in Ungheria, figlio di un ufficiale al servizio del principe, egli studiò pianoforte con Czerny a Vienna ed
all’età di 11 anni incominciò una brillante carriera di concertista-virtuoso che continuò con poche interruzioni
fino al 1848.
Durante la maggior parte di questi anni Liszt visse a Parigi dove fu direttore di corte a Weimar e dove
incoraggiò il movimento romantico.
Alla sua fama di pianista e di direttore d’orchestra si aggiunse quella di compositore, insieme agli onori
tributatigli dalle città e dai sovrani di tutta Europa e il fascino di numerose relazioni amorose con dame
altolocate.
Nel 1861 si trasferì a Roma dove prese gli ordini minori della Chiesa; il resto della sua vita fu diviso tra Roma,
Weimar e Budapest.
Molti fattori diversi contribuirono alla formazione del suo stile, il primo fu l’eredità ungherese, evidente non
solo nelle sue composizioni basate ed ispirata dalle melodie nazionali, ma anche nel suo temperamento
ardente, dinamico e impulsivo. A questa premessa si sovrapposero la giovanile educazione tedesca ricevuta
a Vienna, la forte influenza del Romanticismo letterario parigino e il suo ideale di musica a programma affine
a quello rappresentato da Berlioz.
Il suo stile pianistico fu impostato su quello di Chopin, dalla cui musica più tardi acquisì il repertorio di effetti
pianistici, arricchendolo di sua mano come pure la qualità delle sue melodie liriche, la caratteristiche
esecuzioniale del rubato e le sue innovazioni armoniche, che poi si svilupparono ulteriormente.
Una parte degli ultimi lavori contiene sorprendenti accordi e modulazioni d’avanguardia per quei tempi.
A Parigi lista cadde sotto l’incantesimo di una delle figure più ipnotiche ed insieme di uno dei più grandi artisti
della musica del 19 esimo secolo, il violinista italiano Niccolò Paganini.
Stimolato dal favoloso virtuosismo tecnico di Paganini, Liszt decise di realizzare consimili miracoli al
pianoforte, e spinse la tecnica dello strumento ai suoi estremi limiti, sia nelle proprie esecuzioni che nelle sue
composizioni.
La figura di Liszt appare investita da un curioso dualismo in relazione alla musica sacra e che forse rappresenta
una caratteristica del temperamento romantico: egli fu un virtuoso magniloquente ma fu anche un amico,
generoso ed altruista, nei confronti degli altri artisti e possedette una disposizione al sentimento religioso che
deve essere considerata genuina.
Una parte considerevole della musica pianistica di Liszt consiste in TRASCRIZIONI o ARRANGIAMENTI- fantasie
su arie operistiche, trascrizioni di canzoni di Schubert e di sinfonie di Berlioz e di Beethoven, di fughe per
organo di Bach, brani tratti dai drammi musicali di Wagner.
L’utilità che questi pezzi hanno avuto ai loto tempi non deve essere sottovalutata, essi fecero conoscere
musica importante a molta gente e che aveva poche o nessuna opportunità di venire a contatto con i lavori
originali e il trasferimento che Liszt realizzò della scrittura orchestrale nella musica per pianoforte rivelò nuove
possibilità per quello strumento.
Un’altra categoria della musica pianista di Liszt comprende composizioni liberamente adattate sui motivi
nazionali; le principali sono le 19 RAPSODIA UNGHERESI.
I temi e i motivi attingevano dalla musica gitana considerata rappresentativa di elementi folkloristici autentici.
Per pianoforte e orchestra Liszt scrisse i due concerto (in mi bemolle maggiore e in la maggiore), una Fantasia
ungherese e il Totentanz (Danza macabra).
I suoi studi per pianoforte comprendono i formidabili ‘’12 Etudes d’esecuzione trascendente.’’
Altre serie di studi sono la trascrizione per pianoforte dei sei capricci per violino solo di Paganini (tra i quali La
Campanella) e i tre Etudes da concerto.
La varietà dell’immaginazione poetica di Liszt si è manifestata in molti suoi brevi pezzi per pianoforte come le
Consolazioni e le armonie poetiche e religiose.
Lavoro ampio e importante è la Sonata in si minore in cui vengono sviluppati quattro temi in un unico vasto
movimento che mantiene suddivisione analoghe alle sezioni di un movimento di sonata classica.
L’intera sonata è una delle composizioni per pianoforte più importanti del 19 esimo secolo è una realizzazione
particolarmente riuscita del PRINCIPIO DI SVILUPPO CICLICO caratteristico del poema sinfonico.
In alcuni dei suoi ultimi lavori lista fece degli esperimenti nella direzione dell’impressionismo, fu uno dei primi
compositori ad adottare frequentemente le triadi aumentate.
Liszt scrisse anche una dozzina di composizioni per organo tra cui le più importanti sono la grande ‘’Fantasia
e fuga’’ su di un tema corale di Meyeberbeer, ‘’Il profeta’’ e ‘’Un preludio e fuga sul nome di Bach.’’ = cioè su
un tema che inizia con il motivo cromatico B,A,C,H lettere che intedesco indicano le note si bemolle,la, do, si
bequadro.
BRAHMS:
Lo stile pianistico di Brahms prende i suoi modelli da Schumann e Beethoven.
Tecnicamente è caratterizzato da ricchezza di sonoirtà, da figurazioni su accordi spezzati, da un frequente
raddoppio sulla linea melodica in ottave, terze o seste, e da un suo notevole di ritmi divergenti.
Possiede la ricchezza armonica, il valore e l’emotività del Romanticismo ma le concezioni fondamentali che
dominano il linguaggio sono essenzialmente più classiche.
I lavori di Brahms per pianoforte comprendono 2 concerti, 3 sonate,diverse serie di variazioni e circa 35 pezzi
più brevi aventi titoli come ballata, rapsodia, capriccio o intermezzo.
Tra i lavori più ampi i principali sono i concerti, la sonata in fa minore, le Variazioni e fuga su un tema di Händel
e le difficili Variazioni su un tema di Paganini.
L’importanza della variazione per Brahms è una dimostrazione della sua predilezione verso i principi classici.
Brahms evita i titoli descrittivi adottati da Schumann e da Liszt; egli non fu interessato all’ideale romantico
della musica a programma e in generale alle tendenze estreme del Romanticismo.
I suoi 11 preludi corali per organo, in cui è evidente un legame diretto con il passato, furono scritti durante gli
ultimi anni della sua vita e restano le composizioni più belle nel genere dell’epoca di Bach.
La caratteristica di Brahms è che egli tentò di inserire le conquiste del Romanticismo in una struttura
essenzialmente classica.
LA MUSICA DA CAMERA:
Lo stile della musica da camera non fu congeniale ai compositori romantici perchè era privo di quella
espressività intima e personale tipica del pezzo per pianoforte o del Lied e perchè non possedeva i colori vivaci
e il suono imponente della musica orchestrale.
I compositori per eccellenza romantici come Berlioz, Liszt e Wagner non hanno scritto musica da camera
mentre i migliori lavori del 1800 in questo campo siano stati proprio di quei compositori che avevano più
affinità con la tradizione classica prevalentemente Schubert e Brahms ma anche Mendelssohn e Schumann
sebbene ad un grado inferiore.
I primi quartetti di Schubert, modellati su quelli di Mozart e di Haydn : mi bemolle maggiore è un lavoro di
purezza classica; con il quartetto in mi maggiore schubert definisce il suo stile, cioè quella combinazione di
calore della sonorità e chiarezza della linea.
Il lavoro più popolare fu il Quintetto della trota per pianoforte e archi.
Altri importanti quartetti sono: in la minore D804 è un’effussione di tristezza e ricco di esempi del tipico
andamento schubertiano e di stupende modulazioni, in re minore D810 è più cupamente serio,inteso
sentimentalmente e all’interno dell’unità sostenuta del quartetto nel suo insieme, ogni movimento presenta
una varietà di idee tematiche sviluppate con grande abilità ed intelligenza contrappuntistica; e in sol maggiore
D887 è di dimensioni più ampie rispetto agli altri e la sua forma è perfetta, è uno degli esempi più notevoli
della tipica tecnica scheletrica a di alternare le forme maggiori minori della triade, che riappaiono poi invertite
e con colore diverso nella ripresa.
Il capolavoro di Schubert nell’ambito della musica da camera è il Quintetto per archi in do maggiore, lo
strumento aggiunto è un secondo violoncello e da questa combinazione Schubert ottiene alcuni degli effetti
sonori più raffinati della musica romantica.
Il Quintetto possiede il profondo lirismo, la maestria contrappuntistica, lunghe linee melodiche e la ricchezza
di invenzione armonica che caratterizzano le ultime sonate per il pianoforte.
Il finale è in uno stile popolare che allenta la tensione accumulata nei primi tre movimenti.
La musica da camera di:
MENDELSSOHN: comprende quartetti per archi, quintetti, un ottetto,trii per pianoforte, sonate per pianoforte
e violino e altri arrangiamenti.
Mendelssohn scrisse nelle forme classiche ma la sua disposizione romantica si realizza nel colore sonoro della
sua musica da camera.
I temi sono cantabili ed attraenti, la scrittura idiomatica e vigorosa.
SCHUMANN:
I principali lavori comprendono i quartetti che rivelano l’influenza di Beethoven.
Il terzo quartetto in la maggiore è un lavoro intensamente romantico e possiede un movimento lento
particolarmente bello.
Il quintetto con pianoforte è uno splendido esempio dello stile maturo del compositore romantico.
BRAHMS:
Tra i composito di musica da camera del 19 esimo secolo, Brahms si eleva come figura gigantesca, il vero
successore di Beethoven sia in questo campo che nella sinfonia.
I ricordiamo il grande Quintetto per archi e pianoforte in fa minore op 34 A.
Un altro esempio di combinazione di un idioma dalla tiiche espressioni e sonorità romantiche con forme ben
radicate nella pratica classica è il Trio op 40 per pianoforte, violino e il corno naturale senza cilindri.
I lavori hanno le caratteristiche in comune con gli ultimi quartetti e sonate per pianoforte di Beethoven: le
idee musicali possiedono una purezza definita astratta unicamente perchè ritenuta così concretamente
musicale da non poter essere descritta con nessun altro mezzo; le tessiture sono contrappuntistiche in modo
uniforme, e le forme sono tratte con libertà.
Tra la musica da camera rientrano le sonate per strumento singolo e pianoforte.
LE SINFONIE DI:
SCHUBERT:
La principale è L’incompiuta in si minore e la Sinfonia in do maggiore detta la Grande che sono un esempio
dell’originalità armonica caratteristica del suo stile.
Un nuovo elemento è il suo sentimento per il timbro orchestrale.
L’incompiuta può essere definita la prima sinfonia veramente romantica.
Come nella musica da camera le sue influenze furono quella di Haydn,Mozart,Cherubini e del primo
Beethoven e anche Rossini.
Tutte le sinfonie di Schiller possiedono forme classiche regolari.
Esse sono romantiche unicamente in virtù della musica, del suo lirismo e delle sue affascinanti escursioni
armoniche e dei suoi colori.
Con MENDELSSOHN entriamo nel regno dei paesaggi romantici.
Le due sinfonie più importanti portano un sottotipo di carattere geografico infatti la Quarta ‘’l’Italiana’’ in la
maggiore, la Terza ‘’Scozzese’’ in la minore.
In queste opere Mendelssoh ricorda alcune impressioni tipiche del Romanticismo tedesco, sia del Sud che del
Nord: il Sud, luminoso e vibrante mentre il Nord grigio e fosco.
In entrambe le sinfonie i temi melodiosi vengono adattati con grande abilità alle forme classiche regolari.
Le quattro parti della Sinfonia Scozzese son ben collegate.
I quattro movimenti sono predisposti per essere eseguiti senza interruzioni.
La peculiarità del genio di Mendelssohn è evidente proprio nella capacità di caratterizzazione per il
paesaggismo musicale .
Tra le sinfonie di SCHUMANN ricordiamo quella la sinfonia della primavera in si bemolle maggiore.
La musica è fresca, spontanea, brulicante di temi romantici e condotta con energia ritmica.
Come nella sinfonia Scozzese di Mendelssohn i quattro movimenti della Sinfonia in re minore oppure 120,
devono essere eseguiti senza interruzione.
La seconda sinfonia in do maggiore è quella più classica tra le sue sinfonie, la terza è detta Sinfonia Renana è
vagamente programmatica e contiene alcuni caratteristici temi tipicamente vigorosi.
Il principale lavoro orchestrale di Schumann è l’ouverture delle musiche di scena composte per il Manfred di
Byron.
Nelle sue sinfonie mirava a scrivere musica pura, il suo ideale era Beethoven ma nel complesso non riuscì a
raggiungere la larghezza lineare e l’organico unità dello stile sinfonico classico.
La bellezza delle sinfonie di Schumann risiede nei particolari e nell’ardore del loro spirito romantico.
Le QUATTRO SINFONIE DI BRAHMS sono classiche sotto diversi aspetti: esse sono stese nel consueto schema
in quattro movimenti,ognuno dei quali ha una forma simile al modello classico; adottano le tecniche classiche
del contrappunto e dello sviluppo tematico e hanno un programma specifico ma temporalmente sono
romantiche nel loro idioma armonico, nella loro sonorità orchestrale senza e multicolore e in altre
caratteristiche più generali del linguaggio musicale.
Si può affermare che le sinfonie di Brahms siano una sintesi tra Classicismo e ROmanticismo: lo stile di Brahms
è coerente e particolare ed all’interno di esso possono distinguersi vari elementi tra cui: ampiezza della linea
melodica lirica, un carattere quasi di ballata di singolarità romantica ed un rispetto per la tradizione che
denota un’avversione per l’approccio individualistico ala musica di Berlioz e di Liszt.
Per Brahms non era necessaria l’ispirazione: le idee dovevano essere ponderate e condotte ad una forma
finale perfetta.
SCHEMA SINFONIE CLASSICHE: introduzione, Allegro in forma sonata, andante, scherzo.
Brahms rispondeva ad una tendenza generale del suo tempo.
LA freschezza infantile e l’ardore giovanile del Romanticismo si spensero insieme verso la metà del secolo, il
periodo degli eccessi era finito, è evidente un ritorno alla disciplina e una rivalutazione dell’ordine e della
forma negli ultimi lavori dei compositori.
Le sinfonie di Brahms illustrano il nuovo orientamento.
La PRIMA SINFONIA è la più romantica e prende spunto dalla Quinta di Beethoven.
È l’unica in cui viene adottata la formula di ‘’lotta’’ (in minore) che conduce al ‘’trionfo’’ (in maggiore).
Altre caratteristiche romantiche sono lo schema tonale, la ricorrenza del tema cromatico d’apertura nel
secondo e nel quarto movimento, le due solenni introduzioni lente delle quali i contorni emergono
gradualmente come le montagne quando le nuvole si alzano; il phatos commuovente del movimento lento,
con un’irruzione di armonie minori all’interno del tema e la solenne frase corale di quattro battute per
tromboni e fagotti che appare una volta ancora in fortissimo al culmine dell’Allegro.
La SECONDA SINFONIA ha un carattere tranquillo e pastorale.
La TERZA SINFONIA è stata definita ‘L’Eroica’ di Brahms.
Le battute d’apertura offrono un’illustrazione chiara di un tratto caratteristico del suo trattamento armonico:
la relazione incrociata tra le forme in minore e quelle in maggiore della triade di tonica.
Nella QUARTA SINFONIA il finale è scritto in forma inconsueta: una passacaglia o ciaccona, costituita da 32
variazioni e una breve coda sopra un tema ostinato di otto battute.
Rientra nell’interesse i di Brahms per la variazione, una delle forme più antiche di struttura musicale.
La rivalutazione della variazione barocca su un ostinato nella Quarta Sinfonia è un’ulteriore dimostrazione di
quel sentimento brahmsiano di affinità spirituale col passato; ma le forme antiche vengono impregnate di
colore e passione romantici.
ITALIA:
La storia dell’opera italiana del 19 esimo secolo può essere considerata come l’evoluzione di una tradizione
radicata nella vita della nazione.
L’Italia fu meno suscettibile alle seduzioni del movimento romantico, i suoi compositori non furono subito
tentati di intraprendere esperimenti nuovi e radicali.
Gli elementi romantici penetrarono nell’opera italiana in modo graduale e non intensamente come in
Germania e in Francia.
L’Opera fu l’unica risorsa musicale importante in Italia e quindi il genio della nazione era fortemente
concentrato su questo genere e tendeva a incoraggiare un atteggiamento conservatore.
La distinzione tra opera serie e opera buffa fu mantenuta quasi fino alla metà del nuovo secolo e poi iniziarono
ad apparire segni di cambiamento dapprima nell’opera seria.
In Italia L’OPERA SERIA presto accolse un’espansione della gamma dei colori orchestrali idovuta all’aumento
dei legni e dei corni, l’assegnazione di un ruolo più importante all’orchestra e u uso più esteso dei cori.
GIOACCHINO ROSSINI fu l principale compositore italiano dell’inizio del 19 esimo secolo, era dotato di talento
per melodia e di un gusto per gli effetti scenici che lo condussero velocemente al successo.
Compose in Italia 32 opere e 2 oratori, cantate, sinfonie ed altri lavori strumentali.
Tra le sue migliori opere serie vanno ricordate: Tancredi, Otello e La donna del lago.
L’opera comica fu congeniale a Rossini ad esempio: ‘’La scala di seta’’, ‘’L’Italiana in Algeri’’,’’La cenerentola’’,
‘’ La Gazza ladra’’.
Il suo capolavoro, ‘’Il Barbiere di Siviglia’’, si situa insieme alle ‘’Nozze di Figaro’’ di Mozart e al ‘’Falstaff’’ di
Verdi, tra gli esempi più alti dell’opera comica italiana.
Nello stile di Rossini si combinano insieme un flusso melodico inarrestabile, ritmi pungenti, fraseggio chiaro,
una struttura del periodo musicale ben modellata ed a volte del tutto inconsueta, una tessitura semplice,
un’orchestrazione limpida e uno schema armonico originale.
Egli rivela insieme ad altri compositori del primo 800, una passione per introdurre a tonalità sulla mediante
in stretta giustapposizione con quella sulla tonica.
La combinazione di una bella melodia con l’intuito e con la caratterizzazione comica è evidente nell’aria
famosa ‘’Una voce poco fa’’ del Barbiere di Siviglia.
È cantata da Rosina che ricorda quando il Conte d’Almaviva nelle vesti di Lindoro, un povero giovane
romantico, le aveva fatto una serenata.
Ella, nella sezione dell’Andante, decide di conquistarlo, nel Moderato poi si vanta di essere docile e facile da
trattare fino a quando non venga ostacolata, nel qual caso morde come una vipera.
L’Andante attinge allo stile del recitativo con accompagnamento orchestrale, con i suoi ampi salti, note
ripetute in parlando, e volate a cascata della voce, mentre l’accompagnamento presenta accordi in funzione
di contrapposizione.
Quando Rosina rivela di volersi sbarazzare del suo vecchio tutore,il dottor Bartolo che vuole sposarla, i violini
la scherniscono con abbellimenti.
Il moderato è un’aria di bravura.
Quando Rosina dopo essersi vantata di avere cento trappole da adottare, ritorna a parlare della sua docilità,
l’intera orchestra sembra deridere la sua illusione.
Una tecnica semplice ma efficace, usata nei concertati è il CRESCENDO: ottenuto facendo crescere
l’eccitazione per mezzo di molte ripetizioni di frase, ogni volta con l’intensità maggiore e partendo con una
nota più acuta ad esempio nell’aria ‘’ La calunnia’’ de Il barbiere di Siviglia.
Ricordiamo anche l’opera comica ‘’Il conte Ory’’ e il grand operà ‘’Guglielmo Tell’’.
Quest’ultima opera costituì per Rossini il momento di avvicinamento più prossimo al Romanticismo, e la sua
naturale antipatia per le nuove dottrine romantiche può essere una delle ragioni per cui egli volutamente
mise dine alla sua carriera operistica ma la sua figura dominò l’opera italiana per tutta la prima metà del
secolo.
Rossini rappresentò la convinzione italiana profondamente radicata che un’opera è essenzialmente la più alta
manifestazione di un’arte del canto intentamente coltivata, e che il suo scopo principale è divertire e
commuovere l’ascoltatore attraverso una musica melodiosa, non sentimentale, spontanea e in tutti i significati
del termine, popolare.
Questo ideale nazionale fu importante nel periodo romantico.
GAETANO DONIZZETTI:
Uno dei compositori italiani più attivi che oltre a circa 70 opere, compose quasi 100 liriche, diverse sinfonie,
oratori, cantante, musica da camera e musica sacra.
I suoi lavori più duraturi furono:
-le opere serie: ‘’ Lucrezia Borgia’’,’’Lucia di Lammermoor’’,’’Linda di Chamounix’’,’’;
-l’opera comica ‘’La figlia del regimiento’’;
-le opere buffe ‘’L’elisir d’amore’’ e ‘’Don Pasquale’’ (può essere paragonabile al Barbiere di Siviglia).
Le sue opere comiche superano la prova del tempo più delle sue opere serie.
Il carattere rudimentale, primitivo e impulsivo della sua musica si adatta alla rappresentazione di situazioni
crude e drammatiche.
Donizzetti fu il precursore storico immediato di Verdi; essi ebbero in comune una fiducia implicita nel gusto e
nel giudizio del pubblico italiano e il loro lavoro è profondamente radicato nella vita del popolo.
VINCENZO BELLINI:
Il catanese Bellini in confronto può essere considerato l’aristocratico del suo tempo.
Le principali opere, tra le dieci che scrisse (tutte serie), sono ‘’La Sonnambula’’,’’La Norma’’, e ‘’I Puritani’’.
Lo stile è di una estrema raffinatezza lirica; l’armonia è delicata e le melodie espressive possiedono un respiro,
una flessibilità formale, una indubbia eleganza di curva e una elegiaca sfumatura sentimentale che possono
essere associate ai notturni di Chopin.
Queste qualità sono esemplificate nella cavatina ‘’Casta Diva’’ che Norma, l’Alta Sacerdotessa dei Druidi, canta
implorando la loro casta dea di rappacificarli con i Romani.
La melodia sembra cercare continuamente un momento di riposo ma invece si muove verso livelli di suspence
ed eccitazione sempre più elevati.
Il coro sullo sfondo fa da eco alla sua preghiera, mentre Norma intona un passaggio di alta coloritura al di
sopra di esso.
La cavatina lirica è seguita da una cabaletta, un’aria energica e ritmicamente precisa, cantata dallo stesso
personaggio.
A fianco del formalismo di questa successione, Bellini interrompe l’introduzione orchestrale con un recitativo
accompagnato.
È proprio questo recitativo a far nascere il dubbio terribile nella coscienza di Norma poichè quando il coro
grida ‘’A morte il Proconsole’’ ella sa di non potere stare completamente dalla loro parte: il proconsole romano
Pollione è segretamente il padre dei suoi due figli e sebbene egli l’abbia abbandonata per una delle sue
sacerdotesse, Norma desidera fortemente il suo ritorno.
Quando la folla continua ad imprecare contro i Romani, Norma prega a Pollione che possa tornare da lei.
La musica marziale e aggressiva che circonda il suo lirismo riassume il momento critico che ella sta per
affrontare ed allo stesso tempo serve a condurre la scena verso una chiusura brillante.
Nei lavori di Donizetti e Bellini si possono distinguere alcune influenze, in generale del Romanticismo e in
particolare dell’opera francese, come anche l’apparizione di un altro genere, L’OPERA SEMISERIA = una trama
seria modificata da uno scenario e da un sentimento romantico.
Di questo tipo sono la ‘’Linda di Chamounix’’ di Donizetti e ‘’La Sonnambula’’ di Bellini.
I soggetti per tali opere furono attinti sempre più e dalla letteratura romantica invece che dalle antiche fonti
letterarie classiche come era avvenuto nell’opera seria.
L’influenza romantica è più evidente nei libretti italiani di questo periodo, con Bellini si manifesta nella
generale soggettività del sentimento piuttosto che nei particolari.
GIUSEPPI VERDI:
Ad eccezione del Requiem e di pochi altri adattamenti musicali di testi sacri, di qualche canzone e di un
quartetto d’archi, tutti i lavori di Verdi pubblicati furono scritti per la scena.
Verdi non si distaccò mai dal passato e neppure intraprese esperimenti radicali in sintonia con le nuove teorie;
la sua evoluzione era rivolta al perfezionamento di ciò che si era prefisso e della tecnica ed alla fine egli
condusse l’opera italiana ad un livello di perfezione che non fu più superato.
Il conflitto tra l’individualità dell’artista e la società non si verificò in Italia.
L’unico elemento fondamentale romantico che interessò la musica italiana fu il nazionalismo e in questo senso
Verdi fu inflessibile.
Egli credeva di tutto cuore che ogni nazione dovesse coltivare il genere di musica che aveva avuto origine in
essa; mantenne un’indipendenza risoluta nel suo tale musicale e deplorò l’influenza delle idee straniere
(sopratutto tedesche) nel lavoro dei suoi connazionali più giovani.
Una buona parte delle sue prime opere comprende cori che nascondevano appelli infiammati al patriottismo
dei suoi connazionali che lottavano per l’unità nazionale e contro la dominazione straniera durante gli anni
agitati del Risorgimento; la popolarità di Verdi crebbe ulteriormente quando il suo nome divenne un simbolo
patriottico ed il motto:’’VIVA VERDI’’ per i patrioti italiani stava per ‘’VIVA VITTORIO EMANUELE RE D’ITALIA’’.
Un tratto di Verdi più profondamente ed essenzialmente nazionale fu il suo fermo aderire ad un ideale di
opera come dramma umano (in contrasto con l’enfasi della Natura romanticizzata e del simbolismo mitologico
della Germania) da trasmettere con il mezzo di una melodia semplice, diretta e vocalmente solistica. (In
contrato con l’esuberanza del coro e dell’orchestra della grand operá Francese).
A parte l’influenza di Beethoven e il debito con i suoi predecessori Donizetti, Bellini e Rossini, verdi imparò
molto dall’armonia e dall’orchestrazione di Meyerbeer.
Per Verdi qualsiasi influenza, prima di essere accettata doveva essere completamente assimilata fino a
divenire parte del suo stesso linguaggio.
La vita creativa di Verdi può essere divisa in tre periodi: il primo culminante con ‘Il Trovatore’’ e ‘La Traviata’’,
il secondo con ‘’L’Aida’’ e l’ultimo con ‘’l’Otello’’ e il ‘’Fastaff’’.
I soggetti adattati dai suoi librettisti provenivano per la maggior parte da vari autori romantici = Schiller
(Giovanna d’Arco,Don Carlos), Victor Hugo (Rigoletto),Dumas figlio (La Traviata),Scribe (I vespri siciliani, Un
ballo in maschera) o da drammaturghi spagnoli (Il Trovatore,La forza del destino); da Shakespeare, oltre al
Macbeth, derivarono i libretti delle ultime due opere, abilmente arrangiati dall’amico di Verdi, il poeta e
compositore Boito; Aida fu costruita su una trama abbozzata da un egittologo francese,Mariette, quando a
Verdi fu commissionata la composizione di quell’opera.
I requisiti principali che Verdi richiedeva a un libretto erano: situazioni intensamente emozionali, contrasti e
velocità d’azione, la credibilità non era un problema.
Di conseguenza le trame sono per la maggior parte, melodrammi violenti e drammatici, affollati di personaggi
inverosimili e di coincidenze assurde, ma con abbondanza di opportunità per melodie e ritmi eccitanti,
vigorosi e violenti che sono caratteristici del primo stile di Verdi.
È tipica la divisione in 4 parti fondamentali o in 4 atti o in 3 atti con un prologo o in tre atti suddivisi in scene
in modo tale da avvicinarsi a una divisione in quattro; la seconda e la terza parte hanno insiemi e concertati
finali di rilievo, di norma esiste un lungo duetto nella terza parte, mentre la quarta si apre spesso con una
preghiera o con una meditazione per un solista (preferibilmente l’eroina) spesso accompagnato dal coro.
Tra le prime opere: il ‘’Nabucco’’ che presenta un’eccezionale scrittura corale come pure ‘’I Lombardi’’,
‘’Giovanna d’Arco’’ e ‘’La Battaglia di Legnano’’.
‘’Il trovatore’’ è uno dei lavori più popolari di Verdi.
Nelle opere del secondo periodo a partire dalla ‘’Luisa Miller’’, i personaggi sono descritti con maggiore
profondità psicologica e l’emozione nella musica diventa, più raffinata.
La caratterizzazione,l’unità drammatica e l’invenzione melodica si congiungono nel capolavoro ‘Rigoletto’’.
‘’La Traviata’’ è pervasa da uno spirito più intimo ed è notevole per l’apparizione di un nuovo tipo di melodia,
un arioso flessibile, espressivo e semi declamatorio che Verdi sviluppò ancora nell’Otello.
‘’I Vespri siciliani’’ e ‘’Don Carlos’’rappresentate per la prima volta a Parigi, furono due esperimenti di Grand
Operá.
Tra le due ebbe più successo Don Carlo, che contiene scende drammatiche di grande potenza ed alcuni effetti
armonici ed orchestrali interessanti, tipici dello stile maturo di Verdi.
In ‘’Un ballo in maschera’’ e ‘’La Forza del Destino’’ vengono introdotti ruoli comici.
Entrambe queste opere adottano una tecnica abbastanza comune nel 19 esimo secolo e che Verdi aveva già
sperimentato nel Rigoletto: il ricorrere di uno o più temi e motivi caratteristici nei punti cruciali della vicenda,
allo scopo di raggiungere l’unità drammatica e musicale.
‘’L’Aida’’ combina la qualità eroica del grand operá ad una solida struttura drammatica, una viva definizione
dei caratteri dei personaggi, un Photoshop e una ricchezza di colore melodico, armonico ed orchestrale.
‘’Otello’’ fu l’ultima opera di Verdi, è stato concepita dopo un lungo periodo di pausa del compositore e
sembra diverso dalle opere precedenti, sopratutto nella continuità quasi completa della musica all’interno di
ogni atto.
Ma a un’osservazione più attenta l’opera rivela ancora la presenza dello schema tradizionale dell’opera
italiana con gli assolo,i duetti, gli insiemi e i cori; la continuità è raggiunta tramite transizioni sottilmente
risolte.
Il libretto prende forma da un efficace dramma umano che la musica penetra, sostiene ed esalta ad ogni
istante.
Il linguaggio armonico e l’orchestrazione sono freschi ed essenziali e non prevaricano mai sulla funzione
espressiva della melodia ne offuscano le voci.
L’evoluzione dello stile di Verdi:
OTELLO = fu il coronamento dell’opera tragica italiana,
FASTALFF = dell’opera comica.
In entrambe è contenuta l’essenza dell’opera italiana, dalla lunga tradizione che si estende da Monteverdi
attraverso Stefanni,Scarlatti,Hasse,Mozart,Rossini e si arricchisce di nuovi elementi derivati dal Romanticismo,
ma un romanticismo purificato dalla limpida intelligenza e dal giudizio sensibile di Verdi.
Come Otello diede una forma nuova alla melodia lirica e drammatica, cosi Falstaff trasfigurò l’elemento
caratteristico dell’opera buffa, il concertato.
Condotta su un sottofondo orchestrale agile, ben costruito e infinitamente variato, la commedia raggiunge
velocemente i momenti culminanti nei gran finali, sia nel secondo che nel terzo atto.
Sembra che Verdi stia facendo una satira dell’intero secolo romantico, compreso se stesso.
L’ultima scena culmina con una fuga sulle parole ‘’tutto nel mondo è una burla!’’.
In tutte le opere di Verdi, dal ‘’Nabucco’’ al ‘’Falstaff’’ vi è u un elemento costante: la combinazione di
un’emotività primitiva,essenziale con una franchezza, una chiarezza e una fondamentale semplicità di
espressione.
Lo spirito di Verdi è sostanzialmente più classico che romantico, il suo classicismo è ottenuto non al modo di
Brahms trionfando sul Romanticismo ma quasi ignorandolo.
Il rapporto di Verdi col Romanticismo può essere indicato dal contrasto tra il suo atteggiamento e quello dei
romantici dei Paesi settentrionali verso la natura.
La descrizione dell’ambiente naturale nelle opere di Verdi è coincisa,suggestiva, quasi formalizzata, simile ai
paesaggi dei quadri rinascimentali- ad esempio, la musica della tempesta nel Rigoletto e nell’Otello oppure
l’atmosfera esotica nell’Aida.
Il suo atteggiamento nei confronti della natura non è assolutamente sentimentale. Tutto il suo interesse è
concentrato sull’umanità; la natura esiste per essere usata e non adorata.
Verdi è l’unico compositore importante nella storia della musica ad essere stato anche un eccellente
agricoltore.
WEBER ebbe familiarità con il teatro fin dalla prima infanzia, ebbe come insegnante Haydn.
Divenne direttore del Teatro d’Opera di Praga e di Dresda.
Le sue maggiori composizioni drammatiche oltre ‘’Il franco cacciatore’’, furono ‘’Euryanthe’ ‘ e ‘’Oberon’’.
Le caratteristiche dell’opera tedesca romantica possono essere sintetizzate: le trame sono tratte dalla storia
medievale, da leggende o fiabe; le storie coinvolgono accadimenti ed esseri sovrannaturali, mettono in risalto
un ambiente naturale selvaggio e misterioso, ma frequentemente introducono anche scene della vita umile
nei villaggi e nella campagna.
Gli eventi soprannaturali e l’ambiente naturale non sono trattati come elementi fantastici, decorativi e
secondario ma in modo serio, come intrecciati con il destino dei protagonisti umani.
I personaggi umani sono considerati come agenti o rappresentanti delle forze soprannaturali, sia buone che
cattive, in modo che l’eventuale vittoria dell’eroe diviene anche il trionfo dei poteri degli esseri evangelici
sopra quelli demoniaci.
Questa vittoria è interpretata in termini di salvezza o redenzione.
Nell’importanza attribuita al mondo spirituale e fisico, l’opera tedesca si diversifica dalle opere francesi ed
italiane contemporanee.
La forma e lo stile musicale hanno molti elementi in comune con l’opera degli altri Paesi, ma un nuovo
elemento è l’uso di semplici melodie folkloristiche di stampo prettamente tedesco.
Ancora più importante è la fiducia accordata all’armonia ed al colore orchestrale cui è affidata l’espressione
drammatica.
L’enfasi delle voci interne della tessitura può essere considerata come la contropartita musicale dell’enfasi che
i libretti tedeschi ponevano sullo stato d’animo,sullo scenario e sul significato occulto del dramma.
FREISCHUTZ di Weber -> opera la cui storia riguarda una storia tipicamente folcloristica e immortalata nel
Faust di Goethe: un uomo ha venduto l’anima al diavolo in cambio di favori terrestri- in questo caso per avere
delle pallottole magiche che gli consentiranno di vincere un torneo di tiratori e insieme la mano della donna
che egli ama.
Come di consueto, il diavolo è giocato; l’eroe è redento e liberato dalle conseguenze del suo patto, attraverso
l’amore puro della sua donna e tutto finisce bene.
Lo sfondo dell’oscura foresta è dipinto idillicamente dalla melodia dei corni nell’ouverture e diabolicamente
nella misteriosa scena di mezzanotte ‘’La gola del lupo’’ in cui avviene la consegna delle pallottole magiche.
Cori rustici, marce, danze, arie si mescolano nella partitura con corpose arie in stile italiano.
L’efficacia musicale della scena della ‘’Gola del lupo’’ è un modello di descrizione romantica di orrore
soprannaturale.
Un’altra caratteristica è l’uso di temi ricorrenti.
La tecnica dei temi ricorrenti nell’opera può essere paragonata al principio ciclico nella musica sinfonica
adottato da Liszt- in realtà lo si trova già nell’Orfeo di Monteverdi e rappresenta un allontanamento radicale
dall’antico principio di indipendenza tematica totale delle varie parti di un’opera o di una sinfonia.
L’ultima opera di Weber è l’Oberon.