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Musica barocca - Wikipedia 24/12/11 12:07

Musica barocca
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Il termine musica barocca indica una categorizzazione della musica composta nel XVII secolo e nella prima metà del
XVIII secolo, che la fa corrispondere alla diffusione del barocco nell'arte. L'utilizzo del termine barocco in campo
musicale è piuttosto recente, ed è fatto risalire ad una pubblicazione del musicologo Curt Sachs del 1919. Secondo gli
studi di Sachs, la produzione musicale dei primi decenni del XVII secolo mostra, in tutte le nazioni d'Europa anche se
in forme diverse, la comparsa di generi e caratteri stilistici tipicamente "barocchi": come le altre forme d'arte del
periodo la musica barocca pare votata al desiderio di stupire e divertire l'ascoltatore.

Questo genere si sviluppa a fianco di composizioni che ancora rientrano completamente nell'orizzonte stilistico
tardo-rinascimentale – a volte i due stili coesistono nell'ambito della produzione dello stesso compositore – pertanto
non è possibile stabilire una data precisa di inizio del periodo barocco in musica così come, con analoghe
considerazioni, non si può stabilire una data per la sua conclusione.

Il concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, ma rimane controverso: molti musicologi, fra cui
Manfred Bukofzer nel saggio The music in the baroque era (1947), contestano questa definizione sostenendo, non
senza buoni argomenti, che sia illogico unire sotto un'unica etichetta un secolo e mezzo di produzione ed evoluzione
musicale che ha fatto della varietà e della differenza il proprio programma estetico.

Indice

1 Caratteristiche
2 Le forme musicali
2.1 Il concerto grosso
2.2 Il concerto solista
2.3 La suite
3 Produzione vocale profana
4 Opera lirica
4.1 Arie, cantate ed altre forme vocali
5 Musica sacra
5.1 La Messa cattolica
5.2 La cantata sacra tedesca
6 Musica strumentale
6.1 Suites solistiche
6.2 La sonata barocca
7 Il barocco colossale
8 Strumenti barocchi
9 Compositori più noti
9.1 Tavola sinottica dei compositori barocchi (1550 -1750)
9.2 Claudio Monteverdi
9.3 Johann Sebastian Bach
9.4 Henry Purcell
9.5 Georg Friedrich Händel
9.6 Antonio Vivaldi
9.7 Altri compositori fondamentali
9.7.1 In Italia
9.7.2 In Germania
9.7.3 In Inghilterra
9.7.4 Nelle Fiandre
9.7.5 In altri paesi
9.8 Tavola diacronica dei compositori barocchi
10 Note
11 Bibliografia

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12 Voci correlate
13 Altri progetti

Caratteristiche
Così come le altre forme d'arte del periodo, la musica barocca era votata al desiderio di stupire e divertire l'ascoltatore:
cambi repentini di tempo, passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto e della fuga,
sono gli elementi che più caratterizzano la produzione musicale di questo periodo, insieme ad uno sviluppato senso
dell'improvvisazione.

L'utilizzo del termine barocco in campo musicale è piuttosto recente, ed è fatto risalire ad una pubblicazione del
musicologo Curt Sachs del 1919.

Se il concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, diversi musicologi contestano questa
definizione sostenendo, non senza buoni argomenti, che sia illogico unire sotto un'unica etichetta un secolo e mezzo di
produzione ed evoluzione musicale che ha fatto della varietà e della differenza il proprio programma estetico.

Questa è, ad esempio, la tesi di Manfred Bukofzer, uno dei maggiori musicologi del Novecento, il quale, arriva a
sostenere, nel saggio The music in the baroque era (1947) che la Musica Barocca (intesa come uno stile unitario ed
organico), non esista. È per questo motivo che Bukofzer suggerisce di evitare per quanto possibile l'espressione
"musica barocca" e di adottare, invece, il criterio della distinzione tra i tre grandi stili che attraversano la musica
occidentale tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento: lo stile concertante italiano, lo stile
contrappuntistico tedesco e lo stile strumentale francese. Operando all'interno di questa grande tripartizione una
ulteriore bipartizione: quella tra idioma strumentale e idioma vocale.

A prescindere da queste considerazioni, che effettivamente possono avere degli ottimi argomenti, il termine "musica
barocca" è tuttora universalmente utilizzato ed accettato per definire lo stile musicale evolutosi dopo la Musica
rinascimentale e prima dello sviluppo dello stile Classico.

Le forme musicali
Il concerto grosso
La genesi del concerto grosso va cercata in una sorta di espansione sonora della forma della sonata a tre, nei due
generi da chiesa e da camera, e risale all'incirca alla metà del Seicento, e venne messo a punto a Roma, verso gli anni
'80 del Seicento, da Arcangelo Corelli.

I dodici Concerti dell'op.6 corrispondono alla fase "matura" del concerto grosso: un gruppo di solisti (nel caso di
Corelli due violini e un violoncello) chiamato "concertino" o "soli" si contrappone all'intero corpo dell'orchestra,
chiamato "grosso" o "tutti". Non una contrapposizione generica basata sulla semplice contrasto di sonorità, ma una
rigorosa divisione del lavoro di carattere formale: al "grosso" spetta l'esposizione del ritornello, al concertino gli
episodi solistici, secondo la successione di parti e movimenti tipica della sonata a tre che verrà poi ripresa dal concerto
solistico.

Il concerto solista
Generalmente si individua in Antonio Vivaldi l'inventore del concetto di concerto solista, ossia, l'evoluzione del
concerto grosso verso una forma musicale che prevede uno o più strumenti solisti ai quali è assegnata una partitura
obbligata o una sezione (comunemente chiamata sequenza), dedicata all'improvvisazione dell'esecutore.

La suite
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Le origini della suite si confondono inevitabilmente con la pratica antichissima di accompagnare e sostenere la danza
con un numero più o meno elevato di voci o di strumenti, ma il termine "suite" appare per la prima volta in una
raccolta pubblicata dal compositore francese Philippe Attaignant nel 1529. La pratica di codificare in modo rigoroso
la denominazione e la successione delle diverse danze è però molto posteriore e avviene, in sostanza quando la suite
diventa un "seguito" di danze puramente immaginarie. Si deve a Johann Jakob Froberger, allievo di Frescobaldi, la
riduzione della suite alle sue quattro danze "di base" (allemanda, corrente, sarabanda e giga) e sarà questo il modello
di base che seguirà J.S.Bach per alcune delle sue suite (ma non per tutte: le sue Suite Inglesi, ad esempio, sono
articolate in otto danze).

In alcuni tipi di suite dà inizio ai balli un preludio, in casi eccezionali con un'ouverture, un preambolo, una fantasia od
una toccata. Fra la sarabanda e la giga si possono ritrovare danze come la gavotta, siciliana, bourrée, loure, minuetto,
musetta, doppia e polacca, mentre dopo la giga le danze ordinariamente sono la passacaglia e la ciaccona.

Produzione vocale profana


Opera lirica
Il melodramma nasce a Firenze verso la fine del XVI secolo e, grazie al genio di Claudio Monteverdi, ha enorme
diffusione in età barocca, affermandosi soprattutto a Roma, a Venezia e, successivamente (a partire dagli ultimi
decenni del Seicento), a Napoli. Spettacolo inizialmente riservato alle corti, e dunque destinato ad una élite di
intellettuali e aristocratici, acquista carattere di intrattenimento a partire dall'apertura del primo teatro pubblico nel
1637: il Teatro San Cassiano di Venezia.
Alla severità dell'opera degli esordi, ancora permeata dell'estetica tardo-rinascimentale, subentra allora un gusto per la
varietà delle musiche, delle situazioni, dei personaggi, degli intrecci; mentre la forma dell'aria, dalla melodia
accattivante e occasione di esibizione canora, ruba sempre più spazio al recitativo dei dialoghi e, di riflesso, all'aspetto
letterario, mentre il canto si fa sempre più fiorito. Fra i massimi rappresentanti dell'opera di età barocca possiamo
citare, in Italia, Pier Francesco Cavalli (Didone, Ercole amante ecc.) e Alessandro Scarlatti, che raggiunse la propria
pienezza espressiva con Il trionfo dell'onore e Griselda.

Nel frattempo Jean-Baptiste Lully, un compositore italiano emigrato in Francia, dà vita all'opera francese. In essa la
tipica cantabilità italiana, poco adatta alla lingua francese, è abbandonata a favore di una più rigorosa interpretazione
musicale del testo.
Lo stile di canto, più severo e declamatorio, è prevalentemente sillabico. Ulteriori elementi di differenziazione rispetto
al modello italiano sono costituiti dall'importanza assegnata alle coreografie e dalla struttura in cinque atti, che l'opera
seria francese conserverà fino a tutto il XIX secolo. Nacquero così la tragédie-lyrique e l'opéra-ballet.

Nel Settecento l'opera italiana è riformata dal poeta Pietro Metastasio, che stabilisce una serie di canoni formali,
relativi all'impianto drammaturgico come alla struttura metrica delle arie, applicando le cosiddette unità aristoteliche e
dedicandosi esclusivamente al genere serio.

La scelta di Metastasio di escludere ogni elemento comico dal teatro musicale serio determina la nascita dell'opera
comica, dapprima in forma di Intermezzo, poi come opera buffa e dramma giocoso.

Arie, cantate ed altre forme vocali


La "cantata" è una forma musicale vocale di origine italiana tipica della musica barocca, formata da una sequenza di
brani come arie, recitativi, duetti, cori e brani strumentali. Ha una certa affinità con l'opera barocca, ma l'esecuzione
avviene senza apparato scenico e lo spettacolo è di dimensioni minori.

Le cantate possono essere profane, e solitamente hanno soggetto mitologico o morale, oppure sacre, ispirate perlopiù a
vicende tratte dalla Sacra Scrittura, in latino o in lingue moderne.

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In Italia i maggiori compositori di cantate sono stati Giacomo Carissimi, Alessandro Scarlatti e Antonio Vivaldi.

In Germania importanti furono Georg Friedrich Haendel, Georg Philipp Telemann, Dietrich Buxtehude.

Musica sacra
La Messa cattolica

La cantata sacra tedesca


Il concetto di "cantata sacra" è estraneo all'universo formale di Johann Sebastian Bach: il termine è stato infatti
coniato soltanto nel XIX secolo per designare sommariamente le composizioni liturgiche settecentesche, su testo
biblico, intonate da coro e solisti. Una svolta nella storia della cantata tedesca avviene però quando il pastore
protestante Erdmann Neumeister pubblica nel 1704 una antologia di testi destinati all'intonazione liturgica. Ispirandosi
alle forme coeve dell'opera in musica, Neumeister suddivide i testi biblici in recitativi, arie, concertati e numeri corali
fornendo a ciascun compositore un efficientissimo modello formale. Bach segue sostanzialmente il modello della
"cantata riformata" fondato da Neumeister anche se la varietà formale delle sue cosiddette "cantate sacre" è molto
ampia. In origine il termine "corale" indica generalmente il canto monodico non accompagnato dalla liturgia cristiana.
Dopo l'avvento della riforma luterana la parola viene ad indicare però, nella lingua italiana, il canto liturgico,
anch'esso monodico, proprio della liturgia protestante. Il cuore musicale della riforma è costituito da un nuovo corpus
di canti monodici, spesso di estrema semplicità e concentrazione melodica. I testi appartengono alla lingua della
liturgia riformata, il tedesco, e abbandonano per sempre il vetusto latino dei padri della chiesa romana. I nuovi "corali"
possono essere intonati "choralitier", ossia in forma monofonica, oppure "figuraliter" ossia in forma polifonica, grazie
alla semplice armonizzazione della linea vocale di base. Di questa prassi, in uso sin dalla metà del Cinquecento, si
avvarranno nei secoli successivi tutti i compositori tedeschi di fede luterana, ivi compreso, naturalmente, J.S.
Bach.Generalmente (ma le eccezioni sono numerose)le Kirchenkantaten di J.S.Bach si aprono con un corale intonato
in forma non polifonica, proseguono con una serie di arie, recitativi e concertati e si concludono con un corale
elaborato in forma contrappuntistica.L'oratorio è una composizione musicale d'ispirazione religiosa, ma non liturgica,
con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica; viene fatto derivare dalla Lauda
cinquecentesca. Più ancora che in quella, qui la musica ha 000 lo stesso carattere e il medesimo stile di quelle che
saranno, da lì a poco, le opere teatrali puramente intese.

Musica strumentale
Suites solistiche

La sonata barocca
Il modello originario appare a Venezia verso la fine del Cinquecento, grazie agli organisti e ai violinisti che prestano
servizio presso la Cappella della Basilica di San Marco, ma l'idea di una forma strumentale totalmente autonoma dalla
musica vocale prende piede però nell'altro grande centro musicale dell'Italia del tempo: la Basilica di San Petronio a
Bologna. È qui che l'ordito contrappuntistico della sonata rinascimentale si scioglie nelle sue due polarità nascoste: da
un lato il basso continuo, dall'altro il libero gioco improvvisativo delle voci superiori. Nasce così il prototipo della
cosiddetta "sonata a tre", il cui organico è costituito dal continuo e da due strumenti melodici. A partire dalla seconda
metà del Seicento la sonata a tre si divide in due forme complementari: da un lato la "sonata da chiesa", inizialmente
destinata a sostituire le parti mancanti della liturgia vocale e dunque caratterizzata da una severa scrittura
contrappuntistica, dall'altro la "sonata da camera", indirizzata originariamente all'intrattenimento e quindi segnata
dalla scrittura ritmico-melodica tipica delle forme di danza.

Il barocco colossale

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Lo stile "barocco colossale" è un nome che è stato coniato per descrivere un numero di composizioni dal XVII al
XVIII secolo scritte in una maniera opulenta, sontuosa e in larga scala. Inoltre in questi lavori venne fatto uso di
tecniche policorali e spesso erano caratterizzati da una dotazione di strumenti quantitativamente superiore alla media
dell'epoca. Il primo barocco colossale fu uno stile italiano, nato per rappresentare i successi della controriforma. I
pezzi erano tipicamente a 12 o più parti, ma è evidente che non sempre gli aspetti policorali interessavano il largo
spazio (ad esempio nel Exultate Omnes di Ugolini ci sono passaggi a tre per tutti i soprani, tenori e contralti; questo
sarebbe apparso assurdo suonarlo in un ampio spazio). Tuttavia alcuni lavori vennero piacevolmente eseguiti dai
cantanti e dagli strumentisti nella Cattedrale di Salisburgo.

Un altro compositore del barocco colossale fu Orazio Benevoli, il quale fu confuso con Heinrich Ignaz Franz Biber e
Stefano Bernadi per il famoso scambio dell'autografo della Missa Salisburgensis.

La musica del barocco colossale fu una parte filosofica della controriforma e si diffuse oltre il Brennero nell'Impero
Austriaco, dove le composizioni a più parti furono scritte per le occasioni speciali, ma spesso non vennero pubblicate
e questo porta attualmente alla mancanza di numerosi lavori prodotti da Valentini (alcuni per 17 cori), Priuli, Bernadi
(la messa per la consacrazione della Cattedrale di Salisburgo) e altri. Alcune parti per tromba di Valentini giungono
sino a noi, però esse non presentano molti cambiamenti di note.

Strumenti barocchi
In epoca barocca ebbero un ruolo particolarmente importante gli strumenti d'armonia dedicati all'esecuzione del basso
continuo, che è il vero denominatore comune di tutta la produzione musicale. Fra questi, i due di uso prevalente erano
l'organo e il clavicembalo (ai quali è dedicata, inoltre, una vastissima letteratura solistica). Il basso continuo, tuttavia,
era anche realizzato dalla tiorba, dall'arpa e occasionalmente dal regale; era prassi frequente che più strumenti (ad
esempio organo e tiorba) concorressero all'esecuzione del basso continuo, soprattutto in compagini orchestrali o corali
numerose[1]. Fra gli strumenti a corda erano pure molto diffusi, sia come strumenti solisti che come strumenti
d'accompagnamento, il liuto e la chitarra. Il clavicordo, per contro, era apprezzato ma era destinato a un uso
esclusivamente solistico.

Per quanto riguarda gli strumenti melodici, nel passaggio dal Rinascimento all'epoca barocca si riscontra una generale
riduzione nella varietà di strumenti utilizzati: mentre nel XVI secolo praticamente ogni strumento melodico, sia a fiato
che a corde, era costruito in taglie differenti, che riproducevano le diverse estensioni vocali (e spesso erano indicate
con i termini "soprano", "contralto", "tenore e "basso"), nel corso della prima metà del XVII secolo, con la nascita di
una vera e propria letteratura strumentale idiomatica, in ciascuna "famiglia" di strumenti fu privilegiata un'unica
taglia[2]. L'unica rilevante eccezione è costituita dalle viole da braccio, per le quali si consolidarono le quattro versioni
che tuttora conosciamo (violino, viola, violoncello e contrabbasso).

A fianco della famiglia degli archi, che costituivano l'elemento irrinunciabile di ogni insieme orchestrale, gli strumenti
più frequentemente usati erano, fra gli strumenti acuti:

il cornetto, che nella prima metà del XVII secolo contendeva al violino il ruolo di strumento solistico e
virtuosistico per eccellenza;
l'oboe, discendente diretto dal contralto della bombarda rinascimentale: erano usate, per particolari effetti
timbrici, anche versioni di taglia maggiore e con alcune peculiarità costruttive, dette oboe d'amore e oboe da
caccia;
il flauto dolce, prevalentemente nella taglia di "contralto" (in sol nella prima parte del XVII secolo, in fa
successivamente);
il flauto traverso, nella taglia in re. Sia il flauto traverso che il flauto dolce subirono rilevanti modificazioni
costruttive rispetto alle versioni rinascimentali: in particolare, nella seconda metà del XVII secolo si iniziò a
costruire questi strumenti in più parti smontabili (tre o quattro), per permettere agli strumentisti di adeguare
l'intonazione dello strumento ai diversi "la" che coesistevano.

Fra gli strumenti gravi:

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la viola da gamba (nella taglia di basso, anche se era occasionalmente impiegata anche nella taglia di dessus: in
Inghilterra il consort di viole da gamba, che includeva tutte le taglie, era tuttavia ancora in auge nel XVII
secolo);
il trombone;
il fagotto, discendente diretto del basso della famiglia delle dulciane;

Nell'orchestra barocca erano spesso presenti anche la tromba e il corno (all'epoca, entrambi senza pistoni); fra gli
strumenti a percussione acquistò particolare importanza il timpano.

Accanto a questi strumenti, di largo uso sia come strumenti solistici che nell'orchestra, in epoca barocca godettero di
occasionale popolarità, nell'ambito di specifiche scuole o mode musicali,

il mandolino;
la viola d'amore, viola da braccio con corde aggiuntive di risonanza;
la lira da braccio e la lira da gamba, strumenti ad arco adatti all'accompagnamento armonico;
lo chalumeau, antecedente diretto del clarinetto;
la musette de cour (piccola cornamusa con mantice) e la ghironda, strumenti fintamente "pastorali".
nelle bande civiche e militari, il serpentone (basso della famiglia dei cornetti) e il fifre (flauto traverso ottavino),
nonché il tamburo.

Compositori più noti


I compositori del periodo barocco attualmente più noti al grosso pubblico, grazie ad una vasta produzione
concertistica e discografica nel corso degli ultimi cinquant'anni, sono gli italiani Claudio Monteverdi, Antonio Vivaldi
e Alessandro Scarlatti, i tedeschi Bach e Händel e l'inglese Purcell. Numerosi altri compositori di grandissima
notorietà ai loro tempi, come Girolamo Frescobaldi, Heinrich Schütz, Arcangelo Corelli, Dietrich Buxtehude e Georg
Philipp Telemann, nonché tutti i maggiori compositori della Scuola Francese, pur avendo avuto un'importanza storica
e artistica non inferiore a quelli precedentemente citati, sono oggi familiari a un pubblico relativamente più ristretto. È
soprattutto nel campo operistico che la ricchezza di nomi e di influenze è vastissima: essendo l'opera la principale
fonte di introiti per la maggior parte degli autori del tempo, anche la produzione ad essa collegata è praticamente
sconfinata e non è raro che vengano riscoperti lavori di eccezionale valore artistico, anche di compositori che fino ai
nostri giorni sono stati pressoché ignorati dalla ricerca musicologica.

Celebri autori teatrali furono certamente (oltre ai già citati Claudio Monteverdi, Jean-Baptiste Lully, Pier Francesco
Cavalli, Alessandro Scarlatti, Händel, Vivaldi e Purcell) anche Giovanni Battista Pergolesi, Leonardo Leo, Rinaldo da
Capua, Johann Adolph Hasse, Nicola Porpora, Jean-Philippe Rameau e Domenico Scarlatti, figlio di Alessandro.
Molti di tali autori appartengono alla Scuola musicale napoletana, che fu fra le più inflenti e alla moda a partire dalla
fine del XVII secolo. Napoli si impose infatti, negli ultimi anni del Seicento e nei primi del Settecento, come uno dei
massimi centri operistici europei, contendendo con alterne vicende a Venezia un primato che la città lagunare aveva
sempre avuto in Italia. Roma, che per buona parte del XVII secolo era stata la seconda piazza operistica italiana, si
vide colpita, a partire dagli ultimi due decenni del Seicento, da una politica pontificia che penalizzò l'Opera e, in via
più generale, ogni forma di spettacolo. Roma perse pertanto molti musicisti di valore (fra cui Alessandro Scarlatti) e si
vide gradualmente relegata a un ruolo sempre più marginale nella vita operistica italiana ed europea. In Italia altri
centri particolarmente attivi in questo campo erano Firenze, Bologna e Parma, mentre l'astro milanese avrebbe iniziato
a rifulgere solo a partire dalla metà circa del Settecento. Nel resto dei paesieuropei la vita operistica ruotava
generalmente attorno a una corte reale[3]in forma quasi esclusiva (Parigi e Madrid) o prevalente (Vienna e Londra).
Solo in Germania gli spettacoli lirici si articolavano su modelli non troppo dissimili da quelli italiani, con città di
grandi e medie dimensioni che fin dal XVII secolo si erano dotate di strutture teatrali adeguate, anche private. A
Monaco di Baviera fu aperto un teatro stabile fin dal 1657 (l'Opernhaus am Salvatorplatz rimasto in funzione fino al
1822), ad Amburgo si inaugurò nel 1678 il primo teatro pubblico tedesco e Dresda si impose fin dai primi decenni del
Settecento come una piazza di prim'ordine.

In tutta Europa (ad eccezione della Francia che aveva sviluppato un propria scuola "nazionale") dominò comunque,

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durante tutta l'età barocca e oltre, l'opera italiana o ad essa assimilabile (Händel, Hasse ecc.). L'Italia possedeva
all'epoca i più prestigiosi conservatori musicali al mondo e la massima parte delle più importanti compagnie liriche
erano formate in maggiore o minor misura da interpreti italiani. Gli autori italiani venivano contesi dalle corti europee
e i grandi compositori di altri paesi dovettero, quasi sempre, impostare la propria produzione secondo moduli e schemi
tipici dell'opera italiana e, spesso, in lingua italiana. In alcune città, e particolarmente a Vienna, gli italiani costituirono
dei veri e propri centri di potere che poggiavano sull'indiscusso prestigio di alcune personalità radicate a corte (basti
pensare ai poeti cesarei Apostolo Zeno e Pietro Metastasio) e sul favore di alcuni Imperatori particolarmente sensibili
al fascino della musica e più in generale della cultura italiana.

Tavola sinottica dei compositori barocchi (1550 -1750)

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Claudio Monteverdi

Per approfondire, vedi la voce Claudio Monteverdi.

Claudio Monteverdi (Cremona 15 maggio 1567 – Venezia 29 novembre 1643) fu il primo grande operista nella storia
della lirica e fra i massimi autori di musica strumentale del suo tempo.

Fu il creatore del linguaggio lirico, un linguaggio che doveva esaltare la voce umana ed essere in funzione della verità
dell'espressione. Il suo Orfeo (1607) è la prima opera, nella storia del melodramma in musica, degna di tale nome. In
essa Monteverdi riesce a fondere perfettamente i vari generi di intrattenimento, dai canti madrigaleschi alle scene a
sfondo pastorale passando per le musiche suonate a corte in occasione di feste e balli, sublimandoli con la sua arte e
mettendoli al servizio di un coerente sviluppo drammaturgico. I personaggi acquistano in Orfeo una dimensione e uno
spessore nuovi e delle connotazioni di dolente umanità. Con L'incoronazione di Poppea (1643), Monteverdi si rivela
ancora una volta artista dall'ispirazione ricca e multiforme e dalle tecniche musicali ed armoniche raffinatissime. Dà
infatti vita a una nuova, sublime creazione, animata da un profondo patetismo ed espressione di una perfezione
formale, sia sotto il profilo musicale che drammaturgico, che per lungo tempo resterà ineguagliata.

Monteverdi fu anche fecondo compositore di madrigali, ascrivibili a un genere che con lui raggiunse la propria
espressione più alta e di musica strumentale e sacra (celebre il suo Magnificat composto per Papa Pio V)

Johann Sebastian Bach

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Per approfondire, vedi la voce Johann Sebastian Bach.

Johann Sebastian Bach (Eisenach 21 marzo 1685 – Lipsia 28 luglio 1750) fu un compositore tedesco e organista del
periodo barocco, universalmente considerato uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi.

Le sue opere sono famose per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi, bellezza artistica;
sono state di ispirazione per la gran parte dei compositori che si sono susseguiti nella tradizione europea.

Il contributo di Johann Sebastian Bach alla musica o, per utilizzare un'espressione resa popolare dal suo allievo
Lorenz Christoph Mizler, alla "scienza della musica" è di frequente paragonato al contributo di William Shakespeare
alla letteratura inglese e di Isaac Newton per la fisica. Durante la vita, egli compose oltre 1000 opere. La sua raccolta
di preludi e fughe chiamata "Il clavicembalo ben temperato", oltre ad essere un repertorio monumentale e definitivo
per quello che riguarda lo stato della forma detta fuga in ambito barocco, esplorò compiutamente la possibilità di
eseguire sulla tastiera composizioni in tutte le 24 tonalità maggiori e minori, come risultato dell'abbandono del sistema
di accordatura mesotonica a favore dei cosiddetti "buoni temperamenti" (che precorsero la successiva adozione, nel
corso del XIX secolo, del temperamento equabile).

Henry Purcell

Per approfondire, vedi la voce Henry Purcell.

Henry Purcell (nato probabilmente a Westminster, Londra, nel 1659 ed ivi morto nel 1695) è stato sicuramente il più
grande compositore britannico di tutti i tempi. Durante gli ultimi anni della sua vita scrisse alcune straordinarie opere
teatrali come Dido and Æneas, King Arthur, The Indian Queen, The Fairy Queen e The Tempest. Compose anche
della musica meravigliosa per gli anniversari di compleanno e per il funerale della Regina Maria II. Nella vita ebbe
notorietà e benessere economico anche se, data la grandezza del genio, ne avrebbe meritato ben di più. Purcell, così
come molti altri grandi compositori, morì in giovane età.

Georg Friedrich Händel

Per approfondire, vedi la voce Georg Friedrich Händel.

Georg Friedrich Händel (Halle sul Saale, 23 febbraio 1685 – Londra, 14 aprile 1759) fu uno dei maggiori compositori
del XVIII secolo. In passato il nome veniva trascritto come George Frideric Handel, o Haendel o ancora, ma meno di
frequente, Hendel.

Nacque nella città di Halle, nella regione tedesca della Sassonia, da una famiglia borghese (il padre era un barbiere-
cerusico) e trascorse gran parte della vita all'estero, frequentando numerose corti europee. Morì a Londra all'età di
settantaquattro anni.

Händel visse dal 1706 al 1710 in Italia, dove raffinò la sua tecnica compositiva, adattandola a testi in italiano;
rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma, Napoli e Venezia e conobbe musicisti coevi come Scarlatti, Corelli,
Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra.

Dopo essere stato per breve tempo direttore musicale alla corte di Hannover, nel 1711 si trasferisce a Londra per
rappresentarvi il Rinaldo, che riscuote un notevole successo. A Londra Händel decide così di stabilirsi e fondare un
teatro reale dell'opera, che sarà conosciuto come Royal Academy of Music. Fra il 1720 e il 1728, scriverà per questo
teatro quattordici opere. Händel compose almeno quaranta opere per il teatro – fra cui molte di genere serio –
diventate famose (e molte delle quali tutt'oggi rappresentate in tutto il mondo).
Fu autore anche di trentadue oratori altrettanto celebri (incluso il suo capolavoro Messiah.

Scrisse poi molte pagine di musica per orchestra. Tra esse comprendevano inni ed anthem, sorta di inni celebrativi, e

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Musica barocca - Wikipedia 24/12/11 12:07

sonate sacre, oltre a centodieci cantate, venti concerti e trentanove fra sonate, fughe, suite per cembalo.

Antonio Vivaldi

Per approfondire, vedi la voce Antonio Vivaldi.

Antonio Lucio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741) è un celebre violinista e compositore del
periodo barocco. Fu anche un sacerdote, e per tale motivo – e per il colore dei suoi capelli – venne soprannominato Il
prete rosso.

La sua composizione più nota sono i quattro concerti per violino conosciuti come "Le quattro stagioni", celebre e
straordinario esempio di musica a soggetto.

Il recupero della sua opera è un fatto relativamente recente e viene individuato nella prima metà del XX secolo.
Avvenne grazie soprattutto agli sforzi di Alfredo Casella, il quale nel 1939 organizzò la Settimana di Vivaldi, evento
che viene ricordato come storico in quanto, da allora, le opere del compositore veneziano hanno riscosso pieno
successo.

Innovando dal profondo la musica dell'epoca, Vivaldi diede più evidenza alla struttura formale e ritmica del concerto,
cercando ripetutamente contrasti armonici e inventando temi e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel
comporre una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale da poter essere apprezzata dal grande pubblico e non
solo da una minoranza di specialisti.

Vivaldi è considerato uno dei maestri della scuola barocca italiana, basata sui forti contrasti sonori e sulle armonie
semplici e suggestive. Johann Sebastian Bach fu grandemente influenzato dalla forma del concerto vivaldiano: egli
trascrisse alcuni concerti per clavicembalo solista e alcuni concerti per orchestra, tra questi il famoso Concerto per
quattro violini e violoncello, archi e Continuo (RV 580).

Altri compositori fondamentali


Il panorama della musica in quest'epoca non era certo ristretto ai cinque compositori sopra ricordati. Nel secolo e
mezzo di evoluzione che contraddistingue l'epoca barocca, emersero paradigmi musicali estremamente eterogenei: fu
questa l'epoca in cui vennero codificati o fondamentalmente rivisitati alcuni fra gli stili e le forme musicali
fondamentali nella musica classica, come il concerto, l'opera lirica e gran parte della musica sacra.

Per ciò che riguarda lo sviluppo del "Concerto grosso" fondamentale è stato l'apporto di Händel, ma anche
dell'italiano Arcangelo Corelli la cui op. 6 è considerata una delle massime espressioni. Ancora nel campo della
musica strumentale bisogna ricordare l'opera di Georg Philipp Telemann che i suoi contemporanei consideravano il
massimo musicista tedesco (assai più che non Bach, come si ricorda sopra).

Nel caso del concerto solista il nome di Vivaldi è quello che più facilmente viene citato, ma altri artisti a lui
contemporanei contribuirono in modo fondamentale nello sviluppo di questi stile, fra i quali non si possono non
ricordare Alessandro Marcello, Giuseppe Torelli.

In Italia In Germania

Tomaso Albinoni Johann Sebastian Bach


Vincenzo Albrici Georg Friedrich Händel
Attilio Ariosti Friedrich Wilhelm Zachow
Giovanni Bononcini Gottfried Kirchhoff
Francesco Antonio Bonporti Reinhard Keiser
Giovanni Bontempi Giovanni Giacomo Porro

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Antonio Caldara Christoph Graupner


Giacomo Carissimi Johann Samuel Endler
Francesco Cavalli Giovanni Porta
Arcangelo Corelli Andrea Bernasconi
Francesco Durante Giovanni Battista Ferrandini
Girolamo Frescobaldi Johann Kaspar Kerll
Francesco Geminiani Pietro Torri
Giovanni Girolamo Kapsberger Agostino Steffani
Giovanni Legrenzi Giuseppe Antonio Bernabei
Leonardo Leo Heinrich Ignaz Franz Biber
Pietro Locatelli Dietrich Buxtehude
Antonio Lotti Johann Jakob Froberger
Francesco Onofrio Manfredini Johann Pachelbel
Alessandro Marcello Heinrich Schütz
Benedetto Marcello Georg Philipp Telemann
Claudio Monteverdi Sylvius Leopold Weiss
Giovanni Battista Pergolesi
Giacomo Antonio Perti In Inghilterra
Nicola Porpora
Alessandro Scarlatti John Blow
Domenico Scarlatti John Jenkins
Alessandro Stradella Georg Friedrich Händel
Barbara Strozzi Henry Purcell
Giuseppe Tartini Daniel Purcell
Giuseppe Torelli Thomas Weelkes
Francesco Maria Veracini
Antonio Vivaldi
Nelle Fiandre

Henry Du Mont
Joseph-Hector Fiocco
Pietro Antonio Fiocco
Jean-Noël Hamal
Jan Pieterszoon Sweelinck
Pierre Van Maldere

In altri paesi

Jan Dismas Zelenka


Razek François Bitar
Adam Michna z Otradovic
Pavel Josef Vejvanovský
Bohuslav Matěj Černohorský
Šimon Brixi

Tavola diacronica dei compositori barocchi


Qui di seguito sono raggruppati dei compositori barocchi per data di nascita secondo le periodizzazioni fatte da
Suzanne Clercx[4][5].

Giulio Caccini · Paolo Quagliati · Francesco Mannelli · Adriano Banchieri · Giovanni Bassano · Felice Anerio ·
Giovanni Bernardino Nanino · Dario Castello · Jacopo Peri · Jacopo Corsi · Mikołaj Zieleński ·
Hans Leo Hassler · Jan Pieterszoon Sweelinck · John Bull · John Dowland · Jean Titelouze ·
Lodovico Grossi da Viadana · Ascanio Mayone · Giles Farnaby · Alessandro Piccinini · Agostino Guerrieri ·

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Thomas Campion · Giovanni Francesco Anerio · Claudio Monteverdi · Christian Erbach ·


Primo Giovanni Paolo Cima · Salamone Rossi · Michael Praetorius · Giovanni Picchi · Joan Pau Pujol ·
Barocco Alessandro Grandi · Giovanni Maria Trabaci · Thomas Weelkes · Agostino Agazzari ·
(1550- Giovanni Girolamo Kapsberger · Thomas Simpson · Sigismondo d'India · Giovanni Valentini ·
1600) Gregorio Allegri · Orlando Gibbons · Robert Johnson · Girolamo Frescobaldi · Antonio Cifra ·
Nicolò Corradini · Manuel Machado · Heinrich Schütz · Stefano Landi · Claudio Saracini · Francesca Caccini ·
Samuel Scheidt · Juan Gutiérrez de Padilla · John Jenkins · Claudia Rusca · Tarquinio Merula ·
Giovanni Battista Buonamente · Heinrich Scheidemann · Biagio Marini · Giovanni Rovetta · Luigi Rossi ·
Johann Crüger · Charles Racquet · Giovanni Battista Fontana ·

Marcin Mielczewski · Giovanni Felice Sances · Girolamo Fantini · Francesco Cavalli ·


Guillame Dumanoir (senior) · Guillame Dumanoir (junior) · Giovanni IV del Portogallo · Marco Uccellini ·
Giacomo Carissimi · Michel Lambert · Daniel Speer · Andreas Hammerschmidt · Marc'Antonio Pasqualini ·
Franz Tunder · Johann Jakob Froberger · Henry Cooke · Barbara Strozzi · Johann Heinrich Schmelzer ·
Isabella Leonarda · Antonio Cesti · Johann Adam Reincken · François Roberday · Robert Cambert ·
Jean-Henri d'Anglebert · Antonio Sartorio · Nicolas Lebègue · Monsieur de Sainte Colombe ·
Vincenzo Albrici · Sebastian Anton Scherer · Pietro Simone Agostini · Dietrich Buxtehude ·
Bernardo Pasquini · Giovanni Buonaventura Viviani · Pavel Josef Vejvanovský · Giovanni Battista Draghi ·
Gaspar Sanz · Paolo Lorenzani · Antonia Bembo · Marc-Antoine Charpentier ·
Johann Anton Losy van Losymthal · Alessandro Stradella · Ignazio Albertini · Heinrich Ignaz Franz Biber ·
Andreas Werckmeister · Sebastiano Cherici · Giovanni Maria Capelli · John Blow · Bernardo Storace ·
Bartłomiej Pękiel · Petronio Franceschini · Cataldo Amodei · Robert de Visée · Pietro Torri ·
Domenico Gabrielli · Johann Pachelbel · Georg Muffat · Arcangelo Corelli · Carlo Francesco Pollarolo ·
Johann Paul von Westhoff · Marin Marais · Georg von Reutter (padre) · Martino Bitti ·
Medio Giovanni Battista Bassani · Gaetano Greco · Giuseppe Torelli · Henry Purcell · Francesco Antonio Pistocchi ·
Barocco Antonio Veracini · Rosa Giacinta Badalla · Johann Kuhnau · Alessandro Scarlatti · Gottfried Finger ·
(1600- Johann Joseph Fux · André Campra · Francesco Gasparini · Georg Böhm · Giacomo Antonio Perti ·
1700) Nicolaus Bruhns · Élisabeth Jacquet de La Guerre · Jean-Baptiste Lully · Francesc Valls ·
Johann Heinrich Buttstedt · Attilio Ariosti · Antonio Lotti · François Couperin · Giorgio Gentili ·
Louis Marchand · Alessandro Marcello · Antonio Caldara · Turlough O'Carolan · Giovanni Bononcini ·
Tomaso Albinoni · Nicolas de Grigny · Jeremiah Clarke · Reinhard Keiser · Jacques Hotteterre ·
Bartolomeo Cordans · Louis-Nicolas Clérambault · Johann Ludwig Bach · Antonio Vivaldi ·
Jan Dismas Zelenka · Pietro Filippo Scarlatti · Jean-Baptiste Loeillet · Johann Mattheson ·
Georg Philipp Telemann · Giuseppe Valentini · Johann David Heinichen · Jean-Philippe Rameau ·
Johann Gottfried Walther · Lodovico Giustini · Johann Sebastian Bach · Giuseppe Matteo Alberti ·
Domenico Scarlatti · Georg Friedrich Händel · Benedetto Marcello · Sylvius Leopold Weiss · Nicola Porpora ·
Johann Georg Pisendel · Francesco Geminiani · Camilla de Rossi · Fortunato Chelleri ·
Joseph Bodin de Boismortier · Pietro Baldassare · Francesco Maria Veracini · Giovanni Alberto Ristori ·
Unico Wilhelm van Wassenaer · Giuseppe Tartini · Pietro Locatelli · Johan Helmich Roman ·
Giuseppe Sammartini · Louis-Claude Daquin · Maurice Greene · Andrea Zani · Jean-Marie Leclair ·
Adam Falckenhagen · Johann Joachim Quantz · Riccardo Broschi · Johann Adolf Hasse · Cesare Bendinelli ·
Nicola Matteis ·
Tardo Giovanni Battista Sammartini · Johann Gottlieb Graun · Carl Heinrich Graun · Giovanni Battista Pescetti ·
Barocco Carlo Cecere · Baldassare Galuppi · Georg von Reutter (figlio) · Charles Avison · Michel Corrette ·
(1700- Guglielmina di Prussia · Giovanni Battista Pergolesi · Domenico Alberti · Thomas Arne ·
1760) Wilhelm Friedemann Bach · William Boyce · Federico il Grande ·

Note
1. ^ nel XVIII secolo, di regola, la parte del basso era inoltre raddoppiata da uno strumento melodico grave come la viola da
gamba, il violone, il violoncello o anche il fagotto
2. ^ Molte famiglie di strumenti ad ancia, ad esempio tutti gli strumenti ad ancia doppia con canneggio cilindrico, ancora in auge
agli inizi del XVII secolo, caddero progressivamente in disuso nella seconda metà del secolo
3. ^ Emblematico il caso francese, dove Parigi lasciava ben poco spazio allo sviluppo di strutture operistiche periferiche. Lione, ad
esempio, seconda città di Francia per numero di abitanti ed importanza economica, si dotò di un vero e proprio teatro d'opera
solo nel 1756 con l'apertura del Grand Theatre. In precedenza le non frequenti rappresentazioni liriche venivano
avventurosamente allestite in sale di fortuna o in luoghi non destinati a tali forme di spettacolo, fra cui le scuderie dell' Hôtel de

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Chaponay
4. ^ Suzanne Clercx, Le baroque et la musique: essai d'esthétique musicale, AMS Press, 1978, p. 213. ISBN 978-0-404-60153-9
5. ^ (EN) Claude V. Palisca, "Baroque", Grove Music Online, ed. L. Macy

Bibliografia
(EN) Manfred Bukofzer, Music in the Baroque Era. New York, W.W. Norton & Co., 1947. ISBN 0-393-09745-
5
(EN) Little, Meredith Ellis. 2001a. "Passepied". The New Grove Dictionary of Music and Musicians, edited by
Stanley Sadie and John Tyrrell. New York: Grove's Dictionaries.
(EN) Little, Meredith Ellis. 2001b. "Rigaudon". The New Grove Dictionary of Music and Musicians, edited by
Stanley Sadie and John Tyrrell. New York: Grove's Dictionaries.
(EN) Mackay, Alison, and Craig Romanec. [n.d.] "Baroque Guide
(http://www.tafelmusik.org/education/pdfs/Baroque_Guide.pdf) ". [1] (http://www.tafelmusik.org/Tafelmusik)
website.
(EN)Strunk, Oliver. 1952. Source Readings in Music History. From Classical Antiquity to the Romantic Era..
London: Faber & Faber, p. 393-415, "Stile Rappresentativo".
(DE)Sachs, Curt. 1919. "‘Barokmusik". Jahrbuch der Musikbibliothek Peters 1919, 7–15.
(FR) Claude V. Palisca, La Musique Baroque, Actes Sud, 1994
(EN) Claude V. Palisca, "Baroque", Grove Music Online, ed. L. Macy (Accessed August 21, 2007),
(subscription access) (http://www.grovemusic.com)
Philippe Beaussant, Vous avez dit baroque ?, Actes Sud (Collection Babel), 1994 ISBN 2-7427-0123-0
(EN) Julie Anne Sadie, Companion to baroque music, Los Angeles, University of California Press, 1998. ISBN
978-0-520-21414-9
(FR)Michel Bosc, Musique baroque française, splendeurs et résurrection, 2009, ISBN 978-1-4452-0102-3

Voci correlate
Lista di ensemble di musica barocca
Concerto (composizione musicale)
Fortspinnung

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