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Tesi di
Diploma accademico di II livello
Corso Flauto traverso
Introduzione…………………………………………………………..
La metamorfosi……………………………………………………….
Conclusione……………………………………………………………
Appendice……………………………………………………………..
Introduzione
Nell’ambito della musica da camera il duo di flauto e arpa rappresenta un connubio imprescindibile.
Questa tesi vuole indagare su ciò che ha rappresentato questo duo dal classicismo alla
contemporaneità, soffermandosi su alcuni compositori che hanno dato rilievo a questi strumenti
nella loro produzione musicale. L’antica tradizione di questo sodalizio è documentata da opere
d’arte figurativa, che riproducono musicisti intenti a suonare questi strumenti fin da epoche antiche.
Alcune di queste rappresentazioni sono rintracciabili nella produzione artistica medioevale, che
significati, rappresentata da questi due strumenti così diversi ma portatori di significati comuni.
A partire dal dodicesimo secolo infatti, flauto e arpa sono tra gli strumenti prescelti per fare da
coronamento alle rappresentazioni sacre. Essi diventano tra i principali strumenti emblematici della
musica angelica: nelle orchestre di angeli sono infatti sempre rappresentati, talvolta in compagnia di
trombe, tromboni, liuti, viole o percussioni. Le dolci sonorità e le note acute che possono
accompagna il credente al dialogo con la divinità, divenendo veicolo di comunicazione tra il mondo
dalla nobiltà del tempo.2 Questo contribuì alla “metamorfosi” di flauto e arpa: importanti evoluzioni
e migliorie tecniche che resero gli strumenti così come li conosciamo oggi. Nell’arpa vengono
introdotti i pedali a movimento semplice e a fine del 700 al movimento doppio che permisero allo
strumento di modulare in tutte le tonalità. Anche per il flauto è un periodo di grandi novità, infatti a
metà degli anni Cinquanta del Settecento inizia la sua meccanizzazione con l’apertura di fori laterali
semitonali controllati dalle chiavette per la produzioni dei semitoni. Questo processo di
rinnovamento del flauto proseguirà fino al 1847 anno del modello di flauto cilindrico di Teobald
Boehm (1794-1881). In questo periodo tra i compositori che hanno scritto per il duo flauto e arpa
ricordiamo: Johann Andreas Amon (1763-1825), Françoise Joseph Naderman (1781-1835) e Jean-
quest’ultimo compositore e arpista boemo ma che ha vissuto gran parte della sua vita a Parigi in un
periodo in cui l’arpa era uno strumento assai in voga: la stessa Regina Maria Antonietta
(1755-1793) era un'arpista, e nella capitale francese convergevano costruttori di arpe, esecutori,
compositori e insegnanti. Il periodo del classicismo musicale finisce convenzionalmente nel 1827,
anno della morte di Beethoven, dando inizio al Romanticismo e all’età delle Rivoluzioni. Per il
flauto e l’arpa si tratta di un secolo di assestamento a livello costruttivo e i compositori scrivono per
il duo a richiesta della nobiltà che eseguiva o faceva eseguire i pezzi principalmente durante ritrovi
nei salotti.
2 Ciò è testimoniato dal fatto che nel 1778 Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) compone il suo
Concerto per flauto ed arpa in do maggiore, K1 299 (K6 297c) per il duca di Guines, già ambasciatore
francese a Londra e grande appassionato di musica e suonatore di flauto, e per sua figlia, suonatrice di arpa e
allieva in composizione di Mozart. Cfr. GHERARDO CASAGLIA, 1976, Il Catalogo Delle Opere Di Wolfgang
Amadeus Mozart, Bologna, Editrice compositori, 1976, p. 156.
Tra questi compositori ricordiamo Gaetano Donizzetti (1797-1848) che rappresenta un punto di
incontro tra il classicismo e il romanticismo, con la sua Sonata in sol minore, Hendrik Andriessen
Casilda: una collaborazione tra Franz Doppler (1821-1883) e Antonio Zamara (1829-1901). Nel
capitolo parlerò in particolare dell’ultimo grande esponente del Romanticismo francese: Camille
Saint-Saëns (1835-1921), concentrandomi sulla sua Fantasia op. 124, originariamente scritta per
violino e arpa, si suona spesso anche nella versione per flauto.3 La più importante versione è stata
registrata dal duo composto dal flautista Jean-Pierre Rampal (1922-2000) e l’arpista Lily Askine
(1893-1988). Nel Novecento vari compositori continuano la tradizione del duo flauto e arpa
sviluppando una scrittura compositiva più attenta alle peculiarità tecniche e timbriche dei rispettivi
strumenti, regalandogli dei brani molto suggestivi. Nel primo Novecento troviamo compositori
come Gabriel Faurè (1845-1924) e Claude Debussy (1862-1918) per poi passare a Jacques Ibert
(1890-1962), Eugène Bozza (1905-1991) e Jean Michel Damase (1928- 2013), ricordiamo anche il
compositore Bernard Andrès, nato nel 1941 e ancora in vita, con i suoi due bellissimi brani per
flauto e arpa (Narthex e Algues) porta avanti la tradizione francese senza rinunciare all’esplorazione
L’intento di questa ricerca è quello di mettere in rilievo alcuni aspetti significativi del duo flauto e
arpa, tra i quali le particolari caratteristiche di questi strumenti che li rendono particolarmente
versatili e accattivanti. Ciò è dimostrato da un vivo interesse dei molti compositori che nel corso del
tempo hanno dedicato le loro opere che continuano tutt’oggi ad essere suonate e apprezzate.
3«Ogni creazione è essa stessa trascrizione: trascrizione di un’idea astratta, di un pensiero musicale assoluto
che esiste da sempre intero e immutabile, insieme dentro e fuori del tempo, inafferrabile dal musicista nella
sua totalità.» Cfr. SERGIO SABLICH, Valore della trascrizione, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1987.
Bibliografia
AA. VV., Dizionario della Musica e dei Musicisti, ed. UTET
AA. VV., Enciclopedia Garzanti della Musica, Garzanti Editore, Milano, 1976.
BORNSTEIN ANDREA, Gli strumenti musicali del Rinascimento, Franco Muzzio editore, Padova,
1987.
CLERICETTI GIUSEPPE, Camille Saint-Saëns. Il re degli spiriti musicali, Zecchini Editore, Milano,
2016.
SCHECK GUSTAV, Die Flote und ihre Musik, Edizioni Schott, Mainz, 2000.
FAGNOCCHI GIUSEPPE, Lineamenti di Storia della letteratura flautistica, I Saggi Mobydick, Faenza,
1999.
LAZZARI GIANNI, Il Flauto Traverso, storia, tecnica, acustica, I manuali Edt/SIdM, Torino, 2003.
CASAGLIA GHERARDO, 1976, Il Catalogo Delle Opere Di Wolfgang Amadeus Mozart, Bologna,
Editrice compositori, 1976.
SABLICH SERGIO, Valore della trascrizione, Firenze, Leo S. Olschki editore, 1987.
Sitografia
https://www.treccani.it/enciclopedia/classicismo
https://dme.mozarteum.at/DME/nma/nmapub_srch.php?l=2
https://www.treccani.it/enciclopedia/wolfgang-amadeus-mozart_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://www.metmuseum.org/it/art/collection/search/470306
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84351335.r=flute%20harpe?rk=1223182;0
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8435750r.r=flute%20harpe?rk=1072966;4
https://www.mgg-online.com/article?id=mgg11256&v=1.1&rs=mgg11256
https://opac.sbn.it/risultati-ricerca-avanzata/-/opac-adv/detail/MUS0123065?
https://www.internetculturale.it/it/16/search?q=krumpholz+flute+harp&instance=metaindice
Appendice
Fig. 1: Particolari del libro privato di preghiere Les Belles Heures illustrato da Paul Herman e Jean de
Limbourg, commissionato da Jean de France, duca di Berry (1405-1408/1409 Tempera, foglia d'oro,
inchiostro su pergamena, Parigi, The Cloisters Collection)4
5 https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8431773h.r=flute%20harpe?rk=557942;4 [14-02-2023]
Artista sconosciuto, Sainte Cécile, Bibliothèque nationale de France 6
6 https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84286020.r=flute%20harpe?rk=429186;4 [14-02-2023]