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GLI STRUMENTI MUSICALI NEL MEDIOEVO

LAVORO DI GRUPPO
DE DONATIS FRANCESCO, DE MARCO GIULIA, DI ORONZO SARA, GRAVILI GIUSEPPE,
PALUMBO GABRIELE

LIUTO MEDIEVALE
Il liuto venne portato in Europa dagli Arabi che lo chiamavano “al ‘ud”,
trasformato poi in liuto in Italia, “laúd” in Spagna e “luth” in Francia. La sua storia
va divisa solitamente in due periodi: il primo (XI-XV sec), di lenta e graduale
diffusione, in cui esso mantenne inalterate le sue caratteristiche originali; il
secondo, di grande diffusione, nel quale invece si costruirono numerose varietà
(arciliuto, chitarrone), e che durò fino all’affermazione degli strumenti ad arco e a
tastiera, che lo sostituirono gradualmente. La forma ricorda quella di un
mandolino più grande con cassa di risonanza bombata, veniva utilizzato nella
musica popolare medievale ed anche da trovatori e trovieri per raccontare le loro
storie. Questo strumento ha avuto una grande diffusione nei secoli grazie alla sua
versatilità, al timbro dolce e alla leggerezza che lo rendevano perfetto sia per
composizioni polifoniche, sia per accompagnare un canto o una danza. Nel
Medioevo si suonava utilizzando un plettro, successivamente con i polpastrelli
liberi.

ARPA MEDIEVALE
L'arpa è il più antico strumento musicale a corde conosciuto. La parola "Harpa” viene
dall'antico sassone e significa "pizzicare". Nessuno sa realmente l’origine, ci sono
però fonti antichissime che testimoniano la sua presenza in più parti del mondo
molto lontane tra loro. Una delle prime scoperte di strumenti musicali
mostra uno strumento che assomiglia ad un'arpa raffigurato su pitture
rupestri risalenti al 15.000 a.C. in Francia. Si pensa che le prime arpe
derivino dall'arco da caccia, infatti la corda tesa tra i due estremi
produce un suono. In Egitto, alcune delle più antiche immagini di arpe
arcuate provengono da tombe di faraoni risalenti a circa
5.000 anni fa. L’arpa medievale è un’arpa di piccole dimensioni con un
numero ridotto di corde rispetto ad un arpa moderna. Nel Medioevo
erano differenti i tipi di arpa utilizzati, un esempio è l’arpa irlandese
medievale, molto robusta ed con la cassa di risonanza costituita da un
solo pezzo. Questo strumento era utilizzato
soprattutto nel culto della Chiesa, per accompagnare i canti monastici
anteriori ai canti gregoriani. L'arpa diventò lo strumento preferito per accompagnare
le voci dei monaci, diventando così uno dei pochi strumenti consentiti nella Chiesa
antica.

ORGANO PORTATIVO
L'organo portativo, chiamato anche organetto, è un organo di
piccole dimensioni, anche se strutturalmente uguale agli strumenti
più grandi. Ebbe la sua massima diffusione nei secoli XIII-XV in Europa, dove veniva
impiegato nella musica polifonica, per eseguire le parti acute. Si tratta di uno
strumento trasportabile che può essere suonato senza bisogno di un appoggio
stabile. L'organo portativo viene suonato con una sola mano, la destra, mentre la
sinistra si occupa dell'azionamento del mantice. Lo strumento ha in genere una
sola canna per nota, quindi sono assenti i registri, inoltre esse possono essere di
stagno, piombo, legno o anche di cartone.

LA TROMBA MEDIEVALE
La tromba appartiene alla famiglia degli ottoni. Essa è uno strumento ad ancia
labiale, cioè il suono è generato dalla
vibrazione delle labbra. La tromba medievale
aveva una forma abbastanza diversa rispetto a
quella attuale: era dritta, lunga 150 cm ed era
usata per accompagnare le bombarde (strumento della famiglia degli oboi). La
funzione delle trombe era limitata a fornire un sottofondo alla melodia, usando le
poche note a disposizione, soprattutto i primi 4 armonici.

CROMORNO MEDIEVALE
Il cromorno (cornamuto torto) è uno strumento a fiato ad ancia
doppia. La parola Cromorno deriva dal tedesco “krummhorn”
cioè corno ricurvo. Introdotto con ogni probabilità nel 1300, si
diffuse in Francia, Germania e Italia, ma fu abbandonato subito
dopo il Rinascimento per l'impossibilità ad ottavizzare. Esso è
costruito in legno d’acero o di bosso e con una canna cilindrica a
forma di manico d'ombrello con sei o sette fori di diteggiatura.

CHALUMEAU
Con questo termine si indicano due strumenti a fiato dai secoli XVI e XVIII, uno a
canna conica e ad ancia doppia, l’altro a canna cilindrica e ancia semplice. Dal primo
è derivato il moderno oboe, dal secondo il clarinetto. Lo strumento, chiamato in
italiano Salmoè, dopo un secolo cadde in disuso, e il suo significato passò ad indicare
il registro grave del clarinetto. Fra i diversi compositori di opere per questo
strumento si ricordano: Vivaldi, Graupner, Telemann.
Chalumeau ad ancia semplice Chalumeau ad ancia doppia

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SALTERIO
Il salterio è uno strumento musicale con cassa di risonanza e

corde, viene posto in modo orizzontale e prende il suo nome


da un libro. È uno strumento abbastanza piccolo, quindi facile da
portare, inoltre ne esistono di diverse varianti e generalmente viene
suonato con le dita, con il plettro o con delle bacchette di legno:

• Il salterio a pizzico (cetra), ha una forma trapezoidale,


con due ordini di corde in corrispondenza dei lati
obliqui. La spazio tra i due ordini di corde era, ed è
ancora oggi, utilizzato per l’inserimento del libro dei
salmi;

• Il salterio ad arco (cetra triangolare), di forma


triangolare. Le corde sono molto più ravvicinate e
sono disposte su uno stesso piano. Per far si che lo
strumento suoni queste corde devono essere
sfregate con un arco (simile a quello utilizzato oggi);

• Il salterio a percussione, è un salterio in cui le corde sono percosse con


leggeri martelletti ricoperti di stoppa o cuoio. Si possono trovare diverse
varianti come quelle francesi e italiane. Al partite dal XV secolo abbiamo due
tipi di salterio a percussione, uno quadrangolare e uno
triangolare. Entrambi avevano una cassa di risonanza piuttosto bassa, dotata
di due fori di risonanza e di corde metalliche. Veniva suonato in orizzontale,
poggiato sulle ginocchia, su un tavolo o sul petto grazie a una tracolla;

VIELLA
Strumento di origine orientale, antenato degli strumenti ad arco moderni. Viene
suonata tenendola fra le gambe oppure sulla spalla. È uno
strumento usato soprattutto da trovatori e menestrelli. La
viella ha 5 corde ha diverse accordature per consentire
all’esecutore un’estensione maggiore. È costituita da una
cassa di risonanza di varie forme, originariamente ovale e
successivamente a forma di 8. Lo strumento veniva suonato con le dita senza
l’ausilio di un plettro.

GHIRONDA
Corde strofinate, con una grande cassa di risonanza all’interno della quale ci sono le
corde, affianco abbiamo una manovella collegata ad una
corda, che viene strofinata da questa manovella che può
essere considerata un arco circolare. L’altra mano spinge dei
bottoni che toccano la corda in vari punti

FLAUTO DOPPIO
Permette di fare la polifonia. È composto da una singola bocca di fiato dove si
congiungono i due flauti, facendo assumere ai due flauti stessi al vertice di
collegamento un angolo e una gradazione variabile a seconda
delle necessità. Infatti il vertice dell'imboccatura non era fisso,
ma mobile, in grado di creare un "effetto ventaglio" che
potesse far muovere verso l'interno o verso l'esterno entrambi
i flauti in contemporanea o solo uno, il tutto secondo le
proprie necessità, al fine di raggiungere la migliore diffusione
del suono.
Questo strumento quindi non è solo il frutto di due assemblaggi dello stesso
strumento, piuttosto la creazione di uno strumento considerato" mobile" che poteva
essere regolato dal musico.

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