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Storia

e Analisi del repertorio I


Dal ‘600 al ‘700























Violone, dipinto di Peter Lely (1640-50 circa)



A. A. 2017-2018







Professore Allievo
Mosca Ludovico Fortunato Pasquale
Matr. 8720



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SOMMARIO

Le origini e l’evoluzione del contrabbasso ....................................................................... 3

1. Il contrabbasso e la famiglia delle viole da braccio .................................................................................... 3

2. le prime forme e l’arco ............................................................................................................................................ 4

3. il ruolo del contrabbasso ....................................................................................................................................... 5

4. Le composizioni ......................................................................................................................................................... 6


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Le origini e l’evoluzione del contrabbasso

Il contrabbasso affonda le proprie origini nel Rinascimento e la sua evoluzione è
piuttosto lenta e incerta e sicuramente legata alla famiglia delle viole (dunque al
violino, viola e violoncello).
Possiamo appunto considerare il violino, lo strumento più vicino al contrabbasso, in
quanto presenta come elementi basilari il manico incollato sul lato superiore della
cassa armonica e la tastiera fatta aderire sul bordo inferiore della stessa, con
distinzione tra i due punti di attacco delle corde. Restano però alcune differenze
costruttive del contrabbasso con gli altri archi: l’attaccatura delle fasce alla zona di
innesto del manico, la possibilità sia del fondo piatto (come la viola da gamba) sia del
fondo bombato. Inoltre molti elementi legano questo strumento alla famiglia delle
viole da gamba, ad esempio le spalle spioventi e la mancanza di cuspidi di taluni
strumenti, l’accordatura per quarte e l’evidente presa dell’archetto “alla tedesca” che
è a palmo in su.

1. Il contrabbasso e la famiglia delle viole da braccio



La storia del contrabbasso affonda le proprie radici quasi sicuramente nella famiglia
delle viole da braccio.
Nel periodo rinascimentale la viola da braccio subisce gradualmente delle modifiche
che portano lo strumento sulla strada del violino moderno.
La tavola armonica diviene bombata per sopportare la tensione delle corde sul
ponticello e per la stessa ragione è creata la filettatura. La cassa assemblata ad
incastro viene rinforzata dalla catena e dall’anima. La cavigliera prende
definitivamente la forma del capitello ionico e prende il nome di “riccio”. Anche i fori
abbandonano definitivamente la forma a C per prendere la forma ad f (l’asportazione
del legno in questa forma pare che mantenga nella tavola armonica una tensione che
ne favorisce la vibrazione armonica).
Questo nuovo strumento dalla grande sonorità prende il nome di violino e nasce cosi
una nuova famiglia della quale il violino copre il registro di soprano, la viola risponde
alle esigenze del contralto, mentre il violoncello sviluppa il registro del tenore; in fine
il contrabbasso sviluppa il registro più basso.

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L’impegno dei liutai per ottenere lo strumento basso della famiglia delle viole non fu
inferiore a quella rivolta agli altri strumenti: i primi esempi accertati risalgono a liutai
del calibro di Gasparo da Salò (1540-1609) e Niccolò Amati (1596-1684).
Il contrabbasso ha subito diverse variazioni nelle forme e nell’uso attraverso i secoli,
al punto da renderne problematico tracciarne una coerente o univoca linea evolutiva.
Va aggiunto che diverse forme di contrabbasso sono state utilizzate in uno stesso
periodo in paesi diversi, o che modelli simili tra loro sono stati denominati in modo
diverso.
Il termine “Violone” apparve per la prima volta intorno al 1520 e fu quello
maggiormente in uso in età barocca identificato come lo strumento con il registro più
basso presente nella famiglia delle viole.

2. le prime forme e l’arco



All’inizio non vi era una misura standard per quanto riguarda lo strumento basso
delle viole e a quanto pare la richiesta variava anche a seconda delle esigenze, ad
esempio chi aveva bisogno di un suono più potente sceglieva una maggiore grandezza
della cassa armonica e quindi uno strumento molto grande.
A quanto pare le forme variavano dalla forma a viola da gamba a quella a forma di
pera.
Il contrabbasso non presentava puntale e veniva poggiato direttamente a terra e
suonato in piedi tenendolo in verticale.
Per quanto riguarda le corde, venivano dapprima usate 6 corde per gli strumenti più
piccoli ovviamente in budello come venivano utilizzate per tutti i tipi di strumento ad
arco.
Nel ‘700 troviamo soprattutto strumenti a tre corde ed accordati per quarte anziché
per quinte che, come diceva il Dragonetti, favorivano lo sviluppo di una vera e propria
tecnica virtuosistica sul contrabbasso.
L’arco utilizzato dall’inizio fino alla fine del ‘700 è quello barocco impiegato dapprima
in Italia e poi portato in tutt’Europa dal Dragonetti (quello che oggi con varie
modifiche chiamiamo “alla tedesca”).

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Questo tipo d’arco possiede la curvatura molto pronunciata verso l’alto creando molta
distanza dalla bacchetta al crine e questa caratteristica fa si che lo strumento abbia
maggiore potenza di suono ma meno eleganza (come dice il Bottesini nel suo trattato
del ‘800).
Veniva tenuto con il palmo della mano verso l’alto e le ultime dita della mano
servivano a tirare i crini visto che non esisteva ancora il sistema della vite.
L’arco “alla Dragonetti”, così chiamato, nacque dunque in italia ma portato in europa e
preso in studio dai tedeschi, anni dopo con le dovute modifiche è diventato il
moderno arco “alla Simandl” o “alla tedesca” che si contrappone all’arco “francese”
simile a quello per violino.

3. il ruolo del contrabbasso



Già nel rinascimento il contrabbasso prese il ruolo di sotegno e di raddoppio delle
voci basse grazie all’avvento della musica strumentale. Quindi ebbe il ruolo di “basso
continuo” sia per musiche sacre che profane dell’epoca.
Questo ruolo perdurò nell’epoca barocca e a quanto pare i compositori non
scrivevano un rigo specifico ma affidavano tutta la linea del basso al rigo del
violoncello. I contrabbassisti si limitavano a leggere questa linea e suonarla un’ottava
sotto.
L’inserimento del contrabbasso nelle formazioni strumentali iniziò a definirsi negli
ultimi decenni del Seicento e nel corso del Settecento.





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4. Le composizioni

Per quanto riguarda composizioni proprie per il contrabbasso non ne possiamo
trovare fino al pieno Settecento quando lo strumento inizia a prendere piede anche in
ambito solistico con musicisti importanti come Dragonetti, Dittersdorf, Mozart e
Vanhal quindi in pieno classicismo.



Domenico Carlo Maria Dragonetti è conosciuto come il primo vero virtuoso dello
strumento. Nato a Venezia nel 1763 e morto a Londra nel 1846 fu da subito
apprezzato per le sue doti in Italia e ancora giovanissimo si trasferì in Inghilterra
dove ottenne la sua fama come solista. Egli ha dato tanto allo strumento e ha lasciato
pagine virtuosistiche ai posteri.
tra le sue composizioni che sono state ben conservate troviamo:

• Adagio e Rondò in la maggiore, per contrabbasso e orchestra;
• Concerto in La maggiore, per contrabbasso e orchestra;
• Grande allegro, per contrabbasso e piano;
• Minuetto e Allegro, per contrabbasso e piano;
• Famous solo in Mi minore, per contrabbasso e piano;
• Adagio e Rondò in Do maggiore, per contrabbasso e piano;
• Serenata, per contrabbasso e strumenti ad arco;
• Solo in Re maggiore, per contrabbasso e piano;
• Studi da concerto;
• Dodici valzer, per contrabbasso solo;
• Duetto per violoncello e contrabbasso.


August Carl Ditters von Dittersdorf (Vienna 1739 – 1799) è stato un violinista e
compositore austriaco e sommo compositore del Classicismo.
Ha lasciato in eredità agli studenti contrabbassisti tre opere:

• Concerto per contrabbasso n.1 in re;

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• Concerto per contrabbasso n.2 in mi;
• Doppio concerto per viola e contrabbasso.


Johann Baptist Vanhal (Nechanice 1739 – Vienna 1813) è stato un compositore
ceco, esponente del classicismo allievo del Dittersdorf. Divenne così famoso che fu
probabilmente il primo musicista a poter vivere interamente grazie alle sue
composizioni. Doveva essere un autore molto prolifico per soddisfare tutte le
richieste e gli vengono attribuiti 100 quartetti, 73 sinfonie, 95 composizioni di musica
sacra e un gran numero di opere strumentali e vocali. Tra le sue composizioni ne
troviamo una per contrabbasso:

• Concerto per contrabbasso in re maggiore.


Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791) annoverato tra i più grandi
geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento. Fu uno dei massimi esponenti
del classicismo musicale settecentesco e insieme a Franz Joseph Hyden e Ludwig van
Beethoven costituisce la triade alla quale, nella letteratura musicologica, alcuni autori fanno
riferimento come prima scuola di Vienna.
Tra le sue numerose composizioni ne troviamo anche una per contrabbasso:


• Aria “Per questa bella mano” K. V. 612, per basso, contrabbasso obbligato e orchestra.

Il brano fu firmato a Vienna, L’8 marzo 1791, su testo di ignoto.
A quanto pare Mozart scrisse la parte di solo per il contrabbassista Wilhelm Pichelberger,
che riferì personalmente all’autore delle possibilità tecniche dello strumento.









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BIBLIOGRAFIA


• Il contrabbasso, Riccardo Crotti ed. dalla costa

• Wikipedia












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