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Claudia Pasquini

Teoria della musica


"GLI STRUMENTI MUSICALI NELLE
ORCHESTRE"

Prof. Gardini Gianluca


Anno accademico 2015/2016

GLI STRUMENTI MUSICALI NELLE


ORCHESTRE
Il significato della parola "orchestra" viene dal teatro dell'antica Grecia, dove il termine indicava
la zona riservata al coro, agli strumentisti e ai danzatori nelle rappresentazioni teatrali. Intorno
alla seconda met del 17 secolo, quando si svilupp una musica strumentale autonoma
(ossia senza voci), alcuni teorici chiamarono con questa parola un insieme di musicisti pi o
meno ampio.
Oggi l'orchestra l'insieme degli strumentisti che collaborano ad un'esecuzione musicale,
riuniti in un preciso ordine per gruppi di strumenti e disposti a semicerchio, sia per motivi di
acustica, sia per osservare i gesti e per seguire le indicazioni del direttore d'orchestra, che di
regola si pone di fronte all'orchestra.
Il direttore d'orchestra indica a ciascuno strumento o a ciascun gruppo di strumenti quando
iniziare a suonare e coordina le frasi musicali e le sue dinamiche (indica se suonare forte o
piano, quando accelerare il tempo, come suonare in relazione agli altri, e cos via). Insomma
guida tutti gli strumenti e ne rafforza lo spirito d'insieme.
In passato (o anche nelle piccole orchestre oggi) spesso il direttore d'orchestra era
semplicemente il primo violino o comunque un musicista impegnato nell'esecuzione.
A seconda dell'epoca e in base al desiderio del direttore variano il tipo e il numero degli
strumenti dell'orchestra, ma anche la loro disposizione in sala attorno al direttore.
Esistono due tipi di disposizioni:
- Disposizione americana: pi diffusa (illustrata in figura);
- Disposizione tedesca: usata meno frequentemente.
La differenza
disposizioni
tedesca i primi
violini siedono
contrabbassi
violini, le viole
secondi violini e
centro.

tra le due
che in quella
e i secondi
di fronte, i
dietro ai primi
accanto ai
i violoncelli al

ORGANICI ORCHESTRALI
Dal momento che vi sono tanti tipi di strumenti, appartenenti a diverse famiglie (delle quali
parleremo in seguito), in base alla loro presenza e al loro numero, l'orchestra pu assumere
caratteristiche, generi e denominazioni diverse.
Si parla di:
- orchestra d'archi: un'orchestra formata esclusivamente da strumenti ad arco. Si diffuse
soprattutto nel 1600; per questo viene anche definita orchestra barocca. Un'orchestra d'archi
mediamente formata da:
- 16 violini primi
- 14 violini secondi
- 12 viole
- 10 violoncelli
- 8-10 contrabbassi.
Nelle orchestre pi grandi il numero dei violini primi pu arrivare fino a 24 e tutti gli altri archi
devono essere dunque aumentati in proporzione.
La forma pi ridotta di orchestra d'archi costituita dal quartetto d'archi che formato da un
primo violino, un secondo violino, una viola ed un violoncello.
- orchestra di fiati (banda musicale). E' un'orchestra formata esclusivamente da strumenti a

fiato.
Gi nell'antichit esistevano complessi di strumenti a fiato. I Romani li usavano per
manifestazioni religiose, militari e civili. Nel Medioevo si formarono i primi gruppi musicali simili
alla banda. L'origine della banda cos come la intendiamo oggi, per, risale al XIV secolo,
quando un numero ridotto di suonatori prestava servizio presso le Corti e le Signorie. Nel 1700
la banda era composta da un numero non superiore a diciotto elementi; verso la fine del
secolo, vennero perfezionati nuovi strumenti e la bande si distinsero tra quelle cittadine e
militari. Fino al 1845 le bande erano formate da un ottavino, quattro o pi clarinetti in do,
due fagotti, due oboe, due trombe, un trombone, due corni, un cimbasso, un serpentone,
un controfagotto, timpani, batteria turca. In Francia le bande ebbero un forte impulso e nel
1845 fu accettata una riforma proposta da Adolphe Sax che prevedeva l'inserimento
di sassofoni alti, bassi e soprani. In Italia, invece, fino al 1860 non esistevano bande con
l'organico predefinito e solamente lo stato Pontificio possedeva qualche banda che lavorava a
tempo pieno, mentre altrove le bande civili suonavano per lo pi in occasioni speciali, quali
nozze e ricevimenti di sovrani. Fu nei primi decenni del 1900 che le bande civili in Italia si
moltiplicarono.
- orchestra di ottoni; un'orchestra formata esclusivamente da ottoni.
- orchestra da camera (o classica): si diffuse nella seconda met del 1700. E' formata da un
numero ridotto di strumenti. In questo periodo l'organico orchestrale si amplia soprattutto nella
sezione dei legni, dove si raddoppiano alcuni strumenti (2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti).
Inoltre l'orchestra da camera comprende 2 corni, 2 trombe, timpani, archi (ed eccezionalmente
2 tromboni). La figura del direttore d'orchestra ancora non esisteva, perci era compito del
primo violino coordinare tutti gli strumenti. E' l'orchestra delle sinfonie di Mozart e del primo
Beethoven.
- orchestra sinfonica (o romantica): si diffuse tra il 1800 e il 1900, in particolare grazie alle
composizioni di Hector Berlioz. L'orchestra continua a crescere numericamente con Wagner,
fino ad accogliere tutti gli strumenti delle diverse famiglie, e arrivare ad essere formata da
oltre cento elementi. Wagner inserisce nell'Anello del Nibelungo (composta tra il 1848-1874) 1
tromba bassa, 1 trombone contrabbasso, 8 corni, 2 tube tenore, 2 tube basse, 1 tuba
contrabbasso, 8 arpe. Nasce la figura del direttore d'orchestra.

L'orchestra pu essere qualificata e distinta anche a seconda del tipo di repertorio musicale
che esegue. Si pu parlare quindi di:

- orchestra d'opera: gli strumentisti suonano nella "buca" in quanto sul palcoscenico ci sono i
cantanti.
- orchestra radiofonica;
- orchestra da film;
- orchestra jazz.

L'orchestra moderna si compone di 4 famiglie di strumenti, pi gli eventuali strumenti


supplementari:
- archi: violino, viola, violoncello, contrabbasso;
- legni: ottavino, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto, fagotto, controfagotto, (sassofono);
- ottoni: tromba, corno francese, trombone, basso tuba;
- percussioni: timpani, grancassa, tamburo militare, tamburello, piatti, triangolo;
- strumenti supplementari, non sempre presenti: pianoforte, arpa, organo, celesta...

Gli

archi

La famiglia degli Archi comprende strumenti musicali di estrema sensibilit, con i quali si
possono ottenere le pi delicate sfumature di fraseggi. Gli archi producono i suoni grazie alle
vibrazioni delle corde. Le corde possono venire strofinate con un archetto o pizzicate con le
dita.
Per gli strumenti ad arco vale la legge fisica di Pitagora, cio minore la lunghezza della corda
vibrante, pi alto il suono, e viceversa, pi la corda lunga, pi il suono sar grave. L'altezza
dei suoni determinata anche dallo spessore delle corde: se la corda spessa il suono pi
grave.
Nella scrittura delle parti per strumenti ad arco, la legatura di frase non indica
necessariamente un'unit di pensiero musicale, ma, pi spesso, mostra il numero di note da
suonare in una sola arcata.
La direzione del movimento dell'arco viene indicata, se necessario, con due segni:
V = in su, = in gi.
La effe che si trova al centro della cassa armonica facilita l'uscita del suono dalla cassa
armonica.

Oltre al classico suono degli strumenti ad arco, ottenuto dallo strofinamento dell'archetto sulle
corde, si possono ottenere una serie di suoni diversi:
- Il pizzicato si ottiene pizzicando la corda anzich sollecitandola con l'archetto.
- Il "tremolo" si indica aggiungendo alcune lineette trasversali lungo la coda di una nota, e
questo segno indica l'esecuzione di arcate molto veloci sulla stessa nota.
- "Col legno", significa che bisogna toccare le corde con il legno dell'archetto invece che con il
crine. L'indicazione "arco" usata dopo un passo "col legno" per tornare a suonare coi crini.
- "Con sordino" indica che bisogna utilizzare la sordina. Questo una piccola morsa che viene
messa sopra o vicino al ponticello in modo da impedire la piena risonanza nel corpo dello

strumento: l'intensit del suono viene cio "messa in sordina".


- "Sul ponticello" un'indicazione per il violinista che deve agire con l'archetto il pi vicino
possibile al ponticello. Il risultato piuttosto aspro, che tuttavia pu essere impiegato in certi
contesti, originando un effetto misterioso.
- "Sul tasto" proprio l'effetto opposto indicato da "sul ponticello". L'esecutore deve suonare
letteralmente sulla tastiera, e l'effetto particolarmente vellutato.

Il violino
In orchestra i violini si dividono tra "primi" e "secondi". Non ci sono differenze di forma o di
suono tra gli uni e gli altri, ma si distinguono perch eseguono parti differenti.
Il primo violino noto di perfetta costruzione quello di Andrea Amati, intorno alla seconda met
del 1500. I violini di Andrea Amati e dei suoi figli furono celebrati come strumenti perfetti. Da
Andrea Amati discende la grande scuola dei costruttori
cremonesi. Gli altri costruttori, sia italiani che stranieri, non
possono mettere in discussione il primato dei cremonesi, in
particolare di Antonio Stradivari. Il modello da lui costruito nel
1700 circa il pi prestigioso.
In passato le quattro corde (Sol, Re, La, Mi) erano interamente
costruite in budello animale, soprattutto di pecora. Oggi si usano
prevalentemente materiali come la seta, lacciaio, il nylon ed il
carbonio.
Il suono viene generalmente prodotto sollecitando la corda con l'arco, mentre le altezze dei
suoni vengono "fissate" dalle dita della mano sinistra sulla "tastiera" (legge di Pitagora gi
citata). Quando il violinista sposta la sua mano sinistra sulla tastiera non fa che accorciare o
allungare il segmento di corda vibrante.
Quando devono essere eseguite note e passaggi particolarmente acuti, si usa un'apposita
indicazione che avvisa di trasportare le note interessate all'ottava superiore.
Fino al XVIII secolo, invece, a seconda del brano specifico, veniva usato un grande numero di
chiavi secondarie, ad esempio la chiave di basso, di contralto, mezzosoprano, soprano.

La viola
Erede musicale della viella (strumento musicale a corde del
Medioevo). E' fisicamente molto simile al violino (leggermente pi
grande). Si distingue da questultimo per lestensione dei suoni (le
corde sono accordate ad intervalli di quinta giusta, in La, Re, Sol,
Do) e per il timbro pi scuro e pi profondo.
Le prime viole a noi note sono state costruite dai liutai Andrea Amati
e Gasparo da Sal verso la fine del 1500. Come il violino, la viola
viene retta dall'esecutore sulla spalla sinistra.

Il

violoncello

Le sue dimensioni sono pi grandi di quelle del violino e della viola.


Il violoncello viene sostenuto tra le ginocchia dell'esecutore che sta seduto. Lo strumento viene
appoggiato al suolo grazie ad un sostegno metallico detto "puntale", nella parte inferiore della
cassa.
Le quattro corde sono accordate come quelle della viola. Il suono del violoncello molto caldo,
morbido e vellutato.
Probabilmente la composizione che esalta maggiormente le capacit del violoncello il
Concerto in Si minore op. 104, di Antonn Dvork.
Uno dei primi violoncelli a noi noti stato costruito nel 1572 da Andrea Amati.
Nelle orchestre sinfoniche, generalmente i violoncelli stanno alla destra del direttore
d'orchestra, in posizione opposta ai primi violini.
Il primo violoncello (o la spalla dei violoncelli) l'omologo del primo violino nella sua sezione:
la guida dei violoncelli che determina le arcate in accordo con le altre sezioni degli archi ed
quello che esegui le parti soliste, quando presenti. Questo strumentista nell'orchestra, siede in
prima fila tra i violoncelli, il pi vicino al pubblico.
I violoncelli costituiscono una parte fondamentale nella musica per orchestra: tutta la musica
sinfonica contiene parti per violoncelli e molte composizioni contengono degli assoli per questo
strumento. Soprattutto dal 20 secolo il genere del concerto per violoncello ha assunto sempre
pi rilevanza. In buona parte per i violoncelli contribuiscono a sostenere l'armonia del suono
dell'orchestra.
Il violoncello spesso utilizzato anche come strumento solista. Esistono diversi concerti per
violoncello e orchestra (i pi conosciuti sono Haydn in Do maggiore e Re maggiore, Boccherini
in Sib maggiore).

Il contrabbasso

E' lo strumento pi grande della famiglia degli archi, ha la voce pi bassa ed ha una sagoma
leggermente diversa: le spalle sono spioventi e non dritte e la parte posteriore della cassa
piatta e non curva.
Nato anchesso nel XVII secolo, ha subito alcune trasformazioni nel corso degli anni. Il
contrabbasso attuale alto circa 180 cm (la cassa del violino misura appena 35 cm).
Le corde sono quatto (a volte anche cinque) accordate in Sol, Re, La, Mi (nel caso della quinta
corda questa accordata in Do).
Lo strumento pu impiegare due tipi di archetti: quello francese (il musicista impugna nella
mano larchetto) e quello tedesco (il musicista tiene larchetto appoggiato nel palmo della
mano rivolta verso lalto).
I suoni reali sono all'ottava pi bassa di quelli scritti.
Questo strumento piuttosto ingombrante poggia su un puntale metallico. A causa delle sue
dimensioni l'esecutore deve suonarlo in piedi, oppure seduto su uno sgabello particolarmente
alto.
La sonorit del contrabbasso piuttosto asciutta, rauca, e tecnicamente parlando molto
meno abile degli altri strumenti ad arco.

Legni e ottoni
Le famiglie dei legni e degli ottoni fanno parte degli strumenti a fiato.
Questi strumenti producono i suoni grazie alla vibrazione dell'aria all'interno di un tubo. L'aria
viene immessa dal musicista attraverso le labbra.
L'altezza delle note viene determinata dalla lunghezza del tubo: pi corto il tubo, pi alto il
suono prodotto.

Legni

Il flauto traverso

E' uno strumento antichissimo: insieme allarpa e alle percussioni stato tra i primi a essere
creato dalluomo.
Nel 1847 circa, linventore e musicista Theobald Boehm ha brevettato il modello che oggi
conosciamo: un tubo cilindrico di metallo (in argento quello pi usato) lungo circa 70 cm,
composto di tre parti principali: la testata (parte dove lo strumentista soffia per produrre il
suono), il corpo centrale (parte centrale pi lunga) ed il trombino (parte finale del flauto).
Secondo il criterio acustico sopracitato (pi corto il tubo pi alto il suono), per facilitare la
chiusura dei fori (che servono per allungare o accorciare la lunghezza del tubo) stato posto
lungo il corpo centrale un meccanismo di chiavi ad anello, che permette al musicista di

chiudere contemporaneamente pi fori anche distanti tra loro. In questo modo viene modificata
la lunghezza della colonna d'aria in vibrazione contenuta nello strumento stesso e quindi varia
l'altezza del suono prodotto.
E' uno strumento estremamente agile, dal suono ricco e puro.

Lottavino (o "flauto piccolo")


Si hanno tracce dell'uso di questo strumento nella prima
met del 1700, ma inizia a diffondersi, e quindi ad avere un
posto stabile in orchestra, solo all'inizio dell'800.
E' la pi piccola taglia del flauto traverso. Lungo circa la
met del flauto, emette un suono acuto e brillante.
E' intonato un'ottava sopra al flauto.
Per evitare un eccesso di lineette supplementari, le sue
note vengono scritte un'ottava pi bassa dei suoni reali.
L'ottavino possiede l'ottava pi alta in assoluto tra tutti gli strumenti musicali.
E' lo strumento pi agile e acuto dell'orchestra. Viene usato come strumento principale o come
secondo strumento (alternato al flauto). Questa soluzione richiede un certo allenamento al
flautista per adattarsi allo strumento, in quanto il foro della testata dell'ottavino pi piccola
rispetto a quella del flauto e le chiavi sono molto pi piccole e ravvicinate (anche se il
meccanismo di chiavi e chiusura dei fori lo stesso).
Il suo timbro non possiede la dolcezza del
flauto, ma ne conserva il carattere brillante.
L'ottavino si presta bene all'esecuzione
passaggi virtuosistici, meno alle melodie
cantabili. La sonorit esile nel registro
medio-grave, mentre acquista forza e
chiarezza salendo.

Loboe

E' uno strumento, costruito in legno, ad ancia doppia.


Numerosi strumenti si servono di un "originatore sonoro" fatto di una piccola e sottile linguetta
detta "ancia". Una sua estremit fissata all'imboccatura dello strumento, mentre l'altra
estremit vibra liberamente non appena l'aria entra nel tubo, facendo a sua volta vibrare la
colonna d'aria all'interno del tubo stesso. Alcuni di questi strumenti hanno due ance vibranti
una contro l'altra, per cui si fa
distinzione tra strumenti ad ancia
semplice e ad ancia doppia, tra cui
l'oboe.
L'oboe si pu considerare levoluzione
della ciaramella, strumento molto
diffuso nel Medioevo.
Inizialmente il ruolo delloboe in
orchestra era quello di raddoppiare i
violini, poi passato ad unidentit pi indipendente.
L'oboe ha un suono leggero, un p nasale e assai penetrante.
Famoso luso che ne fa Sergej Prokofev in Pierino e il lupo, dove il suono delloboe
rappresenta lanatra.

Il corno inglese
Strumento che risale al XVIII secolo e come loboe uno strumento ad ancia doppia.
Il corno inglese 9 cm pi lungo dell'oboe ed il suono che emette pi pieno, con
un'espressivit di carattere melanconico, se non proprio tragico.
Una teoria che il nome dello strumento derivi probabilmente da un errore di pronuncia del
termine francese angl (angolo i primi corni inglese avevano un angolo al centro della
canna) confuso con anglais (inglese), da qui il nome di corno inglese. Questa teoria per
dibattuta.
Il corno inglese uno strumento traspositore: strumento che produce delle note diverse da
quelle scritte sulla sua parte. Osservando una partitura per orchestra o banda, si osserver
che in un passaggio all'unisono, gli strumenti traspositori hanno una notazione diversa dagli
altri: la stessa nota d'effetto (do, ad esempio) pu essere scritta re, la, sol o in altre posizioni.

Inoltre l'armatura di chiave (i diesis e i bemolli presenti in chiave) diversa. Ci avviene perch
questi strumenti seguono una convenzione di lettura diversa.
Il corno inglese in realt un oboe contralto ed intonato una quinta sotto l'oboe (quindi la
sua parte viene scritta una quinta sopra il suono dell'oboe).

Il clarinetto
Il clarinetto uno strumento che affonda le sue
radici sin dallantico Egitto, ma il costruttore
tedesco Johann Christoph Denner ad apportare
le modifiche pi significative nel 1690 circa.
Diversamente dall'oboe e dal corno inglese, uno
strumento ad ancia semplice.
Si presenta come un tubo lungo circa 66 cm che
termina con una sezione detta campana".
Il clarinetto pu produrre sonorit molto
espressive ed lo strumento principale delle
bande.
Tecnicamente uno degli strumenti di maggiore agilit, pu eseguire facilmente passaggi
veloci, arpeggi, alternanze di colorito.
Il clarinetto uno strumento traspositore. Oggi, i clarinetti di uso comune sono quelli in Si
bemolle e in La. La parte di un
clarinetto in Si bemolle si scrive un
tono sopra il suono reale, quella di
un clarinetto in La una terza minore
sopra il suono reale.

Il fagotto

E' uno strumento ad ancia doppia e di tubo conico.


Il tubo molto lungo, e per renderlo pi maneggevole ripiegato in due. lungo circa 2,5 m,
ma essendo piegato su se stesso risulta lungo circa 1,5 m.
Pu essere considerato il successore della dulciana, strumento rinascimentale che si evoluto
dal XVII secolo in poi.
Come estensione timbrica, lo si potrebbe definire il violoncello della famiglia dei legni, ed ha
una sonorit ricca e profonda, specialmente nel registro basso.
Una caratteristica del fagotto la sua innegabile "vis comica", quando usato in un certo modo.
Lo si potrebbe definire il clown dell'orchestra, ma pu essere talvolta melanconico come
nessun altro.
E' uno strumento non traspositore (cio i suoni scritti e quelli reali coincidono). Si noti tuttavia
che per le ottave pi basse si usa la chiave di basso e per le pi alte la chiave di tenore.

Il controfagotto
Strumento a forma conica e a doppia ancia, identico al fagotto ma con la colonna daria lunga
il doppio, ed ripiegato su se stesso due volte.
In contrapposizione
allottavino, produce
un suono molto
profondo e si usa per
rinforzare le parti dei
bassi.

E' l'equivalente al contrabbasso nella famiglia dei legni (infatti produce suoni posti un'ottava
sotto quelli scritti).

Il sassofono
Comunemente detto sax, uno strumento dotato di ancia semplice (come il clarinetto).
Inventato da Adolph Sax (da cui il
nome) nella prima met del 1800,
non viene sempre utilizzato nelle
formazioni orchestrali ed invece
molto apprezzato e conosciuto come
strumento della musica jazz, di cui
diventato il simbolo. Il sax non
comunque assente nelle orchestre. E'
presente, anche con ruoli di rilievo, in
alcune orchestre sinfoniche (si ricordi
l'assolo per sax alto in "Il vecchio
Castello" dai "Quadri di
un'esposizione" di Mussorgskij, orchestrati da Maurice Ravel).
E' inserito nella famiglia dei legni poich, nonostante il corpo dello strumento sia normalmente
di metallo (spesso di ottone, motivo per cui talvolta impropriamente viene inserito tra gli ottoni),
ha tra i suoi antenati il flauto e il clarinetto, da cui ha ereditato la struttura ma non il materiale.
L'emissione del suono provocata dalla vibrazione di un'ancia, ricavata da una canna
comune. La lunghezza della colonna d'aria vibrante, e quindi l'altezza del suono prodotto,
viene modificata attraverso dei fori sul corpo dello strumento (controllati da chiavi).

Ottoni
La produzione del suono nella famiglia degli ottoni regolata dalle labbra dellesecutore che
fungono da doppia ancia quando sono premute contro il bocchino.
Pi il musicista tiene strette le labbra e pi il suono sar acuto, viceversa se le tiene larghe il
suono sar pi grave.

La tromba
Nonostante si possano trovare
alcune testimonianze di strumenti
simili nellantico Egitto e nellantica
Roma, dove uno strumento chiamato
buccina era impiegato per scopi
militari (veniva utilizzato nelle legioni
dagli antichi romani), la tromba
moderna nata nel 1820.
Pu essere considerata il "soprano"
fra gli strumenti a ottone.
Le parti che la costituiscono sono un
tubo cilindrico lungo circa 122 cm che si apre a campana, il bocchino a forma di minuscola
tazza e i pistoni (che consentono allo strumento di eseguire lintera scala cromatica, applicati
appunto nel 1820).
Esistono vari tipi di tromba che si distinguono dallestensione dei suoni eseguibili.
Di solito la tromba in Do, Si bemolle o La. Quando in Do NON strumento traspositore, ma
nel caso di una tromba in Si bemolle e in La, il trasporto come quello del clarinetto.
La tromba ha una voce molto penetrante, che pu facilmente diventare "volgare".
Tecnicamente uno strumento di grande agilit, salvo il caso di passaggi molto veloci in cui,
ovviamente, sorgono problemi di respirazione.

Il corno (francese)
E' uno strumento di ottone con un lungo tubo
conico avvolto a spirale che termina con un
largo padiglione a campana. Il suo trombino a
forma di imbuto.
I corni antichi erano strumenti molto semplici,
probabilmente ricavati dalle corna del bestiame.
In Inghilterra Georg Friedrich Hndel lo usava
qualche volta in orchestra come raddoppio della
tromba e in Francia, si limitava lutilizzo dello strumento nelle battute di caccia (corni da caccia)
inserendo il corno in orchestra solo dopo gli anni trenta del Settecento.
In origine il cornista poteva solo produrre un limitato numero di note sul suo strumento,
variando semplicemente la pressione delle labbra e soffiando. Nel 19 secolo, con l'ingegnosa
invenzione del meccanismo a cilindri, tale invenzione fu superata.
La lunghezza della colonna d'aria nel corno ora resa variabile per mezzo di pistoni, un
meccanismo che, a piacere dell'esecutore, apre o chiude la circolazione dell'aria in parti
aggiunte di tubo messe in comunicazione con il tubo principale.
Il corno moderno inoltre dotato di tre valvole/pistoni che ruotano tramite un meccanismo di
leve, azionate dal musicista con le dita della mano sinistra, permettendo cos lemissione della
produzione di note di diversa altezza.
Il corno uno strumento traspositore, oggi intonato generalmente in Fa. Ci significa che i
suoni reali si trovano una quinta sotto quelli scritti, per i quali si usano le chiavi di basso e di
violino.
Ricorrendo ad alcuni accorgimenti si possono ottenere sul corno speciali effetti sonori, quali:
- i "suoni chiusi": i suoni chiusi si indicano generalmente con il segno + sopra la nota, e si
ottengono introducendo la mano nel padiglione. La colonna d'aria contenuta nel tubo viene in
tal modo accorciata, ed il suono cresce di un semitono, acquistando un timbro nasale e
attutito.
- i suoni in "sordina": si ottiene una velatura del suono, introducendo un oggetto di legno a
forma di pera nel padiglione.
- "suoni cuivrs". Cuivr la definizione del suono sforzato, metallico, che si ottiene con una

tensione supplementare delle labbra dell'esecutore, non soltanto quando lo strumento


aperto, ma anche quando in sordina o "chiuso".
La sonorit del corno molto espressiva; va da suoni di grande dolcezza ad effetti molto aspri.

Il trombone

I tromboni sono formati da un tubo cilindrico ripiegato a u chiamato coulisse, che si allunga e
si accorcia progressivamente permettendo di variare laltezza dei suoni. Le note volute si
ottengono quindi muovendo avanti e indietro la "coulisse".
La coulisse la seconda parte dello strumento che "scivola" dentro la prima a volont
dell'esecutore, che in tal modo allunga o accorcia la colonna d'aria contenuta nel tubo.
Il metodo di esecuzione del trombone ha perci qualcosa in comune con quello del violino: in
entrambe i casi il musicista deve "sentire" ad orecchio la giusta intonazione delle note.
Le prime testimonianze pittoriche di questo strumento risalgono alla seconda met del XV
secolo, nellaffresco del pittore Filippo Lippi Lassunzione della Vergine presso la chiesa di
Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Il trombone apparve nella sua forma attuale fin dal XV secolo (quando si chiamava "sackbut").
Da allora non si rese necessaria alcuna importante innovazione tecnica.
I tromboni pi comunemente usati sono i "tromboni tenori" (in Si bemolle) e i " tromboni bassi"
(in Sol). Sono strumenti non traspositori.
La sonorit del trombone maestosa, ed in qualcosa simile a quella della tromba (da cui del
resto deriva). Il trombone basso molto pi pieno e vigoroso nel registro inferiore.

Parti solistiche per trombone sono rarissime. E' molto comune invece il trattamento dei
tromboni a piccoli gruppi.
Le parti sono scritte di solito in chiave di basso.

La tuba
Anche chiamata flicorno basso o bombardone, lo
strumento tra gli ottoni con la voce pi grave.
La tuba formata da un tubo conico con il bocchino a forma
di minuscola tazza come quello della tromba e del
trombone.
Il meccanismo, invece uguale a quello del corno. Ha 4 o 5
pistoni che consentono di produrre una completa scala
cromatica.
Tipico delle formazioni jazzistiche nelle quali sostituisce il
contrabbasso, la prima apparizione della tuba in orchestra
datata 1836. Giuseppe Verdi riferendosi alla tuba esclam
Quel diavolo di bombardone!.
La tuba usata pi frequentemente il bassotuba, uno strumento in Fa non traspositore.
Si usa raramente come strumento solista, ma la si sente spesso combinata con altri strumenti
al fine di rinforzare la parte del basso.

Percussioni
La famiglia delle Percussioni comprende strumenti musicali che producono il suono dalle
vibrazioni di una membrana o per vibrazione
propria dello strumento stesso.
La distinzione pi significativa fra questi
strumenti data dalla capacit di produrre
suoni determinati, cio esprimibili con la
notazione musicale, o suoni indeterminati,
cio suoni non definibili di cui si pu indicare
solo il ritmo.
Fra questa numerosissima famiglia, gli
strumenti di uso pi noto e comune sono:

- Timpani
Sono strumenti a percussione di altezza definita (a suono determinato).
Hanno un bacino a forma di "coppa" o conchiglia, fatta normalmente di rame, sulla cui
sommit tesa una sottile pelle di vitello. La pelle tenuta tesa da un anello metallico
regolabile per mezzo di viti.
Il timpanista pu cambiare la tensione della membrana, e di conseguenza l'altezza dei suoni,
stringendo o allentando le viti.
Il suono si ottiene colpendo la membrana con un paio di bacchette dall'impugnatura di legno.
Discendono da strumenti arabi di forma ovale o emisferica
solitamente usati a coppie.
Nellepoca di Johann Sebastian Bach e di Georg Friedrich
Hndel erano semplici tamburi militari ad intonazione fissa
spesso usati come supporto alle trombe.
I primi timpani accordati a pedale (o con sistema
meccanico) risalgono alla met del secolo scorso.
I timpani sono usati raramente da soli. L'altezza delle note si segna in chiave di basso.
Un noto effetto che si pu ottenere sui timpani il "rullo" o tremolo, che consiste in una
velocissima ripetizione della stessa nota. Si indica con una specie di onda sopra le note.

- Grancassa
E' un grande tamburo che produce un suono basso di altezza indefinita e si ottiene colpendo
la membrana con una mazza la cui estremit ricoperta da un soffice feltro.
La sua parte scritta in chiave di basso.

- Tamburo militare

E' un piccolo tamburo a suono indeterminato con due membrane rigidamente tese sulle due
facce di una cassa metallica.
Sulla faccia inferiore sono anche tese fibre di metallo, spostabili a volont, che, vibrando
danno allo strumento quel caratteristico suono brillante.
L'esecutore colpisce la faccia superiore con due bacchette di legno duro.
Sul

tamburo militare possibile ottenere un rullio


estremamente veloce data la rigidit della
membrana tesa che consente all'esecutore di
sfruttare il rimbalzo delle bacchette.
La parte del tamburo militare, puramente ritmica, notata di solito in chiave di violino sulla
nota Do.

- Tamburello
E' un piccolo tamburo con una sola faccia e con piccoli dischi metallici (sonagli) inseriti
liberamente intorno al telaio.
L'esecutore pu colpirlo o scuoterlo con la mano. In
entrambi i casi, i dischi metallici danno un effetto di
sonagliera.
La sua parte viene scritta o in chiave di violino sul
sol, o semplicemente indicato su una linea singola.

- Piatti
Sono i "pi fracassoni" degli
strumenti a percussione.
Sono una coppia di piatti
circolari di ottone, leggermente
concavi. Al centro di ognuno di
essi una maniglia di pelle.
Il suono, di altezza
indeterminata, di solito
prodotto dalla percussione di un
piatto contro l'altro. Talvolta per si fa uso di un piatto singolo, che viene colpito da una o due
bacchette
.
La sua parte si nota di solito in chiave di basso.
Nella parte dei piatti sullo spartito si pu talvolta leggere:"lasciar vibrare", che significa che i
piatti devono essere lasciati in vibrazione fino a che il suono si estingue; e "secco", quando si
vuole un suono interrotto bruscamemente o soffocato.

- Triangolo

Sbarretta cilindrica di acciaio di forma triangolare che si colpisce con un piccolo batacchio,
anch'esso di acciaio.
Il suono, di altezza indeterminata, luminoso e brillante.
E' in grado di farsi udire anche al di sopra di qualsiasi "fortissimo" orchestrale.
La sua parte si nota in chiave di violino o su una singola linea, come per il tamburello.

Strumenti supplementari

- Pianoforte

Impiego del pianoforte in orchestra

Durante il 1700 e 1800 sono scarsissimi gli impieghi del pianoforte in orchestra. Si ricordano la
Fantasia sulla Tempesta di Berlioz (per pianoforte a 4 mani), l'inizio del secondo atto della
Figlia del reggimento di Donizetti e pochi altri.
Il pianoforte stato invece utilizzato molto frequentemente in orchestra nel nostro secolo, di
solito in gruppo con l'arpa e la celesta (strumento musicale idiofono, ossia che produce
il suono mediante il materiale stesso di cui composto, senza l'ausilio di parti poste
in tensione: uno strumento idiofono a percussione, il cui aspetto simile a quello di
un pianoforte verticale di piccole dimensioni).
In Noces di Stravinski (1923) l'orchestra formata da 4 pianoforti e vari strumenti a
percussione; la partitura di Stravinski ha influenzato altre partiture in cui due o pi pianoforti
diventano la base sonora dell'orchestra.
In partiture per grande orchestra dell'ultimo decennio si costituita un'ampia sezione che
comprende strumenti a pizzico e a percussione. Ad esempio in Synchromie di Castiglioni
troviamo due arpe, due pianoforti,
clavicembalo, celesta, vibrafono.

Con l'indicazione "pianoforte" il


compositore intende sempre riferirsi al
pianoforte a coda. Per motivi di praticit,
ingombro e di costo, si diffuso, a
partire dal secolo scorso, il pianoforte
verticale, meno ricco di sonorit e di
meccanica pi rozza. I primi pianoforti
verticali, pi economici e meno
ingombranti, furono creati verso il 1780
da Johann Schmidt di Salisburg e
William Southwell di Dublino.
Talvolta il compositore desidera che l'esecutore usi il pianoforte verticale: il caso del
Wozzeck di Berg (terza scena del terzo atto), in cui prescritto il pianoforte verticale (o
pianino) per l'esecuzione della volgare "polca veloce".

Struttura del pianoforte


Il pianoforte uno strumento a corde percosse mediante martelletti azionati da una tastiera.
La tastiera solitamente composta da 88 tasti (52 di colore bianco e 36 di colore nero). I tasti
bianchi rappresentano le note "naturali" (do, re, mi, fa, sol, la, si) mentre i tasti neri individuano
le alterazioni (bemolli o diesis). Esistono alcuni pianoforti (pochi modelli) che si estendono
anche di 9 tasti oltre i normali 88, andando verso il basso.
L'origine della parola pianoforte italiana ed riferita alla possibilit che lo strumento offre di
suonare note a volumi diversi in base al tocco, effetto non ottenibile negli strumenti precedenti
quali il clavicembalo.
Il suono del pianoforte pu inoltre essere modificato anche mediante l'intervento sui pedali
(solitamente tre), che azionano particolari meccanismi. In un moderno pianoforte a coda
troviamo, da sinistra a destra:

- l'una corda (o pedale di sinistra): si attiva un meccanismo che sposta la tastiera in modo che
i martelletti non picchino su tre corde ma solo su due. Con questa tecnica il suono risulta meno

forte.
- il tonale: presente nei pianoforti a coda e deve essere azionato successivamente alla
pressione di un tasto o di un gruppo di tasti. in sostanza un pedale di risonanza che agisce

solo per un gruppo limitato di tasti, quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale;
gli altri non saranno interessati dalla sua azione. anche conosciuto come pedale
Rendano dal nome del suo inventore, il pianista e compositore Alfonso Rendano. Il
funzionamento di questo pedale il seguente: i martelletti delle corde interessate le colpiscono
come di consueto e ritornano al loro posto; il pedale tonale tiene sollevati gli smorzatori in
modo tale che le corde continuino a vibrare fino a quando il pedale non verr rilasciato. Tutti gli
altri tasti funzionano regolarmente. Questo pedale ha trovato largo uso nella seconda met del
1800 (con Debussy, Ravel, Brahms,...).
- il pedale di risonanza (o pedale di destra): il pedale pi usato dei tre ed presente in tutti i
pianoforti. Gi con Beethoven e Schubert, ma soprattutto da Chopin in poi, il pedale di
risonanza diventa essenziale per una buona riuscita dei brani. Si chiama pedale di risonanza
perch sfrutta il fenomeno della risonanza, cio la vibrazione libera di una corda. Quando noi
abbassiamo questo pedale, tutte le corde si liberano perch gli smorzatori non toccano le
corde e gli armonici si mescolano formando un suono ricco di sfumature. La regola generale
che si cambia pedale quando cambia l'armonia, in modo da evitare che il suono si "impasti" e
diventi fastidioso. Questa regola non vale nel caso in cui l'autore VOGLIA "la risonanza", cio il
pedale lungo anche con armonie sovrapposte (Beethoven e Listz ne fanno largo uso).
Nei pianoforti verticali il pedale centrale aziona la sordina, che frappone una striscia di feltro
fra le corde e i martelli per attutire il suono. L'effetto, per, bench utile per lo studio (al
soloscopo di "non disturbare i vicini"), non mai stato giudicato musicalmente gradevole, tanto
che quasi nessun compositore lo ha mai sfruttato (ad eccezione del pianista
canadese Gonzales ne fa largo uso nel suo "Solo Piano", 2004). I pianoforti a coda ne sono
sprovvisti e anche i grossi pianoforti verticali hanno, in luogo della sordina, un pedale tonale.
La sordina ha perci essenzialmente un'utilit pratica, in quanto, abbassando il volume
durante gli esercizi, consente di studiare a lungo senza disturbare parenti e vicini di casa.

Storia del pianoforte

Il primo modello di pianoforte fu messo a punto circa alla fine del 1600 da Bartolomeo
Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici. L'idea di Cristofori era di
creare un clavicembalo con possibilit dinamiche controllabili dall'esecutore (nel clavicembalo
infatti le corde pizzicate non permettevano di controllare la dinamica).
Il pianoforte non ebbe subito successo in Italia, ma l'idea venne ripresa molti anni dopo (nel
1726) in Germania, dal costruttore di organi Gottfried Silbermann. Egli ricostru una copia
esatta del pianoforte di Cristofori che sottopose poi al parere di Johann Sebastian Bach, il
quale ne diede un giudizio fortemente critico. I pianoforti di Silbermann piacquero molto

a Federico II di Prussia, che per arricchire i propri palazzi ne acquist, in pochi anni, addirittura
15.
Alla bottega di Gottfried Silbermann si form Johann Andreas Stein, che dopo essersi reso
indipendente perfezion in un proprio stabilimento i sistemi di scappamento e degli smorzatori.
Nel 1777 ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, il quale fu entusiasta delle infinite
possibilit espressive dello strumento. I figli di Stein si trasferirono in seguito a Vienna, dove
crearono una fabbrica di pianoforti.
La scuola viennese era sicuramente la pi importante e sviluppata tra gli ultimi decenni del
'700 e i primi dell'800. Non fu un caso che sia Mozart, che Beethoven o Franz Joseph Haydn,
tutti in qualche modo legati a Vienna, svilupparono per primi le incredibili potenzialit del nuovo
strumento.
Quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui and
affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie
nobili. Inoltre il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva
un uso in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute.
Fu in epoca romantica, dal 1840 in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'interno (in
precedenza erano quasi tutti interamente in legno) con funzioni di telaio consent l'incremento
della sonorit grazie a pi corde con tensioni maggiori e casse armoniche pi grandi (ed
andarono affermandosi i pianoforti a "coda" e a "gran coda"). E anche il peso pass
dai 180/200 kg (struttura interamente in legno) ai 300/400 (strutture in ferro) sino ai 600 ed
oltre di inizio '900 (strutture in ghisa).
Questo incremento della potenza sonora del pianoforte ne consent l'uso nei grandi teatri o
nelle sale da concerto ma trasform profondamente la sua qualit sonora.
Ascoltare un brano di Beethoven suonato con un pianoforte viennese della sua epoca ci
permette di comprendere veramente cosa volesse esprimere il compositore. Farlo con uno
moderno ci conduce ad una reinterpretazione.
Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di
inizio '800. Oggi molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al 3 quarto
dell'800 a causa della grande diversit della struttura e quindi del timbro del suono rispetto al
pianoforte attuale. Non tuttavia sempre facile distinguere nettamente fra l'uno e l'altro perch
non si tratta di due strumenti diversi, ma del medesimo strumento che ha subito gradualmente
una profonda evoluzione, tanto pi che all'epoca non si mai sentito un vero momento di
stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si pu facilmente desumere
dai documenti e dai testi.

I costruttori francesi pi famosi, Sbastien rard e Ignace Pleyel, furono i pi grandi produttori
di pianoforti dell'Ottocento. L'rard in particolare era uno strumento di grande potenza sonora
e di suono deciso e potremmo dire "pi moderno" che dava particolare risalto espressivo.
Franz Liszt ne fece il suo preferito. Ad rard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti
tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia
sonora, era relativamente pi faticoso e difficile da suonare perch permetteva molte
sfumature interpretative ed aveva una maggiore sensibilit. Era il pianoforte romantico per
eccellenza. Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narra che quando era stanco suonasse
l'rard perch il Pleyel "gli chiedeva troppo..").

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