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Riccardo Grechi.
LO STRESS MUSCOLARE
Anche con un’adeguata temperatura, eseguire esercizi e brani “a freddo” significa logorare
tendini e muscoli, soprattutto in presenza di battiti eseguiti ad alte velocità. In tali
condizioni, se gli stessi muscoli vengono sottoposti a intensi sforzi, c’è il serio rischio di
infiammazioni, crampi e tendiniti che nel peggiore dei casi sono curabili solamente con
interventi chirurgici. Bisogna specificare che tendini e muscoli vengono sottoposti a stress
anche in seguito ad un adeguato riscaldamento; in presenza di esecuzioni ad alti bpm, o
per lunghe durate, è possibile imbattersi in dolori e irrigidimento di alcune fasce muscolari.
In tal caso siamo in presenza di sintomi “naturali” causati dall’elevato uso della parte
interessata. Decelerare gradualmente, senza interrompere bruscamente l’esecuzione,
aiuterà a rilassare la parte dolente.
LA VELOCITA’ DEI MOVIMENTI DI RISCALDAMENTO
E’ bene quindi, in base a quanto detto, iniziare la fase degli esercizi di riscaldamento
lentamente (sia quelli del corpo che i rudimenti sul set) e con movimenti morbidi. Per
fornire una velocità di riferimento si può impostare il metronomo tra i 50 e i 60 bpm
(divisione in ottavi).
LE BRACCIA E LE SPALLE
1. Dalla posizione di partenza, eretti, con le braccia lungo i fianchi e a mani aperte,
roteare gli arti in senso orario compiendo, con gli stessi, ampi cerchi paralleli alla linea del
proprio corpo Ripetere l’esercizio nel senso di rotazione opposto.
2. Tendere le braccia in avanti rispetto alla linea del vostro corpo. Portare il braccio
sinistro verso destra e viceversa in modo da incrociarle fino al punto di massima
estensione. Senza mai flettere gli arti ritornare nella posizione di partenza e ripetere
l’esercizio invertendo, rispetto il movimento precedente, il braccio che era posto sopra con
quello posto sotto.
3. Porre un avambraccio dietro la nuca e con la mano opposta spingere sul gomito
dell’arto piegato. Premere con una pressione crescente senza compiere movimenti bruschi
fino alla massima stensione dei muscoli interessati. Mantenere la posizione per 20 secondi
circa e passare all’arto opposto.
4. Porre un braccio verso la spalla opposta come a volerla toccare con l’interno del gomito.
Con l’arto rimasto libero spingere il braccio opposto verso la spalla con un movimento
lento e progressivo fino alla massima estensione dei muscoli sotto sforzo. Eseguire
l’esercizio a parti inverse.
I POLPACCI
1. Da posizione eretta , senza piegare le ginocchia, flettere il busto in avanti fino a toccare
con le dita della mano la punta dei piedi.
2. Appoggiare tutta la pianta del piede al suolo, alzare progressivamente il tallone lasciano
le dita aderenti al pavimento in modo tale da fletterle. Portando il movimento al punto di
massima estensione noteremo che i muscoli del polpaccio saranno sotto sforzo. Dopo aver
mantenuto la posizione per il tempo precedentemente indicato ripetere la gestualità con
l’altro arto.
IL QUADRICIPITE E I MUSCOLI COSCIALI
1. Inginocchiarsi in modo da appoggiare i glutei sopra i talloni portando progressivamente
il proprio busto all’indietro come a voler toccare il pavimento con la nuca. Mantenere la
posizione secondo i tempi indicati.
2. Con le piante dei piedi aderenti al suolo piegare le ginocchia portando i glutei il più
possibile vicini al pavimento. Mantenendo la schiena in posizione eretta stendere e
ripiegare le gambe di qualche grado “molleggiandosi” sulle stesse.
3. Sedersi a terra e unire le piante dei piedi. Da questa posizione premere
progressivamente con le mani sopra le ginocchia, come a volerle avvicinare al pavimento,
fino al punto di massima estensione muscolare.
4. Da posizione eretta piegare le gambe in modo da formare un angolo approssimativo di
90° tra coscia e polpaccio, tenere i piedi alla larghezza delle proprie spalle e, senza
spostare la pianta dei piedi da terra, avvicinare fino al contatto ed allontanare
ripetutamente le ginocchia tra loro.
5. Da posizione eretta piegare il ginocchio portando il tallone verso il gluteo afferrando il
piede con la mano dell’arto opposto. Portare il quadricipite al punto di massima estensione
e mantenere la posizione per i soliti 20 secondi circa. Ripetere invertendo gli arti.
6. Alzare l’intera pianta del piede dal suolo (circa tre dita) per poi riportarla in posizione
iniziale come se si avesse l’intenzione di pestare qualcosa.
Una volta che muscoli e tendini interessati sono stati riscaldati a dovere, è bene compiere
alcuni esercizi, rudimenti della batteria, per predisporre il nostro corpo all’esecuzione di
brani e/o esercizi sullo strumento.
I RUDIMENTI:
ARTI SUPERIORI
1. Sfruttando avambraccio e polsi eseguire per un minimo di 60 secondi dei colpi singoli
alternati invertendo in seguito la diteggiatura (RLRL e LRLR). Partire da una velocità di 50
bpm (divisione in ottavi) aumentando successivamente la velocità con gap di 5 bpm per
volta. Fermare il metronomo quando si comincia a sentire la necessità di usare le dita
anziché gli arti.
2. Ripetere l’esercizio appena descritto ma sfruttando le dita della mano anziché
avambraccio e polsi.
3. Compiere con diteggiatura RRLL e LLRR (double strokes) un minuto di riscaldamento
per tipo di diteggiatura sfruttando braccia e polsi.
4. Analogamente a prima ripetere i doppi colpi ma usando le dita della mano.
5. Una volta abituate braccia, polsi e dita all’esecuzione di singoli e doppi colpi, combinare
gli stessi eseguendo dei paradiddles con entrambe le diteggiature (RLRRLRLL e
LRLLRLRR).
ARTI INFERIORI
1. Tramite il pedale eseguire, su pad o grancassa, dei colpi singoli tenendo il tallone
aderente alla pedana (tecnica heel down) . In caso si disponga di un doppio pedale
eseguire colpi singoli alternati, altrimenti cambiare arto dopo aver eseguito almeno un
minuto di battiti secondo le modalità precedentemente esposte.
2. Ripete l’esercizio appena descritto ma tenendo il tallone sollevato dalla piastra del
pedale (tecnica heel up). Sfruttare il quadricipite alzando il più possibile la coscia in fase di
preparazione del colpo.
3. Alternare dei doppi colpi eseguendo il primo a circa metà della pedana e il secondo
sull’estremità alta del pedale; eseguire l’esercizio con entrambi i piedi. Questo movimento
è gergalmente detto “game” o “gioco di cassa”.
In conclusione:
Il riscaldamento è una fase fondamentale che consente di sfruttare al meglio il tempo
investito sullo strumento e che previene lesioni di muscoli e tendini del nostro corpo.
Essendo dal punto di vista fisico uno strumento completo, la batteria richiede un
investimento di tempo notevole per la fase di riscaldamento. Al di là del fattore di
precauzione, un buon riscaldamento aiuta ad apprendere meglio, e più velocemente,
tecniche e studi di qualsivoglia stile, in quanto il fisico è più predisposto a memorizzare i
movimenti e a sviluppare meglio i muscoli interessati (concetto di memoria muscolare).
Il programma didattico di batteria per principianti è indicato per chi comincia a suonare la
batteria musicale, soprattutto per i bambini, ragazzi delle scuole medie ed adulti che
vogliono avere le nozioni di base per suonare canzoni semplici di musica leggera, pop, rock,
pop-rock eccetera.
È una guida di riferimento per gli insegnanti di batteria che hanno allievi alle prime armi ed
è solo un’indicazione. Le varie fasi del “metodo di batteria” possono subire variazioni nei
contenuti e nell’ordine delle varie tecniche.
Questo programma può essere studiato da soli, se si hanno delle conoscenze di base della
teoria musicale ma è preferibile essere seguiti da un maestro di batteria con esperienza
nell’ambito della didattica.
Programma:
Conoscenze di base sullo strumento musicale:
batteria
Informazioni generali sullo strumento
– studio dei tre movimenti principali: down-stroke – preparazione del colpo (movimento in
su) – full stroke (eseguiti col polso);
– studio dei colpi doppi a media velocità – double stroke roll (full-stroke).
Piede destro
Coordinazione
– studio dei primi cinque/otto patterns di base semplici con varianti di cassa in ottavi;
– spostamento dei patterns con accompagnamento della destra sul piatto ride;
– inserimento del piatto crash all’inizio di un ciclo di quattro/otto battute o misure e sul
finale.
– spostamento delle semiminime con una mano (solo destra e solo sinistra) su tutti i tamburi
(movimenti di base sui tom e timpano);
– spostamento delle semiminime, eseguite a colpi singoli, sul set con i movimenti di base;
– spostamento delle crome eseguite a colpi singoli sul set con i movimenti di base in modo
parallelo e movimento di una sola mano.
– uso del metronomo sui vari esercizi con velocità di metronomo da 70 a 100 bpm.
Struttura o stesura
– sviluppo della capacità di contare a voce alta il numero della battuta fino ad arrivare alla
decima o ventesima misura;
– sviluppo della capacità di contare a voce alta il numero della battuta per cicli di quattro
misure e otto misure
Compendio
– Unione graduale di tutte le tecniche con sviluppo della capacità di gestire a tempo di
metronomo i vari movimenti con la finalità di accompagnare un brano musicale lavorando
su una struttura di quattro e otto misure.
Fase 1
– rilassamento;
– concentrazione;
– aspetti tecnici
– impugnatura
– postura
– movimento
– circolazione
– respirazione
Questo tipo di lavoro è di fondamentale importanza per sviluppare una certa fisicità in
funzione della musica.
Fase 2
Nel momento in cui il corpo è riscaldato con la fase 1 si può procedere col mettere insieme
gli arti.
Molto utili sono gli studi del “4-way coordination” che tratta molto bene l’argomento della
coordinazione sulla batteria.
Altri esercizi che si possono fare in questa fase sono i rudiments applicati al drum set, gli
stiking, ecc.
In linea generale sarebbe opportuno applicare su tutta la batteria gli esercizi di tecnica
studiati nella fase 1.
Nel momento in cui un esercizio di tecnica di tamburo è applicato sulla batteria, l’equilibrio
del corpo è in continuo cambiamento, questo comporta un ulteriore allenamento a suonare
nel tempo con le braccia che si muovono sul set.
Il solo fatto di essere a tempo sul pad o sul rullante non vuol dire che saremo a tempo anche
sulla batteria.
Fase 3
In questa fase dello studio si arriva alla parte più specifica riguardo agli obiettivi a lungo
termine.
A questo punto bisogna lavorare sugli stili. Meglio se si affronta uno stile specifico per ogni
sessione dello studio.
Deciso il genere che si vuole studiare si lavorerà su un pattern in particolare, sul groove
specifico e sui fill di batteria che sono inerenti al genere che stiamo suonando.
In questa fase è molto utile applicare il vocabolario tecnico che si sta sviluppando nelle
precedenti fasi. Si può concepire il lavoro della tecnica applicata alla batteria come fill.
Attenzione a non dare troppo sfogo all’ improvvisazione che sarà fatta nell’ultima fase.
Anche qui l’uso del metronomo è di grande utilità e necessario a sviluppare un buon timing
sulla batteria.
Fase 4
Questo è il momento giusto per applicare il lavoro fatto nella fase 3, applicando il pattern o
il groove studiato.
Per questa fase dello studio si possono usare vari supporti come cd di pezzi che si vogliono
studiare, loop di un sequencer, basi minus-one per batteria ecc.
Si può utilizzare questa fase anche per studiare dei brani che si vuole imparare a suonare,
studiare un assolo di batteria ecc.
Si può sfruttare questa fase anche per suonare gli esercizi di warm-up su un loop del
sequencer ed applicarlo alla batteria, improvvisando.
Il ciclo di studio
Se abbiamo più di 2 ore a disposizione per studiare conviene non esagerare con una delle 4
fasi perché si rischia di non concentrarsi abbastanza per affrontare le altre.
Un buon metodo è quello di mantenere sempre delle fasi 30 – 40 minuti e passare alla
successiva; se rimane del tempo oppure si decide di studiare due volte nello stesso giorno,
si possono riprendere le varie fasi dalla prima per poi procedere nello stesso ordine.
Ricordatevi che conviene sempre preferire poco tempo ogni giorno ansiché 4 ore in un giorno
da fare solo una volta a settimana.
Ricordatevi che solo un esercizio costante vi porterà a realizzare gli obiettivi a lungo termine
che avete prefissato.
Per studiare strumento musicale bisogna sempre cercare di avere un obiettivo finale come
ad esempio migliorare qualcosa che si conosce o imparare qualcosa di nuovo.
Senza obiettivi si rischia di impiegare inutilmente tempo allo studio senza ottenere nessun
beneficio.
Se si guarda un bravo batterista suonare un bel pattern o assolo si potrà sicuramente notare
la naturalezza con cui egli attua determinati movimenti e la facilità con cui suona
determinate cose. Il motivo è da attribuire al fatto di avere una elevata padronanza della
batteria dovuta alle ore di esercizio e di pratica.
Non bisogna mai perdere l’occasione di vedere e sentire i grandi batteristi perché è da loro
che si possono apprendere tante cose, dalle più generali alle più dettagliate. Usare i vari
supporti audio e video oggi è ormai alla portata di tutti ed è di grande utilità per chi deve
sviluppare il proprio drumming.
Qualunque sia la nostra priorità bisogna cominciare proprio da quella e lavorare con
l’obiettivo di migliorarla. Se non avete la capacità di giudicare da soli cosa è che non va e
deve essere con una certa urgenza migliorato, affidatevi ad un buon insegnante di batteria
che con la sua esperienza in qualche minuto riuscirà a dirvi da dove è meglio cominciare.
Con una pianificazione degli obiettivi poi si riuscirà a rendere più efficace lo studio ed i
miglioramenti saranno evidenti anche in poco tempo.
Probabilmente perché quando si fissano gli obiettivi bisogna essere realistici. Facciamo un
esperimento.
A – Supponiamo che voi abbiate sentito un bel groove di batteria in un disco o in radio e vi
mettete alla batteria per studiarvelo ma quando lo provate vi accorgete che c’è dietro
qualche passaggio tecnico che non sapete fare. Ignorate e vi mettete a suonare liberamente
senza pensarci.
Dopo qualche giorno vi rimettete alla batteria con l’intento di riprendere quel groove e di
riprovare a suonarlo, non solo non riuscite a farlo ma ve lo siete pure dimenticato. Vi
rimettete a suonare liberamente ignorandolo di nuovo.
B – Un bel giorno vedete qualcuno che suona un tamburo tipo un jambe o una darbuka. Vi
piace, vene andate subito a comprare uno, arrivate a casa, ve lo guardate , lo provate e poi
lo conservate. Un altro giorno lo riprendete provate di nuovo a suonarlo per qualche minuto
e poi lo rimettete a posto. Passano i giorni, le settimane, i mesi e il vostro jambe sarà
diventato un accessorio d’arredamento della vostra stanza.
Il maestro ad un certo punto vi fa segno di fermarvi e cerca di dirvi che state facendo troppo
baccano e che quello che secondo voi è un rullo a colpi doppi in realtà suona come una taglia
erbe e che non avete per niente il senso del timing o del groove quindi dovreste ricominciare
tutto da capo e cominciare a fare i primi esercizi mooooooolto lentamente. Voi, finita la
lezione, ve ne andate a casa pensando che non ha capito con chi aveva a che fare e vi
mettete a suonare ancora più veloce……………….
Queste sono tre situazioni tipo che potrebbero esservi familiari. Questi sono tre modi diversi
che significano la stessa cosa. Purtroppo questo è l’approccio sbagliato che molti hanno nei
confronti dello studio della batteria.
Determinare qual’ è il tempo necessario per arrivare all’obiettivo che può essere la
conoscenza di uno stile, l’assimilazione di una nuova tecnica o lo sviluppo di un nuovo
groove.
Capire bene il grado di difficoltà di ciò che si vuole imparare è da tener conto nel momento
in cui si stabilisce il tempo.
esempio
Se voglio imparare a suonare bene tutti i rudimenti per tamburo e decido di farlo in una
settimana avrò sbagliato il tempo.
Per imparare e sviluppare bene tutti i rudiments è necessario pianificare il lavoro per mesi
oppure qualche anno.
Il modo ideale per procedere è organizzare lo studio in modo da avere diversi step che, col
tempo, ci portano al risultato finale.
In pratica bisogna creare dei mini obiettivi che hanno un tempo di raggiungimento minore
in modo da poter constatare, monitorare e controllare gradualmente i risultati.
Volete qualche suggerimento per ritrovare dunque la motivazione per studiare la vostra
batteria e migliorare giorno dopo giorno?
Cerchiamo di trovare quali possano essere gli elementi essenziali per ritrovare la
motivazione che un giorno ci ha spinti a voler suonare e che dovrebbe ogni giorno spingerci
a compiere quelle azioni che ci portano a migliorare nel tempo.
Questo articolo è valido per tutti i musicisti anche se per gli esempi faremo riferimento allo
studio della batteria in quanto ai batteristi è fondamentalmente dedicato questo sito (gli
altri sono comunque benvenuti).
Non esistono ricette valide per tutti i musicisti per quanto riguarda la motivazione. Questo
non vuol dire che non ci sia una soluzione alla mancanza di voglia di studiare ma proveremo
ad analizzare insieme quali sono i fattori che ci motivano nello studio della musica, suonare
e sviluppare nuove idee.
Suggeriamo di seguito una lista delle azioni che hanno inspirato la maggior parte dei
musicisti ad essere motivati nello studio e ritrovare costantemente la motivazione per
andare avanti:
Nuovo acquisto
Comprare un pezzo nuovo della batteria, un rullante nuovo, un piatto. La voglia di provarlo
può far ritornare in noi la voglia di studiare.
Nuovo strumento
Provate a comprarvi un nuovo strumento a percussione che avete visto suonare a qualcuno
o che conoscevate già e imparate a suonarlo.
Se la mancanza di motivazione si protrae nel tempo dovremmo cominciare a fare i conti con
noi stessi, fare un lavoro di introspezione per capire veramente cosa succede.
Anche se dotati di un ottimo e solido groove, spesso si ha il problema di non sapere come
fare un fill o non avere un’idea per farlo.
Se stai leggendo questo post molto probabilmente sei un batterista che è alle prime armi
oppure sei un batterista già esperto che vuole aumentare le proprie conoscenze in merito
ai vari argomenti della batteria.
In ogni modo leggi questo post e ti daremo delle idee in merito a come sviluppare i fill sulla
batteria.
In questa sede suggeriremo solo alcuni modi in cui si può suonare un fill di batteria, ce ne
sono anche altri altrettanto validi di cui ne parleremo in un altro momento.
1. Ascoltare attentamente la musica che si sta suonando, estrapolare una frase ritmica
ricorrente nel brano musicale o che spicca particolarmente e provare a riprodurla. Non c’è
bisogno di cercare di riprodurre la melodia, ma da essa provare a riprodurre solo l’aspetto
ritmico.
2. Provare a suonare i fill che già suoniamo di solito cambiando e sostituendo i consueti
strumenti con altri.
Provando a sostituire ad esempio il tom col floor tom, invertire il rullante col primo tom,
sostituire un tom con la cassa e via dicendo.
3. Provare a suonare un fill che si conosce già bene e cambiare stiking, utilizzando uno dei
4 paradiddle con le quartine, utilizzando stiking diversi sulle terzine.
es.
RLR LRL che può diventare RRL o RLL o LLR oppure LRR.
Ricordiamo che per ogni figurazione ritmica si possono adottare diversi stiking e questi
possono essere suonati in vari modi sulla batteria.
4. Provare ad utilizzare pochi strumenti per costruire un fill (ne basterebbero solo 2). Con
solo rullante ed un tom le possibilità melodiche sono tantissime. Il solo fatto di avere talvolta
molti strumenti a disposizione non potrebbe essere un limite per la nostra creatività?
Sforzatevi ad inventare delle combinazioni con soli due o al massimo tre strumenti sulla
batteria e vedrete un grosso miglioramento dal punto di vista creativo e musicale. (molti
grandi artisti sono divenuti famosi proprio perché utilizzavano poche note e le utilizzavano
bene).
5. Gli abbellimenti sono delle piccole noticine che non cambiano la struttura ritmica delle
frasi che stiamo suonando. Usateli!
L’uso dei Flams, Ruff, Drag, accenti, buzz roll ed altri non fa altro che caratterizzare la frase
ritmica che stiamo suonando senza nulla togliere alla musica ma aggiungendo quel tocco di
stile che può caratterizzare un brano musicale o il proprio drumming. Scegliete i vostri
rudiments preferiti e sviluppateli su set.
6. Ascoltate tanta musica, non solo i batteristi. Molti artisti si riconoscono proprio per i fills
che utilizzano o hanno utilizzato e registrato nel corso della storia, pensate Steve Gadd o
Jeff Porcaro…….
Imparate ad ascoltare, cantare (riprodurre con la voce con qualsiasi sillaba) e riprodurre.
La trascrizione è anche un metodo utile per interiorizzare, capire e riprodurre. Imparate
dagli altri ed imparate il sistema, senza copiare.
Questi sono solo alcuni dei tantissimi suggerimenti utili a poter imparare a sviluppare dei
fills sulla batteria. Sono solo alcuni esempi e suggerimenti ma molto utili a riflettere.
Rare sono le persone che riescono ad usare entrambe le mani o i piedi in egual maniera. Il
modo per migliorare, ed in alcuni casi eguagliare le due mani esiste.
Diversi studi hanno dimostrato e spiegato come è fatto il cervello umano. Per evitare di
dilungarci su discorsi scientifici pieni di grafici e statistiche riassumiamo in questo modo:
Circa il 70% della popolazione mondiale è destrimani; il restante 30% e mancina. In questo
30% ci sono anche le persone ambidestre.
Nei destrimani i movimenti sono controllati dall’emisfero sinistro. Nei mancini è l’opposto.
Raramente si riscontra una coincidenza tra emisfero e lato dominante. In pratica solo il 10
% delle persone ha il lato dominante che coincide con lo stesso lato dell’emisfero che lo
controlla (specie nei destrimani). Questa è la situazione ideale per la creatività.
Anche se noi utilizziamo sempre la stessa mano per compiere un’ azione si può sviluppare
anche l’altra.
Cambiare le abitudini!
Col tempo i muscoli ed il cervello (che si allena come un muscolo) acquisiranno delle azioni
che diverranno automatiche e l’esercizio costante, come in tutte le arti che richiedono la
ripetizione costante, farà in modo che entrambe le mani riusciranno a fare esattamente le
stesse cose.
-pettinarsi;
Riassumendo:
– iniziare a compiere delle azioni col lato che abbiamo sviluppato di meno;
– attendere che naturalmente il cervello riesca a gestire informazioni per entrambe i lati.