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CORSO
MULTIMEDIALE
di
BASSO ELETTRICO
a 4 & 5 corde
LEZIONE
1
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GAETANO FERRARA - CORSO MULTIMEDIALE DI BASSO ELETTRICO © 2017 All rights reserved
LEZIONE 1 - CONTENUTI
CONTENUTI
INTRO
OBIETTIVI
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LEZIONE 1 - CONTENUTI
APPROFONDIMENTI
9. Tipologie di equalizzatori
Equalizzatore a controllo di toni passivo
Equalizzatore a controllo di toni attivo
Shelving EQ (equalizzatore a scaffale)
Peak bell EQ (equalizzatore a campana)
Shelving EQ + Peak bell EQ
Equalizzatore grafico
Equalizzatore semi-parametrico (sweep)
Equalizzatore parametrico
Configurazioni equalizzative miste
Preset EQ
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LEZIONE 1 - CONTENUTI
9. Tipologie di equalizzatori
Equalizzare è l’arte di enfatizzare o attenuare le frequenze emesse dal proprio strumen-
to.
La parola ha origine nell’ambito della fonica, indica l’azione di riequilibratura di un se-
gnale proveniente da un microfono mancante dell’intero spettro delle frequenze, che
non riesce cioè a riprodurre la giusta quantità di frequenze alte, medie o basse.
Equalizzare un suono di basso elettrico significa modificarne la qualità a livello timbrico,
semplificando al massimo: scurirlo e renderlo profondo con i bassi, definito e presente
con i medi, brillante con gli alti, tali scelte sono relative al gusto, all’esperienza, al ge-
nere musicale e alla tecnica strumentale usata.
Un altro aspetto è relativo agli ambienti dove capita di suonare, ci possono essere in-
finite variazioni di ampiezza e livello di riflessione del suono, anche qui è possibile in-
tervenire nell’equalizzazione per dare corpo al suono o al contrario sfinarlo per ridurre
fenomeni come il rimbombo.
Facciamo ora un piccolo excursus tra le tante tipologie di equalizzatori comunemente
presenti tra gli amplificatori per basso elettrico.
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1. FREQUENZA DI TAGLIO (roll-off): il punto nello spettro delle frequenze dal quale si
stabilisce di amplificare o attenuare tutte le frequenze poste al di sopra o al di sotto
(nel grafico 150 Hz per le basse e 1 kHz per le alte).
Su un ampli per basso possiamo agire sul gain tramite la manopola con scritto bass o
high, il parametro della frequenza di taglio sarà fissato invece dalla casa costruttrice.
EQUALIZZAZIONE A SCAFFALE
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EQUALIZZAZIONE A CAMPANA
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EQUALIZZAZIONE SCAFFALE/CAMPANA
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È una delle formule equalizzative più usate per regolare i medi (ma non solo) negli am-
plificatori per basso.
Si tratta in pratica di un peak bell EQ che, oltre alla consueta manopola del gain, ha un
controllo in più (lo sweep control di frequenza) che consente di selezionare la frequenza
da amplificare o attenuare.
In sintesi l’equalizzatore semi-parametrico è un equalizzatore a campana che vi per-
mette di agire su due parametri:
Quello che non può regolare è il Q, ovvero la larghezza dello spettro di frequenze inte-
ressate a partire dalla frequenza centrale scelta (l’ampiezza della campana). Per questo
è detto semi-parametrico: può intervenire solo in due parametri su i tre tipici del filtro
peaking.
Nelle tre immagini sottostanti possiamo osservare le più comuni configurazioni
equalizzative semi-parametriche: a una banda per i medi in generale, a due bande per
i medio-bassi e i medio-alti, a quattro bande per bassi, medio-bassi, medio-alti e alti.
Da notare la costante presenza ai lati del semi-parametrico dei tipici equalizzatori
shelving per i bassi e per gli alti.
EQUALIZZATORI SEMI-PARAMETRICI
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È la modalità più accurata di equalizzazione, quella che consente il maggior controllo sul
segnale, ma proprio per questo la più difficile da usare.
Si tratta del solito equalizzatore a campana del quale però potete questa volta control-
lare tutti e tre i parametri relativi con tre manopole dedicate (da cui il nome parametri-
co: controllo di tutti i parametri).
Solitamente il parametrico si trova sui mixer di fascia professionale, come unità sepa-
rata a rack, in forma di effetto a pedale o come plug-in per computer, raramente anche
sugli amplificatori per basso.
TESTATA PER BASSO PEAVEY PRO 500 (BASSI E ALTI: SHELV EQ; MEDI: PARAMETRICO A TRE BANDE)
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In queste due testate della Trace Elliot e della Peavey possiamo osservare la con-
figurazione composta da due equalizzatori shelf EQ (low e high) combinata con un
equalizzatore grafico rispettivamente a 12 e 7 bande.
PEAVEY HEADLINER
Interessante la configurazione del sottostante WalkAbout della Mesa Boogie, dove ab-
biamo due shelving per i soliti bass e treble, un mid passivo (che può solo tagliare) e tre
controlli semi-parametrici (e non parametrici come scritto, infatti il Q non è regolabile)
posti al centro, uno per i bassi (da 30 a 300 Hz), il secondo per i medi (da 200 Hz a 2
kHz) e il terzo per gli alti (da 1,2 kHz a 12 kHz).
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Preset EQ
Un preset è costituito da una serie di parametri già impostati (pre-settati) dalle aziende
produttrici, agendo su un pulsantino o su una manopola otteniamo un certo risultato
equalizzativo in maniera immediata. Ad esempio una amplificazione congiunta dei bassi
e degli alti o una particolare configurazione dei medi.
I preset vengono solitamente descritti con termini vaghi e misteriosi, è bene dunque
informarsi, attraverso i libretti delle istruzioni o i siti, sul loro reale intervento nello
spettro delle frequenze; per avere un’idea di cosa parliamo ecco comunque un elenco
dei termini più comuni con le loro funzioni:
PRESETS EQ
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- Così come avete regolato in modalità flat il vostro strumento, operate allo stesso
modo con la sezione dedicata all’equalizzazione dell’amplificatore, regolate le mano-
pole, o i cursori nel caso dell’equalizzatore grafico, sul valore zero (di solito a ore 12).
Nel caso di un amplificatore vintage a valvole con i filtri passivi, potrebbe essere una
buona idea mettere tutto a 10, in modo da avere a disposizione l’intero spettro delle
frequenze senza attenuazioni e poi eventualmente intervenire tagliando dove occorre.
- Arrivati a questo punto alzate il volume, state ascoltando il suono pulito del vostro
strumento accoppiato con il vostro amplificatore con i controlli in modalità flat, già so-
lamente alzando il volume il suono cambia e prende corpo, cominciate a ragionare a
partire da quel suono: è la vostra base, il punto di paragone.
Ponetevi delle domande: vi soddisfa questa sonorità? È adatta per lo stile o il genere di
musica per il quale state cercando un suono di basso? Si inserisce bene nel mix con gli
altri strumenti? Che tipo di suono desiderate? Magari cercate qualcosa di più profondo
e corposo, allora proviamo a incrementare con l’amplificatore un pochino i bassi e i
medio-bassi e tagliamo un po’ di alti. Se volete qualcosa di brillante e definito bisogna
seguire la strada opposta: più alti e medio-alti e meno bassi.
Una strategia alternativa è quella di lasciare i controlli dell’amplificatore in posizione flat
e operare su quelli del basso, soprattutto se si possiede una equalizzazione attiva (in
caso contrario non c’è molto da fare, a parte tagliare gli alti o escludere uno dei pickup
o trovare una miscela tra i pickup).
Tornate frequentemente al punto di paragone in modalità flat, in modo da capire cosa
produce il vostro intervento sui controlli di tono (un aiuto in questo senso può arrivare
da equalizzatori forniti del tasto bypass che permette di disattivare istantaneamente le
funzioni equalizzanti). In ogni caso disponetevi a provare, sperimentare, ascoltare.
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- Bisogna sempre considerare il fenomeno dei suoni armonici, per cui un LA basso da 55
Hz (III corda) produce le frequenze armoniche (naturalmente con una intensità minore
rispetto alla fondamentale) di 110 Hz, 164 Hz, 220 Hz, 277 Hz, 329 Hz, 392 Hz; 440
Hz, 493 Hz, 554 Hz (medio-bassi); 622 Hz, 659 Hz, 693 Hz, 783 Hz, 830 Hz, 880 Hz
(medio-alti); quindi questo suono basso potrà essere processato agendo sulla manopo-
la dei bassi ma, presentando in realtà un ampio spettro di frequenze, sarà modificabile
anche intervenendo sui medio-bassi e sui medio-alti, tale intervento donerà al timbro
di quella note (e di quelle limitrofe) una chiara brillantezza.
- È una normale regola di buon senso quella di evitare esagerazioni: sistemando qual-
siasi banda di frequenza al massimo dell’intensità possibile, otteniamo fenomeni sgra-
devoli con suoni distorti, allo stesso modo azzerando completamente i valori, perdiamo
pienezza e volume (a meno che non si voglia raggiungere degli effetti particolari).
Lo stesso discorso vale anche per l’equalizzatore grafico: evitare eccessive distanze tra i
cursori, in modo da disegnare una curva grafica delle frequenze armonica e omogenea.
- Dopo un certo periodo di tempo in cui poniamo l’attenzione, con le nostre orecchie e la
nostra mente, alla ricerca di un suono, potremmo avvertire dei sintomi di stanchezza e
non riuscire più a cogliere le differenze e le sfumature tra le frequenze, è bene dunque
fare ogni tanto una pausa, in modo da riequilibrare opportunamente il senso dell’udito
e il pensiero.
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Tipologie di equalizzatori
SCHEMA RIASSUNTIVO
EQUALIZZARE SIGNIFICA ESALTARE O TAGLIARE AMBITI DI FREQUENZE (ALTI, MEDI E BASSI), EMESSE
DAL VOSTRO STRUMENTO E AMPLIFICATE DALL’AMPLIFICATORE, IN MODO DA OTTENERE UN SUONO
CHE SODDISFI IL GUSTO PERSONALE E SIA ADEGUATO ALLO STILE MUSICALE E ALL’AMBIENTE FISICO
NEL QUALE VIENE DIFFUSO.
- SHELVING (A SCAFFALE): ADATTA PER LE FASCE ESTREME DELLE BANDE DI FREQUENZA, I BASSI E
GLI ALTI, TAGLIA O ESALTA TUTTE LE FREQUENZE SOTTO O SOPRA UNA FREQUENZA DATA.
AD ESEMPIO UNA MANOPOLA SHELF PER CONTROLLARE I BASSI (ATTENUARLI O ESALTARLI) AVRÀ UNA
FREQUENZA DI TAGLIO IMPOSTATA DALLA CASA PRODUTTRICE (TIPO 150 Hz) AL DI SOTTO DELLA QUA-
LE SI POTRÀ INTERVENIRE, AGENDO IN SENSO ORARIO O ANTIORARIO SULLA MANOPOLA, SU TUTTE
LE FREQUENZE (DA 150 Hz IN GIÙ, OVVERO SU I BASSI).
- SHELVING + PEAK BELL: È LA LOGICA COMBINAZIONE DEI DUE SISTEMI, MENTRE IL FILTRO SHELVING
SI OCCUPA DEI BASSI E DEGLI ALTI, L’EQUALIZZATORE A CAMPANA VA A COPRIRE LA FASCIA DEI MEDI
(A LORO VOLTA SPESSO DIVISI IN MEDIO-BASSI E MEDIO-ALTI).
- PRESET EQ: SONO DELLE MODALITÀ EQUALIZZATIVE PREIMPOSTATE DALLE CASE PRODUTTRICI CHE
PERMETTONO, AZIONANDO PARTICOLARI PULSANTI O MANOPOLE, DI OTTENERE IN MANIERA IMME-
DIATA CURVE DI EQUALIZZAZIONE PARTICOLARI (AD ESEMPIO ENFATIZZAZIONE DEI BASSI E DEGLI
ALTI E CONTEMPORANEA ATTENUAZIONE DEI MEDI, ESALTAZIONE DEI BASSI, ETC.).
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