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Conservatorio di musica Stanislao Giacomantonio – Cosenza

Elaborato per l’esame di


Lettura cantata, intonazione e ritmica

ELABORATO DI DOCENTE
Valerio Pagliaro - mat. T0712 Francesco Perri
Sommario

Introduzione........................................................................................................................................3
1960 – 1970..........................................................................................................................................3
Paul McCartney..............................................................................................................................3
John Entwistle.................................................................................................................................4
1970 – 1980..........................................................................................................................................4
Greg Lake........................................................................................................................................5
John Paul Jones..............................................................................................................................5
Roger Glover...................................................................................................................................5
Geddy Lee.......................................................................................................................................6
Geezer Butler..................................................................................................................................7
1980 – 1990..........................................................................................................................................9
Judas Priest e Kiss..........................................................................................................................9
Steve Harris...................................................................................................................................10
Cliff Burton...................................................................................................................................12
Billy Sheehan.................................................................................................................................13
1990 – 2000........................................................................................................................................13
Steve Di Giorgio............................................................................................................................14
Alex Webster.................................................................................................................................15
John Myung..................................................................................................................................15
Reginald Quincy Arvizu “Fieldy”...................................................................................................16
Fonti...................................................................................................................................................17
L’uso del basso elettrico nell’ heavy metal

Introduzione

In questa sede verrà discusso l’uso del basso elettrico nell’heavy metal e nei suoi
derivati più significativi.
Alcuni bassisti saranno trattati velocemente in quanto non appartenenti in senso
stretto al mondo del metal ma precursori di esso; influenti in quanto membri di band
famose; per un particolare modo di vestirsi o di affrontare determinati temi.
I vari artisti trattati sono stati periodizzati nel periodo in cui hanno raggiunto il grande
pubblico.

1960 – 1970

Il basso elettrico è uno strumento di recente invenzione poiché il primo modello


disponibile in larga scala sul mercato è il Precision Bass ideato e costruito dal liutaio
californiano Leo Fender nel 1951.
Gli anni ’50 vedono nascere e svilupparsi quello che è il progenitore del metal: il
rock‘n’roll.
In questi anni però l’uso del basso elettrico non è molto diffuso e dai concerti
reperibili si può notare ancora l’uso del contrabbasso nelle band.
Il basso inizia ad avere una grande diffusione all’inizio degli anni ‘60 grazie
all’avvento di alcuni gruppi come i Beatles, Rolling Stones, Beach Boys, ecc…
Proprio in questi anni il rock inizia a subire tutte quelle trasformazioni stilistiche e
tecnologiche che lo porteranno a diventare prima hard rock e poi hevay metal.
Se nel rock’n’roll il contrabbasso (raramente il basso elettrico) disegnava linee
relativamente semplici di walking su strutture blues, nel rock degli anni sessanta il
basso elettrico inizia a doppiare i riff di chitarra sempre più distorti e aggressivi, si
lancia in numerosi fill e a volte assume uno stile decisamente prorompente.
I già citati Beatles e Rolling Stones insieme a gruppi come gli Who e Kinks,
traghettarono il rock’n’roll verso l’hard rock con brani come Helter Skelter, My
Generation e You Really Got Me.

Paul McCartney

Nei primi due brani citati possiamo sentire palesemente le caratteristiche che
contraddistinguono il basso hard rock: in Helter Skelter l’Hofner di Paul McCarteny
risulta di grande aiuto al brano conferendogli una sonorità imponente grazie
all’ausilio del plettro e all’equalizzazione fatta ad hoc. Nonostante McCarteny
durante la sua carriera abbia usato altri bassi quali Fender Jazz e Rickenbacker 4001,
l’Hofner 500/1 è quello che lo contraddistingue. Nella storia del rock (in senso lato) i
primi due bassi citati ritorneranno sempre mentre il cosiddetto “violin bass” viene
associato solo al bassista dei Beatles.

John Entwistle

In My Generation John Entwistle non solo doppia le chitarre di Pete Townshend ma


si cimenta in brevi assoli considerati iconici per il genere.
Il basso usato per registrare il brano è il Danelectro Longhorn 4423, conosciuto solo
dagli appassionati più accaniti e totalmente ignorato dal grande pubblico. Il motivo
per cui questo basso è caduto nel dimenticatoio è molto semplice: Entwistle racconta
in un’ intervista che le corde del Longhorn erano molto sottili, si rompevano
facilmente ed erano poco reperibili e per questo motivo dovette usare tre Danelectro
acquistati ognuno per sessanta sterline. Dato che Entwistle rompeva sempre le corde
venne soprannominato “the Ox” , il bufalo. Esasperato dalla situazione decise allora
di comprare un Fender Precision bass con corde LaBella col quale riuscì a completare
la registrazione del brano. I suoi due bassi più iconici però sono l’Alembic Exploiter
e il Warwick Buzzard l’ultimo basso da lui usato prima di morire nel 2002.
Nonostante McCartney sia una delle leggende viventi del basso rock per via delle sue
linee e delle sue sonorità, Entwistle penso sia tra le prime fonti di ispirazone tra i
bassisti metal. Nonostante molti altri suoi colleghi, tra cui McCartney, erano soliti
distorcere il segnale del basso, in Entwistle era una costante ed era solito usare le dita
e non il plettro. La sua tecnica sulla mano destra, decisamente avanzata per quegli
anni, gli valse anche il soprannome di “thunder fingers”. Può sembrare una banalità
ma per il pubblico un bassista metal che suona con le dita piuttosto che il plettro, ha
una reputazione migliore.

1970 – 1980

Siamo sul finire degli anni sessanta e al principio degli anni settanta. In questo
periodo l’hard rock e il rock progressivo non solo assumono canoni estetici sempre
più definiti ma iniziano a trasformarsi in HEVY METAL.
Tra i gruppi con i bassisti più iconici dell’epoca ci sono senza dubbio gli Emerson,
Lake and Palmer, i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Rush. I Black Sabbath grazie ai
loro continui riferimenti all’occulto e alle sonorità pesanti e lugubri, diedero il vero
avvio alle tipiche sonorità del metal; i Kiss e i Judas Priest, con i loro abbigliamenti
eccentrici, “decisero” l’outfit per le generazione a venire.
In questo periodo il sound diventa sempre più aggressivo, gli amplificatori più
potenti, i cantanti raggiungono range vocali sempre più alti e anche i bassisti iniziano
ad avere una certa fama.
Greg Lake

In Tarkus degli E.L.P ,così come nella quasi totalità degli album progressive, quello
che salta subito all’orecchio è l’utilizzo di sintetizzatori, gli unisoni di tutti gli
strumenti, l’uso smodato di metri poco usuali per la musica di largo consumo e
incastri ritmici complessi. Qui Greg Lake quando non è all’unisono con tastiera e
batteria si limita ad accompagnare gli assoli di Emerson e ad eseguire qualche fill.

John Paul Jones

John Paul Jones dei Led Zeppelin offre un solido sostegno ritmico sia agli assoli che
ai riff di Jimmy Page. In Good Times, Bad Times disegna una linea decisamente più
fitta rispetto alla chitarra che si limita a suonare qualche accordo. Altro brano dei Led
Zeppelin che sicuramente ha influenzato i bassisti heavy metal è Achilles Last Stand
dall’album Presence del 1976: Paul Jones utilizza per il un Alembic a 8 corde e la
figurazione ritmica che prevale è quella di una croma seguita da due semicrome.
Questa figurazione diverrà la firma di uno dei bassisti più iconici del metal, Steve
Harris degli Iron Maiden.

Roger Glover

I Deep Purple sono senza dubbio una delle band più eccentriche ed influenti della
storia del rock. Il loro livello tecnico era molto alto per l’epoca e grazie ciò hanno
potuto registrare uno dei migliori dischi live di sempre: Made in Japan
Roger Glover, cosi come ogni membro della band, regala perle esecutive di indubbia
rarità al pubblico di Osaka e Tokyo. Glover fa tuonare il suo Rickenbacker 4001 già
dal primo brano; in Higway Star non si limita ad accompagnare e a doppiare i riff di
Blackmore ma crea una sorta di contrappunto con le parti vocali di Gillian sul finire
della strofa eseguendo fill decisamente lunghi per un bassista; suigli assoli di Lord e
Blackmore è Glover ha suonare il riff.
Nella prima strofa e nel primo ritornello di Child in Time il basso definisce il riff
principale e questo infonde nell’ascoltatore un grande senso di solidità. Dopo il
secondo ritornello (famoso per l’incredibile scream di Gillian) e l’assolo di John
Lord, Glover accompagna l’assolo solo di Blackmore con vari riff dettati dal
chitarrista stesso: ogni nuova frase di chitarra diventa materiale per
l’accompagnamento.
I vari strumenti interagiscono così bene che la frase finale di Blackmore viene
suonata prima da John Lord (che armonizza) e successivamente anche Ian Piece si
aggiunge eseguendo la loro stessa figurazione ritmica sulla batteria.
A mio avviso Glover ha un modo di suonare che è a cavallo tra quello di un bassista
tradizionale e un secondo chitarrista: segue pedissequamente le figurazioni della
cassa della batteria ma si prende anche la libertà di muoversi sull’armonia ed esegue
fill a volte anche complessi. Esempi di quanto appena scritto sono Smoke on the
Water, in cui il basso non suona il famosissimo riff con la chitarra ma porta
semplicemente delle crome e Burn, in cui nel ritornello il basso ha un fraseggio
semplice ma efficace affinché la parte risulti melodica e al contempo non perda la
vena grintosa dell’hard rock.

Geddy Lee

Il trio canadese Rush può vantare di avere al suo interno un polistrumentista di rara
bravura, Geddy Lee. Famoso al grande pubblico come bassista virtuoso il quale ha
ispirato altri virtuosi del basso progressive come John Myung, è anche un ottimo
tastierista (vedi il brano Tom Sawyer) e utente del Taurus Moog, un sintetizzatore
analogico a pedali usato anche da gruppi come i Genesis e gli Yes.

Taurus Moog

Spesso Geddy Lee suona contemporaneamente basso e Taurus o tasiere e Taurus


mentre canta. I bassi da lui usati sono principalmente il Rickenbacker 4001 e il
Fender Jazz bass ma a metà degli anni ‘70 porta sul palco una novità assoluta: il
Rickenbacker 4080. L’azienda statunitense costruisce appositamente per lui uno
strumento che monta due manici, quello superiore è di un basso mentre quello
inferiore è di una chitarra. Questo particolare strumento viene usato per l’esecuzione
live di alcuni brani come A passage to Bangkok e Xandau in cui Lee accompagna gli
assoli di Alex Lifeson suonando la “metà chitarra” e il Taurus al posto del basso.

Una delle tipiche postazioni di Lee


Il contributo di Lee alla figura del bassista è fondamentale. La sua poliedricità lo
eleva anche a ruolo di cantante importante nella storia dell’hard rock e per questo
motivo, nella sua vece di band leader, è superiore rispetto ad altri suoi colleghi come
Greg Lake.
Da buon bassista prog esegue i complessi unisoni con il resto della band e canta
mentre suona senza l’ausilio del plettro. Questa è una pratica applicata da pochi data
la sua difficoltà.
Il suo modo di suonare ricorda molto quello dei suoi idoli John Entwistle e Jack
Bruce dei Cream come dice in questa intervista/documentario rilasciata per VH1 in
cui Lee viene chiamato “The Maestro” http://bit.ly/2eHMwWa. Dal momento che pizzica le
corde con l’estremità del polpastrello, quasi con le unghie, il suo suono ha un attacco
molto deciso.
Tutto questo è facilmente riscontrabile in brani come YYZ del 1981 in cui Lee esegue
l’intro in 5/4 seguito pedissequamente dalla chitarra così come nel tema principale
del brano. Le chitarra esegue grossomodo linee essenziali e ha modo di esprimersi
realmente nel solo. Il basso disegna linee sempre veloci e complesse che conferiscono
al brano una dinamicità unica; lo scambio di soli tra Lee e Peart non è mai banale e
l’effetto sorpresa è sempre garantito. L’ultima piccola perla del brano ci viene
regalata nel finale sempre dalla sezione ritmica: mentre la chitarra mantiene una
singola nota, basso e batteria eseguono all’unisono un fill di terzine molto veloce per
poi terminare con una frase eseguita all’unisono anche dalla chitarra.
Lee è un musicista e un cantante che non solo si lascia ispirare dai suoi predecessori
ma anche da musicisti più giovani di lui; Les Claypool dei Primus viene encomiato in
questa intervista realizzata da Fender per pubblicizzare il suo Jazz Bass signature
https://youtu.be/-SZbGQ-pTZY .

Geezer Butler

La storia dei Black Sabbath ha inizio a Birmingham quando quattro amici, John
“Ozzy” Osbourne, Geezer Butler, Tony Iommi e Bill Ward, fondano nel 1968 il
gruppo blues Earth blues company. I quattro non erano musicisti professionisti e
facevano lavori umili come il camionista o l’operaio metalmeccanico; Butler studiava
per diventare ragioniere. Proprio durante un turno in fabbrica il chitarrista Tony
Iommi perse le falangi del medio e dell’anulare della mano destra ma questo non gli
impedì di diventare uno dei chitarristi più influenti della storia.
Il nome “Black Sabbath” lo propose Geezer Butler il quale disse di avere avuto
un’inquietante apparizione. Era un appassionato di novelle di magia nera e film
horror e il nome della band deriva proprio dal titolo inglese del film I tre volti della
paura di Mario Bava (Black Sabbath appunto). Il sabba nero fa riferimento ai riti
delle streghe in presenza del demonio. Questo è uno dei vari temi trattati nelle
canzoni dei Black Sabbath oltre al sovrannaturale, la guerra, il conflitto tra Dio e il
diavolo, ecc… non solo nei testi ma anche nella musica i Sabbath sono molto
emblematici: utilizzo di sonorità cupe su ritmi lenti, utilizzo del tritono (intervallo ti
quarta eccedente/quinta diminuita fortemente dissonante e perciò proibito nel
medioevo perché definito il diavolo in musica), vesti grafiche dei dischi con figure
oscure e colori tetri.

In questa sede ci soffermeremo sull’importanza di Butler nel mondo del basso metal.
Butler inizia la sua carriera come chitarrista ritmico, finita subito a causa di Iommi il
quale non voleva dividere la scena con un altro chitarrista. Geezer allora si da al
basso, costituito inizialmente dalla sua Fender Telecaster con le sole tre corde più
gravi. Forse proprio per questo motivo il tocco di Geezer e molto sporco.
Nell’omonimo album d’esordio della band, Butler non sembra avere un modo di
suonare molto diverso da quello dei colleghi a lui contemporanei: fornisce grande
rinforzo ai possenti riff di chitarra, esegue il riff mentre la chitarra fa il solo o si limita
a tenere gli accordi e si lancia in alcuni fill. Nel brano NIB però succede qualcosa di
insolito: Butler esegue un intro con l’utilizzo del pedale wah wah. Finito l’intro è
sempre il basso, questa volta fortemente distorto, a dettare il riff principale.
Il secondo album della band, Paranoid, si apre con War Pigs che è un brano contro la
guerra: l’introduzione del brano è in 12/8 e il basso fraseggia liberamente su i due
accordi che compongono l’intro (Mim e Re) mentre la chitarra detta semplicemente
l’armonia. Il brano continua poi in 4/4 e il basso riprende la sua classica funzione ma
tutto cambia nuovamente nel solo di chitarra: in un punto sono ben udibili ben quattro
tracce, due di basso e due di chitarra che fraseggiano contemporaneamente. L’utilizzo
delle sovraincisioni conferiscono quasi un andamento contrappuntistico alla parte e il
"caos” che ne deriva rende appieno l’immagine della disfatta dei “maiali della
guerra” come dice il testo:
1
Now in darkness world stops turning
Ashes where the bodies burning
No more war pigs have the power
Hand of God has struck the hour
Day of judgment, God is calling
On their knees the war pig’s crawling
Begging mercy for their sins
Satan laughing, spreads his wings

1
http://canzonimetal.altervista.org/war-pigs-traduzione-black-sabbath/
La titletrack dell’album, Paranoid, verrà solo citata per l’importanza storica del suo
riff.

Nel brano Planet Caravan è ancora il basso il protagonista che esegue ostinatamente
il riff sotto la voce filtrata dal leslie e le percussioni di Ward. Questa canzone ha toni
decisamente psichedelici che sono lontani dai classici canoni dei Sabbath.
In Iron Man ed Electric Funeral, basso, voce e chitarra vanno spesso all’unisono
facendo diventare la linea melodica il riff stesso dei brani anche se non sempre
Geezer va all’unisono con le altre due parti ma le armonizza.
Hand of Doom si apre con un cupo riff di basso e forse è il brano che risente più delle
influenze della musica progressiva, infatti sono presenti incrementi di velocità e le
parti in cui si articola il brano sono autonome rendendo la struttura abbastanza
complessa.

1980 – 1990

In questa decade molti dei gruppi definiti propriamente METAL vedono la loro
nascita e/o affermazione.
I Judas Priest e i Kiss (insieme alle altre band) videro uno dei periodi più splendidi
imponendosi come dei veri e propri capiscuola insieme a band come gli Iron Maiden
e i Motorhead.
Negli Stati Uniti, oltre ai Kiss, troviamo altri musicisti importanti sia per lo sviluppo
del metal che delle tecniche bassistiche legate al genere e cioè i Metallica e Billy
Sheehan.
Esagerare era all’epoca la parola d’ordine, su tutto! I palchi divennero sempre più
grandi, gli show sempre più spettacolari, le droghe e l’alcool erano sempre presenti e
le star accentuavano la loro fama grazie agli sponsor, alle macchine e alle ville di
lusso. Gli abiti di scena erano sempre più eccentrici e i temi esoterici e violenti
vennero completamente sdoganati dalla censura.

Judas Priest e Kiss

Molti gruppi hanno lasciato il segno nella storia della musica solo per le loro
incredibili esecuzioni strumentali e un po’ meno per l’apparato scenico ma questo non
è il caso dei Judas Priest e dei Kiss.
Il chitarrista e fondatore degli Arch Enemy Michael Ammott definisce cosi i Priest:
« Metal for me is Judas Priest, because they don't have any other qualities except
metal. They're just pure, 100-percent metal! ». La band capitanata dall’incredibile
voce di Rob Halford è una delle più iconiche del genere e non solo per le sonorità o il
modo di suonare. Nonostante ciò Ian Hill non è tra i bassisti metal più famosi. Il vero
marchio di fabbrica dei Priest viene dato dallo stesso Halford sia con la sua voce che
con il suo modo di vestire: sul palco indossava abiti e accessori acquistati nei vari
sexy shop quindi giubbini, pantaloni e cappelli rigorosamente in pelle nera e
borchiati. Nonostante quest’abbigliamento derivi dagli ambienti sadomaso inglesi, il
grande pubblico e il resto delle band lo adottarono senza problemi facendolo
diventare il segno distintivo dei metalheads.

Chi portò all’estremo questo abbigliamento furono i Kiss con il loro bassista Gene
Simmons che di certo non spicca per le sue doti strumentali. La band americana
diventa famosa non solo per l’abbigliamento stravagante ma anche per il
caratteristico trucco di ogni componente del gruppo. Lo stesso Simmons inoltre è
anche uno showman senza eguali. Nell’esecuzione di God of Thunder spesso viene
fatto volare sulla folla tramite dei cavi attaccati ad una gru e mentre esegue l’assolo di
basso che introduce il brano, ha un conato di sangue finto che manda in visibilio il
pubblico.

Tutti questi elementi scenici verranno utilizzati ed estremizzati dai gruppi black metal
dagli anni novanta in poi, soprattutto la pittura facciale definita corpse che trova i
suoi precursori non solo nei Kiss ma ancora prima in Alice Cooper.

Steve Harris
E’ il fondatore degli Iron Maiden e l’autore della maggior parte dei brani della band.
I testi delle canzoni prendono spunto dalla mitologia, dalla Bibbia, dai film,dalle serie
TV e dalla letteratura, anche quella dell’occulto.
La sua indelebile firma nel mondo del metal è data dall’attacco molto incisivo delle
note ottenuto da un tocco della mano destra quasi percussivo, il suono ricco di medi
con un segnale saturo e la figurazione croma – semicroma – semicroma eseguita
ripetutamente alla quale i fan hanno dato il nome gallop (perché ricorda appunto una
galoppata di cavalli).
Lo strumento che lo contraddistingue è un Fender Precision Bass con lo stemma del
West Ham, sua squadra del cuore, anche se nel video di Run to the Hills e The
Trooper suona con un Ibanez Roadstar.
Harris fin dal primo album ha sempre utilizzato dei motivi ricorrenti che hanno reso
unico il sound degli Iron Maiden e che è stato d’ispirazioni per band più recenti come
Arch Enemy ed Avenged Sevenfold e per bassisti del calibro di John Myung.
Fin dal primo album, si sentono le influenze della musica progressiva: i brani sono
divisi in più sezioni e gli unisoni con gli altri strumenti sono spesso lunghi e
complessi. Inoltre è solito far suonare il basso e una delle due chitarre all’unisono
mentre l’altra armonizza per terze. Tutti questi elementi sono facilmente riscontrabili
in brani come Phantom of the Opera, Transylvania o Running Free. Benché i primi
due album Iron Maiden e Killers ebbero un grande successo, la consacrazione al
grande pubblico avvenne con l’ingresso di Bruce Dickinson nella band e la
pubblicazione di The number of the beast e Piece of Mind con i rispettivi brani The
number of the beast, Run to the Hills e The Trooper.
La title track dell’album del 1982 inizia con la recitazione dei versi dell’Apocalisse
12:12 e 13:18. Il resto del testo è la descrizione di un incubo avuto Steve Harris.
"Woe to you, Oh Earth and Sea, for the Devil sends the
beast with wrath, because he knows the time is short...
Let him who hath understanding reckon the number of the
beast for it is a human number, its number is Six hundred and
sixty six."
Come spesso accade nei brani dei Maiden l’intro è eseguito all’unisono da basso e
chitarra e il basso stesso a volte funge da terza chitarra come nel riff dopo il secondo
assolo di chitarra in cui Steve suona nel registro più acuto del suo strumento.
Run to the Hills e The Trooper sono i brani in cui il gallop fa da padrone. Entrambi i
brani raccontano due guerre: il primo parla dell’invasione delle truppe britanniche a
discapito dei nativi americani, il secondo (come viene riportato nel libro Running
Free, The Official Story of Iron Maiden, Bushell, Gary & Halfin, Ross, Zomba
Books, 1985 ) prende spunto da una poesia di Lord Tennyson in cui parla della carica
delle brigata leggera inglese durante la battaglia di Balaklava nel 1845.
La carriera dei Maiden benché abbia conosciuto un breve declino dal 1993 al 1999,
non è mai crollata del tutto anzi, dal 2000 in poi la band ha ricevuto titoli e
riconoscimenti dalle più importanti riviste di settore e nel 2015 sono stati insigniti del
Silver Clef Award per il loro contributo alla musica britannica.
Cliff Burton

La vita e la carriera di questo ragazzo furono molto corte ma non per questo prive di
successi. Questo giovane musicista morì a soli ventiquattro anni in seguito ad un
incidente stradale durante il tour con i Metallica in Svezia nel 1986.
Burton e Billy Sheehan possono essere considerati a pieno titolo tra i primi bassisti
solisti nella storia del metal: il pubblico era ed è affascinato dalla loro tecnica che
permette a questi musicisti di raggiungere “velocità chitarristiche” su uno strumento
decisamente meno agile.
Con la band californiana registrò solo i primi tre album ma furono sufficienti per
lasciare il segno nel mondo del basso heavy metal.
Già in Kill ‘em All, il primo album dei Metallica, Burton sfoggia le sue grandi doti da
bassista solista nel brano strumentale (Anesthesia) Pulling Theet; questa traccia altro
non è che un lungo assolo in cui il basso viene suonato distorto dall’inizio alla fine.
La batteria fa l’ingresso solo a metà del brano e non sono presenti parti di chitarre.
In Call of Ktulu presente nell’album Ride the Lightning l’accompagnamento è
decisamente singolare in alcuni punti in quanto Cliff accentuava delle note in
particolare tramite il pedale Morley Power wah Boost insieme all’inseparabile
Electro-harmonix Sovtek Big Muff, in più mentre le chitarre suonano il riff si sente
chiaramente il basso che esegue un trillo.
Sempre in questo album è presente il brano con l’introduzione di basso più famosa
nella storia del metal, For Whom the Bell Tolls. L’intro è molto semplice (sempre
eseguita con il distorsore) ma trasmette una grande carica.

Nell’album Master of Puppets Cliff riesce a dimostrare di essere non solo un ottimo
solista ma anche un eccellente accompagnatore e lo fa specialmente in Orion: il basso
esegue il riff del ritornello e le chitarre lo accompagnano. Da metà brano, visto che le
chitarre eseguono una frase armonizzandosi a vicenda su un sei ottavi, il basso funge
da “terza chitarra” suonando un accompagnamento arpeggiato con il segnale pulito.
Più avanti esegue un brevissimo assolo.
Il lascito di Cliff non solo sta nel suo sound decisamente incisivo ma anche nella sua
tecnica che è stata presa da esempio da tutti i bassisti che lo hanno succeduto.
Suonava con le mani e non con il plettro motivo per cui Jason Newsted (primo
successore di Cliff) non si sentiva pienamente accettato dai fan nonostante militò nei
Metallica per quindici anni. L’attuale bassista della band è Robert Trujillo che invece
viene osannato dai fan per il suo singolare modo di stare sul palco ma soprattutto per
le sue doti strumentali e perché suona con le dita.
Billy Sheehan

E’ l’esempio dell’estremizzazione della tecnica bassistica. Le grandi velocità di


esecuzione e l’utilizzo di tecniche tipiche dei chitarristi hanno reso Sheehan un
bassista di culto.
Uno dei suoi marchi distintivi è il pizzicato a tre dita che è la tecnica maggiormente
diffusa nel metal, il tapping e lo sweep picking usati per eseguire fill molto veloci e
assoli. Nel video presente in questo link è possibile notare l’utilizzo delle tecniche
appena citate https://www.youtube.com/watch?v=5omFFeLEXFE (consultato il
10/08/17)
Tutti questi aspetti delineano il suo stile e sono fondamentali in quanto Sheehan ha
sempre collaborato con i grandi virtuosi della chitarra e della batteria, primi fra tutti
Paul Gilbert con il quale suona nei Mr. Big, Steve Vai e l’ex batterista dei Dream
Theater Mike Portnoy ora membro del power trio The Winery Dogs.
Il suo basso prediletto e uno Yamaha Attitude caratterizzato da un’uscita jack per ogni
pick-up e gli ultimi tasti del manico scalope (scavati) per facilitare il bending. Inoltre
la meccanica del Mi grave è una Hipshot che permette di abbassare l’intonazione
della corda di un tono con estrema facilità.

1990 – 2000

Questo è il periodo in cui il metal tocca le sonorità e le tematiche più estreme.


I paesi scandinavi turbano il mondo della musica con il black metal in cui le
tematiche principali sono il satanismo, la morte e l’anti cristianesimo; i concerti erano
cosparsi da una teatralità macabra dove spesso gli oggetti di scena erano crocefissi
capovolti, teste di animali impalate e vari simboli esoterici. Il quotidiano degli artisti
black metal rispecchia i loro brani. A tal proposito è famoso Varg Vikernes (in arte
Burzum) per aver dato fuoco ad una delle più importanti chiese norvegesi.
Negli Stati Uniti la scena metal era molto più varia e i gruppi death, progressive e nu-
metal si alternavano sui palchi.
I testi dei brani death metal erano spesso sottoposti a censura poiché i temi trattati
erano l’omicidio, lo smembramento di cadaveri, la necrofilia e la violenza, tutto
questo si ripercuoteva in sonorità pesanti, nel canto growl e scream e riff martellanti e
molto veloci. Tra i gruppi più influenti troviamo i Death e i Cannibal Corpse con i
relativi bassisti Steve di Giorgio e Alex Webster.
Nel progressive metal è percettibile l’influenza della musica classica, del jazz e del
rock progressivo degli anni ‘70 e ciò è pienamente riconducibile alle grandi doti
compositive e strumentali dei musicisti. Le tematiche trattate erano decisamente
meno truculente, più fantasiose e questo comportava spesso la nascita di concept
album di pregevole fattura.
Molti ragazzi però non solo subivano il fascino del metal ma anche quello di un altro
genere che esisteva già da circa vent’anni ma che solo negli anni novanta vedeva
l’apice della diffusione: l’hip-hop. Questa nuova leva del metal era diversa in tutto
rispetto a quelle precedenti. Gli abiti di scena erano o delle tute da operaio o i classici
abiti over size dei B-boy. La protesta sociale, le esperienze personali traumatiche, le
ville, le auto di lusso e le donne erano i temi principalmente trattati. Benché le
sonorità sono tipiche del metal, le band “Nu” spesso uniscono al rap lo scream e il
growl e i brani sono costituiti spesso da riff ripetitivi come se fossero beat hip-hop. I
maggiori esponenti del genere sono i Limp Bizkit, Linkin Park e Slipknot ma chi ha il
bassista più influente sono senza dubbio i Korn.

Steve Di Giorgio

Famoso per aver militato nei Sadus e ancora di più nei Death, ora fa parte dei
Testament. In tutti i suoi lavori sono percettibili tanto le influenze jazz quanto quelle
metal.
Nel ritornello di Nothing is Everithing mentre le due chitarre eseguono un riff, il
basso suona un altro riff conferendo così un senso contrappuntistico alla parte.
Spesso è anche protagonista di assoli come in The Philosopher o Cosmic Sea.
Nell’album Dark Hall dell’ omonima band fusion, Di Giorgio non ha il classico
sound dei bassisti del genere: l’equalizzazione del basso è piena di medi e il tocco è
poco pulito, le sonorità dell’album sono una sorta di crossover tra metal e il jazz.
Questi elementi sono pienamente riscontrabili in band fusion e djent di più recente
formazione come gli Aristocrats e gli Animal as Leaders.
Alex Webster

Insieme a Paul Mazurkiewicz è l’unico membro della formazione originale dei


Cannibal Corpse. Questa band era ed è tuttora molto discussa per quanto riguarda
l’estrema brutalità dei suoi testi e della musica. I temi principali sono la violenza, lo
smembramento di cadaveri, la necrofilia, ecc…questi argomenti sono accompagnati
da riff molto veloci e violenti su cui il cantante della band adotta la tecnica del
guttural growl e dello scream. L’autore dei testi e della musica spesso è proprio Alex
Webster. La sua tecnica è decisamente avanzata e grazie al pizzicato a tre dita riesce a
suonare riff e note ribattute a velocità estreme ricoprendo così la funzione di rinforzo
per le chitarre.
Dal momento che tutti i brani dei Cannibal Corpse sono molto simili tra loro e per
tematiche e per sonorità/velocità, citerò le canzoni più famose in cui è possibile
ascoltare Webster in tutta la sua tecnica: Frantic Disembowelment, I Cum Blood,
Addicted to Vaginal Skin e Hammer Smashed Face presente in una scena del film Ace
Ventura – L’Acchiappanimali con Jim Carrey https://www.youtube.com/watch?
v=xjiCh88q4kA (consultato il 16/08/2017).

John Myung

Il taciturno bassista dei Dream Theater iniziò il suo approccio alla musica con il
violino alla tenera età di cinque anni. A quindici passò al basso elettrico poiché
grande fan degli Yes, dei Rush, degli Iron Maiden, dei Black Sabbath, degli Who e
dei Jethro Tull. Tutto questo è riportato nell’intervista rilasciata per la rivista For
Bass Players Only nel 2014 e consultabile al seguente link
http://forbassplayersonly.com/interview-john-myung/ (consultato il 16/08/17).
Inoltre è uno dei membri fondatori dei Dream Theater insieme a John Petrucci e Mike
Portnoy. La band ha fatto tesoro dei grandi gruppi progressive del passato per
traghettare il loro lascito verso sonorità più “hard”. Per questo motivo nei Theater
militano o hanno militato elementi dotati di una tecnica eccelsa e fuori dal comune.
La fama e il successo dei Dream Theater deriva proprio da questo ma non solo, i loro
brani spesso hanno una struttura molto lunga e complessa contraddistinta da unisoni,
repentini cambi di tempo e modulazioni.
Le doti strumentali di Myung possono essere apprezzate già dai primi lavori della
band come Ytse Jam o Metropolis-part 1: The Miracle and the Sleeper in cui sono
presenti assoli di basso brevi ma sicuramente degni di nota.
Pull me Under è uno dei brani più famosi dei Theater e qui possiamo apprezzare
invece un unisono molto complicato tra tastiera, basso e chitarra nella seconda parte
del ritornello.
Il concept album che ha proiettato definitivamente i Dream Theate nell’olimpo della
musica però è Metropolis part 2: Scenes from a Memory recensito dalla rivista
Rolling Stones il miglior album progressive della storia. Il disco racconta la storia di
un uomo chiamato Nicholas e la scoperta della sua vita passata, che coinvolge
l'amore, l'omicidio, e l'infedeltà di Victoria Page e prende spunto da vari film e album
particolarmente cari alla band come Shining, Quadrophenia, The Wall, ecc… 2
L’album è diviso in due atti e ogni traccia è una scena, nove in tutto. Sono presenti
anche dei leitmotiv come l’utilizzo dello stesso motivo per Overture 1928 e The
Dance of Eternity. Proprio questa traccia è una delle più complesse dell’intero
repertorio dei Dream Theater: nell’ introduzione quasi ogni battuta ha un’indicazione
metrica diversa e l’unisono tra chitarra, basso è pressoché costante.

Reginald Quincy Arvizu “Fieldy”

I giovani americani tra gli anni novanta e gli anni duemila hanno ridefinito in modo
radicale il mondo metal. Benché loro contemporanee fossero band formate da eccelsi
musicisti quali i Lamb of God, Tool, Arch Enemy, ecc… altri gruppi come Linkin
Park e Korn andavano controcorrente mettendo da parte tecniche strumentali
sopraffine per poter unire al metal le sonorità hip-hop (dunque il canto rap). Altre
band come gli Slipknot rispecchiano la giusta unione tra i classici canoni del metal e
dell’hip-hop.
Come da titolo del paragrafo parleremo del bassista dei Korn Fieldy. Come egli
stesso ha detto durante un’intervista, il suo modo di suonare si avvicina molto più a
quello di un batterista che di un bassista. Ciò è dovuto non solo alle corde che
frustano pesantemente sulla tastiera ma anche all’abituale uso della distorsione sullo
slap.
Il brano in cui è maggiormente udibile questa tecnica è Got the Life: lo slap utilizzato
nella strofa è molto particolare in quanto Fieldy percuote le corde non solo con il
pollice ma anche con le unghie della mano destra. Questa tecnica, divenuta sua firma
inconfondibile, viene spiegata dallo stesso bassista in questo video didattico
https://www.youtube.com/watch?v=Q2YPhr7d7Bs (consultato il 18/08/17).
Altro brano in cui è particolarmente udibile il caratteristico suono di Reginald è
Freak on a Leash: lo slap qui non è presente solo nel ritornello ma anche nello
special in cui doppia il particolarissimo scat di Jonathan Davis.
L’uso dello slap nei derivati del rock non è una prerogativa di Fieldy anzi,
padroneggiano meglio la tecnica Flea dei Red Hot Chili Peppers, Les Claypool dei
Primus e Ryknow dei Mudvayne. Quest’ultimo ha preso il posto di Filedy nei Korn
per le date europee del tour nel 2012.

2
Queste informazioni sono presenti sul sito di Mike Portnoy
http://www.mikeportnoy.com/aboutmike/faq/answers/6.aspx#66 consultato il 16/08/17
Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Heavy_metal
https://it.wikipedia.org/wiki/The_Beatles
http://equipboard.com/pros/paul-mccartney/#bass-guitars
http://www.thewho.net/whotabs/gear/bass/bass6066.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Led_Zeppelin
http://equipboard.com/pros/john-paul-jones
http://equipboard.com/pros/roger-glover
https://it.wikipedia.org/wiki/Made_in_Japan_(Deep_Purple)
https://it.wikipedia.org/wiki/Deep_Purple
https://en.wikipedia.org/wiki/Moog_Taurus
https://it.wikipedia.org/wiki/Rush_(gruppo_musicale)
http://equipboard.com/pros/geddy-lee/
http://www.allmusic.com/artist/geddy-lee-mn0000153933/biography
http://www.blacksabbath.com/history.html
http://www.geezerbutler.com/biography/
https://it.wikipedia.org/wiki/Paranoid_(album_Black_Sabbath)
https://it.wikipedia.org/wiki/Planet_Caravan
https://it.wikipedia.org/wiki/Hand_of_Doom
http://equipboard.com/pros/steve-harris/
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Trooper
http://ironmaiden.com/news/article/maiden-honoured-at-silver-clef-awards

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