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ACCORDARE LA BATTERIA

Anche la batteria è uno strumento che necessita di essere accordato. L'accordatura è un


procedimento che serve per portare il tamburo, attraverso la tensione delle due pelli battente e
risonante, ad avere un suono il più risonante possibile o di più elevato volume possibile. All'interno
di questa definizione generale ogni batterista può trovare il proprio suono tendendo più o meno le
pelli fino a raggiungere un suono che incontri il proprio gusto personale. Esistono vari metodi per
accordare i tamburi: quello qui mostrato è quello più comune e più funzionale, suggerito anche da
molte case produttrici di pelli. È necessario eseguire queste operazioni senza tenere i tamburi "in
braccio", ma tenendoli diritti per terra, cioè con un cerchio tendipelle appoggiato per terra e l'altro
che guarda voi: questo è l'unico modo per non far suonare la pelle che non state accordando. È
anche necessario accordare con le apposite chiavette per viti a testa quadra appositamente studiate
per la batteria, è meglio non utilizzare pinze o altri utensili perché si potrebbe danneggiare lo
strumento.

• Accordatura del TOM e TIMPANO

Dopo aver svitato le viti che reggono i cerchi tendipelle del tom posizionare la nuova pelle e
reinserire il cerchio. Avvitare tutte le viti in modo tale che tocchino appena il cerchio, ma senza
stringere. Ora inserire la chiavetta su una vite e dare un giro completo ad una vite, poi uno alla vite
diametralmente opposta. Dare ora un giro alla coppia di viti diametralmente opposta alla coppia
appena avvitata. Ripetere il procedimento per tutte le coppie di viti del tamburo avendo cura di
tirare coppie di viti le più "distanti" possibile fra di loro, fino ad avvitarle tutte. Continuare a tendere
la pelle (con passi di un giro, 1/2 giro o 1/4 di giro a seconda della tensione a cui si arriva) seguendo
lo stesso ordine usato per il primo giro, fino ad arrivare ad una tensione media: ogni tanto
tamburellare leggermente con un dito (o con una bacchetta) sul centro esatto della pelle per vedere
se il tamburo inizia a risuonare e ad emettere armoniche; se vedete che durante il procedimento la
pelle fa delle grinze vuol dire che avete sbagliato e dovete ricominciare da capo. Quando il volume
arriva al massimo - ci se ne può accorgere perché continuando a tendere, il volume inizierà a
diminuire - si arriva alla nota di risonanza del tamburo: una pelle è ora accordata. Ora capovolgere il
tamburo e ripetere lo stesso con l'altra pelle.

Nota 1: se le pelli che si usano sono diverse (ex: battente sabbiata, risonante trasparente) i
giri di vite da fare saranno differenti per numero sui due lati.
Nota 2: non appena trovata l'accordatura giusta con una pelle nuova dopo poche ore la pelle
si allenterà e si dovrà tenderla un altro po'. Molti batteristi consigliano quindi di tendere la
pelle appena montata, sempre con il criterio sopra descritto, molto oltre la nota di risonanza
(ci sarà qualche rumorino di assestamento), per poi trovare il suono giusto allentando la
pelle invece che tirandola. In quest'ultimo modo si evitano cedimenti della accordatura.
Nota 3 si consiglia di iniziare ad accordare prima i tom più piccoli, essendo i più facili da
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accordare poiché la nota di risonanza è più facilmente udibile che in un tamburo dal suono
più grave.

• Accordatura della GRANCASSA

Il modello da seguire è quello del tom e timpano. La grancassa a causa della sua grandezza è un
tamburo che suona a basse frequenze (30- 40Hz fino a circa 200Hz); per questo tamburo è cruciale
la risposta impulsiva, che nel caso generale (ex.: musica "pop") deve essere praticamente priva di
armoniche udibili. Perciò si usano tecniche di sordinatura della grancassa che favoriscono lo
smorzamento di tali armoniche: è dunque consigliato l'uso di pelli battenti a doppio strato e con
anello-sordina integrato per una cassa che dovrà suonare musica pop-rock-funky, mentre per il jazz
è consigliata la pelle battente sabbiata, che smorza leggermente le armoniche del tamburo a causa
della sabbiatura, ma non le elimina del tutto, così da isolare la nota emessa dalla grancassa ma senza
"slabbrare" il suono; nel caso della cassa per il jazz si consiglia se necessario una sordina esterna
regolabile. Anche per quanto riguarda la grancassa si consiglia di sovratensionare per poi rilasciare
la pelle. Da evitare inoltre che la pelle per grancassa faccia delle grinze a causa della sua bassa
tensione: durante l'accordatura questo fenomeno può fare la differenza fra un bello ed un pessimo
suono. È sconsigliata la sordinatura interna (ex: cuscini, coperte) anche se per alcuni generi (hard
rock, heavy metal) può risultare utile.

Per ciò che concerne la pelle risonante bisogna fare una distinzione: con foro e senza foro: più il
foro è piccolo più l'accordatura è simile a quella per tom/timpano. Più il foro si ingrandisce e
minore è l'influenza della pelle risonante sul suono della grancassa.

• Con foro: accordare seguendo le linee descitte nel caso del tom e timpano, avendo
molta cura di non tendere troppo i tiranti vicino al foro poiché la pelle potrebbe
strapparsi in alcuni casi. Fortunatamente la tensione della pelle per grancassa è
piuttosto bassa volendo per l'appunto ottenere un suono grave, quindi è difficile che
la pelle della cassa si strappi accordandola. La nota di risonanza, emessa
"tamburellando" col dito o con una bacchetta, della pelle risonante con foro mentre si
accorda, sarà di più difficile ascolto che nel caso del tom/timpano.
• Senza foro: per la pelle senza foro seguire la procedura descitta per il tom/timpano
avendo cura di non tendere troppo la pelle risonante: si eviterà in questo modo
l'emissione di fastidiose armoniche.

In generale il suono della grancassa deve essere un suono grave, leggermente risonante, non
"cartonato" né troppo risonante: il suono che deve risultare è quello del tamburo, non della pelle.

• Nota1: la grancassa è un tamburo tanto grande quanto sensibile all'ambiente in cui si


suona: talvolta se si suona in un posto ampio e non insonorizzato si avverte la
necessità di ritoccare l'accordatura (tendendo leggermente le pelli). Al contrario se si
suona in un posto piccolo e non insonorizzato si avverte l'esigenza opposta, cioè
quella di rilasciare leggermente le pelli. Ovviamente se si suona in un posto ben
insonorizzato questa esigenza non si avverte poiché le armoniche emesse dallo
strumento vengono ben assorbite dall'ambiente.

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• Accordatura del RULLANTE.

Il rullante è il tamburo più difficile da accordare, poiché ogni rullante ha una sua personalità, ma
anche ogni batterista. Per conciliare le due si può dire che il rullante non ha una accordatura
"definitiva", ma dipende dall'ambiente in cui si suona, dal genere, dal groove che si vuole dare al
pezzo da suonare, e anche dall'umore del batterista. In generale l'accordatura del rullante segue i
passi di quella per il tom/timpano, ma con i seguenti accorgimenti:

0 - I giri di vite per accordare il rullante non sono più da riferire solo a 1/2 giro o 1/4 di giro,
ma anche a piccole frazioni di essi.
1 - per un suono più ricco di armonici bisogna tendere leggermante di più la pelle risonante
(ex: musica funky/jazz)
2 - per un suono più profondo tendere di meno quest'ultima (ex: musica rock).
3 - per un rullante più sensibile tendere leggermente la pelle battente: in questo modo la
cordiera suonerà prima (ex: musica jazz).
4 - per un rullante meno sensibile rilasciare leggermente la pelle battente: in questo modo la
cordiera suonerà con un leggero ritardo e con colpi più forti (ex pop anni '80/rock)
Un modo utile per vedere se la pelle del rullante che state suonando o accordando è tesa in
maniera uniforme e quella di tamburellare con una baccchetta vicino ai tiranti del rullante, il
tamburellamento deve essere eseguito dando leggeri colpi sulla pelle alla stessa distanza dal
tirante e dal centro del rullante, per tutti i tiranti: se il suono vicino a tutti i tiranti è simile
allora la pelle è ben tesa e non ci saranno problemi nel continuare con l'accordatura.
Il rullante però ha anche una accordatura favorita, cioè una tensione per cui è progettato e
per cui suonerà meglio: i batteristi in genere possiedono molti rullanti, di legno, di metallo,
di varie dimensioni, non un solo rullante da accordare diversamente in base alle varie
situazioni. Un rullante va "studiato"; la prima volta che si accorda un rullante, per
avvicinarsi alla sua accordatura ideale possono volerci anche molte ore e bisogna provarlo in
più ambienti. È necessaria molta attenzione nella scelta del rullante.
È infine importante inoltre non farsi ingannare dal suono di altri batteristi sullo stesso
modello di rullante, per i seguenti motivi:
A - Il suono di famosi professionisti che fanno pubblicità ad un certo tamburo può essere
migliore perché il tamburo stesso che essi usano, realizzato secondo le loro esigenze, è
qualitativamente migliore del suo equivalente commerciale in vendita nei negozi.
B - Altri batteristi possono accordare il rullante (in generale vale anche per la batteria) in
modo diverso dal proprio.
C - I batteristi che suonano lo stesso nostro rullante possono avere un modo di suonarlo
diverso dal proprio (in generale vale anche per la batteria).
D - I moderni sistemi di amplificazione usati per i tamburi possono cambiare il suono del
tamburo fino a renderlo completamente diverso dal suono originale. Si consiglia di ascoltare
il suono del tamburo quando non è amplificato (in generale vale anche per la batteria).

• Ritocchi nell'accordatura dei tom e suono generale

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La cosa più importante per la batteria è che tutti i tamburi abbiano suoni diversi fra loro. Troppo
spesso si ascoltano batterie, soprattutto nel genere rock/metal, che hanno tom che suonano tutti
quasi con la stessa nota. La cosa più importante è scegliere le misure dei tamburi: le misure
standard per una batteria sono (in pollici - diametro x profondità) :

- grancassa: 22" x 16"


- rullante: 14" x 5" oppure 14" x 5-1/2" oppure 14" x 6-1/2"
- tom 1: 10" x 8"
- tom 2: 12" x 10"
- tom sospeso: 14" x 12" , se c'è il timpano sarà 14" x 14"
Come si può notare la misure del diametro dei tom aumentano di 2 pollici (nel caso
standard) per tom sia in diametro che in profondità: questo implica che le note a cui tali
tamburi dovranno essere accordati devono differire dello stesso intervallo tonico fra un tom
e l'altro. La regola generale è che per ogni pollice di diametro che aumenta, la nota emessa
dovrà differire di un tono in basso, e viceversa. Si da per scontato che la profondità dei tom
vari in maniera equivalente, altrimenti la regola perde un po' della sua validità poiché il
suono varia anche con la profondità del tamburo.

• Esempio: Si prenda il tom 1 come riferimento e si supponga di averlo accordato con


un suono buono. Si supponga che la nota emessa sia un MI (o vicina ad un MI).
Allora il tom 2 che differisce di 2 pollici di diametro dal tom 1 andrà accordato con il
DO basso nella stessa ottava del MI del tom 1, cioè una terza più in basso. È
necessario accordare prima tutti i tamburi e dopo verificare gli intervalli tonici di
accordatura, correggendo l'accordatura appena eseguita. Infatti solo nelle batterie
professionali si può riscontrare una buona corrispondenza dell'accordatura del
singolo tom con la giusta nota a cui andrebbe accordato, nella maggior parte dei casi
si deve "aggiustare" il suono generale dei tom in modo da far corrispondere più o
meno il suono con questo modello. Se dopo aver accordato tutti i tom e aver seguito
questo modello si riscontra per esempio che il timpano non suona perché la pelle è
troppo poco tesa, allora si deve tendere di più il tom 1 e di conseguenza tutti gli altri
tamburi fino a quando il timpano suoni bene, oppure ricominciare dal timpano e
risalire al contrario.

Esistono marche prestigiose di batterie in cui si può trovare stampato all'interno di ogni fusto la nota
a cui va accordato, cioè la nota in cui la risonanza è massima.

Nota 1 :Il tamburo per suonare ha bisogno di "aria" sottostante. È necessario tenere tanto più
alti da terra i tamburi quanto più essi sono di grosso diametro: un timpano da 14" non
suonerà mai bene se tenuto a 5 cm da terra. Per far suonare bene un tamburo bisogna fare in
modo che la sua altezza da terra sia almeno la metà della profondità del fusto, sebbene
l'ideale sia un'altezza da terra pari alla profondità del fusto (I giapponesi per far udire fino a
grandi distanze i loro grossi tamburi rituali, li dispongono in orizzontale su dei supporti).
L'importante è che la colonna d'aria sotto il tamburo non abbia strutture frapposte (ad
esempio una grancassa pochi centimetri sotto un tom).

Nota 2 - accordatura per quarte: L'accordatura globale della batteria può essere eseguita
anche a intervalli di quarte, cioè per esempio se un tom da 12" x 10" suona bene con un FA,
quello da 14" x 12" può essere accordato con un DO basso nella stessa ottava del FA, cioè
una quarta più in basso, e così via. Questo tipo di intervallo tonico più "largo" tra un tom e
l'altro viene usato spesso per batterie con pochi tamburi, oppure quando ci si accorge che un
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tamburo non tiene bene una nota con una accordatura per terze. In alcuni casi infatti il
tamburo può distorcere il proprio suono (effetto "pentola" - se la nota a cui è stato portato è
troppo alta), o può non suonare affatto (effetto "cartonato" - se la nota a cui è stato portato è
troppo bassa).

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