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Come imparare
a leggere
la musica
traduzione di Maria Luisa Canino
apparato musicale integrato e adattato da Roberto Zanetti
Gran parte delle melodie contenute nell'edizione originale, non essendo note al pub
blico italiano, sono state sostituite da Roberto Zanerri con altre tratte prevalentemente
dal repertorio popolare italiano. Per maggiore utilità del tenore tali melodie figurano
per esteso nell'Appendice n. 4, appositamente aggiuma.
PREFAZIONE
« In una lezione-fiume, che durò dalle sette fin quasi alle undici di se
ra , il professar S hanet fornl ai suoi 1000 alunni tutti gli elementi neces-
7
sari per leggere facili brani musicali, e cosl alla fine della riunione anche
coloro che non conoscevano assolutamente niente di musica furono in
grado di andare alla tastiera del pianoforte e accennare lentamente, ma
con sicurezza, i temi degli inni, dei motivi patriottici e delle musiche
popolari preferite. Furono eseguiti pezzi dimostrativi tratti da Old u
e "Cry". Gli unici materiali richiesti per gli studenti furono una matita
e un foglio per prendere appunti ».
PRIMI PAS S I
l l
2 Con la punta del piede battete regolarmente quattro colpi, pressappo
co alla velocità di una marcia militare, parecchie volte, come segue:
UNO due Ire quallro UNO due Ire quallro UNO due Ire quallro
l l l
Battete l'UNO ogni volta più forte degli altri tre colpi, ma - badate
- non più lentamente; infatti i colpi devono essere uguali nel tempo e
nella velocità, soltanto il primo deve essere più forte o più pesante in
modo che si percepisca dove comincia ogni gruppo di quattro.
l l
mente, uno qualsiasi che vada bene per \'Oi, usate la sillaba Ta per can
tarlo, al postn ,li una parola, e fatene ur suono lungo:
l
Cantare T a -------
Balle re
l l
UNO 2 3 4 UNO 2 3 4 UNO 2 3 4
lO
4 Ora proviamo suoni di differente durata. Per il seguente eserclZ!o,
cominciare a battere nello stesso modo di prima, ma questa volta mante
nete il suono soltanto per la lunghezza indicata dalla linea. In altre paro
le, ogni Ta sarà tenuto per il tempo in cui si susseguono quattro colpi, e
vi saranno in tutto quattro di questi Ta .
l l l l l l l l
Cantare Ta
l l l l l l
Ta Ta Ta
Ballare
l l
nuta soltanto per due colpi :
l l l l l l l l l l l l
Cantare Ta Ta Ta_ Ta Ta _ Ta Ta Te-
Ballare
l l
6 Dopo di ciò, provate a combinare due tipi, come segue:
l l l l l l l l l
Cantare Ta Ta Ta Ta Ta Ta
Ballere
l
subito con qualcuno dei tipi di maggiore durata, solo al fine di ottenere
una varietà :
l l l l l l l l l l l l l
Cantare Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta
Ballare
l l l l l l
fìnché l 'esercizio non v1 ri uscirà facile ed automatico:
1.
l l l l l l l l l l
Cantare Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta
l
Ballare
2.
l l l l l l l l l l l l
Cantare Ta Ta Ta Ta Ta Ta _ Ta Ta Ta Te Ta Ta
Ballere
11
3.
l l l l l l l l l l l l l l
Ca ntare Ta Ta Ta _ Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta
Bat tere
Questi tre esercizi, fra l'altro, sono realmente presi da ritmi di canti
famosi. Il primo è l'inizio del celebre canone, Fra' Martino; il secondo è
l'inizio dell'altrettanto celebre fìlastrocca Giro girotondo c il terzo è una
parte del canto tradizionale ]ingle Bells (tutti eseguiti un po' più len·
tamente).
l
un gruppo di quattro colpi che battete col piede costituisce una misura.
mmi, uno per la metà superiore e l'altro per la metà inferiore ......, .
Troverete voi stessi, quando proverete a farlo, che è più semplice collo
care in questo modo la nota nel pentagramma. Una semibreve si usa
ogni volta che si vuole rappresentare un singolo suono continuo che duri
quattro colpi. Provate in questo modo: battete quattro colpi con il pie·
de e contemporaneamente intonate un suono lungo. Cantate semplice·
mente Ta, come abbiamo fatto per gli esercizi precedenti, mentre batte
te quattro colpi:
12
Ta ----
l l l l
Cantare 0
Battere
Ta_
d
l
Cantare
Battere
Ora avete cantato una minima (o metà). Due di esse insieme, ovvia
mente, avranno la stessa durata di una semibreve, come vi dice un calco
lo elementare:
Ta- Ta-
d d
l l l
Cantare
Battere
J semiminima (o quarto)
13
La nota cosl raffigurata ha soltanto la durata di un colpo. Se cantate Ta
ogni volta che battete, avrete cantato qu attro semicrome mentre ba ttete
UNO due-tre-quattro:
.J .J .J .J
Te Te Te Te
l l l l
Cantare
Battere
J
Due di queste note brevi messe insieme hanno la stessa dura ta di una
d
minima, e quattro di queste equiv�l_c><'IH1 ;te! una semibreve. In altre pa-
J J J J
role, Jurano quantt t>ppure o .
JJ J J l JJJ Jl JJJ J l J J JJ Il
ca o di una sua importante suddivisione:
Te ____ Te ____ TB ---- TB -----
C a ntare o o o o
Battere
d J J d d d J J
Ta_ Te- Te _ Ta _ Ta- T a - Te _ Ta -
Battere
J d J J
Ta_ Ta_ Ta Te_ Ta- Ta
Battere
JJJJ JJJJ
Te Ta Ta Te Te Ta Ta Ta Te T a
J JJ J JJJJJJJ JJJ
Ba ttere
C a ntare
Battere
14
(Per facilitare l 'approccio con il celebre motivo abbiamo leggermente
ritoccata la sua struttura ritmica, approfittando anche del fatto che qui
si richiede un'esecuzione più lenta del tempo reale. Avvert:amo di ciò il
lettore perché sia fin d'ora edotto del valore che ha l'avv: di una melo
·
dia sul primo movimento, forte, di una battuta, come in que�to caso, o
JJJJ l J J J J J J J J
al contrario su uno dei successivi movimenti, deboli, come appunto la
JJ J J JJ J J J JJJ J J � J
stessa melodia si configura all'es. 10 del par. 66).
T a T a T a Ta T a_ T a_ Ta T a T a Ta Ta _ Ta -
Cantare
Ballere
J JJJ
(Anche l 'esecuzione della notissima @astrocca deve essere più lenta del
_
te mpo reale. )
Ta Ta Ta Ta Ta Ta_ Ta Ta Ta Ta
Cantare J J JJJJ
Ballare JJ JJ JJ JJ JJJJ
( Eseguire anche questa celebre canzone più lenta del tempo reale. )
1 5 Procedendo oltre, prendiamo l a metà d i una semiminima, cioè una
)',
croma (o ottavo), il cui simbolo viene formato aggiungendo un piccolo
uncino al gambo della semiminima
J>j)= .J
j)J>J>.h= J
)JJ>J)j)J>J) j) J>= o
Quando suoniamo le crome, vi saranno due suoni per ogni colpo, poiché
due di questi suoni si susseguono nel tempo di una semiminima. In al
tre parole, mentre battete ciascun colpo dovete cantare rapidamente Ta
ta.
.b.h.b.bJ>)J)>)l
Ta - la Ta - la Ta - la Ta - la
Cantare
Balle re J J J J
15
1 6 A questo punto, le ulteriori suddivisioni sono ancora più semplici
�
e più logiche. Una semicroma (o sedicesimo) è formata dal simbolo di
una croma aggiungendo semplicemente al gambo un secondo uncino .
)y�)i)j)))ij)))j).,bj
ottenere quattro di queste note nel tempo di un solo colpo:
Ta - la. la- la Ta- la· ta· ta Ta- la · la- la Ta- la- la- la
J
Cantare
Battere J J J
State bene attenti a battere i colpi alla stessa velocità di prima, altrimen
ti tutto quello che abbiamo fatto finora sarà perduto. Battete esattamen
te come nei casi precedenti, UNO-due-tre-quattro, ma cantate quattro
rapidi Ta ad ogni colpo. Due semicrome hanno la stessa durata di una
croma; quattro semicrome la stessa durata di una semiminima; otto e
quivalgono ad una minima; sedici ad una semibreve.
17
ta è la metà di una semicroma, e viene scritta con tre uncini: )
La successiva in valore è la biscroma (o trentaduesimo ), la cui dura
L'aritmetica ci ricorda che vi sono quattro biscrome per ogni croma, ot
,
to per ogni semiminima, sedici per ogni minima, trentadue per ogni
semibreve.
J
lo stesso procedimento, ma è praticamente inutile proseguire, innanzitut
to perché i suoni diventerebbero cosl rapidi dopo le semibiscrome che
non sarebbe più possibile eseguirli (provate voi stessi!), e inoltre si
arriva ad un punto oltre il quale chi ascolta riesce con fatica a distin
guerle. In altre parole, le note, se sono troppo veloci, danno l'impres-
16
sione di concorrere tutte insieme in un lungo suono tremolante. :t: un
fenomeno dell'udito alquanto simile a quello che avviene per la vista
quando una serie di fotografie Esse scorrono così rapidamente che le
immagini separate si fondono con effetto cinematografico.
o semlbreve (o intero)
minima (o metà)
semlmlnlma (o quarto)
croma (o ottavo)
semlcroma (o sedicesimo)
biscroma (o trentaduesimo)
semlblacroma (o sessantaquattresimo)
Cantare J J J J J>J>.hJ>.bJ>J)J) J J J J J J
Battere JJJJ J J J J JJJJJJJJ
17
Nella prima misura ogni Ta che cantiamo ( semiminima ) corrisponde ad
un colpo battuto. Nella seconda misura, invece, abbiamo crome, e ciò
significa che dobbiamo cantare Ta-ta due note - ogni volta che
-
Ta Ta-ta
J J)J)J J )J)))Jj)J
Ta-ta Ta Ta Ta-ta Ta __
Cantare
Battere JJ J J J J J J
Ta-la Ta-la Ta
J
Ta-ta Ta
J j,j)j));)).hJ
Ta · __ __
J J J J J JJ J
La prima misura presenta soltanto una differenza rispetto alla prima del
l'esercizio precedente: il suo secondo colpo è diviso in due crome. Quin
di canteremo un Ta per ogni colpo, ad eccezione del secondo colpo, in
cui canteremo Ta-ta nel tempo di un colpo. Provate questa misura solo
poche vol te. La seconda misura comincia con delle crome. Su ciascuno
dei suoi due primi colpi dovete cantare le due crome, Ta-ta. Poi , sui due
successivi colpi mantenete una lunga minima. Eseguite questa misura
separatamente alcune volte, bat tendo i colpi in modo regolare e cantan
do le quattro veloci crome seguite dalla minima tenu ta:
Ta- la Ta- la Ta
11
La terza misura è ancora diversa: è quasi uguale alla misura di crome
che abbia mo let to nell'esercizio precedente, con l'eccezione che qui il pri
mo colpo non è suddiviso, ma resta una semiminima . Dovete cantare so-
18
lo un Ta sul primo colpo della misura , quindi, ma Ta-ta su tutti gli altri
colpi. L'ultima misura è il modello ormai familiare di due minime, con
cui terminava anche l'altro esercizio. Adesso leggiamo l 'intero rigo,
mantenendo rigorosamente a tempo i colpi che battete, e facendo
corrispondere ad essi i vari valori delle note nell'ordine in cui si
susseguono.
J J J J
22 Qui, infine, un esercizio con le semicrome :
J J J
Ta Ta Ta Ta T a- la Ta- la Ta
)>)l )>)) J
___
Cantare
Battere J J J J J
J
Ta- la Ta- la- la- ta Ta- ta- ta- la Ta
); JJ j) J) )Jyj�_,h)jJy�
Ta- ta ----
J J J JJJJ
La pnma misura è una semplice successione di quattro uguali semi
m inime, una ogni colpo. Potete osservare che la seconda misura è del
tutto ide n tica alla seconda misura dell'esercizio che avete appena termi
nato; quindi dovete soltanto ripetere il modello già appreso, consistente
in quattro crome seguite da una minima . La terza misura comincia come
la seconda , con i due primi colpi divisi in crome, ma ciascuno dei suoi
ultimi colpi è suddiviso ulteriormente in semicrome. Dunque dovete can
tare Ta-ta per ciascuno dei due primi colpi, ma Ta-ta-ta-ta - note il
doppio più rapide! - su ognuno degli ultimi due colpi . Probabilmente
troverete che le quattro semicrome devono essere cantate tanto rapida
mente quanto, più o meno, ve lo permetterà la vostra lingua, se dovete
attenerle entro il tempo che corrisponde ad ogni colpo. Vi risulterà più
agevole cantare con molta leggerezza.
Leggete ora l 'intero esercizio, facendo attenzione a non alterare il
ritmo costante dei colpi anche quando le difficoltà del rigo superiore
aumentano .
SIMBOLI S U PPLEMENTARI
d
bolo per un suono di tale durata, e non basta mettere l'uno accanto al
l 'altro due dei nostri simboli, come questi come potete pensare a
J
19
J J
prima vista, poiché essi rappresentano due suoni separati, e non un suo·
no continuo :
Ta Ta
t'J_.J
ha la durata di tre colpi :
J J J
Ta ___
Cantare
Ballere
J JJ
Si potrebbe ottenere lo stesso risultato scrivendo:
--
sebbene ciò non sia tanto pratico poiché richiede la scrittura di una nota
e di una legatura in più . L'effetto di una legatura è quello di trasforma
J_J J d J J_J J
re due o più simboli noti in un simbolo composito, del valore uguale
alla loro somma:
C a ntare o
Balle re
UNO 2 3 4 UNO 2 3 4 UNO 2 3 4 UNO 2 3 4
Nella prima e nella terza misura la legatura produce un suono lungo che
dura tre colpi .
Nell'esempio che segue, la legatura produce un suono lungo che va
al di là della stanghetta :
20
J J J� lJ J J� 1J J J )l))
J J J�J J J� J J J J JJ J J
T a Ta T a __ T a Ta --- Ta T a Ta-ta T a ----
Cantare o
Battere
_jJ J J J J
nuove durate. Qui si ha un esempio di una semibreve legata ad una mi
ruma :
J JJ""J I J J J J JJ J J J J J J
Ta Ta Ta --- Ta Ta ----
Cantare o__ o
J
Battere
La nota lunga dell'inizio dura per una misura e mezzo. Seguono alcuni
J J
altri esempi di note legate, oltre a e a 0
..___ '--"
ecc.
Più avanti tratteremo molte di queste note legate ogru volta che
capiteranno nei nostri esercizi.
�.J
dove t: inòicata la terzina:
J J
Ta Ta-ta-ta Ta Ta
Cantare
.J
3
Battere
JJJ J J
s
1 A volte i quinti di una minima si scrivono come cinque crome invece che rome
cinque semiminime, seguendo la teoria che le crome sono più vicine alla reale velocità
con cui queste note vanno eseguite.
22
abitudine genera spesso confusione, poiché la legatura indica al letton
di unire insieme i simboli, mentre Io scopo del nuovo espediente è quasi
l'opposto, e serve cioè a indicare un gruppo di note formato dalla divi
sione di una figura di valore superiore , e non da una unione. Perciò mol
ti musicisti scrupolosi hanno abbandonato l 'uso della legatura con que
s to significato e hanno sostituito la graffa ; lo s tudente deve essere mes
so in guardia, tuttavia, soprat tutto per quel che riguarda la musica me
no recente, per i casi in cui la legatura viene usata in questo modo ambi
guo.
27 Abbiamo ora trattato quasi tutti i simboli importanti usati per i
valori di durata dei suoni, ma vi sono altri due espedienti, per così dire,
stenografici, che devono essere spiegati per offrire al lettore un quadro
completo e chiaro.
a) I l punto . In musica, come nel linguaggio, si trovano certe combinazio
ni di elementi più frequentemente di altre. Nella maggioranza delle lin
gue europee, ad esempio, la lettera e capita più spesso di qualsiasi altra,
la q è generalmente seguita dalla u, ecc. Similmente, in musica, la
combinazione ritmica di una nota legata con un 'altra che abbi a la metà
del suo valore è molto comune; ad esempio, una minima lega ta ad una
semiminima, o una semiminima legata ad una crom a :
diviene J.
e diviene J.
In questo modo vengono eliminate sia la legatura sia l 'intera seconda
nota, e s'intende che il punto prende il loro posto. Ciò non solo rispar
mia i tra t ti di penna necessari per scrivere la legatura e il gambo (e an
che un uncino, nel secondo caso ), ma è anche più facile e più rapido
fare un piccolo punto piuttosto che la testa della nota che esso
sostituisce. S ulle prime può sembrare che ciò non costituisca una gran
dissima differenza , ma il risparmio di tempo e di lavoro si apprezza dav
vero quando si ha da scrivere una quantità di combinazioni .
23
In breve, dunque, il punto rappresenta realmente un modo rapido
per indicare che la prima nota deve essere prolungata legando ad essa
una nota della metà del suo valore. Per una minima con il punto, dun
que, bisogna aggiungere una semiminima alla effettiva minima. Per una
semiminima con il punto bisogna aggiungere una croma alla semimini
ma. Per una croma con il punto bisogna aggiungere una semicroma, e
J J IJ J J l o Il
cosl via. L'esercizio al paragrafo 23, per esempio, invece di essere
scritto in questo modo :
J ......_..
J lJ ___..
J IJ IJ. J lo
potrebbe essere scritto anche cosl:
J Il
Similmente,
J.
ha Io stesso significato di
)).
ha lo stesso significa to di
Bisogna osservare che il punto non può essere usato per aggiungere
d Ìj
al valore di una nota quello di una sua frazione, che non sia la sua metà.
-...
Dunque non v'è modo di abbreviare per indicare
J �-
ques ta :
J
Similmente
.J__..�
•.
equivale a
)i�)j ..J � J
Invece di
25
J J J .J I.JJJJJ I.JJJJ J!J9:JD:f.31o Il
potrebbe essere più spesso scritto :
PAUSE.
Note Pause
J
o semlbreve ._.
d minima ..IL
semlmlnlma �
)l
.h
croma .,
� semi croma :t
i
biscroma ;
� semlblacroma
't • per ,- :t
32 Per le pause molto lunghe della durata di parecchie misure, si usa
no due sistem i : il più semplice consiste nel tracciare una l unga linea
orizzontale limitata da due sbarrette verticali, e nel segnare sulla linea il
numero complessivo delle misure di pausa :
13
Un modo più ricercato e meno frequente consiste nel tracciare una spes
sa sbarra verticale che occupi lo spazio compreso fra due righi del pen
tagramma :
M
=
6
l ,u. o., 4+2)
M - 7
l = (l.o., 4+2+1)
COMBINAZIONI DI NOTE E DI P A U S E
Ta ---- Ta -----
Cantare o o
27
occupata da una pausa di semibreve di quattro colpi, ma occorre contare
rigorosamente il tempo durante il silenzio, in modo che i quattro colpi
di silenzio della seconda misura abbiano esattamente la s tessa durata dei
quattro colpi di suono della prima misura.
34
J d d d d
Ta __ Ta __ Ta __ Ta -- Ta __
Cantare
Battere
35
.J J � .J JJ � J d. JJ
Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta ___ Ta Ta _
Cantare
J J J J J J J J J J J J IJJJJ
Ta-ta Ta-ta T a Ta -ta Ta Ta Ta-ta Ta Ta-ta Ta Ta __
Cantare
Battere
Questo esercizio sembra più difficile, ma non sarà male prova rlo. La pri
ma misura è in realtà molto simile alla prima misura dell'esercizio prece
dente, con la differenza che i primi due colpi sono suddivisi in crome
i nvece che in minime. Dovete cantare due crome, Ta-ta, per ognuno dei
due primi colpi della misura, restare in silenzio sul terzo colpo, e
i n tervenire con una semiminima sul quarto colpo della misura . La secon
da misura è molto simile alla prima, ma con questa differenza : il secon-
28
do colpo, invece di due crome comprende una croma ed una pausa di
croma. I nvece di cantare Ta-ta Ta-ta durante i primi due colpi della se
conda misura, dovete cantare Ta-ta Ta, eliminando una croma di suono
che è stata sostituita da una pausa della stessa durata. Altrimenti le due
misure sarebbero identiche. Il modello consistente nell'omettere una cro
ma, cosl come avete fatto nella seconda misura, si verifica due volte nel
la terza misura. La quarta misura ha una lunga nota della durata di tre
colpi, dopo la quale v'è il quarto colpo di silenzio.
State a ttenti a mantenere i colpi che sottolineano il canto sempre
costanti e uguali . Se vi accorgete di saltarli o di alterarne la ritmicità
in un modo qualsiasi per assecondare le diffic oltà del ritmo, eseguite una
misura alla volta finché non sarete in grado di compiere l 'esercizio con
una precisione rigida e militaresca.
Dovrete fare parecchi esercizi del genere per conto vostro.
TEMPO O MOVIMENTO
TEM PO R I TM I CO
30
42 Ricorderete da quan to abbiamo detto a questo proposito al paragra
fo 9 che il regolare bat tere del tempo sosti tuisce una bacchet ta che misu
ri il ritmo più irregolare di un certo pezzo. In tutti i casi finora studiati
abbiamo battuto i colpi regolari del tempo, mentre cantavamo il partico
lare ritmo del pezzo. Ora, ogni pezzo ha un tempo che è il più consono
alla sua misura, proprio come per date distanze vi sono unità di misura
di lunghezza più adatte di altre. Per esempio, se dovete misurare la lar
ghezza di u na tavola, non penserete certo di farlo con le migli a ; metro e
centimetri saranno probabilmente più u tili per la maggior parte degli
scopi che ci prefiggiamo. Teoricamente sarebbe possibile misurare la to
vaglia in miglia ( si trat terebbe, più o meno, di due millesimi di un mi
glio ), ma sarebbe molto poco utile servirsi di questa misura . D 'altra
parte, se doveste misurare la distanza fra New York e Los Angeles ricor
rereste con ogni probabilità alle miglia . Teoricamente, di nuovo, potre
ste fare il calcolo in centimetri, ma per quasi tutte le finalità lo
smisurato numero di centimetri apparirebbe sproporzionato e inadatto.
Analogamente, per una certa melodia v'è un tempo che sembra si adatti
meglio degli altri (un tempo di due colpi è proprio a Fra' Martino e
]ingle Bells - che abbiamo invece visto al paragrafo 8 in tempo rallen
tato e appunto scanditi sul ritmo di quattro colpi ) . Potreste forzare una
melodia, con una certa violenza , nello schema di un altro tempo, così
come potreste m isurare la larghezza di una tovaglia in miglia, ma ciò
non vi sembrerebbe affatto natu rale.
31
mio ascolto anche i tempi in quattro tendono a ridursi in due gruppi di
due, come se contassimo Uno-due-tre-quattro, con l'accento più forte
sull'UNO, ma con un altro abbastanza forte anche sul tre. Ma questo è
un cavillo e non ha una fondamentale importanza per il nostro studio.
44 Vi sono stati molti tentativi, e nessuno di questi soddisfacentemen
te conclusivo, per spiegare questa tendenza di basarsi sui tempi in due o
i n tre. Qualcuno ha suggerito, ad esempio, che il tempo in due, con il
suo alternarsi di GRAVE-leggero, GRAVE-leggero, si possa mettere in
relazione con processi biologici : la respirazione, per esempio, con le sue
alternanze di inspirazione e di espirazione; oppure la contrazione e la
dilatazione del cuore e dei vasi sanguigni.
Altri hanno posto in rilievo come tanta musica si accompagni a movi
menti del corpo. La marcia, ad esempio, è un pezzo musicale che ha una
funzione, ed è cioè destinata ad accompagnare il movimento degli uomi
ni da un posto all'altro. Poiché gli esseri umani sono provvisti di due
sole gambe, le possibilità sono qui abbastanza limitate . Dopo che un uo
mo ha marciato SINIST-dest, ha esaurito in effetti tutte le sue possib ili
tà, e deve incominciare di nuovo con un altro SINIST-dest ! Le marce,
quindi, devono avere due colpi per misura se sono destinate ad adempie
re il loro compito nel modo più dire t to, almeno se si tratta di marce per
uomini forniti di due gambe. Presumibilmente, marce destinate ai Mar
ziani, che potrebbero essere favoriti con cinque o sei gambe, avrebbero
cinque o sei battiti per misura. Gli esseri umani , quando le loro marce
sono scritte con sei evidenti colpi, li raggruppano immediatamente in
due gruppi di tre colpi ciascuno, e fanno un passo ogni tre note.
Nella danza, viene ancora suggerito, il fine del movimento non è del
tutto funzionale. Sotto alcuni aspetti esso è decorativo o ricrea tivo. Seb
bene i tempi in due siano frequenti nelle danze, compare anche il tempo
in tre. Il valzer deriva molto del suo fascino dal fatto che un essere con
due gambe si muova in un tempo in tre, cosicché si stabilisce una se
quenza S INISTRA-destra-sinistra, DESTRA-sinistra-destra, SINISTRA
destra-sinistra con una gamba diversa all'inizio di ogni misura, contri
buendo in questo modo alla cadenza o allo spostamento del peso del cor
po che è il dato cosl caratteristico della danza.
Queste possono essere considerate congetture piuttosto che spiegazion i .
L o studente deciderà d a solo s e contribuiscono a fare un po ' di luce sui
fenomeni osservat i .
E d o r a torniamo all'indicazione d e l tempo.
45 Poiché il tempo di una composizione non complessa rimane general
mente fisso per tutta la sua durata , è possibile ed è anche u tile indicare
la natura dell 'unità di misura all'inizio di ogni pezzo. Il numero in alto
dell'indicazione del tempo esprime il numero dei colpi di ogni misura, e
il numero in basso esprime il valore di ogni colpo ( se si tra t ta di una
semiminima, di una minima, di una croma, ecc . ) . Per esempio, un 'indica
zione di tempo di � ( leggere : due quarti) significa che ogni misura del
pezzo è costituita da due colpi e che ogni colpo ha il valore di una
semiminima . Un 'indicazione di 3 ( leggere : tre quarti ) significa che ogni
32
misura è costituita da tre colpi e che ogni colpo ha il valore di una semi
minima. Un'indicazione di � , leggere : quattro quarti ) significa che ogni
misura ha quattro colpi e che ogni colpo è una semiminima. Una indica
zione di � { leggere : tre mezzi) significa che ogni misura ha tre colpi e che
ogni colpo è una minima.
MODELLI DI RITMO
lJ l
I J .r:J I = J J
J J
l J. J>l
=
1nn 1 = J J
= J J
l� J l = J J
47 Provate ad eseguirli uno per uno. Il miglior modo consiste nel can
tare ciascun ritmo con la sillaba Ta come abbiamo fatto finora mentre
battete i due colpi fondamentali allo stesso tempo. Per esempio :
Ta Ta-ta
Cantare J n
Battere J J
Bat tete due colpi , UNO-due. Mentre battete il primo colpo, cantate un
Ta della stessa durata del colpo, ma mentre battete il secondo colpo,
cantate T a-ta per eseguire le due crome. Quando avrete eseguito l'eserci-
33
zio correttamente, ripetete quattro volte questa misura, l 'una dopo l'al
tra, in modo che nella vostra mente si fissi bene il suono del ritmo scrit-
to come segu e :
I J JJ I
I l risultato sarà
Ta Ta- ta Ta Ta- ta Ta Ta- ta Ta
n J n J
Ta- la
Cantare i J n J n
Battere J J J J � J J J
Ta Ta Ta Ta
i J J J J
___ ___ --- ___
J J J J J J
Cantare
Battere J
49 Il successivo è :
Cantare t n n n n
J J J J
ecc.
Battere
Qui, naturalmente, eseguirete per ogni colpo quanto avete già fatto sol
tanto sul secondo colpo dell'esercizio al paragrafo 4 7 .
50 Il successive, ancora :
I J . lll
Questo è un po' più complicato. La misura comprende una semiminima
con il punto ed una croma. Ciò significa che la prima nota è in realtà
tenuta per la durata di una semiminima con l'aggiunta di una croma ( l
colpo e mezzo), e quindi alla seconda nota spetterà soltanto la metà di
un colpo. In altre parole, quando battete ad intervalli uguali UNO-due,
la semiminima con il punto dovrà essere cantata non soltanto per la du
rata corrispondente all'UNO, ma anche per la metà della durata del
34
« due » . Quindi alla croma spetterà soltanto la metà del tempo corn
spondente al « due » .
.h
Ta ta
J.
l
UNO due
U - NO Du e
l
•
Quando vi sarete riusciti potrete osservare che il ritmo della nostra mi·
sura richiede che la prima nota venga intonata sull'U e la seconda sull'e
Come se cominciaste con forza sull'U, mantenendo leggermente la prima
[ J
nota sul No-du, ed emetteste un nuovo suono sull'e.
�- JJ
Ta la
UNO - e - due - e
Battere l
Ripetete questo esercizio più volte finché prenda forma e Vl nesca
-- la Ta - ta Ta _ la Ta - la
facilmente :
Ta
Cantare i .J . .h J. ;, J . j, J . ),
J J J J J J J J
ecc.
BaHere
l � J l.
35
Qui non canterete nulla sul primo colpo, ma introdurrete un Ta
J � J � J ì J
direttamente sul secondo colpo.
J J J J J J J
i �
Ta Ta Ta Ta
Cantare
J
ecc.
BaHera
UNO - due
J n J n�J. �J � J J� LJ
zioni di � che abbiamo già esaminato, con l 'aggiunta di una nuo
va alla fì n e :
J J J J J J IJ J IJ J J J J JTJ J
Ta Ta-ta Ta Ta-ta Ta-ta T a -la Ta- Ta Ta
i
_ ----
Cantara
BaHere
Provatelo come se si trattasse di una melodia. Battete con costante rego
larità e cantate i Ta cosl come richiede la loro notazione. Le ul time
due misure sono legate insieme, e formano una lunga nota la cui durata
deve essere tenuta per quattro colpi.
J J J J J J JJ
Ta- la Ta- ta-ta· Ta-ta-ta-ta Ta Ta-ta-ta-ta Ta - ta Ta
Cantare i n m .J ::J 9 9 JJ � � n J �
Battere
I J 9 9 9 .J
questa misura ha soltanto un breve Ta, poiché vi si richiede una pausa
di croma sull'e di « due » . ( Vi sarebbe una piccola differenza di effetto
se la misura fosse seri rta :
l
con una sem1m1mma che ricoprisse tutta la durata del secondo colpo .
Provate in entrambi i modi, cantando correttamente, al fìne di cogliere
la differenza ) .
36
.n
La prima metà della terza misura è identica alla prima metà della
misura precedente ; ma la seconda metà presenta una nuova combinazio
ne, e cioè una croma con il punto ed una semicroma
9 9
J J
Vi sono parecchi modi per imparare a cantare con esa ttezza questa
combinazione. Uno consi ste nel ricordare il suono prodotto dalle quat-
tro semicrome
del primo colpo della misura , e tenere allora la croma con il punto per
il valore di tre semicrome, lasciando inalterata la semicroma finale.
Ricordare .J :J :J :J
Ta- ta
J.
___
Cantare
l 1 '' l' l 1 Il
sul sec�ndo colpo. ( Notate la differenza tra come
conclusiOne . - -.� o
Quando avrete appreso separatamente queste combinazioni provatele
come se si trattasse di una linea musicale continua, ripetendole fino a
quando non avrete acquistato un'assoluta sicurezza.
54 Dal paragrafo 57 al paragrafo 60 si trovano alcuni modelli di tem
po in � e in � su cui dovrete lavorare in modo da poterli leggere senza
difficoltà. Non saltate questo gradino, anche se questa parte vi sembra
ovvia e chiara . Se la tralascerete, avrete soltanto una conoscenza teorica
di questa parte della lettura musicale, ma non vi sarete procurati una
base pratica sulla quale costruire ulteriori possibilità . Questa pratica è
equivalente a quella che si fa in aritmetica apprendendo la tavola pita
gorica; dovete imparare a memoria alcune fra le più tipiche combina-
37
zioni della notazione musicale, affinché possano divenire degli s trumenti
tali da permettervi di lavorare su pezzi musicali più elaborati. In arit
metica, ad esempio, voi imparate a memoria che 3 x 5 è 15, e cosl po
tete servirvi di questa nozione per qualsiasi altro problema più comples
so che includa 3 x 5. Se, nel bel mezzo di un problema in cui stiate pro
gredendo, doveste sedervi e mettere insieme tre serie di cinque puntini,
contando quante unità formano globalmente, il vostro lavoro sarebbe
continuamente ritardato dallo sperpero di tempo richiesto per queste fac
cende elementari . Analogamente, in musica, le combinazioni più frequen
ti devono essere completamente assimilate, in modo da poterle usare
prontamente e senza esitazioni quando è necessario.
J
Per esempio, prendendo la prima combinazione della serie dei modelli
elencati al paragrafo 5 7 , risolvetela come segue :
J J J
i J
Ta ___ Ta
Cantare
Battere
UNO-due-tre
� d.
Poi eseguite quattro di queste misure di seguito :
JJ J J J J J J J J J
Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta
J J J J J J
__ ___ __ --
jl
Cantare
Battere
56 Fate lo stesso con ciascuno degli altri esempi di misura. Mentre vi
esercitate con ognuno di essi, cercate di osservare se vi sono delle
somiglianze con le misure già eseguite, in modo da evitare inutili ripeti-
zio n i.
lJ J
57 ALCUNI TIPICI RITMI IN
1 IJ J l
2 l
3 I J n1
38
Ovviamente il n. 3 è una leggera variante del n . l: l'ultimo colpo
l J.
si suddivide in due crome, ma per il resto il modello è identico .
4 I J:J J l
s l
6 I J J J l
IJ J n1
I J:J J J l
7
8 IJ n J l
9
10 I JJ � n1
11 I J n n1
12 1 n n n 1
14 l J.
II n . 1 4 si risolve nello s tesso modo della figura con il punto nel
tempo di � che abbiamo esaminato al paragrafo 50 ; l 'unico cambia
mento sta nell'aggiunta di un terzo colpo alla misura ( dopo il ritmo con
il punto ).
�. j)l
Il n . 1 5 si basa sullo stesso principio del n . 1 4 , soltanto che, questa
volta, la semiminima in più viene prima della nota con il punto, la quale
perciò si estende sui due ultimi colpi della misura, invece che sui primi
due.
18 IJ J .! 9 9 9 1
19 I J 999J l
20 l J nJ l
21 l J. �J l
22 1 .) . =� � l
23 1 �- j � J l
24 1 J. 3 �- .h l
Confrontate il n . 2 -l con il n . 17.
� l
JJ I
Confrontate il n . 26 sia con il n . 24 che con il n . 1 7 .
5 8 Quando v i sen tirete comple tamente sicuri dopo aver esaminato se
paratamente queste misure, provate i seguenti esercizi, in cui le stesse
misure vengono combinate in una linea ritmica continu a :
J J � �
Ta T a Ta- t a Ta ta T a T a T a Ta
� J J n J ))J d
_ __
J J J J J J J J J J J J
Cantare •
Balte re
.J J J J J J J .J J J J J
J n J n .J . i> n n n J.
Ta Ta- la Ta Ta -la Ta _ la Ta- tar Ta- la Ta- la T a ---
<1 0
Ta Ta T a- ta-ta-ta Ta _ la Ta-ta Ta-ta-ta Ta _ Ta-la Ta
Battere .l � � J J J � JJ J JJ
59 Poi risolvete i seguenti problemi di tempi in : , servendovi di me
todi analoghi a quelli descritti al paragrafo 55 ( ma battendo, natural
mente, quattro colpi per misura , i n vece di tre ) .
1 l� J
60 ALCUNI TIPICI RITMI IN
44
� l 11 l J .
2 l � J � l 12 1 � J.
4 lJ
3 ·l � J � l 13 1 J . n 1
J J l 14 1 n J. l
5 lJ J J 15 1 J . lffi l
6 lJ .... 16 l J J � J l
7 1 .... J 17 1 J � J .l l
8 lJ � J 18 1 J J J � l
9 l J � J 19 1� � .J J l
10 l � J J 20 l J � J � l
Notate il rapporto tra il n . 1 1 e il n. 1.3 ; poi confrontatelo con il
n. 15.
J 24 1 J � � J
.l 25 1 � J J J � J J :J l
2s 1 n n n n 1
Notate che il n . 25 e il n . 26 sono identici, se si eccettua il modo
in cui sono indicati i raggruppamenti delle note.
41
29 1 n �ì n Jl ; 1
30 l J J .J J J J l ì �n 1
31 1 .J .J i JJ n 1 ---
.J :J J :J I
Notate la leggera differenza di effetto fra il n . 33 e il n . 3 2 .
JJ J J l 35 1 J i l> J J l
Osservate le lievi differenze passando dal 34 al 35 e poi anco
ra al 3 6 .
36 1 .)) ì ì ); J J
37 1 J. )) J
39 1 J J. Jì l
40 1 J n J1 J '7
i .J � J. j J l
48 1 J fin j :; � J j l
4s
47 1 J J -7 !1 .J -1 � J l
42
Esercitatevi attentamente con le note legate del n . 50 .
IJ J JIJ
ma il primo colpo della seconda misura fosse arrivato un po' troppo
presto. Notate che senza la legatura non si sarebbe avuto il suono sin
capata :
I J J n iJ
perché sul prim o colpo della seconda misura sarebbe corrisposto un nuo
vo suono, senza che si presentasse il problema di tenere il suono prima
del colpo. Analogamente, alla metà de!.ia seconda misura si ha la legatu
ra che produce il piacevole effetto dell'inizio un po' anticipato dell'ulti
ma nota. Qui si anticipa rispetto al terzo colpo invece che al primo, ma
J
-1iJ
il principio è lo stesso. Provate a cantare con Ta questo ritmo
J
t J
Ta Ta Ta- ta - (a) Ta- ta -(a)
n J
___
Cantare �
t'-'
Battere J J J J J J J
UNO 2 3 4 UNO 2 3 4
stando attenti a non cantare un altro ta sulla seconda parte della nota
sincopata, ma a mantenere semplicemente l'« a » del ta che è
--
i n n
qualsiasi tempo :
f-
i )> J
scritto
talvolta )l li t
� ���-n
scritto
, j) r J .h
talvolta t
Anche la seconda parte della suddivisione di un colpo può essere
sincopat a :
i J 9 9 9_.J 9'-'9 9
t
__
t t Il
i J:J
UNO o e o due o e
J J
scritto
� Il
talvolta
t t t
tJ J J J
Nel j azz americano la sincope di u n n c ro m n r r i m n del cnl 1'0 è particolar
I .J
mente comune, e cosi invece di
troverete probabilmente
ALTRI TEMPI
2 Una grande C viene talvolta usata come simbolo del 4 / 4 . Ciò non perché -
diversamente da quanto vi potrà indicare erroneamen te qualche manuale divulgativo -
la C significhi « tempo comune », ma perché un circolo veniva usato nel Medio
Evo per indicare il tempo ternario, e un ci . colo spezzato per indicare un tempo
44
no rispet tivamente 2, 3 e 4 colpi, ma ad ognuno di essi corrisponde una
minima, invece di una semiminima. Soffermiamoci un moment o su que
sto punto. Poiché la velocità a cui si sussegliono i colpi varia secondo
l ' indicazione del movimento del pezzo ( Allegro, Andante, ecc . ) , come ab
biamo visto al paragrafo 38, non è possibile che una semiminima lenta
abbia la stessa durata di una rapida minima? Supponiamo, per esempio,
che una composizione sia in � e che l 'autore l'abbia indicata con Lento,
� = 40; e supponiamo che un 'altra composizione in � abbia avuto
dall'autore l'indicazione di Allegro, J 120.
=
J J J J J J J JJJ JJ
Ta Ta Ta-ta-ta-ta Ta _ ta-Ta -ta Ta-ta-ta T a - Ta ta Ta·
Cantare
Battere
UNO 2 3 UNO 2 3 UNO 2 3 UNO 2 3
d J J JJ
Ta Ta Ta-ta-ta-ta Ta _ ta Ta-ta Ta la -la T a _ Ta · la Ta
Cantare
Battere J JJ J J J
UNO 2 3 UNO 2 3 UNO 2 3 UNO 2 3
I due brani possono sembrare differenti sulla carta, ma se il colpo
della minima del secondo esempio viene eseguito alla stessa velocità del
la semiminima del primo esempio, risulteranno identici . Ciò accade in
�
binario. Il tempo ternario veniva chiamato « perfetto » dai musicisti ecclesiastici,
poiché illudeva alla Trinità e quindi veniva simbolizzato dal circolo c e è perfetto,
in quanto è senza fine; il circolo spezzato rappresentava il tempo << unperfetto >> o
binario.
45
realtà abbastanza spesso; probabilmente troverete un pezzo con l'indica
zione J =90, così come potrete trovare J = 90. Qui v ' è un altro
t n m J J JJ ; ., J JJ::J n J
esempio dello stesso genere : al paragrafo 53 abbiamo un ritmo in � che
si presenta cosl :
J J J J J J J J
Ta-ta Ta- ta-ta Ta-ta-ta-la Ta Ta-ta-ta-ta Ta-la Ta
Cantare �
Battere
UNO due
d IJ J
Ta la Ta-ta-ta Ta-ta-ta-ta Ta Ta-ta-ta-ta Ta-ta Ta
i
•
Cantare
Battere J J J J d
Uno due
In verità anche i tempi in 8 e in l6 sono abbastanza frequenti ; sono
tempi ternari , come � e � , ma la croma e la semicroma sono usate qui
come unità di durata invece della semiminima o della minima . Questi
tempi, ovviamente, daranno alla pagina un aspetto anche « più nero » ,
poiché in essi si tenderà ad impiegare biscrome e semibiscrome. Beetho
ven amava usarli nelle sue composizioni lente, dove l'aspetto « nero »
per la verità ingannava, poiché la croma o la semicroma si susseguivano
ad un tempo lento.
TEMPI C O M P O S T I
I J :J J J :J J I
abbiamo un tempo g
iJ J l
3 A questo proposito, proprio rome la C viene usata per il tempo in 4/4, quel
«e
tipo di 4! 4 veloce in cui la minima è presa rome unità viene rappresentata con il
simbolo . Viene chiamato « tempo alla breve », e, come è accennato sopra, equi·
vale in reiùtà a 2/2.
46
Come già accennato al paragrafo 4 3 , il � è in realtà un tempo binario
con una suddivisione di ciascuno dei suoi colpi fondamentali. E soltan
to quando il � è preso con un movimento estremamente lento che cia
scuno dei sei colpi viene percepito separatamente come un'importante
entità, e allora persino il quarto colpo viene sentito più « grave » del
J . � J ) J. m J ) J )J .
quinto e del sesto, come se si trattasse dell'inizio di un importante
sottogruppo.
J . J . J . J . J . J . J. J.
Un g veloce ( Il cacciat or del bosco ) :
Cantare lm
Battere
� m J . m J . J )J . J )J. �
UNO due
.m m ,m m m m m m l
Un g lento (Stille Nacht ovvero Santa notte) :
Cantare
BaHere
UNO 2 3 4 5 6
Poco più mosso del precedente è invece Piva, piva . . .
Cantare
BaHere
t J J J l
parte fondamentale di un tempo.
Analogamente il tempo in & si può formare suddividendo ogni colpo
di un tempo in � in terzine.
I J J J J J J J ::J � I
E il 1l può essere formato dal � con lo stesso procedimento.
t J J J J l
., !TI !TI J J J .J ::J ::J l
Ciò significa che un compositore, se intende usare le terzine come
47
una parte regolare della s truttura ritmica del proprio pezzo, può scrivere
in V o in � invece che in � o in � , e cosl non soltanto evi terà il fastidio
immediatamente al lettore che la suddivisione in terzine è una caratteri
stica di questo particolare pezzo.
x '� n m m m m m
Bach ) .
J. J. � · J . J . J .
Andante molto tranquillo
Cantare
mm m mm m
J. J . J . J. J . J.
Battera
Uno 2 3
)l
J.
e cc .
ecc .
J )l J. J
mo movimento, Danza pastorale ).
#J. J. J.
Allegro
Cantare i J. � J
J.
J )l J . J
Battere
J. J. J. J.
2 3 4
Uno
J. � J
J. J. J.
J. J. J.
� J J. � J
�.
Sempre i n tempo di 182 ma con andamento lento è l'esempio successivo,
4S
J.
dove pertanto si dovranno battere tutti e dodici i movimenti della misu
J. J. m J
ra ( Battan l'otto . . . ) .
Lento
Cantare f 'f
Battere J JJ J J J J J J J J J
JJJ J J J J J J J J J
Uno 2 3 quattro 5 6 sette 8 9 dieci 11 12
J. J )ì J. ffl J
J J J J J
't
J J J J J J J
J �- � J )ì J. J
l
,; ,; ,; 't
J J J J J J J J J J J J
E S E RCIZ I , LETTURA D E I RITMI
65 Questa parte riassume quasi tutto quel che dovete sapere sulla no
tazione del ritmo. Vi sono soltanto poche altre particolarità che verran
no presentate verso la fine del libro poiché riguardano problemi speciali .
Ma, per ora, penso che sarete sorpresi di scoprire che i ritmi di melodie
ben note sono in realtà di lettura molto più facile degli esercizi che siete
già riuscit i a fare. Per esempio, qui v'iè il modello ritmico della Vec
chia fattoria :
Allegro
C a nt a r e
Battere
� J J J � � � J
n n n n .n n J
49
Dovrebbe essere u n giochetto per voi. Cantate il rigo superiore, usando
la sillaba Ta per ogni nota scritta, secondo il nostro sistema, mentre
battete i due colpi regolari ad ogni misura .
Ecco l ' inizio di Addto a Lugano ( A ddio Lugano bella) con l 'indi
cazione del tempo posta sotto la notazione ritmica. Provate nello stesso
modo, cantando Ta ad ogni nota.
J J J J J
J J J J J J J J J JJ J
Andante
Cantare iJ J
J J J J J J
Battere
J J J J J J J J J JJ J d
i
�
�
Ed ecco ancora un tempo di � ma più lento e con scansioni ritmiche un
poco più difficili del precedente ( God save the Queen , inno nazionale
britannico ) .
J J J. )ìJ J J J
JJ J J J J J J J
Moderato
Cantare f J J )ì J
J J J
J J J J
Battere
J J J J J J
La seconda e la quarta misura hanno il ritmo della minima con il punto
più la croma che oramai vi dovrebbe essere familiare. I l resto procede
facilmente.
Qui v'è l 'inizio di fingle Bells :
50
n� n�
� � � � � J J
Allegro
4 n n J
9
Cantare
nn nm n n � �
Battere
� J � J � J � J
Cantatelo con la sillaba Ta, ma scrivete pnma colpi da battere
sotto le note.
]ingle Bells potrebbe essere scritto in tempo alla breve, e o i n }
La sola differenza consisterebbe nel fatto che ogni nota avrebbe in appa
renza un valore doppio di quello nella versione in � ; ma potrebbe essere
eseguita allo stesso modo, se il colpo fosse battuto alla stessa velocità
JJJJ
( senza badare se si tratti di una m i nima o di una semiminima ) .
Allegro
Cantare o
J J
� � J. j) � J J n � � � �
Battere
J J
J J J d J J J j
66 Provate ad eseguire i seguenti esempi che rappresentano i modelli
ritmici di melodie famose . Comunque cantateli con la sillaba Ta, e tutti
con la s tessa nota - senza la linea melodica - anche se ne conoscete le
parole e il motivo. I n altri termini, cantate esattamente quello che è an
notato qui in modo da acquistare pratica nella lettura dei ritmi median
te le note scritte, poiché questo è lo scopo essenziale dei prossimi
esercizi 4 • Prima di incominciare la lettura di ciascuno, fate a t tenzione
51
al tempo indicato, e quindi battete l'esat to numero di colpi per ogni mi
sura che cantate. Badate anche di osservare le indicazioni del movimen
to, in modo da battere secondo la corretta velocità.
l) Valsugana.
Allegro
nnJ
2 3 4
;n n n n
5 6 7 8
�.
9 10 11 12
�. j) �.
13 14 15 16
J.
17 18 19 20
21 22 23 24
i ì n J
nJ J n J J
2 3 4
�
l
- n
n n J n nn n n
5 6 7 8
n J
9 10 11 12
J J J--,-----r,..n
J nn n n J n
13 14
J J
17 18 19 20
21
J 22
)lJ
3)
Andantino grazloao
f n J.
2 3
53
J J n J J n J � n
J J J
.. 5 8
n J s n n
J n J J J nJ n
7 8 9
..._,
J J n r:r= J J J.
10 11 12
n
13 14 15 18
Si noti come lo spunto ritmico della melodia sia subito ripreso, dopo la
pausa della seconda battuta; a partire dalla quarta misura la frase si svi
luppa diversamente. Si osservi anche lo spunto della seconda frase ( bat
t u te 8- 1 O) che viene ripreso poco più avanti ( battute 1 2 - 1 4 ) Natural
.
mente, anche in questo caso, le frasi si avviano sul tempo debole ( terzo
e ultimo quarto della battuta).
l J J. �l
4) Santa Lucia.
Andante
n J l n J
l
:Il J J J l
ln J l
54
Si noti come la celeberrima melodia napoletana si costruisca ritmicamen
te tutta sullo spunto delle due prime battute, procedendo con piccole
varianti ri tmiche di due in due misure. Ognuna delle due parti di que
sto brano viene ripetuta nell'esecuzione, cioè, le prime otto misure ven
gono cantate e ripetute immediatamente, e lo s tesso avviene per le ulti
me otto.
IJ IJ
Tempo di valzer
J J
I J. I J.
I J. I J.
J I J J I J.
J IJ J l J . -..__.fol J
IJ J IJ
l J. l J. Il
La struttura di questa frase è data da quattro parti, di cui la prima
( misure 1 - 8 ), la seconda ( misure 9-1 6 ) e la quarta ( misure 25-3 2 ) hanno
u guali figurazioni ritmiche, mentre la terza ( misure 1 7-24 ) risulta diffe
rente : se la si guarda più attentamente è formata, a sua vol t a di due
sezioni uguali, cidè: 1 7 -20 e 2 1 -24.
55
l J. .h i J J l J. ) l
6) Addio mia hclla, addio.
Tempo di marcia
i ì J
IJ n IJ J I J J I J I
IJ n IJ J IJ IJ J
_
IJ n IJ IJ l J_ J
-
IJ n IJ J IJ J IJ J l
IJ n IJ IJ IJ Il
-
IJ J I J J J J JI J J J
l J J J l J J___l J . 1
l J.� J l J JJJJl
---
� �
56
IJ J J lJ J J
lJ J J
l J.
IJ J J
l J.
Il
Notate come anche qui si abbiano quat tro parti chiaramente individua
bili _ La prima ( battute 1 - 1 1 ) e la seconda ( 1 2-22 ) uguali tra loro e consi
stenti in realtà di 16 misure composte di quattro battute ripetute. La
dilatazione dell 'ultimo suono ( battute 8-1 1 e 1 9-22) serve a separare
nettament e le due frasi . Anche le parti terza e quarta ( rispet t ivamente
battute 22-30 e 30-4 0 ) sono uguali ( solo il suono conclusivo è allunga
to ). Si faccia a ttenzione, all'inizio di queste due ultime parti, al segno
che indica un respiro brevissimo tra i due suoni che separa : di conse
guenza le minime delle battute 22 e 3 0 , vanno a far parte ( come levare )
della frase successiva .
57
t J n J J 1J !J n J J l
8) Sul ponte di Bassano.
Moderato
1 J J. 1J n J J 1 J J 1
l J n J J 1 J J. 1J n J J 1
l J J. j) l J J J J l JJ JJ J J l
I J J JJ J J l o
�
Le prime quattro misure sono ripetute . La terza frase è di sei misure,
di cui la dodicesima e la tred.icesima ritmicamente uguali .
J. J l J. J lJ J J J l
9) Fischia il vento.
Lento
J j J. J
c
lJ l J.
IJ J J J l �J J J
moaao
IJ J J IJ J J J IJ
o
l J. J l J. J lJ J J J l
58
J J
IJ J J J IJ l J.
l J.
Le prime quattro misure ( Lento ) e le quattro successive hanno uguale
modello ri tmico. A partire dalla battuta 9 il tempo è più mosso. Tale
frase è fatta di 8 misure ripetute.
10) Fra' Martino.
J IJ J J J IJ J J
Allegro moderato
la l l a l lb
� J J
IJ I J J �-JJ-J I
I lc Il
JJJJ
c
IJ J J J I J Il
Id
Allegro
n) �
�1n n n )) l
opp . opp .
'"--"
'
59
1 n n �J )'I l n n )'IJ � l
I J:J n )J � l n n n .Jì 'f l
5 6
I J �J 1 �n )'l 't � �
7 8
1n � � 1 n n n )) tt 1
9 10
n· n
I J Jm J 1 .rn n Jì �l
11 12
n '
1 n n n � )'l 1 Jn n J Il
13 14
15 16
J J I J J.---L J J J J
12) Bella ciao.
Allegro
I J J .__JJ J J J ! J J J
�
IJ J J I J J IJ J J
l J J .__JJ J J J l J J .
60
lJ J J Il
Il solo ritmo di qualche difficoltà è quello che si ha nella prima metà
delle misure 2, 3, 7 e 8. "t: una leggera sincope in cui i! levare del primo
quarto si prolunga sul battere del secondo quarto, come appare evidente
c lf tt m 't 't m
n Ìl 'f 't m n
IJ J l J J J JJ J
.....,. ......._.,.
o pp. ecc.
n n
)Jn Jì tt -t m JìJ. J
n
� '1 JJ1 � n
n
IJ J J J l J
ì
Il
-..../ ..-
o pp.
J J I J Jì J Jì l
13) Calabrisella.
� J J �
l J. J
.jJ.
IJ J J J � IJJ ._� JJ. Jì l opp.
61
Notate come anche questa celebre melodia sia caratterizzata, nella prima
parte, dalla identica struttura ritmica delle battute 1-4 c 5-8 . La melodia
della seconda parte presenta invece s truttura identica alle battute 9- 1 0 e
1 1 - 1 2 , mentre le battute 1 3 - 1 6 si sviluppano autonomamente . Si faccia
inoltre a ttenzione alle ultime misure ( dalla 2" volta al termin e ) che han
no carattere di coda con figure ritmiche proprie. Ba ttete tutti i sei tem
pi di ciascuna misura, il primo dei quali con maggiore forza.
14) Gli scariolanti.
62
J .!1 .!1 1 J .h J J :J :J :J I
Moderato
I J. Jì .h ! .h .h )l n ) )l 1
l J. J. l )l .,h j) J j) l
_ 't
'
)l � JttJ �J. ; .h .h n )l
_
j) J. s J. J m
I J ._J. I I= J . j) l
opp . opp .
'
J mJ )l J ;m �
3
...__..,
nJ J
l J. J. IJ J Ìl l
opp.
J J
'
__
Ìl J. j J. 3 /'71
l J. , J. :Il
opp. opp .
_______
'
63
La nota melodia padana è costruita in due parti, ciascuna di 8 misure
( la prima con in più la figura in levare ) , ma senza ripetizioni. È dunque
una melodia abbastanza estesa. Il solo frammento che ricorre tanto nel·
la prima che nella seconda parte si trova alla battuta 6 ( ripreso alla
battuta 14 ) . Questo frammento, come si può vedere nell'Appendice I V
( n . 28 ), è u n esempio d'intonazione d i sillabe senza senso ( /erì lerà ) ,
frequente nel canto popolare.
1J n J
Allegro molto
ì n n
I J J1 J
t -
IJ J n n
J
�
IJ n IJ n n
b
J
J �
IJ J n IJ n n l
IJ J J J
�
IJ J n
c
�
IJ J n IJ J J J
IJ J
�
J�� � lo
� d
lo IJ - Il
I l celebre tema mozartiano presenta nelle prime otto misure una scansia-
ne ritmica che si rip e te regolarmente e che si ri trova ( con la sostituzione
di semiminime alle crome ) anche nelle misure 9-1 1 . Dal punto di vista
64
melodico la frase si costruisce nel modo che indichiamo con precisi
raggruppament i . Notate che qui si hanno soltanto due colpi per misura
J J
( un colpo ogni due quarti), poiché questo pezzo è scri tto in tempo alla
breve e deve essere eseguito come un � e con la uguale alla
1 6) Ciuri . . . ci uri . . .
�J � J J J J D J
Allegro
app. )l �)l)l Jì J.
app.
1J n 1 J. fl l J J J J 1 n�J : il
I J 1'"1 l ) J fl i J J J J J J . ) Il
lJ j). �lJJJJlJ J
l J J l )l J._j_J__J J . �l
___
�IJJJJ I J J
r J J r n,_) 1
65
Le prime otto misure vanno ripetute. Le misure 9- 1 2 { che, come si
può vedere nell'Appendice IV, n . 30, non hanno vero e proprio testo)
sono la ripetizione appena variata delle battute 5-8 : si noti come la ba t
tu t a 8 e l a 1 2 differiscano tra loro ( sincopa t a l a prima, termman te sul
tempo forte, appunto in modo conclusivo, la seconda ) . La seconda par
te, misure 1 3- 3 4 ( con inizio dal levare della battuta 1 2 ) è cos tituita da
quattro sezioni ritmicamente analoghe, le prime tre di sei misure, l'ulti
ma di quattro.
17) La montanara d i T. Ortelli.
J )J )i)J � J J.
Moderato
J nn
f
o pp.
lJ J.
lJ J.
66
lJ Jì ) 1 J J. )' l J J
lJ 11 1 J J. Jì l J J. ), l
__
J) �)J
lJ � :Il
Anche questa canzone celeberrima si costruisce, nella prima come nella
seconda parte, con due frasi uguali ciascuna di otto misure .
18) Serenata di F. Schubert, dal ciclo « Il canto del cigno » .
: m J.
Moderato
3
I J· ), m1 J 1
3
1 m J. Jì 1 m J. Jì 1
3 3
J J. Jì m ] J
3
l � �J . Jì l )) )1 J. ) l
1 m J. Jì 1 J . 1
3
1 m J. Jì 1 J . 1
3
1 � J1 J. ), l )) )i J. ), l
67
l m J.
3
! m J. Il
3
tene alcuni come misure separate, ed altri che formino invece un intero
brano musicale. Quindi rileggeteli usando la sillaba Ta e battendo
regolarmente e a tempo.
�� ��
Spago accorcialo, suono più acuto
70
72 Tutto questo, e molto di più, era noto sin dai tempi di Pitagora,
500 anni prima dell'era cristiana . Pertanto, i primi teorici nel dare un
nome ai suoni impiegati in musica , ricorsero al metodo di chiamare tutti
i suoni di una stessa famiglia con una s tessa lettera alfabetica, proprio
come abbiamo fatto noi . Si trovò che accorrevano a tal fine solo sette
differenti lettere, perché quando si passava all'ottavo suono, ci si accor
geva che esso risultava essere quello familiare, prodotto dalla metà della
corda che aveva dato il primo suono. In altre parole, se i differenti suo
ni venivano chiamati A B C D E F G, per quello immediatamente suc
cessivo non occorreva una nuova lettera, poiché si sarebbe dovuto chia
mare N , cosl come abbiamo fatto dividendo A a metà . L'intero sistema
potrebbe definirsi in questo modo : A B C D E F G, N B1 C' D1 E1 f1 G 1 ,
N B 2 C 2 [)l P P G 2 . . . e cosl via .
Bisogna ammettere che N e N non hanno lo stesso suono di A ( poi
ché hanno differenti frequenze ), ma è utile chiamarli con la stessa lette
ra in modo da contenere « l'alfabeto » musicale entro dimensioni agevo
li. Immaginate come sarebbe poco pra tico attribuire ad ogni suono u n
nome diverso, i l quale, peraltro, n o n suggerirebbe nessuna idea della
s tretta parentela che lega ogni suono di una serie a quelli della serie
precedente con la s tessa lettera. L'ottavo suono , rispetto a qualsiasi al
tro suono di partenza ( cioè quel suono prodotto dall'intera lunghezza
di una corda) è chiamato ottava.
A c B
HE LI os
Poiché il ri tmo della musica vocale greca era inseparabile dal r i tmo della
poesia alla quale era unita, questo tipo di notazione era sufficiente, per
ché chi leggeva conosceva il ritmo delle parole e gli accorrevano soltan
to le indicazioni dell'altezza dei suoni date dalle let tere scrit te al di so
pra delle parole.
71
Nel Medio Evo, in alcune parti dell'Europa, veniva usato un sistema
che offriva la possibilità di combinare queste due indicazioni . In qualche
monastero, quando un gruppo di monaci doveva cantare insieme, uno di
loro, che assumeva la funzione di direttore, indicava, sollevando o abbas
sando la mano , in che modo si sviluppasse la melodia. Per esempio, se
avesse voluto mostrare il frammento melodico che abbiamo impiegato
pnma per la parola « HELIOS », avrebbe potuto muovere la ma
no così :
(A) (C) ( B)
72
5• Se si conveniva
nea orizzontale che servisse come punto di riferimento
che la linea orizzontale rappresentasse il grado di altezza di A, per
esempio, si sarebbe potuto vedere a prima vista se il grado di altezza
degli altri suoni fosse superiore o inferiore ad A .
73
secolo in cui il numero dei righi è vertiginoso - alle volte undici e
anche più :
D
o
(Fa)
o
(S l) l!lll.
e
......
e ..,..
..,.
""""
o
Osservate come questo espediente sia d 'aiuto : il lettore ora ha due grup
pi di righi che egli può cogliere a prima vista . Può identificare la nota
corrispondente al rigo eliminato come « l'ultima in basso dei cinque ri
ghi superiori » o << la prima in alto dei cinque righi inferiori », mentre
prima la s tessa nota si sarebbe perduta nella confusione dei righi . Ciò è
più pratico sia per l'occhio sia psicologicamente.
74
I L PENTAGRAMMA
82 CHI AVI
�;J������-
e infine i bracci della F divennero proprio due punti : ma questi due
punti sono collocat i sempre in modo che il rigo corrispondente alla nota
Fa passi fra loro :
(rigo di Fa )
75
ad una scoperta a ttribuita a Guido d 'Arezzo - fu introdotta, fin dal
Medio Evo, la solmisazione, cioè il sis tema basato sull'impiego di silla
be: do ( a nticamente ut) - re mi - fa - sol - la . cui in seguito si aggiunse
-
li
Voi sapete che il rigo tra i due punti corrisponde a Fa. Ma l a nota ri
chiesta è nello spazio sopra questo rigo . E quindi deve trattarsi della
nota immediatamente più acuta, cioè del Sol.
'ji f a Sol ba o
-J: Fa Mi Rt> 0
76
Esaminiamo un esempio m chiave di Sol :
Il secondo rigo partendo dal basso è quello a noi noto di Sol : possiamo
quindi , iniziando da lì , individuare la nota che desideriamo. Bisogna con
tare ogni rigo e ogni spazio nel procedere in senso ascendente e ricorda
re che la denominazione da dare ai suoni riprende sempre dal Do . Ab
4
biamo quind i :
Mi Fa
St A" Ke
&ol f a
e la nota m questione è Fa .
l *' l
correre alle melodie raccolte nell'Appendice IV e magari trascriverle
in chiave di basso per fare pratica anche con tale chiave. Ecco qui un
primo gruppo con cui incominciare : 7
l o 1 .. l
o
') Il
le l l l"
o4
o
l
o
o
2 3 5 6 7 8 9 10 11
l a le l"
D
f lu '" lo lo l " l Il
e
o
12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
TAG LI ADDIZIONALI
l
potete verificare voi stessi. La nota che è immediatamente sotto lo stes
so pentagramma è Re.
4 Sol l a '' An
Re Mi Fa
Sal o
Sei Fa MI R
t'
•
o
7 I nomi di queste note sono dati a pag. 1 50, ma fate uno sforzo di volontà e non
andate a leggerli finché non sarete riusciti da soli a trovare la soluzione di ognuno
di questi casi.
77
Supponiamo di voler scrivere u n suono più acuto di Sol o più grave
di Re, per i quali manca il rigo. Il metodo cui si ricorre è semplice e
logico : tracciamo soltanto un breve tratto di rigo dove è necessario,
come abbiamo già fatto per il rigo eliminato fra i due pentagrammi ( pa
ragrafo 80 ).
(La) -e
� l
(Do)�
Il
89 Per i suoni ancora più acuti o ancora più gravi dobbiamo soltanto
aggiungere più tratti di questi righi :
(M I )
(Re) -&
(La) (SI) (Do)
-& .Q. � .Q. :=. ecc.
l :e= u -
Il
-e-
(Do) (SI) (La) C u -e- ecc.
S 0 l) (Fa)
1 Il
.0. - - -
o
-& u -& u ecc.
Fa MI Re
Do SI
Questi brevi tratti di righi sono noti come tagli addizionali. Esercitatevi
a scrivere e a leggere queste note con il taglio finché non sarete in grado
di riconoscerli istantaneamente.
ACCIDENTI
LA TASTIERA
l l
La� Do� Re� Fa� Sol� La t; Dot; Re� Fa� Sol t; La t; Do t; Ret; Fa t; Solt;Lat; Do t; Re t;
Slb Reb MI[, Sol bLab Slb Reb Mlb Solb Lab Slb Reb Mlb Sol b La b Sib Reb Mlb
l l l
i
LA- 1 SI-1DO RE MI FA SOL LA SI do1 re 1 mJl fal soJ1 1a1 si' dol rel mJl fa1 soJl lal sll do l re3 mJ3
t
Do centrale
78
fortuna potete apprendere a leggere le note senza dover riandare alla lo
ro antica origine. Più tardi , se ne avete la curiosità, potrete rivangare
il lato storico della questione. Per ora , semplifichiamo le cose col dire
che si fece un tentativo per inserire nuovi suoni fra quelli già esistenti:
uno fra Fa e Sol, un altro fra Sol e La, un altro ancora fra La e
Si, ecc. Ciò creò delle difficoltà al sistema ; quando esso era stato elabora
to non si era lasciato alcun margine per questi suoni in più. Fra il rigo e
lo spazio superiore non v 'era spazio possibile nel pentagramma evidente
mente per la notazione di un altro suono. Si effettuò un compromesso.
Il metodo elaborato consistette nel concepire il suono fra La e Si come
un << La più acuto >> o come un « Si più grave )), il suono fra Fa e Sol
come un « Fa più acuto )) o un « Sol più grave )) ' e cosl via. Invece del
le espressioni « più acuto )) « più grave )) abbiamo in musica il diesis e il
bemolle. Fa diesis è allora un suono che si trova fra Fa e Sol e può esse
re chiamato altrettanto correttamente Sol bemolle. Analogamente il suo
no fra La e Si può essere chiamato sia La diesis che Si bemolle.
l La
molle, ecc . ) , essi vengono messi prima della nota a cui si riferiscono
#"Fa�
quando notiamo la musica sul pentagramma, in modo che il lettore sia
messo in guardia del suono da modificare:
� Il
ii ., lrn è ie ii l
Fa Sol Solb Fa
e
Sol La Lab
b; b.
Notate come i l suono fra Fa e Sol può assumere due aspett i : Fa � o
Sol e il suono fra Sol e La può divenire Sol � o La
>EL P IANOFORTE
SolbLab Slb Reb Mlb SolbLabSib Reb Mlb SolbLabSib Reb Mlb Solb Lab Slb
l
ta3 soP la sP do4 re4 ml4 ta4 sol4 la4 sl4 do5 re! ml5 ta5 sol5 la5 sl5 do6 re6 ml6 ta6 sol' la6 sl6 do7
l
79
Ora mettiamo in relazione quanto sappiamo con la tastiera di un piano
forte. In questo modo potremo trovare sulla tastiera il significato delle
note che leggiamo, e tradurle realmente in suono . Mentre leggete le pagi
ne seguenti, confrontatele il più spesso possibile con la tastiera di un
vero pianoforte oppure con lo schema della tastiera ora presentato.
95 Vi sono due punti della serie in cui si verifica questo breve interval
lo 8 : oltre a quello che abbiamo appena menzionato ( fra Si e Do ) ne abbia
mo un analogo fra Mi e Fa . Perciò in questi due punti non occorrono i
tasti neri, ma sono necessari in tutti gli altri. Pec questo motivo la tastie
ra del pianoforte ha spazi bianchi fra gruppi di tasti neri.
96 Ogni volta che vedete un gruppo di tre tasti neri , potete essere
80
immediatamente sicuri che il primo è Fa � ( o Sol b per usare il suo altro
nome ) , il secondo è Sol � ( La b ), e il terzo è La � ( Si b ) . Ogni volta che
vedete un gruppo di due tasti neri, potete essere certi che il primo è
Do � ( Re b ), e il secondo Re j; ( Mi b ) . Ciò rende facile distinguerli a pri
ma vista.
l� l l Il
Do Re MI Fa Sol La SI
Se cercate il tasto della nota Fa, esso è sempre quello bianco prima dei
tre tasti neri . Sol è sempre il tasto bianco posto subito dopo il tasto
nero che inizia il gruppo dei tre ( oppure quello che si t rova fra i primi
due neri del gruppo di tre ) .
�
abbassa un suono di due semitoni, cioè un semitono in più di quanto l'abbassa un
normale bemolle. Ciò significa che, sul pianoforte, un X o un b b avranno lo stesso
mooo di uo'olno " ' " · Comidm<o Fo X P" =mpio
Un normale Fa diesis copre la metà del percorso per arrivare a Sol ; quindi Fa
doppio diesis coprirà l'altra metà del percorso, e quindi avrà lo stesso suono di Sol.
Per la stessa ragione Sibb avrà lo stesso suono di La, poiché un semplice Sib si trova
a metà dell'intervallo fra Si e La, e il bb ci fa percorrere l 'altra metà dell'intervallo.
A prima vista questa può sembrare pura follia accademica, ma si fa un certo uso di
queste note che sono spiegate nello studio dell'armonia ; per il momento non è ne
cessario dedicargli altro tempo.
81
TAVOLA D E l M O D ELLI C H E FORNISCONO UN AIUTO VISIVO
PER I NDIVIDUARE LE NOTE SULLA TASTIERA DEL PIANOFORTE
Colore
Nota del tasto Posizione Schema della tastiera
La
sapete quindi che si tratta del Do centrale, e sapete anche quale tasto
del pianoforte dovete suonare per produrre il suo suono. Osservate che
lo stesso suono può essere scritto anche in altro modo usando la chia-
83
ve di basso o situandola sopra il pentagramma, invece che sotto il penta
tagramma con la chiave di violino:
,
ESERCIZI : LA TA S TI E RA
� l 1 ••
An 11
Sia che procediamo alla rovescia partendo dalla nota-chiave Sol, sia os
servando che la nota data occupa lo spazio immediatamente al disotto
del Do centrale, troviamo che si tratta di un Si con i l segno di bemolle .
In altre parole, dobbiamo cercare sul pianoforte il Si bemolle immediata-
84
mente al disot to del Do centrale . Come ci indicano lo schema della ta
stiera e la relativa tabella, il Si bemolle è sempre il terzo tasto di cia
scun gruppo dei tre neri . Quindi dobbiamo soltanto cercare il gruppo
che si presenta secondo questo modello proprio al diso t to del Do centra
le. Per verificare questo risultato possiamo procedere al contrario : il ta
sto bianco prima del Do centrale è un Si, e il tasto nero immediatamen
te precedente quest 'ultimo è lo stesso Si bemolle che abbiamo appena
trovato .
103 Proviamo ancora un esercizio :
Iniziando a contare dal rigo del Sol ( o da qualsiasi altro punto di cui
siamo sicu ri ) troviamo che la nostra nota è un Fa diesis .
fa • "
�
Do Il• Mi
T Sal l a St
C hiave di v io l i no
#n
f l h·· l#e l l l I le l
�
lt;e I
e-
li
1 2 3 4 5
F6 7 8 9
10 I nomi delle note corrispondenti s1 trovano a pag. 152, ma non l! guardate
finché non avrete risolto ogni caso da soli.
85
In l
14 15 16 17 18
e bo jj
' l �e l , . l pe l #" ltu e l
e
e
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
29 30 31 32
t>&
33 34
#-e-
35 36 37 38 39
4 i'td r r J w 1 r r J w 1 J r f' 1J r v 1r J w J1
bemolle, e La bemolle, indicando in questo modo che il lettore deve suo
nare bemolle Si , Mi e La ogni volta che li incontra .
è 1
(Sib)(Lab)
86
eseguiti senza il bemolle, dovrebbe avvertire di non tener conto dell'indi
Il Avrete potuto notare che i gambi di alcune note sono rivolte in alto e al
tri in basso. La ragione consiste nell'evitare che i gambi sporgano troppo al disopra
o al disotto del pentagrarruna , invadendo in questo modo gli altri pentagrarnmi. Le
regole sono: le note al di sopra del rigo centrale ':!anno il gambo rivolto in giù e a
sinistra della testa; le note al disotto d el rigo centrale hanno il gambo rivolto in su
e a destra della testa ; le note sul rigo cen trale del pentagrarnma possono essere scritte
nell'uno o nell'al tro modo; i piccoli uncini si scrivono sempre a destra del gambo.
�� r
t; J
J Il' J
4r r
4 J) � J
l
87
che dobbiamo usare il bequadro pure nella quarta misura, se vogliamo
anche questa volta che il loro valore non sia alterato. Poiché non abbia
mo scritto nessun segno di accidente nella quinta misura, si presume che
la nota Si e la nota La di questa misura si debbano di nuovo eseguire
con l 'alterazione del bemoll e ; infatti il bequadro ha validità soltanto nel
la misura in cui compare, dopo di che riprende il suo effetto l 'indicazio
ne iniziale della tonalità.
Peraltro un accidente ( anche un bequadro ) è valido per tutta la misu
ra in cui compare, anche se la sua validità non va oltre. Per esempio, se
una misura viene scritta così :
rigo di Fa subito dopo la chiave significa che nella prima misura sia il
Fa acuto che il Fa grave devono essere eseguiti con il diesis, ma nella
seconda misura il segno di bequadro annulla sol tanto quello superiore,
mentre il Fa dell 'ottava inferiore resta diesis . In altre parole l'indica·
zione di tonalità ha un valore generale per la sua applicazione, mentre
un segno d 'accidente ha una validità soltanto momentanea e specifica
nel corso di un pezzo.
PARTE TERZA
f=t r r r r 1 v
nelle prime due misure prima di andare oltre, e completiamo il lavoro,
proprio per l a soddi sfazione d i fn rlo. Abbi a m o :
D o Do D o R e MI Re
r 1
Non abbiamo ancora il ritmo, ma, prima di procedere, proviamo i suoni
di queste sei note al pianoforte lentamente. Cercate il Do un'ottava
sopra al Do centrale ; ora suonate tre di questi Do, poi il Re alla sua
des tra, poi il Mi ancora alla destra di quest'ultimo, e alla fine tornate
indietro per suonare di nuovo il Re . Ripetete lentamente : Do-Do-Do-Re
Mi-Re.
89
1 1 1 Ora facciamo a ttenzione al tempo e al movimento. Il tempo è in :
e il movimento è Allegro . Perciò, dato che vi devono essere quattro rapi
di colpi in ciascuna delle due misure, battete regolarmente con la punta
del piede : UNO-due-tre-quattro, UNO-due-tre-qua ttro, alla velocità ap
prossimativa di una marcia. La prima misura comprende quattro semimi
�
nime; ciò signiflca che ognuna delle quattro note Do-Do-Do-Re deve ave
' �F�F�r�r�l
re la dura ta di un colpo.
Provate :
Do Do Do Re
suonare
Battere
i i i i
E la seconda misura comprende due minime; e cosl la durata di Mi e Re
corrisponde a quella di due colpi :
4 e f
MI Re
Suonare
Ballare i i j j
Ora proviamo entrambe le misure di seguito, battendo regolarmente il
piede per mantenere il tempo, e suonando le note Do-Do-Do-Re-Mi-Re
con la mano destra. È una buona idea, arrivati a questo punto , cantare
la melodia mentre ci si accompagna al piano, con i nomi delle note nel
l'ordine in cui si susseguono : Do-Do-Do-Re, Mi-Re-. Ricordate che il
M i e il R e della seconda misura sono tenute il doppio del tempo delle
semiminime della prima misura.
1 1 2 Guardiamo le due successive misure. Esse includono soltanto note
che abbiamo già imparato nelle prime due misure, e cosl la lettura può
procedere molto velocemente e facilmente. Confrontandole con le due
r 1 v r 1 r r r r 1 rA & '
prime misure, vediamo che la nostra nuova combinazione è Do-Mi-Re
Re, Do.
Do Do Do Re MI Re Do MI Re Re Do
trrr ·
Misura 2 3 4
90
1 1 3 Ora dedichiamoci al tempo e al movimento. La terza misura com
f r r ri ri l
prende anche quattro semirninime, come la prima misura, e cosl Do-Mi
Re-Re devono avere ognuna la durata di un colpo. Proviamo :
Do MI Re Re
Suonare
Balla re i i
L'ultima misura ha soltanto un lungo Do, tenuto per tre colpi, e una
pausa sul quarto. Dovete fermarvi in tempo affinché il suono del Do
non duri sul quarto colpo.
g �r�r�r�r�lr�. �&�Il
Ora eseguiamo entrambe le misure di seguito, battendo regolarmente il
piede e suonando Do-Mi-Re-Re, Do- con la mano destra.
Do MI Re Re Do
S uonare
t ...
Ballere i i i i i ii i
Provate parecchie volte e, dopo il primo tentativo, cantate mentre ese
guite la melodia al pianoforte. Non usate le parole della canzone, anche
se le conoscete, ma servitevi dei nomi delle note, in modo da imparare a
quali tasti corrispondono.
� : r r r r 1 v r 1r r r r 1 r ·
1 14 Eseguite l'intera melodia allo stesso modo:
Allegro
Re D o MI R e R e Do
ì 11
Do Do Do R e MI
Suonare
i i ii i ii i i i i i i ii i
e cantare ...
Battere
91
significherà immediatamente per voi, senza che dobbiate nemmeno pen
sarci su, che si tratta di un suono della durata doppia di una semimini
ma, che, invece, ha un aspetto nero e « chiuso », « pieno ». E le note
sul pentagramma, che vanno su e giù per i righi e gli spazi a seconda
della melodia, si metteranno in relazione l 'una con l'altra e con i suo
ni di cui sono l'espressione grafica, molto rapidamente, senza che si
debba far più ricorso al rigo di chiave o a qualche altro punto del
la chiave .
Ma sia te ones ti con voi stessi . Non passate al secondo esercizio, se
non vi sentite abbastanza sicuri con il primo.
1 1 6 Quando vi sentirete pronti, potrete affrontare la melodia successi
va che è in � ed ha un segno in chiave.
« GOD SAVE THE QU EEN », inno nazionale britannico .12
f �� :J J J I J. JJir r r lr· Ju 1J J J l i· �
no essere eseguiti con il diesis ( se fate il calcolo vedrete che il diesis
è sul rigo del Fa ) .
Moderato
� l J J J l J. J J l
1 1 8 !?. un compito facile trovare queste note al pianoforte . La prima
nota è il Sol sopra al Do centrale ( il tasto bianco fra i primi due tasti
neri del gruppo dei tre neri ), la successiva 'è la stessa, il La è il tasto
bianco che viene subito dopo, alla loro destra. Il Fa jf nella seconda misu
ra è il tasto nero proprio a sinistra del Sol da cui abbiamo incominciato
( cioè il primo tasto nero del gruppo dei tre ) , quindi abbiamo un Sol e
1 2 La melodia dell'inno britannico è molto popolare anche negli Stati Uniti ma con
il ti rolo di « America >>, e con parole diverse da quelle del tesro inglese .
92
un La che già conosciamo, cidè i due tasti bianchi alla destra di Fa ' ·
Notate che sono usati soltanto tre tasti diiierenti per tu tte le note di
queste due misure :
Fa �
l
Sol La
l
semiminime, per cui dobbiamo suonare una nota per ogni col po.
� �
Sol La
-· i�
Sol
Suonare
Battere i i
Ma la seconda m1sura co m 11 rende u na sem1 m 1 n 1 ma col punto seguita da
I J . J>J I
una croma :
Ciò significa che la prima nota deve essere tenuta per la durata di una
semiminima più una croma - cioè per un colpo e mezzo -; alla seconda
nota spetterà sol tanto mezzo colpo, e la terza nota avrà di nuovo esat
tamente la durata di un colpo . In altre parole, mentre battete con co
stante regolarit à :
UNO due tre
l
• •
93
l a prima nota deve avere un suono che duri non soltanto su tutto l'U
J . JJ J
NO, ma anche su metà del « due » . Quindi alla croma spetterà la restan
te metà del « due >> , e l 'ultima semiminima comparirà sul « tre » .
Ta -- ta Ta
l
UNO due tre
Se avete qualche difficoltà, suddividete mentalmente ogni colpo in due
metà, pensando: U-NO - DU E TRE-E. I colpi devono essere mantenu
- -
U - NO du - e tre - e
l
Osservate che il ritmo della seconda misura richiede le note sull 'D di
UNO, sull'e di « due » e inline sul « tre » .
Cominciate dunque sull'D, tenete leggermente l a prima nota sul
« NO-du », suonatela di nuovo sull'« e » del « due » ed eseguite quindi
subito dopo il « tre » .
94
'Misural J J J l J . lr l r·
• Sol Sol La Fa� Sol La
lJ r r
1 2 3 4
�r-�! �P"'�I-r�·�
Comunque bisogna suonare l e nuove note con l o stesso ritmo usato
J)�
j§.l
per le prime due misure.
• SI SI Do SI La � Sol
Su ona r e �
e cantare �l'!f t- F .
Battere l l l e
f�
" t�J�J�J ii
i J� !J �
. �J� l r�r�r�
l r�
' �
��
Jl
123 Mettiamo insieme l e quattro misure :
,W, Sol Sol La F.ajt _ Sol La SI SI Do SI - L;}Sol
e sc�0n�:�:i
Battere l l l l l l l l l l
95
� J W J I J-
124 Infine, le due u l time misure, che sono relativamente facili:
• La-Sol-Fa�, Sol
l
l l l l
Le note le abbiamo già individuate nelle precedenti misure della melo
dia. Proviamole un paio di volte al pianoforte. Il ritmo della quinta mi
sura è formato semplicemente da tre uguali semiminime, e la sesta misu·
�. Taj J l J.
ra comprende solo una nota lunga ( una minima col punto) che si esten
de su tutti i tre colpi della misura .
Ta Ta Ta
Suonare
e cantare � J Il
Battere l l
1 25 Ora mettiamo insieme tutte le sei mi sure della melodi a . Battete
lr j J J lr
« L A DOS SOLOGIA » 13
Moderato
4 �l j r
Praise God from Whom all b!ess - ings flow,
r r ecc
96
dei colpi in levare. Il senso di un colpo in levare è quello di preparazio
IJ J J lr
ne, come se si prendesse un profondo respiro o se ci sollevassimo sulla
r
punta dei piedi prima di a rrivare sul colpo in battere della melodia.
Moderato
$ �1> 2 J
quattro UNO
j
due tre quattro U N O
r
due Ire
eec
l l l
Più avanti apprenderemo quali sono i simboli impiegati per indicare una
nota, quando essa deve ricevere un netto accento o una maggiore tensio·
ne, ma anche una comune stanghetta significa che il colpo successivo,
poiché è il primo di una misura, sarà alquanto più accentuato degli altri
colpi . Teoricamente questo accento che viene dopo la stanghetta esiste
solo nella mente del lettore, con lo scopo di raggruppare i colpi all'inter·
no delle misure, ma nella pratica in effetti coincide spesso con un accen
to reale, con il quale la nota viene suonata o cantata, assegnandole una
forza in più, i n modo che sovrasti le altre.
127 Dato che ci siamo, facciamo l'intera analisi della « Dossologia » ,
perché ciò ci d à l'opportunità di provare un 'altra tonalità e di imparare
un nuovo e u tile simbolo.
Moderato
14 Esiste un'altra versione di questo iiUlo, che forse alcuni lettori conoscono, in
'��· r r r r 1 J ,J 1 r r 1r r r r 1 r rJ 1 r 11
Se conoscete quest'inno nel secondo modo, sarà molto interessan te per voi met tere
a raff r onto i due ritmi. Dapprima srudiate accuratamente l 'analisi data nei paragrafi
127·135, come se non aveste mai ascoltato prima la melodia, e quindi cercate di
determinare le d.illerenze in dicate dalla seconda versione.
97
nota il seguente nuovo simbolo : t':'. . Si chiama corona o punto coronato
ed avverte il musicista che il battere regolare dei colpi deve arrestarsi
per un momento, poiché la nota su cui è posta la corona assume una
durata maggiore. È soltanto una temporanea in terruzione del battere re
golare dei colpi della misura e, dopo aver tenuto un poco più a lungo
la nota indicat a , la musica riprende di nuovo il suo ritmo regolare. In
inni come questo, la corona indica generalmente la fine di una frase.
1 28 Non vi è nessuna regola che stabilisca con precisione quanto deb
ba durare una nota con corona . In teoria, il simbolo significa soltanto
che il regolare conteggio del tempo è momentaneamente sospeso. In al
t re parole, indica semplicemente che ci si prende una certa libertà di rit
mo , senza che venga specificata l 'estensione esatta di questa libertà . In
pratica, però, la corona indica che il valore della nota con questo segno
è da « prolungare » e la maggior parte dei musicisti mantiene una nota
con corona circa il doppio della sua durata reale . In ultima analisi, la
decisione dell'esecutore sulla durata della corona varierà secondo il
suo gusto , il suo metabolismo , il contesto musicale c secondo un'altra
dozzina di fattori, rilevant i o irrilevanti. La corona, similmente all'in
dicazione del movimento ( Allegro, Andante, ecc . ) è un'indicazione
approssimativa, non determinante, e qualche compositore contempora
neo tende ad evitarla a causa della sua inesattezza . Ma è presente in mol
ta musica , antica c recente, precisamente in quei punti in cui non si
desidera l 'esattezza , e lo studente deve apprenderne l'uso nel nostro
sistema di notazione .
1 29 L'effetto della corona nell'inno che abbiamo preso in esame è quel
lo di farci sostare un po' più a lungo sull'ultima parola di ciascuna frase
del testo ( cioè sulla terza nota ogni due misure ) dopo di che la musica
riprende il suo ritmo regolare , mentre la nota dopo la corona assume la
J J 1r
cara t terist ica di una nota in levare per la musica che segue.
' J· 1 G !
Moderato
J r iF r 1
r r 1r r f
Pr se d from Whom all blesa - inas ftow, Praise
1_ 1
4 l UNO 2 3 4 l UNO 2 3 4 l
� ge r r r lr r r r1
�
ww J r r 1 r E; if 11
Him all crea-tures h ere be -lo w, Praise Him be-yond the
UNO 2 3 4 l UNO 2 3 4 l UNO 2 3 4 l
1
� l r r 1r r
t:\ "'="
98
sottrae spesso dalla sua misura finale una nota equivalente, come per
compensare il fatto che il pezzo comincia con una nota prima della misu
ra iniziale completa. Cosl, la prima misura e l 'ultima, ciascuna incomple
ta per se stessa , si sommano insieme formando una misura intera.
1 3 1 Noterete anche che quando un pezzo continua per parecchi penta
grammi, si usa generalmente scrivere la chiave e la tonalità ( e quindi i
diesis e i bemolli) ogni volta che si va a capo, ma l'indicazione del tem
po viene annotata soltanto all 'inizio del primo pentagramma.
132 Ora dobbiamo studiare i particolari di questo inno. L'indicazione
della tonalità ci dice che tutti i Si e tutti i Mi devono essere letti
rispettivamente come Si bemolle e Mi bemolle . La prima nota è sul rigo
di Si ( come potete controllare, se necessario, contando in su partendo
dal rigo della chié!ve ), e cosl essa sarà il Si bemolle immediatamente al
disopra del Do centrale. Le seguenti quattro note, scendendo giù grado
per grado, devono essere Si bemolle, La , Sol, Fa . La seconda misura
comincia di nuovo con un Si bemolle e sale gradino per gradino su Do e
Re . Teniamo tutto questo separato, perché la corona su Re ci indica che
qui finisce una frase. Ora abbiamo Si bemolle, - Si bemolle, La, Sol, Fa
- Si bemolle, Do, Re , cominciando dal Si bemolle immediatamente al
disopra del D o centrale. Il Si bemolle è il terzo tasto nero del gruppo
dei tre neri e dobbiamo cercarlo sulla tastiera partendo dal Do centrale.
Fatto questo dobbiamo scendere ( a sinistra ) passando sul tasto bianco
che viene subito dopo ( La ) , e quindi arrivare ai tasti bianchi Sol e Fa. La
seconda misura comincia di nuovo con un Si bemolle, ma sale ( a destra)
passando sui tasti bianchi Do ( assicuratevi che sia Do, e non Si na tura
le) e Re .
Sib
llll l ll l
Fa Sol la (Si q ) Do Re
l r; J w J 1 7
te arrivati a que�ta nota .
o/
Cantare
e suonare
� �h t Sib Sib La Sol Fa Slb Do R
r t
Battere l
99
soltanto la semplice ripetizione di Re , seguite da un Do e da un Sib. Nel
la misura successiva poi si fa un salto oltre il Re, e quindi si ha un Mi
bemolle ( ricordate che la tonalità indica che in questo brano tutti i Mi
devono essere bemolli ), dopo il quale si scende grado per grado su Re e
su Do con la corona . Suonate le note di questa seconda frase, comincian
do con il Re con cui finiva la prima frase, e tenendo presente che il Mi
r
bemolle è il secondo dei tasti neri del gruppo dei due neri, e quindi il
tasto nero che si trova immediatamente alla destra di Re.
� �'Id r
!PJ
Re Re Re
r r
Do Slb Mib
1r r
Re
�
IV
Cantare
e suonare
l l
( S i q ) Do Re
@ v r lr J J w l r r r r 1r r r r 1 r r r r 1
punto coronato ve lo indica .
S l b S i b La Sol Fa Slb Do Re Re Re Re Do S l b M i b Re Do S l b
1 �
� �
Sib Mlb
l lll l ll l lll
Fa Sol La (SI q ) Do Re (Mi q ) Fa
1 00
1 35 Nel l 'ultima frase, quando la melodia salta da Fa a Re e quindi su
Si bemolle, e poi ancora da Do a Mi bemolle, dovrete provare e riprova
re finché non vi sarete abituati a fare questi salti sulla tastiera . Ma ben
presto vi accorgerete che questo esercizio vi sarà diventato familiare co
me il semplice movimento da grado a grado .
1 36 L 'esempio seguente è la melodia di Jingle Bells, lo presentiamo a
bella posta nella chiave di basso ( la chiave di Fa ) , perché la mag
gior parte degli esercizi che abbiamo svolto finora metteva in eviden
za la chiave di violino ( la chiave di Sol ). e dovremmo fare un po' di
pratica con entrambe le chiavi .
C: C r l E r r I UCfiF
« ]TNGLE BE!.LS »
Allegro
,, •l v- ··
�� � "f·l
---
f l
6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16
Abbiamo già fatto uno s tudio preliminare di questo pezzo, almeno per
quel che riguarda il tempo e il ritmo al paragrafo 65 . È in � , il suo
movimento è Allegro e l'indicazione di tonalità ci dice che tutti i Si de
vono essere letti con il bemolle.
Un rapido sguardo ci permette di vedere che dovremo fermarci sulla
nota lunga della quarta misura, e cosl potremo considerare queste prime
quattro m isure come una frase o un elemento a sé della composizione; e
quindi le s tudieremo insieme, nello stesso tempo.
La prima nota è un La, come possiamo affermare contando a partire
dal rigo di chiave : Fa-Sol-La. Più precisamente è il La che si trova
immediata mente al disotto del Do centrale, poiché è sul rigo più alto
del pentagramma inferiore, e il rigo ideale del Do centrale si trova tra
l 'ultimo rigo in basso del pentagramma in chiave di violino e il primo
rigo in alto del pentagramma in chiave di basso. Cosl le prime due misu
re consistono sol tanto di La ! Nella terza misura si salta dal La al Do
( proprio il Do centrale, con il suo tratto di rigo aggiunto sul pentagram
244 U r IU r l f7 w1 B
ma), poi si va giù sul Fa ( la nota del giro di chiave ) , dopo del quale si
sale su, grado per grado, dal Sol al La, che occupa tu t ta l a quarta misura .
La La La La La La La Do Fa Sol La
F
....
101
Servendovi dello schema della tastiera , se ne avrete bisogno, potrete
trovare tu tte queste note, e provare quindi la melodia solo poche volte.
1 37 Ora aggiungiamovi il ri tmo. L'indicazione del tempo in � ci indica
che vi sono due colpi per ogni misura . Dovrebbero susseguirsi con viva
cità, poiché il movimento indicato è l 'Allegro, ma dapprima manteniamo
li ad una velocità minore di quella a cui dovrebbero essere eseguiti ,
proprio per renderli più facili ; quando avremo risolto tutto, potremo
provare ad eseguirli ad una velocità maggiore. Vi consiglio di battere
all 'inizio i due colpi ad un tempo considerevolmente più lento di quanto
non fares te per il sinist-dest di una marcia .
La prima misura ha due crome sul primo colpo ed una semiminima
sul secondo. Ciò significa che se cantate le singole note con la sillaba
Ta , dovrete cantare due Ta mentre battete l 'UNO , ed un Ta sul secon
do colpo, in questo mod o :
Ta- la Ta
Cantare f'J J
Battere .J J
( UN O - due )
La seconda misura è esattamente uguale alla prima . La terza m isura ha
quattro crome uguali fra loro, c così a ctascun colpo spetteranno due
Ta :
Ta- la Ta- la
Cantare n n
Battere J .J
(UNO - due)
E la quarta misura ha soltanto una lunga nota, una mmtma, tenuta per
tutti e due i colpi della misura :
Ta ____
Cantare
Battere
( U NO - due )
Tutte insieme le quattro m isure procedono in questo modo, in quanto al
ritmo :
Ta- la Ta Ta- la Ta Ta- la Ta- la Ta
n J n J n n J
J J J .J J J J J
1 02
Combi nando il ritmo con le note, avremo ora
Ur r I� U I F
T a-la T a T a-
la Ta T a- la T a- la T a ___
la La La la la la la Do Fa Sol La
'): , j 1r r
--
.l J .l .1 .1 J .l J
1 38 Le quat tro misure successive sono più VJriJte principalme n te per
quanto riguarda il ritmo, perché le relazioni fra i suoni sono molto sem
plici :
Sib La La Sol Sol La Sol Do
M isura 5 6 7 8
U i
( invece di
u u )
con una breve sem1croma rubata alla fine della croma, per formare una
nota in levare oltre la stanghet ta che limita la sesta misura . Notate che
il ritmo della sesta misura equivale quasi a questo semplice ri tmo :
n n
con la differenza che l'ul tima croma si sdoppia in Jue semicrome. La set
t ima misura, n a turalmente, ha il ritmo di quat tro crome uguali fra loro,
e l'ot tava ha due semiminime, anch'esse uguali .
1 40 Provate ad eseguire queste quat tro misure nel modo che abbiamo
s tabili to, battendo con costante regolarità due colpi per ciascuna misura,
103
e cantando la sillaba Ta mentre suonate le note al pianoforte. Se
incespicate in qualche punto, analizzate il brano nel suo insieme, e quin
di riprovare tutto un po' più lentamente. Non continuate a ripetere u n
passaggio che vi mette in difficoltà, s e continuate a fare lo s tesso errore
ogni vol t a . Calcolate con calma, e quindi riprendete a provarlo di nuo
vo. Perch é ? Perché si apprende con l'esercizio e con la ripetizione e, se
ripetete un errore abbastanza spesso, apprenderete con l'esercizio una
cosa sbagliata con la s tessa sicurezza, proprio come se aveste appreso
qualcosa di esatto e di giusto.
E! r u 1 U a 1 r
Ta-ta Ta-la Ta-la Ta- la-la T a- ta Ta-la Ta Ta
Sib La La Sol Sol La Sol Do
:>: ,� u E"'! r1
Ca ntare
e suonare
Battere � .l .l .l � .l J .J
1 4 1 Ora provate tut te le misure. Cercate di mantenerle costanti e rego
lari, senza arresti o incertezze. E cercate di eseguirle ora senza vedere i
Ta scrit ti sulle note o i colpi indicati sotto, cioè proprio come si
presenta generalmente la musica stampata . Dopo tu t to non avrete que
EE 1 E E r 1 car
sti sostegni in una comune edizione di un brano musicale e quindi po
treste commc1are a farne a meno ora che sono serviti al loro scopo .
�;: , r; F
A l legro
cJ 1 r
..,.
R I PETIZIONI
II
Alla fine della misura 8 potrete osservare una doppia s tanghetta con due
punti davanti: : Guesto è un segno di ripetizione, e v i avverte di rian-
/: ,
ricominci proprio dal principio, impiega un segno analogo, ma in senso
J
inverso al punto da dove occorre iniziare la ripetizione. Solo per
105
!C C [ I [ P EJ I ��
segni di ripetizione in questo modo :
,.
E voi dovreste ripetere soltanto le quat tro misure comprese tra i punti .
E E [ l CC C l r::fei l L
segno : \ 1 . l e che esse sono seguite da al tre due misure,
su cui è· il segno : 1.-2,--_-------,
'e , l lr r 0. ; l
l r E =IIEfCtle
1 1 2- l
r c l
Q uesto a v verte il le ttore che egli deve suonare o can tnre le misure con
il segno 11 . 1
La prima vol t a , ma b seconda volta, eseguendo la ripe tizione , deve
sos tituire a queste misure quelle sotto il segno
12.
Le misure 7 e 8 SI dicono fine della pnma parte, e le altre due misu
re fine della seconda parte. L 'uso di questi segni ci evita di copiare sei
m i sure in questo caso, e intere pagine in alcune composizioni .
1 46 A volte, specie i n lunghi pezzi, il compositore indica la ripetizione
scrivendo D .C., che è u n'abbreviazione della locuzione da capo. Se vuo
le che si ripeta da un punto particola re , invece di ricomincinre tutto da
� o , e scrive
.:&'
capo, con trassegnerà questo punto così
rà D.S . , che è l'abbreviazione di dal segno.
147 Se alle parole al fine v iene aggiunto D.C. al fine ( o anche D S. al
fine ) significa che dovete andare all'inizio del pezzo o della ripetizione,
secondo il caso, ma la ripetizione deve essere eseguita soltanto parzial
mente, cioè finché si raggiunge la parola Fine. Ecco due esempi, ciascu
no dei quali include un segno di ripetizione, sia D .C. che D . S . 15
106
«
J9
'
S U R LE PONT D AVIGNON », canto francese.
Allegro grazioso
f1
J
Noi dan - z1am un ron - dò qui sul
�· Q
u I QJ F J l J
ponte, qui sul ponte, noi dan - ziam u n ron-
�- j
Fi n e
'
�. J J J J [J
dò qui sul ponte d ' A - vi - gno n . S'in-
�· J 3
chi - n a - no le da - me --- e
Da C a p o
al Fine
pu - re 1 ca - va - l ie - n : ----
l )l !3 1
canto de] Risorgimento.
�� n J 3 j J
« LA B E L L A G I GOGI N »,
Allegro
�r r r
Ra - ta - pian ! Tam - bur 10 sen - to che mi
� Jij l l r r r
chia-ma al-la b a n - d i e - ra che gio - ia e che con-
Jf! l r
ten - t o io va - do a g u e r - reg - g1ar. Ra-ta-
r r r l
p l a n i n o n ho pa - u - ra delle bom - be e d e i can-
1 07
l! l
lJ J J Il J § J� �
no - n1 va - do a l - la ve n - tu - ra, sa - rà
�r
�
r j r l
Ef i (J fl
pOI quel che sa - rà. E la be - l a G i - go-
lJ
gm col t ra - mi l - l e ril - lel - le - ra la va a
� @J )
�r E21 l J J. 3 1
s p a s s col so spin - cin col tra - m i l - le - r i l - le-
F i ne
�J I J Ja ! J
rà. q u i n - di - cian - n1 fa-
se - di - c1an - n1 ho
� il Y ) l l:l EJ l J =Il
j
ce - vo al - l ' a - mo re d a - � h e - l a a -van t i un
pre - so ma - n - to (come sop ra)
t a 1J
tt
pas - so de - li - zia d e l mio cuo - re
� J ;, l J jj ; J l i1 )j l
A di - eia - set - te 1111 so - no spar-
� [1 F1 l1 p � � � 'i
't 'l
t1 - ta d a -g h e l a ;� - va n - t i u n p;�s - so de-
=t
'i 'i
p l
li - Zl<l lkl n1 1 0 cuor! La \"C Il la
1 08
p l q J1 l F O'
l.
rfì
��
� J -J � l J ] v l r E r r
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la ve n a l - la fì - ne - s t ra
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tut ta l 'è tut - ta l'è t u t - t a ' n - c i - pri-
l. � l.
J) Jl
� � i]) J ) -l F cr l )i �
'1 Lf '1 'i
a ta , la dis la dis la
"( "(
� � J p l r r r r l r )l p
dis che l 'è ma la da per non per
�� J] � l J J p l J[lJ I1
'i "i
n on per n o n m a n g 1 a r po - l en - ta , bi-
lf
�� F El l J - J � l J - J p
"1
so - g n a bi sogna bi so - g n a aver p a -
'
�� r· fJ l J J J Il 2[ 1r1me
'1
a
�
=
sa la ma - n dà. E la
148 Notate che nel canto francese del paragrafo precedente l'avverti
mento della ripetizione s 'incontra dopo che soltanto una parte della mi
sura è terminata ( vi sono, cioè, soltanto tre colpi da battere , invece dei
quattro che ci aspetteremmo dato che il tempo è in � , nell'ultima mi
sura in cui appare il segno D.C. ) Non occorre che l'indicazione Da Capo
o quella Dal Segno o un qualunque altro comune segno di ripetizione
vengano dati alla fine di una misura ; possono essere dati nel mzezo di
una misura o in qualsiasi punto di essa. Ciò è frequente sopra ttutto nei
109
pezzi che incominciano con una misura in levare, proprio come succede
in Sur le pont d'Avignon.
l l
1 49 Quando il compositore vuole che si ripeta una misura intera, può
risparmiarsi il fastidio di scriverla una seconda volta, ricorrendo a que
sto segno posto tra le stanghette della misura che avrebbe dovu to essere
riscritta :
�
Se un compositore, per una ragione qualsiasi, vuole che una misura sia
ripetuta parecchie volte, può ricorrere all'uso di questi segni tante volte
quante lo ritiene necessario :
Il
f ! :fjJDJiljJJ1JiijfiliijDII
z z
significa
Il f E E r E J J J J Il
da croma tracciata sul suo gambo significa « un gruppo di crome equiva
lenti alla durata di una mtmma »:
J significa
f jJJJJJJ3 J J J J -�
« un gruppo di semicrome corrispondente ad una semibreve » ( semicro
me a causa della doppia sbarretta ) :
Il slgn!llea
1 10
Il
Qui vt sono altri esempi :
� ;;: t r r r r r r r r 11
' ,.
significa
Il f r r r r r r ll
fJ J J �
significa
' :. � significa
� l Il slgnllh a
� J J Il
' J Il cugnlfiCA
� J J J J Il
' f { f t Il slgn!!lca
4 r r cr et u l
�rrrrrrrrrrrr
-l � � .--J-,
.--L-,
11
1 5 1 La parola tremolo ( si abbrevia in tre m . ) scritta su una di queste
note con sbarrette significa che la nota deve essere ripetuta il più rapida
f f Il
men te possibile, senza che ci si attenga letteralmente al numero delle
$ 4
suddivisioni i ndicate dalla sbarretta Così ,
lf
trem. trem.
111
$ r E r E r E r E Il
1 52 Spesso si desidera ripetere non una sola nota, ma una coppia di
note alternantesi, come queste :
f c E r E r E r E Il
fossero minime ( nel caso in questione ), ma aggiungendo ad esse la dop
pia sbarretta delle sem icrome che colleghi i loro gambi :
! �7== ::11
1 == SlgnlflrA
o
f Il f rrcrrrcr5557 5FFrll
crome equivalenti alla durata di una minima » . Notate la differenza fra
questa abbreviazione e quella per le note ripetute senza alternanza :
l nllh
rE cl E r E Il
sg :a
ma
Il
-
f [bf f r
slgcUit:B
ABBEL L I M ENTI
� E E E E E E f r Il
suono con un 'altro immediatamente superiore . Ad esempio, se ve
dete un tr su un Si, suonerete una rapida alternanza di Si e di Do :
r 11
lr
significa app•nsslmauvamp !é
n
112
tutto il tempo di durata della nota segna ta . Noterete che ciò è molto
simile al p r incipio del tremolo. Cosl, nell'esempio citato, non avremo
esat tamente otto biscrome, ma piuttosto « un certo numero di alternan
ze di Si e di Do esegui te nel modo più rapido possibile » . L'effetto che
si cerca è quello di « abbellire » o di « ornare » il Si.
r
Si può anche cominciare il trillo con la nota che costituisce l'abbelli
mento, cioè con la nota superiore a quella data . Cioè,
Il
fr
6 rr r c f[ r f 1
incominciando il trillo con il Do invece che con il Si. Molti esecutori
adottano questa interpretazione del trillo per la musica del Seicento e
del Settecento; la prima interpretazione, invece, con il trillo che incomin
cia sulla nota segnata, è più comune nella musica dell'Ottocento e del
Novecento .
1 54 I l t rillo è solo uno dei moltissimi abbellimenti usati in musica . Si
incontrano molto raramente nella musica del nostro tempo, ma erano
estremamente comuni nella musica del Seicento e del Settecento. Lo s tu
dio degli antichi abbellimenti è estremamente complesso . Non soltanto
gli studios i d'oggi si trovano in difficoltà, ma persino musicisti autorevo
li del Seicento e del Settecento erano costantemente in disaccordo fra
loro sul modo in cui alcuni di questi simboli dovessero essere lett i e
interpretati.
t impossibile quindi formulare regole generali e semplici a questo
riguardo e, a meno che non si sia realmente studiata tutta la letteratura
di quei secoli e si conosca il contesto in cui si incontra ognuno degli
esempi, è inutile venire coinvolti nell'eterna discussione su questo tema .
A rischio d i semplificare eccessivamente il problema, diamo qui,
ciononostante, una regola basata sulla pratica che riguarda il tipo più
comune degli abbellimenti, l'acciaccatura, perché è probabile che lo stu
dente l 'incontri anche i n composizioni relativamente semplici. L'acciacca
tura, scrit ta generalmente come una piccola croma, con una sbarretta
che ne att raversa il gambo e l'uncino, J5 si usa per note tanto brevi che
non è necessario calcolarne l 'esatta dura ta .
L 'acciacca tura non viene contata affa t to nella somma dei tempi di u
na misura, e il suo valore viene sottratto ad una delle note più importan
ti che sono ai suoi lati ( molto più spesso alla nota che precede, ma tal
volta a quella che segue) . Per esempio : 16
approssimativamente
113
V'è un altro tipo di acciaccatura, che viene scrit ta senza la sbarretta
che a ttraversa il gambo, come una minuscola semicroma o croma o
4 � �EY �[jf Il
addirittura una semimin ima. Si trova nella musica antica :
S«lllo
g�- E- -E ll =,. Il
E -t -
dai suoi uncini ( valore da ricavare sottraendolo alla nota successiva , a
cui l 'acciaccatura era legata ) :
�- - - -
:
Eseguilo
:-----.. •
r w Il
Se fosse seri tto :
� t r?ft
dovrebbe essere esegu ito:
r J 11
Se domandaste perché sia s tata adottata questa illogica consuetudine, e
perché questi passaggi non siano stati scritti subito nel modo in cui a
vrebbero dovuto essere eseguiti, vi si può rispondere che questa abitudi
ne sorse al tempo in cui le rigide leggi della composizione musicale
ammettevano soltanto i suoni che dovevano cadere su un forte accent o ; e
cosl gli altri suoni venivano mostrati o spiegati nella loro relazione con
quei suoni che invece erano consentiti.
S IM B O L I PER LA DINAMICA
44 r r F r 11
può ricorrere ad un segno d'accento. Si esprime così e lo si pone al di
sopra della not a : :::::::=--
Per esempio :
115
fst r F r E Il
staccate devono essere suonate in modo un po' più « breve » di quanto
è indicato nella scrittu ra :
r r
dere che le note devono essere eseguite con una separazione ancor più
netta ed i ncisiva, quindi in modo accen tuatamente s taccato :
E Il
'
Notate che qui abbiamo lo stesso simbolo che si usa per la legatura ( V .
paragrafo 23 ) . Ma la legatura collega note dello stesso grado di altezza,
di modo che esse producono un sol suono , cioè una nota di maggiore
durata ; il legato, invece, collega note di differente altezza, richiedendo
che vengano eseguite in modo omogeneo e che quindi siano prive di una
individuale espressione.
In realtà la legatura viene usata soltanto nel caso particolare in cui
due note sono collegate tra loro così strettamente da divenire una nota
sola . Si può avere pertanto una legatura sotto o sopra una legato, quan
fA rf1fJF Il
do una nota il cui suono è stato prolungato ricorrendo alla legatura, vie
ne collega t a ad una nota divers a :
116
Qui la più bassa delle due linee curve è una legatura necessaria per
formare un Re lungo, unendo la minima della prima misura con la semi
minima della seconda m isura ; la curva superiore indica il legato, che col
lega il Re che ne è risultato con il Si.
1 63 È ora il momento giusto per notare come il legato e l a legatura
alterino la regola sugli accidenti . Ricorderete che i n generale si presume
che i bemolli e i diesis mantengano il loro valore per tutta la misura in
cui appaiono ( V . paragrafi 1 07 e 1 0 8 ) . Poiché la legatura fa di due note
brevi una sola nota più lunga, un accidente posto prima d i una nota lega
ta protrarrà il suo effe t to per t u t ta la durata della legatura, anche se
oltrepassa il limite della misura, venendo cosl a interessare pure la misu-
ra successrva:
r Il
Qui il bemolle riguarda non solo la seconda nota della prima misura, ma
anche, oltre la s tanghetta, la prima nota della misura successiva, poiché
esse sono riunite dalla lega tura in una nota sola. Senza la legatura avrem
mo dovuto ritenere che l'azione del bemolle sarebbe durata soltanto fino
alla fine della m isura , e quindi la prima nota della seconda misura sareb
be stata bequadro :
Spesso questo accidente in più viene posto tra parentesi, come in questo
caso, per indicare che non era veramente necessario, ma che è stato ag
giunto per eliminare ogni possibile dubbio da parte del lettore.
1 64 Quando una di queste note con il bemolle o con il diesis è legata
ad un'altra della misura successiva, l'alterazione si mantiene valida, quin
$ i r brJt u 11
di, fino alla fine della legatura, ma non per il resto della seconda misura .
Per esempio, se vi è un altro Mi nella seconda misura, dopo quello lega
to, deve essere letto come un Mi bequadro :
(t1) (Q)
poiché l 'effet to del bemolle si esaurisce con la fine della legatura . Anche
un legato su tut t a una frase non comporterebbe delle differenze, perché
1 17
il legato indica solo un modo di esecuzione uniforme e senza i n terruzio
n i , e quindi non ha alcuna influenza sulla durata o sull 'altezza delle note
sottoposte al suo segno.
4 t f� l l D) (�)
1 65 Dei trattini posti sopra le note indicano un leggero prolungamen
to della loro durata . In verità, qualche esecutore suona queste note u n
tantino p i ù lunghe di quan to richiederebbe normalmente i l loro valore,
ma per la maggior parte degli in terpreti il tra t tino indica che le note
vanno tenute per tutta la durata del loro valore con la minore i nterruzio
ne possibile fra nota e nota. Questo .effetto è leggermente diverso del
legato, che collega le note affinché risulti un 'unica frase ininterrotta. I
trattini lasciano le note separate l'una dall'altra, ma con un minimo di
respiro fra loro .
1 66 Ogni tanto vi capiterà di vedere dei punti sotto la curva del lega
to, una contraddizione apparente. Con questa indicazione s'intende com
binare ins ieme le particolari quali tà sia dello staccato sia del legato, cioè
si vuoi dare l'effetto globale di note che appartengano ad una stessa fra
r F r r 11
se, ma che siano leggermente separate l'una dall 'altra . Si tratta di una
specie di compromesso fra i due modi .
.
..---.
.
... .
118
di crome o di semicrome deve essere cantato su una sola sillab a . Un
esempio renderà chiaro quanto sin è detto. Supponiamo che le parole
« Non tornare più >> siano sistemate sulla musica nel modo seguente:
� Non
D D D p v Il
-
t or na re -
più
Poiché ad ogni si ll.tba spetta un suono distinto, si ricorre alla separazio
ne delle crome, e il let tore sa immediatamente come adattare le note al
le sillabe. Questa frase musicale non dovrebbe essere scritta per la musi
ca vocale con la sbarra, mentre per la musica s trumentale la sbarra sareb
be considerata conveniente per una più facile lettura, poiché in questo
caso non S I presenterebbe il problemi! di leggere le sillahe delle parole :
r r F Il
Pertan to la notazione di musiche strumentali può differire nel modo di
raggruppare le figure dalla notazione di musiche vocali, dove lo stretto
rapporto tra sillaba e suono impone una precisa visualizzazione.
1 68 Se ad una sola sillaba corrispondono due o più crome o se
microme ( o qualsiasi altro tipo di nota che si scriva con uncini), si usa
collegare queste note con la sbarra , appunto per indicare che devono es
sere tutte can tate con quell'unica sillab a . Per esempio, se l 'ultima
E r E r
sillaba della frase che abbiamo esaminato dovesse essere cantata con
quattro crome, invece che con una sola minima,
pp v D' cr Il
Non -
t or na re -
più
le qua ttro ulti m e crome do v rebb er o essere collegate dalla sbarra per
indicare che bisogna canta rle tutte sull'unica sillaba « più » .
1 69 A rigar d i termini, sarebbe necessario u n segno d i legato per indi
care che le ultime quattro crome devono essere cantate in modo scorre
vole su una sOla sillaba, ma poiché si presume che il collegarle con la
sbarra suggerisca tutto questo, il segno di legato si ome t te spesso in si
E r ��r Il
mili casi. Q ualche volta, tu ttavia, lo studente troverà scritta una frase di
questo tipo con la sbarra ed il segno di legato :
f! � v � v
Non -
t or na re -
più
1 70 Il legato è p iù necessario quando le n o te da cantare su una sola
sillaba hanno una dura ta maggiore di una croma, perché in questo caso
119
non si ha la possibilità di collegare le note raggruppandole mediante la
sbarra. Se la sillaba « più >> dovesse cantarsi su due semiminime, sarebbe
p v v E�r Il
bene adoperare il legato per indicare come l 'unione fra le due note deb
ba avvenire senza s tacco durante il canto di una sola sillaba :
f1 Non
P" - t or - na re p iù
171 Notate che si usa un t ra t tino o una serie di trattini per separare le
sillabe appartenenti ad una stessa parola, ma che si impiega una linea
continua alla fine di una parola o per una parola di una sola sillaba ,
qundo si vuole esprimere il fluire della musica durante quella parola.
1 72 Ecco ] ingle Bells prima in versione stru mentale ( come si è già
visto al paragrafo 1 4 4 ) e poi in versione vocale, con il testo. Osservate
r r 1r r r 1 rx CI I r 1 L -r 1
a t tentamente le differenze nell'impiego delle sbarre .
Versione strumentale :
si rumeni aie :
� ·· · ·
!lSii r
.... l
r Ì g g r lk p r IO
Versione vocale con il tes to :
v k v l
vocale con p a ro le :
'J
r IV IV
Jin- gle bells, Jin - gle bells, Jin - gle ali the
'): � v v· � k p g g l
IS to ID a
'l.
way. Oh what fu n it ride
l
'J v v v v l r- E :il
D lc
---
l
�J �2. v v o Il
o ne ho rse o - pen sleigh .
QUINTA PARTE
TONALITÀ
1 74 I n quasi tutti i pezzi musicali, si può t rovare una nota che sembra
più impor tante, più significativa rispetto alle altre. Invece di cercare di
spiegare ciò con parole, illustriamolo inventando una melodia , per cosl
dire, da laboratorio, sulla quale potremo eseguire degli esperiment i . Qui
ve n 'è una assai semplice formata da quattro misure, nella quale si im
piegano in varie combinazioni le note Do-Re-Mi-Fa-Sol-La :
� !j J J J l J J j J lJ
Moderato Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta Ta -
Do Re Mi Fa MI Re La Sol Fa MI Fa MI Re Do
_
lJ J J J J l
Dapprima dovete provare ad eseguirla al piano, intonando le note con la
sillaba Ta, cosl come abbiamo fatto precedentemente . Poiché non vi so
no né diesis né bemolli sappiamo che tutta la melodia si deve suonare
solo sui tasti bianchi . La prima nota è il Do centrale, dopo il quale la
melodia sale p assando sui tasti bianchi per Re, Mi e Fa . Nella seconda
misura ridiscendiamo passando per Mi e Re per poi saltare su La ( con
sultate il vostro schema della tastiera, se è necessario ) . Questa è la pri
ma frase che ha la durata di due misure. Nelle due ultime misure la
melodia scende passando per Sol, Fa e Mi, ritorna quindi sul Fa e scen
de giù di nuovo fino ad arrivare sul Do centrale, sulla nota cioè da cui
cominciava il brano. Il ritmo dovrebbe riuscirvi molto facile, poiché si
tratta per lo più di sole semiminime, con una minima alla fine di ciascu
na frase. Provate l'esecuzione della melodia tante volte quante lo riterre
te necessario, fin quando non vi sentirete completamente sicuri, poiché
121
l l
l Il
essa vi deve servire da cavia in questo esperimento. Se v1 è possibile,
s: uebbe una buona soluzione impararla a memoria :
Ta T a T a Ta T a Ta Ta _ Ta Ta Ta T a Ta T a Ta
Do Re MI Fa MI Re La - Sol Fa MI Fa Mi Re Do _
-
� l J J J J l J J ,J l J J J J l J J
il Fa .
Provate u n ' :-tl tra not :1 , il Si , per esempio :
� Il
1 76
�tt J J J J l J J ,J l J J J J l J J J
solo per ricordarvi del suono che aveva il Do).
1 77 P rovate con il R e :
Il
�t J J J J l J J J l J J J J l J J J Il
ìvleglio forse del Si, ma certamente n o n bene come il Do.
1 78 Pro\' ate con il M i e con il Sol :
� t J J J J l J J ,J l J J J J l J J f Il
t
1 22
suono risulta a ncor meno soddisfacente. Potreste provare con il Fa die
sis, il Do diesis o con qualsiasi altra nota :
1 8 1 Nella m aggior parte dei pezzi musicali avviene che qualche partico
lare nota tenda ad affermarsi come nota principale. Questa nota è detta
tonica ( qu alche volta anche nota fondamentale ) ed un brano in cui le
altre note siano messe in relazione rispetto alla nota fondamentale, vie
ne definito tonate. L'intero sistema delle relazioni intercorrenti fra le
vane note e la tonica è detto tonalità.
1 23
La tonalità di Do, per esempio , si svolge tu tta, sui tasti bianchi, senza
diesis né bemolli. La tonali tà di Mi bemolle avrà parecchi bemolli ed il
resto in note naturali . La tonalità di La avrà parecchi diesis ed il resto
in note na turali. In altre parole, per ogni tonalità vi sarà una successione
particolare .
1 85 Spiegare come tutto questo funzioni è un po' complicato . Poiché a
questo punto un chiarimento non è assolu tamente necessario ( dopo tut
to state già leggendo delle melodie che hanno la loro indicazione di tona
lità, senza sapere in che rapporto siano con le loro tonalità ) , la spiegazio
ne è data nell 'Appendice che segue, dove lo s tudente con qualche ambi
zione potrà trovarla, se desidera approfondire ul teriormente questo pro
blema . N atu ralmente sarebbe opportuno, a questo punto, che l ' allievo si
cercasse un buon maestro per uno studio più approfondito, o che alme
no consultasse un buon libro di testo. [ Si può vivamente raccomandare a
chi volesse approfondire le proprie cognizioni I'Elementary Training /or
Musicians ( Associateèl Music Publishers, N .Y . ) di Paul Hindemith, cosl
come le prime pagine dell 'Elementary Harmony di William Mitchell
( Norton, N . Y . ) ] . 1 8
1 24
APPENDI C E N. l
1 86 Sappiamo che vi sono soltanto dodici suoni differen t i con cui ven
gono composti tutti i pezzi musicali : i tasti bianchi della tastiera del
pianoforte ne comprendono sette - Do Re Mi Fa Sol La Si - e i tasti
neri ne costituiscono i restanti cinque - Fa:lf Sol:lf La:lf Do:lf Re:lf.
( Naturalmente questi si potrebbero indicare con il loro bemolle - Solb
Lab Sib Reb M i b - ma essi equivalgono agli stessi tasti sul piano
forte ) .
11
1 25
Un classico esempio di melodia cos truita su cinque suoni ( pentatonica ),
nel modo cioè che pianisticamente parlando diremmo sui « tasti neri » ,
è l a celebre romanza « Signore, ascolta » che Liù canta nella Turando!
di G. Puccini ( a t to l ) . Ne riportiamo le battute iniziali :
�bb17\&
A da g i o
e-
Si-gno-re, a-scol·sta ! Ah, s i - g n o - re , a-
r � � 'l
sco l - ta ! Liù non reg - ge p i ù ! S i - spez za i l
D v
.--- J
"1
J
ffi l no c o l tuo no-me n e l - l' a - ni-ma,
S C A LE
' �· t J pJ J J J l r r rE lr r: r r: l r r r r: l
1 89 Per esempio, la Dossologia, che abbiamo esaminato nella Terza
Parte ( paragrafo 1 26 ), ha le note seguenti :
@ �� r r IF
Slb Sib La Sol Fa Sib Do Re Re Re Re Do S l b M l b Re Do Slb
i rl rr r r lr r r Il
� �
r IJ J r r
Do Re Do Sib Sol La S l b Fa Re Sib Do M l b Re D o Slb
126
Dossologia. I n altre parole, questo è l'inventario del ma teriale grez
zo con cui si è formata la melodia .
LA S CA L A MAGGIORE
Il e Il Il
/'\
o Q � ' ..
Do Re MI Fa Sol La SI Do
-&
� �
5 6
Tono
2
Tono Semllono Tono Tono Semltono
7
Tono
3 4 8
È il breve intervallo fra la settima e l'ottava nota che costitu isce forse
l 'aspet to più tipico della scala maggiore, poiché la settima nota, come
suo risultato, dà sempre l'impressione di essere fortemente a t tratta ver
so la con ti gua o t tava nota , che è la tonica . La tonica della scala maggio
re è decisamente il centro d'at trazione.
FO RMAZIONE D E L LE S C A LE MAGGIORI
1 27
se cominciate la successione dei tasti bianchi iniziando dal Sol :
2 3� 4 5 B
Sol La SI Do Re MI Fa Sol
Il
.,
o ,,
1 2 3 4 5 6 7 8
Sol La SI Do Re MI Sol FaU
Tono Tono Semllono Tono Tono Tono Semllono
2 3A4 5
MI
6
7
Fa�
AB
Sol La SI Do Re Sol
Tono Tono Semllono Tono Tono Tono Semllono
2 3A4 5 6 1A 8
Do Re MI Fa Sol La SI Do
128
paragrafo 1 1 6 , può servire come esempio di un pezzo scrit to « in tonali
' • J :J J J IJ .
tà di Sol ma ggiore » . Ecco l ' i n tero brano:
' . J :l J l J.
Sol Sol La Fa' Sol La SI SI Do SI La Sol
r
, • r - D J ir ct B ir· D F I Cf r J I W· II
La Sol Fa� Sol Re Re R e Re Do SI Do Do Do
Do SI La SI Do SI La Sol SI Do R e M I Do SI La Sol
Il
problema di formare una scala maggiore partendo dal Re. Cominciando
sul Re·
dal Re, prendiamo nell'ordine in cui si succedono nella scala le note dei
tasti bianch i , li n o ad a rri vare eli nuovo
../"":-,..I l
' c/ s" ,,
o
e
e
2� 3
e
o
1 4 5 6 � 7 8
Re MI Fa Sol La SI Do Re
Semllono Semllono
1 29
Entrambi i semitoni capitano nel posto sbagliato. Dobbiamo verifìcare
t utta la serie delle note dei tasti bianchi , grado per grado, in troducendo
le alterazioni dove sono necessarie, affinché la s truttura corrisponda al
modello della scala di Do maggiore, con gli intervalli di un tono fra tut
te le note, eccetto fra la terza e la quarta e tra la set tima e l 'ot tava . Il
primo intervallo fra Re e Mi va bene, perché è di un tono, come deve
essere, ma bisogna ampliare il secondo elevando il Fa naturale a Fa die·
sis. Innalzando il Fa a Fa diesis non solo creiamo un tono intero fra la
seconda e la terza nota , ma simultaneamente correggiamo l 'intervallo tra
la terza e la quarta, perché il Fa diesis forma con il Sol il semitono che
volevamo :
Il
cosl anche questo problema è stato risolto in un sol colpo, poiché il Do
diesis forma con il Re fìnale il semitono che si desiderava.
e #•i
/'>,
e
f #·'3
li
z:s
z s Q
o o
2 4 5 6 7 8
Re MI Fat; Sol La SI Do t; Re
Tono Tono Semltono Tono Tono Tono Semltono
Il
La tonalità di Re maggiore avrà due diesis, dunque, nella sua notazione,
il Fa� e il Do� .
li
, ()e
o e
Il
� .0..
6
-e-
4
.<""'> < e o
e 11
Il
1 2 3 4 5 6 7 8
SI Do Re MI Fa Sol La SI
Semllono Tono Tono Semltono Tono Tono Tono
130
Entrambi i semi toni capitano nel posto sbagliato. Tra la prima e la
seconda nota abbiamo bisogno di un tono intero, e perciò dobbiamo ele
vare il Do naturale a Do diesis :
Do �
1 2 3
SI Re
Tono Semllono
f o
Do � Re �
1 2 3 4
SI MI
Tono Tono Semltono
#u .o
�
.�
f
ij
o
o
Do � ,.R e � Fa �
1 2 3 4 5 6
SI MI Sol
Do � Re � Fa � Sol �
2 3 4 5 6 7
Si MI La
Tono Tono Semllono Tono Tono Semltono
E poiché questo procedimento, ancora una volt a , determina u n semi tono
non richiesto fra la sesta e la settima nota, dobbiamo elevare il La
a La � :
Do � Re � Fa � Sol � La �
2 3 4 5 6 7 8
SI MI SI
Tono Tono Semltono Tono Tono Tono Semltono
131
Ciò non soltanto forma l 'in tervallo richiesto di un tono, ma produce an
che il semitono per l 'intervallo finale tra la settima e l 'ottava nota . La
tonalità di Si m aggiore, quindi, ha nella sua notazione cinque diesis,
Do � . Re � . Fa � . Sol � . La � -
o
Il
,,
o -& .0..
o
Il
200 Per fornire un esempio di una scala che cominci da un tasto nero,
facciamo la scala di Fa � maggiore. Iniziando da Fa � dobbiamo mettere
in ordine progressivo tutte le note corrispondenti ai tasti bianchi. ( Il
Fa � lo si ottiene con un tasto nero, natura lmente, ma il punto centrale
del prob l ema consiste proprio nel da rlo così com 'è)
>
,/"':-,' .o
Il
,, o ,,
,, o
3 4 5 6 7 8
Fa � Sol La SI Do Re Mi F a�
Semltono Semitono
Entrambi i scmitoni ctpH�t n o n e i pos ti sba g l i a t i . Fra la pri ma e la
seconda nota bisogna avere un tono intero , e perciò dobbiamo elevare il
Sol naturale a Sol diesis. Ma ciò fo rmerà un semitono fra l a seconda e la
terza nota , e così dobbiamo elevare il La naturale a La diesis :
.o o
/':.,s
� �"1 2
#•{
3 4
Fa � Sol � La � SI
.o
2 3 4 5 6 7 8
Il
F a� Sol � La � Si Do � Re tl: Mltl: Fa �
Tono Tono Semltono Tono Tono Tono Semltono
Il
,, o ,.
1 32
201 Prima d i procedere oltre, dovreste risolvere da soli i l problema
delle scale maggiori che comincino da La naturale, Mi natu rale e Do
diesis. Troverete che la scala di La maggiore ha nella sua notazione tre
diesis, che la scala di Mi maggiore ne ha quat tro, e che la scala di Do
d iesis maggiore ne ha sette ( ogni nota è diesis nella scala di Do diesis
maggiore ! ) .
202 L a scala d i F a maggiore aggiunge una leggera variante a l procedi
mento che si è mostrato u tile per la risoluzione delle altre scale . Comin
ciando come al solito, prendiamo nel loro ordine i suoni dati dai tasti
bianchi compresi tra il Fa dell 'ottava centrale e il Fa dell 'ottava supe
nore :
ii o
2
Il
3 4 5 6 7 8
Il
Fa Sol La SI Do Re Mi Fa
Sebbene l 'ul timo semitono capiti al punto giusto, ciò non si verifica per
il primo. Esaminiamo gli intervalli uno alla vol ta . Tra la prima e la se
conda nota e fra la seconda e la terza vi sono già gli intervalli richies t i ,
e quindi n o n occorre f a r nulla, ma f r a la terza e la quarta nota l ' interval
lo è troppo ampio, o perlomeno non cosl piccolo come in tutti gli altri
casi esamina ti preceden temente. Non possiamo correggere l 'intervallo e
levando il La na turale a La diesis, poiché ciò modificherebbe l'in tervallo
richiesto fra la seconda e la terza nota , e allora dobbiamo abbassare il
quarto grado , Si a Si bemolle :
il o
2 3 4
Fa Sol La Slb
Tono Tono Semllono
,!C.o
e Do natu rale , e t u t ta la s tru ttura della scala corrisponderà ora perfetta
mente al model lo di una scala maggiore :
/"'--..
4 Il
o 1:1 o
,,
Il
o
1 2 3 4 5 6 7 8
Fa Sol La Slb Do Re MI Fa
Semltono Semllono
1 33
Il
,, ,,
,. o
o
203 Provate a formare una scala che cominci con un bemolle , ad ese�
pio con il Re bemolle . La serie dei suoni dati dai tasti bianch i dal Re
bemolle al Re bemolle dell'ottava supe nore sono, nell'ordine :
l
jtxl
Il
C\ /"-..
l
Il
'
&
1 2 3 4 5 6 7 8
Reb MI Fa Sol La SI Do Reb
1 'h Semltono Semllono Semltono
Notate che il primo intervallo , quello tra la prima e la seconda nota , non
è né di un tono né di un semi tono, bensl di un tono e mezzo ! ( Tra Re
naturale e Mi natu rale vi sarebbe l'intervallo di un tono, ma in questo
caso è più ampio, perché si è abbassato il suo elemento inferiore a Re
bemolle ; e cosi l 'intervallo è per un semi tono maggiore di un tono inte
ro . ) Per correggerlo dobbiamo abbassare il Mi naturale a Mi bemolle,
formando in questo modo il normale in tervallo di un tono fra la prima
e la seconda nota, e così au toma ticamente correggiamo l 'intervallo se
&o ,.
1 2 3
Reb Mlb Fa
Tono Tono
Ma l'intervallo tra la terza e la quarta nota è ancora troppo ampio ; e
allora lo dobbiamo ridurre per formare il semi tono richies to, alterando
con il bemolle il Sol :
bu �e
1 2 3 4 5
Reb Mlb Fa Solb La
Tono Tono Semllono 1 'l•
Facendo così, tuttavia, abbiamo amplia to l'intervallo fra la quarta e la
quinta nota , che era già di un tono intero ( Sol naturale-La na turale), e
che perciò ora è divenuto di un tono e mezzo ( Sol bemolle-La naturale ) ;
quindi dobbiamo procedere , come abbiamo già fatto per il primo inter
vallo , abbassando il La naturale a La bemoll e :
C>
i;
/'>._
!,,';?
� tie
'-
{
2
&o �e ,
1 2 3 4 5 6
Reb Mlb Fa Solb Lab SI
Tono Tono Semllono Tono 1 .,,
Questo procedimento, ovviamente, produce lo stesso e!Ietto per l 'inter
vallo successivo, che dobbiamo ridurre a sua volta abbassando i l Si natu
rale a Si bemoll e . Ma, fatto. ciò , t u t to il problema è finalmente risolto,
.A�
perché il semitono, che costituiva l 'intervallo fra la sesta e la set tima
nota, diventa un tono intero, ( Si b · Do naturale) mentre res ta tale l 'ulti
mo semitono tra la settima e l'o ttava :
A
� , Ve hu pe Il
z
&u �e ,
1 2 3 4 5 6 7 8
Reb Mlb Fa Sol b La b Slb Do Reb
Tono Tono Semllono Tono Tono Tono Semllono
e Il
La b e Si b nella sua no tazione :
e ,, e ii e n
135
" l l l
Chiave di
violino
t)
Fa Sib Mib Lab Reb Solb Dob
Chiave di
v
basso
LA SCALA MINORE
Il
per la scala maggiore , cosl la serie dei tasti bianchi che inizia con il La
naturale serve da modello per la scala minore:
�e �
'
o
7 ,./"'-, < e 11
e Il
LJ
2 3 4 5 6 7 8
La Si Do Re Mi Fa Sol La
Tono Semilono Tono Tono Semilono Tono Tono
Nella scala minore i semi toni si trovano fra la seconda e la terza nota e
fra la quinta e la sesta. Potete formare u na scala minore che cominci da
qualsiasi nota, seguendo questo modello.
208 In altre parole, la scala maggiore con inizio dal Do si serve dci
semitoni da S i a Do e da Mi a Fa senza acciden ti, e la scala minore che
inizia dal La si serve ugualmente di due semi toni senza acciden ti, sebbe
ne questi semitoni capitino nella scala maggiore ed in quella minore fra
gradi different i . Ciò significa anche che la scala di Do maggiore e quella
di La minore presentano la caratteristica di una tonalità senza bemolli né
diesis .
209 Similmente, per ogni scala maggiore vi è una scala minore con le
stesse alterazioni in chiave, e la scala minore è quella che s 'inizia sul
sesto grado della scala maggiore, proprio come La è il sesto grado della
scala di Do. Così, se volete sapere quale scala minore ha le stesse altera
zioni in chiave di quella di Fa maggiore ( un bemolle ) , dovrete considera
re soltanto il sesto grado della scala di Fa maggiore, che è Re, e la rispo
sta sarà Re minore. Se volete sapere quale scala minore ha le stesse
alterazioni in chiave della scala di Fa diesis maggiore ( sei diesis ) ,
considera te i l sesto grado della scala d i F a diesis maggiore, che è Re die
sis, e la risposta sarà Re diesis minore . Per la scala di Sol maggiore il
sesto grado è Mi , e quindi le stesse alterazioni in chiave verranno condi
vise dalla scala di Mi minore .
1 36
210 Ora, in pratica, il modello della scala minore viene osservato me
no rigidamente di quanto non avvenga per la scala maggiore . Ciò accade
perché il tono fra la settima e l'ottava nota fornisce una spinta più debo
le verso la tonica di quella che si verifica nella scala maggiore, dove la
distanza del settimo grado dalla tonica è soltanto di un semitono ;
conseguentemente il settimo grado nella scala minore viene spesso ( ma
non sempre) elevato di altezza, a imitazione di quanto avviene nella sca
la maggiore, e, insieme a questo, il sesto grado viene talvolta ( ma non
sempre ) a sua volta elevato al fine di rendere più armonioso il passaggio
dal sesto al settimo grado. Anche quando ci si serve di questo procedi
mento, si mantengono in chiave le stesse alterazioni di tonalità, e gli
accidenti supplementari che occorrono per modificare l'altezza delle note
del sesto e del settimo grado vengono scritti sul pentagramma, ogni vol
ta che sono necessari . Per esempio, il brano seguente è in La minore ,
senza diesis o bemolli in chiave : nella terza misura appare un Sol diesis,
che rappresenta il settimo grado altera to :
« Addio del passato » dalla Traviata di G. Verdi ( a tto I I I ) :
f g il 1 � F-·� O Q 1 � r- � l2PJ1
Andante mosso
s o - g n i --- n - de n ti
�����
mo grado viene innalzato per produrre un semitono fra il settimo e l'ot
)@· Il
tavo grado, la scala che ne risulta viene detta scala minore armonica :
� ,. ò 11 e
1 2 3 4 5 6 7 8
La SI Do Re MI Fa Sol� La
Tono Semltono Tono Tono Semltono 1 '!t Semltono
Quando, oltre all 'innalzamento del settimo grado , si eleva anche il sesto,
la nuova scala che ne risulta si dice scala minore melodica, e i due suoni
alterati si u sano solo quando la melodia è ascendent e ; quando è discen
dente, nella scala melodica minore, il sesto e il set timo grado vengono
restitu iti alla loro condizione originale, così com � avviene nella scala m1-
137
nore naturale, perché il settimo grado ( e con esso il ses to) non sono
più diretti verso la tonica, ma anz1 se ne allontanano :
./"-, Il #o # ��
' o ,, o
,,
1 2 3 4 5 6 7 8
la SI Do Re MI Fa� Sol zt La
Tono Semilono Tono Tono Tono Tono Semilono
Il
o
,,
Sol q
8 7 6 5 4 3 2
la Fa q MI Re Do SI la
Tono Tono Semllono Tono Tono Semllono Tono
Notate che in tutti i tre casi il terzo grado della scala minore ha un
intervallo soltanto di un semitono rispetto al secondo, invece del tono
intero della scala maggiore : questo è il carattere più tipico delle scale
minori 19.
2 1 2 Poiché avrete dovuto accorgervi che 0gni tonalità si basa su due
possibili tà o modi ( una scala maggiore, modo maggoire, ed una scala
minore, modo minore, che comincia dal sesto grado rispetto alla maggio
re ), vi potreste domandare come si riesca a comprendere, di quale tonali
tà effet tivamente si tratti. In verità la sola indicazione delle alterazioni
in chiave non è infallibile come guida ; ma se la consideriamo assieme ad
altri elementi, darà generalmente l 'informazione che ci è necessaria. Per
esempio, nell '« Addio del passato » ( paragrafo 2 1 0 ) non abbiamo né die
sis né bemolli in chiave, e ciò indica che si può tra ttare della tonalità di
Do maggiore o di quella di La minore ; ma i due punti più indicativi del
pezzo, l 'i nizio e la fine, sono costituiti dalla nota La, e quindi abbiamo
IJ J J J lJ J j J
nasciamo già ( ma qui trasportata in re maggiore) e della sua trasposizione in minore
( in re minore per l'esattezza) come fatta da G. Mahler nel terzo movimento della
sua Sinfonia n. l . In tonalità maggiore la melodia suona :
J JJ ] I J J JJJJ1
J J 1 lJ J 1 o
Il
1 38
un buon motivo per ritenere che la tonica sia il La piu ttosto che il Do .
Inoltre il Sol diesis nella terza misura non troverebbe posto nella
tonalità di Do m aggiore, mentre si trova frequentemente nella tonalità
di La minore quale settimo grado elevato di altezza.
2 1 3 Adesso dovremmo rivedere le nostre tavole sulle indicazioni di to
nalità, per comprendere i due significati di ciascuna notazione :
INDICAZIONI DI TONALITÀ, S CALE MAGGIORI E M INORI
A ft ., Jt_
Chiave di
.. ,w. ,w.
violino
maggiore Sol maggiore Re maggiore La maggiore Mi maggiore
La minore MI minore SI minore Fa;!t minore Do:�t minore
tJ Do
Chiave di
basso
violino
SI maggiore Fa:!t maggiore Do:�t maggiore Fa maggiore Slbmagglor�
Sol:!t minore Re:�t minore La:�t minore Re minore Sol minore
t.J
basso
l T
Ch lave di Il. l l L l
vio lino
Mlb maggiore Lab maggiore Rebmagglore !Solbmagglore Dobmagglorle
t)
J !J J lJ J JJJ l
In tonalità minore invece ( attenzione al terzo grado della scala, non più Fa :!t ma Fa b ) :
Sole n n e e grave
'
l
'
1 39
A P P ENDICE N. 2
1 40
2 14 TERM I N I U S AT I PER INDICARE IL TEMPO O MOVI MENTO
N Adagio
T
Grave Lourd Schwer Heavy, Serious
o
Larghetto 20 ( diminutivo di Largo; non cosl lento come il Largo )
'
Andante Allant Gehend Medium slow
M
O Moderato Modéré Massig Moderate
D
E Allegretto ( diminutivo di Allegro ; meno veloce di Allegro )
R
A
Andantino ( I musicisti non sono d'accordo sul significato di « An
dantino » : alcuni ritengono che esso voglia dire meno lento del
T
l'Andante, altri, invece, reputano che « Andantino » significhi
O
\
« meno Andante » , e cioè più lento ! )
20 Q uando << Andantino >>, << Adagietto >> o << Larghetto » vengono usati come titolo
di una composizione, il d.iminu tiv o spesso si riferisce alle proporzioni del brano,
piuttosto che al suo movimen to ; per esempio << Andantino >> equivale in questo caso
a un << Andante >> di breve estensione.
141
215 TERMINI U S ATI PER INDICARE UNA VARIAZIONE D I TEMPO
O MOVIMENTO
1 42
216 TERMINI U S ATI PER INDICARE I L VOLUME ( O L 'INTENSITÀ )
DEL S UONO
!
più
Questi termm1, già usati a proposito dei mutamenti di
meno
tempo , si riferiscono anche all'intensità.
non troppo
1 43
218 TERMINI U S AT I PER INDICARE UNA S IM U LTANEA RIDUZIONE DEL
MOVI MENTO E DEL VOLUME
poco
un peu ein wenig a little
un poco
LE CHIAVI DI DO
i
�
��-
� �����
( contrassegnati con un segno di chiave sul rigo di Fa ) si possono usare
separatamente, ogni volta che non �;i fa uso delle note acute :
# ��
Per voci acute e
per strumenti
- J:
dal suono acuto (Sol) -
(Do) -
Per voci gravi e
(Fa)
per strumenti
dal suono grave
L A CHIAVE DI CONTRALTO
(Do) - - ----
omettendo i tre righi i n alto del pentagramma superiore e i tre righi in
basso del pentagramma inferiore. Quando si usano soltanto questi cin
que righi non vi è bisogno di impiegare la linea trat teggiata a cui si era
fatto ricorso per il Do centrale perché gli undici righi originari erano
troppi affinché l 'occhio potesse afferrarli e individuarli a prima vista (V.
147
paragrafo 7 8 ). La chiave che si usa per questi cinque righi è una chiave
di Do, cioè il rigo del Do centrale è quello che si contrassegna con il
simbolo di chiave. Questo pentagramma assume l'aspetto che vedete
nell'esempio:
IlM
Chiave di
co ntralto
222 Questa chiave si dice chiave di contralto per la sua origine, sebbe
ne oggigiorno essa non venga impiegata se non raramente dalle cantanti
con voce di contralto, che invece di solito leggono la loro musica nella
più comune chiave di violino (o di Sol ), usata anche dai soprani. La
chiave di contralto viene impiegata oggi soprattutto per la viola, ma tal
volta anche la viola legge in chiave di violino, quando la sua musica si
estende verso i suoni acuti .
L A CHIAVE DI TENORE
223 Per le voci di tenore divenne di uso comune l 'impiego di una chia
ve leggermente diversa di quella di contralto. Poiché il tenore cantava
note un po' più gravi di quelle del contral to, sebbene anche esse
appartenessero alla regione centrale dei suoni, si conservò soltanto uno
dei righi del pentagramma superiore insieme con tre righi del penta
gramma inferiore :
(Do)
Chiave d i
tenore m
112�
�
1 48
o
�8
f�
o o
A
discendente discendente discendente
.J
- "'
149
..
�
�
Il do4 re4 ml4 la4 sol4 1a• sl4 do6 re6
Quarta ottava
Seconda oHava ascendente Terza oHava ascendente ascendente
228 Le note della Sesta ottava e quelle della Settima ottava implicano
il ricorso a �ti tagli addizionali da risultare di difficile lettura, se la
loro notazione originale viene rispettata . Per ovviare a tale difficoltà
queste note si scrivono talvolta un'ottava sotto alla loro altezza normale
ma ricorrendo all'espediente di porre su di esse il segno 8" o 8'"", per
ricordare che devono essere eseguite un'ot tava più acuta :
.n B va- -
o
ecc.
., o
e u e-
u -a-
�l
ecc.
-& a va ba.ua - - -
Per queste note il segno 8" o 8'" si pone sotto le note, e mus1c1stl
molto precisi scrivono generalmente sva bassa' per evitare ogni possibi
le confusione tra questo segno e quello che si impiega per le note acu te.
230 I N D I V I D U AZ I ONE D E L L E NOTE A L PARAGRAFO 87, PAG. 77
l . Si 2 . Do 3 . Re 4. Sol 5. Fa 6 . Fa 7. La 8 . La 9 . Si
1 0 . Sol 1 1 . Mi 1 2 . Fa 1 3 . Fa 1 4 . La 1 5 . Mi 16. Si 17. Do
1 8 . Re 1 9 . Re 2 0 . Sol 2 1 . Mi 22. Sol
1 50
Doppio Chiave di Chiave di Chiave di Chiave d i Ch iave Ibrida
pentagramma violino basso contrailo tenore di tenore
- - -
- - - -e- -
- - - - IIIJ e
-- e
- - IIR
�! t>: ll
l
l� · � �
l
Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale
- -.Q.
- -- -
- - IlM " o
t>:
l ll - - - � - - - - - IIH �
Fa sopra il Fa sopra i l Fa sopra Il Fa sopra il Fa sopra Il Fa sopra il
Do centrale D o centrale Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale
- - -
-
- - -
': li ll ii
- u
-- - - - IIK .. - - - 119
:>:
l � �- �
S o l sotto i l Sol sotto Il Sol sotto Il Sol solto Il S o l sotto I l Sol solto il
Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale Do centrale D o centrale
e; Ricordatevi che leggendo questa pagina da smtstra a destra, state leggendo esattamente lo stesso suono in ogni
chiave. Tutti i sei Do sono Do centrali, non un'ottava p iù alta né un'ottava più bassa, e tutti i sei Fa so110 lo
stesso Fa.
INDIVIDUAZIONE DELLE NOTE AL PARAGRAFO 1 04
l . La sopra il Do centrale
2 . La bemolle sopra il Do centrale
3 . Sol diesis sopra il Do centrale
4. Il secondo Sol diesis sopra il Do centrale
5. Mi bemolle sopra il Do centrale
6. Do diesis i m mediatamente sopra il Do centrale
7 . Il secondo La sopra il Do centrale
8. Il Do due ottave sopra il Do centrale
9. Si diesis sopra il Do centrale
1 0 . Fa diesis sopra il Do centrale
1 1 . Sol bemolle sopra il Do centrale
1 2 . Si bemolle sopra il Do centrale
1 3 . Re bemolle sopra il Do centrale
1 4 . Il secondo Mi bemolle sopra il Do centrale
1 5 . Il secondo Fa diesis sopra il Do centrale
1 6 . Il La diesis sopra il Do centrale
1 7 . Il secondo Do diesis sopra il Do centrale
1 8 . Il secondo Re diesis sopra il Do centrale
1 9 . Fa so tto il Do centrale
2 0 . Il secondo La sotto il Do centrale
2 1 . Il secondo Si bemolle sotto il Do centrale
2 2 . Il Re sotto il Do centrale
2 3 . Fa diesis sotto il Do centrale
2 4 . La be molle sotto il Do centrale
2 5 . Si bemolle sotto il Do centrale
2 6 . Il secondo La diesis sotto il Do centrale
27 . Il Do diesis sotto il Do centrale
2 8 . Re diesis sotto il Do centrale
2 9 . Sol diesis sotto il Do centrale
3 0 . Il secondo La bemolle sotto il Do centrale
3 1 . Il secondo Sol bemolle sotto il Do centrale
3 2 . Il secondo Fa diesis sotto il Do centrale
3 3 . Il secondo Mi bemolle sotto il Do centrale
3 4 . Il Mi bemolle sotto il Do centrale
3 5. Il secondo Do diesis sotto il Do centrale
3 6 . Re bemolle sotto il Do centrale
3 7 . Sol bemolle sotto il Do centrale
3 8 . Il Do diesis immediatamente sopra il Do centrale ( suono della mede
sima altezza di quello raffigura t o al n. 6 )
3 9 . R e sopra il Do centrale
APPENDICE N. 4
TESTI MUSICALI
Raccogliamo qui le melodie cui s'è fatto ri ferimento nel testo corredan
dole dell'indicazione del paragrafo in cui sono citate o in cui se ne sono
raffigurate le strutture ritmiche.21
J J J IJ J j
l ) par. 8 e 1 4 : « Fra' Martino »
J J
Allegro moderato
� &è -
IJ F' l
�� F J r F r r r IJ J E F F r l
' -
Fra Mar - ti - no cam - pa na - ro dor - mi
'r
�& J J J J IJ J J Il
Tu, d o r - mi Tu, suona l e c am - pa - n e suona le cam -
Il
2 1 Per
raffigurare con la massima chiarezza i raggruppament i ri tmici s i è scelta la
grafia a suo tempo indicata come la più adatta alla musica strumentale. II lettore può
utilmente esercitarsi a scrivere gli stessi brani secondo la più corret t a grafia per il canto,
tenendo conto che ogni sillaba comporta la scomposizione di un raggruppamen to
ritmico. S i confronti la grafia di questo esempio con quella data a pag. 1 5 6 :
"\ c i L .l>< m c u 1 u n a s lll a ba raccolga due o piÙ s uo ni , ques t i debbono essere rab
gruppati secondo le loro caratteristiche ri tmiche. Sempre per chiarezza si fa anche
ricorso alle lega t u re indicando così che tutti i suoni legati fanno parte di un medesimo
gru ppll s i l lahico c vanno esegu i t i senza al cu na i n terruzione o respiro Ad esem p i o ·
153
22
�� n n 1 w
2 ) par. 8 e 1 4 : « Giro, giro tondo »
Allegro moderato
� J JJ lj J 1 Il
G i -ro, g 1 - ro ton - d o , g1 - ra pu - re i l m o n - d o ,
gl - ra la t er - ra t u t - ti g i ù per ter - ra .
Jr J. l 1 ..
Allegro
1
J in - gle b e l l s ! J in - gle bells ! con la s l i t - ta a n - d rà
W�z
r lJ J j lJ
per il mon - do ad an - n u n - ciar c h ' è l a not - te di Na -
j j
�&
�� J r l )i l l r r r· � l
tal ! --- ] in - g l e b e l l s ! ] i n - gle bel l s !
Il
�� r J J F F r J Il
J1J
lui SI fer - me rà dai ba m - b i nJ
1
� l
1 I J. l
po - ve - n e l SUOI do - ni l a - sc e - rà.
22
J ).
Diamo qui la melodia nella stesura ritmica esatta, avvertendo che ai paragrafì H
e 14 appare i n vece in tempo di C (o
2J
e
Di questo canto, a i paragrafi 8 e 1 4 , si r ichiede un 'esecuzione più lenta, conw
se invece che in tempo ta gli ato ( -- 2 colpi per battuta) fosse scritta in c
( = 4 colpi per battuta).
1 54
J J
« »,
:fJ r lJ
4 ) par. 4 3 : Sul ponte di Bassano canto alpino
�-ft
Moderato
r
(�
Sul p o n - te di Bas sa no
� -ft j r l J fJ J J
nOI Cl da-rem la ma - no sul ponte di Bas-
r· � 1 r r
sa no noi Cl dare m la ma - no .
r r 1
l Jj J J J l
noi ci da-rem la ma - no ed un b a - cin d'a-
F
mo r ed un b a c i n d'a - mor ed un ba - c i n d ' a - m or .
24
' r·
5) par. 43: « Quel mazzolin di fiori »
�� J
Allegretto
·� ;,
J J j l l§]fJ :±
Quel maz zo - l i n -- di fi o r i -- che
J
7
m az zo - ! i n --- di fi o - r i -- che
155
tw J J J l@ 1
J r r lc r E r l
vicn dal - la mon - ta gna c guarda
� J � ��
ben che no'! se ba - gna che lo
F rg l r- � Lfì:J l g. 'd
vo - glio re - - ga - lar e guarda ben che n o ' l se
� '
ba - gna che lo vo - g l io re - - ga - lar.
I J w. a w J
6) par. 4 3 : « La violeta » , canto lombardo
r
Andante
r ro
[J r
E la Vi - - le - ta la va la
r r r l
J. 3J l jJ .s J t
va la va la va --- e la Vi - o -
� -n J
t:! F EJ I
va va --
� jH
le - ta la va la la va la
J9 rE U l J r J crm '
ç
�-� F
la va sul cam - po, la s'e - ra'n -so-
1 56
�-� J J J J o l r u r e- l 1
� ·� r n rr rr l J r J u l J u r
ra - va la va sul cam - po la s ' e r - ra' n -so-
� ·e J J - J - J )lJ
Allegretto
) J.
� FJ J l!
J
eia
�
Il cac tor del bo sco
�l
vi - d e u -na pa-
w. lJ D
- ZIO
� - J.
e - ra graz io - sa e b e l - la gra - sa e
J)
r
'
J. l J.
-----
bel la il cac- c 1 a-
}5 r r r l
J tJ J i l Il
to- r;----- il cac - eia-
� • F' J t o - re se ne in - n a - m o - rò.
157
l J. � J J. ?l
»
� �· e u. a J a.
8 ) par. 64 : « S tille Nacht ( Santa notte ) di F. Gruber
Moderato
�� r P �. lr � J.
D o r - mi bambin, d o r - mi Ge - sù ,
l J. � J J.
·
su nel ciel can - ta - no
� .1. J
� �· J .
n in na nan - na gli an - g e - l i i n cor,
r·
- r::de
al
� � ;: an u w a 1 3. J
dor - mi o ca - sù ---
"l Il
>> ,
)i i J J J J Jl
9 ) par. 6 4 : « Piva, piva antica piva dei montanari
Andante
J J J J. :lll:jJJ_fJ] l
.,
]l i
158
1 0 ) par. 6 4 : Corale « Liebster Jesu, mein Verlangen » dalla Cantata n.
4 HB#I! J. = J w r
terzo e ultimo movimento, « Danza pastorale »
Allegro
J
l
Jì
4 di#. J. ! J J l
IJ) J. r
J.
J.
1 2 ) par. 6 4 : « Bat tan l 'otto », canto politico
Lento
B at - t an l'ot to
:d
J
ma sa- ran - no --- le no- ve
� H. miei fi - glio- li
'1
1 59
�� ctJ J )l J...) Jj } 'l 'l 1... .
ma son d i - giu - nr an - co ra.
>>
IF F r r
1 3 ) par. 6 5 : L a vecchia fa ttoria
F F
«
�e r W IJ J J J
Allegro
lr r F W lJ
- a -
�
Nel - la vcc - chia fat - to ri - i - a i - a
Il
JW J
r r r r
o do - vè c 'è lo zio To - bi - a
,,
� C! ! .
r - a - 1 - a o
<<
J l
1 4 ) par. 65 : Addio a Lugano »
Moderato
1 J lj J
Ad - d io Lu - ga - no bel -
J j lj lJ J J
la, o do l - cc Tcr - ra
� jij J
j
�
J.
--
pl - a -- scac - eia - ti
se n za col pa
1 60
r lj w lJ J l
3 1 3 i 3 :E 3 1 ].
__
gli - a nar - chi -
Cl v an VI - a
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J.
e par - to - n o can - tan -
1 w c a ;: a
do con la spe - ran - za m
f-11� ta 1
lj J J J
cuor --- e par- to-no ca n-
jJ Il
tan - do con la spe-
tJ. t l
ran - za i n cuor. ------
JJ t ) l L J ! 1
1 6 ) par. 66 n . l: « Valsugana » , canzone del Trentina
�·Mfii:J
Allegretto
� ·@ ro rw 1 =Il w. ,,
Quan-do an - de - re - mo fo - ra, fo • ra
u w
� ·ft 1 Ji 1 J r 1J
per la Val - su - ga - na e a
161
) l J, j) l F r
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l J. )i l J. )l
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lJ J l J.
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sta e a rJ tro-
J� l
var la ma - ma a ve -
Il
der ve - der co - me la sta.
l r
1 7 ) par. 66 n. 2 : « Ero povero ma disertore » , canto militare lombardo
Moderato
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E - ro po - ve - ro ma di - s e r -
to - re e di - ser -
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ta - vo
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SIC ro m1 v1en mi vie-ne in testa di non
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lr r ; l E" l c r l
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-qua n - do u n pen - s1e - ro mi Vten m i vie- ne i n
� l
te - sta di non fa - re ma t p i ù i� - s o l - dà.
n l J. J) J fS l
italiana di M. T. Sani , ed. Ricordi, Milano)
Moderato
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{j l J J [J I
Buona no t - te mio ben , tutto
}J I EJ J r l r nl
._./
spar - so di fì - or, calmo doP - mi co-
fJ l J
sì fì - no al sor - ger del dì. I I mat -
J
��q r
i] l j FJ l
ti n o che v i e n , se i l S i - gno -
re lo
� ·� w J J l J. Il
v u o i , -- ti ri - de sti m w ben, nella
1 63
n.
� lu lJ
1 9 ) par. 66 4 : « Santa Lucia »
� �, ! J J.
Moderato
J J,
��b [J j lJ J J
Sul ma - re l u c c i - ca l ' a - stro d'ar -
=Il F F
'-"--"'
gen - to, pia - ci - da è l 'on - da,
r
pro - spe - ro i l ven - t o . Ve - ni - te a l -
a tJ ' e
l ' a - gi - le bar - che t - ta m1 - a
��· o �
J. l l-
San - ta - Lu - ci - a,
F Jl Il
�
San - ta Lu - ci - a.
J lj r lj J
Moderato
��� j
r l r· l
Ta - ce i l !ab - bro, t'a - mo
�· J di - ce i l VI
r·
o-
1 64
fM J. t; � l l J �
F lj J l r l
�
lin le sue
�- r - r -
��� F' l r· l �
-
no - te di con tut te :
- r· �
� �� r r lr F lr
m'hai da a mar
� �� J. lr F l r F
Del la ma n la stret -
l j J
· ta chi a - ro di - ce a
�- r· l r '
�� r J lF r lJ J
me : SI è
l j.
-
Il
ver, tu m'a mi, sì tu
�- J. l J
m'a mi, è ve r.
21 )
�� l J l
par. 66 n . 6: « Addio mia bella, addio » , canto del Risorgimento
Tempo d i marcia
J.
Ad - dio mia bel - I n , ad-
1 65
l lJ J lj J
�FJ.S>
�
J
� � r J l J_ lJ J1
di - () che l 'ar - ma - ta
�� r r l r r lJ J
""""" ::;:;:::.-o""
se ne V ;-t c se
f* r !] l J lr
Il P I l par tis - SI an - ch'i - ()
�b J LJ J1 l F r
sa - reb-be li - na vii-
;J"
J lF J
-=:::::: ===-
�� r F l J
s::
J
�
�� j l r l� ��
tis SI an ch'i - o sa - reb - be u-
Il
na vi i tà.
Allegretto mosso
J J J J i dJ) J
Vu - I c s -se fù'rve - n i - pe' n'o - - ra
J
Sll - la lu tcm - pe bel-le cle - la
! ()()
�& r= ·r r 1 r t: td:;; -'
l�' lF l
cun - ten - tez - ze -----
�>3-� 'l i l
qu�n -
H CF
de p a z - z i -j � -
� r J 1 J= td· EJ f
e t i c u - prè d i va - sce e di - ca -
�� u u u 1 r r r 1 Et r r
rez - ze. E
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vo - l a vo-la vo-la vo - la e vo - la lu pa -
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vo - ne, si t ie' lu co-re bo - ne, mo '
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fa m-mc-ce a r - p r u - và . E vo-la vo-la vo-la
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vii. ------ ------
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2 4 ) par. 66 n . 9 : « Fischia il vento », canto della Resistenza
Lento
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Fi schia il ven to m - fu - na la bu-
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do ve so ge d sol del - l'av - ve -
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25La prima volta si canta come scritto, la seconda si legge i l testo i n corsivo che
prevede la pausa eli croma sull'ultimo ottavo della battu ta. Si passa poi subito alla
parte successiva .
1 68
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27 ) par. 6 6 n. 1 2 : Bella ciao canto della Resistenza
Mosso
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za - ta o bel - la ciao, bel la
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169
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e ò tro - va to l ' in - va - so r.
A LTRA NOTAZIONE
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S ta-mat - ti - na mi so-no a l - z a - ta o bella
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ciao bella ciao bel-la ciao c 1ao c i -ao sta-mat-
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t i - na m i s o n o a l - za - t a e ò tro-
va - to l 'in -
Fva - sor.
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2 8 ) par. 66 n. 1 3 : « Calabrisella )) canzone calabrese
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Lentamente (sei colpi per misura)
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La v i t - ti a la fi u - ma - ra chi la-
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va - va ---- Ca - l a - bri - se i - la
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E men - tri a p - p as- siu - na - ta mi guar-
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Ca - la - bri - sei - la mia, m az - zu di
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SCIU - n --- Ca-la-bri - sei - la
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m1 - a, -
C a - la - b r i -se! - la mi a,
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le - ru l a l - le - ru lal - l a - la. Sta Ca - l a - b r i -
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Moderato
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3 1 ) par. 66 16: « Ciuri . . . ciuri
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3 3 ) par. 66 n. 1 8 « Serenata » di F. Schubert, dal ciclo liederistico « Il
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canto del cigno >>
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bel � la non te - mer. 177
Howard Shanet è titolare della cattedra di Musica alla Columbia Univer
sity e direttore dell'orchestra della stessa università. Questa, sotto la sua
guida, ha acquistato rinomanza per i programmi audaci e non conformi
stici che offre al suo pubblico. Shanet è stato invitato a dirigere concerti
dalla New York Philharmonic per la serie dedicata alla gioventù, dalla
Boston Symphony Orchestra a Tanglewood, dalla CBS Symphony, e ha
tenuto concerti in Olanda, in Israele e in altri Paesi. In precedenza era
s tato assis tente dei direttori Leonard Bernstein e del compianto Ser
gej Kusevitzkij .
È anche noto come autore delle guide illustrative per i programmi
della New York Philharmonic e per quelli della New York City
Symphony. Gli abbonati alla « Music-Appreciation Records» lo conosco
no inoltre per la sua lunga serie di registrazioni di conferenze e per i
saggi che ha curato per questa organizzazione. È autore, infine, di una
s toria della New York Philharmonic.
Howard Shanet ha fatto pratica di direzione d 'orchestra con maestri
quali Sergej Kusevitzkij , Fritz Stiedry e Rudolph Thomas ; ha studiato
composizione con Arthur Honegger, Bohuslav Martinu e Nikolai Lopa
tnikoff; m usicologia con Paul Henry Lang. Ha due lauree, ottenute pres
so la Columbia University.
Come Shanet scrive nell'introduzione di questo suo libro, egli ha in
segnato secondo il metodo qui illustrato a più di un migliaio di studen
ti, quando era direttore dell'orchestra sinfonica a Huntington nella Virgi
nia occiden tale . Da allora altre decine di migliaia di allievi hanno appre
so da soli la m usica studiando su questo testo, e innumerevoli altri se
guendo la serie di lezioni televisive tenute da Shanet e intitolate « Impa
ra a leggere la mus1ca » .
INDICE DEI TERMINI MUSICALI
181
Q u intina , § 26 e nota Stanghetta di battuta, § 1 0
(Doppi a ) stanghetta , § 1 0
Ri tmo, § 46-68
Tagli addizionali, § 88-90
Sbarra, § 29 Tastiera dd pianoforte, p. 78/9,
Scala, § 1 86-2 1 3 § 1 00- 1 04
Scala armonica, § 2 1 1 Tempi binari, § 45
Scala maggiore, § 1 8 6-206 Tempi composti, § 64
Scala melodica, § 2 1 1 Tempi ternari, § 45
Scala minore, § 207-2 1 3 Tempo, § 9- 1 0 , 37-68
Scala naturale, § 2 1 1 Terzina, § 25
Scala pentatonica, § 1 87-188 Tonalità, § 1 0 5 - 1 0 8 , 1 3 2 , 1 7 3 - 1 85
Sogni di ripetizione, § 1 44- 1 50 Tonalità ( notazione della ) , § 1 86-
Sernibiscroma , § 1 8 , 1 9 213
Semibreve, § 1 1 , 1 9 Tonalità maggiori, § 1 0-206
Semicrom a , § 1 6 , 1 9 Tonalità minori, § 207-2 1 3
Semiminima , § 1 3 , 1 9 Tonica, § 1 8 1
Semitono, § 9 5 e nota 8 , 1 9 1 Tono, § 9 5 e nota 8 , 1 9 1
Sforzando, § 1 58 Tremolo, § 1 5 1 - 1 5 2
Sforzato, § 1 5 7 Trillo, § 1 53- 1 54
Sincope, § 6 1
Solmisazione, § 82 Vibrazioni, § 70
S taccato, § 1 60- 1 62 Volume, § 2 1 7
SOMMARIO
5 Prefazione
6 Ciò che si propone questo libro
7 Come è nata l'idea di questo libro
9 Come impiegare questo libro
PRIMA PARTE
NOTAZIONE DEL RITMO
Paragrafi 1 -68
Primi passi, 2- 1 0 ; Simboli delle note, 1 1- 1 9 ; Combinazioni dei simboli
delle note, 20- 2 2 ; Simboli supplementari, 2 3 - 2 9 ; Pause, 30-3 2 ; Combi
nazioni di note e di pause, 3 3-37 ; Tempo o Movimento, 37-3 8 ; Tavola
delle principali indicazioni di Tempo o Movimento, 39-40; Tempo ritmi
co, 4 1 -45 ; Modelli di ritmo, 4 6 ; Alcuni ritmi caratteristici in � , 47-56 ;
Alcuni ritmi caratteristici in � , 57-59 ; Alcuni ritmi caratteristici in ,
60-6 1 ; Altri tempi, 62-6 3 ; Tempi composti, 64 ; Esercizi: lettura dei
ritmi 65- 6 8 .
S ECONDA PARTE
NOTAZIONE DELL 'ALTEZZA DEL SUONO
Paragrafi 69- 1 0 8
Primi metodi d i notazione, 73-80; I l pentagramma, 8 1 ; Chiavi, 82-84 ;
Esercizi per l'individuazione delle note, 85-8 6 ; Tagli addizionali, 88-90;
Gli accidenti, 9 1 -92 ; La tastiera del pianoforte, 92-9 8 ; Tavola dei mo
delli che forniscono un aiuto visivo per individuare le note sulla tastiera
del pianoforte, 98-99 ; Esercizi: la tastiera, 1 00 - 1 0 4 ; I ndicazione della
tonalità, 1 05- 1 08 .
TERZA PARTE
COMBIN AZIONE DELLE NOTAZIONI DI TEMPO E DI ALTEZZA
Paragrafi l 09- 1 4 2
« Au clair de la lune », 1 09-1 1 6 ; « Inno nazionale britannico », 1 1 6-
1 26 ; « La Dossologia », 1 26- 1 3 6 ; « Jingle Bells », 1 3 6 - 1 4 2 .
1 83
QUARTA PARTE
SIMBOU E SEGNI SUPPLEMENTARI
Paragrafi 1 4 3 - 1 72
Ripetizioni 1 4 4 - 1 5 2 ; Abbellimenti 1 5 3 - 1 5 4 ; Simboli per la dinamica,
1 55- 1 59 ; Simboli per l 'espressione, lo stile, t>CC . , 1 60- 1 7 2 .
QUINTA PARTE
TONALITA
Paragrafi 1 7 3 - 1 8 5
APPENDICE N. l
SCALE E NOTAZIONE DELLA TONALITA
Paragrafi 1 86-2 1 3
Scale 1 8 8- 1 89 ; La scala maggiore, 1 90- 1 9 2 ; Formazione delle scale mag
oi ori , 1 93-205 ; Notazioni di tonalità, scale maggiori, 206 ; La scala mino
re, 207-2 1 2 ; Notazioni di tonalità, scale maggiori e minori, 2 1 3 .
A PPENDICE N . 2
VOCABOLARIO DI ALCUNI I MPORTANTI
TERMINI STRANIERI USATI IN MUSICA
Paragrafi 2 1 4-2 1 9
Termim usati per indicare i l Tempo o Movimento, 2 1 4 ; Termini usati
per indicare una variazione di Tempo o Movimento, 2 1 5 ; Termini usati
per indicare il volume del suono, 2 1 6 ; Termini usati per indicare varia
?:ioni di volume, 2 1 7 ; Termini usati per indicare una simultanea riduzio
ne del Movimento e del volume, 2 1 8 ; Termini usati per indicare le va
riazioni a carattere espressivo, le gradazioni, l 'intensità o lo stile, 2 1 9 .
APPENDICE N. 3
LE CHIAVI DI DO
Paragrafi 220-2 3 0
La chiave di contralto 22 1 ; La chiave di tenore, 222 ; Chiavi ibride,
225 ; Confronto fra le varie chiavi, 226 ; Sistema di indicazione delle
ottave, 227-2 3 0 .
APPENDICE N. 4
TESTI MUSICALI
Pagine 1 53 - 1 7 8
Printed i n l taly