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VERDI –
COM O
Corso di diploma accademico
di secondo livello in discipline musicali
M atricola 2608
1
Indice
INTRODUZIONE……………………………………………………………………….. 3
1.2 Il fonico…………………………………………………………………. 17
CONCLUSIONI………………………………………………………………………….... 70
BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………………………72
RINGRAZIAMENTI………………………………………………………………………. 73
2
INTRODUZIONE
3
Capitolo 1: BREVE STORIA DELLA DIFFUSIONE
SONORA
4
1.1 L’impianto audio
5
Un altro elemento fondamentale è l’indice di direttività che esprime di
quanti dB aumenta la pressione sonora se applichiamo una tromba al
driver.
In alcuni casi di sonorizzazzione è richiesta la massima direttività degli
altoparlanti poichè vogliamo che il suono vada all’altezza delle orecchie
del pubblico, né più in alto né più in basso. In uno spazio chiuso dove le
riflessioni comportano problemi d’intellegibilità, un paragone può essere
fatto con la voce parlata dove la compresione è legata alla quantità di
segnale diretto rispetto al segnale riflesso che l’ascoltatore riceve,
utlizzando singoli altoparlanti è sufficiente valutare la risposta del
dispositivo e fare qualche analisi sull’acustica dell’ambiente, in spazi
molto ampi, invece, è necessario utilizzare più altoparlanti per arrivare a
pressioni sonore sufficienti a coprire l’area d’interesse con l’obbiettivo di
ottenenere la massima omogeneità di copertura ed alto livello sonoro
dalla prima all’ultima fila. Per affrontare le interazioni fra più
altoparlanti, per anni si è serviti della tecnica del “Point Source Array”
che è stata portata alla massima evoluzione con l’impiego di diffusori a
banda intera, strettamente accoppiati in modo che, dalla somma degli
angoli di dispersione dei singoli diffusori sia sul piano orrizzontale che su
quello verticale, si possa ottenere la diffusione richiesta. Inoltre per
compensare le interferenze che si generano accoppiando gli altoparlanti,
si è fatto uso di sistemi di ritardo su ogni singolo diffusore, ma si
ottengono risultati buoni solo nel punto di misura di riferimento.
Nel sistema Vertical Line Array i dispositivi sono sovrapposti, e costruiti
per avere una dispersione sul piano orizzontale consistente, questo
risolve la maggior parte dei problemi che causano un cattivo risultato
sonoro.
In un’analisi effettuata al DBK Associates and Labs, a Bloomington in
Indiana nel 2010, Don Keele Jr. mette a confronto sette differenti tipi di
6
line array. E’ utile notare come il risultato sonoro cambia in base alla
forma dell’array, di seguito sono evidenziate le differenze fra due di
questi tipi di forme, individuata la Spiral-Line Array No Shading in
quanto spesso si ottiene questa curva nel progettare l’impianto, l’altra
forma analizzata è chiamata Circular-Arc Line Array Legendre Shading
che comporta la migliore prestazione e risposta ai parametri di analisi
prestabiliti da Keele.
I settaggi con i quali sono stabiliti i parametri delle prestazioni prevedono
l’utilizzo di 100 punti sorgente equamente spaziati, con una distanza di
20 mm con 60° di angolazione fra le sorgenti ed un’altezza dell’array
complessiva di 2 metri. I dati sono calcolati con intervalli a 1/3 di banda
di ottava da 20 Hz a 20KHz.
I parametri riguardano: la Beamwidth uniformity che valuta l’andamento
dell’apertura del fascio spettrale in una fascia predefinita; la Directivity
uniformity indica la direttività dello spettro; la Vertical sound-field
uniformity mostra la diffusione del suono verticale in funzione della
frequenza in ingresso, ed è calcolata su un’area di 6m x 6m posta di
fronte all’arrey è mostrata su un piano verticale 2D; la Polar side lobe
suppression mostra i lobi che si creano intorno al dispostitivo sottoposto a
diverse frequenze; la polar response uniformity mostra l’uniformità della
risposta in frequenza sul lobo principale; la smoothness and flatness of
off-axis frequency response mostra la risposta in frequenza fuori asse tra
0° e 30° con un salto di 6° misurata a 3m e a 18m; la sound pressure
rolloff vs. distance indica l’andamento dell’ampiezza in funzione della
distanza; l’ultimo parametro e la near-far polar pattern uniformity che
indica la risposta in frequenza in funzione della distanza.
Nella figura 1 sono mostrati tutti i casi considerati da Keel. Nello
specifico sono stati analizzati i dati relativi al sistema (d) e (f).
7
Fig. 1 Sette tipi di disposizioni dei vertical line array
8
Beamwidth uniformity:
Fig. 2 Spiral-line array no shading Fig. 3 Circular-arc line array legendre shading
Directuvity uniformity:
9
Da questo confronto è dimostrata l’efficienza del sistema circolare che
presenta una continuità uniforme nella risposta direttività.
10
Nel confronto delle figure 6 e 7 si noti, come dimostrato nei parametri
precedenti, che entrambi i sistemi mantengono una buona apertura del
fascio sonoro, ma il sistema a spirale presenta una ricca presenza di lobi
laterali che variano in funzione della frequenza.
Nelle figure 9 e 10 sono visibili i lobi laterali che si generano nei due
sistemi, i calcoli sono effetuati rilevando la sorgente a 250m di distanza e
facendo ruotare sul centro il sistema a spirale, per il sistema circolare si è
ruotato sul centro della curvatura. Il grafico polare è tarato su un range di
11
40 dB di estensione e la riga verde indica i -6dB. Un’attenuazione di 6dB
indica, al nostro sistema percettivo, un dimezzamento della pressione
sonora. Nel sistema circolare si nota una morbida continuità della risposta
in funzione della frequenza, il sistema a spirale suggerisce una rigidità
nella risposta in funzione dell’angolo.
12
distanza di misurazione. Nelle figure 11 e 12, le risposte sono state
calcolate a 3m e 18m e sono relativi a 6 diversi angoli da 0° a 30°.
Le differenze dei due sistemi dimostrano una capacità maggiore del
sistema circolare di mantenere quasi perfetta la risposta intorno ai -12dB
sugli assi con angolazione inferiore a 24°, con poche ondulazioni ed
inoltre una risposta molto simile anche in funzione della distanza.
13
La pressione sonora in un sistema array dipende dalla vicinanza alle
sorgenti, si ha una caduta di 3dB al raddoppiare della distanza in
prossimità dei diffusori, a lunghe distanze si ottiene un decadimento di
6dB al raddoppio della distanza. Anche il fattore di decadimento della
pressione sonora è in funzione della frequenza di analisi.
Con un set di frequenze mostrato a destra, è stata
misurata la risposta in una copertura spaziale che
varia da 25 mm a 250 m di distanza.
Nelle figure 13 e 14 è visibile l’uniformità del
decadimento di ampiezza in funzione della distanza,
nel sistema circolare calcolato dall’alto, si ha una
regione dove la pressione e abbastanza costante fino a 3 metri di distanza.
14
Fig. 17 Circular-arc line array legendre shading
15
Nella figura 19 sono mostrati i risultati dei vari punteggi relativi
all’analisi dei diversi sistemi.
Testo ed immagini tratte da: D. B. Keele Jr. , A Performance Ranking of Seven Different Types of
Loudspeaker Line Arrays,AES paper, DBK Associates and Labs Bloomington, Indiana, 2010
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1.2 Il fonico
17
Diverse sono le specifiche competenze nelle quali un fonico si può
identificare in base alle esperienze aquisite: il fonico di studio, che lavora
dentro uno studio di registrazione con dei compiti precisi per un
produttore o in maniera indipendente; il fonico di registrazione, che si
occupa solo del fissaggio del suono; l’assistente fonico impiegato spesso
in grandi studi, dove matura l’esperienza con fonici più esperti ed impara
le prassi per la registrazione; il fonico di missaggio, che crea il missaggio
di una precedente registrazione multitraccia, come avviene in situazioni
commerciali in cui la registrazione è eseguita in studio e successivamente
missata in altra sede; il fonico di mastering che miscela la traccia stereo
finale, aggiustando il livello per predisporlo alla duplicazione
commerciale, utilizzando equalizzatori e compressori per definire il
colore finale del prodotto; il fonico o sound designer dell’audio, che nei
videogiochi ricrea i suoni nello sviluppo del gioco. Negli eventi dal vivo
le figure necessarie sono: il (FOH) Front of House, cioè chi si occupa
dell’amplificazione del suono, prevede l’organizzazione del materiale
tecnico necessario, cablaggio, equipaggiamento e missaggio del suono
durante lo spettacolo; il Foldback o fonico di palco, che si occupa dei
livelli sonori degli strumenti sul palco utilizzati dai musicisti; infine, il
tecnico del sistema audio utilizzato nella sua totalità, che si occupa del
settaggio del sistema PA (Public Address), garantisce ľ efficienza del
sistema di conformità per il luogo nel quale avviene lo spettacolo e ha la
responsabilità dello staff impiegato per la corretta gestione del materiale
in uso.
18
Capitolo 2: PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO AUDIO
19
garantire una risposta piatta dello spettro auditivo su tutta la fascia
frequenziale a elevate pressioni sonore. Guido Noselli, protagonista
italiano degli studi sul settore, descrive il percorso scientifico e fisico che
è stato seguito per arrivare alle soluzioni tecnologiche moderne. Noselli a
sua volta fa riferimento a Christian Heil dicendo “Di aver chiaramente
descritto e dimostrato i criteri che regolano tali configurazioni, arrivando
a formulare una completa teoria”, il problema fino a quel momento era
ottenere da un altoparlante per le alte frequenze un’emissone ad alto
livello sonoro. Questo è stato ottenuto con il “DOSC wave guide”, viene
sostituito al driver magnetico un driver a compressione con l’aggiunta di
una guida d’onda, in particolare nell’implementazione di Heil, all’interno
della guida d’onda, c’è un elemento “rifasatore” che garantisce il
controllo della dispersione del suono in uscita. Un’altra soluzione
tecnologica sviluppata da Guido Noselli, si è avuta con “La guida d’onda
a doppia riflessione”, per ottenere la dispersione voluta con il fenomeno
della riflessione si deve creare prima una sorgente puntiforme, sfruttando
la riflessione con superfici che possono essere piane, concave o convesse.
Altre riflessioni della sorgente puntiforme verso superfici con varia
geometria, vengono sfruttate per garantire che i percorsi del suono siano
uguali da qualsiasi punto di ascolto, all’interno della sezione attiva della
sorgente. La prima applicazione pratica del dispositivo della guida d’onda
a doppia riflessione è presente nel C.D.H. 483 Butterflay Hi-Pack (fig.
20).
20
Il sistema Butterfly Hi-Pack garantisce una copertura sulla gamma di
frequenza alta e medio-alte. Per abbinare la sezione bassi, la casa
produttrice Outline crea il Butterfly Low-pack C.D.L 1815. Esso ha
elevate prestazioni di potenza e risposta in frequenza piatta ed ha la
peculiarità di essere configurato con dipersione Cardioide o Iper
Cardioide. Altri due marchi hanno ricercato su questa direzione di
implementazione: la Mayer Sound Laboratory con il modello PSW-6 ed
il marchio Nexo con i modelli CD 12 e CD 18. Entrambi questi marchi
utilizzano le tecniche espresse negli anni precedenti come un numero di
altoparlanti che puo’ variare da 4 a 6, con la configurazione classica ad
inversione di fase “bass reflex”. Per il controllo della dispersione
cardioide, invece, si implementano complicati controlli elettronici. Per il
modello francese Nexo si è utilizzato una configurazione degli
altroparlanti “doppio reflex”. Il marchio italiano Outline con il Butterfly
C.D.L. 1815 (fig. 21) ha ricercato per creare un proprio prodotto con la
possibilità di ottenere una dipersione Ipercardioide. Utilizzando due
altoparlanti, rispettivamente da 18’’ e da 15’’, il primo si occupa
dell’emissione frontale, il secondo altoparlante è utilizzato per ricreare
nel sistema la dipersione Cardioire o Iper Cardioide. Per gestire questa
configurazione molto snella ed ibrida sono stati implementati una
complessa combinazione di filtri passa banda e di passa alto “meccanici”,
definiti nel brevetto italiano ed internazionale (PCT) che rende
comprensibile il principio di
funzionamento.
Fig. 21 Butterfaly C.D.L. 1815
Testo ed immagini tratte da: Guido Noselli, outlinearray butterfly system, Brescia
21
2.2 Sistema Axiom
22
all’interno del sistema, SDR: Single Demodulatiang Rings ideato per
risolvere i problemi riguardanti le distorsioni che si generano.
Oltre al sistema di array e sub della Proel si sono utilizzate 6 UPA della
Mayer (fig. 25), 4 per il rinforzo della zona frontale
del palco e 2 per il ritorno sul palco diretto agli
strumentisti. Questo dispositivo fornisce una copertura
su tutto lo spettro in frequenza con prestazioni in termini
di potenza e risposta ottime.
Fig. 25 Mayer Upa
23
24
C.D.H. 483 Butterflay Hi-Pack.
AX3210P
Testo ed immagini tratte da: Ponteggia D., Orsoni R., Di Cola M., Grifoni R., Axiom series manuale
d’uso, Proel Spa, Febbraio 2008
25
Capitolo 3: Il PROGETTO DEL PUBLIC ADDRESS
Il progetto per la
realizzazione delle
esecuzioni dei
concerti di
Caparezza prevede
l’utilizzo del sistema
Vertical Line Array
Axiom (fig. 26) con
24 dispositivi
AX3210 full range.
Fig. 26 Sistema vertical line array Proel, lato destro del
palco con 12 diffusori Axiom 3210
26
3.1 Amplificazione, filtraggi e routing del PA
27
Fig. 31 Dolby Lake and Lake Contour Nel sistema analizzato
nello spettacolo sono
utilizzate una card di
Input e tre card di
Output (fig. 32), con
la possibilità di
gestire 4 segnali
analogici di ingresso
e 12 uscite
analogiche.
Fig. 32 Vista posteriore del Dolby lake
Fig. 33 Raggruppamento sub Edge 121 con cassa Upa pogiata sopra
28
I segnali di Input sono spediti agli Output tramite collegamenti digitali
interni al Dolby Lake, questa matrice è stata in precedenza programmata,
come si vede nella figura 32, l’uscita 2 e 3 sono diretti ai finali di potenza
per le basse frequenze ai Powersoft K20 L e R. Le
uscite 5, 6, 7, 8 sono rispettivamente alti e medi L e alti e medi R
destinati ai Powersoft K10. Altre due uscite
ausiliari sono destinate al processore Lake
Countour che controlla i livelli e equalizzazioni
dei FrontFill posti di fronte al palco, gli
altoparlanti utilizzati sono le UPA e forniscono
la diffusione del suono per chi si trova in
prossimità del palco. Dalla sala al palco verso i Fig. 34 Connettore LK37
finali di potenza i singoli segnali non vengono mandati separatamente
con otto cavi lunghi, bensì si utilizza un connettore LK37 (fig. 34) che
trasporta fino a 12 canali analogici simultaneamente. Così una volta
cablate le uscite dal processore, sono inviate tramite un unico cavo con
connettore LK37 al palco per inviarlo agli amplificatori.
Per la gestione delle impedenze si considera che gli alti del sistema
Axiom lavorano a 16 ohm mentre la sezione medi a 8 ohm. Di solito gli
amplificatori lavorano dedicandosi all’intera fascia delle medie e un altro
amplificatore per le alte, nel caso analizzato. Il progettista Mario Di Cola
ha voluto un tipo di carico asimmetrico nei confronti dei finali di potenza.
Secondo il progettista in questo modo i due canali dell’amplificatore non
necessitano della stessa quantità di corrente, così il canale che utilizza
meno corrente può cedere e quindi compensare l’energia al canale che ne
utilizza di più in quell’istante. Per quanto riguarda la sezione sub delle
basse frequenze, il problema viene risolto utilizzando degli amplificatori
molto più potenti di quelli utilizzati per la sezione alti e medi, disponendo
di una riserva maggiore di energia. Le impedenze del canale per le alte
29
frequenze lavorano a 4 ohm, il canale delle medie lavora a 2 ohm per
6000W di potenza per canale. Questi valori di potenza sono richiamati
automaticamente in base al carico che viene sottoposto al finale di
potenza. I finali di potenza dei sub lavorano anch’essi a 2 ohm.
Powersoft K10 è un amplificatore per un medio e largo sistema di suono,
il più versatile della serie K, può essere utilizzato per l’amplificazione di
subwoofer o per casse acustiche fullrange. Esso è compatto e fornisce
molte configurazioni da applicare sul sistema audio, inoltre può essere
equipaggiato con una scheda DSP per estendere le funzionalità della
gestione del suono, fornisce filtri IIR/FIR, TruePower e LiveImpedence,
Active DampingControl gestiti tramite il programma Armonìa Pro Audio
Siute connesso via RS485.
Questo modulo fornisce di base i settaggi per modificare i livelli
attenuazione di uscita, Guadagno/Sensibilità d’ingresso, la selezione degli
ingressi, il voltaggio massimo di uscita, la corrente principale massima,
clip limiter gate per i due canali, una funzione di mute quando
l’amplificatore viene acceso ed infine la funzione ‘’idle mode’’.
Fig. 35 Quattro amplificatori Powersoft, tre K10 usati per gli array, un K20 utilizzato per la sezione
bassi
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3.2 Monitor e mixing di palco
Per creare uno spettacolo musicale non è necessario solo che gli spettatori
ascoltino bene ma anche i musicisti devono aver un buon ritorno dei loro
strumenti con un volume adeguato rispetto agli altri musicisti sul palco. È
difficile affrontare un concerto se non si sente bene il proprio strumento,
questo implica un rapporto sbagliato con l’esecuzione in atto così come il
cantante ha bisogno di un giusto livello della sua voce affinchè si possa
rilassare e affrontare lo spettacolo al meglio. Sono note le difficoltà dei
musicisti di non avere il controllo della percezione del suono da parte del
pubblico, perciò è necessario che ci sia un tecnico che si dedichi
esclusivamente ai livelli di qualità del suono che ogni singolo musicista
necessita. Le tecniche e l’equipaggiamento di amplificazione dedicata ai
musicisti sono molteplici e cambiano in base alla volontà dei musicisti
con le loro esperienze soggettive maturate negli anni, e di cosa propone il
tecnico per l’occasione. I metodi da sempre utilizzati riguardano l’utilizzo
di casse monitor che sono specifiche per essere posti sul palco per terra e
la loro costruzione assicura diversi vantaggi.
La tipica forma a cuneo, delle casse, poste per terra proiettano il suono
verso l’alto in direzione dei musicisti, di solito questi monitor contengono
un cono 12-inch o 15-inch per le basse frequenze e un driver a
compressione a tromba da 1-inch per le alte frequenze. Inoltre alcuni
modelli presentano un’asimmetria della cassa in modo da poter essere
disposta con due tipi di angolazioni che si aggirano tra i 40 e i 50 gradi , a
secondo della distanza che il musicista si trova dal monitor.
Altre caratteristiche che migliorano l’efficacia di questi apparecchi, sono
la scelta di essere posti a destra o a sinistra dello stumentista e quindi, nel
caso di due unità monitor, si possono mettere vicine per riprodurre
un’immagine stereo che migliori la percezione e l’enfasi dell’ascolto.
31
Lo svantaggio che presenta la disposizione dei monitor posti a terra e
preferibilmente vicino al musicista è che quest’ultimo è costretto a
rimanere nelle vicinanze del monitor, non permettendo l’esibizione in
altri punti del palco e/o lo scambio con gli altri componenti del gruppo; vi
è la possibilità di un ulteriore rinforzo sonoro sul palco con i ‘side fill’,
casse poste ai lati che andrebbero a colmare le porzioni di palco scoperte
da singoli monitor. Il rischio della presenza di troppi diffusori sul palco
implica una quantità di volume eccessivo che potrebbe determinare una
condizione non favorevole del risultato della qualità acustica in
esecuzione.
32
l’uso, questi diritti sulle frequenze utilizzate sono regolate dal Joint
Frequency Management Group (JMFG).
I vantaggi dell’uso di questo sistema di monitoraggio è la riduzione tra i
20 e i 26 dB di suono circostante sul palco, cosa il musicista sente è
esclusivamente il missaggio effettuato per l’IEM. Tenendo conto che gli
auricolari isolano completamente lo strumentista dall’ambiente, qualsiasi
informazioni presenti nell’ambiente vengono soppresse, in quanto i
microfoni sono posizionati in prossimità delle sorgenti e non colgono le
riflessioni esterne. Per questo si ha una prima forma di isolamento da
parte del musicista, complicato dal fatto che il missaggio monofonico,
mandato agli auricolari, priva la disposizione spaziale degli strumenti,
considerato che il nostro cervello è abituato ad un ascolto tridimensionale
e percepisce le differenze di tempo per collocare i suoni nello spazio, in
questo caso ci troviamo in un ambiente completamente asettico.
Un tentativo per attenuare questo problema d’interazione binaurale è
l’utilizzo di equalizzatori, i quali filtrando sulle alte frequenze i singoli
strumenti determinano un senso di lontananza, evitando che gli spettri di
frequenza dei diversi strumenti si sovrappongano, riducendo cosi il
fenomeno del mascheramento. La soluzione ottimale è affrontare il
missaggio in stereofonia, aiutando il nostro cervello a decodificare la
posizione delle sorgenti in quanto ben leggibili nello spazio, tuttavia
persiste la mancanza delle riflessioni che identificano il luogo nel quale si
esegue. Il passo fondamentale per ricreare un ambiente tridimensionale
all’interno del mix In-Ear è l’uso del riverbero per ottenere la idonea
distanza tra gli strumenti e renderli più intellegibili nei confronti degli
altri esecutori. L’utilizzo di questi effetti con la loro efficacia rimane un
lavoro minuzioso del fonico che deve essere in grado di saper comunicare
con il musicista le sue richieste specifiche.
(Testo tratto da: http://www.soundonsound.com/sos/feb13/articles/in-ear-monitors.htm)
33
3.2.2 Monitoraggio nello spettacolo oggetto di
sperimentazione
Fig. 36 Vista frontale del palco con i 5 monitor posti a terra difronte ai musicisti.
34
necesiterebbe un volume molto elevato nelle cuffie o nel caso si utilizzi
un sub-woofer come monitor, ciò comporterebbe una difficoltà nel
missaggio e quindi nella percezione degli eventi.
Con il sistema Prel Throne Thumper, tramite seggiolino, il batterista
riceve le vibrazioni necessarie al corretto rapporto di volume con gli altri
strumenti.
35
montaggio delle torri di sospensione con il relativo motore per elevare le
12 casse Axiom.
Queste sono disposte ai lati del palco.
36
Per la disposizione dei sub per le basse frequenze s’incontrano problemi
relativi all’emissione che generano. Di solito si usa una configurazione
L+R, disposti sotto le torri degli array si provoca un lobo di emissione
centrale e due lobi di emissione laterali, così è consigliato distrubuire la
posizione dei sub a pacchetti e posti anche davanti al palco, si migliora la
distribuzione e i fenomeni di annulamento per intereferenze di fasi, nel
caso in cui lo spazio non permettesse il posizionamento desiderato dei
sub, bisogna ricorrere a processamenti con linee di ritardo utilizzando
altri dispositivi. Nel caso specifico dello spettacolo analizzato, oltre al
sistema sub EDGE della Proel si sono usati sub innovativi chiamati
MForce, sviluppati dall’azienda Powersoft.
37
Dai quattro dispositivi della MForce, posti sotto al palco, si può notare il
posizionamento fuori asse fra loro per ovviare ai problemi relativi alle
emissioni (fig. 38).
Il progetto MForce è stato sviluppato all’interno dei laboratori Powersoft
e vede la realizzazione del motore e del percussore presenti all’interno del
sub, l’altoparlante è stato realizzato su richiesta e il cabinet è realizzato
dal progettista anche dell’impianto PA, Mario Di Cola. Il sistema
innovativo di questo sub, non prevede il classico avvolgimento con
bobina poiché, tenendo conto che la potenza immessa all’interno
dell’altoparlante da 21 pollici si aggira intorno al 1,3 kW, si presentano
dispersioni di energia trasformata in calore o dissipazioni all’interno
dell’avvolgimento, piuttosto che trasformata in energia di movimento.
Nel sistema MForce è presente un altoparlante da 38 pollici, quindi un
altoparlante molto grande che viene mosso in tutto il suo peso grazie al
rendimento dell’innovativo motore che sfrutta l’energia in ingresso
intorno al 99%, è così possibile ottenere una risposta su 20 Hz intorno ai
140 dB. La membrana dell’altoparlante è di materiale composito rigido,
che a differenza del cartone se sottoposto a forti pressioni non si deforma
e non distorce il segnale in uscita. La qualità di questo supporto per le
basse frequenze vede ancora una volta nell’evoluzione della tecnologia
un dispositivo ridotto in grandezza ma con potenza ed efficienza
maggiori.
Una volta disposti gli altoparlanti alti, medi, bassi e infrasub e cablati ai
rispettivi finali di potenza è necessario agire con la taratura dell’impianto.
Esistono due categorie di combinazioni di sorgenti sonore da destinare
per ampi spazi: una è definita con un approccio “centralizzato”, che è
quello utilizzato nel concerto analizzato che prevede il raggruppamento di
sorgenti per coprire tutta l’area d’interesse; l’altro approccio è definito
“distribuito” che prevede l’utilizzo di una serie di sorgenti distribuite
38
nello spazio ed è utilizzato nel caso di sonorizzazioni di spazi come gli
stadi dove il pubblico che si trova sugli spalti ha bisogno di sorgenti
dedicate.
I limiti della scalabilità degli Array, che prevede la possibilità di adattare
la dispersione del suono nello spazio, si incontrano di fronte alla
diffusione verso il basso imposto dal controllo della direttivià e
dall’equilibrio timbrico, oltre il limite verso le emissioni dirette in alto
dato il peso e le dimensioni che il sistema Axiom raggiunge. Comunque
all’interno di questi limiti è possibile adattare il sistema in maniera
efficiente in qualsiasi situazione. Conoscendo le dimensioni delle zone
d’ascolto e scelta la posizione degli array, grazie all’utilizzo del software
in dotazione e con l’esperienza del progettista si può prevedere in
maniera veloce e precisa la prestazione del sistema di diffusione. Il nome
del software utilizzato cambia in base al modello del sistema array, nel
caso esaminato è stato utilizzato un programma “EASE Focus”.
All’apertura del programma si apre la finestra Vertical view, dove vanno
inseriti i dati della locazione con la dimensione e il tipo di struttura, o se
la stessa prevede una balconata, come nel caso di teatri o cinema, ed in
seguito occorrerà aggiungere il numero di diffusori utilizzati. Nella
simulazione effettuata è stato impostato un sistema composto da otto
casse Axiom, compreso di sub sospeso e la struttura della sala che
prevede due livelli: il primo più basso che parte a 5 metri dall’impianto
fino a fondo sala della lunghezza di 30 metri;un altro livello è un balcone
rialzato che parte da 20m fino a 31m dalla sala.
39
Sull’asse X del grafico sono definiti i metri della sala, sull’asse Y
l’altezza (fig. 39).
Fig. 39 Esempio realizzato con il software Ease Focus, sistema composto da 7 unità Axiom 3210, un
sub Axiom 135 sospeso. La location prevede due piani da sonorizzare di cui uno è rialzato.
40
Fig. 40 Indicazione dei gradi relativi al posizionamento dell’array
Fig.41
Posizionamento
manuale degli
altoparlanti
41
Nell’osservazione di studio e ricerca in occasione dell’evento avvenuto il
7/9/2014 al Prato delle Cornacchie a Firenze, la location era uno spazio
all’aperto senza barriere che creassero delle deviazioni al suono (fig. 41).
In questo caso i fonici hanno
considerato di puntare
l’impianto su 70 metri dalla
distanza dal palco. Di
conseguenza il programma
indica i valori da adottare per la
curvatura dell’arrey.
Fig. 41 Location Prato delle Cornacchie (Fi)
Fig. 42 Angoli fra le casse predisposti per l’evento
I valori ottenuti dal calcolo del
programma sono:
1°,1°,1°,2°,2°,2°,2°,3°,3°,4°,5°,6°, questi
devono essere considerati in fase di
montaggio del sistema array (fig. 42).
42
Una volta definita la disposizione dei singoli elementi dell’arrey è stata
valutata in loco la distrubuzione del campo sonoro diretto irradiato.
Questa simulazione acustica avviene ad una sola frequenza per volta ed è
rappresentata mediante una mappa di colori.
Con dei menù a tendina è possibile scegliere la frequenza (fig. 44), il Map
Res con un valore che varia da 10 cm a 5 m che indica la misura del lato
di quadrati ideali che suddividono l’intera superficie, il paramentro
Source Res che indica con quale risoluzione viene suddivisa la sorgente
(l’arrey), un ultimo parametro è BW Accuracy, esso permette di scegliere
quanti punti devono essere considerati per il calcolo (1/3, 1/6, 1/12, 1/24
di ottava).
43
3.3.1 Allineamento in fase
Fig. 45 Esempio sub in posizione avanzata rispetto all’array
44
con una rotella metrica si calcola la distanza dei sub dal punto P di
allineamtento e conoscendo l’altezza dell’arrey con il teorema di pitagora
si calcola l’ipotenusa.
dove
a = dSAT (m)
45
risposta del sistema. Questo calcolo non fornisce i dati relativi alla fase,
in quanto essa sarà descritta nel momento in cui si avranno delle
informazioni sul contenuto temporale. Gli altri due metodi forniscono il
contenuto della fase del segnale, uno prevede l’utilizzo di sweep
sinusoidali in ingresso e l’altro si basa su una FFT (fast Fourier Trasform)
a doppio canale. Quest’ultima è quella utilizzata, di norma, in spettacoli
musicali e si differenzia dalla prima perché utilizza in ingresso un segnale
musicale, questo tipo di analisi è il più efficace nel caso di concerti.
46
Sarà necessrio applicare valori di ritardo per recuperare lo sfasamento,
una singola linea di ritardo è sufficiente per recuperare lo sfasamento che
il sistema audio presenterà. Esso è dimostrato considerando che uno
sfasamento di 90° rappresenta un quarto di periodo su 360°, di
conseguenza a 1000 Hz avremo 0.25 ms, (1/1000)/4=0.00025s, a
10.000Hz sarà 0.025ms. Un valore costante di ritardo provoca uno
sfasamento che varia linearmente con la frequenza. Nel grafico seguente
sono mostrate tre linee, la prima perpendicolare rappresenta una risposta
in fase lineare, le altre due a e b, in funzione della pendenza più o meno
ripida sarà il risultato di un ritardo rispettivamente minore o maggiore sul
segnale e si può notare la loro linearità (fig. 48).
47
l’origine degli assi, essa ritardata acquisirebbe il comportamento di una
linea perpendicolare all’asse y ma che non passa per l’origine il che non
risulta essere una risposta corretta in fase.
48
3.3.3 Strumenti di misurazione
Per la giusta calibratura della fase dei sub rispetto alle teste bisogna porre
il microfono a terra. Con l’ausilio del software di misurazione Smart è
possibile visualizzare le singole risposte di fase per le teste e per i sub.
Questo strumento digitale di analisi può avere diverse applicazioni
pratiche, utile per analizzare la risposta di un equalizzatore, la valutazione
di equipaggiamenti e rendere ottimali le prestazioni del sistema,
nell’ambito della comparazione fra diversi segnali, può servire a
individuare un eventuale feedback proveniente dai microfoni sul palco.
L’altezza del feedback può essere identificata come una barra verticale a
1.24kHz nel visualizzatore RTA ma anche distinguibile nello
49
Fig. 51 Setup per la misurazione
50
La funzione di trasferimento è determinata dalla funzione algebrica che
permette la misurazione di due canali e determina la risposta in frequenza
del sistema in comparazione con il segnale d’ingresso (refernce signal) e
la sua uscita (measurament signal), la misurazione mostra le differenze
tra i due segnali in ampiezza e fase (fig. 53).
Fig. 53 Funzione di trasferimento
Nella figura 54
è mostrata la
risposta in fase
delle teste
(finestra
superiore), nella
parte inferiore è
mostrata la
risposta in
ampiezza .
Fig. 54 Finestra del software Smaart per visualizzare le fasi e le ampiezze delle linee array e sub
51
3.4 Monitoraggio e controllo dei parametri di taratura
52
Facendo doppio clic su ciascuna delle finestre si apre la finestra per
modificare i livelli delle singole parti (fig. 56). Nell’esempio riportato
nella figura in seguito sono visualizzati i controlli dei livelli per le linee
sub centrali ed esterni.
53
verrano eseguiti in serata, paragonato con il segnale che proviene dal
microfono di misurazione.
Fig. 57 Finestra del software Smaart con lo spettro di due segnali a confronto
54
LEQ è il valore per indicare il livello sonoro in un periodo di tempo
lungo, il risultato è un singolo valore in decibel che prende in
considerazione l’energia totale per il tempo interessato.
Valutato visivamente, ma soprattutto auditivamente, si interviene sugli
equalizzatori forniti dal Dolby Lake.
Fig. 59 Icone per gli EQ del Dolby Nella figura 59 sono mostrate
le icone degli equalizzatori
che il software del Dolby
mette a disposizione per gli
utenti.
55
Nella figura 60 è mostrata l’offerta del Dolby per gli equalizzatori.
56
relazione al sistema, hanno deciso di effettuare i quattro attenuamenti
sulle frequenze: 74Hz con un filtro bassa alto, a 2000 Hz con e 8000 Hz
filtri a coseno rialzato ed un filro passa basso che parte da 7000 Hz.
Fig. 63 Confronto della risposta del filtro digitale vs. analogico
In figura 63 è mostrato come con la
combinazione di filtri digitali di tipo
coseno rialzato che ritroviamo nel
sistema Dolby, è possibile creare un
filtro ideale che taglia perfettamente
le frequenze desiderate. La risposta
smussata è un esempio di come
risponde un filtro analogico se si
effettua lo stesso tipo di filtraggio.
57
Capitolo 4: IL FONICO DI SALA LIVE SOUND
REINFORCEMENT
58
rack della Serie Rio
I/O (fig. 65) impiega
il protocollo audio
Dante che fornisce
una flessibilità e
libertà di
collegamenti, mantendendo un
suono naturale e provvede ad una
svariata possibilità di routing
tra i banchi di missaggio e altri
componenti del sistema.
Fig. 65 Unità Rio I/O
59
Con l’ausilio del software Audinate, tramite computer (fig. 66) è
possibile gestire in multitraccia tutti i canali presenti sul mixer affinchè
possa essere registrata la performance e in fase di taratura dell’impianto,
anche senza la presenza dei musicisti con i loro strumenti per analizzare
la risposta in frequenza e effettuare le relative modifiche sui filtri, in
quanto sul computer sono già memorizzate tutte le traccie degli
strumentisti con sessioni precedentemente registrate, queste verranno
riversate sul mixer e saranno pronte per essere inviate come segnale di
riferimento per la successiva misurazione.
All’interno del mixer, sono salvate tutte le impostazioni attinenti allo
spettacolo, numero di traccie attive con le loro mandate sugli effetti e
sulle uscite analogiche e le mandate ai sub group, sono salvati anche i tipi
di effetti ed equalizzazioni utilizzati in precedenti concerti che
risulteranno utili richiamare, mantenendo una coerenza con il prodotto
musicale proposto nelle diverse tournè, sono salvati anche le asseganzioni
degli effetti sui controlli feder per poter modificare manualmente la
quantità di segnale effettato da mandare alle uscite analogiche e quindi
all’impianto.
Le tracce audio in ingresso del mixer provengono dal rack Rio3224-D
che posto sul palco, monta 32 ingressi analogici ai quali sono cablati gli
strumenti. Attraverso la connessione Dante i segnali vengono spediti al
mixer di sala nel quale vengono smistati e divisi nuovamente sui vari
canali del mixer. Nella figura in basso sono mostrati alcuni ingressi, essi
sono: Bass DI, Bass Mic, Cello, A.Gt, Gt906, Gt414, due KEY (fig. 68).
60
Su ogni canale, il mixer digitale, internamente con matrici, fornisce
svariate possibilità di collegamento, nel caso specifico dello spettacolo
analizzato, in base all’esigenza del prodotto musicale proposto, i tecnici
hanno predisposto una serie di effetti (fig. 68) con le relative mandate
gestite tramite fader nella parte destra del mixer. Per alcuni di questi
effetti si è voluto avere il controllo su fader per poterli modificare
velocemente durante lo spettacolo (fig. 69). Come si può notare dalle
figure che seguono, i livelli dei primi tre canali di effetti vengono
mantenuti alzati, nel caso degli effetti di delay vengono alzati previa
messa a tempo con l’utilizzo della funzione tap tempo, in seguito viene
alzato il fader per creare l’effetto solo in un breve momento nel brano.
61
Nella figura 70 sono mostrati i feder di controllo del livello di uscita degli
effetti diretto sull’impianto.
Fig. 73
Microfono
AKG C461B
con la sua
risposta in
frequenza
62
In figura 75 è mostrata la compressione sul canale che in ingresso
riceve il microfono sub kick per la cassa della batteria (fig. 74).
Fig. 74 Sub Kick
Si nota come
dall’impostazione di
Fig. 75 Compressore sul sub kick
questo compressore con un attacco rapidissimo e con mantenimento e
decay brevi, il risultato del processo sul segnale evidenzia una perdita
dell’attacco della cassa e ricostruisce un inviluppo sulla coda che
rende il suono corposo sulle basse, l’attacco tipico della cassa è
preservato dal secondo microfono posto dentro la cassa, il microfono
in questione è l’Audio Technica ATM250 (fig. 76). Nella figura 77 si
può notare la risposta in frequenza, con un’enfasi sulle basse
frequenze fino ai 200Hz, fra i 2000 e i 5000 Hz ed ancora delle creste
fra i 10 e 20 KHz che cattura il suono del battente della cassa.
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Fig. 78 In verde è evidenziato il filtro HP, in rosso le prime quattro mandate aux
Nella figura 78 sono mostrati i processi sul canale della tastiera e sono
evidenziate due sezioni, quella in rosso mostra le prime 4 mandate
ausiliari, le mandate 3 e 4 sono associate alle uscite dirette al Lake
Contour che gestisce le UPA per i front fill, ogni strumento ha i suoi
livelli di mandate, pressochè uguali, post-fader cioè indipendenti dal
livello del feder sul canale e creano il mix in seguito mandato al Lake che
gestisce il livello di uscita totale. La mandata ausiliare 1 con un gain a +6
dB è riferita all’uscita diretta al sistema MForce. Il fonico, disattivando il
filtro passa alto nel riquardo verde e attivando la mandata 1, a sua
discrezione a seconda del brano in esecuzione, invia il segnale sui
dispositivi infrasub, esso crea delle sorprese al pubblico in ascolto,
creando un’interpretazione della gestione dello spettro per i diversi
strumenti, rendendo lo spettacolo sonoramente più variegato.
Nella figura 79 sono mostrati gli effetti utilizzati dal fonico per
modificare il suono delle sorgenti e creare un colore personale al relativo
strumento, fra l’offerta degli effetti proposti dalla console, oltre ai
64
numerosi processori di dinamica e di tempo, troviamo un pacchetto
premium composto da 6 processori di segnale che sono un’emulazione
degli storici hardware analogici (fig. 80).
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Fig. 80 Premium Pack
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Impostati i processi sugli strumenti che identificano il risultato finale a
opera del fonico di sala, sono stati prestabiliti dei sub group che
raggruppano piu tracce in un’unica traccia stereo. Queste tracce sono utili
per la gestione complessiva degli eventi sonori presenti sul palco,
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68
Diagramma del setup tecnico
69
Conclusioni
70
delle risorse umane che rappresentano le innovazioni professionali delle
nuove tecnologie. Non andrà sottodimensionato l’elemento riduttivo
dell’impatto ambientale attraverso l’adeguato equilibrio acustico ed
energetico durante le esibizioni di qualsiasi tipologia, le quali
conseguentemente miglioreranno in “qualità di prodotto”.
Qualità a vantaggio del sistema dello spettacolo e soprattutto dello
stokolder presente ovunque.
Il riscontro di qualità per lo spettatore è l’obbiettivo finale di sistema da
valorizzare e tutti i soggetti dovranno sentirsi impegnati per il
raggiungimento dell’obbiettivo, dagli esecutori strumentisti ai tecnici
responsabili , a tutto vantaggio del mondo dello spettacolo.
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Bibliografia
RCF, Guida alla progettazione e alla installazione dei sistemi di diffusione sonora, RCF SPA, 3ª
edizione, Gennaio 2000
Ponteggia D., Orsoni R., Di Cola M., Grifoni R., Axiom series manuale d’uso, Proel Spa, Febbraio
2008
Dolby Laboratories, Dolby Lake Processor System Manual, Dolby Laboratories Inc., England, 2008
Eargle J., Gander M., Historical Perspectives and Technology Overview of Loudspeakers for Sound
Reinforcement, AES E-Library, 2004
D. B. Keele Jr. , A Performance Ranking of Seven Different Types of Loudspeaker Line Arrays,
Yamaha Corporation, Digital mixing console CL5 Reference Manual, C.S.G. Pro Audio Division, 2012
http://www.soundonsound.com/sos/feb13/articles/in-ear-monitors.htm
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RINGRAZIAMENTI
Agli amici che mi hanno convinto a perseguire dei sogni grazie alla loro
voglia di condivisione e unione d’interessi.
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