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Dall'antichità al rinascimento

Il violino venne perfezionato a Cremona più di quattrocento anni fa dalle mani di artigiani esperti in
seguito a ricerche empiriche secolari, prendendo lentamente la forma che conosciamo oggi.
E' nel dicembre del 1523 che troviamo nel registro della tesoreria di Savoia, la parola violino scritta per la
prima volta.
Grazie all'ingenio di bravi artigiani del medioevo e poi del rinascimento, si raggiunge un equilibrio
perfetto tra le forme dello strumento e la sonorità. Il violino europeo deriva da vari strumenti ad arco a
corde, originari dall'india poi del Medioriente. Probabilmente i costruttori di strumenti ad arco si
basarono su diversi tipi di strumenti: la ribeca, derivante dall'Arabo rebab, la viola da braccio, la giga e la
lira da braccio.
Si può quindi supporre che il violino sia nato come strumento di musicisti ambulanti, durante i primi
decenni del XVI secolo, da una fusione di strumenti diversi, quali le vielle e le ribeche a tre corde[22].
Una delle prime descrizioni precisa dello strumento è contenuta nell'Epitome musical di Philibert Jambe
de Fer, pubblicato a Lione nel 1556. In questa data, il violino aveva già cominciato a diffondersi
attraverso l'Europa.
Il violino appare in Italia nella prima meta del XVI secolo probabilmente prima del 1530. Prima nasce
come violino barocco, poi si trasforma in violino moderno a partire della fine del 700 per le richieste dei
musicisti desiderosi di avere uno strumento più potente e più comodo da suonare. Vengono modificati il
manico e la catena. Sono proprio gli italiani a portare il violino all'apice del suo sviluppo con Andrea
Amati (1505-1577) e Antonio Stradivari (1644-1737). Difficile, comunque attribuire con certezza la
paternità del violino, che potrebbe invece appartenere al bresciano Gasparo Bertolotti detto Gasparo da
Salò.
Fino alla meta del XVIII secolo, il violino viene suonato in posizione libera. Il suo posto sotto il mento non
è ancora una regola fissa. Con l'arrivo della mentoniera (la prima fu fabbricata nel 1830), il violino viene
tenuto sempre di più tra la spalla e il mento anche grazie alla spalliera, permettendo cosî di far scorrere,
sulla tastiera, la mano sinistra liberata dal compito di sostenere lo strumento.
A partire dall'inizio del XVII secolo, sotto la spinta dello sviluppo di una nascente letteratura idiomatica
per il violino, la costruzione dello strumento vede un notevole sviluppo. Due città, in particolare,
assumono la preminenza: Brescia e Cremona
Cremona rimane il centro più importante dell'arte liutaria: vi lavorano il figlio di Girolamo Amati,  Nicola,
vero capostipite della liuteria classica cremonese, ed i suoi discepoli Antonio Stradivari, Andrea
Guarneri, Giovanni Battista Ruggeri . Ancora, tra i maggiori liutai cremonesi, si deve ricordare Giuseppe
Guarneri, detto anche ”del Gesù”, e gli allievi di Stradivari.
La forma esterna del violino non è cambiata dal XVII secolo ad oggi, ma, almeno fino alla fine del XIX, si
sono modificate alcune caratteristiche costruttive secondarie, in funzione della musica che vi veniva
eseguita. Gli strumenti costruiti prima del 1800 sono stati quasi tutti modificati secondo le nuove
esigenze, quindi oggi tutti i migliori strumenti antichi sono molto lontani dallo stato originale. Esistono
tuttavia strumenti costruiti tra il XVI ed il XVIII secolo rimessi nella ipotetica condizione d'origine, o
eventualmente copie di strumenti dell'epoca; il violino che presenta tali caratteristiche è comunemente
detto violino barocco.

Il violino è oggi lo strumento virtuosistico per eccellenza e rappresenta la voce della musica
genericamente definita "classica"

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