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LA CANTATA DA CAMERA

La nascita del genere della cantata deriva dal declino del madrigale, dal 1620 in poi.
La grave crisi in cui era entrata l’intera Europa aveva colpito duramente anche
l’editoria italiana, che aveva contribuito alla grande diffusione del madrigale. Si ha
un cambio di atteggiamento nella fruizione musicale, con i musicisti che non si
mescolano più ai nobili per suonare e cantare, ma se ha una netta separazione dei
ruoli, i musicisti professionisti eseguono e gli aristocratici ascoltano. In questa
cornice il madrigale non soddisfa più i consumatori di musica da camera di tipo
vocale. Il genere che prende piede è appunto la cantata per una o due voci più
basso continuo: il termine compare la prima volta in una stampa di Alessandro
Grandi prima del 1620 ed indica quelle composizioni con più libertà formale, in cui
la parte vocale è libera e non varia tra le strofe, si contrappongono alla cantata in cui
la melodia varia ad ogni strofa. Questo tipo è definita cantata sul basso strofico.
All’epoca il termine cantata denotava una composizione diversa dal madrigale, ma
più ambiziosa di una semplice area strofica. Solitamente era eseguita da un solo
cantante o due diventando Duetto da Camera, accompagnata dal basso continuo e
alcune volte da due violini. Il soggetto del testo era l’amore di tipo bucolico,
corrisposto e non, ma erano presenti anche cantate di tipo sacro, in latino o volgare.
Nella seconda metà del 600 assunse il carattere di monologo cantato di personaggi
arcadici oppure personaggi di un poeme come Armida e Didone. Ogni area
rappresentava una situazione psicologica in cui la musica doveva muovere gli affetti.
Roma può essere considerata la culla della cantata, dove mancava una Corte laica,
poiché c’era il Papa e in cui prosperavano potenti famiglie aristocratiche che
cercavano di sfoggiare la loro potenza e il loro prestigio anche con la musica. Essi
patrocinavano attività musicali e mantenevano a palazzo un piccolo gruppo di
musicisti per il consumo musicale ordinario. La concorrenza tra le famiglie stimolava
la produzione di arte musica con grande sperimentazioni che diedero alla luce i
generi più importanti dell’epoca barocca, come l’opera, l’oratorio, la Sonata e la
stessa cantata. La cantata era il genere più richiesto. Stradella ne scrisse oltre 200 e
Scarlatti circa 700. Tutto ciò perché l’organico richiesto per la cantata non era
dispendioso. Poi perché lo stile era affine alla richiesta Barocche e anche perché i
testi erano composti dagli stessi mecenati. Modena era un altro Ducato in cui la
cantata ebbe diffusione per merito di Francesco II D’Este che orfano di padre a14
anni prende il potere, seppur non abbia mai realmente governato. Distratto dalle
sue passioni, i cavalli e la musica ebbe il merito di raccogliere a Corte una collezione
vastissima di musica, tra cui oratori e cantate a lui dedicate. A Modena, inoltre, si
faceva un uso degli archi particolare: l’organico prevedeva tre violini, di cui uno a
tessitura di viola. A Modena fu attiva anche la famiglia Bonaccini in particolare il
figlio Giovanni fu compositore molto apprezzato e sua l’opera più eseguita tra il 600
e il 700 fu “il trionfo di Camilla”. Negli primi decenni del 700 il baricentro di
interesse si spostò sul teatro d’opera, così la cantata divenne da genere di consumo
a un oggetto di collezionismo, rimanendo un genere d’occasione.

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