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Nel ‘700 l’opera italiana si diffuse in tutta Europa ad eccezione della Francia.

Il ciclo artistico dell’opera


“internazionale” nacque a Venezia e si sviluppò principalmente grazie a compositori napoletani. I caratteri
esterni non erano dissimili da quelli dell’opera veneziana.

La librettistica: Zeno, Metastasio, Goldoni


I roboanti barocchismi vengono vinti dalla poesia ordinata e apparentemente dimessa dell’Arcadia.
- Apostolo Zeno (Venezia 1668-1750) riportò la logica nel melodramma, soppresse le scene comiche,
reintrodusse il coro. Le scene erano regolari: lunghi recitativi di endecasillabi o settenari sciolti, concluse da
arie. I drammi, basati su vicende della storia antica o della mitologia, dovevano avevano funzione
educativa, esaltavano quindi le virtù morali.
Compose 36 libretti d'opera d'argomento storico e mitologico, fra i quali Gli inganni felici, 1695,
Faramondo, 1698, Lucio Vero, 1700, Merope, 1711, Alessandro Severo, 1716, Griselda, 1718 e 1722,
Teuzzone, 1719, Andromaca, 1724, Semiramide, 1725, e17 oratori, fra i quali Giuseppe, 1722, Gioaz, 1726,
David umiliato, 1731.

- Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi detto Metastasio (Roma, 3 gennaio 1698 – Vienna, 12
aprile 1782) è tra i più grandi librettisti di tutti i tempi. Perfezionò gli interventi di Zeno e definì il modello
dell’opera internazionale. È considerato il riformatore del melodramma italiano. I drammi sono tutti in 3
atti, con scene composte da lunghi recitativi e concluse da brevi arie, pochi duetti e cori, pochi i personaggi
(quasi sempre 6). Metastasio svolge un unico tema: il contrasto tra ragione e sentimento, passione e
giudizio.
Nel 1714 aveva preso i voti minori di abate, senza i quali pareva impossibile intraprendere una carriera a
Roma. La sua storia romantica, il fascino personale, le maniere incantevoli fecero di lui una figura ben
distinta. Per due anni egli spese il suo denaro per accrescere la sua reputazione e decise di applicarsi
seriamente nella sua professione. A Napoli entrò al servizio di un importante avvocato di nome Castagnola,
il quale esercitò un notevole controllo su tempo ed energie del giovane. Mentre lavorava per l'avvocato,
Metastasio nel 1721 compose un epitalamio e probabilmente anche la sua prima serenata musicale,
Endimione. Nel 1722 il compleanno dell'imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel fu
celebrato con il massimo degli onori, quindi il viceré incaricò Metastasio di scrivere una serenata per
l'occasione. Egli accettò l'ingaggio, a patto che l'autore rimanesse anonimo. Sotto questa condizione
Metastasio produsse Gli orti esperidi, che fu messo in musica da Nicola Porpora e cantato da un allievo
dello stesso, il castrato Farinelli, il quale fece uno spettacolare debutto e si legò al Metastasio con una
calorosa amicizia fraterna tanto da chiamarlo "gemello caro" nelle sue numerose lettere al librettista,
ricevendo i migliori applausi. Farinelli, pseudonimo di Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi
(Andria, 24 gennaio 1705 – Bologna, 15 luglio 1782), è considerato il più famoso cantante lirico castrato
della storia. Nacque ad Andria (nell'allora Regno di Napoli) in una famiglia agiata della noblesse de robe
locale; fu probabilmente il fratello Riccardo a volere per Carlo la castrazione, eseguita poco dopo la morte
del padre, avvenuta nel 1717. La castrazione è un'operazione chirurgica che consente ai maschi di poter
conservare la propria voce di soprano o contralto prima che lo sviluppo possa modificarla. Si deve notare
che, a seconda della modalità dell'operazione chirurgica a cui erano sottoposti, i castrati potevano avere uno
sviluppo sessuale parziale, e quindi anche sviluppare una parziale mutazione della voce. Il giovane fu
mandato a Napoli, per studiare canto con Nicola Porpora che curò l'affinamento del suo naturale talento di
soprano. Il suo debutto avvenne a Napoli, nel 1720, nella serenata Angelica e Medoro (del Porpora), al
fianco di Marianna Benti Bulgarelli, detta la Romanina, di Domenico Gizzi, Musico Soprano della Real
Cappella e del Contralto Francesco Vitale, in una soirée in onore dell'Imperatrice d'Austria. Il libretto era la
prima prova teatrale di Pietro Metastasio, che strinse col Broschi un'amicizia che durò tutta la vita ed è
testimoniata da un interessante carteggio. Riscosse un ottimo successo e le successive esibizioni gli valsero
una crescente rapida notorietà. Cantò, negli anni successivi, a Roma, Vienna, Venezia, Milano, Bologna. Il
pubblico del tempo adorava il virtuosismo, che nei cantanti consisteva soprattutto nell'esecuzione di
variazioni arbitrarie ai brani cantati, in cui l'aspetto della difficoltà tecnica estrema arricchiva la pura
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espressione dei sentimenti della musica. Erano anche frequenti "duelli" tra musicisti. A Roma Broschi
aveva vinto (1722) una sfida contro un trombettista tedesco, sulla tenuta lunga di una nota altissima. Già a
Napoli nel 1725, in occasione della prima rappresentazione del Marc'Antonio e Cleopatra di Hasse[6], era
stato notato da Johann Joachim Quantz, che ne aveva magnificato con entusiasmo la purezza di timbro ed
estensione di scala, la nitidezza di trillo e inventiva. Nel 1730 Farinelli fu ammesso all'Accademia
Filarmonica di Bologna. Nel 1734, Carlo Broschi si trasferì a Londra e cantò presso l'Opera della Nobiltà al
Lincoln's Inn Fields, che era diretta da Porpora e vedeva Francesco Bernardi, detto il Senesino, come
cantante principale. La sua fama era immensa, e i proventi che ottenne nei tre anni in cui soggiornò in
Inghilterra superarono le 5.000 sterline. Questi anni, l'apice della sua gloria come artista di scena, furono
anche gli anni della cocente rivalità tra i due gruppi teatrali residenti a Londra, quello di Georg Friedrich
Händel, sostenuto dal re Giorgio II, e quello di Porpora, sostenuto dal Principe di Galles e dalla nobiltà. La
prima apparizione al teatro Lincoln's Inn Fields fu in Artaserse, di cui la maggior parte delle musiche erano
state scritte dal fratello, Riccardo Broschi. Il successo fu istantaneo. Federico principe di Galles e la corte lo
accolsero con lodi e onori. Ma nemmeno il contributo di Farinelli portò l'impresa al successo. Nel 1737,
stanco delle incessanti acredini che opponevano i due gruppi teatrali, Farinelli accettò l'invito di Elisabetta
Farnese, moglie di Filippo V di Spagna. Durante il viaggio passò per la Francia, e cantò per Luigi XV. Il
re spagnolo, che soffriva di nevrastenia e malinconia, aveva abbandonato la vita pubblica, gli affari di Stato
e manifestava segni di follia. La regina Isabella invitò quindi Farinelli ad esibirsi davanti a suo marito, nella
speranza che potesse risvegliarlo dall'apatia. L'episodio è rimasto celebre, e contribuì ad accrescere la
leggenda che circonda il cantante. La voce di Farinelli fece un tale effetto su Filippo V, che non volle più
separarsi dal cantante.

La "terapia" quotidiana consisteva nel far cantare il castrato


sempre le stesse otto o nove arie, di cui la prima era "Pallido il
sole", dall'Artaserse di Johann Adolf Hasse. Da una stanza
diversa da quella del sovrano, le prime volte dalla stanza più
lontana e via via sempre più vicina fino ad arrivare dietro la
porta, il cantante riuscì a far uscire il sofferente Filippo, lo fece
lavare e radere. Il re gli fece promettere di restare alla corte di
Spagna, corrispondendogli uno stipendio di 2000 ducati, con
l'unica richiesta di non cantare più in pubblico. Divenuto
criado familiar dei re di Spagna, il cantante vide la sua
importanza crescere con l'ascesa al trono di Ferdinando VI di
Spagna, che lo nominò cavaliere di Calatrava, un'alta carica,
riservata ai gentiluomini che potevano provare la nobiltà e
l'antichità delle loro famiglie. Broschi-Farinelli, favorito dal
monarca, esercitò sulla corte, e sulla politica, una grande
influenza. Gli si devono i primi lavori di bonifica delle rive del
Tago, e diresse l'opera di Madrid e spettacoli reali. Utilizzò il
suo potere persuadendo Ferdinando a instaurare un teatro
d'opera italiano. Collaborò anche con Domenico Scarlatti,
compatriota napoletano, anch'egli residente in Spagna. Il
musicologo Ralph Kirkpatrick afferma che la corrispondenza di
Farinelli è la fonte della "maggior parte delle informazioni di prima mano su Scarlatti giunte a noi".
Farinelli si ritirò a Bologna e morì nella sontuosa villa che aveva fatto costruire in vista del suo ritiro (fuori
Porta Lame, oggi distrutta). Malgrado le numerose visite che vi ricevette (tra cui quelle di Wolfgang
Amadeus Mozart allora adolescente, e di Giuseppe II d'Austria), Farinelli soffrì fino alla morte di solitudine
e di malinconia. Si spense il 15 luglio 1782, qualche mese dopo il suo amico Metastasio, lasciando una
collezione d'arte e di strumenti musicali sfortunatamente dispersa dai suoi eredi, tra cui un violino di
Antonio Stradivari.

Nel corso del XVIII secolo, circa centomila giovani ragazzi furono evirati per preservare le loro voci acute. Tra
di loro, pochissimi riuscirono a salire all’Olimpo del bel canto, diventando i cantanti più famosi di quell’era, le
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