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Giuseppe Verdi

| La vita

- L’ambiente di provincia e il ruolo di Barezzi


Giuseppe Verdi nasce nel 1813 a Roncole di Busseto in provincia di Parma, mentre studia e diventa un bravo giovanotto, suona
l’organo nella messa della domenica , così un suo paesano, un ricco commerciante di nome Antonio Barezzi, che è un appassionato
di musica , nota il suo talento e lo prende sotto la sua protezione, sostenendo le spese per farlo trasferire a Milano e studiare.
All’età di 19 anni, fa domanda per l’ammissione in Conservatorio, ma viene respinto; Barezzi capisce che quei maestri non sono
affidali e così di tasca sua gli paga per tre anni le lezioni private.

- Dalla disperazione al successo


Tornato a Busseto è felice, perché si sposa con Margherita, la figlia del suo protettore, ma è anche in ansia per dover dimostrare il
suo talento, infatti nel 1839 si rappresenta la sua prima opera: Oberto, conte di San Bonifacio, che ottenne molto successo, ma
contemporaneamente ebbe una disgrazia perchè morirono i due figli di un anno e successivamente la moglie.
Verdi è addolorato per la loro perdita e solo l’impresario Morelli lo salva con la musica; infatti gli offre il libretto per un’opera : il
Nabucco, che parla della schiavitù degli Ebrei da parte dei Babilonesi.
A questa opera , viene riconosciuta uno scopo politico: la schiavitù degli ebrei, rappresenta per i patrioti italiani, la dominazione
austriaca del Lombardo-Veneto; così alla vigilia della Prima guerra d’Indipendenza, la sua arte diventa simbolo del patriottismo
italiano.

- Una carriera in ascesa


Dal 1847 compone molte opere: Macbeth, Rigoletto, Trovatore, la Traviata, la forza del destino, Otello e Falstaff; non ha solo
successo come artista, ma appoggia anche quelli che combattono per la liberazione dal dominio austriaco; si occupa delle sue
proprietà terriere e si risposa con la cantante lirica Giuseppina Strepponi ; aiuta colleghi musicisti meno fortunati; aiuta a fondare
ospedali e dà vita a opere umanitarie.
Muore a Milano il 27 gennaio del 1901, e ancora oggi è celebrato nei più importanti teatri lirici del mondo.

| Lo stile

- Lo “stile verdiano” in scena


Nelle sue opere Verdi, dà voce a personaggi vivi; la sua musica è ricca di melodie toccanti e lo stile potente e drammatico , crea
grandi emozioni; nelle opere più riuscite, scorre una musicalità senza precedenti, tanto da far diventare il cognome, un aggettivo:
stile verdiano.
La bravura del compositore emerge nella scrittura della Messa da Requiem, in memoria di Alessandro Manzoni.

- Grandiosi allestimenti
Le ultime opere di Verdi richiedevano allestimenti grandiosi e soltanto i teatri stranieri, avevano la disponibilità economica per
realizzarle; infatti La forza del destino è rappresentata in Russia; Don Carlos a Parigi , e l’Aida al Cairo; ma è al tetro La Scala di
Milano , che Verdi ha concluso la sua vita artistica , prima con l’opera Otello e poi con Falstaff.
Il contributo di questo compositore alla musica è così potente, che dopo di lui, nascerà la scuola verista, i cui esponenti più
conosciuti sono: Leoncavallo, Mascagni e Puccini.

- La drammaticità di storie e personaggi


I libretti sono di ottima qualità, ma è la bravura di Verdi a dare vita a personaggi indimenticabili; per i cantanti scrive melodie
potenti , ed è abile nell’usare la funzione del coro; un famoso esempio è il coro del Nabucco; l’opera lirica coinvolge lo spettatore
grazie a colpi di scena che Verdi sa introdurre con un perfetto senso drammatico.
Sulla traccia della musica teatrale di Verdi, i suoi successori , si trovano aperta la porta di un nuovo stile chiamato: Verismo.

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