Sei sulla pagina 1di 3

(CAPIT.

24)

Donizetti (1797-1848)
G. DONIZETTI nacque in Lombardia, a Bergamo nel 1797 da una famiglia di
umili origini, tanto che fu ammesso a seguire le così dette “lezioni caritatevoli” di
musica che venivano tenute dal musicista Simone mayer.
Dopo questo percorso con Mayer, Donizetti perfezionò gli studi musicali con Padre
Stanislao Mattei che come sappiamo era il maestro di G. ROSSINI al liceo musicale
di Bologna.
Le sue prime opere furono accolte con successi che si alternavano anche con
qualche insuccesso fino al suo primo capolavoro nel 1830 con l’ opera “ANNA
BOLENA”.
[IL 1830 è UNA DATA IMPORTANTE perché ROSSINI ESCE DI SCENA; ESATTAMENTE NEL 1829]
Seguono altre sue opere come:
- L’elisir D’amore
- Lucrezia Borgia
- Maria Stuarda
- Lucia di Lammermoor nel 1835; ancora oggi rappresentata nei teatri di tutto il
mondo e che contiene all’interno pagine molto famose come quelle relative
alla scena “della pazzia di Lucia”
Dal 1835 in poi (anno della morte di V. Bellini), DONIZETTI si troverà ad essere
compositore incontrastato sulla scena lirica italiana.
Tre anni dopo, nel 1838, rimasto vedovo della moglie Virginia e anche amareggiato
perché non gli fu confermato l’incarico come direttore del Conservatorio di Napoli,
si trasferisce a Parigi dove incontra ROSSINI.
NEL 1840 DONIZETTI fa rappresentare a Parigi due capolavori:
1. “La figlia del reggimento”
2. “La favorita”
Nel 1842 è accolto trionfalmente a VIENNA dove rappresenta la “LINDA DI
CHAMOUNIX”, per poi fare un ritorno musicale a Parigi dove presenta il suo “DON
PASQUALE” nel 1843
PICCOLO RIEPILOGO OPERE:
PARIGI 1840: - La Figlia del Reggimento
VIENNA 1842: - Linda di Chamounix
PARIGI 1843: - Don Pasquale
Purtroppo però nel 1845 viene colto da una gravissima paralisi cerebrale che non gli
permette più di comporre; addirittura viene internato in un ospedale e poi riportato
nella sua città natale, cioè BERGAMO dove vive lunghi momenti e periodi di dolore
al cervello. Muore infatti a Bergamo nel 1848.
DONIZETTI ha scritto 70 opere fra OPERE BUFFE, SERIE & SEMISERIE.
Ha scritto anche importanti pagine di
Musica da Camera e perfino una Messa da Requiem in memoria di V. Bellini.
Nella sua scrittura troviamo parecchie innovazioni:
- Sostituisce la “sinfonia di apertura” con un preludio orchestrale che prepara
immediatamente l’atmosfera dell’opera
[abbiamo già parlato di sinfonia TRIPARTITA SCARLATTIANA ALL’ITALIANA o ALLA
FRANCESE secondo il modello di J. B. Lully]
- Inventa pure la figura del “BARITONO ROMANTICO” cioè un personaggio che
pur avendo un registro vocale di BARITONO può anche interpretare ruoli dolci
e romantici.
- Spinge sull’acceleratore del DRAMMA ROMANTICO colorando le sue opere
di tende che sono già all’interno dell’atmosfera romantica

Bellini (1801-1835)
V. Bellini nasce a Catania nel 1801. Essendo figlio e nipote di organisti, riceverà
proprio dal padre e dal nonno le sue prime lezioni musicali.
Il comune di CATANIA gli offrirà pure una borsa di studio grazie alla quale riesce a
trasferirsi a NAPOLI dove studierà con il celebre Maestro Zingarelli, che lo introduce
ovviamente al “Dramma Napoletano” e che gli farà conoscere anche le opere
strumentali di Haydn & Mozart.
Nel 1825 V. Bellini, all’età di 24 anni, come saggio finale del corso di composizione
presenta l’opera “ADELSON e SALVINI”, alla quale farà seguito l’opera “BIANCA e
FERNANDO”.
Nel 1827 incontra Domenico Barbaria, l’impresario di G. ROSSINI il quale lo invita
alla scala di Milano dove rappresenterà la sua opera “IL PIRATA”.
Seguirà quindi un periodo molto interessante di creatività musicale dato dalla
nascita di altri suoi lavori come:
- “Capuleti & Montecchi”
- “La sonnambula”
- “La Norma” capolavoro che compose nel 1831
Nel 1835 firma la sua ultima opera dal titolo “I PURITANI” visto che muore nello
stesso anno a Parigi.
BELLINI può essere considerato un “Puro Lirico” visto che nelle sue opere il
protagonista principale è “LA VOCE”, “LA VOCALITà”.
Bellini infatti ha la capacità di scrivere melodie di straordinaria bellezza.

Egli tratta la “VOCALITà” come se fosse un oggetto di cristallo puro; la sua E’ una
Vocalità intima, pura e delicata.

Questa “Vocalità” viene esaltata al massimo nella sua opera “NORMA” e nella
famosa pagina “Casta Diva” quando NORMA (questa sacerdotessa), guardando la
luna, canta appunto questa sublime melodia

Fra i suoi ammiratori ebbe anche Richard Wagner.

Potrebbero piacerti anche